n.10
Ottobre 2020
Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: n°258 del 17/10/2018 ANNO 2, n.10 -2-
Le Rubriche “Amoglianimali” Andrologia Bellezza Da leggere (o rileggere) Da vedere/ascoltare Disabilità in pillole Di tutto e niente Digital4Senior EDITORIALE Generazioni Connesse Il personaggio Incipit In forma In movimento Lavori in corso Nostalgie Primopiano Salute Scienza Sessualità Stile Over Volontariato & Associazioni
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Generazione Over 60 DIRETTORE RESPONSABILE Minnie Luongo I NOSTRI COLLABORATORI Marco Rossi Alessandro Littara Antonino Di Pietro Mauro Cervia Andrea Tomasini Enzo Primerano Antonio Giuseppe Malafarina Paola Emilia Cicerone Maria Teresa Ruta Doris Zaccaria Giovanni Paolo Magistri DISEGNI DI Attilio Ortolani Contatti: Sito web: https://generazioneover60.com/ Email: generazioneover60@gmail.com Issuu: https://issuu.com/generazioneover60 Facebook: https://www.facebook.com/generazioneover60 Youtube: https://www.youtube.com/channel/generazioneover60
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Generazione Over 60 MINNIE LUONGO Direttore responsabile e giornalista scientifica Classe 1951, laureata in Lettere moderne e giornalista scientifica, mi sono sempre occupata di medicina e salute preferibilmente coniugate col mondo del sociale. Collaboratrice ininterrotta del Corriere della Sera dal 1986 fino al 2016, ho introdotto sulle pagine del Corsera il Terzo settore, facendo conoscere le principali Associazioni di pazienti. Ho pubblicato più libri: il primo- “Pronto Help! Le pagine gialle della salute”- nel 1996 (FrancoAngeli ed.) con la prefazione di Rita Levi Foto Chiara Svilpo
Montalcini e Fernando Aiuti. A questo ne sono seguiti diversi come coautrice tra cui “Vivere con il glaucoma”; “Sesso Sos, per amare informati”; “Intervista col disabile” (presentazione di Candido Cannavò e illustrazioni di Emilio Giannelli).
Autrice e conduttrice su RadioUno di un programma incentrato sul non profit a 360 gradi e titolare per 12 anni su Rtl.102.5 di “Spazio Volontariato”, sono stata Segretario generale di Unamsi (Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione) e Direttore responsabile testata e sito “Buone Notizie”. Fondatore e presidente di Creeds, Comunicatori Redattori ed Esperti del Sociale, dal 2018 sono direttore del magazine online Generazioneover60. Quanto sopra dal punto di vista professionale. Personalmente, porto il nome della Fanciulla del West di Puccini (opera lirica incredibilmente a lieto fine), ma non mi spiace mi si associ alla storica fidanzata di Topolino, perché come Walt Disney penso “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nel prossimo detesto la tirchieria in tutte le forme, la malafede e l’arroganza, mentre non potrei mai fare a meno di contornarmi di persone ironiche e autoironiche. Sono permalosa, umorale e cocciuta, ma anche leale e splendidamente composita. Da sempre e per sempre al primo posto pongo l’amicizia; amo i cani, il mare, il cinema, i libri, le serie Tv, i Beatles e tutto ciò che fa palpitare. E ridere. Anche e soprattutto a 60 anni suonati.
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Chi siamo DOTTOR MARCO ROSSI sessuologo e psichiatra è presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale e responsabile della Sezione di Sessuologia della S.I.M.P. Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e come esperto di sessuologia a numerosi programmi radiofonici. Per la carta stampata collabora a varie riviste.
DOTTOR ALESSANDRO LITTARA andrologo e chirurgo è un’autorità nella chirurgia estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico nella falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni ‘90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo.
PROFESSOR ANTONINO DI PIETRO dermatologo plastico presidente Fondatore dell’I.S.P.L.A.D. (International Society of Plastic Regenerative and Oncologic Dermatology), Fondatore e Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, è anche direttore editoriale della rivista Journal of Plastic and Pathology Dermatology e direttore scientifico del mensile “Ok Salute e Benessere” e del sito www.oksalute.it, nonché Professore a contratto in Dermatologia Plastica all’Università di Pavia (Facoltà di Medicina e Chirurgia).
DOTTOR MAURO CERVIA medico veterinario è sicuramente il più conosciuto tra i medici veterinari italiani, autore di manuali di successo. Ha cominciato la professione sulle orme di suo padre e, diventato veterinario, ha “imparato a conoscere e ad amare gli animali e, soprattutto, ad amare di curare gli animali”. E’ fondatore e presidente della Onlus Amoglianimali, per aiutare quelli più sfortunati ospiti di canili e per sterilizzare gratis i randagi dove ce n’è più bisogno.
ANDREA TOMASINI giornalista scientifico giornalista scientifico, dopo aver girovagato per il mondo inseguendo storie di virus e di persone, oscilla tra Roma e Spoleto, collaborando con quelle biblioteche e quei musei che gli permettono di realizzare qualche sogno. Lettore quasi onnivoro, sommelier, ama cucinare. Colleziona corrispondenze-carteggi che nel corso del tempo realizzano un dialogo a distanza, diluendo nella Storia le storie, in quanto “è molto curioso degli altri”. -6-
DOTTOR ENZO PRIMERANO medico rianimatore over 60 del 1958. Rianimatore in cardiochirurgia, Anestesista e Terapista del dolore, è amministratore del portale di divulgazione www.dolorecronico.org. Si occupa di bioetica e comunicazione nelle cure intensive. Appassionato di musica, satira, costume e sport motoristici. Il suo motto è “Il cuore è il motore e la mente il suo fedele servitore”.
ANTONIO GIUSEPPE MALAFARINA giornalista e blogger nato a Milano nel 1970, giornalista e blogger. Si occupa dei temi della disabilità, anche partecipando a differenti progetti a favore delle persone disabili. Presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina. Coltiva l’hobby dello scrivere in versi, raccolti nella sua pubblicazione “POESIA”.
PAOLA EMILIA CICERONE giornalista scientifica classe 1957, medico mancato per pigrizia e giornalista per curiosità, ha scoperto che adora ascoltare e raccontare storie. Nel tempo libero, quando non guarda serie mediche su una vecchia televisione a tubo catodico, pratica Tai Chi Chuan e meditazione. Per Generazione Over 60, ha scelto di collezionare ricordi e riflessioni in Stile Over.
DORIS ZACCARIA giornalista e formatrice Cresce e studia fra la Romagna e Bologna, inizia a lavorare fra Milano, Bruxelles e Strasburgo. Coltiva l’amore per la parola scritta e diventa giornalista occupandosi di green economy. Oggi alterna il lavoro come formatrice e consulente di marketing digitale alla realizzazione di un piccolo grande sogno: creare un eco-resort in Sardegna. Come sempre, in compagnia di gatti, quaderni e libri.
GIOVANNI PAOLO MAGISTRI biologo
Classe 1951, biologo specializzato in patologia generale, si occupa di progettazione di sistemi per la gestione della sicurezza e dell’igiene delle produzioni alimentari. Socio Onorario dell’Associazione PianoLink vive sognando di diventare, un giorno, un bravo pianista.
MONICA SANSONE videomaker operatrice di ripresa e montatrice video, specializzata nel settore medico scientifico e molto attiva in ambito sociale.
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Generazione F Il silenzio è (anche ) un’arma
Alcuni silenzi possono ferire come e
si sentisse esonerato dallo studiare i
più di un’arma. Tante le occasioni in cui
capitoli più recenti). A mia ulteriore
ne restiamo colpiti. Ci sono le parole che
discolpa posso aggiungere che anticipavo
tardano ad arrivare quando siamo di
questo modo di comportarmi
fronte a un medico aspettando un
presentandomi alla classe a inizio anno
responso, che sia per noi o per un
scolastico, ma i più pensavano che
familiare o un amico. Ci sono i silenzi
scherzassi … Da qui il silenzio attonito e
prolungati e ormai atrofizzati di coppie
sconcertato dell’allievo chiamato alla
che hanno rinunciato a dialogare fra
cattedra, cui seguiva l’inevitabile
loro nella vita quotidiana: avete presente
esclamazione: “Ma prof, mi ha interrogato
il silenzio surreale di alcuni tavoli di
l’ultima lezione!”
ristorante in cui nessuno dei due partner
E poi abbiamo i silenzi inspiegabili di chi
seduti pronuncia verbo per tutto il pranzo, neppure per commentare il cibo?
amiamo, che non risponde più alle nostre domande o telefonate … Per
E come non accennare ai quei secondi
arrivare ai casi più estremi con il “silenzio
eterni quando in aula l’insegnante col
punitivo”, usato come arma psicologica
dito percorre sul registro l’elenco degli
contro un’altra persona, con l’obiettivo
alunni - tutti più o meno in apnea- prima
primario di piegarla. Ciò accade molto
di pronunciare il nome di chi sarà
spesso in un rapporto sentimentale, più
interrogato? Breve parentesi personale a
sovente da parte di un maschio narcisista
questo proposito: nella mia lontana ma
e manipolatore, spiegano gli
lunga esperienza di prof. adottavo un
esperti,configurandosi come
altro sistema che, ripensandoci ora,
tattiche passivo-aggressive più frustranti
risulta ancora più sadico. Consisteva nel
per chi la subisce. Una meta-analisi
richiamare chi avevo interrogato l’ultima
condotta presso l’Università del Texas, con
volta. Ammetto di averlo fatto spesso
74 studi che hanno coinvolto 14.000
(autogiustificazione: perché così nessuno
persone, ha concluso che il silenzio è di -8-
una delle
Generazione F solito molto distruttivo nei rapporti di coppia,
Cervellin, noto imprenditore veneto
e le “vittime” lo interpretano come la
diventato cieco da adolescente per via di una
mancanza di coinvolgimento dell’altro e un
retinite pigmentosa (guai a chiamarlo non
tentativo di sottomissione emotiva. Questi
vedente!) e lui tutt’a un tratto, dopo una mia
psicologi hanno constatato che l’uso del
pausa, mi confidò: “Rimpiango non poter più
silenzio come punizione è uno dei fattori che
esprimere con gli occhi ciò che provo. In
portano le donne al divorzio, non solo perché
pratica, sono costretto a parlare sempre e
ci si sente meno soddisfatte del rapporto, ma
soprattutto indurre l’interlocutore a fare
anche perché percepiscono il loro partner
altrettanto per capire il suo pensiero. Invece,
come emotivamente più distante..
gli sguardi sono così importanti per
Poi ci sono i silenzi con cui facciamo male a qualcuno senza esserne consapevoli. Ricorderò sempre un giorno di parecchi anni fa: ero in compagnia dell’amico Davide
comunicare, spesso più delle parole”. Proprio vero, Davide! Fin qui ho accennato a quelli che potremmo definire i silenzi cattivi. Fortunatamente
Foto di Maria Krisanova su Unsplash -9-
Generazione F esistono anche quelli buoni, in primis
Allora, a conclusione a dir poco
quelli di complicità. Con gli amici, il partner,
autoreferenziale di questo editoriale, mi
una persona con cui si ha particolare
lancio nella trascrizione di una delle tre.
empatia … Se non abbiamo bisogno di
(Sssh, vi prego!)
parole ma è suffi ciente scambiarsi uno sguardo, ecco quello è un silenzio buono!
