F R E E
N.1
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Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: n° 258 del 17/10/2018
# I NOSTRI TEMI
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co m #scienza #sessualità #salute #bellezza #da
leggere (o rileggere) #da vedere/ascoltare #cose dall’altro mondo #pillole di disabilità #in forma #intervista con ricetta #”in movimento” #volontariato & associazioni #”di tutto e niente” #il personaggio #le ultime #voi
AT THE DESK
DIRETTORE RESPONSABILE Minnie Luongo DIRETTORE ARTISTICO Francesca Fadalti LA NOSTRA PREZIOSA REDAZIONE Marco Rossi Alessandro Littara Nicola Forcignanò Andrea Tomasini Antonio Giuseppe Malafarina Lisa Marino Francesca Fadalti HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Giovanni Caprara Antonino Di Pietro Paola Emilia Cicerone Gino Tomasini VIDEO MAKER Monica Sansone
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FOTO DI COPERTINA
FOTOGRAFA: Micaela Zuliani
SOGGETTO: Minnie Luongo
GENERAZIONE F
Noi che abbiamo 60 anni e oltre siamo la Generazione F. Perché? Per più motivi. Come ben spiegato nel libro di Serena Zoli “La generazione Fortunata”: siamo stati i primi a non conoscere direttamente la guerra, a vivere un incredibile boom economico, a poterci curare con gli antibiotici, a viaggiare, a coltivare la capacità di sognare. Poi, Generazione F perché nessuno come noi ha assistito ad una Fantastica rivoluzione tecnologica e informatica da lasciarci senza fiato: avevamo in casa il duplex e, quando occorreva per forza fare una chiamata, correvamo alla cabina telefonica più vicina, con la riserva di gettoni che ci portavamo sempre dietro (quando iniziai il mestiere di giornalista mi fu regalato un portachiavi con 2 gettoni, necessariamente due perché se fosse caduta la linea avrei avuto modo di chiamare comunque in Redazione); da un giorno all’altro non solo ci ritrovammo liberi di usare il telefono a nostro piacimento senza l’odiato duplex, ma scoprimmo il fax e poi una cosa meravigliosa che si chiamava segreteria telefonica. Per verificare che non fosse un sogno, spesso mi fermavo ad una cabina e con un macchinoso congegno mi chiamavo a casa per sentire se qualcuno mi aveva lasciato un messaggio. Non ci eravamo ancora ripresi che arrivò il computer: una cosa enorme che ci apriva ad un mondo insperato di collegamenti e della possibilità di fare a meno di qualsiasi enciclopedia. Un click e Google ci forniva tutte le risposte. E poi l’avvento del telefonino nella sua prima versione. Pesante e costosissimo, ma che ci sembrava paragonabile solo al teletrasporto di Star Trek. Con Facebook e i social rischiammo di perdere definitivamente la ragione e il sonno, nel tentativo di impararne il funzionamento.
di Minnie Luongo
Non dimentichiamoci di un’altra rivoluzione, quella della Foggia del vestiario cui abbiamo assistito noi adolescenti che, pur frequentando scuole pubbliche, eravamo obbligate ad indossare un grembiule nero, meglio se allacciato dietro, in modo da essere tutte omologate e senza pericolo di mostrare l’abbigliamento personale di ognuna di noi. Attenzione: si trattava sempre ed esclusivamente di gonne sotto al ginocchio e mai di pantaloni, usati solo per occasioni sportive, in pratica solo sulle piste da sci. E i nostri compagni maschi? Rigorosamente con pantaloni classici (i jeans erano ancora lontani) e maglioncini in tinta. Ad un certo punto lo shock: da Londra arrivò il ciclone Mary Quant e la sua minigonna, che diventò irrinunciabile per tutte noi da quando nel 1966 fu indossata da Leslie Hornby, una sciampista diciassettenne detta Twiggy (grissino). Da parte loro quasi tutti i maschietti si trasformarono in cloni dei mitici Beatles, vere icone di uno stile rivoluzionario: capelli lunghi a caschetto con la frangia e stivaletti neri. Altro capitolo: tutte le ragazze come me che nel 1973 avevano 20 anni o giù di lì scoprirono in quell’anno “Effe, il mensile femminista autogestito”. Indipendentemente dalle idee politiche, anche grazie a questa rivista scritta da donne con occhi di donne, potevamo prendere atto delle incredibili rivoluzioni civili in corso o che sarebbero seguite a ruota: divorzio, aborto, libertà di ricorrere alla pillola anticoncezionale, richiesta di uguali diritti per uomini e donne. E arriviamo al perché di questa testata. Parliamoci chiaro senza raccontarcela: sarà anche vero che i 60 di oggi equivalgono ai 40 di qualche tempo fa, che possiamo usufruire di trattamenti estetici e/o chirurgici per migliorare il nostro aspetto fisico, ma l’idea che sta alla base di queste pagine è diversa, così come noi over60 siamo differenti. Quindi, chi crede di trovare suggerimenti utili per assomigliare ai propri figli se non addirittura ai propri nipoti, non troverà qui dritte per le sue aspettative. O meglio, parleremo anche di questo ma da un’ottica particolare e con l’apertura di mente che ci ha regalato l’aver vissuto in un particolare momento storico.
GENERAZIONE F
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Dopo oltre 30 anni di giornalismo scientifico, come persona sento l’esigenza – al pari, ritengo, della maggioranza dei miei coetanei, indipendentemente dal lavoro svolto- di riflettere su me stessa. E’ sciocco barare sull’età e sul fatto che la maggioranza della vita è trascorsa. Ma noi sessantenni siamo diversi, ribadisco, e da qui voglio dare spazio a colleghi ed esperti per parlare senza tabù di argomenti che altrove vengono solo sfiorati, oppure affrontati con una sorta di pruderie o ipocrisia che noi cosiddetti baby boomers non abbiamo. Non abbiamo mai avuto perché non è nel nostro DNA. Al contrario, noi possediamo la capacità e l’intelligenza di approfondire con rigore e leggerezza allo stesso tempo qualsiasi tema, perché – per citare ancora Serena Zoli- “abbiamo i piedi nel Medioevo e la testa nel Duemila”. E, aggiungo io, disponiamo della giusta dose di arguzia, ironia e autoironia per parlare di sesso e sessualità, di coppie omo ed etero, di libri, esperienze personali. Senza peraltro rinunciare a scrivere di viaggi, salute, benessere, famiglia, tempo libero, attualità. Ma anche di depressione, di dipendenze varie, di problematiche di qualsiasi tipo. Ma vogliamo anche rispondere ai vostri quesiti e, perché no, darvi la possibilità di collaborare alle rubriche della testata con vostre riflessioni: quindi vi chiediamo di scriverci numerosi su un tema che vi sta a cuore. Volentieri lo pubblicheremo, indipendentemente dall’essere o meno giornalisti. Perché, ricordiamolo sempre, solo noi siamo una Generazione fortunata, folle e … perché no, anche figa. Fuori ma soprattutto dentro.
AT THE DESK
MINNIE LUONGO direttore responsabile e giornalista scientifica
Classe 1951, laureata in Lettere moderne e giornalista scientifica, mi sono sempre occupata di medicina e salute preferibilmente coniugate col mondo del sociale. Collaboratrice ininterrotta del Corriere della Sera dal 1986 fino al 2016, ho introdotto sulle pagine del Corsera il Terzo settore, facendo conoscere le principali Associazioni di pazienti.
Photo Chiara Svilpo
Ho pubblicato più libri: il primo- “Pronto Help! Le pagine gialle della salute”- nel 1996 (FrancoAngeli ed.) con la prefazione di Rita Levi Montalcini e Fernando Aiuti. A questo ne sono seguiti diversi come coautrice tra cui “Vivere con il glaucoma”; “Sesso Sos, per amare informati”; “Intervista col disabile” (presentazione di Candido Cannavò e illustrazioni di Emilio Giannelli). Autrice e conduttrice su RadioUno di un programma incentrato sul non profit a 360 gradi e titolare per 12 anni su Rtl.102.5 di “Spazio Volontariato”, sono stata Segretario generale di Unamsi (Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione) e Direttore responsabile testata e sito “Buone Notizie”. Fondatore e presidente di Creeds, Comunicatori Redattori ed Esperti del Sociale, dal 2018 sono direttore del magazine online Generazioneover60. Quanto sopra dal punto di vista professionale. Personalmente, porto il nome della Fanciulla del West di Puccini (opera lirica incredibilmente a lieto fine), ma non mi spiace mi si associ alla storica fidanzata di Topolino, perché come Walt Disney penso “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nel prossimo detesto la tirchieria in tutte le forme, la malafede e l’arroganza, mentre non potrei mai fare a meno di contornarmi di persone ironiche e autoironiche. Sono permalosa, umorale e cocciuta, ma anche leale e splendidamente composita. Da sempre e per sempre al primo posto pongo l’amicizia; amo i cani, il mare, il cinema, i libri, le serie Tv, i Beatles e tutto ciò che fa palpitare. E ridere. Anche e soprattutto a 60 anni suonati.
