N11 Anno 2 Generazione Over60

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n.11


Novembre 2020

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: n°258 del 17/10/2018 ANNO 2, n.11 -2-


Le Rubriche “Amoglianimali” Andrologia Bellezza Da leggere (o rileggere) Da vedere/ascoltare Disabilità in pillole Di tutto e niente Digital4Senior EDITORIALE Generazioni Connesse Il personaggio Incipit In forma In movimento Lavori in corso Nostalgie Primopiano Salute Scienza Sessualità Stile Over Volontariato & Associazioni

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Generazione Over 60 DIRETTORE RESPONSABILE Minnie Luongo I NOSTRI COLLABORATORI Marco Rossi Alessandro Littara Antonino Di Pietro Mauro Cervia Andrea Tomasini Enzo Primerano Antonio Giuseppe Malafarina Paola Emilia Cicerone Maria Teresa Ruta Doris Zaccaria Giovanni Paolo Magistri DISEGNI DI Attilio Ortolani Contatti: Sito web: https://generazioneover60.com/ Email: generazioneover60@gmail.com Issuu: https://issuu.com/generazioneover60 Facebook: https://www.facebook.com/generazioneover60 Youtube: https://www.youtube.com/channel/generazioneover60

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Generazione Over 60 MINNIE LUONGO Direttore responsabile e giornalista scientifica Classe 1951, laureata in Lettere moderne e giornalista scientifica, mi sono sempre occupata di medicina e salute preferibilmente coniugate col mondo del sociale. Collaboratrice ininterrotta del Corriere della Sera dal 1986 fino al 2016, ho introdotto sulle pagine del Corsera il Terzo settore, facendo conoscere le principali Associazioni di pazienti. Ho pubblicato più libri: il primo- “Pronto Help! Le pagine gialle della salute”- nel 1996 (FrancoAngeli ed.) con la prefazione di Rita Levi Foto Chiara Svilpo

Montalcini e Fernando Aiuti. A questo ne sono seguiti diversi come coautrice tra cui “Vivere con il glaucoma”; “Sesso Sos, per amare informati”; “Intervista col disabile” (presentazione di Candido Cannavò e illustrazioni di Emilio Giannelli).

Autrice e conduttrice su RadioUno di un programma incentrato sul non profit a 360 gradi e titolare per 12 anni su Rtl.102.5 di “Spazio Volontariato”, sono stata Segretario generale di Unamsi (Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione) e Direttore responsabile testata e sito “Buone Notizie”. Fondatore e presidente di Creeds, Comunicatori Redattori ed Esperti del Sociale, dal 2018 sono direttore del magazine online Generazioneover60. Quanto sopra dal punto di vista professionale. Personalmente, porto il nome della Fanciulla del West di Puccini (opera lirica incredibilmente a lieto fine), ma non mi spiace mi si associ alla storica fidanzata di Topolino, perché come Walt Disney penso “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nel prossimo detesto la tirchieria in tutte le forme, la malafede e l’arroganza, mentre non potrei mai fare a meno di contornarmi di persone ironiche e autoironiche. Sono permalosa, umorale e cocciuta, ma anche leale e splendidamente composita. Da sempre e per sempre al primo posto pongo l’amicizia; amo i cani, il mare, il cinema, i libri, le serie Tv, i Beatles e tutto ciò che fa palpitare. E ridere. Anche e soprattutto a 60 anni suonati.

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Chi siamo DOTTOR MARCO ROSSI sessuologo e psichiatra è presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale e responsabile della Sezione di Sessuologia della S.I.M.P. Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e come esperto di sessuologia a numerosi programmi radiofonici. Per la carta stampata collabora a varie riviste.

DOTTOR ALESSANDRO LITTARA andrologo e chirurgo è un’autorità nella chirurgia estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico nella falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni ‘90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo.

PROFESSOR ANTONINO DI PIETRO dermatologo plastico presidente Fondatore dell’I.S.P.L.A.D. (International Society of Plastic Regenerative and Oncologic Dermatology), Fondatore e Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, è anche direttore editoriale della rivista Journal of Plastic and Pathology Dermatology e direttore scientifico del mensile “Ok Salute e Benessere” e del sito www.oksalute.it, nonché Professore a contratto in Dermatologia Plastica all’Università di Pavia (Facoltà di Medicina e Chirurgia).

DOTTOR MAURO CERVIA medico veterinario è sicuramente il più conosciuto tra i medici veterinari italiani, autore di manuali di successo. Ha cominciato la professione sulle orme di suo padre e, diventato veterinario, ha “imparato a conoscere e ad amare gli animali e, soprattutto, ad amare di curare gli animali”. E’ fondatore e presidente della Onlus Amoglianimali, per aiutare quelli più sfortunati ospiti di canili e per sterilizzare gratis i randagi dove ce n’è più bisogno.

ANDREA TOMASINI giornalista scientifico giornalista scientifico, dopo aver girovagato per il mondo inseguendo storie di virus e di persone, oscilla tra Roma e Spoleto, collaborando con quelle biblioteche e quei musei che gli permettono di realizzare qualche sogno. Lettore quasi onnivoro, sommelier, ama cucinare. Colleziona corrispondenze-carteggi che nel corso del tempo realizzano un dialogo a distanza, diluendo nella Storia le storie, in quanto “è molto curioso degli altri”. -6-


DOTTOR ENZO PRIMERANO medico rianimatore over 60 del 1958. Rianimatore in cardiochirurgia, Anestesista e Terapista del dolore, è amministratore del portale di divulgazione www.dolorecronico.org. Si occupa di bioetica e comunicazione nelle cure intensive. Appassionato di musica, satira, costume e sport motoristici. Il suo motto è “Il cuore è il motore e la mente il suo fedele servitore”.

ANTONIO GIUSEPPE MALAFARINA giornalista e blogger nato a Milano nel 1970, giornalista e blogger. Si occupa dei temi della disabilità, anche partecipando a differenti progetti a favore delle persone disabili. Presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina. Coltiva l’hobby dello scrivere in versi, raccolti nella sua pubblicazione “POESIA”.

PAOLA EMILIA CICERONE giornalista scientifica classe 1957, medico mancato per pigrizia e giornalista per curiosità, ha scoperto che adora ascoltare e raccontare storie. Nel tempo libero, quando non guarda serie mediche su una vecchia televisione a tubo catodico, pratica Tai Chi Chuan e meditazione. Per Generazione Over 60, ha scelto di collezionare ricordi e riflessioni in Stile Over.

DORIS ZACCARIA giornalista e formatrice Cresce e studia fra la Romagna e Bologna, inizia a lavorare fra Milano, Bruxelles e Strasburgo. Coltiva l’amore per la parola scritta e diventa giornalista occupandosi di green economy. Oggi alterna il lavoro come formatrice e consulente di marketing digitale alla realizzazione di un piccolo grande sogno: creare un eco-resort in Sardegna. Come sempre, in compagnia di gatti, quaderni e libri.

GIOVANNI PAOLO MAGISTRI biologo

Classe 1951, biologo specializzato in patologia generale, si occupa di progettazione di sistemi per la gestione della sicurezza e dell’igiene delle produzioni alimentari. Socio Onorario dell’Associazione PianoLink vive sognando di diventare, un giorno, un bravo pianista.

MONICA SANSONE videomaker operatrice di ripresa e montatrice video, specializzata nel settore medico scientifico e molto attiva in ambito sociale.

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Generazione F A Natale con il Covid – 19

Scrivere del Natale è sempre difficile

pressoché l’unica donna meridionale che

per me. Ma anche divertente. Quasi

(pur invitando a pranzo e cena tutte le

comico.

domeniche e ad ogni occasione possibile

Perché hai voglia a parlare della festa della famiglia per chi non aveva una famiglia tradizionale. Mio padre era sempre con l’ultima moglie in carica (no, io non ero invitata; non chiedetemi perché. No, anzi lo so: perché si dimenticava di dire che aveva una figlia. Paradossalmente iniziai a trascorrere piacevolissime feste con i parenti della terza consorte solo dopo la morte di papà.) Mia madre neppure mi chiese mai di trascorrere il 25 dicembre con lei: aveva amici di ogni dove che la reclamavano. Anche in questo caso da sola, senza di me. Né, del resto, io spasimavo per brindare con la mia mamma e il suo gruppo di intellettuali che mi ignoravano nelle pochissime occasioni in cui ci incontravamo. Restavano la nonna e il nonno, con i quali vivevo in pianta stabile. Come forse ho avuto modo di dire, nonna Irma era

tavolate intere di persone, e alla quale potevi portare tre o quattro amiche a mangiare senza avvertirla e facendo la sua gioia), a Natale chissà perché non riteneva fosse importante riunirsi, né con figli, figlie, nipoti. E anzi, qualche giorno prima della festa mi chiedeva preoccupata: “Dove vai questo Natale?”. Preoccupata perché … temeva che finissi per restare a casa con due persone anziane- pardon, Overquando potevo avere l’occasione di festeggiare con amici, amiche, amici degli amici, parenti dei parenti e vivere esperienze nuove. Per me era molto divertente non sapere fino all’ultimo dove sarei andata. Consideravo un’avventura scoprire tradizioni e abitudini di famiglie che spesso conoscevo a stento. Una volta mi fermai per circa una settimana a Volta Mantovana, nella splendida

casa

dell’amica di una collega di scuola. Amica che avevo conosciuto casualmente e con cui mi ero intrattenuta per un’ora al -8-


Generazione F massimo prima di essere invitata da lei e

Natale con chi avevo sposato tre mesi prima

famiglia (marito, figli, suoceri, zii ….) Ho un

…lo trascorremmo ognuno per i fatti nostri,

ricordo sbiadito ma molto bello di quel Natale

visto che- ormai è storia nota per chi mi

(il marito venne a prendermi alla stazione la

conosce- gli avevo annunciato il desiderio di

sera della vigilia; io arrivai con doni per tutti-

divorziare dopo sole sei ore dal fatidico sì.

fare doni mi è sempre piaciuto- e ne ricevetti

E come dimenticare le vigilie passate

quanti mai avrei pensato). Unico momento di panico: la mattina dopo quando, dopo essermi svegliata nella stanza incredibile a me riservata, mi accorsi di aver distrutto il prezioso ricamo del cuscino, opera di una nonna che per prima cosa, a colazione, mi chiese se apprezzavo la sua passione e i lavori che realizzava con le sue mani, soprattutto per occasioni importanti come le feste natalizie. Fu panico puro che però si sciolse grazie all’aiuto dei ragazzi presenti che scoppiarono in una risata indimenticabile davanti alla mia faccia atterrita Poi ci fu una bel Natale milanese, a casa della sorella della mia amica Rossella, con il suo Tommaso, con lo “zio Ernesto”, amici e parenti e gatti … E tante squisitezze, seduti ad una tavola imbandita in modo perfetto. Quella fu anche la volta in cui giurai a me stessa che non avrei più mangiato paté di fois gras per motivi dettati dall’amore per povere oche ingozzate a forza. Essendone però golosa, mi ingozzai- è il caso di dirlo-

con una porzione enorme di

paté, ma fu davvero la mia ultima volta. E ne vado molto orgogliosa. L’anno in cui avrei potuto trascorrere il Natale

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rigorosamente da sola, con dei rituali ben precisi? In pratica, davanti all’albero addobbato al meglio, apparecchiavo per me con ciò che più mi piaceva e una candela rossa davanti, e quindi prendevo l’auto per andare al cinema in centro, allo spettacolo delle 20, guidando ammirata lungo il Naviglio Grande e le sue luci.


Generazione F La scelta era fra due tipi di film: cartoni animati al Cinema Arti, dove entravo unica adulta sola, senza la compagnia di bambini e amichetti o, più spesso, commedie romantiche che non di rado qualche giorno prima ero già andata a vedere, per essere sicura che fosse un “film da Natale”. Quindi tornavo a casa; spegnevo tutte le luci e accendevo la candela. Poi mi gustavo la cena, ammirando il Duomo illuminato che, fortuna delle fortune, riuscivo ad ammirare dalla finestra, nonostante qualche chilometro di distanza.

