www.pleinair.it
510 Gennaio 2015
MENSILE N. 510 GENNAIO 2015 E 4,50 Poste italiane spa spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB • Roma
VIAGGI DA SOGNO ISLANDA • EGITTO • ITALIA LUOGHI LETTERARI DELLA ROMAGNA • I PONTI DI ROMA • NEVE COGNE • DOLOMITI • APPENNINO TOSCO-EMILIANO
TURISMO SECONDO NATURA, CAMPER, CARAVAN, TENDA, ESCURSIONI
Viaggi da sogno Islanda • La terra del ghiaccio Egitto • Il Sahara di Kamal
Weekend
La Strada delle Abbazie • Assisi sotterranea • La festa delle farchie di Fara Filiorum Petri • Le ceramiche di Caltagirone
Arcate e calamai
Sulla neve, all’aria aperta
Speciale PleinAir Market
A spasso sui ponti di Roma Luoghi letterari della Romagna
Tante proposte in quattro regioni per vivere il pleinair invernale
Il peso del camper: normative, suggerimenti e buone pratiche
Edizioni Plein Air
Roma
w 62 92 w Appennino Tosco-Emiliano
S ommario Egitto
w 48
Europa
Islanda La costa meridionale 38 Il ghiaccio e il mare
100 Lombardia La via delle sette chiese
102 Umbria La città invisibile
di Giulio Ielardi
Africa Gennaio 2015
510
In copertina Islanda Foto di Giulio Ielardi
Egitto Sahara 48 Dune di scoperta
di Teresa Carrubba
Weekend di Alberto Galassetti
di Fabrizio Ardito
104 Abruzzo L’esercito del santo
di Adriano Savoretti
Italia
106 Sicilia La regina della creta
Emilia Romagna Luoghi letterari 56 Una poesia di terra
Lazio I ponti di Roma 62 E sotto scorre il fiume
di Paolo Simoncelli
71
Italia • neve pleinair
di Roberta Cortella
di Mauro Toccaceli
Fondo, pedule e camper
Valle d’Aosta Cogne 72 In fondo ai prati
Dolomiti In camper 86 Una perla al giorno
di Furio Chiaretta
di Roy Berardi
Trentino Alto Adige Sentieri invernali 78 A portata di pedule
Appennino Tosco-Emiliano Passo del Cerreto 92 L’Himalaya di noialtri
di Stefano Ardito
di Federica Botta e Alessandro De Rossi
16 ❰ Diari
26 ❰ Agenda
112 ❰ Info
108 ❰ Reception
34 ❰ Insieme
117 ❰ Sapori & Territorio
Rubriche 9
Editoriale
12 Vivavoce Lettere al direttore, opinioni, commenti
Contravvenzioni La storia si ripete • Camper più scooter Lo facciamo anche noi
16 Diari Itinerari e consigli di viaggio
da lettore a lettore Texas On the road nella terra dei cowboy
24 Cronache
Personaggi, esperienze, storie di abitar viaggiando Abitar viaggiando La coppia che scappa
26 Agenda
108 Reception
Soste, campeggi, agriturismi e alloggi pleinair Amandola (FM) Un approdo da manuale Buttigliera d’Asti (AT) Il pozzo di Don Bosco Cavour (TO) Le mele del conte
112 Info
Proposte, risorse e letture per la vacanza pleinair Marocco Portatevi l’Atlante • App Esplorare la laguna • Cucina Artistica e tradizionale
115 Bimbi in viaggio
Mete, spunti e idee per i più piccoli Educazione Un viaggio nel viaggio
116 Qua la zampa
In viaggio con gli animali Salute Bau... che male!
Appuntamenti, mete, idee per il weekend Fano Siamo vispe mascherine • Monte Urano (FM) Tanto di cappello • Acireale (CT) Barocco e cartapesta • Mostre Tutti per uno • Urbania (PU) La Befana sull’oblò • Terni I segreti della pralina • Torgnon (AO) Neve formato famiglia Val di Non (TN) Risveglio con ciaspole Auronzo di Cadore (BL) Sotto le ruote, il lago
117 Sapori & territorio
34 Insieme
120 Club del PleinAir
Raduni, notizie e proposte dai club Raduni di Carnevale Un viaggio vale
4 • PleinAir
510
Prodotti tipici, cantine, tappe del gusto Franciacorta Non solo bollicine
118 Mangiare secondo natura
Alimentazione, salute e rispetto per l’ambiente Arance Una spremuta di salute Attività, iniziative e convenzioni Convenzioni A voi la parola • Musei Poker d’assi
l
e
ditoriale
Chi sono i nostri lettori? Ci è stata rivolta questa domanda e, conoscendovi, è stato bello dare le risposte. E trovare l’occasione per dirvi grazie di esserci.
