N6 Anno 2 Generazione Over60

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n.6


Giugno 2020

Foto di Spencer Davis su Unsplash

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano: n°258 del 17/10/2018 ANNO 2, n.6 -2-


Le Rubriche Scienza Salute Sessualità Bellezza Da leggere (o rileggere) Da vedere/ascoltare Incipit “Amoglianimali” Disabilità in pillole In forma Stile Over In movimento Volontariato & Associazioni Di tutto e niente Lavori in Corso Il Personaggio Digital4Senior Generazioni Connesse

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Generazione Over 60 DIRETTORE RESPONSABILE Minnie Luongo I NOSTRI COLLABORATORI Marco Rossi Alessandro Littara Antonino Di Pietro Mauro Cervia Andrea Tomasini Enzo Primerano Antonio Giuseppe Malafarina Paola Emilia Cicerone Maria Teresa Ruta Doris Zaccaria Giovanni Paolo Magistri DISEGNI DI Attilio Ortolani Contatti: Sito web: https://generazioneover60.com/ Email: generazioneover60@gmail.com Issuu: https://issuu.com/generazioneover60 Facebook: https://www.facebook.com/generazioneover60 Youtube: https://www.youtube.com/channel/generazioneover60

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Generazione Over 60 MINNIE LUONGO Direttore responsabile e giornalista scientifica Classe 1951, laureata in Lettere moderne e giornalista scientifica, mi sono sempre occupata di medicina e salute preferibilmente coniugate col mondo del sociale. Collaboratrice ininterrotta del Corriere della Sera dal 1986 fino al 2016, ho introdotto sulle pagine del Corsera il Terzo settore, facendo conoscere le principali Associazioni di pazienti. Ho pubblicato più libri: il primo- “Pronto Help! Le pagine gialle della salute”- nel 1996 (FrancoAngeli ed.) con la prefazione di Rita Levi Foto Chiara Svilpo

Montalcini e Fernando Aiuti. A questo ne sono seguiti diversi come coautrice tra cui “Vivere con il glaucoma”; “Sesso Sos, per amare informati”; “Intervista col disabile” (presentazione di Candido Cannavò e illustrazioni di Emilio Giannelli).

Autrice e conduttrice su RadioUno di un programma incentrato sul non profit a 360 gradi e titolare per 12 anni su Rtl.102.5 di “Spazio Volontariato”, sono stata Segretario generale di Unamsi (Unione Nazionale Medico-Scientifica di Informazione) e Direttore responsabile testata e sito “Buone Notizie”. Fondatore e presidente di Creeds, Comunicatori Redattori ed Esperti del Sociale, dal 2018 sono direttore del magazine online Generazioneover60. Quanto sopra dal punto di vista professionale. Personalmente, porto il nome della Fanciulla del West di Puccini (opera lirica incredibilmente a lieto fine), ma non mi spiace mi si associ alla storica fidanzata di Topolino, perché come Walt Disney penso “se puoi sognarlo puoi farlo”. Nel prossimo detesto la tirchieria in tutte le forme, la malafede e l’arroganza, mentre non potrei mai fare a meno di contornarmi di persone ironiche e autoironiche. Sono permalosa, umorale e cocciuta, ma anche leale e splendidamente composita. Da sempre e per sempre al primo posto pongo l’amicizia; amo i cani, il mare, il cinema, i libri, le serie Tv, i Beatles e tutto ciò che fa palpitare. E ridere. Anche e soprattutto a 60 anni suonati.

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At the desK DOTTOR MARCO ROSSI sessuologo e psichiatra è presidente della Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale e responsabile della Sezione di Sessuologia della S.I.M.P. Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e come esperto di sessuologia a numerosi programmi radiofonici. Per la carta stampata collabora a varie riviste.

DOTTOR ALESSANDRO LITTARA andrologo e chirurgo è un’autorità nella chirurgia estetica genitale maschile grazie al suo lavoro pionieristico nella falloplastica, una tecnica che ha praticato fin dagli anni ‘90 e che ha continuamente modificato, migliorato e perfezionato durante la sua esperienza personale di migliaia di casi provenienti da tutto il mondo.

PROFESSOR ANTONINO DI PIETRO dermatologo plastico presidente Fondatore dell’I.S.P.L.A.D. (International Society of Plastic Regenerative and Oncologic Dermatology), Fondatore e Direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, è anche direttore editoriale della rivista Journal of Plastic and Pathology Dermatology e direttore scientifico del mensile “Ok Salute e Benessere” e del sito www.oksalute.it, nonché Professore a contratto in Dermatologia Plastica all’Università di Pavia (Facoltà di Medicina e Chirurgia).

DOTTOR MAURO CERVIA medico veterinario è sicuramente il più conosciuto tra i medici veterinari italiani, autore di manuali di successo. Ha cominciato la professione sulle orme di suo padre e, diventato veterinario, ha “imparato a conoscere e ad amare gli animali e, soprattutto, ad amare di curare gli animali”. E’ fondatore e presidente della Onlus Amoglianimali, per aiutare quelli più sfortunati ospiti di canili e per sterilizzare gratis i randagi dove ce n’è più bisogno.

ANDREA TOMASINI giornalista scientifico giornalista scientifico, dopo aver girovagato per il mondo inseguendo storie di virus e di persone, oscilla tra Roma e Spoleto, collaborando con quelle biblioteche e quei musei che gli permettono di realizzare qualche sogno. Lettore quasi onnivoro, sommelier, ama cucinare. Colleziona corrispondenze-carteggi che nel corso del tempo realizzano un dialogo a distanza, diluendo nella Storia le storie, in quanto “è molto curioso degli altri”. -6-


DOTTOR ENZO PRIMERANO medico rianimatore over 60 del 1958. Rianimatore in cardiochirurgia, Anestesista e Terapista del dolore, è amministratore del portale di divulgazione www.dolorecronico.org. Si occupa di bioetica e comunicazione nelle cure intensive. Appassionato di musica, satira, costume e sport motoristici. Il suo motto è “Il cuore è il motore e la mente il suo fedele servitore”.

ANTONIO GIUSEPPE MALAFARINA giornalista e blogger nato a Milano nel 1970, giornalista e blogger. Si occupa dei temi della disabilità, anche partecipando a differenti progetti a favore delle persone disabili. Presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina. Coltiva l’hobby dello scrivere in versi, raccolti nella sua pubblicazione “POESIA”.

PAOLA EMILIA CICERONE giornalista scientifica classe 1957, medico mancato per pigrizia e giornalista per curiosità, ha scoperto che adora ascoltare e raccontare storie. Nel tempo libero, quando non guarda serie mediche su una vecchia televisione a tubo catodico, pratica Tai Chi Chuan e meditazione. Per Generazione Over 60, ha scelto di collezionare ricordi e riflessioni in Stile Over.

DORIS ZACCARIA giornalista e formatrice Cresce e studia fra la Romagna e Bologna, inizia a lavorare fra Milano, Bruxelles e Strasburgo. Coltiva l’amore per la parola scritta e diventa giornalista occupandosi di green economy. Oggi alterna il lavoro come formatrice e consulente di marketing digitale alla realizzazione di un piccolo grande sogno: creare un eco-resort in Sardegna. Come sempre, in compagnia di gatti, quaderni e libri.

GIOVANNI PAOLO MAGISTRI biologo

Classe 1951, biologo specializzato in patologia generale, si occupa di progettazione di sistemi per la gestione della sicurezza e dell’igiene delle produzioni alimentari. Socio Onorario dell’Associazione PianoLink vive sognando di diventare, un giorno, un bravo pianista.

MONICA SANSONE videomaker operatrice di ripresa e montatrice video, specializzata nel settore medico scientifico e molto attiva in ambito sociale.

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Generazione F La mia scoperta del cibo One cannot think well, love well, sleep well, if one as not dined well (Virginia Woolf, A Room of One’s Own) “ Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene”

Noi Over60 che abbiamo avuto un

insistere e che non sarei morta di fame. E

rapporto diverso col cibo a seconda della

così avvenne. A dire il vero un paio di volte

famiglia in cui vivevamo. Io che, cresciuta

la nonna mi urlò di assaggiare un

in una famiglia strampalata guidata da una

“fiordilatte” o almeno di bere una spremuta

nonna meridionale atipica, ho scoperto il

ma senza successo. Né erano ancora

cibo alla stregua di un’esperienza

distribuiti in farmacia gli omogeneizzati

dell’esistenza: camminare, parlare,

(arrivati in Italia negli anni Sessanta) e

scrivere, amare…

comunque , rassicurata la famiglia che stavo

Mi dicono che da piccolissima non avevo alcun interesse per alimentarmi,

bene, non mi fu proposto alcun supporto alternativo.

men che mai con il latte. Né frignai mai da

A circa 9 anni scoprii il cibo. Fu una cosa

neonata per fame. Arrivata ai quattro o

travolgente, che mi inebriò come mai avrei

cinque anni, saltati regolarmente i pasti

pensato. La nonna, abilissima cuoca, riuniva

per un paio di giorni (non inseguita da

sempre a pranzo (e non solo la domenica)

alcuno che mi costringesse a trangugiare

svariati amici che mi guardavano stupiti per

per forza qualcosa né mi intrattenesse con

la mia indiff erenza davanti a qualsiasi

favole o, peggio, con voli di aeroplanini

portata. Finché ci fu il mio incontro

virtuali che facessero decollare nella mia

ravvicinato con le lasagne. Fu amore a

bocca un pezzo di cibo), verso il terzo

prima vista. Una passione che perdura e

giorno aprivo il frigorifero e annusavo con

non vacillerà mai. Il fatto è che io

voluttà il profumo di una salsiccia,

appartengo alla categoria del “tutto o

dopodiché “ordinavo” un piatto di pasta.

niente”. Ecco perché la mia porzione di

Mia nonna chiese a mio zio (che era il mio

lasagne doveva essere doppia, e prima di

medico) che cosa si potesse fare. Pare che,

attaccare a mangiare mi assicuravo che ce

risultata sanissima, le fu consigliato di non

ne fosse per la cena della sera e anche per il

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Generazione F pranzo dell’indomani. In caso contrario,

Però andavo pazza per le patatine fritte (non

rinunciavo senza problemi al piatto che avevo

quelle dei sacchetti, che si compravano-

davanti.

assieme alla Coca Cola e alla Fanta -

Fu l’inizio della mia scoperta dei sapori dei diversi cibi. Credo (è una mia opinione) che,

unicamente per le festicciole di fine anno scolastico) e non disdegnavo le fragole.

proprio perché non avevo dovuto sottostare a

Di pari passo aumentò la mia curiosità

imposizioni di sorta, l’approccio col cibo fu così

nei riguardi del cibo. Avevo 11 anni ed ero

esaltante. Primi, secondi, formaggi, contorni,

ospite per le vacanze estive dall’inseparabile

pizza … Praticamente tutto, ad eccezione dei

amica Ketty. Con i suoi genitori una sera, in

dolci (a 16 anni provai la prima caramella della

Lunigiana, andai a cena da loro amici e fra i

mia vita e tuttora, assieme al rognone, le

piatti locali c’era “al formai coi beghi”, il

caramelle non le sopporto proprio).

formaggio coi vermi. Per educazione mi fu

A casa mia non si mangiava né insalata o

offerto: non solo non rifiutai ma feci

verdura cruda né frutta (o meglio, mio padre

parecchi bis, nonostante gli avvertimenti

e mio nonno si dividevano una mezza mela in

della mamma della mia amica.

due; mia nonna ed io neppure quella).

