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2.2.5 Fabbisogni formativi e competenze

2.2.5 Fabbisogni formativi e competenze

A livello di scuola secondaria superiore l’indirizzo primario di formazione tecnica in campo edile è rappresentato dall’indirizzo CAT (Costruzioni Ambiente Territorio), che ha sostituito il diploma di geometra. Se ne segnala una costante crisi di iscrizioni a tale indirizzo collegata in parte alla crisi che il settore edile sta attraversando, ma anche da una non chiara percezione, da parte delle famiglie, dell’identità di tale indirizzo, che è andato a sostituire il precedente diploma di geometra. A livello di formazione post-diploma non universitaria sono presenti diversi percorsi afferenti alla Rete politecnica della Regione e facenti riferimento a standard nazionali (ITS e IFTS) e a standard regionali (Sistema regionale delle qualifiche). Per quanto riguarda gli ITS, ad oggi le figure nazionali riconducibili al settore edilizia e costruzioni sono 3, afferenti 3 diverse aree tecnologiche: Area 1 - Efficienza Energetica - Ambito “Processi e impianti ad elevata efficienza e risparmio energetico” - Figura nazionale “Tecnico superiore per il risparmio energetico nell’edilizia sostenibile” Area 4 - Made in Italy - Ambito 4.2 “Sistema Casa” - Figura nazionale “Tecnico per l’innovazione la qualità delle abitazioni” Area 5 - Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali - Ambito 5.2 “Beni culturali ed artistici” - Figura nazionale 5.2.1 “Tecnico superiore per la conduzione del cantiere di restauro architettonico” Per quanto riguarda i percorsi IFTS gli standard nazionali, realizzati in Emilia-Romagna dalle scuole edili, sono i seguenti: • Tecniche di organizzazione e gestione del cantiere edile • Tecniche innovative per l’edilizia • Connessioni possono poi esserci con la figura” Tecniche di monitoraggio e gestione del territorio e dell’ambiente”.

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Per quanto riguarda il repertorio regionale delle qualifiche rientrante nella Rete politecnica (Formazione superiore) le qualifiche esistenti sono: • Disegnatore edile (EQF 5) • Tecnico della rilevazione topografica e territoriale (EQF 5) • Tecnico di cantiere edile (EQF 5) • Tecnico esperto nella progettazione e gestione di interventi strutturali (EQF 7)

Sul fronte della formazione universitaria il sistema Italiano per le professioni tecniche (architettura ed ingegneria) è articolato in tre cicli distinti: • primo ciclo: corso di Laurea (triennale); • secondo ciclo: corso di Laurea Magistrale (biennio specialistico) ed il corso di Laurea Magistrale a ciclo unico (quinquennale); • terzo ciclo: Dottorato di Ricerca e Corso di Specializzazione

