PleinAir n° 507

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www.pleinair.it

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Club del PleinAir MENSILE N. 507 OTTOBRE 2014 € 4,50 Poste italiane spa spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB • Roma

ITALIA CUNEESE • LUNIGIANA • AMIATA • MONTI SIBILLINI • COSTA JONICA • EGADI • WEEKEND LAGO DI LEDRO • VICENZA • CITTÀ DELLA PIEVE • VALNERINA • CASTELLI • GALATINA

T U R I S M O S E C O N D O N AT U R A , C A M P E R , C A R AVA N , T E N DA , E S C U R S I O N I

Pleinair fuori stagione Egadi • Favignana e Levanzo Sapori di Calabria

Weekend

Lago di Ledro • Vicenza • Città della Pieve • Valnerina • Castelli • Galatina

Parma e Düsseldorf

I tesori della Granda

Autunno toscano

Su PleinAir Market tutte le novità del 2015

Da Staffarda a Saluzzo alla scoperta del Cuneese

Per borghi e castagne in Lunigiana e sull’Amiata

Edizioni Plein Air


Sommario Viaggi 507:Layout 1

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Parco Nazionale dei Monti Sibillini ❰

❰ 56 Toscana ❰

64

80 56 ❰ Piemonte

sommario

Italia

105 Weekend

Piemonte Cuneese

106 Valle di Ledro A spasso

Su e giù per la Granda

con gli antenati

di Fabrizio Ardito

di Franco Voglino e Annalisa Porporato

108 Vicenza Due giorni con Palladio

Toscana Lunigiana 64

di Alberto Galassetti

112 Città della Pieve

Il libro nella giara

Dal viola al giallo

di Adriano Savoretti

Ottobre 2014

72

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di Mauro Toccaceli

Monte Amiata

114 Valnerina Dove passava il treno

Autunno da gustare

116 Castelli Montagne e maioliche

di Gabriele Salari

di Mauro Toccaceli

di Stefano Ardito

118 Galatina Barocco e pasticciotto

Marche e Umbria Monti Sibillini 80

di Emilio Dati

La via dei parchi

108

❰ Vicenza

114

❰ Valnerina

di Marco Sances

Calabria Costa jonica 86

Un mare di delizie di Massimiliano Rella

Sicilia Isole Egadi 94

Incise nel Tirreno di Federica Botta e Alessandro De Rossi

In copertina Levanzo Foto di Alessandro De Rossi

Calabria ❰

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❰ Castelli


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18 ❰ Diari

48 ❰ Insieme

138 ❰ Club del Pleinair

126 ❰ Info

130 ❰ Qua la zampa

121 ❰ Reception

Rubriche 11 Editoriale 14 Vivavoce Lettere al direttore, opinioni, commenti Aree di sosta Gestirle ha un costo Abitar viaggiando Una filosofia di vita

18 Diari Itinerari e consigli di viaggio da lettore a lettore Sudafrica Capo del buon pleinair

26 Cronache Personaggi, esperienze, storie di abitar viaggiando Cammino di Santiago Camperista e hospitalero

34 Iniziative Terre di Siena pleinair Una provincia in festa

36 Agenda Appuntamenti, mete, idee per il weekend Casez (TN) Cogli la prima mela • Torino La fiera delle tipicità • Cremona Dal violino alla nocciola Acqualagna (PU) Bianco ducale • Vignanello (VT) Novelli in Tuscia • Trekking urbano A piedi per ricordare • Milano Da Van Gogh al divisionismo

48 Insieme Raduni, notizie e proposte dai club Tra Italia e Slovenia Sui binari della storia Spoleto (PG) Romana e contesa • Roma 6 • PleinAir 507

Compleanno con Francesco • Faenza (RA) Ceramiche in libertà • Lugo di Romagna (RA) Zucca e piligrèna • Illasi (VR) L’oro della Lessinia

121 Reception Soste, campeggi, agriturismi e alloggi pleinair Molveno (TN) Fatato turchese • Ventimiglia (IM) L’approdo c’è • Friuli Venezia Giulia Una regione per il pleinair • Arezzo L’oro e la campagna