Conseguenza: una ventina di corse al bagno quella notte, ma l’esperienza valeva la pena.

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Generazione F Se è vero che ai dolci continuavo ad opporre

E subito dopo fu la volta del pesce, di tutto il

resistenza (che sia il motivo per cui non ebbi

pesce (a casa era previsto, il venerdì, solo il

praticamente mai carie ai denti?), a

baccalà - che fra l’altro mi piace, e mi piaceva,

vent’anni scoprii i gelati. Ricordo a S.

molto-): in questo periodo ci fu

Margherita Ligure: c’era una viuzza che

l’innamoramento per le cozze e le vongole,

ospitava 5 o 6 bar: il tempo di assaggiarne

amore che non tradirò mai. E poi seguirono

uno nel primo locale per infilarmi nel bar

le insalate e le verdure e la frutta,

successivo per provare un altro sapore, e poi

cocomeri e meloni in testa.

negli altri bar a seguire. Attenzione, non ero

Un nutrizionista inorridirebbe leggendo la mia

bulimica: ero solo estasiata per aver

storia ma, ringraziando il Cielo, fui sempre

scoperto il cibo.

sana e non ebbi particolari problemi di salute. C’era poi un elemento che giocava a mio favore: avevo ereditato la costituzione fisica di mio padre e, pur magrissima, trangugiavo una quantità spropositata di cibo. Purtroppo (o per fortuna) non so che cosa significa “non digerire”: anche adesso non conosco il senso di sazietà e devo impormi di non svuotare tutto il frigorifero. Anche a pasto appena concluso. Sì, un nutrizionista impallidirebbe a sentire come mi nutrivo. Del resto a quei tempi non era raro saltare completamente la colazione (neppure un caffè; la caffeina- litri di caffeinal’avrei scoperta nei mesi che precedettero gli esami di maturità) e andare a scuola a stomaco vuoto (se andava bene estorcevo a qualche compagna un morso di focaccia, che

Foto di ian dooley su Unsplash

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Generazione F mandavo giù con un sorso dell’acqua del

Da allora la curiosità per il cibo è rimasta

rubinetto del bagno, prima di rientrare in

immutata e qualsiasi ristorante etnico mi fa

aula). Bizzarro: nessuna di noi andava in giro

felice. Lo so, devo stare attenta alla quantità

con la bottiglia dell’acqua come fanno ora

ma almeno mi consolo pensando che fino a

modelle e “semplici” donne di ogni età(non ci

50 anni non ho mai avuto problemi con la

veniva detto che era importante bere per

bilancia. Che neanche avevo.

idratare la pelle, e non solo), né si facevano aperitivi o si assumevano beveroni frequentando le palestre … anche perché le palestre da noi non c’erano ancora. Dovevamo aspettare gli anni Ottanta perché dalla TV

americana Jane Fonda e Sydne

Rome ci insegnassero l’aerobica. La morale di queste paginette? Sono grata alla

La prova del fuoco stava per avvicinarsi:

nonna che mi ha permesso - non

con la menopausa il mio corpo come si

obbligandomi a mangiare - di scoprire il cibo.

sarebbe regolato? Non potevo basarmi su

O meglio, i cibi. Forse lei più di me

mio padre, che ovviamente era un uomo.

apparteneva ad una generazione F ( fortunata

Tuttavia mi faceva ben sperare il fatto che lui

e folle). Anni fa, a Rimini, un ragazzo

restasse magrissimo anche a 70 anni

diciassettenne che aiutava in spiaggia il

passati. Ma ahimè, a 50 anni, nonostante per

bagnino mi confidò convinto: “Le lasagne

la prima volta non eccedessi con la quantità

sono per me come la Madonna”.

del cibo e frequentassi una palestra, misi su

Trovai

questo paragone non blasfemo, ma perfetto

7 kg in 6 mesi. Orrore e soprattutto … fame!

per definire le lasagne. Sapete che io ancora

Il mondo era diventato grigio senza i colori

mi “emoziono” quando le mangio? Ed è uno

degli alimenti. La dietologa mi spiegò che sì,

dei rari momenti in cui sto in silenzio per

ero una magra costituzionale, ma il mio

godermi in pieno la sensazione.

metabolismo se ne fregava e mi riconosceva come una cinquantenne in menopausa. Con

P. S. Non serve specificare quale sia il fil rouge

quella che, diciamolo, non era una dieta ma

di questo numero: il cibo, ovvio… Buona

un esatto stile di vita, in tre mesi riconquistai

lettura e buon appetito!

il mio peso dei 16 anni: 46 chili e mezzo.

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Foto d’autore

Ovo su tela di Francesco Bellesia

https://francescobellesia.it/

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Foto d’autore FRANCESCO BELLESIA Sono nato ad Asti il 19 febbraio del 1950 ma da sempre vivo e lavoro a Milano. Dopo gli studi presso il liceo Artistico Beato Angelico ho iniziato a lavorare presso lo studio di mio padre Bruno, pubblicitario e pittore. Dopo qualche anno ho cominciato ad interessarmi di fotografia, che da quel momento è diventata la professione e la passione della mia vita. Ho lavorato per la pubblicità e l’editoria ma contemporaneamente la mia attenzione si è concentrata sulla fotografia di ricerca, libera da vincoli e condizionamenti, quel genere di espressione artistica che oggi ha trovato la sua collocazione naturale nella fotografia denominata FineArt. Un percorso parallelo che mi ha consentito di crescere e di sviluppare il mio lavoro, una sorta di vasi comunicanti che si sono alimentati tra di loro. Molte sono state le mostre allestite in questi anni e molte le manifestazioni alle quali ho partecipato con premi e riconoscimenti. Continuo il mio percorso sempre con entusiasmo e determinazione… lascio comunque parlare le immagini presenti sul mio sito.

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Stile Over QUEI TRIANGOLINI DI FORMAGGIO CHE CI RIPORTANO ALL’INFANZIA Quando un sapore diventa della stessa materia di cui sono fatti i sogni Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica Ci sono alcuni cibi di cui ricordiamo il

rilanciato da Il Fatto Alimentare - https://

sapore, altri ci sono cari per motivi diversi:

ilfattoalimentare.it/formaggini-boom-

perché ci riportano all’infanzia, o perché

economico.html alla stagione del boom

abbiamo in mente l’incarto, la pubblicità o

economico, all’epoca insomma in cui un alimento industriale,

gli omaggi allegati per renderli più appetibili. I

meglio se garantito

formaggini appartengono

da una marca famosa

certamente a quest’ultima

e pubblicizzato da

categoria. Si tratta di un

Carosello, sembrava

prodotto certamente non

senz’altro preferibile

indimenticabile, di dubbia

rispetto a un cibo

qualità specialmente nelle

artigianale: gli anni

versioni originarie arricchite

della Simmenthal, delle

di polifosfati che servivano

delle prime merendine

a

mantenerli cremosi e

e, appunto, dei

permettevano così di

formaggini. Che in

sfruttare scarti di formaggio

realtà sono nati

altrimenti inutilizzabili.

all’inizio del ‘900, grazie

Detto così non sembra

all’intuizione di Walter

trattarsi di un prodotto

Gerber

particolarmente appetibile,

mescolato formaggio e

ma i formaggini ci

altri ingredienti caseari

riportano - come ricorda

non fermentati,

con

Giovanni

emulsionanti e

altri

Ballarini in un

che

ha

articolo pubblicato sulla

ingredienti fra cui oli

rivista

vegetali, sale, coloranti

Ruminantia

e - 14 -


Stile over alimentari o zucchero. Ma hanno avuto un

O meglio, il mondo dei formaggini, come

vero successo qualche decennio più tardi: in

spesso avviene, si divide in due: da una parte

tempi in cui i frigoriferi non sono così diffusi,

ci sono marche svizzere come Tigre e

i formaggini, proposti di solito in spicchi

soprattutto Camoscio - l’unica che superasse

o quadratini, sono comodi, maneggevoli, è facile scioglierli in una minestrina o spalmarli in un panino. All’epoca le fobie per i grassi e per il lattosio non si sono ancora affermati, e i claim

che insistono

sulla ricchezza del prodotto e sulla “ doppia panna” piacciono. In più i bambini li mangiano volentieri, perché hanno un sapore delicato che non disturba, ma soprattutto perché le marche più popolari fanno a gara a invogliare i piccoli consumatori con premi e gadget di ogni genere.

l’esame severo di mia madre, che aveva idee tutte sue su cosa si dovesse dare da mangiare a una bambina - che puntano sulla qualità del prodotto arricchito di formaggio svizzero; dall’altra le marche italiane – tra cui Ramek, Milkana, Locatelli con il formaggino Mio - che si sfidano sul terreno dei Caroselli e degli omaggi. E tra queste resta indimenticabile Invernizzi, col formaggino Milione ma soprattutto con due personaggi amatissimi come la Mucca Carolina e Susanna Tutta Panna. Protagoniste di popolari Caroselli, ma soprattutto trasformate in grandi gonfiabili che si acquisivano con le raccolte punti, ma potevano anche essere regalati in occasione di iniziative promozionali. Un vero successo: la prima a entrare in scena a metà degli anni ’60 - assieme al toro Annibale suo improbabile fidanzato - è la Mucca Carolina, seguita poco dopo da Susanna Tutta Panna, tanto popolare da finire col dare il nome a una versione triangolare del celebre formaggino (ancora oggi prodotto a marchio Kraft).