Frammenti
Infine, una considerazione. Quando col team
del sasso
di Generazione Over60 abbiamo individuato
che una volta colpiva
il silenzio quale fil rouge di questo numero,
(e feriva con tanto, troppo dolore)
non avrei mai pensato a quanti libri, dipinti,
ora distruggono
canzoni e tanto altro fosse incentrato su
mentre
questo tema. E di quante espressioni si
in disparte
usino nel linguaggio corrente: silenzio
vedo farsi beffe di me
assordante, silenzio di tomba, rumore del
il silenzio di ieri
silenzio, religioso silenzio, silenzio
il sorriso di oggi
sepolcrale, silenzio glaciale..
diversi
E vogliamo parlare di quanti poeti vi abbiano dedicato versi? Nelle pagine seguenti ne
identici
abbiamo citati solo alcuni - da Guido
segni della mia
Gozzano ad Alda Merini a Giuseppe
anestetizzata
Ungaretti- ma sono davvero tantissimi.
sensibilità.
Così, per fare una verifica nel microcosmo personale, sono andata a consultare la mia “produzione poetica” risalente a una cinquantina di anni fa: ebbene, almeno tre opere contemplavano questo tema.
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Generazione F …lui tutt’a un tratto, dopo una mia pausa, mi confidò: “Rimpiango non poter più esprimere con gli occhi ciò che provo. In pratica, sono costretto a parlare sempre e soprattutto indurre l’interlocutore a fare altrettanto per capire il suo pensiero. Invece, gli sguardi sono così importanti per comunicare, spesso più delle parole!”
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Affresco d’autore
Paris Nogari. Allegoria del Silenzio
1582, affresco, Città del Vaticano, sala degli Svizzeri L’opera testimonia la volontà di ricordare il pericolo di parola e la possibilità di commettere peccati. La cicogna con l’uovo in bocca accanto all’uomo rafforza il concetto. Dovendo portare il prezioso carico - il guscio conchiude un segreto - non può emettere versi pena la distruzione dello stesso.
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Un film da 5 Oscar Primo thriller ad essere premiato con
riscatto personale) e Hannibal (uomo colto
cinque premi Oscar nel 1992, Il Silenzio
che ascolta le variazioni Goldberg e si ciba
degli Innocenti (titolo originale: The Silence
di carne umana accompagnandola con un
of the Lambs) sperimenta la modalità alto-
buon Chianti), in una continua oscillazione
mimetica per i due antagonisti principali,
tra inferno e paradiso, separati solo da una
spostando in alto l’asticella del genere e lo
sottile e trasparente lastra di vetro.
fa diventare opera d’arte dal linguaggio universale. Il film non è un thriller classico, ma- come è stato giustamente definito dai critici- “ un percorso disturbante attraverso le zone infernali della mente umana”. Jonathan Demme adatta il romanzo di Thomas Harris, The Silence of the Lambs (1989) partendo dal punto di vista di Clarice Starling (Jodie Foster, Oscar 1992 per migliore attrice), psicologa e criminologa che, su ordine del proprio capo FBI Jack Crawford deve catturare il serial killer Buffalo Bill. In questa ricerca investigativa che assomiglia ad una lunga seduta psicoanalitica, un ruolo predominante spetta allo psichiatra maniaco Hannibal Lecter (Anthony Hopkins, Oscar 1992 per miglior attore), a conoscenza del modus o p e r a n d i d i B u ff a l o B i l l , e a t t r a t t o intellettualmente dalla giovane recluta,
L’indimenticabile locandina in lingua
agnello sacrificale in mezzo a un mondo di
originale. A questo link il trailer del film.
maschi famelici. Il regista evidenzia la particolare alleanza mentale tra Clarice (poliziotta dalle umili origini che cerca un
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Poesie d’autore Il Silenzio Conosco una città che ogni giorno s'empie di sole e tutto è rapito in quel momento Me ne sono andato una sera Nel cuore durava il limio delle cicale Dal bastimento verniciato di bianco ho visto la mia città sparire lasciando un poco
Meriggio d’Estate Silenzio! Hanno chiuso le verdi persiane delle case. Non vogliono essere invase. Troppe le fiamme della tua gloria, o sole! Bisbigliano appena gli uccelli, poi tacciono, vinti dal sonno. Sembrano estinti gli uomini, tanto è ora pace e silenzio… Quand’ecco da tutti gli alberi un suono s’accorda, un sibilo lungo che assorda, che solo è così: le cicale. Umberto Saba
un abbraccio di lumi nell'aria torbida sospesi. Giuseppe Ungaretti
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Poesie d’autore Ho bisogno di silenzio Ho bisogno di silenzio come te che leggi col pensiero non ad alta voce il suono della mia stessa voce adesso sarebbe rumore non parole ma solo rumore fastidioso che mi distrae dal pensare. Ho bisogno di silenzio esco e per strada le solite persone che conoscono la mia parlantina disorientate dal mio rapido buongiorno chissà , forse pensano che ho fretta. Invece ho solo bisogno di silenzio tanto ho parlato, troppo è arrivato il tempo di tacere di raccogliere i pensieri allegri, tristi, dolci, amari, ce ne sono tanti dentro ognuno di noi. Gli amici veri, pochi, uno? sanno ascoltare anche il silenzio, sanno aspettare, capire. Chi di parole da me ne ha avute tante e non ne vuole piÚ, ha bisogno, come me, di silenzio. Alda Merini
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Poesie d’autore Il gioco del silenzio Non so se veramente fu vissuto
E ancora mi negasti la tua voce
quel giorno della prima primavera.
in treno. Supplicai, chino rimasi
Ricordo − o sogno? − un prato di velluto,
su te, nel rombo ritmico e veloce...
ricordo − o sogno? − un cielo che s'annera,
Ti scossi, ti parlai con rudi frasi,
e il tuo sgomento e i lampi e la bufera
ti feci male, ti percossi quasi,
livida sul paese sconosciuto…
e ancora mi negasti la tua voce.
Poi la cascina rustica del colle e la corsa e le grida e la massaia e il rifugio notturno e l'ora folle e te giuliva come una crestaia, e l'aurora ed i canti in mezzo all'aia e il ritorno in un velo di corolle…
Giocosa amica, il Tempo vola, invola ogni promessa. Dissipò coi baci le tue parole tenere fugaci... Non quel silenzio. Nel ricordo, sola restò la bocca che non dié parola, la bocca che tacendo disse: Taci!... Guido Gozzano
− Parla! − Salivi per la bella strada primaverile, tra pescheti rosa, mandorli bianchi, molli di rugiada... − Parla! − Tacevi, rigida pensosa della cosa carpita, della cosa che accade e non si sa mai come accada… − Parla! − seguivo l’odorosa traccia della tua gonna... Tuttavia rivedo quel tuo sottile corpo di cinedo, quella tua muta corrugata faccia che par sogni l'inganno od il congedo e che piacere a me par che le spiaccia…
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Poesie d’autore Si dice che ogni persona è un'isola Si dice che ogni persona è un'isola, e non è vero, ogni persona è un silenzio, questo sì, un silenzio, ciascuna con il proprio silenzio, ciascuna con il silenzio che è. José Saramago
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Sessualità FARE L’AMORE IN SILENZIO O SCAMBIANDOSI PAROLE? Molte le coppie che ascoltano musica durante il rapporto sessuale, tanto che è stata stilata una colonna sonora dell’eros * Dott. Marco Rossi - sessuologo e psichiatra - www.marcorossi.it “Fare l’amore con musica in sottofondo è
Forbidden Colors (Ryuichi Sakamoto) –
meglio. Lo sostengono per esempio gli
Strumentale, struggente, magnetico
scienziati dell’università americana di Yale (che hanno realizzato un Cd
Feel good vibe (Feel Good Production) -
dall’eloquente titolo “Music for lovemaking”,
Ipnotica, magnetica, avviluppante, irresistibile.
cioè musica per fare l’amore, con brani
Usarla come sottofondo non può che fare
studiati apposta per amplificare il piacere
molto bene al sesso …
sessuale). Lo stesso pensano alcuni musicoterapeuti, secondo cui per esempio il
In the air tonight (Phil Collins) – Solo qui
“Poema dell’estasi” del compositore e
puoi trovare tutta, ma proprio tutta l
pianista russo Scriabin favorisce l’orgasmo
´atmosfera che descrive il tuo stato d´animo
femminile.
in quei momenti: “Sento che c’è qualcosa
Anche se preferite il silenzio, sotto le
nell’aria stanotte…”.
lenzuola, date un’occhiata alla lista che viene proposta: potreste cambiare idea. In
Upside down (Diana Ross) – Il modo in cui ti
realtà, non è una classifi ca in senso
fa sentire il tuo partner ogni volta che fate
tradizionale, ma una selezione di brani
l’amore e nello stesso tempo come vorresti
inequivocabilmente collegati al sesso,
che si sentisse lui (o lei): sottosopra. Solo che
oppure capaci di ispirare e accompagnare la
cantato con la voce di Diana Ross assume
mente e il corpo nel modo migliore durante
tutto un altro effetto …
l’incontro. Quando si tratta di gusti musicali, ciascuno ha i propri, certo; se poi parliamo
I Want Your Sex (George Michael) – Il ritmo
di atmosfere hot per un’occasione speciale,
caldo e indiavolato, i testi che più diretti non si
anche di più. Ma siamo certi che almeno
potrebbe (senza mai essere volgari), una voce
qualcuno dei brani suggeriti vi tornerà
praticamente perfetta … La musica evergreen
sicuramente … utile”.
per il sesso che viene dagli Anni 80. - 18 -
Sessualità Natural Woman (Aretha Franklin) – La
Da Ya Think I’m Sexy? (Rod Stewart) – La
regina delle voci soul, in un classico senza
canzone manifesto della classica storia da una
tempo della musica nera. Il mix ideale per un
notte sola: la voce da sola rimanda al sesso
sesso molto, molto hot …
molto più di qualunque atmosfera
Glory Box (Portishead) – I ritmi pulsanti del
artificialmente costruita ad hoc. E il solo di sax
genere “trip-hop” e il crescendo sinfonico, la
è da brividi…
voce femminile impastata di blues… Colonna
Justify My Love (Madonna) – Il modo
sonora perfetta per una serata sotto le
migliore per avere un’idea suffi cientemente
lenzuola.
verosimile di che cosa voglia dire una notte di
Moments in Love (The Art of Noise) – Pura
sesso con Madonna.
avanguardia musicale negli Anni 80, con un
Sex Machine (James Brown) – Impossibile
ossessivo ripetersi di suoni sintetizzati che
non muovere ogni singola parte del corpo,
hanno reso questo brano strumentale uno
ascoltando questo capolavoro del funk di tutti
standard capace di accompagnare alla
i tempi. Neanche in camera da letto…
perfezione notti di fuoco doc.