DOTTOR MARCO ROSSI sessuologo e psichiatra
è presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale e responsabile della Sezione di Sessuologia della S.I.M.P. Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e come esperto di sessuologia a numerosi programmi radiofonici. Per la carta stampata collabora a varie riviste.
DOTTOR ALESSANDRO LITTARA andrologo e chirurgo
è un’autorità nella chirurgia estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico nella falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni ‘90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo.
NICOLA FORCIGNANÒ giornalista
nato a Milano nel 1952, è giornalista professionista. Ha trascorso la sua carriera tra il “Corriere della Sera”, un po’ di televisione e “il Giornale” dove ha ricoperto la carica di vicedirettore. Ora è riuscito a trasformare la sua grande passione in un lavoro e dirige il mensile “Golf & Turismo “. Dal 20 novembre 2013 s’e’ trasferito a vivere (con grande gioia) a Phuket in Thailandia.
ANDREA TOMASINI
giornalista scientifico giornalista scientifico, dopo aver girovagato per il mondo inseguendo storie di virus e di persone, oscilla tra Roma e Spoleto, collaborando con quelle biblioteche e quei musei che gli permettono di realizzare qualche sogno. Lettore quasi onnivoro, sommelier, ama cucinare. Colleziona corrispondenze- carteggi che nel corso del tempo realizzano un dialogo a distanza, diluendo nella Storia le storie, in quanto “è molto curioso degli altri”.
ANTONIO GIUSEPPE MALAFARINA giornalista
nato a Milano nel 1970,giornalista e blogger. Si occupa dei temi della disabilità, anche partecipando a differenti progetti a favore delle persone disabili. Presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina. Coltiva l’hobby dello scrivere in versi, raccolti nella sua pubblicazione “POESIA”.
FRANCESCA FADALTI direttore creativo
nasce architetto eclettico, mentre passa da cantieri e negozi a cui ha dato il suo inconfondibile stile, si evolve nell’editoria con Millionaire, la Guida Io e il mio bambino e molteplici interventi di design di pubblicazioni tra cui ultima nata Style Glamping e, finalmente, Generazione Over 60!
LISA MARINO coach fitness
insegnante professionista di fitness ed ex atleta agonista, campionessa europea di Aerobica, volto fitness QVC Italia.
Monica Sansone video maker
operatrice di ripresa e montatrice video, specializzata nel settore medico scientifico e molto attiva in ambito sociale.
C O N T E N U T I
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A 60 NELLO SPAZIO Giovanni Caprara #Scienze
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DECALOGO VERSUS TUMORE AL SENO dalla redazione #Salute
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INVECE DI UN BILANCIO FACCIAMO UN RILANCIO DELLA NOSTRA VITA dalla redazione #da leggere (o rileggere)
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LE VIDEO INTERVISTE di Minnie #Salute
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DUE FILM CON PROTAGONISTE DUE ATTRICI SENZA ETA’ Paola Emilia Cicerone #da vedere/ascoltare
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IL SESSO IN ETÀ AVANZATA FA BENE ALLE DONNE MA FA MALE AGLI UOMINI. SARÀ VERO? Marco Rossi #Sessualità
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L’ANSIA DA PRESTAZIONE Alessandro Littara #Sessualità
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LA BELLEZZA È UN’EMOZIONE Antonino di Pietro #bellezza
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A 60 ANNI NON E’ ANCORA FINITA. C’E’ ANCHE CHI CERCA MOGLIE IN THAILANDIA Nicola Forcignanò #cose dall’altro mondo
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#Pillole di disabilità
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60 ANNI E VIVERE IN FORMA Lisa Marino
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LA STRADA DEI PENSIERI PER LA STAZIONE Gino Tomasini
LA VITA È PIÙ DOLCE CON UN PO’ DI CIOCCOLATA Francesca Fadalti
#”In movimento”
#Intervista con ricetta
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LE VIDEO INTERVISTE di Minnie #Volontariato & Associazioni
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IL SENSO DELL’ESSERE QUI Antonio Giuseppe Malafarina
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#In forma
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CON I CITY ANGELS GLI ANZIANI SEMPRE AL CENTRO Minnie Luongo
IL GIORNO RIGATO Andrea Tomasini #”di tutto e niente”
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DALLA REDAZIONE #Le ultime
#Volontariato & Associazioni
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LE VIDEO INTERVISTE di Minnie #Il personaggio
Perché questa rivista
La nostra è una testata che mancava. Vogliamo colmare questa lacuna raccontandoci: siamo gli Over60, una generazione fortunata perché non ha conosciuto direttamente la guerra, mentre ha potuto curarsi, viaggiare e coltivare la capacità di sognare. Inoltre, siamo una generazione particolare perché InQuietamente Pensante, grazie all’apertura di mente donataci dall’aver vissuto un particolare momento storico, che ci permette di parlare con competenza e leggerezza allo stesso tempo di qualsiasi argomento. Così, senza stereotipi o tabù (assenti nel nostro DNA), affronteremo vari contenuti: dal sesso alla salute, dalla scienza alla bellezza, dalla cultura al cibo... Forse siamo i soli (in realtà, più che numerosi) ancora in grado di assaporare “i momenti d’essere” (per citare Virginia Woolf) senza bisogno di manuali che ci insegnino come farlo, e di continuare ad essere giovani e rivoluzionari e folli senza apparire patetici. Il che non è proprio poco.
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GIOVANNI CAPRARA presidente UGIS Unione Giornalisti Scientifici Italiani
A 60 anni nello spazio
Foto gentilmente concessa da: Ufficio Stampa Agenzia Spaziale Italiana
#scienza
Sessant’anni in orbita. Sembra eccessivo, quasi impensabile. Invece Paolo Nespoli quando nel 2017 partiva per la sua terza missione, in questo caso verso la stazione spaziale internazionale, i sessanta li aveva già compiuti da alcuni mesi. Prima di partire gli chiesi se avvertiva l’età anagrafica. Ma lui fermandosi a pensare come non se ne rendesse conto, mi rispondeva che nella valutazione compiuta dagli esperti per dargli il via libera, chi decideva aveva considerato le sue capacità e non la carta d’identità. E così volava sulla casa cosmica e ci rimaneva per 139 giorni: era la seconda missione di lunga durata che compiva; la prima era breve, a bordo dello shuttle. Abitare lassù non è che sia una vacanza. L’organismo è sollecitato ai limiti estremi a causa dell’assenza di peso: il sistema circolatorio è sconvolto, la perdita di calcio nelle ossa è rilevante, l’apparato muscolare, cuore compreso, si indebolisce e riduce. Non a caso gli astronauti quando tornano sulla Terra dopo una permanenza del genere hanno bisogno, in media, di sei mesi per rientrare del tutto nella normalità. Ma gli astronauti nei loro lunghi soggiorni sono delle cavie per studiare il comportamento dell’organismo e trovare rimedi ad alcune anomalie che si manifestano anche sulla Terra, come l’osteoporosi negli anziani. Pensate che John Glenn quando partiva la seconda volta per lo spazio con lo shuttle aveva già compiuto i 77 anni indagando lassù le sue condizioni in rapporto anche all’età. E tornava senza problemi. Insomma, proprio guardando allo spazio, l’età è un riferimento sempre più labile per valutare le nostre possibilità e le nostre capacità. La ricerca e la vita migliore nel senso del benessere conquistato, rispetto al passato ci permettono di lasciar scorrere il tempo con vantaggi prima impensabili. Per questo la mente e il corpo vivono stagioni diverse ma comunque ricche mentre i calendari scorrono se l’entusiasmo e le passioni restano vivi.