Una scelta

che finì per penalizzarla, visto che le regole pubblicitarie di allora non consentivano di - 15 -


Stile over dedicare un intero Carosello a un marchio commerciale. Tuttavia,

la quindicina di

Caroselli a lei dedicati sono bastati a renderla memorabile. Gli altri personaggi entrati in scena negli anni ’70, come i gattini Geo e Gea e Camillo il coccodrillo, non sono in grado di soppiantare la popolarità delle due star: gli spot della Mucca Carolina sono girati da un grande come Stanislao Cavandoli, e ancora oggi i due pupazzi sono in vendita on line con buone quotazioni. Gli altri produttori, ovviamente,

non

stavano a guardare, scatenando una guerra a base di figurine animate o in rilievo – che avrebbero dovuto,

nell’intenzione

dei

produttori, rimanere attaccate alle mattonelle -

modellini di auto o aerei,

raccolte punti e altre delizie capaci di far dimenticare che si trattava sostanzialmente di un prodotto di seconda scelta, e non così adatto per i bambini proprio per la presenza dei polifosfati. Ma il sapore dei formaggini è della stessa materia di cui sono fatti i sogni. E ancora oggi i formaggini sono sempre in vendita, ma hanno un ruolo abbastanza marginale. Se pensiamo ai triangolini della nostra infanzia non sentiamo il gusto del formaggio, ma una vocetta che riecheggia i celebri slogan della bionda Susanna : ”Pitupitum..pah! “ ovviamente

e

della Mucca Carolina: “ Tolon

tolon tolon tolon..eeeh oh! “

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Stile over

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Digital4Senior COMPRA (O COLTIVA), CUCINA E CONDIVIDI: IL CIBO RE DEI SOCIAL Il lockdown ci ha fatto riscoprire il piacere della cucina Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice

Sembrava impossibile, eppure anche

rigogliosamente: è un tripudio di vita vegetale

quest’anno l’estate è arrivata.

che neppure la mia totale incapacità riesce a

Con i primi caldi apre ufficialmente l’era delle

scalfire.

fresche insalatone, del gelato, della frutta che diventa goloso spuntino. Eppure, non è passato troppo tempo da quando, chiusi nelle nostre case, ci eravamo improvvisati panificatori e cuochi provetti: c’erano gli amanti dell’etnico, gli sperimentali, i tradizionalisti. Tutti intenti, ça va sans dire, a riempire il feed dei social con le proprie imprese culinarie. Scagli la prima pietra chi non ha, almeno una volta, condiviso un piatto online durante il lockdown. Faccio subito outing: sebbene io sia una buona forchetta, non sono una brava cuoca. E dirò di più: normalmente per me è una vera e propria eresia lasciar raffreddare un piatto perché prima bisogna fotografarlo come si deve…eppure, eppure anche io ho peccato. L’ho fatto, è vero, in maniera un po’ diversa: nel mio caso, infatti, ho preferito pubblicare le foto dei prodotti della terra. Sono pollice nero, ma dove vivo tutto cresce

Pertanto, dopo una breve consultazione, il mio compagno e io abbiamo deciso di creare un piccolo orto. Dapprima in vaso, poi nella fertile terra del giardino. I risultati sono stati a dir poco straordinari; siamo stati letteralmente sommersi di zucchine e cetrioli, e i pomodori stanno maturando a vista d’occhio.Non ci aspettavamo tanto e così, fieri dei frutti della terra, abbiamo anche noi dato il nostro contributo alla tendenza nazionale di pubblicare cibo sui social.

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Digital4Senior Ma tornando all’impatto del lockdown sui

gioie: una camminata all’aperto, un caffè con

nostri comportamenti, molte ricerche

gli amici, una cena al ristorante preferito…

hanno evidenziato come le persone si siano dedicate con molta più assiduità

Il nostro feed non mostra più i manicaretti

alla cucina: un antistress naturale o forse un

che avevano caratterizzato il periodo più duro

modo per rievocare la convivialità perduta?

della pandemia: il susseguirsi di post è oggi

Anche Google Trends https:// trends.google.it/ (strumento di Google che

lo specchio di una ritrovata gioia di vivere, della voglia di ritornare alla normalità.

intercetta le ricerche più diffuse sul web) ha rilevato un’impennata delle ricerche relative alla cucina: fra i termini più cercati la pizza, il pane fatto in casa e, più in generale, tutti i prodotti da forno. Ebbene, con il diminuire delle misure restrittive, mentre il lievito tornava a essere un bene accessibile (prima c’era chi ne faceva scorte

Sperando che la prudenza prevalga e che non

indicibili e se ne vantava sui social,

sia di nuovo necessario, da qui a qualche

pigliandosi giustamente gli improperi di chi

mese, ritrovarsi tutti in cucina per spezzare la

invece, non trovandone sugli scaffali, aveva

monotonia di lunghe giornate trascorse in

dovuto rinunciare alla panificazione), anche il

casa.

cibo online ha subito una flessione. Le ricerche su Google sono crollate e le persone, finalmente libere di uscire dal proprio domicilio, hanno riscoperto altre

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Di tutto e niente PINO E LE MERENDELLE Come ho scoperto il frutto … che si deve meritare Di Andrea Tomasini - giornalista scientifico L’estate scorsa ho fatto amicizia con Pino. Ha l’orto vicino all’uffi cio postale –e un po’ di terra anche fuori San Lucido. Sostanzialmente il suo orto sta al centro, a un passo dalla caserma dei carabinieri. Sembra una riserva indiana, con un cancello basso e una recinzione che

dal sole calabro, cresce in un terreno in parte declinante dove razzolano libere galline di razze diverse su cui governa da padrone assoluto un gallo molto orgoglioso di se stesso, che “pizzica” chi si avventura inopinatamente nel suo territorio.

sarebbero facilmente scavalcabili, un

Pino mi ricorda qualcuno, ma non mi

pergolato su cui, insieme a due piante

sovviene chi. Poco importa, spesso hai la

cariche di fichi neri che si mescolano al

sensazione di cogliere similitudini delle

verde, s’arrampicano piante di zucchine

quali non vieni a capo, perché magari non

che fi oriscono ingiallandolo. L’intreccio

sono poi cose o persone così somiglianti. Il

bello e disordinato fornisce ombra alle

suo orto sta in centro, sulla riva esterna di

sedie occupate dagli amici quando vanno a

un tornante di quella che era soltanto la

trovare Pino, e al tavolo di lavoro dove lui,

strada provinciale38 e ora, inurbata, si

mentre conversa, monda le verdure e tiene

chiama Strada D - in un paese davvero

in ordine gli attrezzi accanto alla bilancia.

piccolo arrampicato su un’altura

Poco dietro sta una baracca dove, se ne

prospiciente il mare, con la sommità

resta, sistema l’invenduto per la notte.

occupata dalle rovine inaccessibili di quello

Fuori dalla pergola ovunque piante di

che sarebbe dovuto essere un castello. In

zucca, pomodori grandi e così consistenti

realtà lo sostiene così tanto cemento a vista

che quando li aff etti sembrano carne

che sembra renderlo un corpo estraneo

succulenta, melanzane bianche e viola

rispetto ai vicoli e alle piazzette, alle salite e

dolcissime, zucchine e fagiolini croccanti,

alle discese su cui si affacciano palazzi

peperoni e peperoncini e tanti altri ortaggi:

vestigia di un passato sontuoso e di un

tutta questa diversità, allevata da Pino e

presente di decadenza che confina con

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Di tutto e niente l’abbandono – ma credo questo sia parte

ordina su un piatto spiega : “qui senza i fichi

consistente del fascino del luogo. Il mare

non ci sarebbe stato niente, non avremmo

occhieggia e conforta da qualunque punto tu

potuto mangiare. C’erano tre fabbriche che

ti rigiri, un mare bello, fatto di tanti azzurri. Azzurri e buoni – sorridenti sono gli occhi di Pino. Una settantina ce l’ha tutta, ma lo sguardo esprime ancora fiducia e attesa. Lui non se ne è andato da qui, mi dice con soddisfazione.

li seccavano, infornavano, condivano e mandavano nel mondo … i nostri fichi”. Un’impresa, anzi tre. “Si, quelli secchi li passi al forno e poi se ce l’hai li condisci con il miele di fichi … Con il cioccolato no, li copre, li oscura, li tradisce. Le crocette le conosci?”. Certo che sì, le conosco e ne son ghiotto.

L’azzurro della canottiera – azzurro Savoia, azzurro cielo, azzurro mare e azzurro occhi di

Negli anni ‘50 e poi ancora – “no, da prima del ’49!” lo corregge uno degli amici seduto sotto il pergolato- tutti lavoravano in queste

fine agosto - è intenso e ben s’intona alla

fabbriche e c’erano soldi, si mangiava e qui

pelle abbronzata dal sole. “Qui erano tutte

hanno costruito, quelli che son rimasti. Ecco

terre coltivate – mi dice - poi hanno costruito.

queste case qui attorno …“Ci lavoravano

Mentre coglie i fichi dalla pianta e me li

tutti, anche mia sorella”, mi dice Pino.

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Di tutto e niente Poi alla fine degli anni ’50 tutto è finito. “Io

appoggia su un ripiano annesso alla

non lo so perché. Ora le fabbriche non ci

recinzione sul quale, quando lui non c’è,

sono più. E la gente nemmeno. Ma le case ci

riposa un gatto magro, un po’ nero e un

sono ancora”. Sorte con disordine e con l’immaginabile gioia di poter vivere in paese… I fichi salvavita, viatico negli inverni per chi ne

po’ marrone, dallo sguardo furtivo, infiammato e triste che scorrazza sempre qui attorno.

aveva, mattoni per l’appartamento per chi li

In una cassetta vedo dei frutti che non

lavorava, sapori e nostalgia di casa per chi li

conosco. “Cosa sono questi?” Indico dei

trovava da comprare lontano dalle forti radici

frutti chiarissimi di un leggero giallo verdino

delle piante su cui erano maturati e poi

acido, alcuni appena screziati di rosso, ma

spediti nel mondo.

verrebbe da dire per timidezza perché è un

Pino dispone la sua merce ordinata in bella vista in cassette di legno che

rosso che affi ora appena. Per il resto sono piccoli pomi grandi come una susina di taglia. Il colore vira al giallo appena più certo e senza verde quando sono maturi. Il profumo è davvero paradisiaco, dolce, simile alla pesca bianca, ma una pesca agrumata. “Assaggia!”, m’invita Pino. Annuso e mordo. Che profumo inebriante e poi che consistenza! in bocca mantiene le promesse fatte al naso. Dolce, leggermente confettata ma con un equilibrio reso possibile da un tono di acidità che fa salivare e gustare la consistenza della polpa appena croccante, attaccata pervicacemente al seme e giallina come la buccia che è liscia, profumatissima e sottile. Mai assaggiato nulla di simile, sapore e profumi entusiasmanti, incredibili. La cassetta non era piena e chiedo se abbia solo quelle. “Siamo a fine stagione, occorre pazienza e potrebbero essere le ultime così si deve aspettare l’anno

Foto di Aliona Gumeniuk su Unsplash - 22 -


Di tutto e niente prossimo”, mi dice, lasciando intendere però

Il tempo di arrivare davanti al pc per far

che avrebbe poi controllato nei giorni a

crescere la soddisfazione nel mangiarne e

seguire se per caso le altre piante …

scopro che il nome ben poco ha a che

“Ma che frutto è?”. “Noi le chiamiamo

prelibato frutto, ma con l’etimologia di

fare con un ipotetico spuntino a base del

merendelle. Sono un incrocio di pesca e

merenda, parola che deriva dal

mela, ma una mela delle nostre …che

gerundivo del verbo latino merere,

profuma. Crescono solo qua. Qua attorno

meritare. Sono pesche speciali, cose da

era pieno di questi alberi…”. Gemma polposa

meritarsi. Il sorriso di Pino e il suo orgoglio

profumata della ricchezza del creato,

l’idea

son difficili da scindere dal ricordo e dal

della possibile estinzione e del radicato

gusto delle merendelle.

rapporto con quella terra dove ero mi hanno

I giorni tra studio e lavoro e qualche

sedotto, accresciuto il godimento gustativo e

passeggiata passano veloci. Lo scampolo di

le ho prese tutte. Pino era visivamente

estate va in esaurimento e con loro le

soddisfatto – non della vendita – le vendeva a

merendelle, che provo a vedere se Pino ne

poco più di due euro al chilo, ma della mia

abbia ancora, perché prima di partire ne

scoperta e dell’entusiasmo che gli

rivorrei gustare. Sono fortunato. Ne ha.

dimostravo, ringraziandolo per la scoperta… delle merendelle.