Bolero (Ravel) – Immaginate una spirale che
Walk on the wild side (Lou Reed) – La voce
vi avvolge, si avviluppa attorno a voi prima
cupa e profonda, le atmosfere
discreta, poi sempre più ipnotizzante. Come
metropolitane, la realtà cruda dei
se non avesse voglia di sfociare in qualcosa,
marciapiedi di New York descritta nel modo
chiudersi, finire. Non è esattamente come
più diretto che ci sia … Un brano capace di
vorreste che fosse il sesso, sempre?
accendere le fantasie sessuali di (quasi)
*Fonte: staibene.it
chiunque.
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Salute IL SILENZIO CHE CURA L’assenza di rumore può avere un effetto terapeutico: migliora la memoria, riduce l’ansia, rende più empatici e, perfino, aiuta a dimagrire Dott. Enzo Primerano - medico rianimatore
“Hello darkness, my old friend I've come to talk with you again…”
L'anno 2020 verrà sicuramente ricordato
riparazione e ristoro al corpo mentre il
come l'anno della pandemia Covid. Come
cervello cade in un appassionante dialogo
una rivoluzione epocale ci è cascato
con la parte più impenetrabile e profonda
addosso seminando morte, distruzione,
della propria psiche, ricevendone istruzioni,
panico e smarrimento.
ordini e consigli.
Tutti coloro che
hanno vissuto quei terribili momenti in terapia intensiva manterranno indelebile questo brutto ricordo. Spesso la sera, quando uscivo dalla Rianimazione, attraversando il parco per giungere al parcheggio, mi colpiva un certo innaturale silenzio che avvolgeva ogni cosa. Mi accorgevo che tutto era raccolto e muto; non il vociare della gente ma uccelli, alberi, piante, siepi che non emettevano più alcun naturale suono. Oggi mi torna ancora in mente quel silenzio: un’armonia catalizzatrice che non solo riduce lo stress ma attiva anche la formazione di nuove cellule, controlla la pressione, giova al sistema immunitario. Con il silenzio si dorme per permettere
Tutte le tecniche di meditazione orientale e occidentale basano l’oggetto del proprio raccoglimento su un sottofondo fatto di silenzio. Nella cultura indù di Bali si celebra il Nyepi Day che è conosciuto anche come Giorno del silenzio: segna l’inizio del nuovo anno nel calendario lunare balinese e cade il primo giorno di luna nuova dopo l’equinozio di primavera. La giornata del Nyepi rappresenta, secondo la cultura e la religione locale, un momento dell’anno da dedicare alla riflessione, alla purificazione e alla liberazione dal male. Per questa ragione, dalle 6 del mattino
fino alle 6 del mattino
successivo è vietato tutto ciò che potrebbe interferire e distrarre da se stessi. Il silenzio è parte fondamentale della comunicazione umana. Solo - 20 -
Salute comprendendo le pause si distinguono
molti anni le “Medical Humanities” sono
sillabe e parole. Non è un caso, quindi, che
entrate a far parte del bagaglio del
il silenzio sia centrale anche nelle relazioni
medico, recuperando l'importanza della
interpersonali: oltre a consentire la
comunicazione a livello diagnostico e
comprensione reciproca, è portatore esso stesso di significati. Il silenzio può ̀ indicare
terapeutico.
accudimento e comunicazione, come quello
Possiamo affermare di sì; numerosi studi
Ma esiste davvero una cura del silenzio?
che lega mamma e bambino durante l ’ a l l a t t a m e n t o m a a n c h e c o m p l i c i t à̀ ,
sono stati fatti al proposito e dimostrano che il silenzio migliora la memoria, riduce
vergogna, timidezza o punizione. Gran parte di ciò ̀ che comunichiamo passa da gesti e
l’ansia, rende più empatici e, perfino, aiuta a dimagrire … I ricercatori della Brigham
sguardi, più ̀ che da parole. E stare in silenzio
Young University e della Colorado State
ci aiuta a concentrarci meglio sulla
University, infatti, hanno condotto un
relazione. Ricordiamoci che nell’ormai
esperimento in cui risultati sono stati
lontano 1964 i cantautori Simon & Garfunkel
pubblicati sulla rivista “Food Quality and Preference”. Alcuni
scrissero “Sound of
volontari sono stati
Silence” per porre l’accento
sottoposti ad un test:
sulla
mangiare dei bretzel
c r e s c e n t e
prima ascoltando
incomunicabilità nei
musica o rumori in
rapporti umani.
cuffi a a volume
Il silenzio nella
medio-alto, poi
musica
nel
mangiarli a volume
linguaggio è come lo
più basso. Dai risultati
zero in matematica:
è emerso che chi
da
riusciva a sentire i
solo
e
indica
rumori
privazione, ma se
masticazione non
accompagna una frase o una parola ne arricchisce
il
concetto. Ormai da
della
La copertina di “Sounds of Silence”, l’album culto di Simon & Garfunkel
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mangiava più di 3 bretzel, mentre chi era completamente
Salute Le persone a contatto continuo con i rumori tendono a soffrire maggiormente di disturbi collegati al sonno e di problemi cardiaci. Al contrario, numerosi e recenti studi hanno rilevato i benefici inaspettati del silenzio. A cominciare dalla memoria. Secondo un’autorevole ricerca, portata avanti da Imke Kirste della Duke University, due ore di silenzio al giorno solleciterebbero lo sviluppo cellulare nell'ippocampo, la regione del cervello collegata alla formazione della memoria.
Rimanendo
concentrati, pertanto, la nostra memoria “immerso nella musica” ne mangiava 4 o più. In pratica, chi è in grado di udire la masticazione mentre mangia ha maggiore consapevolezza di quanto effettivamente sta mordendo a un certo punto si ferma, cosa che invece non accade in chi è distratto dai suoni. Ecco perché, quando possibile, sarebbe bene sperimentare il silenzio terapeutico.
guadagna punti giorno dopo giorno. Ciò vuol dire che, se lo studio andrà avanti, si potrà scoprire un nuovo modo per trattare le persone con
malattie collegate alla
regressione cellulare, quali la depressione o la demenza. Meno ansia e antidolorifici con il silenzio Come già accennato, il silenzio è una caratteristica della meditazione i cui benefici
Che sia quello di radio, tv, del traffico, del vociare rumoroso e indistinto delle chiacchiere per strada come in ufficio o in vacanza, il rumore è una costante delle nostre giornate. Quanto il rumore avvolga le nostre giornate è dimostrato dal senso di benessere che ognuno di noi prova quando si ritrova in un luogo silenzioso.
sono oggetto di vari studi da tempo, come quello di Adam W. Hanley dell’Università dello Utah (Usa), che ha indagato circa gli effetti della meditazione su corpo e mente. Si è visto così che alcuni gruppi di persone, in procinto di sottoporsi ad intervento chirurgico, hanno riportato sollievo dal dolore, riduzione del desiderio di farmaci antidolorifici e riduzione dell’ansia.
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Salute "Rumori esterni e interni ci allontanano dalla
Sono state esaminate 5.075 persone residenti
conoscenza di noi stessi": lo afferma Moshe
in cinque aree suburbane e rurali nei pressi
Bar, neuroscienziato di fama internazionale.
di Stoccolma: per ogni 5 decibel che
"Attraverso la meditazione e il silenzio è
eccedono il limite ‘standard’, pari a circa 45, il
possibile godere delle piccole cose che ci circondano e che molto spesso si danno per scontate.
girovita aumenta di 0,21 centimetri, specialmente nelle donne. L’esposizione al rumore farebbe aumentare la produzione di
Il rumore- è scientificamente provato-
cortisolo, l’ormone dello stress. Proprio
rappresenta il principale generatore di
questo ormone se presente in elevate
stress, con la conseguente produzione
quantità gioca un ruolo importante nel
inappropriata di cortisolo (l’ormone dello
deposito di grasso nella zona addominale.
stress) e di adrenalina. In particolare, uno studio condotto dal Karolinska Institut e dal
Quindi senza indugio abbandoniamoci al
Norwegian Institute of Public Health e
fascino troppo spesso inesplorato del
pubblicato sulla rivista “Occupational &
silenzio, e il nostro corpo ce ne sarà grato.
Environmental Medicine” ha evidenziato che
Ripagandoci in salute e benessere.
l’inquinamento acustico è un nemico del girovita.