C
turismo secondo natura
hi sono i lettori di PleinAir? Questa domanda ci è stata rivolta da un istituto di ricerca nell’ambito di un’indagine sulla composizione del lettorato della stampa periodica italiana. La risposta che ci veniva richiesta, come precisavano con una definizione tecnica, era di tipo aperto. Vi diamo in sintesi il quadro che si è delineato perché abbiamo parlato di voi, ma dobbiamo fare una premessa ad uso interno che riguarda direttamente il rapporto che intercorre tra noi e voi. Vogliamo dirvi – e siamo orgogliosi di farlo – che siete lettori straordinari, ricchi di interessi, fortemente motivati, attenti e partecipi. Siete la linfa che alimenta la nostra azione, ci date le energie per svolgerla sempre meglio e il nostro ringraziamento nasce spontaneo da questa consapevolezza. Parlando di noi e soprattutto di voi, ecco le risposte che abbiamo dato ai ricercatori. Chi sono i lettori di PleinAir? In prima battuta possiamo dire che sono coloro che impiegano il camper e la caravan. Aggiungiamo subito che non sono i soli: una quota notevole è rappresentata da chi pratica il turismo escursionistico e cerca di capire come, perché e dove può affidarlo al veicolo abitativo. Abbiamo precisato che i nostri lettori sono i protagonisti di una svolta culturale che può essere racchiusa nella formula “dal turismo al pleinair” e abbiamo spiegato, per renderla ancora più chiara, che cosa il pleinair rappresenta: è l’espressione di quella che si può definire mobilità creativa. Per i nostri lettori il viaggio significa conoscenza, scoperta, partecipazione consapevole con una modalità che racchiude la cultura del tempo libero: la vacanza è mia e la gestisco io. Con la libertà di costruire un rapporto con i luoghi percorrendo itinerari grandi ma anche piccoli, di pochi chilometri, perché la distanza conta poco. Gli elementi di riferimento sono la natura, la campagna, i borghi, le strade tematiche, gli eventi, le tradizioni che rivivono in forma di spettacolo, le attività come il trekking e il sentierismo, il mountain biking, gli sport invernali. Continuando a sviluppare le risposte abbiamo sottolineato come il tempo libero, affidandosi al pleinair, riscopra la tipicità, gli usi e i costumi, i valori del tempo passato ancora vivi, le testimonianze della storia ma anche dei piccoli avvenimenti della vita quotidiana, i molti tesori nascosti dei luoghi definiti impropriamente minori. Ci siamo limitati alle risposte essenziali, ma avremmo potuto darne tante altre. Per noi è stato fondamentale far capire che il nostro lettore non si fa incasellare nelle formule del turismo organizzato e massificato, non cede alle lusinghe del “tutto compreso” ma sceglie il “proprio” turismo e non casualmente lo chiama pleinair. Non sappiamo se le nostre risposte alla domanda “chi sono” siano state esaurienti, ma abbiamo cercato di far emergere le caratteristiche peculiari. Se vorrete aggiungere altre motivazioni e ulteriori indicazioni ve ne saremo grati, a prescindere dalla ricerca che ci ha dato lo spunto per il nostro colloquio mensile. Potete inviare una E-mail a direttore.editoriale@pleinair.it e sarà un bel modo per rinsaldare il rapporto tra PleinAir e voi lettori: avete sempre dato alla rivista un contributo che consideriamo fondamentale, e siamo certi che continuerete a farlo. Buon anno a voi tutti da noi tutti. Raffaele Jannucci
PleinAir 510 • 9
l
v
ivavoce Lettere al direttore, opinioni, commenti
“La vita è un’avventura da vivere non un problema da risolvere.”
CONTRAVVENZIONI
La storia si ripete Un lettore ci segnala un’esperienza negativa nel parcheggio riservato ai camper di Siena: eppure la città ha ormai una lunga tradizione di accoglienza verso l’abitar viaggiando
S
crivo per segnalare l’inadeguato comportamento del Comune di Siena verso le persone che arrivano in camper. Nel mese di ottobre (ripeto ottobre e non giugno, luglio o agosto, cioè in piena stagione turistica) lungo la via del ritorno da Roma – dove mi ero recato con l’associazione Arance di Natale Onlus per assistere all’udienza di papa Francesco – ho effettuato una tappa nella bella città del Palio per fare visita ad alcuni amici, sostando nell’apposito parcheggio dedicato ai camper sotto la stazione ferroviaria. Appena arrivato mi sono recato presso il piccolo ufficio adiacente, chiedendo lumi per l’eventuale pagamento da effettuare. Prima di continuare nel mio racconto voglio specificare che nel parcheggio c’era solo un camper, per di più straniero e per la precisione tedesco. La gentile impiegata mi ha informato che con 20 euro sarei potuto rimanere quanto volevo. Io naturalmente le ho fatto presente che mi sarei fermato solo una o due ore al massimo, poiché sarei dovuto ripartire. L’impiegata, suo malgrado, mi ha spiegato che non era sua facoltà frazionare i 20 euro e che quindi o pagavo la cifra imposta o – se fossero passati i vigili – avrei rischiato ben altro importo. Specifico altresì che