Mi è tanto difficile parlare del Natale che non

Per questi e altri motivi mi è difficile parlare

so come concludere. Ricorro allora alla foto di

del Natale. Onestamente non posso dire

una poesia scritta esattamente mezzo secolo

che mi sentirò privata degli abbracci di

fa, sul quadernetto turchese che

famiglia e che soffrirò la solitudine: ci sarà

comprendeva l’intera mia produzione

Holly sul divano con me davanti alla Tv e

giovanile, inclusa la composizione poetica che

farò il mio albero con le decorazioni

due anni prima, diciassettenne, mi aveva

acquistate in tutti i vari viaggi per il mondo e

procurato il giudizio “Ottima” di Giuseppe

mi gusterò fette e fette di panettone.

Ungaretti, scritto con l’inchiostro verde della

Rigorosamente classico, con canditi e uvetta.

sua stilografica, sulla pagina della rivista dove

Holly sul divano con me davanti alla Tv e

ero stata pubblicata.

farò il mio albero con le decorazioni acquistate in tutti i vari viaggi per il mondo e mi gusterò fette e fette di panettone. Rigorosamente classico, con canditi e uvetta.

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Generazione F Giorno di Natale Ricami ghiacciati di brina sugli alberi mi riportano oggi a un buffo disegno bianco di neve a incantate emozioni d’infanzia a gioie serene e bontà senza pudori …

Auguri a tutti! Che lo passiate in compagnia, con gli stretti congiunti o da soli. Quest’anno, si sa, decide Babbo Covid.

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Foto d’autore

Gocce di sole di Francesco Bellesia

https://francescobellesia.it/

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Foto d’autore FRANCESCO BELLESIA Sono nato ad Asti il 19 febbraio del 1950 ma da sempre vivo e lavoro a Milano. Dopo gli studi presso il liceo Artistico Beato Angelico ho iniziato a lavorare presso lo studio di mio padre Bruno, pubblicitario e pittore. Dopo qualche anno ho cominciato ad interessarmi di fotografia, che da quel momento è diventata la professione e la passione della mia vita. Ho lavorato per la pubblicità e l’editoria ma contemporaneamente la mia attenzione si è concentrata sulla fotografia di ricerca, libera da vincoli e condizionamenti, quel genere di espressione artistica che oggi ha trovato la sua collocazione naturale nella fotografia denominata FineArt. Un percorso parallelo che mi ha consentito di crescere e di sviluppare il mio lavoro, una sorta di vasi comunicanti che si sono alimentati tra di loro. Molte sono state le mostre allestite in questi anni e molte le manifestazioni alle quali ho partecipato con premi e riconoscimenti. Continuo il mio percorso sempre con entusiasmo e determinazione… lascio comunque parlare le immagini presenti sul mio sito.

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Incipit DI CHI È IL NATALE? Sappiamo tutto su chi e come creò questa festività, ma gli unici legittimi detentori restano i bambini Di Giovanni Paolo Magistri - biologo Flavio Valerio Costantino, imperatore romano dal 306 alla sua morte (337 d.C.), è il “papà” del nostro Natale, avendo riconosciuto e voluto la diffusione del Cristianesimo. Approssimativamente

dei poveri distribuendo le ricchezze di famiglia ed è ritenuto soprattutto protettore dei bambini in quanto gli si attribuisce il miracolo di averne resuscitati tre crudelmente uccisi; la popolarità del Vescovo si diffuse prontamente in tutta Europa arrivando

dal IV secolo d.C., è il

persino in Siberia.

giorno in cui si

Quando Myra venne

festeggia la nascita di

assediata

Gesù e ricorre

musulmani (1087

l’usanza dello scambio Flavio Valerio Costantino

d.C.), le reliquie del

di doni. La festività fu

santo

introdotta dalla San Nicola

facilitare l’espansione del credo religioso successivamente, con il colonialismo rinascimentale, la festività è entrata principalmente nelle culture delle popolazioni precolombiane. Il “papà” di Babbo Natale è invece un sacerdote greco di nome Nicola, ordinato Vescovo dall’impero bizantino a Myra (Turchia) anch’egli vissuto nel IV secolo d.C. Dedicò la sua vita ad alleviare le sofferenze

furono

recuperate da una

Chiesa romana per nelle popolazioni pagane di tutta Europa e

dai

spedizione

di

marinai della città di Bari (Italia) ove ancora oggi sono custodite, motivo per cui il santo è il patrono della città. Il culto di San Nicola fu portato a Nuova Amsterdam (New York) dai coloni olandesi che lo diffusero con il nome di Sinterklaas, originando il mito nordamericano di Santa Claus. Nell’800 un teologo americano, Clement Moore, scrisse la poesia “The Night Before

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Incipit Christmas”) descrivendo “Saint Nick” come un

mondo si scambiano ancora regali di Natale.

elfo con barba bianca e pancia tonda.

La “grazia” di Santa Lucia

Festeggiare il Natale con l’addobbo Saint Nick

dell’albero trova origine in Germania

Thomas Nast

dove i pagani celebravano il solstizio

Successivamente Thomas Nast, fumettista

d’inverno con l’usanza di decorare con

americano, disegnò quanto descritto da

frutta i sempreverdi rami di pino.

Moore dando origine all’immagine moderna di Babbo Natale. Prima del calendario gregoriano il solstizio d’inverno cadeva il 13

La storia narra che il missionario anglosassone San Bonifacio (680-754)

dicembre (Santa Lucia) e in molte città del Nord Italia era consuetudine tra gli agricoltori donare una parte dei raccolti più abbondanti a chi era stato meno fortunato. Durante una delle carestie che colpirono nel 600 molte città della pianura padana, Cremona andò in soccorso di Brescia portando sacchi di grano, lasciandoli anonimamente la notte tra il 12 e il 13 dicembre in varie parti della città; la “grazia” fu attribuita a Santa Lucia e il 13 dicembre è il giorno in cui in molte parti d’Italia e del - 15 -

San Bonifacio abbatte l’albero sacro di Thor


Incipit durante un viaggio a Thunraz (Sassonia)

tradizioni europee o con modalità

abbatté l’albero sacro di Thor, principale

totalmente diverse, dovute principalmente a

divinità pagana, per dimostrare la forza del

credi religiosi e ritmi stagionali differenti.

Cristianesimo e convertire la popolazione.

Ma alla fine, di chi è il Natale?... Non c’è dubbio: dei Bambini.

Thor

Il matrimonio tra la regina Vittoria d’Inghilterra e il principe Alberto di Sassonia (1840) trasferì l’usanza dell’albero di Natale anche in Gran Bretagna e da lì la tradizione si diffuse rapidamente anche negli Stati Uniti.

Foto di Jonathan Borba su Unsplash

Africa continentale, India, Cina, Oceania, Giappone, citando i principali luoghi, a seconda della colonizzazione subita festeggiano il Natale con le medesime - 16 -


Incipit De Christmas akhtar de bakhtawar au newai kal de mubarak sha; Gezur Krislindjden; Mboni Chrismen; I’d Miilad Said ous Sana Saida; I’d milad said oua Sana saida; Felices Navidad Y felices año Nuevo; Edo bri’cho o rish d’shato brich’to; Sretam Bozic, Hristos se rodi; Boas Festas e Feliz Ano Novo; Nedeleg laouen na bloavezh mat; Tchestita Koleda; Tchestito Rojdestvo Hristovo; Bon Nadal i un Bon Any Nou; Kung His Hsin Nien bing Chu Shen Tan; Gun Tso Sun Tan’Gung Haw Sun; Feliz Navidad y próspero Año Nuevo; Kia orana e kia manuia rava i teia Kiritime; Sung Tan Chuk Ha; Nadelik looan na looan blethen noweth; Sretan Bozic; Glædelig Jul og godt nytår; Hag ha Molad sameah, Silvester tov; Colo sana wintom tiebeen; Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo; Zalig Kerstfeest en Gelukkig nieuw jaar; Maligayan Pasko; Hyvaa joulua; Joyeux Noel; Nollaig chridheil agus Bliadhna mhath ur; Gilotsavt Krist’es Shobas; Shinnen omedeto, Kurisumasu Omedeto; Kala Christouyenna Kieftihismenos; Juullimi Ukiortaassamilu Pilluarit; Mele Kalikimaka; Selamat Hari Natal; Merry Christmas; Nollaig Shona Dhuit; Nodlaig mhaith chugnat; Gleðileg Jól; Natale hilare et Annum Faustum; Schéi Krëschtdeeg an e Schéint Néi Joer; Meri Kirihimete; God Jul; Gledelik Jul; Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar!; Bikpela hamamas blong dispela Krismas na Nupela yia i go long yu; Christmas Mobarrak; Feliz Navidad y un Venturoso Año Nuevo; Wesolych Swiat Bozego Narodzenia; Joyeux Noel, La ora i te Noera; Boas Festas e Feliz Natal; Nave sal di mubaraka; Mata-KiTe-Rangi. Te-Pito-O-Te-Henua; Bachtalo krecunu Thaj Bachtalo Nevo Bers; Sarbatori vesele; Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom; Hristos se rodi; La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou; Nollaig chridheil huibh; Feliz Navidad; God Jul and (Och) Ett Gott Nytt År; ºKrismas Njema Na Heri Za Mwaka Mpyaº; Suksan Wan Christmas lae Sawadee Pee Mai; Froehliche Weihnachten; Noeliniz Ve Yeni Yiliniz Kutlu Olsun; Chung Mung Giang; Srozhdestvom Kristovym; Kellemes Karacsonyi unnepeket; Sretan Bozic oppure Vesele vianoce; Vesele Bozicne. Screcno Novo Leto; Nollick ghennal as blein vie noa; Linksmu Kaledu; Sreken Bozhik; LL Milied Lt-tajjeb; Pulit nadal e bona annado. Buon Natale!

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Salute QUANDO IL NATALE SERVE AGLI OVER SOLI A DARE UN NUOVO SENSO A SE STESSI L’esperienza di “telecompagnia” di una professionista ci racconta di due anziani che nelle festività rompono con la quotidianità per aprirsi agli altri Di Paola Esposito – psicologa, psicoterapeuta Ecco due belle storie raccontate dalla dottoressa Paola Esposito, tratte dalla sua attività svolta nel sostegno agli anziani, nell’ambito della “telecompagnia”. Ho sempre vissuto il periodo di Natale

Mi ripeteva spesso di quando da ragazza

come il più bello dell’anno, felice di

cantava nel coro della chiesa e di quanto i

condividere il mio vissuto con molti dei

parrocchiani fossero entusiasti di ascoltare le

vecchietti che chiamavo al telefono: in

voci dei bambini nella notte di Natale.

quei giorni di festa, le emozioni e i vissuti

Purtroppo con il passare degli anni tutto era

assumevano una forza diversa, perché tutto

cambiato, perché le energie si erano sempre

era amplificato. I lutti, i bei ricordi, l’infanzia ritornavano nei pensieri, trascorrevamo insieme ore a parlare del passato e della festa che stava per arrivare. Tra le tante storie di vita che ho avuto il privilegio di ascoltare, ho scelto di raccontarne due che mi sono rimaste nel cuore, e che spesso mi ritornano in mente. La prima è quella di Rosina, una signora ottantacinquenne, vedova ormai da dieci anni, senza figli. Nelle nostre lunghe conversazioni telefoniche mi raccontava spesso dei Natali trascorsi con il marito, i suoi genitori e le sue sorelle, e della gioia passata insieme preparando piatti caratteristici e giocando a tombola.

più affievolite e tanto delle tradizioni si era progressivamente perso. Rosina però, per affrontare la solitudine che negli ultimi anni l’accompagnava e che pesava particolarmente nel periodo natalizio, aveva iniziato a creare all’uncinetto piccole bambole di cotone bianco da appendere all’albero di Natale. Per ore parlavamo della tecnica impiegata per creare questi piccoli capolavori.... Una volta mi disse che aveva anche provato a dipingerle, ma poi aveva deciso di lasciarle bianche perché quello era il suo colore preferito. Il periodo natalizio per Rosina iniziava in settembre, il mese in cui lei dava inizio alla creazione delle sue piccole bambole, sempre diverse, sempre con qualche - 18 -


Salute dettaglio che solo in pochi avrebbero saputo riconoscere. Parlando con lei, comprendevo sempre di più il bisogno di questa donna di sentirsi utile e di avere uno scopo nella vita. Rosina si sentiva appagata grazie alle sue bamboline da appendere all’albero, come palline. Un giorno mi confessò che l’idea di creare questi piccoli oggetti le era stata suggerita da una bambina che viveva nel palazzo,

Foto di Paige Cody su Unsplash

perché era stanca di vedere sempre le

periodo delle feste, una vetrina con delle

stesse decorazioni sul suo albero, e

bambole avrebbe tanto desiderato

vedendola spesso lavorare all’uncinetto le

possederne una, ma la sua famiglia era

chiese se poteva fare qualcosa anche per lei.

numerosa e c’era la possibilità di acquistare

Da quel giorno erano passati otto anni, e

solo lo strettamente necessario. Spesso,

Rosina mi raccontava come grazie a

quando parlavo con lei, pensavo quanto il

quella richiesta fosse riuscita a dare un

Natale, per questa donna, avesse

senso alla sua giornata: prima di allora,

assunto una dimensione temporale

dopo la morte del marito, trascorreva tutto

diversa, prolungata nel tempo, lo stesso tempo al quale Rosina aveva necessità di

il tempo nel ricordo del passato.

dare un senso.