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Incipit IL RUMORE DEL SILENZIO Un diverso modo di comunicare, spesso più potente di molte parole Di Giovanni Paolo Magistri - biologo In natura l’interdipendenza tra preda e
silenzi per l’essere umano, ed è in
predatore trova nel silenzio il principale
quell’atmosfera che il pensiero trova
protagonista; l’agguato di un felino nel
finalmente quiete.
tentativo di catturare una gazzella è
Un silenzio assordante circolava nelle
preceduto da un incedere verso la preda in
trincee della Grande Guerra prima di
rigoroso silenzio. La predazione fallirebbe
sferrare l’attacco alla baionetta; a sera, il
inesorabilmente al rumore di un solo
ricordo dei caduti era accompagnato dal
fuscello d’erba spezzato.
suono di una tromba che intonava note
I direttori d’orchestra, con cenno di mano delicato, chiedono silenzio prima di cimentarsi e l’esecuzione non potrebbe aver inizio escludendo questo prerequisito fondamentale d’introduzione all’ascoltare; saper servirsi dei silenzi (pause) per dare all’esecuzione il respiro di cui ha bisogno è forse il principale requisito di un bravo musicista ed è per tale ragione che a volte capita che il pubblico rimanga in religioso silenzio al termine di un’esecuzione musicale magistrale; è finita l'esecuzione, ma non la musica. Leopardi immagina negli “interminati spazi e sovrumani silenzi” l’immergersi in dimensioni senza confini e sconosciuti
conosciute a tutti, quelle appunto del “silenzio”. Il silenzio è un modo diverso di comunicare. Si esprime a volte più delle stesse parole; forse a qualcuno dei lettori sarà capitato di esternare i propri sentimenti ad una persona amata e nel frangente non ricevere risposta. Ahimè, quale dirompente rumore aveva provocato quel silenzio nel nostro cuore! Nel film “La vita è bella” Guido (Roberto Benigni) pone all’ufficiale nazista il seguente indovinello: se fai il mio nome non ci sono più; chi sono? Preveggente monito al crudele silenzio cui furono relegati gli Ebrei nei campi di concentramento. Amo sostenere che le note musicali non
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Incipit siano sette ma bensì otto; il silenzio, che non ha né diesis né bemolle, è appunto l’ottava nota, forse anche la più “corretta” perché il silenzio non può mentire. Per molti religiosi anche Dio usa il silenzio per rammentarci il nostro libero arbitrio: ”Padre perché mi hai abbandonato”, sono le ultime parole di Cristo. Come il bianco è contrapposto al nero, il bene al male, o viceversa, il silenzio è antitesi del “costruire”; è il precursore alla materializzazione del divenire. Non esiste modo di giudicarlo, di esso si può aver paura come sentirne il bisogno. Di certo non può essere considerato una semplice assenza, in quanto non si può avere bisogno di qualcosa che non c’è; il silenzio è una “condizione” ma non il nulla.
Alda Merini (1931-2009) “Gli amici veri sanno ascoltare anche il nostro silenzio”
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Di tutto e niente A LETTO NEL SILENZIO PIU’ TOTALE Il sonno per me tarda di più quando non c’è rumore Di Andrea Tomasini - giornalista scientifico
Di nuovo qui. Difficile dissimulare la
affacciano ricordi senza nesso con
stanchezza. Perdo pezzi di me e delle mie
alcunché. Apparentemente liberi per
cose. Stasera non riesco a scaldami né a
associazioni e immagini. Se dormissi
stare sulle cose che mi piacciono. Non si
sarebbero sogni. Da sveglio invece sono
sente altro che folate di vento che
sprovvisti di senso. Quando svieni perdi i
scuotono alberi e infissi. Qui dentro nulla
sensi, ma non i significati. Non solo: lo
di nulla. Silenzio.
svenimento stesso ha, con ogni
Ho messo la felpa, quella con il cappuccio.
probabilità, un suo significato. Ma pensare
Anche il cuscino è freddo. Penso alle tante
a questo ora non ha nessun nesso né con
cose che non trovo, ai libri che non so se
me, né con questo momento....
sono qui o a Roma, alle carte, a certi quaderni che avevo anche numerato in un eccesso di consequenzialitàma che non ho saputo rintracciare. Ci sono anche dei documenti che vorrei poter avere sottomano. Domani questi li cerco - e così pensando e dicendomi provo a tranquillizzarmi. Però con tutto questo
Foto di Annie Spratt su Unsplash
silenzio, a porzioni delimitato dalle folate, fantastico e girovago - da supino. Mi si affacciano
Ho tanti amici lontani che mi piacerebbe risentire. Di ciascuno mi torna in mente
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Di tutto e niente mente prima qualcosa, poi una valanga di
Conto a ritroso da 100 a zero, cercando di
ricordi. Succederà anche a loro? Se non lo
visualizzare ciascun numero - uso
chiedo non lo saprò mai. Ma neanche loro
mentalmente qualcosa di simile alla grafica
me lo chiedono... Quindi né io né loro.
vecchia dei numeri degli autobus a Roma,
Distanti. Reciprocamente.
quelli dell’Atac.
Foto: Wikimedia Commons Ho sete ma fa freddo e non mi alzo. Anzi, mi
Spero di scendere...di addormentarmi
calo il cappuccio sugli occhi. Al buio non ha
prima di dover scendere perché - “Aho!
senso. Ma anche tutto il resto sin qui detto
Semo arrivati dotto’, questo è er capolinea...”-
ne è sprovvisto - luce accesa o spenta che
più in là sembra proprio non vi sia nulla...
sia. Aspetto il sonno già da un po’, ma forse per potermi addormentare mi devo prima un po’ riposare...
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Da vedere/ascoltare “LA VOCE DEL SILENZIO”… CANZONE PASSATA SOTTO SILENZIO ALLA SUA PRESENTAZIONE Lo straordinario brano italiano che avrebbe conquistato critica e pubblico a livello mondiale Di Minnie Luongo - giorrnalista scientifica Risale al 1968 uno dei più grandi classici
l’amore.
della storia del Festival di Sanremo, "La voce
Insomma,
del silenzio", brano composto da Paolo
protagonista a seconda di chi la canti, si
Limiti, Mogol ed Elio Isola. Ma in quella
accorge come, a dispetto del trascorrere
diciottesima edizione (successiva a quella,
del tempo, ognuno ha qualcuno che
tragica, durante la quale si era suicidato
occupa un posto speciale dentro di sé, a
Luigi Tenco) - e che vide vincitrice “Canzone
prescindere da tutto … Ed è sufficiente un
per te” di Sergio Endrigo- quella che sarebbe
momento senza rumori di sottofondo o
diventata una fra le canzoni più famose
gente che distragga la nostra attenzione
il protagonista, o la
della storia della musica italiana finì al 14° posto, ossia risultò l’ultima dei brani finalisti. Presentata dal cantante Tony del Monaco - abbinato alla straordinaria voce della s t a t u n i t e n s e D i o n n e W a r w i c k - f u incredibilmente snobbata dai media e neppure particolarmente apprezzata dal pubblico. Il testo parla di una persona che vuole rimanere da sola a pensare, ma nel silenzio troppe cose e troppi ricordi ritornano alla mente, e ci si rende conto che nel cuore chi si ha sempre amato, in realtà non ha mai perso il suo posto. Il silenzio, al centro della canzone, amplifica tutto, anche - 28 -
Paolo Limiti, uno degli autori della canzone
Da vedere/ascoltare per osservare il passato con nostalgia,
Altrettanto fece Andrea Bocelli qualche anno
capendo che nel silenzio si celano tutte
dopo, mentre in questo 2020 Ornella Vanoni
quelle persone che abbiamo perduto, che ci
(in duetto con Alberto Urso), l’ha cantata nella
siamo lasciati alle spalle e che non potremo
serata dedicata ai settant'anni del Festival.
mai dimenticare.
La stessa Dionne Warwick ne incise anche
La prima a rispolverare e far esplodere la
la versione in inglese, Silent Voices (nel suo
canzone fu Mina, che la portò
album Dionne Warwick in Valley of the Dolls),
concretamente al successo. Ma gli artisti
ripresa poi dalle Supremes (che la inclusero
che l’hanno riproposta nel corso degli anni
nel loro album Produced and Arranged by
quasi non si contano: tra questi, e sono solo
Jimmy Webb) e da Tom Jones.
alcuni, ci sono Massimo Ranieri, Elisa, Renato Zero, Diodato, Dolcenera. Senza dimenticare Francesco Renga che la cantò
A questo link la stupenda interpretazione di Dionne Warwick
al Festival di Sanremo 2010 come ospite.
- 29 -
Da leggere (o rileggere) “IL GIOCO DEL SILENZIO”: UN LIBRO PER RAGAZZI, MA NON SOLO Rimanere in silenzio per mettere ordine nella propria mente Dalla Redazione C’è un libro pubblicato nel 2010 che molti
hanno constatato che negli alunni, al
genitori e nonni dovrebbero rispolverare e,
termine della lettura, si evidenziano
dopo averlo (ri)letto, proporlo a ragazzini dai
almeno tre constatazioni o domande:
9 ai 13 anni. Il motivo? Appassionare questa
• L’importanza del silenzio. Noi il silenzio
fascia d’età alla lettura, per uscire dalle solite proposte stereotipate e commerciali e far conoscere ai ragazzi un
lo conosciamo davvero? Leggendo il testo anche i giovani lettori hanno iniziato a far caso per quanto
testo che parla di loro e
tempo il silenzio faccia parte
che, divertendoli, li inviti
della loro vita, con
anche a pensare, provare,
risultati
davvero spiazzanti.
sperimentare.
•L’importanza delle parole.
L’autore de “Il gioco del
Nel togliere le parole a volte
silenzio” è Andrew
riusciamo ad accorgerci di
Clements, uno scrittore
quanto siano importanti e di
americano di libri per
quante parole vuote diciamo,
ragazzi originario
senza
dell'Illinois. Dopo la laurea
magari
mai
pronunciare le parole
alla Northwestern
importanti.
University, Clements ha
•Che parte abbiamo nel
insegnato, scritto canzoni e lavorato presso diverse case editrici. I suoi libri hanno venduto più di sei milioni di copie nel mondo e sono tradotti in oltre dodici lingue.
gruppo? Un altro spunto interessante è quello di confrontarsi su ciò che i ragazzi pensano di Dave. Avrebbero il coraggio di rimanere così saldi sulle loro opinioni? Anche loro giungerebbero allo stesso
Da parte loro, anche molto insegnanti - 30 -
fi nale? Ma, soprattutto, che reazione
Da leggere (o rileggere) avrebbero avuto quando i cosiddetti
Dave decide di provarci e ci riesce, ma ciò
inzittibili hanno accettato tutti quanti di
implica che debba fingere un attacco di
rimanere in silenzio e creare quindi due
tosse per evitare la presentazione della
gruppi compatti che includevano tutti i
ricerca tirandosi addosso le ire dell’odiosa
ragazzi di quinta, nessuno escluso?
Linsey Burgess, sua compagna di ricerca.
“Dave Parker era nel bel mezzo della sua quarta ora di silenzio. Ed era anche nel bel mezzo dell’ora di studi sociali di un lunedì mattina come un altro, nel bel mezzo del mese di novembre. E la scuola elementare Lakerton era nel bel mezzo di una cittadina di medie dimensioni nel bel mezzo dello Stato del New Jersey. Dave aveva una buona ragione per essere nel bel mezzo della sua quarta ora di silenzio, ma non è questo il momento di parlarne. Questo è il momento di parlare di cosa aveva capito nel bel mezzo dell’ora di studi sociali”.