“Ti voglio servire bene, fare contento. Non perché sei simpatico … sì certo, anche per

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Di tutto e niente questo. Ma mi sei piaciuto dalla

“Ma che vuoi mi

prima volta: non so se tu sei

importi? …non hai i

uno di quelli che hanno i soldi

due euro? Dammi un euro e mezzo, io

oppure no … Molti di quelli che

il

li hanno però – mi dice -

chilo

di

merendelle te lo do

quando vengono qui lo fanno

lo stesso - dice

vedere che li hanno. Insistono

sorridendo

sul prezzo con me. Ma se

e

facendo spallucce-

vogliono un chilo di pesche io

che mi importa se è

glielo do scontato.. che mi

di meno?”

importa… Vengono solo per

Sorrido e capisco

comprare…”, “Non per gustare”,

meglio quest’uomo

interloquisco io. Annuisce: “e

che mi sta davanti

con i soldi che risparmiano con

parlandomi di

me che ci fai, con tutti quelli

frutta che coltiva.

che già hai? Magari dopo due giorni muori…”. Crudo ma vero, penso. Con lo sguardo intanto mi chiede scusa, ha capito che non ho fretta e siccome è vero annuisco. Si rivolge a una signora anziana con due nipotini. Scelgono la merenda. Pesche,

“Ce ne sono di tre tipi -mi spiega, senza parlare in dialetto ma conservando un’inconfondibile impronta calabrese- rosse, rosse tipo prugna, la qualità meno buona. Poi ci sono le screziate e infine questa che sono la qualità più

prugne. La nonna chiede “Li piri li vulite?”. La

superiore, la migliore e la più difficile da

nipotina, che reca in mano un po’ della frutta

coltivare”.

scelta, con decisione risponde per entrambi:

proprio pronte e ne chiedo conferma. Ride

“Oggi no”. Il fratello annuisce soddisfatto,

e scuote la testa. “Queste sembrano verdi e

come pregustando. Sono due manate di

poi al sole diventano subito gialle. Il verde è

frutta e le prende Pino, che le mette dentro una busta di carta, senza pesare. “Dammi un euro e mezzo” dice alla nonna. Tutti contenti.

Mi sembrano dal colore non

per il buio della baracca dove hanno passato la notte”, mi dice mentre me ne fa una busta.

Mentre si allontanano, torna da me e

“Vorrei anche dei fichi”, chiedo. Al solito me

riprende il discorso da dove aveva interrotto.

li stacca al momento dalla pianta, il latte

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Di tutto e niente bianco scorre sulle bucce sottili dei fichi neri.

febbraio e il tempo passava. Con la

“Tu sei venuto qui e mi hai chiesto, mi hai fatto domande sulle mie cose, ti sei interessato Per questo ti voglio servire bene,

riapertura è conciso il momento in cui i virgulti delle merendelle si sono affacciati oltre la coltre nutriente e protettiva della terra. Ora come la speranza son cresciute,

che resti contento. Stai partendo per

germogliate in inattesi tempi difficili.

tornartene a Roma? Sì? Allora i fichi te li

Saranno almeno 50 centimetri alte, le

regalo”.

piantine da spostare adesso in terra libera.

Ecco a chi assomiglia Pino! Me ne rendo conto quando sono già in macchina, ripartito dopo averlo

salutato.

Assomiglia a Franco. Ho iniziato a raccogliere la storia di Franco quando mi sono accorto che quello che faceva era per amore, amore della terra. Ma di Franco, che sta qui a Spoleto, racconto la prossima volta. Quello che vorrei aggiungere, intanto, è che quando son tornato 6 semi di merendelle le ho date alla anziana genitrice, mia madre, perché facesse il tentativo di piantarle. In tre vasi li ha interrati. Nei mesi del distanziamento sociale ce ne siamo ricordati con nostalgia. piantine da spostare adesso in terra libera. “Nulla, nei vasi nulla, peccato”

mi diceva mamma mentre era

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Daranno i frutti e appena possibile li farò assaggiare ai miei amici che ancora non li conoscono. Frutti di una terra lontana, ma che sanno crescere vicino a noi – se solo sappiamo meritarceli – come le merendelle e la loro allegra etimologia suggerisce.


Bellezza CON I CIBI GIUSTI POSSIAMO NUTRIRE ANCHE LA PELLE Un’alimentazione corretta aiuta ad ottenere viso e corpo più giovani e tonici Prof. Antonino Di Pietro - dermatologo plastico - www.istitutodermoclinico.com Anche a tavola si può ottenere una pelle

Alimenti ricchi di vitamine per idratare e

luminosa, un viso fresco e senza rughe, un

rinnovare la pelle

corpo sodo e tonico grazie al consumo di

Prima di tutto, bisogna dare la preferenza

cibi ricchi di vitamine, minerali e principi

agli alimenti ricchi di acqua che, oltre a

attivi in grado di ostacolare la comparsa dei

idratare l’organismo, favoriscono anche

radicali liberi. Ecco perché è importante

l’idratazione della pelle. Poi, è necessario

saper scegliere i cibi che fanno bene alla

mangiare cibi che apportano elementi amici

pelle. Vi spieghiamo come.

della pelle e importanti per la bellezza, come la vitamina A, che consente la crescita di tutte le mucose e regala freschezza alla pelle e ai capelli, la vitamina E, che svolge un’attività contro l’invecchiamento e la vitamina PP, che serve a prevenire la secchezza e la comparsa di malattie cutanee. Infine, sulla tavola di ogni giorno non devono mancare alimenti ricchi di antiossidanti, capaci di rallentare il naturale processo di invecchiamento di organi e tessuti, come: • il selenio, contenuto in carne, pesce, burro, aglio; • i flavonoidi, presenti nell’uva e nei frutti di bosco; • il beta-carotene, particolarmente ricche frutta e verdura di colore giallo-arancio; • il coenzima Q10, che si trova nelle arachidi, noci, fegato, carne di vitello e cereali integrali;

Foto di Dose Juice su Unsplash

• il licopene, di cui sono ricchi i pomodori.

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Bellezza Cibi con rame, zinco e omega 3 per

si trova sotto la pelle forma una barriera ai

rinforzare i capelli e rallentare

raggi del sole e, grazie alla sua colorazione

l’invecchiamento

arancione-brunastra, regala alla pelle

Fa bene alla salute bere ogni giorno un

un’abbronzatura dai toni ambrati.

bicchiere di vino, perché contiene resveratrolo, sostanza che facilita la circolazione del sangue e mantiene giovane la pelle. Noci e nocciole, alimenti ricchi di rame e zinco, sono importanti perché rendono più forti capelli e unghie. Basta consumarne poche per garantirsi tutto il loro beneficio, senza avere problemi di peso, poiché sono frutti particolarmente calorici. Indispensabile anche il pesce, soprattutto sardine, merluzzo o sgombri che, oltre agli acidi grassi, contengono omega 3 e omega 6, che rallentano l’invecchiamento delle cellule. Importanti pure banane e cioccolato poiché ricchi di triptofano, che ossigena pelle e muscoli e, inoltre, distende i lineamenti, donando un aspetto più giovane e più sano. Con il caldo consiglio sempre di mangiare una fetta d’anguria, un’insalata di pomodori, cetrioli e radicchio, oppure bere un centrifugato di carote e ananas: sono cibi che contengono vitamine in grado di reidratare la pelle e migliorare l’abbronzatura, oltre a beta-carotene, sostanza molto simile alla melanina. In particolare, il beta-carotene che - 27 -

Foto di Louis Hansel @shotsoflouis


Bellezza Qui di seguito, in dettaglio,

salute della pelle. Una vera e propria

approfondiamo le proprietà di alcuni cibi

b o m b a a n ti agi n g! Q u e s t a p i a n t a è

offerti dalla natura – qualcuno poco noto-

rinomata anche per le sue proprietà

che aiutano a mantenere la cute bella, turgida e giovane.

dissetanti e depurative: favorisce la diuresi e l’eliminazione delle tossine dall’organismo. Si mangiano foglie e fiori. Cruda è buonissima.

I capperi Conosciuti per le loro qualità aromatiche, i capperi possiedono numerose proprietà. Presentano innanzitutto alte concentrazioni di flavonoidi, che sono potenti antiossidanti. I boccioli sono ricchi di vitamine A, B1e B2, fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo. Ma non solo. I capperi freschi aiutano la pelle a difendersi dal sole e dalle zanzare, oltre a possedere un’alta concentrazione di vitamina B5, in grado di rallentare l’invecchiamento cutaneo e di favorire

I pomodori

la guarigione delle ferite, che rimarginano

Questi gustosi alimenti contengono grandi

più in fretta. In alcuni studi si descrivono

quantità di vitamina A, che mantiene sane

anche le proprietà degli estratti di cappero,

mucose e pelle. Sono inoltre ricchi

evidenziando come abbiano un effetto protettivo nei confronti degli allergeni. Ottimi per digerire meglio carne e pesce, in estate dovrebbero non mancare mai nelle insalate.

di vitamina C, che aumenta le difese cutanee e dona compattezza alla cute, favorendo la sintesi del collagene. Grazie alla presenza di licopene, i pomodori possiedono poi importanti proprietà antiossidanti. Sono quindi capaci di

La portulaca Di origine indiana, ma diffusissima in Italia, la portulaca è ricchissima di Omega 3, oligoelementi e vitamine utilissime per la - 28 -

contrastare la formazione dei radicali liberi, tra i principali responsabili dell’invecchiamento.