Le bamboline di Rosina erano diventate

L’altra storia è quella di Aldo, il quale per

negli anni un appuntamento fisso per i

la sua malattia

condomini del palazzo, che aspettavano

viveva su una sedia a

rotelle. Aldo era un uomo solo, non si era

come una tradizione le creazioni di questa

mai sposato, aveva vissuto per anni con sua

donna, che tra lo stupore di tutti riusciva

madre e suo fratello, che negli anni si erano

ogni anno a creare delle bambole diverse.

ammalati, si erano ammalati, prima una poi

La scelta non era stata casuale per Rosina, la

l'altro, fino a lasciarlo da solo. Raramente,

quale mi raccontava che, nella sua infanzia

malgrado le migliaia di chiamate di

trascorsa in un piccolo paese del Friuli, non

compagnia fatte da me negli anni, mi era

aveva avuto giocattoli: quando vedeva, nel

capitato di conoscere un uomo tanto

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Salute che Aldo nonostante la sua disabilità si era

radicalmente. Le giornate a ridosso del

ben organizzato ed era un uomo molto

Natale Aldo le trascorreva a preparare le

indipendente: quando

sue ricette preferite,

aveva bisogno si faceva

che nel giorno della

aiutare da un’assistente

festa avrebbe

domiciliare, ma trascorreva

scambiato con molti

da solo gran parte della

dei suoi vecchi

settimana. Il primo anno in

clienti: questa per

cui ebbi occasione di

lui era la tradizione

sentirlo al telefono mi

nei giorni di festa.

chiedevo spesso come trascorresse il Natale,

Fin dalle prime

tanto più perché era una

conversazioni la sua

persona poco interessata

storia mi era apparsa

alle relazioni umane, e che

originale perché

per sua scelta raramente usciva

dal

quest’uomo,

suo

differenza di tanti

appartamento. In gioventù

altri, mi trasmetteva

Aldo aveva gestito assieme

tanta sicurezza e

al fratello un’officina

autonomia, pur

meccanica, che si trovava

vivendo

in un quartiere centrale di Roma e aveva molti clienti.

a

Foto di Charles Deluvio su Unsplash

condizione di vita tutt’altro

Oltre al lavoro, che

semplice.

svolgeva con grande dedizione, amava

una che

Aldo era molto malato e si

cucinare, e riusciva sempre a

muoveva in casa sulla sedia a rotelle,

sorprendermi, nelle nostre

eppure non percepiva la sua condizione

conversazioni, grazie alla descrizione

come un ostacolo, e viveva come libertà la

dettagliata che mi regalava dei suoi

sua solitudine. Quella stessa solitudine

piatti. Ho creduto per mesi che quest’uomo

che interrompeva a Natale, come a

continuasse a rimanere da solo anche

sottolineare che in certi momenti

durante le feste di Natale: al contrario, la

condividere la socialità è importante.

sua vita solo in quei giorni cambiava

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Salute Da Rosina come da Aldo ho imparato che ci sono diversi modi di intendere la festa, ma una cosa accomuna le due storie: il vivere il Natale, comunque sia andata la vita, come un momento diverso, una rottura dalla quotidianità che ci porta a valorizzare ciò che siamo in quel momento.

Foto di Valentin Petkov su Unsplash

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Stile Over LE CANZONI DI NATALE Musica, emozioni e ricordi Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica

Per chi, come me, è cresciuto a Roma

ed emozioni: ce lo ricorda anche “NOI. Non

negli anni ’60, il suono del Natale è quello

erano solo canzonette”, una bella mostra

dolce delle zampogne, all’epoca suonate

organizzata a Pesaro e dedicata a

dai pastori abruzzesi che scendevano in

trent’anni di canzone italiana, che sarebbe

città per guadagnare qualche soldo

bello poter visitare una volta superata

durante le feste. In quegli anni le

l’emergenza ( la chiusura è stata prorogata

decorazioni natalizie erano riservate a

al 10 gennaio, info www.mostranoi.it/)

poche strade del centro, e le vetrine non si

Non spaventi il salto logico: non stiamo

addobbavano come si fa oggi con un mese di anticipo: sapevamo che il Natale era in arrivo quando si sentiva per strada il suono delle zampogne che suonavano semplici melodie: Link: https://www.youtube.com/watch?v=aSUFDGG-Sc

parlando di un evento natalizio, ma volendo riflettere su musica, emozioni e ricordi può essere interessante ripercorrere trent’anni della nostra vita attraverso cento canzoni italiane che toccano temi diversi , dal boom economico all’avvento del consumismo, alla

Anche per questo forse - d’altronde proprio

contestazione e agli anni della disco music.

l’italiana “Tu scendi dalle stelle”, composta nel 1754, è una delle più antiche e note melodie natalizie - per credenti e non l’idea del Natale è indissolubilmente legata a quella della musica: da quella sacra alla tradizione anglosassone dei Christmas Carol, ai nostri zampognari e a molto altro ancora. Perché la musica ha, come poco altro, il potere di evocare ricordi - 22 -

Giovanni Segantini, zampognari di Brianza


Stile over Un percorso definito da due abbracci storici,

canzone dedicata al rimpianto per affetti

quello di Domenico Modugno sul palco di

lontani che confesso di non poter

Sanremo 1958 e quello di Paolo Rossi nella

ascoltare senza versare qualche lacrima.

notte di Madrid, che nel 1982 laureò l’Italia

Un’emozione simile a quella che mi coglie quando ascolto Do they know it’s

campione del mondo. In mezzo c’è

Christmas, la canzone scritta da Bob

un’esposizione articolata in due sedi e

Geldof e Midge Ure nel 1984 per

quattordici aree tematiche che comprende i

raccogliere fondi contro la fame in Etiopia, e

protagonisti della nostra musica dagli

incisa dalle più popolari voci del momento

“urlatori” ai complessi, ai cantautori e a voci

unite sotto il nome collettivo di Band Aid. Un

indimenticabili come quelle di Mina, Sergio

evento storico - della canzone sono state poi

Endrigo, Luigi Tenco, Patty Pravo, Lucio

registrate altre versioni con gruppi diversi -

Battisti, Ornella Vanoni e molti altri.

che ancora oggi non può non commuovere (questo il link del video)

Sono stati loro la colonna sonora - e non solo - di un paio di generazioni, se è vero come scrivono i curatori della mostra che “una canzone, non meno di un libro o di un dipinto, sa riflettere il momento storico in cui è stata immaginata, scritta e cantata”. “Nei grandi avvenimenti come in quelli di minor rilievo, la musica narra, descrive, talvolta preconizza e, infine, fissa nella memoria”, si legge ancora nel catalogo. Ed è per questo che in genere i nostri

Anche se per molti di noi, meno

ricordi natalizi hanno una colonna

poeticamente, le canzoni natalizie sono

sonora ben precisa. Devono averci pensato

legate alle pubblicità stagionali: per chi ha

anche i molti cantanti italiani che si sono

la mia età Il gospel Happy Days rievoca

cimentati sul tema: tra loro ci sono

inevitabilmente lo spot dell’Asti Gancia ,

insospettabili autori sofisticati come Piero

mentre Bauli ha stampato nella nostra

Ciampi o, in tempi più recenti, Morgan. Ma

memoria il ritornello “Baciamoci con Bauli”,

anche Francesco De Gregori con la sua

sostituito in tempi più recenti da “A Natale

dolcissima malinconica “Natale”, una

puoi” . Senza dimenticare le belle pubblicità - 23 -


Stile over Ma ognuno di noi ha nell’angolo del suo cuore una musica o una strofa speciale. Per me è “C'è la luna sui tetti/e c'è la notte per strada/le ragazze ritornano in tram/ci scommetto che nevica/ tra due giorni Natale/ci scommetto dal freddo che fa”.

della Coca Cola col jingle “Vorrei cantare insieme a voi, in magica armonia ….” Certo, un pezzo su musica e Natale non sarebbe completo senza menzionare grandi successi internazionali, come la mitica White Christmas, Have Yourself a Merry Little Christmas (lo sapevate che la prima versione è stata incisa da Judy Garland? w w w . y o u t u b e . c o m / w a t c h ? v=MKG5X0QMSWA ) The most wonderful time of the year, naturalmente Jingle Bells e molte altre, inclusi brani pop come Last Christmas degli Wham o All I want for Christmas is you di Mariah Carey.

Il cantautore Francesco De Gregori

- 24 -


Stile over

Un’immagine dal video “Last Chrismas” degli Wham e, sotto, un’immagine dal video “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey

- 25 -


Zibaldone L’ARGENTIERE. UNA STORIA MILANESE A Natale i ricordi si fanno più vividi, portandoci alla mente persone ed episodi che rivivono in tutto il loro significato Di Marco Vittorio Ranzoni - giornalista Mio nonno Cesare aveva una bottega in

di tutto.

via Vetere. Era di famiglia benestante, mi

Ebbe tre figli: Mariuccia e due maschi, mio

dicevano: i suoi avevano una filanda e lui

padre Eugenio ed Enrico, di due anni più

andava a scuola in carrozza. Ragazzo del ’99,

giovane. Finita la scuola Eugenio entrò in

dopo Caporetto partì volontario nella

banca: una fortuna, a quei tempi. Ma durò

Grande Guerra, corpo degli Arditi. Vinta la

solo un mese, non gli piaceva stare in ufficio e

guerra e persa la carrozza (a quei tempi si

tornò subito a lavorare con il padre e il

diceva spesso “a causa di un amministratore

fratello.

disonesto” per celare i veri motivi dei crac

Venne la guerra, quella che non vincemmo:

finanziari delle famiglie), aprì la sua piccola

via Vetere fu pesantemente bombardata e

officina di torneria in lastra.

le bombe incendiarie degli Alleati

Era una stanza buia al piano terra, che dava

distrussero case e botteghe, ma non quella

sulla via: ci mise un vecchio tornio con la

del nonno, che continuò a lavorare. Le

trasmissione a cinghia. Quella piatta di

famiglie furono sfollate in un mulino a

cuoio, per capirci, sembrava proprio una

Lardirago e gli uomini facevano una pericolosa

gigantesca cintura dei pantaloni che girava

spola in bicicletta, per portare il pane bianco e

libera sulla puleggia con un rumore

le uova in città.

infernale e i ferri per stendere la lastra sulla

Ora la bottega era diventata piccola e negli

forma di legno che girava sul mandrino

anni Cinquanta si trasferirono in uno

erano lunghissimi, pesanti artigli d’acciaio

scantinato del Ticinese e acquistarono altre

con il manico di legno.

macchine di seconda mano. Adesso le cinghie

Il manico si metteva sotto l’ascella e con il

dei torni che giravano sferragliando erano

peso del corpo si creavano ciotole, piatti e

quattro e la ditta si era specializzata,

vasi. Nonno Cesare di peso ne aveva poco,

trovando la propria vocazione nella

ma era tostissimo e il lavoro nel primo

lavorazione dell’argento: lastre, fili, bordure

dopoguerra non mancava: c’era bisogno di

e piccole fusioni diventavano servizi da tè, - 26 -


Zibaldone piatti, vasi, vassoi, centrotavola e bicchieri.

Inutile nasconderlo, allora i milanesi non

Strizzando l’occhio alle classiche produzioni

vedevano di buon occhio gli immigrati e mi

inglesi iniziarono a fornire i grossisti e i

ricordo frasi del tipo: “E’ un terrone, ma lavora

negozi della città.

bene ed è un bravo ragazzo” e in quel “ma”

I tre ragazzi si sposarono, senza dover

c’era un universo di bonario giudizio e di

cercare lontano: tutti gli acquisiti abitavano al

antico pregiudizio.