Foto di Taylor Wilcox su Unsplash Durante la mensa la ragazzina lo aggredisce per la brutta figura che le ha fatto fare e tra gli insulti parte la sfida: chi, fra maschi e femmine, saprà restare più in silenzio per due giorni interi? Ogni volta che viene rivolta loro una domanda i ragazzi delle
Inizia così questo romanzo ambientato in
quinte hanno a disposizione solo tre parole;
una quinta elementare in cui un ragazzino
ogni parola in più sarà segnata come
di 10 anni, durante l’ora di studi sociali (che
penalità.
da noi potrebbe essere l’ora di geografia),
La sfida ha inizio! Ed è così che “gli
scopre un’informazione che anima la sua
inzittibili” a cui la preside in mensa parlava
mente. Infatti, facendo una ricerca sull’India
con
per la scuola Dave Packer scopre che ogni
improvvisamente silenziosissimi, senza
settimana Gandhi restava nel più
neppure farsi una domanda importante:
assoluto silenzio per un’intera giornata
“Gli adulti come reagiranno a questo
per riuscire a mettere ordine nella
cambiamento?”
propria mente. - 31 -
il
megafono
diventano
Disabilità in pillole PERCHÉ LE PERSONE DISABILI STRILLANO? Spesso perché non conoscono altra forma di dialogo. Ma anche loro, forse più di altri, hanno bisogno di silenzio Di Antonio Giuseppe Malafarina - giornalista e blogger
La nostra variegata concezione di persona
visuale di persone urlanti, tante volte le
disabile non è estranea alla convinzione che
immaginiamo esagitate, come non
alcune di loro siano moleste perché alzano
sapessero fare altro.
facilmente la voce, disturbano, fanno chiasso
I disabili, come tutti, hanno bisogno di
a sproposito e non sanno stare in mezzo alla
silenzio. Anzi, forse ne hanno bisogno più
gente. Questo riguarda prevalentemente il
di altri. Per le persone autistiche, per
nostro pensare sulle persone con un
esempio, le buone regole dell’accessibilità
disturbo psichico, che temiamo fortemente.
prevedono che i luoghi atti a ospitarle siano
Oppure temiamo i bambini iperattivi, quelli
dotati di ambienti dove possano trovare il
con i cosiddetti disturbi da deficit
loro equilibrio, dunque ambienti silenziosi.
dell’attenzione/iperattività (Adhd - attention
Le persone che non sentono sono agevolate
deficit hyperactivity disorder) perché con la
dall’uso delle protesi che, però, possono
loro sfrenata smania di fare disturbano.
stancare l’orecchio. Così ci sono persone
Rovescio quindi la questione perché quella
sorde che deliberatamente tolgono
dello strillare è una faccenda che rientra
l’apparecchio per restare un po’ in silenzio
nell’ambito del trattamento delle persone
con loro stesse. È una scelta data dalla
con disabilità, di cui abbiamo già parlato
necessità psico-fi sica di separarsi dal
dicendo che l’urlo è una forma di
bombardamento acustico cui sono
comunicazione da rispettare. Solitamente le
sottoposte. La sovraesposizione sonora è
persone con disabilità strillano perché
un fenomeno che riguarda un po’ tutti,
non conoscono altra forma di dialogo,
perché è lecito pensare che ognuno ogni
tutto qui. La domanda da farsi, allora, è
tanto abbia voglia di separarsi dal
questa: le persone disabili sanno stare in
cosiddetto stress della vita moderna. La
silenzio? Spesso le vediamo impegnate nelle
pratica del silenzio, perciò, è un’esigenza che
proteste e, nella nostra pregiudizievole
abbraccia persone con disabilità ben diverse. - 32 -
Disabilità in pillole Non ultime le persone con disagio psichico,
Il silenzio ci affascina e ci terrorizza. Ci attrae e ci imprigiona. E quando ci imprigiona certe volte l’unica maniera per uscirne è strillare.
che anch’esse abbisognano di luoghi dove ritrovare i propri equilibri mentali grazie alla quiete sonora. Ci sono poi persone che sono prigioniere del silenzio, cioè che vivono una relazione di tale disagio rispetto all’ambiente circostante da non riuscire a comunicare. È il caso del mutismo selettivo, cioè quel disturbo
che
colpisce
prevalentemente i bambini in risposta a un forte stato emotivo legato all’ansia. Queste persone non riescono a parlare, pur volendolo fare, in ambienti pubblici. Queste persone stanno in silenzio loro malgrado, non vorrebbero starci ma lo fanno. Alla domanda, pertanto, se le persone disabili sanno stare in silenzio la risposta è che ci sono coloro che desiderano starci e altri che desiderano fuggire dal silenzio. E questo riguarda tutti. Il silenzio ci affascina e ci terrorizza. Ci attrae e ci imprigiona. E quando ci imprigiona certe volte l’unica maniera per uscirne è strillare. Foto di Cristian Newman su Unsplash
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Generazioni Connesse SILENZI E RUMORI DELLA SOCIETÀ DIGITALE Quando il mondo cambia, cambiano non solo i suoni, ma anche la loro assenza. Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice
Corrono come pazzi, i loro ritmi sono
paesino e nel quartiere e adesso col suo e-
forsennati. La loro furia è determinata dai
commerce può essere visibile in tutta Italia,
nostri desideri, dalle ferree regole del
forse anche in tutto il mondo.
mercato, dal nostro attuale stile di vita che pare riprendere le parole di una celebre (ancorché non certo nuova) canzone: I want it all, and i want it now. Per strada è tutto uno sbattere di sportelli, scorrere di portelloni, suono di clacson, sgommate per ripartire in tutta fretta: sono i rumori di un esercito di corrieri. Certo, ci sono anche quelli in moto, pure quelli in bici: decisamente i meno chiassosi, anzi a volte il loro silenzioso e metodico pedalare è pure un pericolo per malcapitati passanti che
Quando il mondo cambia, cambiano non solo i suoni, ma anche la loro assenza. Chi si sarebbe immaginato, per esempio, di uscire a cena per non proferire una parola? Eppure, capita continuamente di vedere coppie e gruppi di amici che non si parlano, presi dalla consultazione del proprio smartphone. Ogni tanto alzano la testa dallo schermo per commentare quello che stanno guardando, ma la conversazione rischia di arenarsi di nuovo: troppo forte è la lusinga dei feed che si aggiornano in continuazione,
rischiano di venire travolti dalla corsa alla
delle notizie che si susseguono
consegna.
incessantemente.
D’altra parte, ecco che alcune vie diventano più vuote, più desolate e senza rumore:
Quando la vita in società diventa troppo
sono le serrande che chiudono. Alcuni
complicata, la tentazione di isolarsi si fa più
commercianti non ce la fanno a competere,
forte. In un mondo iperconnesso, può
non hanno gli strumenti o le risorse per ribattere all’infinita disponibilità della rete. Mica tutti: c’è chi prima poteva vendere nel
persino passar la voglia di parlare. Chissà quali sono, i rumori e silenzi di chi sceglie il silenzio selettivo o chi,
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Generazioni Connesse addirittura, diventa un hikikomori: con
Può accadere che i rappresentanti di queste
questo termine giapponese si designano le
due categorie si scontrino: immaginiamoli a
persone, soprattutto giovanissime,
bordo di un treno. Avremo persone che per
che
hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento. Nel 2018 un’approfondita inchiesta dell’Espresso si intitolava, significativamente: “I nostri ragazzi in fuga dalla parola”. Si stima che oggi in Italia ci siano circa 100 000 hikikomori, ma molti di più sono quelli che mostrano diffi coltà a relazionarsi e a parlare in presenza. Una grande ondata di silenzio sembra abbattersi su una parte delle nuove generazioni. Proprio quelle che nella
non perdere chiamate, messaggi e notifiche preferiranno lasciare alta la suoneria del cellulare. Non mancheranno quelli che decidono di dedicarsi a estenuanti videochiamate, oppure scattarsi innumerevoli selfies (Clic! Clic! fa il cellulare adoperato come macchina fotografica ). Con buona pace di chi, magari, per educazione preferisce restare in silenzio e non disturbare i compagni di viaggio.
vulgata comune, in qualità di “native digitali”
Molte volte anche a me è capitato di pensare:
avrebbero dovuto trarre benefi cio
ma quanto era bello quando si viaggiava in
dall’infinità di strumenti presenti in rete.
tranquillità, tutt’al più col sottofondo di un più
Non mancano, del resto, tanti giovani
moderato chiacchiericcio.
entusiasti del digitale per i quali è naturale postare foto e video, chattare e vedere gli
Ma è inutile, lo sappiamo, rimpiangere i tempi
amici online.
andati: che avevano anche loro grossi pregi e
Ma il cambiamento della società non riguarda solo i giovani, anzi. Nel mondo di oggi si sta operando l’ennesima cesura: da un lato chi non potrebbe più vivere senza la gratificazione provocata da un like sui propri post e appena riceve una notifica deve
grossi difetti, va ricordato. Senz’altro, c’erano altri silenzi, c’erano altri rumori. Certo, questo discorso vale solo se pensiamo al nostro mondo umano e mutevole. La Natura, negli spazi che ancora le concediamo di abitare, canta da millenni la stessa canzone.
controllare immediatamente di cosa si tratti. Sull’altro versante, chi ha dei dubbi (più o meno forti) su questo nuovo mondo e cerca un rapporto meno pervasivo col digitale.
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Il Personaggio LEONETTA MARCOTULLI, MARQUESA DE LA PENNE, SPERICOLATA NOVANTENNE DAI MILLE ASPETTI Lilly scultrice di successo, ma anche prima donna col brevetto di pilota di alianti, oltre che pilota di auto da corsa Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica Ci sono vite davvero “Over” e quella di
Anche nella sua professione vera
Leonetta Lilly Marcotulli certamente lo è:
Leonetta Marcotulli ha scelto una
artista e sportiva, protagonista per un
strada controcorrente, quella della
trentennio della vita culturale romana ma famosa anche oltre oceano per i suoi exploit alla guida di un’Alfa Romeo con cui partecipava alle corse in anni in cui per le donne era già insolito prendere la patente. Oggi Leonetta Marcotulli è una grintosa
scultura. “I miei non mi hanno detto niente, forse hanno pensato che almeno così non rischiavo di rompermi l’osso del collo”, racconta. “La scultura mi attirava più della pittura, perché ti dà veramente la sensazione di far nascere qualcosa con le
novantenne, che ha accettato di ripercorrere con noi le tappe di una vita controcorrente: “ Ero l’unica ragazza in una famiglia di maschi e sono cresciuta con i miei fratelli, forse per questo mi veniva naturale fare cose da maschio”, ricorda rievocando i suoi exploit sportivi, si trattasse di pilotare auto da corsa o di prendere il
tue mani”. E infatti i soggetti che predilige
brevetto come pilota di aliante, negli anni
sono forme morbide e rotondeggianti ,
cinquanta durante un lungo soggiorno a
strutture astratte ma anche gatti e figure
Rieti: “Quando arrivai qui volai con il motore,
femminili . “ Le mie donne non sono
ma non mi emozionò per nulla”, ricorda
grasse-spiega -: sono solide” (modelli in
Leonetta in un articolo che il Messaggero le
creta che un artigiano riproduce poi in
ha dedicato in ricordo della prima donna
marmo). “ Mi piacciono gli uomini, ma solo
pilota di aliantii, “ Poi salii sull’aliante e mi sembrò di toccare il cielo con un dito”.
una volta ne ho scolpito uno” osserva, quasi sorpresa.