DOTTOR MARCO ROSSI sessuologo e psichiatra www.marcorossi.it
Il sesso in etĂ avanzata fa bene alle donne ma fa male agli uomini.
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SarĂ vero?
#sessualità
Il sesso in età avanzata fa bene o fa
Tuttavia, è stato riscontrato che le
male? Una ricerca ha rivelato alcuni
donne appartenenti alla stessa fascia
aspetti relativi ai momenti intimi delle
di età non hanno corso questo rischio.
donne e degli uomini anziani.
Precisamente gli scienziati affermano
Dal comportamento sociale è emer-
che l’esito riguardante le donne cor-
so che le donne più anziane possono
rispondeva alle loro aspettative, ma i
beneficiare dei piaceri del buon sesso,
risultati sono stati più che sorprendenti
mentre per l’uomo non è affatto così.
per quanto riguarda gli uomini. Mal-
O meglio: anch’egli può trovare pia-
grado ciò, vi possono essere alcune
cere nel buon sesso in età avanzata,
possibili spiegazioni dietro questi ri-
ma è maggiormente soggetto al ri-
sultati effettivi. Per esempio, quando
schio di sviluppare problemi cardiova-
gli uomini invecchiano, hanno mag-
scolari come attacchi di cuore.
giori difficoltà a raggiungere l’orga-
I ricercatori hanno analizzato 2.204 per-
smo per motivi medici oppure di natu-
sone adulte di età compresa tra i 57 e
ra emotiva. Pertanto accade che gli
gli 85 anni. Dopodiché hanno analiz-
uomini tendono ad andare incontro
zato gli stessi casi circa cinque anni più
ad un livello maggiore di esaurimento.
tardi. Il rischio cardiovascolare è stato
Di conseguenza, quest’ultimo incide
misurato basandosi su aspetti fonda-
sull’organismo e comporta maggio-
mentali per quanto riguarda la salute.
re stress per il sistema cardiovascolare
In primis, l’ipertensione, la tachicardia,
per raggiungere un culmine. Questo
ma anche i disturbi cardiovascolari
fattore dunque non è affatto da sotto-
generali come ictus, infarto ed insuf-
valutare, poiché a lungo andare può
ficienza cardiaca. Ed ecco che cosa
danneggiare la salute.
hanno scoperto: gli uomini più anzia-
In realtà, possono insorgere delle dif-
ni che hanno fatto sesso almeno una
ficoltà se un uomo sta seguendo una
volta alla settimana hanno sviluppato
terapia sotto prescrizione medica per
una maggiore probabilità di malattie
il trattamento di una disfunzione ses-
cardiovascolari esattamente nel cor-
suale. Nonostante ciò, questa teoria
so dei cinque anni, dove hanno avuto
non è stata ancora confermata dalla
una vita sessualmente attiva, rispetto
scienza, poiché si tratta di casi piutto-
invece ai soggetti inattivi sessualmente.
sto rari ed isolati.
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Tuttavia, gli studiosi spiegano che l’assunzione di farmaci o integratori per il trattamento della disfunzione sessuale può causare degli effetti negativi per la salute cardiovascolare. Si tratta dunque di un insieme di fattori che possono incidere negativamente sulla salute degli uomini. Allo stesso modo, non sono da escludere i fattori emotivi, i quali giocano un ruolo fondamentale anche durante i momenti intimi ed il sesso in età avanzata. Ad esempio, gli psicologi affermano che avere frequentemente dei rapporti sessuali può portare alla luce una vera e propria dipendenza dal sesso, ovvero una sorta di impulsività sessuale a cui non si riesce a rinunciare. Questo tipo di dipendenza può scaturire dagli stati psicologici come ansia o depressione, le quali possono compromettere la salute cardiovascolare. Nonostante queste utili spiegazioni, sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare il problema di fondo, ovvero che fare sesso in età avanzata fa bene alle donne, ma fa male agli uomini. A tal proposito i ricercatori chiariscono che il sesso non è assolutamente qualcosa di negativo per le persone anziane. Avere dei rapporti sessuali in maniera moderata può apportare numerosi benefici per gli uomini anziani.
PROSSIMI SEMINARI CON CFP
25 gennaio 2019
Il sistema sanitario in Italia e in Europa: le best practices e le politiche del welfare - c/o Fast, p.le R. Morandi 2 - Milano Vengono presentati i dati dei 40 anni del Sistema sanitario nazionale e la sua evoluzione con l’implementazione di servizi innovativi per i pazienti (medicina personalizzata, ehealth, telemedicina, nuove app per patologie e di prevenzione, etc.). Viene spiegata l’evoluzione dei comitati etici e i progetti di comunicazione sui temi sanitari integrati tra pubblico e privato con esperienze italiane ed europee. Con contributi di: . Giulio Gallera, assessore al Welfare Regione Lombardia . Francesco Conti, Medtronic Italia . Marco Trivelli, direttore generale Ospedale Niguarda Ca’ Granda . Lorenzo Mantovani, professore associato Università Bicocca . Andrea Silenzi, VIHTALI.
25 febbraio 2019
Le città della salute: saperne di più per meglio informare e coinvolgere la cittadinanza - c/o Comune di Brescia, p.za della Loggia “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”: è questo l’obiettivo 11 che le Nazioni Unite desiderano realizzare entro il 2030. Sulla stessa linea l’organizzazione internazionale delle città e delle regioni; la sua visione 2018-2024 è modellata su: basse emissioni, natura, economia circolare, resilienza e attenzione alle persone. Siamo dunque tutti chiamati a collaborare per migliorare energia, trasporti, pianificazione urbana per mitigare gli effetti del clima e dell’ambiente sulla salute. Con contributi di: . Emilio Del Bono, sindaco di Brescia . Enrico Agabiti Rosei, professore emerito Clinica medica Università di Brescia . Laura Depero, ordinario Scienza chimica, Fondamenti chimici delle tecnologie . Francesco Donato, ordinario Scienze mediche, Igiene generale e applicata, Università di Brescia . Alberto Arenghi, associato Ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente, Università di Brescia . Marco Medeghini, direttore generale Gruppo Brescia Mobilità.
Per informazioni : ugis@ugis.it - tel. 02.77790322
DOTTOR ALESSANDRO LITTARA
andrologo e chirurgo
L’ansia da prestazione
Illustration by Margherita Mottana www.instagram.com/margherita.mottana/
#sessualità
Premessa indispensabile: la famosa
Passando meno sangue all’interno del
ansia da prestazione si manifesta a
pene, la rigidità diminuisce e le vene,
qualsiasi età. Tutti abbiamo presente
che precedentemente erano contro
in che cosa consiste. Si tratta di quel
la parete esterna del pene, comin-
desiderio fortissimo che prende l’uomo
ciano ad aprirsi; il sangue defluisce
quando vorrebbe soddisfare al meglio
all’interno e ritorna nell’organismo; il
la partner, ma proprio questo eccesso
pene si abbassa e si affloscia.
di trasporto produce una sorta di ef-
Nell’uomo,
fetto paradosso, con una carenza di
accorge di quanto sta accadendo, si
erezione e di non completamento del
ha una produzione ancora maggiore
rapporto. Tutto ciò si traduce in un’ine-
di adrenalina. Insomma, è come un
vitabile frustrazione e più ripercussioni
cane che si morde la coda: potremmo
psicologiche negative.
dire che è un vero circolo vizioso.