Ticinese.

Domenico restava in officina all’ora di pranzo,

Eugenio fu il meno fortunato: mia

perché abitava lontano, vicino a Paolo Sarpi e

mamma morì che avevo un anno, lei

non faceva in tempo, col tram. Mio padre gli

soltanto ventisette. Nonno Cesare cedette ai postumi della guerra e della trincea: costretto a letto a lungo, morì nel 1968. Io, bambino, ricevetti in sua vece l’onorificenza postuma di Cavaliere di Vittorio Veneto dalle mani di un generale, al Comando del Terzo Corpo d’Armata di piazza del Carmine. Il

aveva dato le chiavi dell’officina (il “ma” era sparito definitivamente) e lui, trovato un panetto di plastilina, passava il tempo della pausa modellando figure, come faceva al suo paese, dove aveva imparato a fare statuine per il presepe.

nonno ci teneva molto. Adesso la ditta si chiamava “Fratelli Ranzoni Argentieri in Milano” e vendeva anche direttamente al pubblico. Io aiutavo nel tempo libero, lavoretti da poco, giusto qualche rifinitura con la lima e la timbratura dei pezzi finiti: il piccolo ovale con la cifra 800 e il punzone che era la “fi rma” uffi ciale del produttore, 745 MI. Adesso in offi cina c’erano i due fratelli e due operai. Un giorno arrivò un giovanissimo ragazzo

Via Vetere negli anni ‘30

calabrese, Domenico. Era da poco arrivato a Milano e cercava lavoro come operaio. Iniziò il giorno dopo e presto conquistò le simpatie dei due fratelli.

Su un tavolino presero corpo una decina di soldatini e animaletti di plastilina: gatti, cani,

- 27 -


Zibaldone uccelli, pesci, tutti stupendi e perfetti nei

Il ragazzo calabrese frequentò la Scuola

dettagli e nelle proporzioni. Il ragazzo si

Superiore d’Arte del Castello Sforzesco e

schermì, mio padre non disse nulla, ma il

anche con l’aiuto dei fratelli aprì un piccolo

giorno dopo comprò creta e plastilina. Era

studio in zona Paolo Sarpi, presto

ufficialmente iniziato il periodo animalier della Fratelli Ranzoni. Da casa volarono in officina i ponderosi volumi di Giacinto Martorelli e di Alfred Brehm, e Domenico passò più tempo con carta e matita al Museo Civico di Storia Naturale di corso Venezia, a studiare gli animali, che davanti al tornio. Le sue sculture generarono fusioni in argento spettacolari: soldati a piedi e a

svelandosi per lo scultore di fama internazionale che è tuttora. Fu un periodo florido, per i due argentieri, segnato da collaborazioni con importanti artisti, da Zauli a Pomodoro, da Marè a Brusamolino, a Rita Gallè, con la quale il sodalizio durò a lungo. E un periodo pieno di trovate quasi guascone,

cavallo, figure mitologiche e poi animali,

anche.

tanti, tutti: cani, gatti, cavalli, anatre,

Un giorno, ero in officina per caso, mio padre

beccaccini, pernici e fagiani. Ma anche

dovette fondere una bella scultura di Nettuno,

gazzelle, bufali, rinoceronti, giraffe e poi la

su modello di Domenico ovviamente, che si

serie dei dinosauri: stegosauri, tirannosauri e

era rovinata e di cui si era salvato solo il

brontosauri cominciarono a popolare le

grosso e lucido tridente. Un cliente curioso lo

vetrine dei negozi del centro.

vide, chiese cosa fosse e mio padre, pronto: “Lei dopo aver tagliato il panettone come la serve, la fetta, con le mani?”. Era quasi Natale, fabbricò un centinaio di tridenti, pardon, di “forchette da panettone” e li vendette in un amen. A Natale si vendeva di tutto, allora. Su una rivista d’arte dell’800 inglese un giorno vide delle uova di struzzo montate in argento. Andò subito a comprarne una decina e ne ruppe la metà, prima di trovare gli strumenti giusti per tagliarle: una smerigliatrice Bosch

I fratelli Eugenio (sopra) ed Enrico (in basso)

da trentamila giri al minuto e minuscole mole abrasive da dentista. - 28 -


Zibaldone Allora mi diete un incarico: forte del mio

cavalcò con onore un tempo dove l’argento

inglese scolastico scrissi a macchina su carta

piaceva parecchio e ornava molte case della

sottilissima da posta aerea una lettera che

Milano benestante e presto varcò anche i

iniziava con “Dear Sirs” e finiva con “Faithfully

confini della città: mio padre, con la seconda

yours”, indirizzata a un allevamento di struzzi

moglie Vanda faceva un paio di viaggi all’anno

in Sudafrica. Ordinai 200 uova. Fu solo una

-spacciandoli per vacanze- e percorreva in

banale distrazione sulla tastiera della Lettera

macchina la penisola fino a Firenze, Bari o a

32 che mi fece scrivere uno zero in più.

Palermo, visitando i migliori negozi e

Un paio di mesi dopo arrivò davanti

raccogliendo ordini grazie a un bel catalogo di

all’officina un camion pieno di imballatissime

foto a colori e il bagagliaio della 131 Mirafiori

uova di struzzo. Io mi nascosi in bagno per

zeppo di campionario.

prudenza, mentre scaricavano e riempivano

Alla fine degli anni ’90 i fratelli decisero di

ogni angolo dell’officina di enormi e candidi

smettere e cedettero i vecchi macchinari e i

gusci. Di sicuro ce ne sono ancora in giro da

materiali, tra cui le preziose forme in legno di

qualche parte; vennero quasi tutti tagliati e

nonno Cesare, le rosse cere di Domenico e gli

impreziositi montandoli in argento a

stampi in gomma dei loro modelli di successo

generare fascinose scatole, portagioie e

a un giovane, figlio di bravi argentatori, che

soprammobili in stile neocoloniale.

voleva cimentarsi nella produzione

Forse quel fatto radicò in mio padre la

dell’argenteria.

convinzione di avere un figlio inetto e che la

Sta avendo molto successo, mi dicono,

mia strada dovesse essere un’altra. In realtà

riproponendo anche tutte le creazioni dei due

fui sempre scoraggiato dall’intraprendere il

fratelli.

mestiere dell’artigiano e dirottato verso un

Lo stabile dove era l’officina dei fratelli è

impiego “sicuro”. In effetti ho anche ricordi di periodi bui, dove l’impresa familiare vacillò sotto il peso della congiuntura sfavorevole, dei clienti insolventi, di assegni a vuoto o di stasi nelle ordinazioni, per non parlare dei furti e delle rapine. Due volte i ladri entrarono dal tetto e aprirono le casseforti con la lancia termica e una volta si presentarono anche armi in pugno. Ma nel complesso fu un’impresa di successo e

stato abbattuto, ora c’è un condominio elegante. Non riesco a passarci davanti senza distogliere lo sguardo. Ogni anno annoto da qualche parte l’indirizzo della ditta nata dalle ceneri della Fratelli Ranzoni con l’intenzione di andarli a trovare e magari scoprire che esiste ancora un tornio che gira con la cinghia sulla puleggia. Ma ogni anno, chissà perché, perdo il foglietto.

- 29 -


Di tutto e niente GIALLO NATALE Suono, colore e sapore di una riflessione “stagionale” Di Andrea Tomasini - giornalista scientifico

Un campanello. Un cicalino, per esser

gratuito in farmacia. Però non l’ho fatto –

più precisi. Sordo e vibrante. Percepibile,

non ho obiettato, né mi sono sottoposto

senza che però sia distinguibile da dove

alla misurazione dell’udito.

provenga. Tanto è vero che più di una volta

Il fatto è che questo cicalino non è

prima ho teso l’orecchio e poi mi sono alzato per andar a vedere chi fosse, immaginando che avessero suonato il campanello del piano di sotto. Ma affacciato in finestra no, non c’era nessuno davanti al portone. Magari era uno scherzo idiota – come idiota sono stato io le volte che ho suonato e son scappato. Ho deciso che mi sarei sincerato se non fosse davvero qualcuno alla porta solo nel caso le scampanellate –ammesso che fossero tali- giungessero a esser reiterate per tre volte con insistenza. Ma non è mai successo. Per cui non ci ho fatto più caso. Però ogni tanto, quel cicalino di nuovo e più volte ho continuato a sentirlo. A ripensarci avrei dovuto oggi obiettare all’anziana genitrice con il racconto di come riesca a cogliere questo sottile suono, quando a pranzo mi sollecitava ad approfittare dell’esame audiometrico

regolare né periodico. Suona sempre con la stessa tonalità, ma non sempre per lo stesso tempo. A volte va al raddoppio. A volte si protrae. Altre volte ancora da solo un colpo secco. Non ha regolarità di manifestazione – anche se mi sembrava all’inizio si concentrasse nel cuore del giorno. Che poi è anche quando arrivano i pacchi – per questo lo avevo associato allo scampanellio del cicalino che suona al piano di sotto. Ma poi, prestando attenzione, incuriosito come lo si è delle cose banali ma misteriose, quelle di cui credi dietro ci possa esser una cosa semplice da individuare – così semplice e prossima al banale da incaponirtici a riflettere per svelare il mistero- ho sentito, anzi no: ho udito il cicalino anche la mattina molto presto. Per cui anche la fantasiosa congettura che lo poneva in ipotetica connessione con la consegna dei pacchi è venuta meno. - 30 -


Di tutto e niente Sinceramente non so da quando mi è

non perdertici dietro a cercare – mi son

diventato abituale sentirlo. Ho anche smesso

detto, per metter a tacere la curiosità

di credere che fosse come per il terremoto.

insoddisfatta.

Per anni, e a volte ancora adesso, mi son

Più facile a dirsi che a farsi.

trovato a indagare il minimo movimento del lampadario, quando il rumore avrebbe

A onor del vero gli è che da qualche

potuto far pensare che qualcosa sotto i piedi

giorno al cicalino s’è aggiunto – a volte,

si fosse mosso. In realtà alla fine quasi

ma non infrequentemente, in sequenza

preferivo fosse il terremoto, piuttosto che

successiva e di durata non breve -un

fossi io a sentirlo anche quando nulla si

ronzio insistente e a volte prolungato cui

muoveva. Inquietudine da scossa; certo da

segue, a chiudere, uno scatto sonoro ma

tempo quella vibrazione fisica mi abita

sordo.

dentro – indipendentemente se la terra si muova o meno e con essa tetto e pavimenti e muri- così come io abito con i puntelli dentro casa a dar manforte ai solai con i puntelli a forma di cristi che li sostengono. Ci si abitua a tutto, nel disordine esistenziale di chi vive nella precarietà. Potrebbe tutto ciò valere anche per il l’inquietante cicalino. Perché magari quel “buzz” inspiegabile è un suono di dentro, magari suggerito da un’attesa che giunga qualcosa di inaspettato e gradito – o temuto ed evitato. Ma se per verificare una scossa mi è sufficiente alzare lo sguardo al lampadario, in caso di campanello suonato mi devo alzare per verificare che nessuno sia al portone in attesa che gli si apra. A furia di congetture mi sono annoiato. Per giorni ho accantonato cicalino, mistero e ricerca della spiegazione plausibile. Quando ti capita di sentirlo dissimula indifferenza,

Foto di Sterling Lanier su Unsplash

- 31 -


Di tutto e niente A volte lontano, a volte più vicino. Poi di

caparbietà che vivono ancora in questo

seguito il silenzio. Prolungato così tanto da

centro storico fantasma. Certo, potrebbero

aver tempo di distrarsi e pensare ad altro –

anche loro aver avuto l’occasione che quel

incluso il fatto di tornare alle proprie

“buzz”, insorgendo nel silenzio consueto

occupazioni. Il fatto è che questa nuova

colmo dei pochi rumori, abbia distratto

sequenza a distanza variabile avveniva in

l’attenzione incuriosendoli. Ma che faccio?

assenza di alcuna connessione immaginabile

Suono e gli chiedo se anche loro abbiano la

con alcunché. Però questa prossimità e

mente distolta dalle attività quotidiane da

queste variazioni hanno contribuito a farmi

un rumore che non è forte, che non

maturare la convinzione che non fosse una

sovrasta, anzi che s’insinua e s’assesta nel

mia suggestione a dare corpo a questi

giorno come una abitudine che però gli

rumori.

inceppa il tran tran? Mi sento scemo solo a pensarci. Anche se immaginare le

Ho comunque dissimulato la mia curiosità,

espressioni di quei volti che dicono no, non

anche perché a chi posso chiedere?

l’ho sentito, non ho capito di cosa mi stai

All’anziana genitrice che è già prossima a

chiedendo – quelle espressioni per come

dubitare delle mie facoltà uditive?

me le immagino un po’ mi divertirebbe

Ai vicini?

osservarle mentre costernate mi

Nei due portoni a monte del mio – i cui

spiegherebbero che “No, da qui sento solo i

giardinetti si affacciano sulla valle chiusa dal

galli al mattino … in lontananza le macchine

colle sant’Elia su cui si erge la Rocca- nessuno

che scorrono sulla Flaminia, e poi le

entra più da tempo. Uno è chiuso da prima

campane di sant’Angelo che suonano per

del terremoto, l’altro è con il terremoto che si

mezzogiorno e i vespri e poi quando

è chiuso. Inagibili e spopolati – si può

annunciano la funzione …”

scegliere cosa sia accaduto prima- ma il

Amo il silenzio, ma voglio scuotermelo di

risultato è che sono vuoti. Nel portone più

dosso se si popola di suoni inspiegati che

vicino, scendendo, abita un amico che sfida il

polarizzano la mia attenzione, che se ne

vuoto della precarietà – abitare è esserci-

impossessano e la richiamano a un

però non lo incontro così spesso; in questo

ordine delle cose che non riesco a

periodo poi si va in giro ancora di meno e

spiegarmi e in cui mi ritrovo a disagio.

non ho avuto occasione di domandare.