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Il Personaggio L’arte ne ha fatto una protagonista della
“ non musei importanti, però ci sono”. E
vita culturale romana che ruotava fra
soprattutto Il suo studio di via della Lungara a
Trastevere e via Margutta. “Eppure io mi
Trastevere diventa un’oasi accogliente per
sento “roccatana”, di Rocca Canterano”
amici famosi, primi fra tutti Mario Schifano e
spiega Leonetta, menzionando il paese dove si trova la villa di
Tano Festa e poi anche Leonetta Marcotulli
Massimiliano Fuksas e
famiglia che l’ha accolta di ritorno
Duccio Trombadori : un
dal Venezuela, dove si era
luogo di risate e litigi,
trasferita negli anni ’50 a seguito
spaghettate collettive e
del padre ingegnere. E dove è
divertenti avventure, “
salita per la prima volta su una
come la volta che mi
macchina da corsa, iscritta quasi
hanno pagato una
per gioco dal fratello cui il padre
scultura in scatole di puré,
aveva proibito di partecipare alla
che ho propinato ai miei
gara: “Non ero l’unica donna a
amici finché non si sono
correre ma fui notata - avevo una
rifiutati di mangiarne
gonna plissé soleil, come usavano
ancora”, ricorda Leonetta.
allora - e uscì un articolo su di me” , spiega. Poi arrivano altre gare, altre vittorie, Leonetta diventa famosa. Nel frattempo ha sposato Renzo - “il ragazzo di cui ero innamorata da sempre”- ed è diventata la “marquesa” de la Penne.
Il bilancio della sua vita è presto fatto: “Alla mia età tutti hanno un lungo curriculum; io ho una vita piena di amici, di fiori e di sogni". E ancora si fanno progetti: “ Voglio godermi ancora un po’ la mia casa anche se, al secondo piano senza ascensore, chissà fino
Quando torna a Roma negli anni ‘60,
a quando mi sarà possibile. Però sono anche
Leonetta Marcotulli ha tre figli e si dedica
curiosa di vedere cosa c’è dall’altra parte”
alla scultura con crescente successo ,
ammette. La morte non le fa paura: “ Ho
espone a Spoleto in occasione del Festival
rischiato di morire da giovane schiantandomi
dei Due Mondi e poi seguono decine di
contro un albero durante una corsa”
mostre in Italia e all’estero: la “marquesa” è
racconta, “ e in quegli attimi ho pensato solo
diventata Lilly la scultrice. “Le mie opere
all’esperienza che mi aspettava, una
sono anche in qualche museo”, ricorda ,
sensazione meravigliosa” . - 37 -
Stile Over VESTIRE VINTAGE. UN MODO PER ESSERE UNICHE Non solo indossando abiti, tutto esclusivi
ma anche sfoggiando accessori del
Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica
Una volta non si chiamava vintage: per
sostanziale risparmio economico - c’è
chi come me li amava, erano
anche quella di recuperare capi già
semplicemente “vestiti usati”, “vestiti
indossati da una persona cara, o che
vecchi” recuperati negli armadi di casa o in
hanno comunque ”una storia”. “Ma ci sono
negozietti specializzati un po’ polverosi,
ragioni più serie per scegliere l’usato”,
dove si scavava alla ricerca di capi bizzarri, spesso di ottima qualità e soprattutto “ diversi”. Un modo per non sentirsi omologati, una manna per me ragazzina. Ho cominciato allora a indossare i maglioni vecchi di mio padre (oggi spesso lo faccio con quelli del mio compagno) e continuo a comprare con piacere capi “vissuti”, in negozio o scavando - ammettiamolo, è la cosa più divertente- sul banco di un
spiega Cristina Montorzi, che ha abbandonato la carriera di avvocato per dedicarsi a That’s Vintage, un negozio a Livorno dedicato al Vintage Inglese: “Riutilizzare i vestiti significa anche tutelare l’ambiente, visto che la lavorazione dei tessuti è un procedimento molto inquinante“. Secondo l’università di Copenaghen, per ogni chilo di vestiti
mercatino.
usati raccolti si producono in media 3,6
Negli ultimi decenni l’acquisto di vestiti,
seimila litri di acqua in meno, e l’uso di
kg di CO2 in meno, si consumano
spesso di qualità modesta, è aumentato esponenzialmente - 40% nell’Unione europea, secondo alcune statistiche - ma per la nostra generazione non era così insolito usare i vestiti smessi dai fratelli maggiori, o “prendere in prestito” dai genitori un capo per un’occasione speciale. Tra le gioie del vintage - oltre a un
fertilizzanti e pesticidi diminuisce rispettivamente di 0,6 e 0,3 kg. Senza contare i consumi legati al trasporto, e lo sfruttamento della mano d’opera legato alle produzioni a basso costo. Dati da ricordare quando acquistiamo capi destinati a durare meno di una stagione.
- 38 -
Stile over “Gli abiti usati offrono tessuti di qualità, a
di qualità, ”firmati o comunque di marche
ottimi prezzi ”, prosegue Cristina, che ha
conosciute, altrimenti si dovrebbe parlare di
inserito nel suo canale Youtube anche un
second hand o vestiti di seconda mano”,
video per imparare a riconoscere un capo di
spiega Cristina. Anche se le definizioni si
qualità. “Gestire un negozio di vintage è
intrecciano, perché è possibile trovare sui
appassionante ma impegnativo”, ricorda.
banchi del mercato vere e proprie chicche, e
“Bisogna curare i capi, e aver pazienza con le
capi comunque originali e confezionati con
clienti che devono inevitabilmente mettere
cura. O che magari ci ricordano la gioventù,
in disordine -“ ciacciare”, diciamo noi - per
visto che oggi sono vintage abiti degli anni ’60
trovare quello che desiderano”. E proprio la
o ’70.
ricerca, insieme alla legge non scritta per cui cercavi un maglione e torni a casa con due giacche, è il meccanismo che rende appassionante questo tipo di shopping. In realtà il termine vintage si riferisce a capi
I canali per acquistare sono moltissimi, dai negozi come That’s Vintage alle fi ere benefi che in cui si trovano “scarti di guardaroba” spesso di ottima qualità, ai mercati o alle catene come Mercatopoli - non
- 39 -
Stile over riservate agli abiti - in cui si può comprare
Senza dimenticare gli accessori. Perché,
ma anche vendere. Senza dimenticare i
se qualcuno può esitare di fronte a un capo
punti vendita di associazioni come Oxfam e
indossato da altri - senza motivo perché
Humana, che usano il denaro ricavato per
quanto venduto è comunque lavato e igienizzato - come resistere a borse, foulard
sostenere progetti solidali. Possibilità per
e cappelli? Che in qualche caso
tutti i gusti, da mercati come Porta Portese a
- come
mostra Cristina in questo delizioso video
Roma o la Fiera di Sinigaglia a Milano,
( www.youtube.com/watch?v=sFsGoOkipZ8 )
perfetti per chi ama casual o abbigliamento
- possono anche essere personalizzati
americano, ai negozi più eleganti come i
partendo da un cappello in paglia vintage
“Mercatini Michela”, dove per anni molte
per offrire creazioni inedite. L’abbiamo già
signore milanesi hanno acquistato anche
detto, che il primo obiettivo di chi veste
capi eleganti o addirittura abiti da sposa.
usato o vintage è quello di essere unica?
- 40 -
Stile over
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Scienza TRA I GRANDI PIONIERI DELLA MEDICINA UN MEDICO ECCEZIONALE: VIRGINIA APGAR Molti neonati devono la loro vita al punteggio Newborn Scoring System, l’ ”Indice di Apgar” creato dalla prima donna primario e utilizzato in tutto il mondo Di Enzo Primerano Gli Stati Uniti d’America del Dopoguerra
era sottoposto l’altro, influenzarono
furono fucina di scienza e salute e crocevia
Virginia a scegliere di proseguire gli studi e
di grandi clinici e scienziati e medici. Per
laurearsi in medicina, scelta piuttosto
fare onore ad un simbolo di sacrificio e
inusuale tra le donne dell’epoca. Convinta
attaccamento al lavoro parliamo qui di Virginia Apgar. Il suo operato e i suoi studi lasciano a noi oggi le pietre miliari della cura dei neonati e della anestesia e rianimazione ostetrica. Virginia Apgar è stata una donna straordinaria, una innovatrice nell’ambito della Neonatologia e Anestesiologia neonatale; è stata colei che ha introdotto un sistema di valutazione della vitalità e dell’effi cienza delle funzioni vitali primarie dei neonati chiamato Indice di Apgar, che è ancora oggi utilizzato in tutto il mondo. È stata la donna dei primati: prima donna primario, prima
di voler diventare un medico, Virginia entrò nel 1929 al Columbia University’s College of Physicians and Surgeons. Quelli erano gli anni della grande crisi, ma nonostante tutto si laureò a 24 anni nel 1933 realizzando così il suo sogno di diventare medico. Quindi,
l’Internato al
Columbia Presbyterian Hospital per la specializzazione in Chirurgia, presso il dottor Alan Whipple. Fu proprio lui a scoraggiarla a proseguire gli studi in chirurgia e ad abbracciare invece la disciplina dell’anestesia che in quegli anni era appena agli albori. Infatti veniva
donna professoressa al College of
ancora praticata l’anestesia con etere e
Physicians & Surgeons alla Columbia
cloroformio ed era somministrata dalle
University.
infermiere. E fu così che Virginia imparò
Il padre le aveva in qualche modo
le basi dell’anestesia dalle infermiere
trasmesso l’amore per la scienza ma forse
del Columbia Presbyterian Hospital, per
la scomparsa del fratellino e le cure a cui
specializzarsi nel 1937 in Anestesia
- 42 -
Scienza Rianimazione, e l’anno dopo divenne
madri che restavano vigili e presenti al
primario dell’omonimo reparto.