Ma perché si verifica questo? Com’è
Che fare allora? E’ vero che la
noto, l’erezione avviene perché af-
figura dello psicosessuologo è molto
fluisce il sangue all’interno dei corpi
importante, ma anche noi andrologi
cavernosi. Quando viviamo una fase
possiamo
d’ansia (da qualsiasi causa essa de-
una serie di rapporti soddisfacenti,
rivi) il nostro organismo reagisce sem-
validi, gratificanti. E’ nostro compito
pre alla stessa maniera: libera una
far capire all’uomo che la soluzione
serie di mediatori chimici, in particola-
al problema esiste, aiutandolo farma-
re l’adrenalina, che è un potente va-
cologicamente nelle prime erezioni.
socostrittore, cioè una sostanza che
In questo modo, una volta terminata
riduce l’afflusso di sangue nelle arte-
la fase della conoscenza e raggiunta
rie, soprattutto in quelle più piccole e
una maggiore confidenza con la par-
periferiche. Guarda caso, quelle che
tner, il paziente può continuare la sua
conducono sangue al pene sono tra
vita sessuale senza più aiuti farmaco-
quelle più piccole e periferiche...
logici.
che
inevitabilmente
intervenire,per
si
garantire
DALLA REDAZIONE “Fonte: I numeri del cancro in ITALIA 2017” di Aiom Artum”
Decalogo versus tumore al seno
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#salute
In Italia il tumore al seno colpisce ogni anno più di 50.000 donne e circa 500 uomini. Ottimi gli screening effettuati dalle agenzie socio- sanitarie territoriali, ma purtroppo non sempre sono sufficienti (molte donne si ammalano in età fuori dallo screening o nell’intervallo dei due anni fra un controllo e l’altro, senza dimenticare che per gli uomini non esistono programmi di screening). Ecco allora il decalogo stilato dal dottor Mario Rampa, responsabile Servizio di Senologia della Clinica San Martino di Lecco e consulente senologo per l’attività clinica di ricerca e formazione della Lega italiana per la lotta contro i tumori di Milano (https: //mariorampa.com/): 1. svolgere attività fisica regolare: trenta minuti al giorno sarebbe l’ideale 2. tenere sotto controllo il proprio peso corporeo 3. assumere regolarmente calcio e vitamina D. Quando il tempo lo permette esporsi alla luce solare, anche non diretta, per almeno 30 minuti al giorno 4. consumare ad ogni pasto frutta e verdura 5. bere un paio di litri di acqua al giorno 6. consumare cereali integrali: 25- 30 grammi al giorno 7. controllare le tabelle nutrizionali dei generi alimentari acquistati 8. consumare solo occasionalmente alimenti ad alto contenuto energetico 9. limitare il consumo di alcol 10. effettuare controlli periodici con strumenti specifici al fine di accedere ad una prevenzione su misura. “E comunque- precisa Rampa- si tratta di una patologia che in moltissimi casi spaventa più del nome. Cancro al seno è un’espressione generica che va indagata e affrontata, al fine di sconfiggerlo e godersi serenamente la vita”.
LE VIDEO INTERVISTE DI MINNIE
giornalista scientifica
A Milano la prima Transition Clinic per adolescenti con cardiopatie congenite che entrano nell’eta’ adulta Video intervista al dottor MASSIMO CHESSA
#salute Clicca sui cuori e Vai alle video interviste sul nostro canale YouTube Generazione Over60
A pieno regime il Registro della Regione Piemonte per monitorare gli adulti con cardiopatie congenite Video intervista alla dott.ssa GABRIELLA AGNOLETTI
PROF. ANTONINO DI PIETRO
Direttore Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano www.istitutodermoclinico.com
“La Bellezza è un’Emozione”
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#bellezza
Quando più di vent’anni fa scelsi di dedicare la mia vita alla dermatologia non immaginavo che avrei condiviso la maggior parte di ogni mia giornata con le donne. Il mio desiderio di studiare l’invecchiamento e gli inestetismi cutanei, capire i meccanismi fisiopatologici e cercare le terapie migliori non invasive, da subito cominciò a polarizzare su di me l’interesse del sesso femminile, molto più attento a questi problemi, molto più precoce rispetto al maschio, nel capire l’importanza e l’esigenza di una pelle ben idratata, turgida ed elastica. In tutti questi anni molte migliaia di donne sono passate sotto le mie mani: ho toccato i loro capelli, accarezzato i loro visi, le rughe, le macchie, ho palpato la loro cellulite e contato le loro smagliature. Con molte di loro siamo invecchiati insieme. A volte le ho illuse di trovarle molto più giovani della loro età, e so quanto bene ho fatto loro, in certi momenti difficili della loro vita. Non le ho mai ingannate con false promesse o terapie insicure. Spesso le ho deluse, negando i miracoli che mi chiedevano. Ho dedicato la mia vita alle donne, cercando di esaudire il loro desiderio di perfezione e di eterna giovinezza ma “amo le loro rughe”, le smorfie e le pieghe del volto con cui parlano in silenzio. Osservandole ho capito, in questi anni, che la “vera bellezza è un’emozione”. Parlo di quella bellezza vera, autentica, quella bellezza che differenzia ogni donna, l’una dall’altra, le rende uniche, con le pieghe d’espressione e quelle vibrazioni della pelle che trasmettono la gioia, l’ira, l’entusiasmo, la delusione, l’odio, l’amore. Un viso stragonfio di filler e paralizzato dal botox può apparire liscio e senza pieghe, ma perde ogni bellezza. In tutti questi anni mi sono sempre battuto per le donne “vere”. Ho consumato ore e ore nel far capire che la pelle si mantiene giovane solo se si punta sull’idratazione, il turgore, l’elasticità, se si stimolano le cellule a rigenerarsi e a migliorare il metabolismo. Molti conoscono le mie battaglie sulla pericolosità dei filler permanenti e quelle, tuttora in corso, per far conoscere la verità sulla tossina botulinica. Provo sofferenza nel vedere il viso di una donna deturpato dalle mani di un medico.
DALLA REDAZIONE
scelti per voi
Invece di un bilancio facciamo un rilancio della nostra vita La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare. Lo dice Jep Gambardella, protagonista del fortunato film “La Grande Bellezza”. Come dargli torto, riassume in sintesi l’autore del libro (Editorialista del Corriere della Sera e saggista), considerato che inevitabilmente si giunge ad un un momento (diverso da persona a persona) in cui “il se stesso di prima deve morire per poter rinascere a nuova vita. Perché la curva della felicità è una U e quando ti sembra di aver toccato il fondo puoi veramente risorgere”.
#da
leggere (o rileggere)
E’ un attimo per ritrovarsi al giro di boa, quello che coincide con il quarto quarto: è facile rendersi conto che, dividendo il tempo della nostra aspettativa di vita in quattro parti, siamo arrivati al quarto quarto. La consapevolezza che è iniziato il countdown verso la fine si verifica in genere una mattina mentre, guardandoci allo specchio, non ci riconosciamo del tutto- o più spesso- vediamo riflessa l’immagine di nostro padre o nostra madre da vecchi. E da quel momento tutto diventa diverso e, pur prendendo atto che la vita si è incredibilmente allungata, cambiano di colpo priorità e valori. Ma uscirne è possibile senza aggrapparsi al ventaglio di soluzioni che soluzioni non sono mai: fuga dalla carriera, avventure mistiche, ricorso a ridicoli interventi di chirurgia plastica, edonismo nei suoi vari risvolti... Alternando autobiografia a questioni del nostro tempo, Antonio Polito guida chi legge all’individuazione di una fase in cui avvertiamo un impellente bisogno di sobrietà, di “fare pulizia” e alleggerirci dai pesi inutili. Una metamorfosi che riguarda ogni aspetto del nostro io: l’essere figli o genitori, la frequentazione di amici, la dimensione amorosa, il rapporto con la tecnologia, la scoperta(o la riscoperta) del piacere. Per consigliare a tutti noi una via: avviare un percorso di perdita, per riconquistare noi stessi e tornare a diventare padroni del nostro tempo. Insomma, mollare gli ormeggi e riprendersi in mano la vita. La ricetta proposta, non religiosa ma laicamente spirituale al massimo grado, è la stessa su cui Platone ha fondato un’intera filosofia: la felicità consiste nel dare, non nel prendere. Il che non significa ritrarsi in se stessi, coltivando la memoria e il passato, né dedicarsi a fare solo opere di bene, ma al contrario vuol dire imparare a gestire al meglio la modernità, rimettersi a studiare, (ri)scoprire quegli insostituibili salvagente che sono la pazienza e l’umorismo, fare economia di tutte le parole inutili che pronunciamo e ascoltiamo ogni giorno. Obiettivo: risorgere mentre siamo ancora in vita.
