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In movimento
MATERA ,CITTÀ DEL PEPERONE CRUSCO
Qualsiasi viaggio può diventare un racconto, che lascia ricordi incancellabili. Come questo nella capitale europea della cultura 2019
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Gli Erranti
Ogni tanto ci piace sfogliare le fotografie dei viaggi passati: in queste occasioni vengono in mente piccoli particolari, dettagli che sono sfuggiti al momento. E’ quello che è successo con Matera, che abbiamo visitato quando è stata, con enorme successo di pubblico, Capitale Europea della Cultura 2019.
E allora, affidiamoci alle foto e ai ricordi. L’incontro con la città inizia dopo l’arrivo alla Locanda San Martino, rigorosamente nei Sassi, la parte più antica della città, ora in gran parte recuperata.
Ma di questo parleremo dopo: per ora ci concediamo un buon aperitivo nella piazza Vittorio Veneto con la splendida vista sul Duomo, un bellissimo esempio di romanico pugliese . Costruita sull’area di un precedente castello normanno e, come attestano recenti scavi, su un precedente luogo di culto paleocristiano, la cattedrale è la più maestosa della regione . Si trova sull’area dell’antico monastero benedettino di Sant’Eustachio, protettore della città, dove già tra il 1093 e il 1094 aveva soggiornato papa Urbano II: la cattedrale fu edificata a partire dal 1230 per volere dell’Imperatore Federico II di Svevia, alcuni anni dopo che papa Innocenzo III aveva elevato la città di Matera al rango di arcidiocesi in unione con Acerenza.
Per fare in modo che il nuovo tempio dominasse con la sua mole le costruzioni circostanti e le due vallate sottostanti dei Sassi, fu necessario rialzare la base rocciosa di oltre sei metri.
La storia dei Sassi è drammatica: per migliaia di anni sono stati luogo di residenza delle persone povere, che vivevano in cavità scavate nel calcare della gravina, mentre la borghesia viveva nella parte alta della città denominata il Piano. Oggi è possibile visitare diverse “case grotta”; in cui sono ricostruite le dimore degli abitanti dei Sassi prima dell’abbandono e del trasferimento in nuove abitazioni negli anni ’50 del secolo scorso, arredate con i mobili e gli attrezzi autentici del periodo. Un’occasione preziosa per capire come si viveva all’epoca, in quegli spazi oggi ristrutturati e in parte utilizzati da strutture turistiche.
Lo sfollamento dei Sassi e le successive opere di restauro, infatti, hanno portato alla città un notevole sviluppo urbanistico e poi turistico .
Ma torniamo in piazza Vittorio Veneto, dove ci troviamo sopra il Palombaro Lungo, un’imponente cisterna