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Finlandia ❰
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94 70 ❰ Norvegia
sommario Italia Alpi Sentieri della Grande Guerra
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di Emilio Dati
di Stefano Ardito
Götaland e Stoccolma 86
Tre giorni in Etruria
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Campania Sessa Aurunca 62
Finlandia Wildlife e villaggi careliani 94
di Pier Vincenzo Zoli e Mauro Camorani
di Costantino Natale
Ungheria Ansa del Danubio 100
Fiordi e non solo di Natalino Russo
Una curva nella storia di Federica Botta e Alessandro De Rossi
Norvegia Da Oslo a Bergen
62
La selvaggia bellezza
Passione e canto
Europa 70
A casa di Pippi di Gianluca Ricci
di Paolo Simoncelli
Aprile 2014
Circolo polare inedito
Su pei monti
Lazio Riti pasquali nel Viterbese 54
Svezia Lapponia
Francia Corsica 110
Orgoglio isolano di Fabrizio Ardito
❰ Campania
In copertina Foto di Alessandro De Rossi
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❰ Lazio PleinAir 501 • 5
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18 ❰ Diari
24 ❰ Cronache
40 ❰ Iniziative
130 ❰ Info
136 ❰ Mangiare secondo natura
122 ❰ Reception
Rubriche 11 Editoriale 14 Vivavoce Lettere al direttore, opinioni, commenti Opinioni La visione del pleinair • Numero 500 Grazie per gli auguri • V.r. a nolo Costi e sicurezza
18 Diari Itinerari e consigli di viaggio da lettore a lettore Ungheria Pleinair alla vecchia magiara
24 Cronache Personaggi, esperienze, storie di abitar viaggiando Abitar Viaggiando Una nonna in camper Forte di Bard Istantanee da premio
28 Agenda Appuntamenti, mete, idee per il weekend Guastalla (RE) In mezzo scorre il fiume • Terlano (BZ) Chi trova un asparago, trova un tesoro Travagliato (BS) Defilé di razza • Levico Terme (TN) L’orto viaggiante • Motta Visconti (MI) Scoiattoli e pagaie • Paspardo (BS) Cervi a primavera • Ascoli Piceno Dieci in pastella! Fermignano (PU) Carriole in corsa Ischia (NA) Acquerello in giardino
38 Insieme Raduni, notizie e proposte dai club Pasqua e dintorni In camper dove vuoi Jesi (AN) Vessilli e Verdicchio 6 PleinAir 501
40 Iniziative Laboratorio del PleinAir Ho incontrato gli gnomi! Arezzo E il cane incontrò il camper
122 Reception Soste, campeggi, agriturismi, alloggi pleinair Lotzorai (OG) I sapori del mare • Slovenia Peccato andar via • Bienno (BS) La forza della natura Cesenatico (FC) Il mare nel piatto • Villetta Barrea (AQ) La porta del parco • Monzambano (MN) I piaceri del country • Porto San Cesareo (LE) Sole, mare, vento e Salento
130 Info Proposte, risorse e letture per la vacanza pleinair Langhe e Roero Bulbi e segrete • Marche Nel blu dipinto di blu • Viaggiando s’impara Coltivare la famiglia • PleinAir.it Viaggiare, che Passione
136 Mangiare secondo natura Alimentazione, salute e rispetto per l’ambiente Cibi e disintossicazione Pulizie di primavera
138 Sapori e territorio Prodotti tipici, cantine, tappe del gusto Collecchio (PR) La più amata dagli italiani
140 Club del PleinAir Attività, iniziative e convenzioni Itinerari Te lo do io, il Barolo • Allianz Sempre più conveniente • Trento e dintorni Cultura attiva Traghetti Con il camper, ma anche senza
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i talia
Le Tre Cime di Lavaredo viste dal Paterno.