in detto parcheggio dalle 19 alle 8 del mattino, non essendoci controllo, non avrei dovuto pagare. Appurato questo ho deciso di mettere un cartello sul camper spiegando di aver parlato con l’impiegata e indicando che avrei parcheggiato il veicolo al massimo fino alle 16 (cioè per la durata di due ore). Al mio ritorno, alle 16 meno qualche minuto, un solerte impiegato, al posto della signora precedente, mi ferma invitandomi a pagare 20 euro, dicendo che in caso contrario avrebbe provveduto personalmente a effettuare una segnalazione ai vigili indicando il numero di targa del mio mezzo. Ho provato a fargli comprendere quanto assurda fosse questa situazione (cioè dover corrispondere 20 euro per due ore di semplice sosta senza usufruire di alcun servizio), anche in virtù del fatto che i mezzi presenti in tutto il parcheggio erano soltanto due. Naturalmente, come detto sopra, davanti alla “fermezza” del succitato “solerte impiegato” e considerato che io, per natura, non sono un tipo maleducato e tanto meno violento, ho pagato i 20 euro e me ne sono andato piuttosto alterato. Felice sì per aver visto Siena, ma contrariato nel constatare che anche qui c’è un’amministrazione che lascia a desiderare in fatto di accoglienza
Chi ama la vita in camper ama la libertà Carissimo direttore, possiedo il camper da cinque anni e da quattro sono vostro abbonato e appassionato del settore. Durante una vacanza con la mia famiglia più due cagnoline mi sono imbattuto in un agriturismo a Terranuova Bracciolini in provincia di Arezzo, non segnalato nella vostra guida AgriPleinAir. Sono rimasto sorpreso dall’ospitalità della famiglia che gestisce il casolare; ottima cucina, ottimo vino, ottime persone. Spesso e volentieri il camperista si sente un po’ sfruttato nei suoi soggiorni in aree di sosta o campeggi: le tariffe sono sempre più care e con servizi ridotti, posti quasi sempre ai margini delle aree urbane o in un campo sterrato. Non è mia intenzione lamentarmi però mi fa molto piacere, ogni tanto, trovare persone ospitali: auguro a tutti di trovare sempre una buona accoglienza in ogni luogo che visiterete. Davide Nascimbene Cologna Veneta (VR)
John Keats
verso i camper. Vi scrivo questa e-mail con preghiera di pubblicazione e magari di un commento in merito, perché trovo giusto che anche altri sappiano. La manderò per conoscenza anche al Sindaco di Siena, augurandomi che possa dare una spiegazione plausibile a detto “comportamento”, sempre se lo riterrà opportuno. Buon anno a tutti e buona strada. Paolo Gianni Belluno
Quando la mano destra non sa quello che fa la sinistra. La Provincia di Siena da alcuni anni promuove la manifestazione Terre di Siena Pleinair, un evento che ha aperto il territorio senese alla presenza del veicolo ricreazionale, che viene non solo accolto ma invitato come ospite gradito. Il Comune dovrebbe conoscere questo progetto e perciò comportarsi come l’amministrazione provinciale. La tariffa – formulata con evidente disparità nei confronti delle automobili – nasce da valutazioni che non tengono conto della mobilità affidata al camper nel suo ruolo di strumento per il turismo. Chi lo impiega vuole scoprire i luoghi, conoscere i loro valori ambientali, partecipare a quella che con il linguaggio dell’economia si chiama offerta. Valutare con il bilancino le tariffe significa non rendersi conto del bene che si va a pesare. Se proprio il Comune non sa quanto fa un altro ente pubblico, farebbe bene a informarsi e comprenderebbe di dover adottare una procedura tariffaria più sensata. 12 • PleinAir
510
Poste italiane spa spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB • Roma
MERCATINI DI NATALE ALSAZIA • TRENTINO • MARCHE • ITALIA CUNEESE • VALLE D’ITRIA • WEEKEND MONTAGNANA • COLLE VAL D’ELSA • MONTEFIASCONE • CASTEL SAN VINCENZO
TURISMO SECONDO NATURA, CAMPER, CARAVAN, TENDA, ESCURSIONI
Edizioni PleinAir
Sulle dune del Sahara (vedi servizio a pag. 48)
lAzIo uM b r I A PIeMoNte loMbArdIA
Groppetti S.r.l. Via Passerera 2 / D 24060 Chiuduno (BG) www.groppetti.it
Appuntamento in edicola
C
aro direttore, seguo da tanti anni – prima sulle pagine di 2C e poi su quelle di PleinAir – i vostri pensieri e i vostri racconti sull’abitar viaggiando. Il mio percorso è stato quello comune a tanti: prima la tenda, poi la caravan e infine il camper. All’inizio, con tanta incoscienza giovanile, mi sono dedicato a viaggi e itinerari incredibili; oggi, diciamo più maturo, affronto con più calma e consapevolezza i miei percorsi, sempre in compagnia di mia moglie che condivide con me questa passione. Dopo queste premesse che a stento cerco di abbreviare, le espongo la mia
Jolly Caravan S.r.l. Via M. Polo 4/A 35035 Mestrino www.jollycaravan.it Punto Camper Via Nazionale 6 38060 Besenello (TN) www.puntocamper.it Caravan Center Modena Via Canaletto Nord no. 1042 41100 Modena www.caravancentermodena.it