parto. Al Columbia’s Sloane Hospital iniziò il suo lavoro organizzando un programma per l’insegnamento: tutti gli specializzandi di Anestesia avrebbero dovuto lavorare per due mesi nel reparto di anestesia ostetrica. Subito dopo si interessò al problema della rianimazione neonatale: sia all’atto della nascita, sia nelle ore e nei giorni successivi poteva essere fatto molto di più, e allora decise di studiare il problema con rigorosa metodologia per fare maggiore chiarezza. Era fondamentale capire la gravità del neonato alla nascita per potergli somministrare le cure adeguate e l’unica maniera consisteva nel distinguere il rischio attraverso un punteggio di gravità. Prima dell’introduzione di tale punteggio, i neonati
Da subito, intuendo che c’era molto da fare
non ricevevano le giuste attenzioni, tanto è
nel campo della mortalità infantile e delle
vero che molto spesso accadeva che bimbi
giovani partorienti portatrici di malattie,
apparentemente sani alla nascita morissero
approfondì i suoi studi riguardo l’anestesia
pochi minuti dopo.
ostetrica: bisognava garantire alle donne che stavano per dare alla luce un bambino,
L’invenzione di questo metodo fu quasi
soprattutto se con parto cesareo, il giusto
casuale: una mattina del 1949, uno studente chiese alla dottoressassa Apgar
quantitativo di anestetico. Ma soprattutto
quale fosse il metodo migliore per visitare
Virginia voleva trovare il modo per
un bambino appena nato; Virginia annotò
ridurre la mortalità delle donne durante
su un foglio cinque punti da considerare e
il parto, all’epoca elevatissima. Cominciò
un relativo punteggio da attribuire al
a praticare l’anestesia epidurale alle
neonato sulla base delle osservazioni
partorienti abbassandone non solo la
eff ettuate. I punti da valutare erano:
mortalità, ma rendendo così più felici le - 43 -
Scienza attività cardiaca, attività respiratoria,
studenti i cinque punti da analizzare: A →
tono muscolare, reattività alla
Appearence (colorito) P → Pulse
stimolazione, colorito. Tale codice doveva
(frequenza cardiaca) G → Grimace (riflessi) A → Activity (tono muscolare) R → Respiratory effort (attività respiratoria). Fece menzione dell’acronimo al Journal of the American Medical Association (JAMA) che lo pubblicava l’anno dopo rendendolo conosciuto in tutto il mondo. Così il nome della Apgar divenne famoso in ogni angolo del mondo e la spronò verso nuovi studi sia clinici che di salute pubblica. Comprese l’importante ruolo della comunicazione che un clinico doveva avere per cambiare nella popolazione vecchie consolidate credenze e luoghi comuni su parto,
servire a medici e infermieri in sala parto
nascita e disabilità infantile. Virginia era
per stabilire se un neonato avesse bisogno o
un’affabile relatrice e le sue conferenze
meno di rianimazione. Nel 1952 venne
erano molto amate dal pubblico poiché
presentato questo punteggio come
sapeva come calarle nella realtà e
“Newborn Scoring System” al congresso
ipnotizzare l’uditorio rendendole
della International Anesthesia Research
piacevoli. Infaticabile, cominciò ad
Society e fu poi pubblicato ufficialmente
interessarsi di salute pubblica portando
nel 1953. Ma nel 1962 un pediatra, il dottor
avanti programmi di raccolta fondi per la
Joseph
Butterfield, utilizzò le lettere del
prevenzione e la cura della poliomielite,
cognome APGAR per creare un acronimo
oltre che delle malattie e cardiopatie
che facesse memorizzare meglio agli
congenite.
- 44 -
Scienza Virginia pubblicò oltre 70 articoli
Nel 1974 si ammalò per l’evoluzione di una
fondamentali per l’anestesiologia, la
insufficienza epatica e ricoverata al
rianimazione e le anomalie congenite,
Columbia Presbyterian Medical Center di
fino a quando nel 1972 pubblicò con il
New York, vi morì il 7 agosto. Virginia fu sepolta nel Fairview Cemetery a Westfield,
contributo di Joan Beck il suo primo libro intitolato “Is my baby all right?”.
nel New Jersey nella tomba di famiglia :
Ma non basta. Si impegnò in prima persona
“Creator of the Apgar Score”.
sulla lapide viene ricordata come
allo studio, cura e inserimento sociale dei bambini portatori della sindrome di Down.
RICONOSCIMENTI • • • • • • • •
1938 al 1949 fu la direttrice del reparto di Anestesia del Columbia Hospital. 1939 ricevette il Board Certification dell’American Society of Anesthesiologists (ASA). 1949 prima professoressa al College of Physicians & Surgeons alla Columbia University. 1959 relatore alla Johns Hopkins University e professore di Pediatria alla Cornell University di New York. 1960 fu premiata con l’ Elizabeth Blackwell Citation for Distinguished Service Medicine by a Woman dal New York Infirmary. 1961 ricevette l’ASA Distinguished Service Award. 1964 fu insignita del grado di “dottore in scienze mediche” dal Women’s College of Pennsylvania. 1965 il Mount Holyoke College le conferì il titolo di “dottore in scienze”.
• Tra il 1966 e il 1971 fu nominata “alumna trustee” (ex alunna fiduciaria) del Mount Holyoke College. Nel 1973 “Donna dell’anno“ sul periodico Ladies’ Home. Sempre nel 1973 Dipartimento di Genetica alla Johns Hopkins School of Public Health. Sempre durante questo anno fu la prima donna a ricevere la Columbia University’s Gold Medal for Distinguished Achievement in Medicine dal College of Physicians and Surgeons. Oltre questo fu membro onorario dell’American Academy of Pediatrics e dell’American College of Obstetricians and Gynecologists, ma anche membro in numerosi gruppi di ricerca: l’American Association for the Advancement of Science, l’American Society of Human Genetics, l’Harvey Society, la Teratology Society e il Twenty-Five Year Club of Presbyterian Hospital di New York. Nel 1995, Virginia fu inserita tra altre diciotto donne importanti nella National Women’s Hall of Fame.
- 45 -
Volontariato e Associazioni ASCOLTOAVO CONTRO LA SOLITUDINE: LA TESTIMONIANZA DI UNA VOLONTARIA SENIOR L’emergenza Covid ha dato nuovo impulso e nuove motivazioni al volontariato; per aiutare gli altri, ma anche se stessi Di Minnie Luongo Prima ancora di cercare il profilo Whatsapp
immobiliare, mi portava via quasi tutto il
di Elena Bellani, ero certa che accanto alla
tempo per essere sempre disponibile”. Ma
foto che la ritrae con il nipote decenne
appena le è stato possibile ha scelto Telefono
Leone, entrambi con mascherina antiCovid,
Amico, dove per sette anni ha tenuto corsi di
avrei letto “Disponibile” (Available in inglese,
formazione. “Quindi sono entrata in Avo,
la formula standard che l’applicazione propone a chi si iscrive). Il profilo Whatsapp di Elena Bellani
Perché ero così sicura che
la
signora Elena non avesse scelto un motto più fantasioso e accattivante, come fa la maggior parte di noi? Semplice: perché la sua vita è tutta improntata all’idea di volontariato, di gratuità e di apertura nei confronti del prossimo. “In realtà- spiega la Bellani, sessantotto anni splendidamente
Elena Bellani risponde ad AscoltoAvo durante il lockdown
portati - avrei voluto dedicarmi al volontariato attivo molto prima e molto di
Associazione Volontari Ospedalieri, dove mi
più, ma la famiglia (un matrimonio a soli
sono occupata di tutoraggio, di attività nel
vent’anni, due figli, un nipote e due cani) in
reparto di Chirurgia e di altro ancora, per poi
aggiunta ad una professione nel campo
approdare al Pronto Soccorso, diventandone - 46 -
responsabile. Tutte esperienze che mi
modo di conoscere alcuni volontari dell’Avo,
fanno ripetere ciò che si sente dire spesso
l’Associazione fondata nel 1975 a Milano
ma, assicuro, non è retorica: aiutando si
che oggi conta circa 240 sedi impegnate in
riceve molto più di quanto si dà”.
oltre 700 tra ospedali e altre strutture di
Anche per il volontariato il lockdown ha
ricovero in tutta Italia.
cambiato molte cose
Un numero di telefono per non restare soli
Anche per Elena è poi arrivato il periodo di
A quel punto, Colombo si rese conto che il
lockdown, da marzo in poi, “particolarmente duro”, ricorda, “non solo per gli anziani cui era consigliato di restare in casa il più possibile, ma anche, se non di più, per i tanti volontari Over60 che non potevano prestare aiuto per i servizi all’esterno se non
“volontariato d’ascolto” gli era più congeniale rispetto a quello “di relazione” e decise di entrare in Avo, avviando un percorso che l’ha portato a ricoprire la carica attuale .
con rigide autocertificazioni”. Comprensibilmente, erano soprattutto i più giovani a svolgere questo tipo d’interventi: fare la spesa, commissioni varie, o accompagnamento in ospedale. “In effetti, per i senior è stato frustrante non poter essere concretamente d’aiuto, come fossero volontari di serie B”, conferma Francesco Colombo,
foto Marco Garofalo@ciessevi
presidente Avo Milano dal 2017. Un altro veterano del volontariato, che
“Proprio la necessità di trovare una
vanta un’esperienza di vita fortemente
collocazione adeguata ai volontari più
coniugata con il Terzo settore
e il non
maturi fu uno dei motivi per cui,
profit: si è occupato di fund raising per
esattamente l’8 giugno scorso, demmo il via
l’Anlaids (Associazione nazionale per la lotta
ad AscoltoAvo”,
contro l’Aids), fino a quando anni fa,
dell’Associazione, “con trentatre persone
ricoverato al Policlinico milanese, ebbe
prosegue il presidente
che si alternano al telefono, coordinate per - 47 -
l’appunto da Elena Bellani, volontaria forte
Per capire chi sono stati i più impegnati
della personale esperienza d’ascolto in altre
nell’emergenza guardiamo alla fotografia
realtà non profit”. “Nulla fu lasciato all’improvvisazione”, precisa la responsabile di AscoltoAvo (il numero è 342 813 5611 aperto a tutti, da
che emerge da una ricerca dell’Università di Padova su 630 volontari: per la gran parte si tratta di donne (66,6%), età media 40 anni, di nazionalità italiana per il 92,3%. Sono
qualunque città o paese si chiami). “Per questo, prima di lanciare concretamente l’iniziativa, abbiamo condiviso videoconferenze con una psicologa specializzata, seguito una formazione che ho gestito io stessa, simulato delle videochiamate per ottimizzare la preparazione dei volontari (forse, meglio, delle volontarie, visto che gli uomini sono solo tre). Confrontandoci sempre fra noi sul che cosa rappresentasse l’ascolto durante il lockdown, un periodo in cui non si poteva fare nulla e i disagi e gli sfoghi crescevano in modo esponenziale”. In Italia c’è un
esercito di volontari colti e
impegnati professionalmente Non si tratta di un caso isolato, a conferma del valore che riveste per gli italiani la gratuità e il desiderio di impegnarsi per
foto Marco Garofalo @ciessevi
colti: nel 54,5% dei casi sono laureati, il 7,7% ha un master e circa un terzo un diploma di maturità. La quasi totalità è già impegnato professionalmente: solo il 4,3% dichiara di essere disoccupato e l’1,7% di essere in cerca della prima occupazione. Ma forse il dato più confortante di questo studio è aver registrato che questa pandemia è stata - per il 28,9%
degli intervistati - l’occasione per
impegnarsi per la prima volta in un’attività
dare una mano agli altri: l’emergenza Covid
di volontariato.
