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Da leggere (o rileggere)

«E intanto chissà che disastri combinano… È una complicazione» .

«Ormai Jessy c’è e non ti sei opposta quando potevi».

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«Mi sembrava maleducato rifiutare I signori sono stati così gentili con noi»

«La complicazione resta, però, e sarebbe stato meglio…» .

«Devo ancora correggere i compiti per domani» .

«Va bene, buona notte» Giovanni aprì piano la porta della camera Marianna e Jessy dormivano beate sul letto, zampa nella mano. Richiuse e andò a dormire anche lui.

La mattina seguente, durante l’intervallo delle lezioni, la foto scattata con la Polaroid fu l’evento del giorno. Tutte le compagne la guardarono, assiepate attorno a Marianna che non la mollava: stretta fra le dita, la teneva come un tesoro inestimabile, che neppure la maestra poté toccare, tale era il timore che anche solo in foto potessero portarle via Jessy. Arrivata a casa, l’aveva appoggiata sulla scrivania, in modo da vederla appena alzava lo sguardo.

«Hai finito i compiti, Marianna?»

«Ho anche ripassato . Vado a giocare con Jessy sul terrazzo».

«Devi aspettare che papà abbia finito la lezione Intanto dammi i quaderni da controllare»

«Va bene, mamma» .

«Avevi un tema?»

«La maestra l’ha dato solo a me, su Jessy»

«Perché?»

«Non lo so, l’ha deciso quando ha visto la foto che mi ha fatto la mamma di Mario e le ho raccontato di ieri pomeriggio»

Angela lesse e corresse: «Ricopia con le correzioni».

Marianna era un po’ infastidita, anche se abituata. La sua maestra e sua madre erano colleghe, a lei non era consentito sbagliare e quando capitava erano dolori, ma in quel momento le importava solo giocare con la sua cucciola sul terrazzo. Corse via appena sentì uscire l’ultimo studente.

Jessy scivolava sulle piastrelle, abbaiava, un po’ strillando un po’ scodinzolando, rincorreva Marianna che rideva e le parlava; Giovanni le guardò, senza mostrarsi, dalla finestra dello studio che affacciava sul terrazzo: la sua bimba era felice, e lui con lei. Si sorprese quando vide sua moglie raggiungerla e metterla in posa, a favore di luce, con Jessy tra le mani. Sorrise a vedere l’espressione impacciata ma persa di gioia di sua figlia che, finalmente, aveva un cucciolo, e che cucciolo! Il legame con mamma Jessy amplificava la sua gioia, era come se le avesse tutte e due.

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