Quel buzz, seguito da un breve ronzio, è un

Andando più giù per la via ci sono pochi altri

richiamo a star desti, interferisce con il

spargoli abitanti sopravvissuti della

cuore dei miei pensieri richiamandomi ad - 32 -


Di tutto e niente altro da cui forse non dovrei esser distolto–

doccia. Dovevo sciacquare via da dentro

quel cicalino è come il campanello che suona

l’inquietudine per i ritardi accumulati e i voli

al momento della consacrazione durante la

persi. Il sole intanto fuori abbracciava la

messa. Suona per tenermi ancorato a

valle. Ci sono giorni il cui è piacevolissimo

riflessioni che potrei e forse dovrei fare, se

stare seduti all’aperto e godere dell’affilato

solo riuscissi a capire di cosa si tratta.

equilibrio tra temperatura fresca e calore

Insomma non è la distrazione, ma la forma

del sole che ti avvolge. Affacciandomi mi

sonora di una concentrazione da cui non

sono accorto che era uno di quelli. Un

devo distogliermi. Una spia acustica, un

autunno croccante per colori e

allarme che dovrebbe segnalarmi qualcosa,

temperatura. Riempio una ciotola con una

ma non so cosa…

mela e

E’ un novembre, quello di quest’anno in

coltello, una bottiglietta d’acqua

qualche mandorla; prendo un e da

seduto, ma non alla scrivania bensì in

cui ancora non fa molto freddo e non è

balcone- avrei cominciato così la mia

piovuto molto. È il Covid ad aver il

giornata en-plein-air.

sopravvento comprensibile su tutto. E il fatto che ci siano a volte giornate così dolci di temperatura suggerisce di aprire le finestre – e cambiare aria fa bene. A volte al mattino mi alzo e ancor prima di far colazione mi metto seduto alla scrivania, incastrato tra le due file di 4+4 puntelli. Poi quando stacco -non infrequentemente mi rendo presentabile soltanto nella tarda mattinata -mi accudisco, sgranocchio qualche mandorla con un frutto ed esco, lasciando la portafi nestra della camera da letto aperta. Non così l’altro giorno. Ho invertito la sequenza. La sera prima m’ero attardato a leggere. La notte si è poi popolata di incubi, inseguimenti, minacce, salvataggi e aerei persi dopo faticose corse per giungere in tempo alle connessioni, senza però riuscirci. Al risveglio, affaticato, ho optato subito per la - 33 -


Di tutto e niente Ingombra la vista da qualche tempo a destra

sgraziata, sovradimensionata, incombente.

una grande gialla gru, piazzata tra me e il

Ma adesso è mattino e il sole è salito da

convento di San Carlo, in linea d’aria

poco alto nel cielo. La luce sgargiante mi fa

interferendo con la vista della chiesa

socchiudere gli occhi per attenuare il

romanica di San Pietro. Una gru nuova,

riverbero. Cerco con lo sguardo la Rocca.

salita su non ricordo da quando. È di un

Seguo i contorni dei profili dei colli,

giallo vivace di un nuovo che urta, ma che

Monteluco e la sua croce, san Giuliano.

per tonalità s’intona al quello delle foglie

Boschi fitti del verde cupo e profondo dei

esauste prossime a cadere e finire. C’è un

lecci rallegrato da macule di colorito

momento del giorno in cui la pioggia dei

giallastro più sensibili alla luce e agli effetti

raggi del sole – accade nel tardo pomeriggio-

della stagione che prima di virare sui toni

sembra cadere a vento. Non s’impone

bruni arrossisce le chiome degli alberi dalle

dall’alto ma obliqua e tangente la luce che

foglie caduche. Il foliage – oggi così si dice. I

s’irradia dal sole ormai basso s’appoggia sulle

toni caldi dell’autunno che suggerisce la

cose rafforzando il giallo delle foglie che

piacevolezza del focolare, degli affetti riuniti.

muoiono, ma ancora non cadono dai rami.

Lo sguardo s’appoggia sul paesaggio che ho

Quelle che sono a terra sono aranciate o

di fronte, ma mi porta lontano – a desideri e

incupite, d’un bruno cupo e bruciato, quasi il

momenti trascorsi che sono lontani e resi

colore della putrefazione. Toni di giallo

inaccessibili dal tempo. Non c’è rimpianto,

intenso che rafforzano i cromatismi delle

semmai nostalgia e dolcezza. Ma ecco che in

antiche case di questo borgo, che hanno

un attimo torna tutto concreto e reale.

resistito all’inclemenza del tempo ma non

Eccolo! Il cicalino fa “buzz” – mai come

agli scuotimenti del terremoto – e ancor

stavolta così netto, distinguibile, vicino.

meno agli insulti dell’inerzia e dell’incuria

Finalmente visibile. E’ lei, la gru. La

forzata, all’erosione della indifferenza. I pochi

macchina sta manovrando. E’ la sorgente

restati sono persone che ci vivono con il

del buzz.

coraggio dei sentimenti antichi

Quando si muove il cicalino preavvisa della

dell’appartenenza a queste pietre. Sono case

torsione del braccio mobile per spostare da

in cui sono morti i familiari e chi vi abita vive

qui a lì il carico. Un carrello scorre sul

con i ricordi di quelle esistenze che hanno

braccio mentre questo gira sull’asse

impregnato i muri rendendoli casa. Ricordi

centrale della gru e le pulegge alzano il peso

antichi, che contrastano con il nuovo di

producendo un ronzio rapido che

questa gru che incombe sulla valle –

s’interrompe alla fine con uno scatto netto, - 34 -


Di tutto e niente giusto quando raggiunge la misura

A breve sarà Natale. Anche quest’anno –

necessaria valutata e decisa dall’esperienza

come negli anni precedenti- chi ha accesso

del gruista che guida il processo cui lavora la

al ballatoio che appoggia sull’arco che, a

macchina.

metà via Monterone, connette i due alloggi

Che bella parola “macchina”. Un congegno,

antistanti, addobberà, con festoni e luci intermittenti gli elementi di cosmizzazione

con magari una serie di meccanismi,

post-sisma.

concepito dall’ingegno umano per potenziare

Si tratta di travi d’acciaio e

supporti in legno fissati per reggere le

di molto quello che l’uomo può compiere con

strutture e là collocati a mitigare la

le sue forze. A pensarci quasi suggerisce

devastazione del terremoto, per sostenere

fiducia nell’umanità. Semplice e magnifica,

l’esistente lesionato. Se da un lato l’addobbo

questa macchina s’impiega da millenni per

di quel cavalcavia a loggia suggerisce un

sollevare e spostare merci e materiali

desiderio di normalizzare il trauma subito,

quando dislivelli e ostacoli al suolo non

dall’altro ne sottolinea l’evidenza e finisce

consentono di movimentare quanto serve

assurdamente per attestare una sorta di

alla costruzione in altro modo. Chissà come

coscienza della temporalità, proprio nel

si fa a diventare gruista – se c’è un corso,

tentativo di negarla.

dove si fa pratica, se si desidera diventarlo o accade per caso di trovarsi in quella cabina di regia logistica. Ci sono sogni e desideri che da bambini sono intensi e da adulti rischiano a volte di affiorare come semplici curiosità. La guardo assorto, mentre si muove e si avvicina e si allontana secondando il lavoro dei muratori che disfano e rifanno i muri lesionati per ripristinarne la portanza. Là, la gru già c’è. Qui han detto che dovranno montarla, che dovremo lasciar casa per almeno 6 mesi, lasciarla a loro per consolidare e rendere di nuovo abitabili queste mura che da oltre 200 anni i miei hanno abitato. Mai, per così tanto tempo qualcuno di noi sarà mancato da questa casa. Ma non si sa quando accadrà. - 35 -


Di tutto e niente coscienza della temporalità, proprio nel

semplicemente casuali nel manifestarsi -

tentativo di negarla. Quel gesto d’addobbo è

quel cicalino suggerisce – sento mi

un gesto per comunicare l’affermazione

impone - di prestare attenzione alla

dell’esistenza di chi c’è e abita non solo

precarietà del tutto, a non distogliere lo

quell’appartamento -in quella via in quel

sguardo dalla fragilità.

paese- ma anche la storia - che certamente è

Sono con la mente andato troppo lontano.

fatta di un oggi eternamente differente da

In realtà il cielo è azzurro, il sole splende e

ieri e da domani, ma costituisce anche la

mi scalda, mentre me ne sto qui seduto in

tragica rappresentazione di contraddizioni

balcone. L’ultimo spicchio di mela che tengo

ineliminabili che si susseguono e non si

ancora in mano mi s’è annerito un po’. La

compongono.

polpa del frutto, messa a nudo s’è ossidata,

Quest’anno, ad esempio, l’anniversario della

ancora buona da mangiare ma meno bella

grande scossa di terremoto, quella che ha

da vedere. Le mandorle le ho mangiate

cambiato faccia a 1000 chilometri quadrati

senza accorgermene. La bottiglietta

nel cuore dell’Italia non è stata ricordata

dell’acqua è vuota. Non mi rimane che

quasi da nessuno. A quella ferita se n’è

mangiare l’ultimo spicchio per finire la mela

sostituita un’altra più pressante e rapida – la

e iniziare …

ferita aperta è comprensibilmente

La mangio con la buccia e mastico

l’epidemia, e siamo ben lontani

lentamente. Iniziare, si, certo –nonostante

dall’immaginare quando si possa

tutto è ancora mattino.

rimarginare. Il “ciclopico monolite” s’è sfranto. Non ci può esser competizione tra

* Giuseppe Rensi, “Lineamenti di filosofia

emergenze in cui turbina “un pulviscolo di

scettica”

mondi infinitesimali, sicuri nella loro eterogenicità senza giudice di incorporar ciascuno la verità, di adeguare ciascuno la ragione”*. Senza la regolarità dell’intermittenza delle luci natalizie, con sequenze che rasentano l’assurdo – ma in realtà (ammesso che questo sia un modo di dire che custodisce un senso) in realtà si tratta di allarmi sonori successivi - 36 -


Di tutto e niente

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Generazioni Connesse DAL BLACK FRIDAY AL NATALE: LA LUNGA GALOPPATA DELL’ECOMMERCE Che scelte possiamo compiere per aiutare i negozi di prossimità senza rinunciare all’online? Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice Lo avete notato? Da qualche settimana è

Eppure, molti di questi punti vendita si sono

tutto un fiorire di spot sul Black Friday: una

attivati, nei mesi scorsi, per essere accessibili

giornata di “occasioni” imperdibili che

anche online: Pagine Facebook, account

permetterebbe ai consumatori di portarsi

Instagram, numeri aziendali di Whatsapp,

avanti con i regali di Natale accaparrandosi

informazioni dettagliate su Google My

gli oggetti del desiderio a prezzi più

Business sono tutte azioni che numerose

vantaggiosi del solito.

attività hanno intrapreso. Uno sforzo non da poco che merita di

Il Black Friday (ovvero il primo venerdì dopo

venir riconosciuto. Se non altro in chiave

quello del Ringraziamento) nasce in America e

“egoistica”: chi avrebbe voglia, in fondo, di

sulle sue origini circolano innumerevoli

svegliarsi (in un futuro non troppo remoto) in

leggende metropolitane, come spiega bene

una città priva del calore umano e della

questo articolo di Wired https://www.wired.it/

comodità dei negozi di prossimità?

play/cultura/2017/11/23/vera-storia-blackfriday/

Trovandoci quindi in questo momento particolare dell’anno, ecco che cosa

Ormai il venerdì nero degli acquisti scontati

possiamo fare per dare il nostro

spopola anche in Italia e quest’anno è

contributo al commercio al dettaglio:

prevedibile che - complici le restrizioni che

interessano buona parte del Paese e il fatto

(dalla cartoleria alla pelletteria, dalla

che in ogni caso sia meglio evitare negozi

profumeria al negozio di abbigliamento) per

affollati – da oggi a Natale la maggior parte

domandare loro se hanno attivato servizi

delle persone sceglierà di fare le proprie

online; se abbiamo una mentalità più

compere online piuttosto che frequentare

investigativa, ci basterà verificare noi stessi

fisicamente i negozi del quartiere.

con una rapida ricerca.