Caravanbacci Via Galileo Galilei 56042 Località Lavoria (PI) www.caravanbacci.com Caravancenter Matera C. DA Rondinelle S.S. 99 Uscita Santeramo 75100 Matera www.caravancentermatera.it
CAMPANIA
www.pleinair.it
508 Ottobre 2014
MENSILE N. 510 GENNAIO 2015 e 4,50
Caravan Schiavolin Strada Statale. 494 km 21.100 20080 Ozzero (MI) www.caravanschiavolin.it San Rocco S.r.l. Viale Borri 392 21100 Varese www.sanrocconautica campeggio.com
UNA PROPOSTA
L’altra copertina
LUSSO Via Valle Grana 18 12010 Rocco di Bernezzo www.lussocaravan.it
veNeto
Cari Giorgio e Ida, ho annotato il vostro indirizzo e alla prima occasione sarà un piacere conoscervi e gustare i sapori della vostra terra. Quella che mi ponete è la classica domanda da un milione di euro ma è anche semplice – come voi dite – e questo mi facilita nella risposta. Per prima cosa devo dirvi che, da lettori di PleinAir, trovate tante informazioni utili sfogliando le pagine della rivista e
Ternana Caravan str. Maratta Alta, 29 05100 Terni www.ternanacaravan.it
treNto
Giorgio e Ida Arezzo
Zaccari Caravan S.r.l. Via Pontina 339 00128 Roma www.zaccaricaravan.it
eMIlIA roMAgNA
C
aro direttore, la domanda che le rivolgiamo è semplice. Abbiamo fatto un pensierino in merito all’acquisto di un camper e ne stiamo parlando in famiglia valutando i pro e i contro, tra dubbi e (vista la somma) più di qualche timore. Ma non riusciamo a rispondere fino in fondo alla domanda: perché acquistare un camper? Vorremo conoscere la sua opinione, e se dovesse capitare dalle nostre parti (le inviamo in privato il nostro indirizzo) saremmo lieti se venisse a bere il nostro Vinsanto, accompagnato dai cantuccini rigorosamente preparati da noi.
Concessionari Carthago
tosCANA
Ci abbiamo fatto un pensierino
collegandovi al sito www.pleinair.it. Se avete la bontà di scorrere l’editoriale di questo mese troverete alcune risposte – come dire? – rassicuranti. Vorrei però aggiungerne alcune riservate a voi e ai lettori che, pur non scrivendo, hanno gli stessi dubbi. Perché acquistare un camper? Per dare al tempo libero il piacere di una scelta personale che ognuno destina a proprie motivazioni e a proprie esigenze. Per sentirsi liberi e indipendenti e per affidarsi solo alla propria creatività. Per ritrovare le sensazioni della scoperta e della conoscenza. Per essere protagonisti disegnando i propri programmi, dal semplice weekend ai lunghi itinerari. Per passare dal turismo alla sua più bella trasformazione, cioè al pleinair. Per avere un veicolo che non ha – come l’auto – solo una destinazione, ma soprattutto una motivazione. Per ritrovarsi a diretto contatto con la natura, la campagna, i borghi. Per andare in luoghi spesso sconosciuti al grande turismo ma che nascondono meravigliose sorprese. Potrei continuare con tante altre motivazioni, racchiuse in quell’espressione che non è uno slogan ma un progetto meraviglioso: la vacanza è mia e la gestisco io. Quando ci incontreremo mi piacerebbe gustare Vinsanto e cantuccini seduti insieme nella dinette del vostro v.r.
bAsIlICAtA
ACQUISTARE UN V.R.
Beltrani Caravan Market S.r.l. Via Emilia 202 47034 Forlimpopoli www.caravanmarket.com
Italia Camper Sud S.S. Alife-Telese 82030 San Salvatore Telesino www.italiacampersud.it
PleinAir 510 • 13 www.carthago.com
2014_Dealer_60x250_Pleinair.indd 1
21.11.2014 11:50:0
l vivavoce
idea. Acquisto da sempre la vostra rivista in edicola, e non ho mai sottoscritto l’abbonamento perché mi sento fedele al mio edicolante. Da un lato mi piace andare a ritirare personalmente il giornale, dall’altro ho sempre desiderato abbonarmi anche per sentirmi parte della grande famiglia di PleinAir. Suggerisco quindi una soluzione che potrebbe interessare molti vostri lettori: sottoscrivere l’abbonamento però ritirare la rivista presso l’edicola di fiducia. Penso che non dovrebbe essere molto complicato mettere in pratica questa mia idea. Il costo della spedizione potrebbe essere versato all’edicolante, che così ne trarrebbe anche lui un vantaggio economico. Si eviterebbe oltretutto – cosa che a quanto mi risulta accade a molti amici lettori – l’incresciosa sparizione della rivista dalla cassetta delle lettere. Attendo di conoscere il vostro parere e vi ringrazio di avermi accompagnato per questi lunghi anni sulle strade del viaggiare in libertà. P.S. a Egna, la mia città, ho contribuito – “rompendo le scatole” in Comune – all’apertura di un punto sosta camper: se lo desiderate vi posso inviare le foto e ulteriori dettagli. Luigi Corradino Egna (BZ)
Caro Luigi, mi consenta innanzitutto la familiarità. Stiamo insieme da tanti anni e sentiamo reciprocamente l’amicizia che ci lega. La ringrazio per aver dato modo alla rivista e a me di accompagnare lei e la consorte in quel meraviglioso percorso che chiamiamo pleinair. Vengo alla sua domanda. È
PA
. Le lettere per questa rubrica vanno
inviate a: PleinAir, Lettere al direttore, Via Aurelia 58, 00165 Roma. Per E-mail l’indirizzo è direttore@pleinair.it (non inviando allegati). Per fax, attivo 24 ore su 24, il numero è 06 6637266.