Ai cambiamenti attesi dallo sviluppo degli obiettivi strategici deve necessariamente corrispondere anche un adeguamento della formazione per sviluppare nuove competenze e nuove figure professionali in grado di integrare negli edifici le soluzioni che incorporano intelligenza, proprie dell’edilizia 4.0. In generale, i bisogni espressi riguardano una serie di specifiche che interessano tutto il mondo dell’edilizia e delle figure attualmente coinvolte, quali: • maggiore capacità di dialogo delle figure tecniche con il sistema economico finanziario, per facilitare l’individuazione di soluzioni per acquisire fonti di finanziamento e per la gestione sostenibile dei processi; • formazione delle Pubbliche Amministrazioni specie nel settore tecnico, per implementare le competenze necessarie per la scelta delle soluzioni più sostenibili; sarà sempre più frequente l’esternalizzazione dei servizi tecnici; i funzionari dovranno sempre più avere la capacità di valutare le proprie esigenze e le offerte tecniche e tecnologiche proposte dal mercato; • la digitalizzazione dei processi, trasversale ai settori indagati (dal recupero alla nuova costruzione di edifici, infrastrutture e città) spinge sull’acquisizione di competenze specifiche; • gli istituti tecnici e di istruzione terziaria non universitaria devono aprirsi alla ricerca integrandola con la docenza, per comprenderne linguaggio e facilitare i percorsi dell’innovazione; • l’integrazione dei saperi diventa il fulcro del processo di cambiamento, in quanto è la base per il lavoro in rete, che rappresenta la forma a cui si ispira il processo dell’innovazione avviato in regione; • sviluppare le capacità di fare rete, anche attraverso innovazioni organizzative come il cluster; • facilitare il rapporto tra l’utente finale e alcune figure professionali della filiera, dai progettisti ai gestori di patrimoni immobiliari, ad esempio. Queste figure di facilitatori dovrebbero supportare gli utenti finali (destinatari degli interventi, ovvero abitanti di un quartiere, condomini di un condominio, proprietari di alloggi privati, proprietari e gestori di immobili sottoposti a tutela, ecc.) nel rapporto con i vari professionisti che operano nel processo, dal progettista all’impresa, al tecnico che interviene per eseguire analisi diagnostiche, ecc. Infatti, spesso gli utenti finali vengono lasciati soli nelle scelte di natura tecnica o affiancati da figure sempre correlate all’amministratore di condominio, senza un vincolo di terziarietà rispetto alle scelte da operare; • internazionalizzazione, specie di alcune figure: i progettisti, per esempio (architetti, ingegneri, geometri) non possono competere con mercati esteri proprio per la misura minima della loro organizzazione professionale, caratterizzata da micro realtà isolate. Per accedere a mercati esteri è necessaria una strategia di aggregazione che permetta a più professionisti di lavorare insieme. Per queste finalità il futuro sarà delle reti di professionisti e tra professionisti e imprese; • formazione del committente: manca una cultura che formi il committente (e utente) delle opere di architettura/ ingegneria a valutare tutti gli aspetti che concorrono alla buona realizzazione; • nuove modalità di formazione, ad esempio studiate per chi ha già un lavoro e vuole qualificarsi attraverso corsi professionalizzanti, ma ad oggi pensati come percorsi con una continuità didattica che chi lavora non può garantire; è necessario elaborare nuovi modelli di corsi che prevedano tempi in linea con la disponibilità di chi è attualmente occupato, con una forte integrazione con attività in campo e pratica.

La proposta del Clust-ER Edilizia e Costruzioni è di orientare l’offerta attualmente presente in regione verso la realizzazione di percorsi formativi strategici, in prospettiva, per tutta la filiera, proponendo nuove figure professionali altamente specializzate ma capaci di saper dialogare con tutti gli attori del sistema, nei seguenti ambiti: • Istruzione Universitaria (1°, 2° o 3° ciclo)

• Istruzione secondaria di 2° grado • Istruzione universitaria terziaria non accademica regionale (rete politecnica) • Alta formazione e ricerca regionale • Formazione continua sul lavoro (per persone occupate) • Formazione post-laurea.

Dall’analisi svolta dal Clust-ER Edilizia e Costruzioni risulta che esistono alcuni “vuoti” formativi a cui le scuole finora stanno dando risposta ma in modo non coordinato tra i vari livelli dell’istruzione, legati ad alcune specializzazioni che nei prossimi anni richiederanno personale abilitato e competente. Il Clust-er potrebbe facilitare gli scambi di informazioni tra imprese-ricerca-formazione per colmare eventuali lacune e avviare le soluzioni rispetto a tali esigenze.