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Chiamare i nostri negozianti di fiducia


Generazioni Connesse •

Consultare il nostro Comune di

Come consumatori abbiamo la possibilità

residenza per capire se esiste un elenco di

di fare una scelta. E non si tratta fra la

negozi che effettua consegne a domicilio: a

scelta di rischiare in posti affollati e quella

Milano, per esempio, l’elenco c’è ed è molto completo per quanto riguarda l’alimentare (https://www.comune.milano.it/web/ milanoaiuta/spesa-a-domicilio). Personalmente amo fare – e ricevere – regali commestibili, quindi ecco una buona pista da esplorare!

di tutelare la salute comprando online: si tratta solo di scegliere come e dove spendere il denaro che ogni anno destiniamo al Natale. Dal canto mio, non vedo l’ora di bighellonare su https://www.bookdealer.it/, il nuovo sito delle librerie indipendenti italiane, o di

Se preferiamo optare per i

scoprire che cosa hanno in serbo per me i

marketplace (come Amazon per intenderci)

tanti punti venditi della città in cui vivo. Sono

cerchiamo di individuare i piccoli negozi che

sicura che le idee per i regali non

si avvalgono di queste piattaforme per

mancheranno e che mi sentirò felice dando il

vendere online.

mio contributo al commercio di prossimità.

Il momento è delicato e, per molti negozi, la pandemia ha rappresentato un grave danno economico. Questo non solo in Italia, naturalmente: lo dimostra il fatto che i nostri vicini d’Oltralpe hanno lanciato l

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#NoelSansAmazon firmato anche da alcune importanti personalità politiche francesi come la sindaca di Parigi Hidalgo Foto di Brooke Lark su Unsplash

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Nostalgie MILANO, IL VIRUS E IL NATALE DELLA CONSAPEVOLEZZA La pandemia può essere l’opportunità per reinventarsi una festività autentica, ricca di valori e non di cose Di Enzo Primerano

Il Natale è alle porte e Milano è senza

sono stati sostituiti da un insolito silenzio

dubbio una delle capitali simbolo del

che si percepisce ovunque.

Natale: neve, freddo, nebbia che si

Mentre tutti ci soffermiamo a pensare

confondono con mille rumori e mille luci.

come sarà quest’anno il Natale,

Luminarie, mercatini e traffi co rumoroso

scorrono nella nostra mente i Natali

che stringono in un dolce assedio la città,

precedenti. Il giorno in cui si ricorda la

mentre messaggi subliminali veicolati da

natività di Cristo è sempre stato un

jingle natalizi ammaliano persone che con

portentoso catalizzatore di emozioni,

nervosa frenesia si caricano di pacchi

nel bene e nel male. I ricordi riaffi orano

luccicanti. Questa è l’ormai consolidata

alla mente, quasi fossero stampati nel

unità di misura del nostro amore verso gli

nostro genoma, portando gioia,

altri: io sono perché consumo, e tutte le

ammonimenti, buoni propositi per il

nostre emozioni vengono pesate su

futuro. Ma il Natale è in grado di

questa grottesca bilancia dei valori che

enfatizzare queste emozioni solo

scandisce le nostre vite. Ma quest’anno

attraverso il calore umano di un bacio, di

qualcosa è cambiato. Il vento di una

un abbraccio, di una stretta di mano. Il

orribile epidemia ha diffuso nel mondo un

contatto che contraddistingue questi gesti

virus mortale lasciandoci terrorizzati e

è la prova più consolidata della fratellanza

annichiliti. Il senso della vita è stato, nostro

che con tanta diffi coltà abbiamo

malgrado, resettato e riproposto nella sua

conquistato nei millenni. Adesso, questa

originaria crudezza. In pochi mesi tutto,

misteriosa epidemia ci ammonisce che

come per misterioso sortilegio, sembra

dietro ogni abbraccio possono celarsi

scomparso. I rumori del traffi co, lo

insidiosi contagi: sapremo farne a meno in

sferragliare del tram, il vociare della gente

virtù dello stesso amore che ci ha sempre

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Nostalgie portato a stringere i nostri cari?

siciliano”. Quel senso di città cosmopolita e

Milano ha incassato con difficoltà questo

multietnica che hai sempre avuto e che non ha mai smesso di accogliere tra i tuoi figli

colpo inferto dal destino. Il capoluogo

tutte le persone di buona volontà.

lombardo ha da sempre rappresentato la

Così scriveva un grande cittadino milanese

straordinaria operosa formica che può

d’adozione, Ulrico Hoepli, nel 25°

permettersi di fare la bella vita da cicala, ma

anniversario del suo arrivo a Milano dalla

ora deve frenare la sua naturale operosità a

lontana Turingia e che fu riferimento di

causa della pandemia in corso. Ciò non

cultura e insegnamento dell’operosità

toglie che sia la stessa città che nei secoli ha

meneghina: “Dopo venticinque anni di

subito dolori, guerre, pesti e carestie,

soggiorno costante e di lavoro iterato, la bella

sapendo sempre - al momento giusto-

e generosa città che mi ospita è ormai

sfoderare una prestigiosa forza attraverso

diventata la mia città; vincoli di affetto,

la solidarietà, l’amore e l’operosità.

reciprocità di relazioni e di vicende cotidiane

Tu, Milano, mi insegni che quando il

mi danno l’illusione di credermi suo legittimo

bicchiere è mezzo pieno bisogna riempirlo

figlio “.

in silenzio, senza tante storie, lavorando e

Come ci reinventeremo questo Natale?

sudando, per poi godersi la vita come

Sostituiremo la rossa tavola imbandita con

ricompensa alle fatiche. “Milano che

monitor al posto di ogni commensale in una

quando piange piange davvero” diceva

stravagante videoconferenza bizzarra e

Lucio Dalla che la amava e la odiava; la

triste? Dove sarà collocato il panettone

nostra grande mela che “respira anche con

virtuale di quest’anno? Magari la sua fragranza e il suo il profumo verranno forniti da una “app” che facilmente potrà essere scaricata dall’ultimo modello di cellulare? Il panettone è il simbolo del Natale per eccellenza che, nella sua essenza, esprime uguaglianza e fratellanza nella condivisione della tavola: sarà molto difficile reinventarlo

Il video di “Milano” è su Youtube a questo link

o farne a meno. Ma da sempre, non

un polmone solo” e che “se le fai una

scordiamolo, questa è la festa dei bambini

domanda in tedesco e ti risponde in

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Nostalgie che, nel calore delle famiglie, accolgono un

un forzato isolamento degli Over dal resto

simbolico vecchio che lascia regali e moniti

della popolazione. Siamo forse giunti a quel

di saggezza barattandoli con un sorriso.

bivio della nostra evoluzione in cui è necessario abbandonare l’antico per proiettarsi in una dimensione futura? Probabilmente sì. Non sarà un Natale virtuale ma un Natale molto più vero di tanti altri, dove invece di scambiarci

doni materiali ci

scambieremo quei ricordi unici e irripetibili che sono le emozioni di tutta un’esistenza. Non sarà un Natale triste ma sarà il Natale della Consapevolezza di ognuno di noi, durante il quale rimettere al centro entusiasmi e passioni che la festività ci

Foto di Islander Images su Unsplash

riaccende,

Un vecchio. Con i suoi acciacchi e malanni,

svincolandoli da tutti i luccichii

materiali ed effi meri. Volete scommettere

ma ricco di tutta quella saggezza scaturita

che sapremo farcela ancora una volta?

grazie ad un vissuto che è necessario

Con il buon senso che ci giunge dal cuore

trasmettere ai giovani per non farli cadere

perché “il cuore è il motore ed il cervello il suo

nei tranelli della vita. Solo la saggezza della

fedele servitore”. Che sia il più bel

tarda età permette di trasmettere tali

meraviglioso Natale di pace e fratellanza per

principi alle giovani generazioni per

tutti!

impedire che inciampino nelle medesime trappole del passato. Già l’uomo di Neanderthal aveva compreso l’importanza nella tribù degli anziani, in quanto preziosi narratori delle astuzie della caccia e della sopravvivenza. Eppure oggi, per circoscrivere l’epidemia, le ferree regole del distanziamento “sociale” (molto più appropriato chiamarlo “fisico”), impongono - 42 -


Nostalgie

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Disabilità in pillole LE PERSONE CON DISABILITÀ FANNO ALL’AMORE? Disabili e sesso, non perdiamoci un’occasione Di Antonio Giuseppe Malafarina - giornalista e blogger

Fare all’amore è una festa. Almeno

persona che non vede oppure non sente può

dovrebbe. Non sempre è tempo di baci

non avere problemi sotto questo punto di

sotto il vischio e in intimo rosso, come

vista, o averne pochi. Una persona con un

durante il Natale. Ogni tempo è buono per

disagio psichico o relazionale, al contrario,

amoreggiare ma per alcuni è atto diffi cile.

può averne molti. Questo perché benché

Credo che molti si siano chiesti se le persone

l’apparato fisiologico funzioni perfettamente

con disabilità possono fare all’amore o, più

quello mentale può non essere avvezzo alla

prosaicamente, se possono fare sesso. È un

pratica. Ci può essere, per esempio, un

discorso complesso con una risposta che io

rifiuto del rapporto fisico per il naturale

ritengo doverosa, semplice e universale, ma

disagio che una persona con una di queste

bisogna arrivarci.

disabilità prova nei confronti dell’altro

Innanzitutto diciamo che esistono patologie e problematiche di vario genere che allontanano dalla pratica amorosa. E questo riguarda la collettività degli abitanti il pianeta Terra. Il punto di partenza, dunque, è questo: come guardando a una persona qualunque non la riteniamo impedita alla pratica sessuale, così dovremmo fare con le persone con disabilità. L’essere in carrozzina in molti casi non inibisce la funzione fisica degli organi preposti alla sessualità, per entrambi i sessi. Ma la disabilità non è solo quella delle persone sulle ruote. Apparentemente una

( infatti, sappiamo che alcune disabilità rendono l’altro una persona ostile, malaccetta). Ci possono essere paure di un ignoto che la società porta a rendere più misterioso, con i propri tabù sulla sessualità. Non tutte le persone con disabilità sono abituate a vedere la nudità altrui e accostandosi possono provare paura, se non orrore. Ma generalizzare non è corretto. Se non esiste di fatto un’educazione sessuale per l’adolescente ordinario, tantomeno esiste per le persone con disabilità che sino a non molti decenni fa vedevano trascurata - 44 -


Disabilità in pillole questa opportunità dagli stessi operatori. In

costruire una cultura dell’amore, o del

alcuni casi si interveniva per inibirla. C’è,

sesso. Anzi, dell’amore e del sesso.

quindi, tutto un aspetto sociologico da

Tornando alle questioni funzionali della

tenere in considerazione quando si

persona, va detto che in anni recenti si sono

pensa alla sessualità e soprattutto a

sviluppati interventi per favorire i rapporti di

quella delle persone con disabilità.

coppia.