un problema che abbiamo proposto in più occasioni al distributore nazionale, ma il meccanismo organizzativo (la rivista arriva in 22.000 edicole) rende complicata e difficile da gestire questa formula. L’unica soluzione è l’accordo con le Poste che ci hanno garantito il recapito della rivista in non più di tre giorni. Tutto sommato, però, le suggerisco di continuare ad acquistare PleinAir in edicola: fa sempre parte della nostra grande famiglia e per noi è un privilegio del quale le siamo grati. Colgo l’occasione per ringraziare gli edicolanti per la preziosa collaborazione. Riguardo all’area di Egna, se ci farà avere una scheda descrittiva e un paio di immagini, daremo un’informazione specifica e la inseriremo nella prossima edizione del Portolano: può indirizzare un’E-mail a Marco Sances (m.sances@pleinair.it), che cura la stesura della guida. CAMPER PIÙ SCOOTER
Lo facciamo anche noi
D
esidero testimoniare la mia gratitudine a Lucia De Grossi di Settimo Torinese, che nella sua lettera pubblicata nel numero di dicembre ha così bene decantato gli aspetti positivi del binomio camper più scooter. Anche noi siamo una coppia di camperisti non più tanto giovani; pur continuando ad amare tanto la bicicletta ci siamo convinti – per le nostre ormai limitate potenzialità, ma anche per assicurarci una maggiore mobilità 14 • PleinAir
510
– ad acquistare uno scooter con 100 cc di cilindrata (dal peso massimo di 100 kg) che ben alloggia nel nostro gavone, con annessa installazione di un efficiente portascooter. Dopo i primi incerti tentativi (premetto che per noi era la prima esperienza in assoluto) in un raggio limitato di chilometri, abbiamo preso una certa confidenza con il nostro dueruote motorizzato e abbiamo scoperto una libertà assoluta, che ci ha permesso di vivere appieno la vacanza in tutta libertà. Al di là dei più svariati utilizzi, voglio solo descrivere l’esperienza che abbiamo vissuto durante le vacanze di Pasqua della scorsa primavera, quando in un’esplosione di colori e profumi abbiamo avuto modo di visitare la Costiera Amalfitana in scooter. Premetto che per noi non era la prima volta: infatti la Costiera era già stata oggetto di altre vacanze in più momenti e in diversi periodi, ma non posso dimenticare quest’ultima (solo in ordine di tempo) proprio per averla vissuta in scooter, con il primo tiepido sole sulla pelle e l’inebriante profumo dei limoni che ci accompagnava a ogni curva, dove ci venivano svelati scorci e colori da cartolina. Il tutto mentre il camper era ben alloggiato in sicurezza sul lungomare di Salerno, dove è presente una buona area di sosta, controllata e dotata di corrente elettrica, carico e scarico acqua. Luce Roncati Rovigo
l
i talia
Lazio • I ponti di Roma
E sotto scorre il fiume Per gli antichi Romani il sacerdote era il pontifex, ovvero il costruttore di ponti. Da millenni il fiume Tevere e le sue anse assistono alle evoluzioni delI’Urbe, e la Città Eterna non sarebbe la stessa senza le architetture antiche e nuove che uniscono le due sponde. Testo e foto di Mauro Toccaceli
Sorvegliato dalla statua di San Michele che si erge su Castel Sant’Angelo, l’omonimo ponte venne eretto nel 134 d.C. dall’imperatore Adriano per unire la sponda opposta del Tevere al suo mausoleo. Nel dettaglio in basso la torretta Valadier di Ponte Milvio.