Figure professionali di riferimento

Di seguito si riportano le considerazioni relative all’impatto dei cambiamenti attesi sul sistema delle professioni. Nell’ottica della declinazione territoriale dei profili grande spazio potranno avere, in relazione allo standard nazionale, anche percorsi collegati ad altre figure professionali che utilizzino tecniche innovative connesse al settore edile (dalla diagnostica alla sostenibilità all’efficientamento). Uno spazio per realizzare percorsi finalizzati a formare nuove figure professionali o ad aggiornare le competenze di figure professionali esistenti potrà poi essere previsto nell’ambito dei corsi di formazione superiore del sistema regionale delle qualifiche, con standard che vanno dal 5° al 7° livello EQF. Di seguito sono indicate le principali figure trasversali individuate, fermo restando che per tutte è opportuno affiancare anche una preparazione nelle cosiddette soft skill, in quanto sono profili che hanno una importante componente legata alla relazione e al lavoro in squadra e per questo è necessario un percorso che, a fianco della preparazione tecnica, fornisca tutti gli strumenti per la gestione delle relazioni ed il team working: • BIM Specialist: attualmente la figura è collegabile al

“Disegnatore edile” (ipotesi EQF 5) ma è opportuno creare una qualifica ad hoc. Il profilo corrisponde a diverse figure che attualmente vengono formate sia a livello universitario che di istruzione tecnica. L’esperto di Building Information

Modeling è la figura che coordina tutte le informazioni relative al costruito alle diverse scale di riferimento. Deve saper dialogare con l’ente pubblico (comuni, regioni, catasti, asl, ecc.) e con i progettisti. Per quanto riguarda il percorso degli ITS (ITSTEC ha introdotto, da due anni, un modulo inerente il BIM) la didattica dedicata a tali competenze dovrà progressivamente rafforzare le competenze nell’ambito dell’applicazione a casi reali di recupero - efficientamento. Questo consentirà di sviluppare, oltre alle competenze tecniche legate a BIM e

Diagnostica, anche le competenze relazionali e di project management. Per quanto riguarda gli IFTS sicuramente già oggi alcune delle competenze segnalate dal Clust-ER sono state recepite all’interno dei percorsi attraverso la declinazione del profilo, data a livello territoriale. • Tecnico esperto in diagnostica e manutenzione degli edifici - ipotesi EQF 5 (ad oggi collegabile in repertorio al “Tecnico della rilevazione topografica e territoriale”).

La Diagnostica-Geomatica ha una importanza crescente e l’esperto in diagnosi e manutenzione deve avere una preparazione che comprende la conoscenza di

normative di settore, degli incentivi economici correlati all’efficientamento e al miglioramento edilizio, nonché buone competenze trasversali, con particolare riferimento alle capacità comunicative e di problem solving. La competenza dovrà anche essere sviluppata nell’ambito dell’analisi di dati di tipo tecnico (esempio, valutazioni di immagini, strumentali, valutazione sul degrado del patrimonio costruito, sviluppo di scenari e modelli previsionali, riutilizzo di dati presenti in rete (open data) per fornire servizi specialistici (ad esempio, nei settori in settori dell’edilizia e del restauro). • Esperto in project financing: Crescente importanza dovranno assumere gli aspetti legati alle valutazioni di tipo economico-finanziario, con riferimento particolare agli incentivi connessi alla realizzazione di diverse tipologie di intervento e l’aggiornamento normativo specifico. • Facilitatore di innovazione: in grado di interfacciarsi sia con la pubblica amministrazione, con competenze aziendale/ comunicazione/marketing, che con l’utenza (condomini, privati, amministratori, ecc.), capace di suggerire soluzioni, di portare innovazioni, di facilitare la comprensione delle normative, di supportare i decisori offrendo competenza su prodotti, tecnologie, informazioni sugli incentivi. E’ una figura di “nuovo comunicatore” che sa, per esempio, comunicare un intervento di efficientamento energetico, una soluzione per la sicurezza, ecc. Questa figura potrebbe formare i committenti/utenti finali, ad esempio, rendendoli consapevoli delle opportunità e incentivi disponibili, così come accade con altri generi commerciali (ad esempio, l’automobile), per i quali il sistema di informazione è molto più puntuale e preciso. • Building manager: rappresenta il ruolo di raccordo tra diversi professionisti (ipotesi EQF 5) ed è lo specialista che sovrintende tutto il processo di gestione e lo sviluppo di banche dati digitali integrate a supporto della gestione efficace dell’intervento sul patrimonio edilizio esistente al fine dell’implementazione nel tempo della base dati e della sua accessibilità rispetto a categorie diverse di utenti e stakeholder. • Tecnico di cantiere edile: il riferimento è, ad esempio, alla figura del “Tecnico di cantiere edile” (EQF 5), ma, in termini di competenze correlabili alle qualifiche esistenti, sono sicuramente da sviluppare trasversalmente le competenze connesse all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità sia dei materiali, sia dei processi e capaci di gestire l’integrazione edilizio/impiantistica e l’impiego di tecnologie avanzate. • Tecnico esperto nel monitoraggio real time di edifici ed infrastrutture: il riferimento esistente è alla figura del “