Peraltro la disconoscenza dell’altro, spesso

Esistono servizi specializzati, farmaci e

ingenerata da questo generale tacere,

persino ausili preposti, come certe

comporta un’altra grave e fondamentale

carrozzine che dovrebbero favorire l’atto

carenza, cioè quella di affettività. I due

sessuale. Ci sono poi vere e proprie

aspetti non necessariamente si fondono,

aberrazioni, come quella delle persone che si

ma frequentemente si incrociano; pertanto,

innamorano delle protesi e provano piacere

se per una persona è difficile concepire la

sessuale con questi strumenti o con le parti

carezza di un’altra, perché una certa diffusa

del corpo preposte, per esempio le parti di

cultura ignora le persone con disabilità al

gamba dove la protesi si innesta. Questo non

punto da negare un tale gesto d’affetto,

riguarda persone con disabilità, ma persone

ancora maggiore è concepire la possibilità

senza disabilità che vivono questa

di giovarsi di un atto sessuale.

dimensione nel rapporto sessuale.

La letteratura in questo campo si perde,

Ha suscitato polemiche l’introduzione

soprattutto negli ultimi anni. Quelli dove

dell’assistente sessuale, non una persona

anche la cinematografia ha iniziato a

che vende il suo corpo ma uno specialista

trattare la questione della sessualità delle

formato per aiutare la persona ad affrontare

persone con disabilità, pur lasciando ancora insoluto il problema. Pertanto siamo di fronte a un problema di rapporto, di rapporto con l’altro che la società, tutti n o i , d e v e i m p a r a r e a d a ffr o n t a r e iniziando a concepire che le persone con disabilità non sono asessuate. Non hanno neppure un diritto all’amore, perché nessuno ce l’ha. L’amore non è un diritto, ma la negazione al poterne affluire diventa prevaricazione. In buona sostanza, bisogna

Foto di Paul García su Unsplash

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Disabilità in pillole la sessualità. In molti Paesi esteri esiste,

strada alla fruizione dell’affettività, da ambo

mentre in Italia non c’è una

le parti. Forse è più di affettività che di

regolamentazione: non si vuol creare un

sessualità che abbiamo bisogno. E

alter-ego della prostituzione, si deve capire

dovremmo riflettere su quanto possa fare

a chi concederlo e con che modalità, e non

meglio nei momenti di difficoltà la presenza

deve riguardare strettamente il sesso. Si sta

di una persona affettuosamente vicina

riconoscendo ad esso il ruolo di operatore

piuttosto che di una sessualmente

all’emotività, all’affettività e alla sessualità

disponibile. E qui il cerchio si chiude, con una

(O.E.A.S.). Intanto alcuni ricorrono alla

riflessione molto personale. Ciò che

prostituzione e nell’adolescenza i genitori,

contraddistingue un rapporto intenso,

soprattutto le madri, provvedono a

anche e prevalentemente carnale, è la

soddisfare gli istinti con pratiche

complicità fra le parti. E questo riguarda

onanistiche.

tutti, perché un salutare connubio non può

Riassumendo, ci troviamo di fronte a una

prescindere dalla capacità di andarsi

certa quantità di persone con disabilità che

incontro l’uno all’altro con consapevole

devono essere guidate, assistite, nel

giocosità. Ed è questa la risposta alla

rapporto con la sessualità coinvolgendo

sessualità di cui parlavo in apertura e che

specialisti a tutti i livelli, e c’è una società che

prescinde dalla piena funzionalità delle

deve concepire la sessualità dei disabili, cui

funzioni preposte al sesso: complicità.

non è concesso l’amore per diritto ma cui

Quando c’è questa, sempre, ci si appaga con

neppure deve essere negato per

entusiasmo fisico anche solo sfiorandosi la

impreparazione. Emerge la necessità di

punta del naso.

migliorare la fruizione del rapporto con l’altro, anzi di costruirla completamente: da una parte la persona con disabilità guidata alla conoscenza del proprio corpo e delle funzionalità amorose, e dall’altra la società che deve favorire la relazione con l’altro disabile, non perché obbligata ad amarlo o a espletare le sue funzioni sessuali, bensì per non precludersi la possibilità di godere della relazione anche con le persone disabili. Questo apre la - 46 -


DisabilitĂ in pillole

Foto di Shwa Hall su Unsplash

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Scienza CON LE MASCHERINE ECCO LA RISCOPERTA DELLO SGUARDO Ma è proprio vero che gli occhi sono lo specchio delle emozioni? Di Enzo Primerano

Nelle tante sfaccettature quotidiane che

cognitive che la ragione non riesce a

questi tempi ci costringono a vivere ecco

vedere. Tanto proibitivo per la ragione

l’ultimo recente test di sopravvivenza:

quanto innato nell’intuito di ognuno di noi.

vedere, riconoscere e capire il prossimo con

Certo, tutti avremmo fatto a meno di

il viso coperto da una mascherina. Volti che, restando celati, focalizzano l’attenzione sul più misterioso strumento

di

empatia:

lo

questo esercitazione evoluzionistica di sopravvivenza ma, ancora una volta, ci adatteremo alle necessità. D’altra parte Darwin era stato chiaro:“Non il più

sguardo. A questo

forte né il più

punto non è più

veloce ma solo la

necessario ridere,

specie che si sa

piangere, arrabbiarsi,

adattare è quella

impaurirsi, annoiarsi,

che riuscirà a

sbadigliare, fare le smorfie o ammiccare: un modo, insomma,

sopravvivere”.

per mettere a riposo i 36 muscoli che

A lungo i neuroscienziati hanno studiato la

articolano la mimica facciale …

neuroalchimia delle espressioni dello

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima,

sguardo per comprendere come siano

come suol dirsi, è sicuramente grazie

trasmesse reciprocamente le emozioni.

allo sguardo, che comprende una specie di linguaggio universale diffi cile da interpretare, ma che possiede all’interno tutte le chiavi della sopravvivenza, e che dimostra come l’istinto usi scorciatoie

Complessi circuiti neuronali oggetto di recenti ricerche vanno ad individuare alcune aree cerebrali che tendono a specchiarsi nelle emozioni altrui. E così pare nasca l’empatia, ovvero la capacità di

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Scienza comprendere appieno lo stato d'animo

che confermano o meno l’approvazione.

altrui, sia che si tratti di gioia sia di dolore,

Ci sono anche persone che temono lo

immedesimandosi pienamente nell’altro.

sguardo. Ciò succede nei timidi ma anche

L’adattamento a cui si richiama la teoria

nei mistificatori.Il timido fugge dagli sguardi altrui, spesso manifestando reazioni

darwiniana non è solo adattamento

vegetative quali arrossire o sudare.

ambientale ma anche adattamento tra

L’ingannatore, invece, rifugge lo sguardo

simili della stessa specie. Gli occhi

degli altri perché ne percepisce il potere di

guardano e si lasciano guardare, e questo

scrutare nella sua mente mentre elabora

rappresenta il più importante collante per

qualcosa di diverso rispetto a ciò che sta

l’espressione di un tessuto sociale. Essere

dicendo.

guardati conferisce inoltre accettazione,

Inoltre, è interessante notare che

disinteresse o addirittura rifiuto all’interno

comportamenti empatici siano stati

di un gruppo sociale. Esattamente come un

messi in evidenza anche tra uomo e

bambino che riceve l’approvazione dai genitori quando gioca o corre. Sentiamo, attraverso l’attenzione e gli sguardi altrui, quello che è il senso di appartenenza al gruppo. Lo sguardo, tanto spontaneo da sembrare un riflesso automatico, talvolta però ha bisogno di essere controllato o frenato. Guardare ed essere guardati è il mistero più grande della natura perché dentro uno sguardo vi sono tutte quelle

animali. I rapporti di accordo e complicità

misteriose alchimie e complementarietà

che si instaurano tra uomo e cane, inutile

che stanno alla base dei rapporti umani.

sottolinearlo, sono di una meraviglia

C’è poi lo “sguardo riflessivo”, che pone

disarmante. A questo proposito molte

attenzione alla relazione con gli altri

ricerche sono arrivate alla conclusione che i

concentrandosi

sull’ascolto. Ascoltare gli

cani, al pari degli esseri umani, hanno una

altri implica presenza con l’attenzione e

sofisticata facoltà di “cognizione sociale”. Lo

con l’interazione di feedback subliminali

sguardo, quindi, è una funzione organizzata,

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Scienza un istinto presente negli uomini, in alcuni

come una varietà di abilità sociali quali

primati e nei cani.

l’imitazione e l’empatia.

E nelle varie forme di espressione

In pratica, questi neuroni si attivano in

artistica? Senza dubbbdubbioio è tanto

modo simile, grazie a stimoli visivi e uditivi

diffi cile esprimere lo stato d’animo di uno

associati con le azioni degli altri. Quindi si

sguardo in un quadro o in una statua

può dire che i neuroni specchio ci aiutano a ricostruire nel nostro cervello

quanto arduo è in letteratura dare forma alle parole per esprimere le emozioni di uno

le intenzioni delle altre persone.

sguardo.

In conclusione, le vicende dei nostri giorni ci hanno fatto recuperare la cognizione

I neuroni coinvolti nello sguardo sono i

dell’importanza dello sguardo come

cosiddetti neuroni specchio. Una delle

imprescindibile funzione nella vita

funzioni svolte dal “sistema specchio” è

quotidiana, perché è lo strumento

proprio quella di seguire lo sguardo. Tale

attraverso il quale è possibile instaurare un

sistema fu introdotto da Giacomo Rizzolatti

dialogo pur restando in silenzio.

e Marco Iacoboni nel lavoro “Mirroring

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Scienza

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Scienza JOHN J. BONICA , GRANDE MEDICO CHE INSEGNÒ A COMBATTERE LA SOFFERENZA FISICA L’emigrato siciliano che scoprì l’importanza della terapia del dolore cronico Di Enzo Primerano Dopo l’incontro con Virginia Apgar

di otto anni, assistette all’operazione di un

proseguiamo con la serie dei grandi doc

ascesso al seno, realizzata dal medico

americani che posero le basi per la

locale con la collaborazione della madre.

moderna medicina di oggi.

Anche se di primo impatto svenne alla

La storia di

John J. Bonica narra le vicende avventurose del sogno americano di un giovane emigrato siciliano che scopre e insegna come curare tutte le forme di dolore. John J. Bonica nacque nel 1917 a Filicudi, una delle isole Eolie. Il sole il mare e quei luoghi hanno sicuramente giocato un ruolo importante per Giovanni Bonica nello studio e nel trattamento volti a lenire le sofferenze. Suo padre, Antonio Bonica, durante il periodo della prima guerra mondiale, venne eletto

vista dell’incisione, questa esperienza avrebbe lasciato in lui un ricordo indelebile, tanto che nelle sue memorie leggiamo come proprio quell’episodio fece scaturire in lui l’entusiasmo di fare il medico. La sua vita è stata un fulgido esempio del self-made man della tradizione americana. Il padre di John, vista la situazione diffi cile dell’epoca, decise di emigrare in America destinazione Brooklin (New York City) per

vicesindaco e, in seguito, direttore del

offrire una migliore prospettiva di vita al

servizio postale. La madre, Angela Zagame

futuro dei figli. Pur potendo contare sui

Bonica, era ostetrica e infermiera: perciò,

risparmi da parte, le leggi valutarie di

per i 2600 abitanti dell'isola, anche uno dei

allora gli impedirono di usarli, motivo per

pochi punti di riferimento nelle questioni

cui l’intera famiglia Bonica si rimboccò le

riguardanti la salute.

maniche per riuscire ad andare avanti.