U
n tempo chiamato Albula, forse per il colore chiaro delle sue acque, il Tevere forma da sempre un binomio indissolubile con Roma. La Città Eterna, a differenza di come appare oggi, per molto tempo si è sviluppata solo sulla riva sinistra del fiume: è lì che si trovano i famosi sette colli ed è lì che furono erette le mura difensive, mentre il versante opposto era occupato dalle popolazioni etrusche, con le quali proprio sul Tevere si svolsero le prime lotte. Anticamente l’unico modo per passare da una sponda all’altra era servirsi di un guado presso l’Isola Tiberina, finché Anco Marzio, eletto re di Roma nel 639 a.C., fece costruire il primo ponte proprio a valle dell’isola. Interamente in legno, fu chiamato Sublicio – da subliciae, le travi che lo componevano – e collegava la città col Gianicolo. Ad esso sono legate le gesta di Orazio Coclite, l’eroe che salvò Roma dall’invasione degli Etruschi di Porsenna facendo tagliare il viadotto alle sue spalle e gettandosi nel Tevere (annegando secondo lo storico Polibio, salvandosi a nuoto secondo Livio). Sul finire del I secolo a.C. il ponte fu edificato in pietra e nel tempo venne più volte danneggiato dalle piene del fiume e ricostruito, finché tra il IV e il V secolo fu demolito. Da allora le acque del Tevere
sono passate sotto molti altri ponti, creati nell’arco di oltre duemila anni, e ripercorrere brevemente la storia di queste imponenti opere ingegneristiche, collegate in gran parte da una bella ciclabile, ci fa scoprire un aspetto di Roma forse meno noto ma molto interessante. Da una riva all’altra Il nostro itinerario ha inizio da Ponte Milvio, il più antico ancora esistente e oggi solo pedonale. Realizzato in legno già prima del 207 a.C. e ricostruito in muratura nel 109 a.C. dal censore Marco Emilio Scauro (il nome Milvio forse deriva proprio da Aemilius), è stato per secoli un passaggio obbligato per entrare in città da nord, in quanto vi confluivano le vie Cassia, Flaminia, Clodia e Veientana. È conosciuto anche come Ponte Molle (o Mollo, in romanesco), denominazione che sembra risalire al 1400 quando, su iniziativa di papa Martino V, fu restaurato da Francesco da Genazzano che lo chiamò Pons Mollinus. Nel 312 fu teatro della celebre sconfitta di Massenzio per opera di Costantino, che promulgò l’anno dopo il famoso editto di Milano con cui mise fine alla persecuzione dei cristiani iniziata ai tempi di Nerone. Dopo varie ristrutturazioni effettuate nell’ultimo periodo medioevale, nel 1805
l
w eekend
Abruzzo • Fara Filiorum Petri
Da oltre due secoli ai piedi della Majella la notte del 16 gennaio è rischiarata dalla luce di enormi falò di canne che bruciano in onore di Sant’Antonio Abate, salvatore del borgo di Fara Filiorum Petri.
L’esercito del santo
C
orre l’anno 1799: le truppe francesi avanzano determinate a occupare Fara Filiorum Petri, e ormai solamente una selva di querce le separa dal paese. Improvvisamente un fiero generale si para innanzi a loro, intimandogli di non oltrepassare il bosco. I soldati francesi, che non sono tipi da farsi intimidire così facilmente – per giunta da un uomo solo e senza esercito – continuano risoluti la loro avanzata commettendo così il loro più grave errore. Improvvisamente a un gesto del generale le immobili querce si animano, trasformandosi in giganteschi guerrieri di fuoco che gettano terrore e scompiglio fra gli invasori, costringendoli a una precipitosa ritirata. Fara Filiorum Petri è salva, e i suoi abitanti saranno per sempre devoti a quel generale – nientedimeno che Sant’Antonio Abate in persona – tanto che ancora oggi, dopo oltre due secoli, i faresi celebrano la leggenda del miracoloso evento con una delle più spettacolari feste in Abruzzo. Le settimane che precedono il 16 gennaio i tranquilli vicoli del borgo in provincia di Chieti, posto ai piedi della Majella e alle porte dell’omonimo parco nazionale, si ravvivano per la preparazione dei festeggiamenti di quella 104 • PleinAir
510
che sarà la Notte delle Farchie. Protagoniste di questo antico rito sono appunto le farchie, enormi fasci di canne con un diametro di quasi un metro, un’altezza fino a otto e un peso di oltre quindici quintali, che vengono realizzati secondo una sapiente maestria antica di secoli. Ognuna delle tredici contrade di Fara Filiorum Petri rivaleggia con le altre per la farchia più alta e imponente; le canne sono accuratamente selezionate, e soprattutto vengono sottratte alle contrade rivali perché si dice che con le canne rubate la farchia brucia meglio. La costruzione è complessa e il risultato portato alla perfezione: l’involucro esterno di canne deve risultare liscio, levigato e senza alcun rigonfiamento; l’interno di foglie secche e paglia deve bruciare uniformemente; a tenere tutto ben saldo i nodi, vere opere d’arte realizzate a mano con rami di salice rosso, che bisogna sorvegliare attentamente perché qualche sabotatore di una contrada avversaria potrebbe tagliarli. Per questo motivo i capannoni allestiti per la loro costruzione sono costantemente sorvegliati fino al giorno della festa. Ad allietare la fatica degli uomini ci sono i dol-
A fronte, l’accensione delle farchie è il momento culminante del rito in onore di Sant’Antonio. Nelle settimane precedenti i contradaioli si danno un gran da fare per preparare le grandi torce di canne, trasportandole con fatica nel piazzale dove vengono issate in posizione verticale.