PAOLA EMILIA CICERONE
giornalista scientifica
Due film con protagoniste due attrici senza eta’
The Wife - Vivere nell’ombra (2018) di Björn Runge con Glenn Close e Jonathan Pryce Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia una grande donna. Un detto che sembrerebbe confermato dalle prime scene del film, che raccontano con garbato realismo l’arrivo in casa del Grande Scrittore della telefonata che annuncia l’assegnazione del premio Nobel per la letteratura, l’abbraccio della Moglie Devota e i festeggiamenti degli amici. l compito di spiegare cosa nasconda la relazione apparentemente impeccabile tra un intellettuale un po’ tronfio e la sua paziente compagna di vita è affidato al resto della pellicola, sostenuta da dialoghi pungenti e ottimi interpreti, tra cui spicca un’eccellente Glenn Close.
#da
vedere/ascoltare
Che vediamo impegnata a proteggere dall’ego paterno un figlio aspirante scrittore, e soprattutto a fare i conti con quello che avrebbe potuto essere la sua esistenza, se le circostanze e la vanità del suo compagno non avessero deciso diversamente. Il racconto si snoda tra l’attualità delle celebrazioni svedesi e una serie di flashback sul passato della coppia, per costruire una storia dolorosamente umana di compromessi e infedeltà, al partner di una vita ma soprattutto alle proprie aspirazioni. Una vicenda da cui nessuno sembra uscire davvero vincitore, e tuttavia, “Non dipingermi come una vittima“, ingiunge la protagonista al biografo che cerca di svelare i retroscena della coppia, a confermare la complessità delle relazioni umane e di molte scelte esistenziali. Il Verdetto (2017) di Richard Eyre con Emma Thompson Fionn Whitehead e Stanley Tucci E’ uno di quei personaggi che non si dimenticano facilmente, la giudice Fiona Maye, e non succede spesso di vedere un ruolo di questo spessore affidato a una donna. Tanto più che il protagonista della storia vera che ha ispirato a Ian McEwan il romanzo da cui è tratto questo bellissimo film era in effetti un uomo. E con Fiona Maye Emma Thompson, fiancheggiata da coprotagonisti di tutto rispetto, dà vita a un personaggio intenso e difficile, una donna comprensibilmente immersa nel delicato compito di garantire i diritti dei minori in questioni dolorose: un ruolo che lascia poco spazio per la vita personale, e la porta a trascurare un marito innamorato ma insofferente. A travolgere un equilibrio già pericolante è l’incontro con un ragazzo, un testimone di Geova che alla soglia della maggiore età sceglie di rifiutare una trasfusione salvavita e si scontra con la legge - il British Children Act del titolo originale - che tutela i minorenni anche al di là della loro volontà. Un evento che mette in crisi il ragazzo, e lo porta a guardare alla sua salvatrice come a un punto di riferimento e forse qualcosa di più, provocando, nonostante l’iniziale impassibilità della giudice, qualche turbamento. Fino all’epilogo in cui accanto al drammatico confronto tra i protagonisti del film, sembra emergere uno scontro simbolico tra una giovinezza in cerca di assoluto e una maturità capace di ritrovarsi seguendo la strada del compromesso e del perdono.
NICOLA FORCIGNANO’
giornalista
A 60 anni non e’ ancora finita. C’e’ anche chi cerca moglie in thailandia
Foto by Michele Sigurani www.sigu.it
#cose
dall’altro mondo
Sì, lo so, è stata colpa mia. Quando, cinque anni fa, decisi di trasferirmi a Phuket, nemmeno per un istante pensai di lasciare Cristina a Milano. Poi, mi hanno spiegato che venire in Thailandia con la moglie è come andare all’Ocktober Fest e portarsi la birra da casa. In effetti… Ovviamente, su questa cosa mi diverte giocare con la parte migliore di me, la donna che da oltre vent’anni mi sopporta. Però, confesso che un pizzico di invidia guardandomi in giro la provo. E non solo perché da queste parti ci sono donne bellissime. Ma soprattutto perché molte di loro, ancora giovani, fanno copia fissa con i tanti stranieri, diciamo abbastanza maturi, che, come me, hanno pensato di abbandonare l’Europa e qui sono venuti a vivere. Se dico che molti sono emigrati per cercare in questo Paese meraviglioso il caldo tutto l’anno, il mare, le grandi spiagge bianche, i colori stupendi della giungla, il fascino di una vita semplice, sono quasi banale. Pure se vi dico che la grande attrazione è sicuramente economica non vi racconto nulla di nuovo: risiedere in Thailandia significa non pagare più tasse nel proprio Paese e spendere decisamente meno per vivere che nelle città europee. Ma c’è un altro perché migliaia di persone - single per vocazione, divorziati o vedovi - arrivati all’età della pensione, fanno i bagagli e si trasferiscono qui: le donne. Donne bellissime, dai lunghi capelli neri e dalla pelle morbida come seta. Donne sensuali, con il fisico asciutto, gambe magre e ben proporzionate e con piccoli seni. Donne mediamente molto dolci, un po’ all’antica rispetto alle europee, che concedono ancora all’uomo il ruolo di capo.
Foto by Michele Sigurani www.sigu.it
Ma, soprattutto, donne che sono attratte dallo straniero, così differente dagli svogliati uomini thailandesi, e che può offrire loro una vita più brillante, più facile e con molti meno pensieri. Una vita che prima era solo un sogno, un bell’appartamento se non addirittura una lussuosa villa con piscina al posto di un piccolo monolocale, una bella macchina che è meglio di una motoretta, frequenti cene in eleganti ristoranti decisamente più accattivanti dei baracchini dello street food, la possibilità d’avere nella borsetta qualche banconota senza più fare i conti con le monetine. Non si faccia confusione, però. Queste donne - che si fidanzano, spesso si sposano e molte volte fanno figli con gli uomini arrivati da lontano - non sono assolutamente da considerare “donne facili” o un po’ mignotte, come qualcuno potrebbe pensare. Di ragazze che fanno il mestiere accalappiando e facendosi accalappiare per una notte nelle migliaia di bar sparsi ovunque ce n’è un esercito. Ma quella è tutt’altra storia. Che se il Direttore vorrà un giorno vi racconterò pure. Vi parlo di donne che s’innamorano di un uomo diverso da quelli che hanno conosciuto finora: il thailandese non ama lavorare e poco fa per cercarsi un posto fisso e sicuro; mette facilmente in piedi famiglia e altrettanto facilmente l’abbandona senza sentirsi obbligato a contribuire al mantenimento dei figli che ha messo al mondo; è attratto dal gioco e da un pessimo whisky che viene prodotto da queste parti e fugge davanti a qualsiasi tipo di responsabilità. E’ per questo che lo straniero, anche se con i capelli bianchi e la pancetta, qui ha un fascino straordinario. E’ scappato dall’Europa dove ormai era un’attrazione solo per qualche vedova o vecchia zitella stanca di stare sola e, quando è sceso dall’aereo, ha trovato delle giovani donne che hanno cominciato a sorridergli. Due battute al supermercato o in coda per pagare la bolletta della luce elettrica. E subito ha pensato che, anche se passati i sessanta, vale ancora la pena di provare a sentirsi giovani e mettere su famiglia. Provate per credere.
ANTONIO GIUSEPPE MALAFARINA
giornalista
Il senso dell’essere qui
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Parlare di disabilità in una rivista come questa può far credere che la disabilità si intrecci particolarmente con quel gradino della vita che l’immaginario dei 60 anni fa pensare che esista. Una volta contro quel gradino ci si sbatteva, oggi lo si sale. È vero solo in parte che la disabilità riguardi particolarmente le persone sopra i sessant’anni. Le statistiche danno una rilevante incidenza di persone non autosufficienti oltre questa soglia d’età ma, mi permetto di aggiungere, questo succede solo molto superata la soglia. Pensare che la questione riguardi solo questo arco di tempo è fuorviante. La disabilità riguarda tutti, bando alla scaramanzia. Ce ne possiamo imbattere nello spazio di tutta la vita, anche per il solo banale tempo in cui siamo alle prese con un’influenza.