John iniziò a restare affascinato dalla

Tutto andava per il meglio quando nel

medicina quando proprio a Filicudi, all’età

1934 il padre inaspettatamente morì e

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Scienza John dovette prendere in mano le redini

del mondo dei pesi medio-massimi. Ma le

della famiglia. Nonostante le avversità,

lesioni muscolari e articolari che dovette

grazie anche a tanti umili lavori, potè iniziare

subire durante quegli anni influirono non

a frequentare i primi due anni della Long

poco sulla sua salute. Ecco perché quando Bonica parla di dolore cronico e di

Island University. Fu lì che riuscì a

terapia del dolore, le sue considerazioni

distinguersi in ambito sportivo,

vengono non tanto dalla sua conoscenza

interessandosi al mondo del wrestling

accademica quanto dalla sua esperienza

amatoriale, pur rimanendo uno studente

personale.

lodevole. Inoltre, durante un incontro di

In ogni caso, come già accennato,

lotta, nel 1936, John incontrò Emma, una

nonostante il rilevante impegno richiesto

giovane donna di origini veneziane, con cui

dal wrestling, John non trascurò mai la sua

condivise il tetto coniugale per oltre 50 anni.

formazione universitaria. Pertanto nel 1938 si immatricolò alla Marquette University School of Medicine e, nei quattro anni restanti, si riconfermò un eccellente studente. Fu letteralmente rapito dall’anatomia del sistema nervoso, a tal punto che, durante il secondo e terzo anno, impartì lezioni di anatomia agli studenti appena immatricolati. Intanto era scoppiata la guerra. Laureatosi nel maggio del 1942 e sposata Emma Louise Baldetti, effettuò il tirocinio in anestesiologia, per diciotto mesi, presso il

Venne subito notato come wrestler da uno

Saint Vincent’s Hospital a New York.

dei principali esponenti dell’ambiente che lo

Un

anno dopo John si vide coinvolto in una

spinse a diventare professionista. Per

scena straziante che lo segnò

quattro anni fu considerato imbattibile in

inevitabilmente. Alla moglie, durante le

tutti i tornei che fece in giro per gli Stati

doglie per la nascita della loro prima figlia

Uniti. Nel 1938 vinse il titolo americano di

Angela Carol, venne somministrato un

campione nazionale e, l’anno dopo, quello

cattivo anestetico da un medico interno

canadese, per diventare nel 1941 campione

inesperto che ebbe un effetto quasi fatale, - 53 -


Scienza dovuto all’ipossia indotta dall’aspirazione di contenuto gastrico. Spinto da questo incidente, Bonica iniziò a finanziare una campagna mondiale per migliorare l’analgesia e l’anestesia nell’ostetricia. Terminata la specializzazione, nel maggio del 1944 ricevette un incarico importante: Responsabile del reparto di anestesia della sala operatoria, dell’organizzazione e della supervisione della terapia polmonare, della banca del sangue e della gestione dei pazienti con intenso dolore dovuto alle ferite di guerra, al Madigan Army Medical Center presso Fort Lewis a Washington (a quell’epoca il più grande ospedale militare americano, con 7700 letti). Fu durante il lavoro di direzione e

A lui si deve la consapevolezza che il dolore

organizzazione della struttura ospedaliera

cronico era pressoché sconosciuto, oltre al

che si accorse come la letteratura medica

fatto che neanche la letteratura scientifica

non desse il meritato spazio al controllo del

mondiale sembrava dargli adeguato spazio.

dolore. Cominciò così quella sua opera

Cominciò allora a studiare le problematiche

sopraffina con cui affinò le tecniche di

che affliggevano tali malati e assieme a

anestesia nelle varie discipline e, in particolare,

Dorothy Crowley, infermiera di Anestesia, e

nella analgesia da parto e nel

un neurochirurgo, Lowell E. White, fondò

blocco ai vari livelli delle varie terminazioni

presso l'Università di Washington la prima

nervose. Parallelamente, cominciò un’opera

Clinica del Dolore, basato su

di formazione dei medici che gli avrebbe

un approccio

multidisciplinare.

consentito di far sì che le sue metodologie

Fu questo il primo vero programma di

venissero usate dapprima in tutti gli

formazione inerente alla medicina del

ospedali degli Stati Uniti, per poi diffondersi

dolore, che poté dirsi pienamente concluso

nel mondo.

solo nel 1970. Lo studio partiva dal

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Scienza presupposto che problemi anche complessi

Il Papa gli scrisse:

sarebbero potuti essere curati più

“Il lavoro che stai compiendo è immensamente

efficacemente grazie ad un team di ricerca

importante per il bene dell'umanità, perché

interdisciplinario, in cui ogni membro

cerchi il sempre più importante contenimento

avrebbe contribuito con le proprie

del dolore fisico, dell'oppressione mentale e

conoscenze e capacità, al fine di sviluppare

spirituale che spesso il dolore fisico porta con

la miglior diagnosi e quindi strategia

sé “ (Papa Giovanni Paolo II, 26 luglio 1987)

terapeutica. Tutte le esperienze

Non si contano i libri tematici da lui scritti e i

accumulate e la pratica diffusa messe in

numerosi lavori scientifici inerenti al dolore

atto finirono per far parte di un

cronico. Numerose anche le affiliazioni e i

programma educazionale che portò nel

programmi di formazione registratisi in vari Paesi del mondo. Quest’opera culminerà

1953 alla pubblicazione di “Managment of

nella fondazione della IASP (International

Pain”, considerato ad oggi ancora la

Association for the Study of Pain) che si

Bibbia della Terapia del Dolore. Attorno al

occupa di tutti i programmi formativi e

1970 uscì la seconda edizione e, nel 1990,

sociali di cura del dolore e della sofferenza,

fu pubblicata anche una terza edizione.

e nel 1975 fu pubblicata la prima copia del

Giovanni Paolo II lo invitò a Roma e volle che

periodico “Pain”. John morì a circa un mese

una copia del suo Managment of Pain

di distanza dalla scomparsa della moglie

facesse parte della sua biblioteca privata.

Emma, che rappresentò per lui una perdita psicologicamente insuperabile, dal momento che lo aveva sempre seguito e affiancato per tutta la carriera. Colpito da un'emorragia cerebrale all'età di settantasette anni, si spense nell'agosto del 1994 presso il S.Mary's Hospital di Rochester, Minnesota. Per approfondire: https://www.ted.com/talks/ latif_nasser_the_amazing_story_of_the_man _who_gave_us_modern_pain_relief

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Sentirsi bene Informazione promozionale

MICROBIOTA, INTESTINO E ORGANISMO. FACCIAMO IL PUNTO? A cura della Redazione La scienza è una cosa grande, recita

la composizione del nostro microbiota sia

l’ultimo riuscito spot di Yakult. Ed è proprio

strettamente legata al nostro intestino. Ad

così, se consideriamo un binomio cui

esempio l’ambiente acido o la presenza di

abbiamo accennato tante volte in queste

determinate sostanze, comprese quelle che

pagine: microbiota ed intestino. Vediamo

“nutrono meglio”, possono favorire la

allora di approfondire e riassumere circa il

proliferazione di un certo tipo di flora e

loro rapporto sul nostro organismo. Non

creare questa diversità interindividuale.

per nulla, repetita iuvant.

L’intestino svolge molteplici funzioni

Per farlo dobbiamo necessariamente partire

indispensabili per il nostro organismo, che

dal microbiota intestinale, fino a pochi anni fa indicato con il termine “flora”: una parola che, benché meno precisa dal punto di vista microbiologico, senz’altro si prestava bene ad un paragone fra l’intestino umano ed un ecosistema molto ricco e variegato, al pari di una foresta di alberi. In sintesi, il microbiota è una “foresta” di microrganismi diversi tra loro – oggi si p a r l a d i c i r c a 3 8 t r i l i o n i d i microbi appartenenti a circa 1.000 specie – che interagiscono e formano un ecosistema specifico, eterogeneo da individuo a individuo, influenzato da numerosi fattori che favoriscono lo sviluppo preferenziale di alcune specie rispetto ad altre. Con questa premessa, si comprende come

sono influenzate dalla composizione del microbiota. Ad esempio, un intestino in salute può essere un importante scudo per contrastare l’ingresso di microbi dannosi nel nostro corpo. E ciò è particolarmente importante, se pensiamo che le pareti dell’intestino sono a diretto contatto con l’ambiente esterno. Fondamentale quindi il suo ruolo di organo immunitario. Per fare questo, non a caso, l’intestino è dotato di circa la metà delle cellule del nostro sistema immunitario. Con due importanti centri di Ricerca scientifica, Yakult svolge studi sul microbiota intestinale, in

individui sani e in diverse

condizioni patologiche, per capire in che modo la microflora intestinale influisca sulla

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Sentirsi bene salute nei diversi aspetti dalle funzioni

Comunicazione microbiota-cervello

digestive alle difese immunitarie, senza

Molti studi suggeriscono che le interazioni

dimenticare l’attività endocrina e quella del sistema nervoso. Al tempo stesso si continua a studiare la flora intestinale per conoscerne meglio la struttura e le funzioni e individuare batteri ancora ignoti.

tra il microbiota e l’ospite a livello dell’intestino portano al rilascio di molecole del sistema immunitario, neurotrasmettitori e metaboliti microbici che possono influenzare i messaggi

L’importanza del microbiota

neuronali ed eventualmente regolare le

La “flora” intestinale è la protagonista di

funzioni cerebrali e il comportamento. I

un’altra funzione del nostro intestino: essa è

ricercatori hanno dimostrato che il

infatti in grado di nutrirsi di sostanze che

metabolita microbico 4-etilfenilsolfato è

arrivano indigerite all’intestino, tipicamente

sufficiente per indurre un comportamento

le fibre, che vengono pertanto fermentate.

simile all’ansia nei topi e che il microbiota

Come risultato di

intestinale è in grado di modulare il

questo processo, si

sistema nervoso enterico, una rete di

ha la produzione di

neuroni che governa le funzioni del

diverse sostanze

tratto gastrointestinale. Inoltre, si è visto

u t i l i a l n o s t r o

che il microbiota sintetizza e risponde a

organismo. Una di

numerose sostanze neurochimiche, tra

queste, il butirrato,

cui la serotonina e il GABA (acido

aiuta ad esempio a mantenere in salute le

gamma-amminobutirrico), coinvolte nel

cellule dell’intestino stesso. La flora

comportamento e nelle attività cognitive

intestinale viene a contatto con tutto ciò che

umane.

ingeriamo, e che può avere su di essa un

Infine, molti metaboliti del microbiota come

effetto, positivo o negativo. Fattori che

gli acidi biliari secondari e gli acidi grassi

possono minare l’equilibrio del microbiota

a catena corta sembrano implicati nelle

sono ad esempio alcuni farmaci, come

funzioni gastrointestinali, nella regolazione

gli antibiotici. Un altro fattore può essere

della pressione sanguigna, nel ritmo

lo stress, che ci porta ad un’ulteriore

circadiano e nella funzione neuroimmune.

funzione del nostro intestino, ovvero alla

Sì, decisamente la scienza è una cosa

sua proprietà di “comunicare” con il cervello.

grande … www.yakult.it

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Sentirsi bene Il nuovo video di Yakult - del quale vi riportiamo alcuni fotogrammi - è disponibile su YouTube a questo link

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Sentirsi bene La “flora” intestinale è la protagonista di un’altra funzione del nostro intestino: essa è infatti in grado di nutrirsi di sostanze che arrivano indigerite all’intestino, tipicamente l e fi b r e , c h e v e n g o n o pertanto fermentate.

Le interazioni tra il microbiota e l’ospite a livello dell’intestino portano al rilascio di molecole del sistema immunitario, neurotrasmettitori e metaboliti microbici che possono influenzare i messaggi neuronali ed eventualmente regolare le funzioni cerebrali e il comportamento.

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SOMMARIO -8Generazione F A Natale con il Covid-19

- 38 Generazioni Connesse Dal Black Friday al Natale: la lunga galoppata dell’e-commerce

- 12 Foto d’autore Gocce di sole -14 Incipit Di chi è il Natale? - 18 Salute Quando il Natale serve agli Over a dare un nuovo senso a se stessi - 22 Stile Over Le canzoni di Natale - 26 Zibaldone L’argentiere. Una storia milanese

- 40 Nostalgie Milano, il virus e il Natale della consapevolezza - 44 Disabilità in pillole Le persone con disabilità fanno all’amore? - 48 Scienza Con le mascherine ecco la riscoperta dello sguardo - 52 Scienza John J. Bonica, grande medico che insegnò a combattere la sofferenza fisica - 56 Sentirsi bene Microbiota, intestino e organismo. Facciamo il punto?

- 30 Di tutto e niente Giallo Natale

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Immagini e fotografie

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ILLUSTRAZIONE DI ATTILIO ORTOLANI


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