Bellezza La frutta secca a guscio

I frutti di bosco Particolarmente adatti alle pelli sensibili,

Noci, mandorle, nocciole sono alimenti

more, mirtilli, lamponi, ribes e fragoline

ricchissimi di vitamina E, sostanza

sono ricchi di antociani, sostanze dall’azione

dall’azione elasticizzante. Se assunti con

lenitiva in grado di rafforzare la parete dei

regolarità, contribuiscono a prevenire la

vasi sanguigni, favorendo la circolazione. In

formazione di smagliature e la perdita di

questi piccoli frutti sono presenti anche

tono della pelle. La frutta secca a guscio

i bioflavonoidi, dalle proprietà antiossidanti

contiene anche acidi polinsaturi che

e antinvecchiamento.

contrastano la disidratazione, nemica per

L’ananas

eccellenza della bellezza della cute.

L’ananas è ricco di bromelina, una sostanza

Facciamo attenzione, però: come già

dalla notevole azione antinfiammatoria e

abbiamo accennato, trattandosi di cibi

diuretica. Favorendo l’eliminazione dei

molto calorici, occorre consumarne in

liquidi, il consumo regolare di ananas aiuta

piccole quantità quotidiane, soprattutto se

a sgonfiarsi e a contrastare inestetismi

si hanno problemi di peso.

come la cellulite.

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Disabilità in pillole COSA MANGIANO LE PERSONE CON DISABILITÀ? Alcune “pratiche alimentari” per persone disabili. Di Antonio Giuseppe Malafarina - giornalista e blogger

Ci sarà capitato di incontrare al ristorante

Abbiamo molti dubbi sull’alimentazione delle

una persona con disabilità, seduta in

persone con disabilità, pur quando restano

carrozzina oppure senza vista, e

reconditi. Nel considerare l’alimentazione di

difficilmente ne saremo rimasti indifferenti.

chi è disabile bisogna come sempre

Un pizzico di curiosità ci avrà assalito, come quando intercetti una persona stravagante due tavoli dopo il tuo. Forse non ci sarà comparso chiaro il dubbio su cosa mangi una persona con disabilità, ma guardare come si muove, come si mette al tavolo e come viene cibata se non è autosufficiente sì, e non credo sia una curiosità venuta solo alle persone che incontrano il sottoscritto.

considerare che le disabilità non sono tutte uguali, cioè le persone non sono tutte le stesse. Ognuno ha le sue peculiarità; quindi, se è vero che ci sono persone con disabilità che devono mantenere una dieta particolare e che alcune persone sono disabili in funzione del loro disturbo alimentare, nell’insieme possiamo dire che le persone con disabilità mangiano come tutti. E,

La domanda “cosa mangiano le persone con

siccome fra tutti ci sono persone che devono

disabilità”, pertanto, serpeggia dentro molti.

mantenere un’alimentazione particolare,

Alberga soprattutto il quesito: le persone

ecco che anche fra i disabili c’è chi necessita

disabili mangiano come noi? Come fa una persona che non vede a prendere il bicchiere, versarsi da bere e centrare il contenitore senza perdere una goccia? E una persona obesa in carrozzina non ci viene il dubbio che avrebbe potuto mangiare meno per essere più scattante in carrozzina o, viceversa, ci viene di pensare che una persona in sovrappeso lo sia anche perché passa la sua vita in carrozzina?

di una nutrizione dedicata. Bisogna dire che certe disabilità, come quella che porta a stare seduto in carrozzina, possono condurre a disturbi digestivi o di sovralimentazione, ma da questo a dire che la disabilità costringe a un certo tipo di alimentazione ne passa. Ci sono persone che si nutrono senza masticare, per ragioni digestive, motorie e - 30 -


Disabilità in pillole cliniche. In questo caso si usa un sondino

dovremmo valutare gli eventuali disturbi

inserito nel naso che finisce nello stomaco e

che lo riguardano. È una forma di

dal quale viene somministrato un

cortesia. Gli esercenti, poi, dovrebbero

nutrimento calibrato spinto da un’apposita

sempre essere in grado di fornire un menù

pompa. Altre hanno questo sondino

vario, cioè con piatti privi di glutine, poveri di

applicato sull’addome e collegato allo

zucchero e via dicendo. I menù dovrebbero

stomaco per via percutanea (peg,

in ogni caso essere accessibili alle persone

gastronomia endoscopica percutanea).

che non vedono, pertanto dovrebbero

Esiste anche l’alimentazione direttamente in

essere in braille o consultabili dallo

vena, che si chiama nutrizione parenterale

smartphone.

ed è applicata prevalentemente in campo

Non dovremmo inorridire se vediamo che

ospedaliero. Oltre a questi casi di nutrizione

una persona educatamente tocca il suo

estrema bisogna considerare le persone che hanno disturbi dell’alimentazione più

bicchiere nella parte interna perché è

comuni e qui è doveroso fare una

grazie al tatto delle dita che chi non vede

considerazione che riguarda tutti: quando

riesce a capire quanto liquido vi è

invitiamo qualcuno a mangiare con noi

contenuto.

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Disabilità in pillole Non dovremmo scandalizzarci neppure per

Le persone, tutte, devono comportarsi

qualche macchia di troppo da una persona

educatamente, ma può capitare che non

che si nutre con difficoltà. A proposito, va

riescano ad essere perfettamente rispettose

detto che esistono stoviglie, soprattutto

del galateo. Buona norma, a tavola con

posate, conformate per facilitare il

una persona con disabilità, è metterla a

nutrimento di alcuni. Non scandalizziamoci,

proprio agio: eliminare le barriere che

perciò, di vedere una posata

possano impedirle di avvicinarsi al tavolo o

apparentemente deforme, perché potrebbe

intralciarla nel suo percorso o nella mobilità

avere la sua funzionalità.

degli arti sulla tavola apparecchiata per servirsi; farla sentire accolta alla stessa maniera degli altri commensali; preparare pietanze dedicate se si rende necessario.

Le persone disabili mangiano, come tutti. I padroni di casa le trattino con la cortesia che si usa a tutti.

In ultima analisi, perciò, non bisogna essere troppo rigorosi nella pretesa di bon-ton rispetto alle persone a tavola, se queste hanno peculiarità tali che la norma comportamentale debba essere superata o interpretata. Le persone, tutte, devono comportarsi educatamente, ma può capitare che non riescano ad essere perfettamente rispettose del galateo.

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DisabilitĂ in pillole

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Sessualità E L’ALCOL UNISCE O DIVIDE LE COPPIE? I risultati di alcuni studi dettagliati sull’argomento. Maggiori conseguenze per gli uomini Over che bevono quando hanno una relazione con una partner astemia Dott. Marco Rossi - sessuologo e psichiatra - www.marcorossi.it Dei cibi afrodisiaci (o ritenuti tali) ne

Premesso questo, che succede in una coppia

avevamo già riferito in questa rubrica. Ma

quando si rapporta con l’alcol? Ecco che cosa

non abbiamo parlato del vino, che di per se

dicono alcuni

stesso è un alimento. Gli esperti

specialista.

riferiscono che il contenuto in alcol

“Secondo la teoria della compatibilità, la

“potenziale” del vino non deve essere

somiglianza fra partner (Gonzaga et al, 2007),

inferiore a 10°, che corrisponde a circa 17 g/

aumenta la probabilità che le coppie

l d i z u c c h e r i f e r m e n t e s c i b i l i ( o s s i a

possano stabilire un rapporto reciprocamente

trasformabili in alcol).

soddisfacente. La teoria della compatibilità

Il potenziale calorico dovuto all’alcol nel vino è di circa 7 calorie per grammo, per una densità di 0,79 kg/litro. Il vino a 12° alcolici volumetrici ha un contributo calorico di 665 kcal/litro dovuto al solo alcol, cui vanno sommate le calorie corrispondenti agli zuccheri residui, che variano dalle 30 kcal/ litro per un vino secco alle 350 kcal per un passito dolce. Un bicchiere da 150 ml di vino secco, quindi,

ha un potere

nutrizionale di circa 100 kcal; un passito di circa 150 kcal. Un altro aspetto consiste nelle proprietà benefiche di alcune sostanze presenti nel vino: oltre che acqua e alcol, anche molti sali minerali, glicerolo, alcuni acidi e i polifenoli.

studi riportati dal nostro

riguarda sia i tratti di personalità, sia gli interessi condivisi e predice soddisfazione, impegno, intimità di coppia e relazione duratura: insomma, una relazione di qualità. Al contrario, le coppie dissimili sperimentano più conflitti, relazioni difficili e ambivalenza nel rapporto (Houts et al., 1996). Crawford et al. (2002) hanno suggerito che la somiglianza tra le coppie implica maggiore tempo da trascorrere insieme in attività che producono una maggiore soddisfazione. Generalizzando i concetti di questa teoria, dunque, ci si potrebbe chiedere se la propensione al bere sia qualcosa che unisce o divide le coppie.

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Sessualità La ricerca dimostra che ci sono molte

Si pensa che questo modo diverso di bere

conseguenze per le coppie che bevono in

costituisca la base per maggiori conflitti

modo discrepante (cioè solo uno dei due

che contribuiscono alla diminuzione della

beve molto e l’altro poco) (Fischer e Wiersma,

soddisfazione nella relazione e che

2012). Ad esempio, le coppie che bevono in

possa ostacolare lo sviluppo dell’intimità e

modo discrepante riferiscono di avere una

delle competenze necessarie per la

relazione di coppia di qualità inferiore.

crescita relazionale.

Questo dato è confermato da studi longitudinali, i quali hanno scoperto che il modo diverso di consumare alcol n e l l e c o p p i e s p o s a t e è a s s o c i a t o a maggiori problemi di relazione. Ad esempio, sembra che le coppie in cui uno beve e l’altro no, abbiano un rapporto di coppia peggiore di quelle in cui entrambi bevono molto o non bevono affatto. Stando ad alcune ricerche se entrambi i partner bevono, questo non compromette la soddisfazione nel rapporto (Homish e Leonard, 2005, 2007). Quanto alla tipologia delle coppie, si è visto che quelle sposate tendono a bere meno di quelle non sposate. Tra gli adulti più anziani, le coppie che bevevano in modo discrepante avevano maggiori possibilità di divorzio ed in particolare quando, nella coppia, a bere più dell’altro erano le donne (Leonard et al, 2013; Torvik et al, 2013).