126 Info Proposte, risorse e letture per la vacanza pleinair Cicloturismo Il pleinair pedala • PleinAir.it Riparti con noi • Guide In carrozza, si parte! Viaggiando s’impara Il mondo è tondo

130 Qua la zampa In viaggio con gli animali Razze canine Dimmi con chi vai...

132 Sapori & territorio Prodotti tipici, cantine, tappe del gusto Camper Gourmet Cup Fornelli in festa

134 Mangiare secondo natura Alimentazione, salute e rispetto per l’ambiente Proprietà del caffè La tazzulella che fa bene

138 Club del PleinAir Attività, iniziative e convenzioni Promozioni E la festa continua! • Genialloyd Nuova e virtuale • Terme Benessere scontato


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Marche e Umbria • Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Concludiamo la nostra lunga camminata fra le riserve dell’Appennino percorrendo le affilate e magiche creste del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Testo e foto di Marco Sances

La via dei parchi

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Dopo trecento chilometri di cammino per vette e per valli, il turchino Lago di Piastra è il meritato traguardo della nostra avventura appenninica.


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Trentino Alto Adige • Valle di Ledro

A spasso con gli antenati La Valle di Ledro e l’omonimo lago invitano a un weekend en plein air con cuccioli al seguito a contatto con la natura e la storia. Anzi, la preistoria.

S

egnate queste coordinate nel navigatore del vostro v.r.: 45°52’26.1”N 10°45’53.7”E. Vi porteranno in un Trentino insolito, dove passeggiare lungo le acque turchesi di un lago alpino incorniciato da uno splendido paesaggio. Il Lago di Ledro si trova ad appena 15 chilometri dalle più note rive del Garda, ma non ha nulla da invidiare al “fratello” maggiore. Nel bacino, a 650 metri di altitudine, si possono praticare tutti i principali sport acquatici e nella bella stagione abbinare le tipiche attività montane a una vera e propria vita balneare. Il lago conta ben quattro spiagge attrezzate, ognuna delle quali offre parchi giochi, bar, servizi igienici con spogliatoi, noleggio di pedalò e altre imbarcazioni, corsi di windsurf e vela, e in quella di Pur è stata riservata una zona per gli animali domestici. Il lido più ampio e assolato si trova a Molina di Ledro, con una bella ludoteca che nei mesi estivi propone attività per i bambini. Tra i maggiori motivi di interesse c’è il Museo delle Palafitte, allestito a seguito del ritrovamento di numerosi 106 • PleinAir

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reperti risalenti all’Età del Bronzo e dal 2011 patrimonio dell’Umanità. La struttura organizza attività didattiche e ludico-sportive oltre alle cosiddette cene preistoriche; inoltre è stato bandito dal Consorzio Turistico di Valle un concorso che mette in palio una notte da trascorrere in una palafitta, vivendo per un giorno alla maniera degli uomini primitivi. Tuttavia la Valle di Ledro si propone principalmente per belle escursioni, da quelle più semplici rivolte alle famiglie alle camminate riservate ai trekker allenati. Una passeggiata adatta a tutti porta dalle rive del lago di Molina al fresco dei boschi nella frazione di Legos: un itinerario di 5 chilometri con un dislivello totale di 190 metri, per i quali occorre calcolare poco più di un’ora soste escluse se si è da soli e almeno mezza giornata con prole al seguito, vista la presenza di ben tre parchi giochi lungo il percorso. Dal Museo delle Palafitte si percorre un tratto della passeggiata lungolago in direzione di Pur, verso sud. Uscendo da Molina si trova sulla destra un ampio prato ombroso con tavolini da picnic, fontana e giochi di legno. Al termine di quest’area si imbocca la strada che si allontana dal lago cominciando a salire verso il bosco. Al primo bivio si tiene la sinistra seguendo i segni blu, rossi e gialli e i cartelli che indicano località Rinas, arrivando a un selciato abbastanza ripido ma piuttosto breve: questo è l’unico punto di tutta la passeggiata che potrebbe creare qualche problema ai passeggini. Al termi-