ci tradizionali preparati dalle donne come le crespelle, a base di farina e semi di anice, i cauciune, calzoni ripieni di marmellata d’uva, mandorle tritate e ceci, e ancora le zeppolette fritte e il serpentone, lo squisito impasto ripieno di marmellata, noci e canditi. Il 16 gennaio tutto è pronto, la fatica dei giorni precedenti lascia il posto a un’eccitazione generale che raggiunge il suo culmine quando, verso il pomeriggio, gli enormi fasci sono issati sui trattori per attraversare le vie del paese ed essere portati nel piazzale antistante la chiesa di Sant’Antonio Abate. Le contrade più vicine alla chiesa ancora usano trasportare a braccia la farchia, a cavalcioni della quale si accomoda un suonatore di fisarmonica o di trevucette, mentre un tamburino apre il corteo di gente esultante Sand’Andonie e dei trasportatori, sulle cui facce è disegnata la fatica del grave carico sulle loro spalle. Il momento è giunto: nel piazzale predisposto e recintato – per ovvie ragioni di sicurezza – fra incitazioni, urla, talvolta anche qualche improperio, le farchie una a una vengono innalzate in posizione verticale a mostrare tutta la loro imponenza. La più alta, dritta e possente sarà quella che darà orgoglio alla sua contrada e avrà l’ammirazione
Dal Medioevo al liberty Sebbene sia meta dei visitatori principalmente in occasione della Notte delle Farchie, Fara Filiorum Petri offre altri interessanti spunti di visita legati al patrimonio urbanistico e ai suoi dintorni. Nonostante la ridotta estensione del borgo, racchiude ben sette chiese databili tra il XII e XIII secolo, fra le quali la bella parrocchiale di San Salvatore (nella foto), di epoca altomedioevale, che conserva tra le reliquie una scheggia di legno attribuita alla croce di Gesù. Degni di nota anche i numerosi edifici storici in stile liberty e tardo-barocco che caratterizzano il centro storico. Appena fuori l’abitato, in frazione Colli, è osservabile lo spettacolo dei calanchi prodotto dal ruscellamento dell’acqua sulle formazioni argillose.
degli spettatori. Il vero spettacolo però deve ancora venire, e per questo ogni farchia viene letteralmente scalata da uno dei suoi contradaioli, scelto tra i più agili, per installare l’innesco costituito da una miccia di mortaretti avvolta intorno alla colonna per tutta la sua altezza e infine fissata al suo apice. Quest’operazione, oltre all’agilità, presuppone anche un delicato e perfetto equilibrio essendo la farchia appoggiata in terra e resa stabile solo dal suo stesso peso. Un errore nella sua costruzione, nel calcolo del baricentro o il minimo movimento sbagliato la farebbe crollare rovinosamente a terra insieme al suo arrampicatore. Tutto ciò per il grande finale quando, ormai al tramonto, si dà il via all’accensione delle farchie preceduta da una serie infinita di scoppi di mortaretti. In un’atmosfera surreale le alte colonne fiammeggiano nel buio che incede ai loro piedi mentre intorno i contradaioli suonano, cantano e festeggiano tra risate e bicchieri di vino, gli spettatori con i volti illuminati dalle fiamme guardano ammirati gli enormi falò che sembrano una foresta incendiata. Sono l’esercito dei fiammeggianti soldati di Sant’Antonio, chiamati a proteggere Fara Filiorum Petri. Adriano Savoretti
PleinAir 510 • 105
info
t DOVE SOSTARE Sotto le mura all’ingresso dell’abitato è presente un parcheggio adibito anche a sosta camper gratuita e con possibilità di scarico delle acque, sebbene il pozzetto non sia in posizione agevole. Si tenga presente che la sua effettiva fruibilità può essere limitata il giorno della festa per l’affluenza dei visitatori. t INDIRIZZI UTILI Pro Loco, Via Dell’Orefice 35, info@prolocofara.it. Comune, Piazza Municipio 3, tel. 0871 70112 o 0871 70197, www. comunefarafiliorumpetri.it
l
w eekend
Sicilia • Caltagirone
La regina della creta Adagiata su tre alture che collegano i monti Erei agli Iblei, Caltagirone è fiera del proprio passato millenario e dei gioielli artistici che custodisce nel suo cuore storico.
K
alat al Giarun, in arabo collina dei vasi: è il nome stesso a suggerire l’origine della città di Caltagirone. Furono proprio gli arabi a sviluppare tecnologie innovative nella lavorazione dell’argilla e a fare della località catanese uno dei maggiori centri al mondo per la lavorazione della ceramica. Non a caso “la regina delle montagne”, come viene chiamata fin da tempi antichi, è circondata da imponenti calanchi dove da secoli i ceramisti estraggono il materiale per le loro lavorazioni. Ed eccoci catapultati nel centro di questa città patrimonio dell’Unesco, solcata da vie tortuose e irregolari che ne rivelano i tratti medioevali, sulle quali s’innestano monumentali architetture rinascimentali e tardobarocche 106 • PleinAir
510
ricche di decorazioni in ceramica. La scenografica Piazza del Municipio è un esempio della ricchezza artistica della città siciliana: il Palazzo dell’Aquila, sede del Municipio, con la sua facciata dalle eleganti linee neoclassiche; la Corte Capitaniale, uno dei pochi edifici tardorinascimentali sopravvissuti al terremoto del 1693; la Galleria Luigi Sturzo, antica casa senatoria del XV secolo, successivamente trasformata in teatro lirico e oggi destinata a eventi culturali e sociali. Ma a lasciare a bocca aperta è senz’altro la Scala di Santa Maria del Monte realizzata nel 1606, composta da 142 gradini che collegano due parti della città coprendo un dislivello di 45 metri. Neppure il più pigro dei visitatori può resistere alla tentazione di percorrerla, osservando con sguardo attento i rivestimenti in maiolica policroma che dal 1956 ne decorano ogni alzata. Dall’alto della scalinata Caltagirone dà il meglio di sé, offrendo alla vista cupole e campanili maiolicati che punteggiano di colore questa città incipriata d’argilla. Sulla sommità della grande scala sorge l’antichissima chiesa di Santa Maria del Monte, probabilmente di origini bizantine. Come la maggior parte degli edifici locali venne distrutta dal sisma del 1693, ma la ricostruzione le regalò sobrie ed eleganti forme barocche.