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Sessualità La ricerca ha prodotto tuttavia anche

età più avanzata soprattutto quando si

risultati nettamente in contrasto con la

accoppiano con partner che non bevono; le

teoria della compatibilità: si è visto, in

donne hanno i più gravi problemi correlati

particolare, che quando le coppie

all’uso di alcol quando nella relazione

consumano grandi quantità di alcol, hanno

entrambi i partner bevono in modo

un rischio maggiore di avere problemi

congruente, cioè quando bevono entrambi

relazionali . L’uso di alcol è stato citato

molto e di frequente. A livello di coppia

come uno dei motivi principali per la

i rischi alcol-correlati e le probabilità di

separazione o il divorzio,

sia tra più

divorzio sembrano essere più elevati

giovani, sia fra i più anziani, soprattutto a

in coloro che hanno cominciato a bere da

causa di comportamenti violenti.

giovani in un rapporto di coppia in cui

In

conclusione,

g l i u o m i n i

possono avere gravi problemi di alcol in

entrambi i partner bevevano pesantemente”.

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SessualitĂ

Foto di Kinga Cichewicz su Unsplash

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Incipit CONTRO SENSI Il cibo? E’ forse l’unica realtà indagabile da tutti e 5 i nostri sensi Di Giovanni Paolo Magistri - biologo È noto che possediamo cinque sensi più un

non altro per completezza di sensazioni.Ora,

sesto che è la conseguenza della

proviamo a porci la seguente domanda:

sommatoria dei cinque; secondo la scienza

quale

moderna sono da considerarsi sensi anche

contemporaneamente dai cinque sensi. Le

la propriocezione, ovvero la consapevolezza

arti, la musica, la pittura, la scultura, la prosa

del sé, la termocezione, che distingue le

sono tra le manifestazioni umane

variazioni di temperatura, la nocicezione

maggiormente riconosciute in grado di

deputata alla percezione del dolore, la

permeare i meandri profondi della nostra

percezione viscerale che consente di

psiche suscitando passioni, dolore, fantasia,

indagare lo stato di salute degli organi

amore, ricordi, ma sorprendentemente non

interni del nostro corpo. Personalmente

sono vagliabili contemporaneamente dai

sono dell’idea che la percezione viscerale sia

cinque sensi.

in ultima analisi riconducibile alla nocicezione, che la termocezione sia attribuibile al senso del tatto e che la propriocezione altro non sia ciò che chiamiamo sesto senso.Che ne facciamo di questi sensi? Fondamentalmente indaghiamo la realtà che ci circonda

realtà

sia

indagabile

Se assisto all’esecuzione di un brano musicale vedo i movimenti degli orchestrali, sento l’armonia dell’esecuzione anche nelle sue pause, tasto il vibrato degli strumenti; ma la musica non possiede gusto e odore; se non per immaginazione.

interagendo con essa, utilizzando più o

La visione degli antichi filosofi greci riguardo

meno i cinque sensi secondo necessità.

la realtà, sostanzialmente composta da

Credo si possa convenire che una realtà sia maggiormente in grado di arricchirci, suscitare consapevolezza, apportare ulteriori interrogativi, essere motore di vita, qualora sia indagabile dai cinque sensi; se

quattro elementi primari- terra, acqua, aria e fuoco- non è oggi più sostenibile, ma è comunque altrettanto vero non si discosti, macroscopicamente parlando, da una sua più attuale interpretazione e tornando all’interrogativo “quale realtà sia indagabile - 38 -


Incipit contemporaneamente dai cinque sensi”

ingerito o di cui si prevede

ci si trova di fronte ad una risposta, che in

ragionevolmente possa essere ingerito

tutta onestà avrei preferito non fosse,

da esseri umani.

univoca: il cibo. Del cibo percepiamo

La ragione di questa definizione sta nel

forma, cromaticità, la diversità del

fatto che gli esseri umani, essendo parte

sapore, il profumo, la consistenza e i

del mondo dei viventi, hanno certamente

vibrati provocati nel compiere atti, come

intrinseca la necessità di assumere cibo,

ad esempio, la sua masticazione.

ma come tutti gli esseri viventi si

Proviamo a definire, in modo

differenziano per tipologia e modalità di

scientificamente accettabile e condivisibile

assunzione ed è interessante constatare

socialmente, cosa intendiamo per cibo; la

come tutta la materia naturale sia

normativa europea in fatto di igiene

praticamente cibo per le innumerevoli e

alimentare ha adottato la seguente

differenti forme di vita.

dicitura: qualsiasi sostanza o prodotto

Ora, se tutta la materia naturale è

trasformato, parzialmente trasformato o

fondamentalmente cibo, si può

non trasformato, destinato ad essere

conseguentemente e ragionevolmente

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Incipit affermare che tutto ciò che non è materia

La conoscenza popolare è ricca di “detti”

naturale non sia vagliabile direttamente dai

che attribuiscono all’appagamento

cinque sensi.

dell’appetto frasi quali “vive di solo amore”, “l’amore nasce per appetito, dura per fame

Sembrerebbe di no!

e muore per sazietà”.

Il bacio ad esempio, inteso come

Ma anche l’amore inteso come sentimento

esternazione di affettività tra innamorati,

di fratellanza fra popoli è stato sancito

certamente non è collocabile tra gli aspetti

utilizzando il cibo a simbolo di completa

propriamente materiali della nostra

condivisione sensoriale; come è avvenuto

esistenza, ma sorprendentemente è forse

con Cristo nell’ultima cena con i suoi

l’unica realtà non materiale vagliabile dai

discepoli.

cinque sensi ed è altrettanto sorprendente rilevare come l’essere innamorati conduca spesso all’appagamento dell’appetito.

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Incipit

I microrganismi traggono energia dall’ossidazione di materia inorganica

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Salute IL GENERALE E IL PANGOLINO - QUARTA PUNTATA Continua il racconto di un’epidemia che ha messo a nudo tutte le ipocrisie del genere umano Dott. Enzo Primerano - medico rianimatore Quindicesima settimana Ero pensieroso alla finestra a riorganizzare i miei pensieri quando d’un tratto entrò nella stanza il Generale avvicinandosi verso di me. Il suo volto non

era

bellicoso anzi, mentre mi si avvicinava, sembrava avesse buoni propositi Q u a n d o fummo a tu per tu riuscii a guardarlo immaginando che le sue innumerevoli spine fossero strumenti di comunicazione. Mi disse: “ Avvicinati, toccami”. “Fossi matto” risposi “Dopo tutti questi mesi passati a d evitarti, schivarti e proteggermi da te e non contaminare gli altri !!! ” E il Generale sorridendo rispose: “E’ vero; ho

inferto molti lutti agli umani ma adesso non farò più danni. Il mio spirito ha subito una mutazione che mi permetterà di convivere anche col genere umano senza fare più danni. È successo e succederà ancora ma, mi raccomando, non cercate di piegare ai vostri fini una natura di cui avete un’effimera, misera e impercettibile conoscenza. Rischiereste di farvi molto molto più male di quanto non è successo stavolta. E non fate i furbi ancora una volta fingendovi dispiaciuti e pentiti solo per continuare a perseguire tutti quei diabolici falsi idoli come il denaro il lusso e la loro ostentazione. Io sono cambiato ma là fuori milioni di generali come me sono pronti ad un segnale delle stelle a scatenare indicibili disastri ai nemici dell’universo. Noi siamo dappertutto: nell’aria, nell’acqua dei mari dei fiumi e degli abissi più profondi, dentro la terra e nella luce degli astri. E il Cielo e le Stelle che ci osservano da lassù sono pronti a proteggerci o ad annientarci ad un semplice nostro segnale.

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Salute Noi non abbiamo timore del tempo

non c’era più traccia della bambola. Ma il

perché per noi non esiste. Ciò che è stato e

signore prima di andar via fece finta di

ciò che sarà è soltanto la continua

trovare un biglietto dietro una siepe. "Per

espressione del nostro essere. Noi non

favore, non piangere” c’era scritto “sono

comandiamo nessuno e non siamo

partita in viaggio per vedere il mondo, ti

comandati da nessuno

riscriverò raccontandoti le mie avventure..."

E' la grande sfida e mistero che ha pervaso

Un mese dopo, sempre al parco, quel

le menti di molti talenti della poesia e del

signore si avvicinò alla madre della bambina

teatro: vivere e sopravvivere all'interno di un

consegnandole in dono una bambola con

mondo pieno di insanabili contraddizioni”.

un biglietto ove era scritto “Sono Brigida, la tua bambola; i miei viaggi e le mie avventure mi hanno cambiata”. Molti anni più avanti la ragazza ormai cresciuta, trovò un biglietto nascosto dentro la sua bambola ricevuta in dono che diceva: “Ogni cosa che ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l'amore la muterà sempre in una forma diversa.” Firmato Franz Kafka Il 3 giugno del 1924 Franz Kafka moriva

Per comprendere meglio queste insolite

prematuramente. (Da “Kafka e la bambola

affermazioni mi venne in mente una storia

viaggiatrice” di Jordi Sierra i Fabra)

che spesso una vecchia signora raccontava ai suoi nipoti. Era la primavera del 1924 e aveva 9 anni; nel parco Steglitz a Berlino aveva perduto la sua bambola di nome Brigida. Piangeva a dirotto ed era disperata per quella perdita, quando si avvicinò un signore che l’aiutò a cercarla ma non riuscendo a trovare nulla fino a sera si diedero appuntamento per il giorno dopo. Anche l’indomani nulla da fare: non c’era più

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Salute Sedicesima settimana GUERRA E PACE Se cerchi la pace preparati alla guerra Buongiorno Generale. Anche adesso, ormai senza armatura sconfitto e prigioniero, riesci ancora a mostrarti come il censore più spietato della nostra società.

potere.