Tecnico esperto nella progettazione e gestione di interventi strutturali” (EQF 7), ma la figura va rinnovata potenziando anche le competenze connesse al monitoraggio di edifici e infrastrutture. Le macro aree di competenza sono legate al recupero e alla conservazione per la formazione specifica sulle tecniche, sui materiali, sulla diagnostica del costruito e sulle esperienze significative da replicare. Nell’ambito delle nuove tecnologie le competenze spaziano dalla digitalizzazione, all’intelligenza artificiale, realtà virtuale, aumentata, olografia, con applicazioni ai beni culturali e integrazioni IoT applicati a sistemi e procedure di monitoraggio. L’ambito del marketing, della gestione e valorizzazione si configura come uno spazio aperto a futuri sviluppi finalizzati a sensibilizzare e comunicare in modo strategico, abbinato

anche alla conoscenza dei modelli di business per diffondere buone pratiche per rendere economicamente sostenibili interventi sul patrimonio costruito (storico e non, anche in ambito cultura). L’ambito normativo si profila come fondamentale per l’aggiornamento a tutti i livelli (su prodotti e componenti e il loro uso). La qualità è l’area di competenza che maggiormente si integra nei vari profili, specie per le competenze sulla qualità ambientale, sull’acustica e vibroacustica per garantire il corretto mantenimento delle prestazioni a seguito di modifiche, sulla qualità degli interventi (aspetti economici, ambientali, tecnici) in una logica ecosistemica (valutazione di tutto il processo di trasformazione, compresi gli aspetti sociali). La competenza sulla gestione del cantiere è un altro ambito di specializzazione che richiede di essere integrato con competenze in finanza, economia, gestione del personale, e di sicuro sviluppo per i prossimi anni. Anche in questo caso le conoscenze trasversali delle applicazioni digitali e dell’informatica applicata sono fondamentali, specie per gli aspetti di integrazione dell’ict nei processi di gestione. Rispetto alle figure nazionali ITS appare evidente come molte delle competenze identificate dal Clust-ER saranno ritenute strategiche, in particolare il BIM, le conoscenze inerenti gli incentivi economico-finanziari, la geomatica, la conoscenza di materiali innovativi, strumenti e tecniche per la gestione integrata del processo. Anche rispetto ai profili IFTS tali ambiti di competenza potranno prevedere uno sviluppo che sarebbe opportuno fosse integrato con i percorsi ITS, al fine di creare una filiera formativa efficace con eventuale riconoscimento di crediti formativi nel passaggio dall’IFTS all’ITS. La formazione potrà essere di grande stimolo all’innovazione e al rilancio di un settore che da tempo soffre a causa della forte crisi che lo ha colpito. Grande importanza potrebbero avere in quest’ottica anche eventi informativi e di sensibilizzazione rivolti a un pubblico più ampio, finalizzati ad incrementare la consapevolezza di ciò che oggi è possibile realizzare con riferimento al recupero, al monitoraggio, alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente. Facendo riferimento in particolare al terzo ciclo (istruzione universitaria) la formazione si rivolgerà sia alla ricerca di base che quella applicata, cosicché le attività svolte favoriscano il professionista nel proporsi sia verso il settore delle costruzioni per sviluppare applicazioni ICT-based innovative, sia per progredire verso nuovi risultati teorici della ricerca. La formazione sarà adeguata a ricoprire, nel tempo, ruoli dirigenziali di alto profilo sui temi specifici collegati alle tematiche del recupero, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale costruito. Si tratta di argomenti che influenzano fortemente settori strategici di grande impatto economico e sociale: l’attività del sistema edilizia e costruzioni, l’efficienza dei sistemi costruttivi per il recupero ed il restauro, la gestione sostenibile delle risorse nel cantiere, la trasmissione alle future generazioni delle testimonianze dell’operatività umana, il paesaggio antropizzato, le tecnologie dell’informazione e comunicazione. Il coinvolgimento di partner industriali assicurerà un rapido trasferimento tecnologico della ricerca. A conclusione dell’iter formativo, si avrà tanto un ricercatore quanto una figura professionale che ha acquisito le competenze necessarie ad esercitare un’attività di alta qualificazione in ambito accademico, presso gli enti pubblici o nel settore privato. Le conoscenze acquisite sono all’avanguardia in un ambito di lavoro e di ricerca che interfaccia discipline differenti che trovano approfondita integrazione nelle applicazioni relative al patrimonio culturale costruito. A completamento del terzo ciclo di studi, il professionista è così in grado di dimostrare sistematica comprensione del settore disciplinare e padronanza del metodo di ricerca ad esso associato, oltre all’attitudine propria per concepire, progettare ed adattare un processo di ricerca alle complessità insite nello svolgimento di una nuova attività. È inoltre capace di autonomia nello svolgere una ricerca originale che, ampliando la frontiera della conoscenza, contribuisce all’avanzamento tecnologico, sociale e culturale della collettività. La convergenza di differenti abilità, secondo le più avanzate e specializzate tecniche per la risoluzione di problemi complessi verso l’ampliamento e la ridefinizione delle frontiere della conoscenza o delle pratiche professionali esistenti, favorisce il professionista nell’acquisizione di un bagaglio di competenze (espressa sia in termini di conoscenze o abilità tecnico-professionali del sapere e saper fare sia in termini di competenze trasversali o soft skill) che, in una visione interdisciplinare, possono distinguersi brevemente in: • padronanza del sapere scientifico (statistica, data processing, data elaboration, Big data analitics, Prototipia,