ha fatto da volano per i 7 milioni di volontari
Particolarmente importante in un momento
impegnati nel nostro paese (circa 4 milioni attraverso una o più organizzazioni; altri 3 milioni direttamente, individualmente, potremmo dire informalmente, cioè con nessuna intermediazione organizzativa).
in cui tanti si sono sentiti soli di fronte all’emergenza: “L’ascolto in quel periodo si è rivelato un vero salvagente, non solo per chiunque sentisse il bisogno di parlare, ma anche per - 48 -
me che sono una persona iperattiva e
era sufficiente e i costi per pubblicizzare
soffrivo nel non poter scendere
AscoltoAvo sui mezzi pubblici o sui taxi
materialmente in campo per fare la mia
erano proibitivi”, ricorda Elena. “Quando
parte”, ricorda ancora Elena. “E’ stato anche
giunsero le prime timide chiamate ci
un modo per scongiurare il pericolo che con
rincuorammo”. Per lo più si trattava di
l’isolamento andassi incontro ad una sorta
anziani, che non potendo fare la solita
di lockdown mentale, e mi si chiudessero le
passeggiatina quotidiana scambiando
cosiddette celluline grigie, per dirla con
qualche parola con vicini o negozianti,
Hercule Poirot…”.
avevano un estremo bisogno di
Aiutare con impegno e rispetto
chiacchierare e anche di raccontarsi.
Purtroppo, anche l’impegno deve fare i
“Fece eccezione un uomo di circa 40 anni,
conti con le difficoltà pratiche: “Dopo tanta
su una sedia a rotelle, che dopo aver
preparazione le prime telefonate
chiamato spinto dalla curiosità, mi confidò
stentavano ad arrivare: il passaparola non
di non trovarsi bene rinchiuso nell’ambito
foto Enrico Genovesi @progetto Fiaf CSVnet
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familiare e, inoltre,
di essere molto
prevalenza servizi di consegna di cibo e
arrabbiato col mondo intero e con la vita
farmaci, compagnia e vicinanza telefonica e
stessa”, racconta ancora Elena. Un contatto
telematica, educazione a distanza, ma
che purtroppo si è interrotto dopo qualche
anche raccolte fondi, trasporto sociale e
colloquio: “Capimmo che preferiva non
volontariato sanitario.
essere contattato, cosa che invece
I destinatari principali di questi interventi
chiedevano le persone sole, chiuse in casa e senza interessi particolari. Mi spiacque molto, però l’ascolto deve essere gestito sì a 360 gradi, ma sempre con il massimo rispetto e l’impegno di non strafare. Neppure quando si desidera aiutare”.
coincidono con le fasce più a rischio della popolazione rispetto alla minaccia del Covid-19: anziani in primis, seguiti da cittadini in quarantena, e poi persone con disabilità e minori. Uno scenario preoccupante che difficilmente migliorerà
Fare volontariato dà valore alla vita
nell’immediato futuro.
La storia di Elena Bellani ricalca quella della
da battere sono la solitudine e la povertà”,
maggioranza dei volontari: si può imparare
conferma Elena Bellani. “Una situazione
a fare volontariato, ma se non è già nel DNA
drammatica anche a fronte della drastica
ci deve essere una specie di molla che fa
riduzione delle entrate prevista dalla
scattare questa attitudine all’aiuto gratuito.
maggior parte delle associazioni. Per
Proprio come quella dell’emergenza
questo speriamo che sempre più persone
Coronavirus, che secondo una ricerca
chiamino il nostro numero. Noi ci siamo,
realizzata nel maggio scorso da CSVnet
sempre”.
Lombardia ha svelato una luce inaspettata nell’animo di molti: il 27,7% dichiara di apprezzare di più il valore della propria vita, e il 22,9% prova un maggior senso di vicinanza con le persone. All’indagine hanno risposto 1.062 enti, in massima parte organizzazioni di volontariato o promozione sociale, rimaste operative nel lockdown nel 70% dei casi e in un caso su due direttamente impegnate in attività legate all’emergenza: in
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“I nemici principali
Foto di Austin Kehmeier su Unsplash
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Sentirsi bene Informazione promozionale
PER COMBATTERE LO STRESS? SI PARTE DALLA PANCIA A cura della Redazione
Sapevate che l’intestino gioca un ruolo
Per Michael Gershon, della Columbia
importante per le nostre emozioni? È
University, autore del best-seller “Il secondo
proprio così, perché la serotonina – ormone
cervello, gli straordinari poteri dell’intestino”,
fondamentale nella regolazione del tono
la quantità di messaggi inviati dall’intestino al
dell’umore – si trova per oltre il 90% proprio
cervello è addirittura maggiore di quella che
in questo organo.
va dal cervello all’intestino, che conosciamo
Come dire: “se la tua
pancia è felice, lo sei pure tu”.
ad esempio nelle vesti di un mal di pancia
Oggi la scienza conferma tale detto, ma va
“dovuto allo stress” o di quella sensazione di
anche oltre, mostrando che il nostro equilibrio psicofisico nasce, letteralmente, dalla nostra pancia, attraverso il cosiddetto asse cervello – intestino-microbiota. Rilevanti sono le interazioni bidirezionali all’interno di questo sistema, dove giocano un ruolo importante due sistemi nervosi – il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso enterico –.
L’intestino
dispone di un proprio sistema nervoso specifico, costituito da diverse centinaia di migliaia di neuroni (tra i 200 e i 600 mila secondo recenti stime), dotato di ampia autonomia rispetto al sistema nervoso centrale e capace di scambiare con esso precisi segnali.
“farfalle nello stomaco”, magari durante un colloquio importante. La maggior parte di questi messaggi però rimane a livello inconscio, e vengono percepiti solo nel momento in cui scatenano reazioni di malessere. Già nel 2016 un articolo pubblicato dall’Università italiana di Trento e da quella tedesca di Tubingen, dopo aver analizzato ben 38 studi di elevata qualità, aveva mostrato l’effetto dei probiotici microrganismi vivi che se somministrati in quantità adeguata apportano un beneficio alla salute dell’ospite (FAO/WHO, 2001) - sul nostro umore, giungendo a stilarne un elenco con i risultati a oggi più convincenti. Si tratta, in particolare, di lattobacilli
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Sentirsi bene appartenenti alle specie Lactobacillus
la materia prima per la sua sintesi, ovvero
casei, oltre che helveticus, rhamnosus e
l’amminoacido triptofano, che l’organismo
plantarum, e di bifidobatteri delle specie
ottiene dalla nostra dieta.
longum, breve e infantis.
E a questo proposito avere una flora
Nell’interazione intestino-cervello giocano
intestinale in equilibrio o alterata fa la
un ruolo importante i cosiddetti acidi grassi
differenza: alla diversità dei batteri nel
a catena corta (SCFA), come ad esempio gli
nostro intestino corrisponde una diversità
acidi butirrico, propionico e acetico, prodotti
nei messaggi inviati al cervello, e
dalla fermentazione del microbiota
potenzialmente differenti possono
intestinale, a seguito dell’ingestione di
pertanto manifestarsi umore, capacità
alimenti contenenti fibra. Si tratta di
cognitive o anche memoria.
molecole già note per altri effetti benefici,
Secondo il professor Emeran Mayer della
come il favorire la salute delle cellule intestinali per il butirrato, o il contribuire al controllo dei livelli plasmatici di colesterolo per il propionato; a tali effetti si aggiunge quindi un ruolo di “trasmettitori di segnale” nella comunicazione tra intestino e cervello. Gli SCFA modulano inoltre la produzione di serotonina da parte di alcune cellule del tratto intestinale, mentre l’attività del microbiota rende maggiormente disponibile
California University di Los Angeles (UCLA), uno degli studiosi di più lunga esperienza in questo campo con oltre 40 anni di attività, questa “conversazione nascosta nel nostro corpo influenza scelte, umore e stato di salute”. Occuparci della salute del nostro intestino, quindi, può essere un modo per aver cura del nostro cervello!
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Sentirsi bene Il nuovo video di Yakult - del quale vi riportiamo alcuni fotogrammi - è disponibile su YouTube a questo link
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Sentirsi bene
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SOMMARIO -8Generazione F Il silenzio è (anche) un’arma - 12 Affresco d’autore Allegoria del Silenzio
- 30 Da leggere (o rileggere) “Il gioco del silenzio”: un libro per ragazzi, ma non solo - 32 Disabilità in pillole Perché le persone disabili strillano?
- 13 Un film da 5 Oscar - 14 Poesie d’autore - 18 Sessualità Fare l’amore in silenzio o scambiandosi parole? - 20 Salute Il silenzio che cura - 24 Incipit Il rumore del silenzio
- 34 Generazioni Connesse Silenzi e rumore della società digitale - 36 Il Personaggio Leonetta Marcotulli, Marquesa de la Penne, spericolata novantenne dai mille aspetti - 38 Stile Over Vestire vintage. Un modo per essere uniche - 42 Scienza Tra i grandi pionieri della medicina un medico eccezionale: Virginia Apgar
- 26 Di tutto e niente A letto nel silenzio più totale - 28 Da vedere/ascoltare “La voce del silenzio”…canzone passata sotto silenzio alla sua presentazione
- 46 Volontariato e Associazioni AscoltoAvo contro la solitudine: la testimonianza di una volontaria senior - 52 Sentirsi bene Per combattere lo stress? Si parte dalla pancia
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Immagini e fotografie
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ILLUSTRAZIONE DI ATTILIO ORTOLANI