Chi ha lavorato per tutta la vita

Là fuori tutti festeggiano la tua sconfitta

evadendo il fisco è pronto a rifarlo e sarà

ammucchiandosi sul carro dei vincitori.

pronto a piangere ancora se in futuro il suo

Quelli che spintonano di più sono quelli che

mancato introito in nero non gli verrà

quando tu eri forte con le tue incursioni

garantito.

erano nascosti al sicuro o sentenziavano da

Gli Italiani continueranno a piangere perché

bunker asettici dove tu non potevi entrare.

gli altri stati europei sono troppo

Ma la storia maestra ci rammenta che su

intransigenti nei loro confronti, mentre gli

quel carro mancano i veri eroi, quelli che

stati europei continueranno a non tollerare

senza pensare ai propri tornaconti, di fronte

più le cialtronerie italiche per quanto

al dovere hanno risposto anteponendo il

artistiche fantasiose e creative. Tutti a far

valore alla propria incolumità. Quegli eroi

finta di volere un’Europa comune ma tutti

oggi giacciono esanimi nel ricordo degli

con il recondito fine di usarla per beneficio

amici o stanchi ed esausti nella mente e nel

personale non tanto nazionalista o

corpo, ma pronti a ricominciare a

libertario, quanto col fine di voler

combattere.

mantenere eterna quella temporanea

Ed eccoci alle solite: tutti contro tutti con l’unica fi nalità di accumulare potere e

attribuzione di potere.

denaro a scapito degli altri, invece che

Tu, Generale, ormai sei malconcio così

perseguire la strada della convivenza civile

nudo senza armature né alleati ma,

tra i popoli.

come ogni generale di valore, aspetterai il momento più propizio per evadere e

Chi fino ad oggi ha sperperato denaro

riorganizzarti consapevole della nostra

pubblico è pronto a rifarlo in cambio di

pochezza. Questo costringerà gli operatori

favori elettorali che gli garantiscano il - 44 -


Salute della salute a diventare guerrieri di una

alleati

nuova umanità. Un’ ennesima celata guerra

chiacchiere che goffamente cercano di

mondiale che ci ha individuato come forza

nascondere sporche verità.

strategica per le battaglie del futuro. Mai più dovremo abbassare la guardia né mai dovremo negoziare valori e virtù proprie del genere umano.

leali molto di più delle tante

Generale, non provarci ancora a cercare di distruggerci. Le tue armate sono ormai sconfitte, disarmate e prive di virulenza, mentre i tuoi alleati sono scomparsi dall’aria.

Dovremmo aver capito che le certezze

Eppure tu, invece di arrenderti

servono solo a rafforzare i dubbi che

definitivamente, stai provando ancora con

sostengono la nostra onestà intellettuale.

la guerra psicologica facendo leva sulle più

Quel sentenziare sui morti con o per il virus,

grandi debolezze del genere umano:

con la sguaiata danza delle preposizioni,

invidia, furbizia e paura che innesca l’odio

serviva solo per giustificare le errate

nei più deboli.

affermazioni che dicevano che sarebbe stata solo una piccola influenza stagionale. Ma quei grossolani verdetti scoperchiano di fatto una molto più cruda realtà. È molto più semplice ed economico prevenire le malattie prevenendole con corretti stili di vita piuttosto che non far

La specialità più frequente presso il nostro amato popolo italico è la scienza del secondo me. “Secondo me era rigore” è la frase più usata il lunedì; il martedì diventiamo presidenti del consiglio solo perché non si gioca, ma ecco che il mercoledì si ricomincia a

nulla prima e poi ricorrere a lunghe cure che non rispristinano completamente la salute ma mantengono un sia pur ragionevole compromesso di vita che non è mai vera guarigione. La società invece è ormai irrimediabilmente malata da insanabili patologie e infermità a cui dovremmo il prima possibile porre fine con lo stesso accanimento con cui combattiamo te, Generale. E abbracciando il Generale lo salutai con la consapevolezza di come guerra e pace siano

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Salute fare allenatori, scienziati, ingegneri, filosofi,

Pseudoscienziati che si azzuffano tra loro

navigatori ma solo per arrivare alla

per stabilire chi è più scienziato. Utilizzare

domenica quando staremo a gridare seduti

questi canali e farli passare per scienza è

sugli spalti delle arene della squadra del

come credere nelle proprietà guaritrici della

cuore.

reliquia dello stinco del santo per rafforzare

Tutto questo alimentato dalla paura che alimenta l’odio,il quale mette radici dentro di noi come una spora di tetano: resta dormiente per anni e anni e spunta fuori cattiva e mortale appena trova le condizioni adatte. La stessa paura che alimenta i deboli

la religione. Prima di definirsi scienziati per contendersi le passerelle mediatiche bisognerebbe conoscere la defi nizione di Scienza e quanto essa proceda in avanti alimentata più da dubbi e perplessità che da affermazioni pompose e assolute.

che vengono presi di mira da chi cerca di

Il medico visita, fa diagnosi e cura pazienti

controllarne l’opinione attraverso

verificando l'efficacia della cura.

affermazioni che non bevono neanche gli

Usa scienza e statistica dei grandi numeri

allocchi, con tutto il rispetto per i bianchi

(nella speranza che siano veri) e li applica ai

rapaci. Gli italiani sono pronti a chiudere le

singoli malati personalizzandone la cura e

porte agli italiani: “Da noi quest’estate

badando umanamente a lenirne le

verranno solo quelli che sono immunizzati”

sofferenze del corpo e della mente. In genere

bombarda qualche amministratore

cerca di stare fuori dalle ribalte mediatiche

regionale. Come se in Lombardia che cura

perché il bene che deve tutelare è più

circa 165.000 malati extra regione (dato

circoscritto ma molto più nobile.

2019) chiedessimo a tutti, prima di entrare, se hanno l’AIDS o l’Epatite C per non mettere a rischio gli operatori. Gli stessi che sparano cartucce che hanno la stessa consistenza degli escrementi diventano d’un tratto smemorati nel ricordare che le tre Regioni più colpite dal virus sono le stesse che detengono il 75% del Pil del paese.

Spettacolo molto misero a cui assistiamo, caro Generale, e da cui l’arte medica vera si dissocia fortemente perché la scienza si applica solo quando questa passa attraverso il crivello del dubbio, dell’umiltà, della compassione e dell’umanità di ogni singola persona malata.

Se d’un tratto questi amministratori sentono forte lo spirito di secessione dal Paese non saremo certo noi ad opporci.

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Salute

(Da “Kafka e la bambola viaggiatrice� di Jordi Sierra i Fabra) - 47 -


Da leggere (o rileggere) REALIZZATI E CONSAPEVOLI Un libro da regalare- o regalarsi- mentre stiamo cercando di rimettere ordine nella nostra vita Di Paola Emilia Cicerone - giornalista scientifica

Istintivamente, i libri che propongono di

tecnica di meditazione che è anche un

trasformare la propria vita mi suscitano

approccio alla vita. Non dobbiamo

qualche diffidenza. Ma conosco Giuseppe

diventare diversi o migliori, spiegano

Coppolino, life coach e insegnante di

Vitullo e Coppolino, ma semplicemente- si

Mindfulness. E l’obiettivo di

fa per dire - guardare alle qualità che sono

questo libro,

scritto a quattro mani con il formatore

già dentro di noi, per farle

Andrea Vitullo

(Realizzati e consapevoli

emergere. Un’indicazione che rievoca il

Allenamenti Mindfulness per trasformare il

titolo di uno dei saggi scritti dal “padre”

tuo lavoro e la tua vita) non è tanto il

della Mindfulness Jon Kabat - Zinn,

successo o la ricchezza quanto la serenità, il

Dovunque tu vada ci sei già . "Si tratta"

sentirsi realizzati e in pace con se stessi. Un

spiega Coppolino,

percorso lontano anni luce dai classici

cambiare prospettiva e punto di vista,

manuali di self help: “Vogliamo veramente -

rispetto a quello che ci porta a vedere la

chiedono gli autori nella prefazione scritta a

nostra esistenza come un susseguirsi di

caldo durante l’emergenza COVID 19-che

problemi da risolvere, guai da affrontare e

tutto torni come prima? O vogliamo cogliere

imprevisti cui trovare rimedio”. Partendo

l’occasione per scoprire cosa è davvero

dall’attenzione per i propri cinque sensi,

importante nelle nostre vite?”. Una

per poi sviluppare i principi base della

riflessione preziosa in un momento di crisi

Mindfulness: portare l’attenzione

legata alla pandemia e alle difficoltà che

intenzionalmente al momento presente,

questa si porta dietro, cui si aggiungono

con atteggiamento gentile e non

cambiamenti radicali in corso già da anni nel

giudicante. Non si tratta qui di vere e

mondo del lavoro.

proprie sessioni di meditazione, ma di

Il saggio

inaugura una collana che la

Hoepli ha voluto dedicare a questa

finalmente

di allenarti a

un atteggiamento mentale che ci ricorda l’importanza di non rivolgere costantemente l’attenzione al passato o

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Da leggere (o rileggere) E che, oltre ad essere un

Un’iniezione di fiducia che fa di questo

efficace antistress, come ormai

libro una buona lettura da regalare o

dimostrato da decine di ricerche, aiuta a

regalarsi in un momento in cui stiamo

vivere meglio con noi stessi e con gli

cercando, un po’ tutti, di rimettere

altri.

ordine nella nostra vita.

al futuro.

Il volume nasce come un

vero e proprio

manuale di esercizi solo in apparenza banali,

che ci aiutano a

conoscere meglio noi stessi e le nostre emozioni. Si tratti di stare in silenzio portando l’attenzione sul respiro, di imparare a rallentare quando le scadenze in ufficio sembrano sopraffarci. O di diluire le nostre ansie, proprio come faremmo con una manciata di sale che concentrata in un bicchiere d’acqua la rende imbevibile mentre nel mare si perde fino a diventare impercettibile. Lavorando

su quattro punti –

attenzione, gentilezza, creatività e connessione – anzi piantando semi che possiamo sviluppare attraverso un vero e proprio allenamento . Senza sforzarci di cambiare ma lavorando per trasformarci - la distinzione è sottile ma sostanziale - partendo dalle nostre qualità e da quello che ci rende unici.

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Generazioni connesse INSIEME, A CASA. L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane propone una preziosa iniziativa per colmare il digital divide Di Doris Zaccaria - giornalista e formatrice Nello scorso numero avevamo già

Una helpline telefonica è disponibile per chi

affrontato il tema delle iniziative nate in

avesse difficoltà tecniche a collegarsi alla

tempo di pandemia per attrezzare gli Over

videocall, mentre accedendo a un gruppo

delle competenze digitali necessarie per

Whatsapp è possibile ricevere tutti gli

affrontare questo periodo difficile.

aggiornamenti in tempo reale.