Fast Prototyping nella additive manufacturing) e tecnologico del dominio delle tecniche costruttive, delle tecnologie e dei materiali delle costruzioni, dei processi e degli strumenti per la conservazione e trasformazione dello spazio antropico, delle tecnologie dell’informazione e comunicazione per la valorizzazione del patrimonio culturale, secondo un’operatività consapevole, sostenibile ed efficiente; • comprensione dei fenomeni architettonici ed urbani che, portatori di valori culturali, favorisca l’operatività pratica e teorica rivolta alla salvaguardia del patrimonio culturale costruito; • lettura dei sistemi costruiti nell’interazione tra materiali, tecniche costruttive e forme che, inquadrati in un percorso storico ed alla luce delle vulnerabilità sismiche in grado di innescare meccanismi di danno, sappiano guidare metodiche di intervento sostenibili sia ai fini della conservazione che della risoluzione dei problemi strutturali; • elaborazione di progetti alle diverse scale (da quella territoriale, all’aggregato urbano, al singolo edificio) che, supportati dalle applicazioni ICT, interpretano le relazioni tra le condizioni di degrado ed i danni da azioni sismiche per la previsione delle conseguenze in condizione perturbata e prevenirne gli effetti; • comprensione dello spazio antropico rivolta allo sviluppo di applicazioni che, attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, contribuiscano alla valorizzazione del patrimonio culturale costruito; • competenze rivolte alla diagnosi, alla conservazione ed al monitoraggio degli elementi costruttivi pertinenti il patrimonio culturale costruito, per: progettare e realizzare sistemi integrati di diagnostica; installare reti di monitoraggio; predisporre le relative documentazione di supporto; • gestione delle metodologie di ricerca teorica ed applicata per la risoluzione di problemi complessi, pertinenti l’industria delle costruzioni, indirizzata all’innovazione di prodotto e/o di processo.

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