#pillole
di disabilità
Se da una parte l’invecchiamento fisiologico può condurre a disabilità, è parimenti vero che con disabilità si nasce, oppure si diventa, per esempio per un trauma facilmente incrociabile quando il furore della gioventù porta a praticare con disinvoltura avventure e sport estremi. La disabilità non ha età. E non guarda in faccia a nessuno. La disabilità è terribilmente democratica. Se non capita a te, come certo non auguro che capiti, la incontri per strada, in televisione, a scuola e sui giornali. Ti ci imbatti ovunque: nel cinema come nella storia, in letteratura come nei fumetti, su YouTube come nelle canzoni, e poi nell’arte, nella medicina e via dicendo. La trovi nel reale come nel virtuale. La disabilità riguarda le persone, per questo riguarda tutti e ogni ambito. E allora io e Minnie, che ce ne occupiamo da una vita, ci siamo detti: perché non parlarne nel nuovo giornale? Semplicemente per contribuire a farla conoscere. Non affronteremo fatti di attualità, parleremo della disciplina. Dei modi e delle regole la cui conoscenza può aiutare il nostro lettore, qualunque esso sia. Cercheremo di spiegare di che cosa si tratta, di quale sia il linguaggio corretto, di come si sia sviluppata nella storia e di come ci si debba comportare con le persone disabili. Forniremo pillole di disabilità come integratori del nostro sapere. Ci aiuteranno a non essere impreparati quando la incontreremo: nella carrozzina di un giovane che non sapremo se spingere o no, prescrivendo un farmaco con il linguaggio giusto, affrontando una notizia di attualità con la necessaria competenza per non ridurre il nostro parere a un puro esercizio vocale. È un progetto ambizioso, lo sappiamo. Ma siamo qui per provarci. Chi scrive lo fa con la consapevolezza che scrivere è confrontarsi con se stessi ad alta voce, dunque nell’intento di mettere a disposizione di tutti quel poco che l’esperienza e la dottrina gli hanno trasmesso. E con il desiderio di approfondirlo in crescendo.
LISA MARINO
coach fitness
Photo by RKhusen Rustamov on Pixabay
La prima lezione della nostra eccezionale personal trainer Lisa Marino 60 anni e vivere in forma! A
questa
età
è
fondamentale
avere
un
buon
tono
muscolare,
e non date retta a chi dice che dopo i 50 anni i muscoli non sono più in grado di tonificarsi!!! Assolutamente falso. Comincio oggi proponendo degli esercizi per tonificare i glutei (che sono muscoli posturali molto importanti), tutti facili da eseguire nella nostra quotidianità.
#in
forma
→ Il primo è un consiglio più che un esercizio: facciamo – sempre- almeno tre piani di scale per due volte al giorno. Solo ciò è capace di tonificare in modo completo i glutei. Ricordiamocene a casa, in metropolitana, in qualsiasi occasione ci capiti durante la giornata. →Secondo esercizio: in posizione eretta, appoggiamo le mani ad un tavolo o a una sedia ; quindi, portiamo la gamba destra dietro e la solleviamo da terra, mantenendola sollevata per 30”, poi cambiamo gamba. Questo
esercizio
deve
essere
ripetuto
per
cinque
volte
a
gamba.
Si tratta di un esercizio isometrico. Infatti, in assenza di movimento, la posizione si deve mantenere ferma, e questo rappresenta uno dei modi più completi e sicuri per tonificare i glutei. →Terzo esercizio: ci mettiamo in posizione quadrupedica (ossia “a quattro zampe”) e, appoggiati sulle mani e sulle ginocchia, solleviamo la gamba destra tesa dietro e facciamo dei piccoli cerchi con la punta del piede; sempre mantenendo la gamba tesa, immaginiamo di disegnare nel muro che sta dietro
la
nostra
gamba
dei
cerchi
con
la
punta
del
piede.
Anche quest’esercizio è ottimo per la tonificazione di tutto il muscolo del gluteo. Vi ricordo che tonificando i muscoli posturali che sono gli addominali glutei otteniamo una postura più corretta: postura che si nota soprattutto nella camminata, fondamentale soprattutto per noi donne. Non a caso i glutei, che sono formati da tre muscoli, originano tutti dall’osso sacro, dal coccige e dalla cresta iliaca, per andarsi ad inserire nel femore. E hanno la funzione di stabilizzazione della colonna per il mantenimento della posizione eretta e della deambulazione. Cominciamo ad allenarci con questi tre semplici esercizi, ricordando di essere costanti: la perseveranza è uno dei segreti del raggiungimento di qualsiasi obiettivo! Nei prossimi appuntamenti sarò ancora più chiara con il supporto di alcuni video da me girati in palestra.
FRANCESCA FADALTI
Racconti con un po’ di cioccolata Se vuoi mangiare bene, hai tanti amici, ti piace cucinare e hai una buona dose di passione legata a felice incoscienza puoi diventare cuoco e aprire un ristorante con tua moglie. È quello che hanno fatto due miei amici e, dovendo scrivere un pezzo su “folli” sessantenni, non ho potuto non pensare a loro. È così che il comasco Antonio e Patrizia, cresciuta in Piemonte, danno vita a “Il Grillo” in un’antica cascina immersa nel verde, con sale riscaldate da camini e il bellissimo giardino con grandi platani. Sono riusciti a creare uno spazio emozionante, elegante ed accogliente dove poter ricevere e soddisfare la “fame” dei propri clienti che diventano, come è capitato a me, subito amici perché qui ci si sente un po’ come a casa. Qui i contrasti di sapore e colore esaltano la creatività e la profonda cultura di Antonio. Lui crede in una cucina che permette di interpretare con la massima soggettività gli ingredienti, sempre mantenendo al centro il contenuto, il luogo e le stagioni. Chiedo ad Antonio di raccontarsi nell’ampia sala del ristorante dedicata all’accoglienza, dove due vecchie poltrone davanti al camino ci aspettano per questa chiacchierata. “A me piace il buon mangiare - racconta Antonio - e a casa avevamo spesso tanti ospiti, così io e Patrizia abbiamo pensato di aprire un ristorante.
#intervista
con ricetta
Il Grillo nasce un po’ per scherzo, un po’ per voglia di cimentarsi in qualche cosa di diverso rispetto al proprio lavoro, in un momento in cui c’erano tutti i presupposti per la riuscita di questa avventura. Mi ripeto, nasce per scherzo, e devo dire che alla fine è stato uno scherzo molto pesante: anche amici e conoscenti che si sono avvicinati a noi con la volontà di collaborare hanno poi desistito. Inizialmente ero cuoco alla sera e nei weekend; ora lo sono a tempo pieno. Vista da fuori l’immagine è coinvolgente, avvincente, anche un po’ romantica; vista dall’interno invece le cose cambiano notevolmente. Ci si misura con una realtà molto impegnativa sia fisicamente che psicologicamente, sei sempre a una “prima”, ogni piatto deve essere sempre perfetto, non deve avere difetti e lo stress da prestazione aumenta. Per me alla base di tutto c’è, ed è fondamentale per continuare, la passione e l’incoscienza. Nella cucina sento grande sensualità, un grande istinto, un coinvolgimento di tutta la mente”. Una tradizione che non ti aspetti è lo spunto della ricetta che Antonio ha pensato per noi e così ce la introduce: “È un primo piatto che vuole creare una corrispondenza per amorosi sensi. Un piatto che accompagni un po’ di tradizione con le memorie dei sapori, l’alchimia che nasce da un tocco di originalità e novità.
Photo by Francesca Fadalti
Ravioli con pasta al cacao
e una farcitura di cacio e pepe serviti su una crema di verza
Cacio e pepe sono un classico della cucina mediterranea. La nota tenue del cacao che forma l’impasto viene seguita subito dal sapore del pecorino e tutto viene compendiato da una bella grattata di pepe che esalta la gustosità e lega molto bene sia con il cacao che con il formaggio.” Dopo aver seguito le fasi di preparazione in cucina e rubato assaggi degli impasti, con Antonio ho gustato i suoi ravioli: questo piatto ha “anima”. È una cucina di ricerca e cultura, che solletica le emozioni.. Ricetta per 4 persone: a fuoco lento in un pentolino miscelare 200gr di ricotta di pecora e 200gr di pecorino romano grattugiato ed una abbondante grattata di pepe. Poi lasciare raffreddare il composto. Sciogliere gr 10 di cacao fondente in 2/3 uova intere, unire il tutto a gr 250 di farina bianca 0, impastare e rendere omogeneo il tutto. Tirare la sfoglia sottile e farcire dei ravioli rotondi (5/6 per porzione). Lessare gr 500 di verza in poca acqua, scolare, aggiungere un cucchiaio d’olio, mixare per ottenere una vellutata. Stenderla sul piatto, e sopra porre i ravioli cotti in abbondante acqua salata per 3/4minuti. Condire ancora con pecorino, pepe e burro versato. Vino consigliato: Lugana D.O.C. Brut metodo classico della cantina Famiglia Olivini, uno spumante di uve di Lugana, eletto uno dei migliori spumanti autoctoni d’Italia.