Una meta d’obbligo durante la visita di Caltagirone è la Scala di Santa Maria del Monte, abbellita da decorazioni ceramiche. Nell’inserto a fronte e qui sotto una bottega artigiana, un’esposizione di teste di moro e di vasi e un invitante piatto di cannoli. Qui sopra, una panoramica della città; a destra, la facciata di Palazzo dell’Aquila, sede del Municipio.
Vale la pena ripercorrere la lunga scala in discesa, questa volta facendo tappa nelle botteghe dei ceramisti alla ricerca di qualche acquisto di qualità: mattonelle, fischietti, vasi, piatti, albarelli (impiegati un tempo dagli speziali nelle farmacie) e pittoresche teste di moro. Sono oltre un centinaio le botteghe artigiane che qui lavorano la terracotta con i metodi di un tempo. C’è chi ripropone i motivi moreschi nei colori della tradizione (turchino, giallo oro, verde, manganese), magari rivisitandone disegni e decori in modo personale, e chi si cimenta nella ricerca di forme più originali di moderno design. A sorpresa, anche spostandosi dal centro e avventurandosi in strade secondarie, la densità e bellezza dei palazzi nobiliari non diminuisce. A ogni angolo spuntano eleganti portali d’ingresso dove, mettendo rispettosamente il naso, si possono ammirare splendidi cortili, scalinate e colonnati con decorazioni ceramiche d’ogni forma, in un’apoteosi di colori e stili. È il caso del Palazzo della Magnolia con l’esuberante facciata floreale in terracotta, della balconata settecentesca di Palazzo Bonanno del Polino con i caratteristici mensoloni ornati di figure, dell’aristocratica Villa Patti costruita in stile gotico veneziano e persino del grandioso
cimitero neogotico, con i suoi particolari architettonici in terracotta. Caltagirone possiede uno dei più graziosi giardini pubblici d’Italia dove trovano spazio espressioni artistiche diverse: la balconata liberty del teatrino, i vasi e le statue barocche e il gazebo in un raffinato stile arabo. Per non parlare del numero impressionante di edifici religiosi disseminati in tutta la città. Meritano una visita accurata la chiesa del Collegio dei Gesuiti, ricca di opere d’arte, intarsi in marmo, statue e sculture, la cattedrale di San Giuliano con la sua curiosa facciata in stile liberty, la chiesa di San Bonaventura che custodisce affreschi e sculture lignee. E ancora il convento dei Padri Cappuccini, con il celebre presepe di statuine rigorosamente in ceramica, e la chiesa di San Giacomo dedicata al patrono. Lasceremo la città con l’impressione di aver visitato un museo a cielo aperto, piacevolmente sazi di questa abbuffata di arte e di storia… e senz’altro appesantiti dalle ceramiche tradizionali appena acquistate. Roberta Cortella
PleinAir 510 • 107
info
t DOVE SOSTARE Area attrezzata comunale Parcheggio San Giovanni, in Via Circonvallazione di Ponente, situata vicino al parco a 300 metri dall’ingresso nord di Caltagirone. t COSA VISITARE Museo Civico al Carcere Borbonico (Via Roma, 10, tel. 0933 31590); ingresso gratuito, chiuso lunedì. Ospedale delle Donne - Museo d’Arte Contemporanea Caltagirone (Via Luigi Sturzo, tel. 0933 21083); ingresso gratuito, chiuso il mercoledì. Museo Naturalistico del Comprensorio Calatino e della Riserva Naturale Orientata del Bosco di Santo Pietro, visitabile su appuntamento (tel. 368 3784202 o 327 8357486, swfcalta girone@yahoo.it). Museo Internazionale del Presepe - Collezione Luigi Colaleo (Largo San Luigi 2, tel. 0933 53754); ingresso gratuito, chiuso il giovedì. t SPECIALITÀ TIPICHE Ottimi cannoli siciliani possono essere acquistati presso la pasticceria Iudica e Trieste (Via Principe Amedeo 22). Il ristorante Pepe Nero (Via Fisicara 20/G), in pieno centro, propone la cucina locale (anche rivisitata) in una gradevole ambientazione. t INDIRIZZI UTILI Ufficio Informazioni Turistiche, Sala degli Specchi della Corte Capitaniale, Piazza Municipio; tel. 0933 41808 o 335 5795945, servizio-turismo@comune.caltagirone. ct.it, www.comune.caltagirone.ct.it. Pro Loco di Caltagirone, tel. 339 6103760, proloco.caltagirone@ gmail.com.