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▼ DOVE SOSTARE Un’area camper è presente a Bezzaca, nella zona artigianale a un chilometro dal lago (tel. 0464 592756, cristina.vicari@comune.ledro.tn.it). A pagamento da maggio a settembre e gratuita il resto dell’anno, dispone di 20 piazzole dotate di energia elettrica, acqua e pozzetto di scarico. Camping Al Sole (Via Maffei 127, Molina di Ledro, tel. 0464 508496, www.campingalsole.it; aperto da metà aprile a metà ottobre). Affacciato sul lago, conta 180 piazzole, quindici case mobili e sei bungalow. Nei dintorni del lago sono disponibili altri campeggi ad apertura stagionale (da giugno a settembre). ▼ INDIRIZZI UTILI Consorzio per il Turismo Valle di Ledro, Via Nuova 7, Pieve di Ledro. tel. 0464 591222, www.valledile dro.com. Museo delle Palafitte del Lago di Ledro, Via Al Lago, Molina di Ledro, tel. 0464 508182, www.palafitteledro.it; dal 1° marzo al 30 novembre aperto da martedì a domenica ore 9/17, chiuso da dicembre a febbraio; ingresso 3,50 euro, ridotto 2,50.

Le acque pulite del Lago di Ledro (a fronte) devono la loro notorietà all’ameno paesaggio che le circonda, che si presta a facili passeggiate con i bambini (in alto), e al ritrovamento di numerose palafitte sulla riva orientale risalenti all’Età del Bronzo (qui sopra). A destra, due momenti della passeggiata dal Lago di Molina alla frazione di Legos.

Burro, frutti e chiodi I prodotti tipici della Valle di Ledro sono quelli tradizionali della gastronomia alpina, in special modo i caseari ottenuti dalla mandrie al pascolo in quota come la caciotta di Tremalzo, il burro di malga, la ricotta fresca o affumicata. Due specialità locali sono la peverà, la polenta di patate, e i caponec, gli gnocchi boemi. E oltre al miele di montagna, a farla da padrone sono i frutti di bosco, soprattutto le fragole e i mirtilli. Una particolarità è la produzione degli sciroppi artigianali di frutta, una tradizione antica che vede eccellere soprattutto i prodotti della storica Farmacia Foletto con sciroppi ad alta concentrazione di frutta, amari e liquori aromatici. La farmacia gestisce anche un interessante museo tematico visitabile gratuitamente (www.museofoletto.com). Una vera curiosità si trova a Prè, una frazione di Molina di Ledro. La borgata ospita la Fucina de le Broche, e su prenotazione è possibile assistere all’opera dei ciuaröi. Di cosa si tratta? Della lavorazione dei chiodi da scarpa, che sino alla fine degli anni Quaranta venivano fissati sotto le suole delle scarpe per renderle più robuste. La produzione era talmente importante che i più abili ciuaröi venivano esentati dal partire per il fronte durante la Seconda Guerra Mondiale purché assicurassero una produzione giornaliera di mille broche (i chiodi).

ne dell’acciottolata si prende di nuovo a sinistra e subito dopo a destra, tornando su asfalto, e al bivio seguente si seguita ancora a destra in un bosco che si apre poi su una ariosa radura. A un incrocio a tre vie si abbandona la segnaletica seguita fin qui continuando per l’asfalto a sinistra. Si segue a sinistra un ulteriore bivio cominciando a scendere in direzione dell’abitato di Legos, e si prosegue sempre in discesa sulla via più grande. Dopo un incrocio la strada potrebbe diventare un po’ più battuta dalle auto, ma si tratta comunque di solo traffico locale. Si giunge così alla borgata di Legos e nei pressi di una piccola chiesetta si svolta a destra entrando nella frazione e puntando verso la parrocchiale più grande, posta un po’ più in basso. All’altezza di quest’ultima si trova un primo parco giochi per i bimbi più piccoli, mentre per i più grandi si consiglia di continuare a scendere verso il campo da calcio, dove si troverà un’ampia zona giochi. Ripresa la marcia, si punta verso il parcheggio imboccando la ciclopedonale che evita del tutto la strada per i veicoli a motore e passa adiacente al torrente Ponale, facendo ritorno al Museo delle Palafitte. Franco Voglino e Annalisa Porporato