Ristorante Il Grillo
Via Chigollo, 6, 22070 Capiago Intimiano CO
TEL: 031460185 - info@ristorantegrillo.it
GINO TOMASINI
giornalista
La strada dei pensieri per
la stazione
Photo by Pexels on Pixabay
#”in
movimento”
Sono andato e tornato da Helsinki a piedi. Anzi, fate conto 200 chilometri più a nord, che non so cosa ci sia ma più o meno. Stamattina andando in stazione mi son trovato a pensare a quanti passi, quanti chilometri ho percorso in questi sette anni e mezzo da quando abito al Carmine (quartiere di Brescia, ndr) e ho provato a fare un calcolo approssimativo ma abbastanza veritiero. Al mattino faccio sempre la stessa strada, di solito ho altre priorità e scelgo la via più breve. La sera no, decido di volta in volta, dove mi portano la testa ed i pensieri. Non rinuncerei mai a questa passeggiata serale e solitaria lungo le strade della mia città. Mi consente di decantare, solitamente mi vengono idee che in quel momento mi sembrano geniali o progetti che magari non realizzerò mai ma che è stato bello pensarli. In 7 anni e mezzo ho calcolato di aver fatto più di 4750 chilometri. Sul treno ho provato a vedere su google maps dove sarei potuto arrivare. Non so perché ho scelto il nord come meta del mio peregrinare, io che amo il sud e il caldo. Forse il retaggio dell’infanzia, delle camminate legate ai monti, alla neve, al freddo. Istintivamente ho digitato Stoccolma: troppo vicina, poco più di 2000 chilometri. Helsinki è la città che si avvicina di più come distanza. Non sono mai andato ad Helsinki. Nemmeno a Stoccolma, per la verità. Pensare che potenzialmente ci sarei arrivato a piedi solo sommando il tragitto verso la stazione mi ha fatto un certo effetto.
MINNIE LUONGO
giornalista scientifica
Con i City Angels gli anziani sempre al centro
I City Angels hanno un occhio di riguardo nei confronti dei cosiddetti anziani. Perché non tutti sono supermen come i più fortunati, ma spesso rientrano in una categoria debole e vulnerabile, specie quando le vicissitudini della vita li ha messi con le spalle al muro. “Nei nostri quattro Centri d’accoglienza, tre a Milano e uno a Busto Arsizio, se mancano posti diamo loro la priorità rispetto ad altri utenti più giovani e forti – dice Mario Furlan, fondatore dei City Angels. E aggiunge: “Lo stesso facciamo sulla strada. In tutte le 21 città in cui operiamo privilegiamo loro se non abbiamo cibo o vestiti per tutti”. Sede Centrale: Via Taccioli, 31- 20161 - Milano Tel: +39 02 26 80 94 35 Fax: +39 02 26 80 91 76 Mail: cityangels@cityangels.it
#volontariato
& associazioni
Ma l’attenzione degli Angeli verso i se-
→ La storia dei City Angels comincia
nior non finisce qui. Su richiesta, li ac-
nel 1994, a Milano, quando Mario Fur-
compagnano a ritirare la pensione in
lan, giornalista professionista e docen-
posta. O ai prelievi ai bancomat. “Le
te universitario di Motivazione e cre-
signore ci chiedono spesso di essere
scita personale, fonda l’Associazione
scortate a casa alla sera – prosegue
nella zona più problematica della cit-
Furlan. – Arrivano a tarda ora in stazione
tà: la Stazione Centrale.
e hanno paura ad andare da sole. Le
Lo scopo: assistere gli emarginati e tute-
accompagniamo fino al taxi, o andia-
lare i cittadini vittime della delinquenza.
mo con loro sul bus o in metropolitana”.
Il primo luogo di ritrovo per le riunioni
Inoltre, i City Angels aiutano a porta-
è nella Chiesa del Carmine, a Brera;
re borse e bagagli pesanti. “Quando
il primo luogo di impegno sociale è il
svolgiamo il nostro servizio ai mercati
centro d’accoglienza per senzatetto
aiutiamo le signore, e non solo quelle
del sacerdote camilliano Fratel Ettore
diversamente giovani, a portare le bor-
Boschini, in via Sammartini, accanto
se della spesa” puntualizza sorridendo
alla Stazione.
Furlan. Insomma, dei veri angeli!
L’inaugurazione ufficiale dell’ Asso-
Nel principale Centro d’accoglienza
ciazione, dopo sei mesi di attività se-
degli Angels, l’Oasi del Clochard a
mi-clandestina, avviene l’8 febbraio
Milano, ci sono una decina di ultraset-
1995 nella Chiesa del Carmine. Dopo
tantenni. L’ospite più anziano, Giusep-
la diffidenza iniziale – e a volte l’aperta
pe, conta 85 primavere. Gli altri senza-
ostilità – da parte delle autorità arriva
tetto lo chiamano “il nonno”. Mentre
il riconoscimento delle istituzioni, che
un altro clochard, ottantenne pure lui,
si concretizza con l’iscrizione all’albo
canta, accompagnandosi con la sua
delle Onlus e, nel 1999, con l’attribuzio-
chitarra, le canzoni di Lucio Battisti e di
ne della massima onorificenza milane-
De André. Ma il suo cavallo di batta-
se: l’Ambrogino d’Oro, che viene attri-
glia resta sempre e comunque la nota
buito all’Associazione per la seconda
“Moonlight shadow”….
volta nel 2008.
LE VIDEO INTERVISTE DI MINNIE
giornalista scientifica
AICCA Associazione Italiana Cardiopatici Adulti Video intervista alla Dott.ssa GIOVANNA CAMPIONI
#volontariato
& associazioni
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UN GRAZIE ENORME AD ATTOR
Negli anni 90 chiunque bazzicasse la Redazione di Corriere Salute restava affascinato da un folletto senza età, intento a lavorare in piedi davanti alla sua scrivania. Riduttivo definirlo un disegnatore: Attilio Ortolani- che si firmava Attor- era ed è un artista. Punto. Di quelli che non si trovano più: capiva al volo l’articolo di medicina che doveva illustrare (e il suo disegno talvolta risultava più esaustivo del pezzo di noi giornalisti…). Ma davvero uniche erano le caricature che si divertiva a fare ad ognuno di noi senza che ce ne accorgessimo: gli bastava un minuto e un pezzetto di carta per rappresentarci in modo esilarante e preciso allo stesso tempo. Anche a me toccò questa fortuna (allora le redazioni erano democratiche e non si faceva differenza fra redattori e collaboratori): ebbi solo il tempo di strappargli dalle mani e dal pennino la mia caricatura e portarla a casa per incorniciarla. Ora quel disegno è diventato il logo di questa rivista e, con la generosità ereditata dal papà, Katja ci regalerà un’illustrazione di Attilio per l’ultima pagina di ogni numero della nostra testata. Grazie
Attor!