Al lavoro meritorio di istituzioni e

Per chi non avesse l’opportunità di collegarsi

associazioni si aggiunge anche quello di

nella fascia oraria prevista, inoltre, ci sono gli

alcune comunità religiose. Ne è prova

archivi (https://www.insiemeacasa.it/

l’impegno messo in campo dall’UCEI (Unione

archivio-lezioni): in quest’area del sito è

delle Comunità Ebraiche Italiane) con il

possibile navigare fra i seminari che si sono

progetto “INSIEME, A CASA.”

già svolti e seguire quelli che si ritengono più

Sul sito www.insiemeacasa.it si trovano le semplici istruzioni per seguire in diretta delle vere e proprie pillole di formazione

utili e interessanti. Il sito web e le lezioni online sono stati realizzati grazie alla partnership fra l’organizzazione non profit

digitale erogate ogni giorno attraverso la piattaforma Zoom. Sebbene si tratti di un’iniziativa rivolta soprattutto ai meno giovani, fra i numerosi approfondimenti proposti chiunque può trovare spunti per migliorare l’ uso della Rete: per esempio con un corso di fotoritocco, o un’utile panoramica di Google Translate. Foto di Dhaya Eddine Bentaleb su Unsplash - 50 -


Generazioni connesse israeliana Machshavà Tovà (che in ebraico

Se sul fronte dei device qualcosa si sta

significa “Buon pensiero”) e l’Unione delle

muovendo (molte istituzioni e associazioni

Comunità Ebraiche Italiane. “L’idea è di

hanno distribuito tablet e computer alle fasce

contribuire a colmare il ‘digital divide’, specie

sociali più svantaggiate), quello della qualità

tra le fasce della popolazione che hanno avuto

della linea internet è un problema annoso del

meno accesso in questi anni alle risorse della

nostro Paese.

rete: i meno giovani, ma anche gli appartenenti

Chi vive in città può godere di connessioni

ad aree sociali marginali e svantaggiate”,

veloci e stabili, ma è sufficiente allontanarsi di

sottolinea la presidente dell’Unione delle

pochi chilometri dalle infrastrutture della

Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

banda larga per ritrovarsi in situazioni che ci

In effetti, come avevamo già avuto modo di

riportano a fine anni ’90. Basti pensare che

sottolineare, oggi una piena e consapevole

l’ Italia è al quarantotttesimo posto al

cittadinanza passa anche attraverso

mondo

l’accesso agli strumenti offerti dal

per

velocità

di connessione Internet.

digitale. Serve una base di competenze che permetta a tutti di partecipare ai tanti servizi

Ve lo posso certificare: nel tempo che mi è

disponibili online, che si tratti di fare un

servito a scrivere questo articolo, la rete

certificato senza doversi recare all’Anagrafe, ordinare la spesa da un’app o assistere a

ballerina mi ha fatto penare.

una riunione virtuale.

Confidando che questi problemi siano presto superati, non possiamo che ringraziare UCEI

Resta solo un ultimo (ma non piccolo) nodo

che assieme a Machshavà Tovà offre un

da sciogliere: l’accesso agli strumenti e ad

servizio importante nella logica della piena

una connessione dignitosa.

inclusione digital.

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Volontariato e Associazioni +ARIA: CBM AL FIANCO DEI BAMBINI CON SINDROME CHARGE A CUI IL COVID-19 HA SOTTRATTO SERVIZI ESSENZIALI 22 le famiglie che in Italia beneficeranno di percorsi riabilitativi ed educativi durante l’estate +ARIA ovvero Attività Ricreative Inclusive

restano chiusi. Per i nostri bambini, affetti da

e Assistenza ai bambini con Sindrome

una disabilità sensoriale invalidante come la

CHARGE. Nasce così il progetto promosso

Sindrome CHARGE, diventa difficile

da CBM Italia Onlus insieme a Mondo

comprendere la situazione, gestire gli starnuti,

CHARGE e Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della CEI – Conferenza Episcopale Italiana. Un intervento a supporto di 22 famiglie di bambini e giovani aff etti da Sindrome CHARGE, a cui l’emergenza COVID-19 ha sottratto servizi essenziali, volto a garantire loro percorsi riabilitativi e ricreativi della durata di tre mesi: da giugno ad agosto 2020. "L’emergenza coronavirus ci ha tenuto per

il muco, le mani in bocca, comunicare attraverso i dispositivi di sicurezza. Per chi come noi ha un figlio fragile, con una malattia rara, una babysitter non può essere una soluzione. Ecco perché con +ARIA vogliamo dare respiro alle famiglie e linfa alla vita dei nostri bambini. Un sostegno per crescere e costruire, in un periodo che ha distrutto le nostre già fragili certezze e ci ha lasciato smarriti" ha dichiarato Luigi di Lello, Presidente di Mondo CHARGE.

mesi in casa, con le scuole chiuse e spesso senza lavoro. Per chi come noi ha un figlio con disabilità la situazione è stata ancora più difficile: centri diurni chiusi, terapie

Il Progetto

• Della durata di tre mesi (giugno/agosto 2020), il progetto prevede che 22

riabilitative sospese, didattica a distanza

famiglie di bambini con Sindrome

troppo spesso impossibile da seguire. La

CHARGE presenti su tutto il territorio

nostra vita, non semplice, è diventata ancora

nazionale (Lombardia, Emilia Romagna,

più dura. Provante anche questa nuova fase: i

Lazio, Molise, Puglia e Sicilia)

genitori a lavoro adottano cautele a tutela dei

beneficeranno di servizi riabilitativi,

figli, ma le scuole, i centri diurni e quelli estivi

ludici ed educativi. - 52 -


Volontariato e Associazioni • Per ogni bambino sarà elaborato uno

• Il progetto avrà la supervisione

specifico percorso di crescita volto a

scientifica e il monitoraggio di

stimolare la motricità, migliorare la

specialisti. Gli incontri a distanza

capacità di apprendimento, memoria e

permetteranno agli specialisti, in

comunicazione, rafforzare l’autostima e

accordo con le famiglie, di selezionare

spronare alla socializzazione.

il programma personalizzato più

• Ogni famiglia avrà a disposizione 12

adatto alle caratteristiche del

sedute da parte di operatori – educatori,

bambino, valutando i progressi e i

psicologi e terapisti esperti – che si

risultati ottenuti.

recheranno presso le loro abitazioni o che

• Il progetto prevede anche la

accompagneranno i bambini presso

distribuzione di dispositivi di

strutture che off rono attività a scopo

protezione individuale così da

terapeutico.

assicurare lo svolgimento delle attività in

• Le attività potranno svolgersi all’aperto

sicurezza.

(pet therapy, ippoterapia, ortoterapia) o al chiuso, a seconda delle disposizioni di

“Il progetto +ARIA si inserisce all’interno del

sicurezza vigenti e della situazione

nuovo Piano di Intervento di CBM in Italia, con

specifica di ogni bambino.

l’obiettivo di fronteggiare l’attuale emergenza

- 53 -


Volontariato e Associazioni sociale e promuovere l’inclusione sociale delle

growth and developmental delay),

persone con disabilità, da sempre tra le più

malformazioni genitali (Genital anomalies)

vulnerabili. Vogliamo poter garantire loro il

e anomalie dell’orecchio con possibile

diritto alla salute, all’istruzione e ai mezzi utili

sordità (Ear anomalies).

a condurre una vita indipendente e attiva. Così come espresso dalla Convenzione dei Diritti

Alla Sindrome sono associate più di

delle Persone con Disabilità queste devono

quaranta anomalie e questo la rende

essere considerate attive protagoniste della

una delle più complesse patologie sia

propria vita, titolari degli stessi diritti e

dal punto di vista medico che evolutivo.

opportunità degli altri” ha dichiarato

Grazie a un’educazione e a un’assistenza

Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia

adeguate, le persone affette ottengono dei

Onlus.

buoni risultati in tutte le tappe fondamentali della loro vita. I genitori e la

La Sindrome CHARGE - È una malattia rara riconosciuta come una delle principali cause di sordocecità “congenita”. Chi ne è affetto deve affrontare numerosi interventi chirurgici fi n dai primi anni di vita. La sindrome ha un’incidenza di 1/12.000 nati vivi e colpisce in egual modo sia maschi che femmine.

famiglia sono l’elemento cruciale, specialmente se riescono a ottenere il sostegno e la guida di specialisti per comprendere pienamente le diffi coltà del proprio figlio.

Il nome CHARGE deriva dalle iniziali delle sei caratteristiche primarie

della

sindrome: difetto della struttura oculare (Coloboma), difetti cardiaci (Heart defects), difetti delle cavità nasali (Atresia

of

the

choanae), ritardo della crescita e/o dello sviluppo (Retardation of

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Volontariato e Associazioni

CBM Italia Onlus è un’organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e disabilità evitabile e nell’inclusione delle persone con disabilità nei Paesi in via di sviluppo. È parte di CBM, una famiglia internazionale attiva dal 1908 per assistere, curare, includere e dare una migliore qualità di vita alle persone con disabilità che vivono in Africa, Asia e America Latina. In Italia promuove progetti e iniziative di sensibilizzazione. Lo scorso anno CBM ha raggiunto oltre 60 milioni di persone attraverso 525 progetti in 55 Paesi di tutto il mondo. Info: www.cbmitalia.org

Mondo CHARGE è la prima associazione italiana dedicata alla Sindrome CHARGE fondata da persone affette e dai loro familiari. L’obiettivo principale è quello di supportare e migliorare la qualità di vita delle persone con Sindrome CHARGE creando una rete di comunicazione e scambio d’informazioni fra di loro, fra i familiari e gli operatori sociosanitari. Condividere le diverse esperienze significa facilitare l’accesso alle cure, alla riabilitazione, agli ausili e in generale a tutte le necessità di cui un bambino e la sua famiglia hanno bisogno. Info: https://mondoCHARGE.it

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SOMMARIO -8Generazione F La mia scoperta del cibo

- 30 Disabilità in pillole Cosa mangiano le persone con disabilità?

- 12 Foto d’autore Ovo su tela

- 34 Sessualità E l’alcol unisce o divide le coppie? - 38 Incipit Contro sensi

- 14 Stile Over Quei triangolini di formaggio che ci riportano all’infanzia

- 42 Salute Il Generale e il pangolino (quarta puntata)

- 18 Digital4Senior Compra (o coltiva), cucina e condividi: il cibo re dei social

- 48 Da leggere (o rileggere) Realizzati e consapevoli

- 20 Di tutto e niente Pino e le merendelle

- 50 Generazioni connesse Insieme, a casa

- 26 Bellezza Con i cibi giusti possiamo nutrire anche la pelle

- 52 Volontariato e Associazioni +ARIA: CBM al fianco dei bambini con sindrome CHARGE

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Ringraziamenti

www.cbmitalia.org

www.yakult.it

Immagini e fotografie Dove non espressamente indicato le foto o le immagini presenti nella rivista sono situate su internet e costituiscono materiale largamente diffuso e ritenuto di pubblico dominio. Su tali foto ed immagini la rivista non detiene, quindi, alcun diritto d’autore e non è intenzione dell’autore della rivista di appropriarsi indebitamente di immagini di proprietà altrui. Pertanto, se detenete il copyright di qualsiasi foto, immagine o oggetto presente, oggi ed in futuro, su questa rivista, o per qualsiasi problema riguardante il diritto d’autore, inviate subito una mail all’indirizzo generazioneover60@gmail.com indicando i vostri dati e le immagini in oggetto. Tramite l’inserimento permanente del nome dell’autore delle fotografie, la rimozione delle stesse o altra soluzione, siamo certi di risolvere il problema ed iniziare una fruttuosa collaborazione.

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ILLUSTRAZIONE DI ATTILIO ORTOLANI


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