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Puglia • Galatina

Barocco e pasticciotto Al centro dell’entroterra salentino, Galatina è un gioiello del Barocco leccese. Gustiamone il fascino, e non scordiamoci di assaggiare anche il classico dolce locale.

N

on solo il mare: il Salento ha un ricco patrimonio architettonico che offre il meglio di sé nella bassa stagione. Dal XVII al XVIII secolo abili artisti come Giuseppe Zimbalo e Giuseppe Cino dettero vita a quello stile ormai universalmente conosciuto come barocco leccese, che non interessò solo il capoluogo ma si estese alle cittadine dell’intera provincia come a Galatina. Iniziamo la nostra visita dalla centrale Piazza San Pietro, in un tessuto urbano nel quale sono presenti oltre cinquanta edifici di rilievo tra chiese e palazzi nobiliari. In questo spazio si erge la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, costruita nel 1633 su un preesistente complesso sacro. La facciata è impreziosita da tre portali con sette nicchie per i simulacri dei santi e lo stemma civico. All’interno si conservano una statua policroma di San Pietro, opera di Giuseppe Cino, e la pietra sulla quale secondo la tradizione il santo riposò durante il viaggio da Gerusalemme a Roma. Da qui, risalendo Corso Vittorio Emanuele entriamo nel borgo antico: prima tappa l’ufficio turistico accanto al118 • PleinAir

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la torre dell’orologio, costruita dopo l’Unità d’Italia di fronte al Palazzo del Sedile. Addentrandoci sempre più tra i vicoli raggiungiamo Corte Vinella, adorna di una preziosa balconata in pietra leccese alla quale si accede da una scalinata con la ringhiera anch’essa in pietra. La particolarità di questa abitazione è legata alla presenza – sulla base della scalinata – della figura di un cavaliere senza testa che la storia locale vuole riferire al conte di Conversano, Giulio Antonio Acquaviva, caduto durante gli scontri contro i Turchi avvenuti nel 1481 nei pressi di Galatina. Torniamo verso Via Umberto I per raggiungere Piazza Orsini e ritrovarci di fronte al gioiello della città: la basilica di Santa Caterina d’Alessandria, voluta tra il 1384 e il 1391 dal principe di Taranto Raimondo Orsini del Balzo per custodire una reliquia della santa da lui portata dalla Palestina. Questa chiesa francescana, al contrario delle imponenti cattedrali romaniche pugliesi, presenta un prospetto piuttosto scarno e disarmonico. Affiancato da due portali minori, quello maggiore è incorniciato da tre archi ornati da motivi vegetali incisi nella pietra leccese, mentre sull’architrave domina la raffigurazione di Gesù tra i dodici apostoli; la sezione superiore della facciata presenta il rosone, anch’esso contornato da ricami floreali, con una raggiera di dodici colonnine che racchiudono gli stemmi delle famiglie Angiò-Durazzo e Enghien-Brienne. Ma è l’interno a lasciare senza fiato: ogni centimetro delle navate è decorato da affreschi che si


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A fronte, la facciata della chiesa matrice dedicata ai santi Pietro e Paolo (negli inserti, una finestra in stile rococò di Palazzo Congedo e un dettaglio del pavimento in granigliato veneziano di Casa Bardoscia). Sopra, gli splendidi affreschi custoditi nella basilica di Santa Caterina d’Alessandria e una veduta della facciata. Sotto, l’interno della chiesa della Santissima Trinità e due particolari del portale.