ANDREA TOMASINI
giornalista scientifico
Il giorno rigato
#”di
tutto e niente”
Giornata uggiosa, è piovuto sempre oggi, ieri anche. Stamattina era chiaro che non avrebbe mai smesso e ora che si fa sera sta ancora continuando. Piove. Piove a catinelle, a tratti, a scrosci. Fine fine e fitta fitta – come nebulizzata: a Roma quando è così la chiamano la gnanarella e il suono della parola narra della noia che si prova. Oggi scende “para para” – quando non c’è vento e le gocce son tutte della stessa dimensione, precipitano perpendicolari e cadono punteggiando come di momentanei ponfi le pozzanghere, ma anche le superfici su cui sta ormai stabile una sottile pellicola trasparente d’acqua che le pone in risalto. Quand’è così regolare, la pioggia fa rumore sommesso, continuo, monotono. Tutto è bagnato e tutto ovattato. Ma se tira vento, la musica è diversa, discontinua, ondivaga, ora irruenta ora più delicata. Cade obliquamente, quando “è ribattuta dall’assalto trasversale dei venti”, scriveva Leonardo immaginando così lo sferzare del Diluvio universale. Ma quand’è che s’è fatto nuvolo? Inavvertitamente si son compattate le nubi in quello che da oltre un secolo è ormai un cielo secolarizzato, da quando la meteorologia ha spodestato dai troni del sole e delle nuvole l’estro e l’astio di santi e divinità. Eco di questa secolarizzazione vige nel fatto che la pioggia fa notizia, perché con la narrazione così ritualizzata si suggerisce il desiderio di catastrofe che genera sicurezza. Prima la pioggia ti poteva cogliere di sorpresa, ora devi esser davvero poco attento perché accada – ascolti o leggi non più il cielo, ma il bollettino meteorologico e sai quasi l’ora esatta di quando pioverà. Esatto è participio passato di esigere – ti attendi che piova e quindi esci con l’ombrello e se non piove va a finire che ti spazientisci perché l’ombrello quando è chiuso è inutile. Però se piove – se piove e si è in due, quando lo apri diventa un piccolo angolo di paradiso. Per non bagnarsi ci si accosta, per ripararsi si crea contatto. E’ acqua, è solo acqua, ma si sta attenti a che non ci tocchi, che non ci bagni, che non ci accada quello che succede al resto di ciò che sta sotto lo stesso cielo – grigio, nuvoloso, plumbeo.
Un modo di sottrarsi al ciclo delle cose che si trasformano: evaporano, si condensano, con il freddo precipitano e bagnano e poi ancora e ancora. Sottrarsi all’imprevedibilità, chiamarsi fuori dai fatti naturali, accostarsi e restare asciutti mentre tutto intorno è fradicio. Il tempo è strano e noi ancor di più.
Poi, d’un tratto, tutto smette. Non si sa come è iniziato né si capisce come è finito – senza aver potuto individuare la prima goccia, l’ultima resta ugualmente ignota. Dopo di lei nessun’altra fino alla prossima pioggia. Certo si “vede” che ha smesso, ma si sente anche- non c’è più quel suono e i rumore tutti di tutte le cose son diversi. La maggior parte dei quadri che raccontano di giorni di pioggia tendono a suggerire che sta piovendo ritraendo selciati bagnati, muri fradici, luce umida che rende riflettenti le superfici delle cose, persone con gli ombrelli aperti. Difficile rendere nel quadro – ma anche in foto- la pioggia mentre cade. Utagawa Hiroshige e Vincent Van Gogh, che al maestro giapponese si ispira, lo hanno fatto ritraendo uno scroscio improvviso che coglie di sorpresa delle persone rigando il panorama raffigurato: linee verticali scure sono la traccia lasciata da ciascuna goccia che cade dal cielo. Linee nere che si sovrappongono al tutto come una cortina, fitte e consistenti che velano e incupiscono la luce del paesaggio. Sotto l’acqua che cade, attraversando il ponte, tra gli altri ci sono due che – fortunati- hanno l’ombrello aperto e tra loro s’accostano per ripararsi. Fanno fronte comune alla giornata piovosa. Giorno rigato – ecco cosa è la giornata uggiosa, il cui tempo è scomposto, scansionato e separato in tanti piccoli frammenti che non sempre combaciano tra di loro, come pure alla fine si vorrebbe. Solo i puzzle hanno tessere sensate, così come solo le storie dei romanzi hanno un senso. Il cattivo tempo scompagina, separa, mescola e rimescola e a conclusione di giornate come queste i pezzi – i frammenti del giorno rigato tra loro non combaciano. Insofferenti a qualunque ordine e incastro giacciono sconnessi sul tavolo dell’esperienza. Come la pioggia, domani la maggior parte sarà evaporata. Nei due quadri cui ho accennato, scuro com’è, là dentro manca poco che la giornata si concluda. Non so se nel prosieguo della vita delle persone là ritratte pioverà anche nella notte successiva a quell’attraversamento sul ponte in quel giorno rigato. Qui ora ha smesso. Buio, silenzio. Domani qui i meteorologi prevedono sereno, o almeno poco nuvoloso.
LE VIDEO INTERVISTE DI MINNIE
giornalista scientifica
Giovanna a 73 anni piĂš in pista che mai Cantante, artista poliedrica, produttrice discografica, titolare della Casa Editrice Musicale Kicco Music di Milano.
#il
personaggio
Clicca sulla foto e Vai alle video interviste sul nostro canale YouTube Generazione Over60
DALLA REDAZIONE
Fonte: la Repubblica.it
Il sorpasso numerico degli over 60
Photo by Ryan Mc Guire on Pixabay
#le
ultime
Per la prima volta dal 1861 ( ossia da quando ci contiamo, facendo un censimento della popolazione) coloro che hanno oltre sessant’anni (tallonati da vicino dagli ultrasettantacinquenni) formano un gruppo più numeroso di quelli che ne hanno meno di trenta. Questa la fotografia di un‘Italia che invecchia mentre fa sempre meno figli. Proprio questo 2018 segna il sorpasso degli over 60 (che sono il 28,7 %) rispetto agli under 30 (al momento il 28,4% ). E’ la stima ufficiale dell’Istituto di studi e ricerca Carlo Cattaneo, analizzando gli ultimi dati Istat. Ecco perché la politica (e la Legge di bilancio) si occuperebbe più dei primi che dei secondi. All’interno della fascia “giovani” è interessante, e contemporaneamente doloroso, notare come il blocco generazionale che va da zero a quattordici anni - fino al 1971 il più numeroso dei sei presi in considerazione - oggi è il penultimo, con il 13,3 per cento del totale. Ma c’è di più: dal 1991 ad oggi- ci riferiamo quindi agli ultimi ventisette anni- i “giovani” sono diminuiti di 11,2 punti,mentre gli “anziani” sono cresciuti del 7,6 per cento.
Tiflosystem da oltre 30 anni per la qualità della vita per le persone con difficoltà visive
Per saperne di più, ci trovate sul sito www.tiflosystem.it al numero 049/9366933 via mail all’indirizzo: tiflosystem@tiflosystem.it
La gioia di leggere e l’utilità di comunicare in modo facile. “Nonostante sia diventato cieco”
ho
trovato il modo di vivere appieno la vita, al lavoro, con una famiglia numerosa, e così ho cercato di trasferire le soluzioni che ho trovato efficaci per me a tutte le altre persone nella mia condizione”. Questo è il pensiero di Davide Cervellin, fondatore della Tiflosystem di Piombino Dese (PD), azienda leader in Europa nella vendita di apparecchiature per persone cieche e ipovedenti. VOLO: Videoingranditore da tavolo dal design elegante, utile a casa, in ufficio e a scuola. Lo schermo ripieghevole da 22 pollici ad alta risoluzione rende facile e comoda la lettura, dando anche la possibilità di scegliere 5 diversi contrasti di colori.
M5 HD PLUS: Videoingraditore portatile da 5 pollici, leggero e compatto da portare con sè ovunque andiate, collegabile al monitor della TV. Oltre ad avere uno schermo ad alta risoluzione, in M5 HD PLUS, sono concentrate diverse funzioni quali righello, fermo immagine e memorizzazione immagini.
CLASSICO
E
MINIVISION:
Telefoni
cellulari con tastiera, parlanti e con comandi vocali. Adatto a chi cerca un telefono pratico, dalle funzioni essenziali ma anche con applicazioni speciali quali: rilevatore di colori, meteo, radio FM, calendario e lettore MP3. Il display con caratteri ingranditi è utile per gli ipovedenti ma, essendo questi telefoni completamente vocalizzati, possono essere utilizzati anche dalle persone cieche.
SMARTVISION 2 BASIC E SMARTVISION 2 PREMIUM: Telefoni cellulari con tastiera fisica e tattile, dotati di sintesi e comandi vocali. La tastiera tattile ha un menù con caratteri ingranditi per le persone ipovedenti ma, per chi non vede, è possibile escludere lo schermo tattile e utilizzare solo la tastiera fisica. Per chi ama la tecnologia e vuole rimanere al passo con i tempi, grazie al sistema operativo Android è possibile scaricare le applicazioni dal Google Play
Store.
Telefoni
con
tante
funzioni integrate insieme, non solo per chiamare, inviare messaggi, ascoltare musica e navigare su internet; nello SMARTVISION 2 PREMIUM troverete anche OCR, navigatore Kapten e lettore di libri.
Photo by Umberto Cofini on Unsplash
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