▼ DOVE SOSTARE Un’area di sosta con pozzetto di scarico e acqua è disponibile in Via Ippolito De Maria, presso la zona fieristica. ▼ DOVE MANGIARE Agriturismo La Campina de don Paulu, Via Generale Carlo Alberto della Chiesa, tel. 0836 210069, www.agrituri smolacampina.com. Propone la tipica cucina salentina. ▼ INDIRIZZI UTILI Pasticceria Ascalone, Corso Vittorio Emanuele 17, tel. 0836 566009. Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, Piazza Raimondello Orsini, tel. 0836 568494, www.basilicaorsiniana.it. IAT, Corso Vittorio Emanuele 35, tel. 0836 569984, iat.galatina@ gmail.com. Per visitare Galatina con l’ausilio di una guida contattare Raimondo Rodia, tel. 320 8689221, raimondorodia@yahoo.it.

Antiche golosità Al civico 17 di Corso Vittorio Emanue-

estendono fino alle volte. Si tratta di ben 2.500 metri quadrati di dipinti commissionati alla metà del Quattrocento da Maria d’Enghien, consorte del principe, ad artisti di scuola napoletana, toscana e umbro-marchigiana: nove i cicli di affreschi presenti che raccontano vicende del Vecchio e Nuovo Testamento. Su facciate e controfacciate di ogni campata le raffigurazioni sono opera di autori ignoti e illustrano scene dell’Apocalisse, della Genesi, della vita di Gesù e di Santa Caterina. L’unica firma, datata 1432, è quella di Franciscus de Arecio (Arezzo), posta nell’ambulacro di destra ai piedi dell’affresco di Sant’Antonio Abate. Elaborati ricami in pietra abbelliscono i capitelli raffiguranti immagini sacre e figure di popolani nei loro abiti quattrocenteschi, che ci conducono presso il coro dov’è posto il cenotafio di Raimondello Orsini. Rientriamo verso il punto di partenza toccando dapprima Via Zìmara dove ha sede la chiesa della Santissima Trinità, detta anche dei Battenti, il cui portale è contornato da decori floreali intagliati nella pietra. Sulla vicina Via Santo Stefano si trova Palazzo Congedo, chiamato dai galatinesi la bomboniera per le forme arrotondate dei balconi fittamente decorati in Rococò. E dopo aver girovagato per l’intera giornata, nell’ultima tappa cittadina ci troviamo immersi nella leggenda. Siamo al cospetto del Palazzo Tondi-Vignola su Corso Garibaldi in prossimità di Piazza San Pietro. Varchiamo il grande porticato bugnato per raggiungere il cortile nel

le ci attende una dolce sorpresa presso la pasticceria Ascalone. È uno dei negozi storici della città, che ha conservato gli arredi in legno e soprattutto l’antica ricetta del Pasticciotto, una delizia gastronomica inventata nel 1745. Si racconta infatti che un antenato del proprietario, per utilizzare la crema e la poca pasta frolla rimaste, ne riempì piccole forme e le infornò; il risultato fu talmente apprezzato che si decise di continuare la produzione di quella casuale combinazione divenuta nota come Pasticciotto di Galatina, dolce diffusosi poi in tutto il Salento.

quale è racchiuso il pozzo dei tarantolati, un luogo strettamente legato alla storia di Galatina. Si racconta che San Paolo – protettore dai morsi di serpenti – giunto qui in seguito a un naufragio ricompensò la famiglia che gli aveva prestato soccorso rendendo miracolosa l’acqua del pozzo della loro abitazione. In questa commistione di sacro e profano la cappella dedicata al santo, posta accanto al Palazzo Tondi-Vignola, è stata sempre meta di pellegrini in cerca di grazia. Questi rituali ormai appartengono al passato, ma ancora oggi il 29 giugno, giorno della festa di San Paolo, dinanzi alla cappella si avvicenda una piccola folla di curiosi che sperano di poter ancora assistere alle contorsioni isteriche, esorcizzate dal ritmare di tamburelli e dal pizzicare cadenzato di chitarre. Il ricordo di queste manifestazioni oggi si può solo ritrovare in pizziche e tarante, balli che hanno ormai superato i confini dello stesso Salento. Emilio Dati

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