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gni giorno d’estate, sulle Dolomiti o sulle Prealpi venete, sulle Alpi Carniche o ai piedi dell’Adamello, migliaia di escursionisti compiono un viaggio nella storia. Chi affronta le rocce per un sentiero attrezzato o una ferrata scopre spesso che sta ricalcando un percorso di guerra. Negli ultimi anni molti di questi itinerari nella memoria sono stati messi in sicurezza, indicati da segnavia e affiancati da piccoli musei nei paesi di fondovalle e nei rifugi. In altri casi le opere della Grande Guerra, ormai inglobate nel paesaggio, compaiono all’improvviso accanto al sentiero. L’anniversario della Prima Guerra Mondiale cadrà il prossimo 28 giugno, quando saranno passati cent’anni dai colpi di pistola esplosi a Sarajevo contro l’arciduca Francesco Ferdinando, che avrebbero scatenato le ostilità tra l’Impero di Austria-Ungheria, la Germania e l’Impero Ot-
tomano da un lato, e la Francia, la Gran Bretagna e la Russia dall’altro. L’entrata in guerra dell’Italia seguirà nel maggio 1915. Alla fine del 1918 il ritorno della pace avrebbe trovato un’Europa profondamente cambiata: dieci milioni di morti, decine di milioni di mutilati e feriti, vastissimi territori devastati, nuovi stati nazionali creati dalla dissoluzione degli imperi centrali. Una situazione instabile che avrebbe portato alla nascita del fascismo e del nazismo, e che da lì a vent’anni avrebbe scatenato un altro conflitto. Sulle Alpi orientali, dopo che la Terza Guerra d’Indipendenza aveva reso italiani il Veneto e il Friuli, il governo di Vienna aveva fatto erigere strade, ferrovie e fortezze per bloccare un’avanzata italiana. Quando la guerra è scoppiata i due eserciti hanno scavato trincee e caverne, costruito caserme, installato reticolati e teleferiche. I percorsi più ripidi ed esposti sono stati attrezzati con scale e corde, mitra-
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Sentieri della Grande Guerra
Ferrate, fortificazioni, gallerie, trincee, bivacchi: i rilievi alpini fra la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia portano impresse le testimonianze dei combattimenti che insanguinarono la linea del fronte durante il primo conflitto mondiale. A cento anni dall’inizio della Grande Guerra vi proponiamo dodici escursioni attraverso altrettante pagine della nostra storia. Testo e foto di Stefano Ardito
Su pei monti gliatrici e cannoni sono stati piazzati su vette come la Cima Grande di Lavaredo. Nelle viscere del Piccolo Lagazuoi, del Castelletto della Tofana e del Col di Lana sono stati scavati tunnel destinati a essere imbottiti di esplosivo per far saltare le postazioni del nemico. La memoria della Grande Guerra è importante per centinaia di milioni di europei. Capire cosa è successo un secolo fa nelle Fiandre, sull’Isonzo e in Galizia è decisivo per capire l’Europa di oggi: e nulla avvicina a quegli anni drammatici come una visita ai campi di battaglia. Le pianure e le colline del fronte occidentale tra Francia, Belgio e Germania sono ridiventati un tranquillo paesaggio interrotto qua e là da memoriali e musei. Al contrario, i ghiacciai dell’Adamello e le rocce del Carso, le Dolomiti, le Prealpi venete e trentine e le Alpi Carniche e Giulie conservano in maniera evidente i segni delle battaglie di un se-
colo fa. Il recupero dei manufatti bellici inizia nel secondo dopoguerra. Mentre le guide alpine di Cortina restaurano i tunnel e i sentieri attrezzati del Castelletto, oggi spettacolari vie ferrate, i Dolomitenfreunde – gli amici delle Dolomiti, l’associazione dell’austriaco Walter Schaumann – iniziano a recuperare le trincee del Monte Piana e del Pal Piccolo. Poi queste iniziative si moltiplicano un po’ ovunque. La Provincia Autonoma di Trento individua e segna il Sentiero della Pace, un lungo trekking attraverso i campi di battaglia. Al restauro delle postazioni del Lagazuoi partecipano militari italiani, austriaci e tedeschi. I sentieri che consigliamo sono una piccola parte delle centinaia di itinerari possibili. Suggeriamo di seguirli con attenzione e rispetto, ricordando le terribili sofferenze di chi un secolo fa è dovuto salire quassù per compiere il proprio dovere. E spesso non è tornato a casa.
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Aggrappata a una rupe tufacea sulla Valle dei Calanchi, Civita di Bagnoregio è raggiungibile attraverso un ponte pedonale costruito negli anni ‘60. Nel dettaglio, la venerata scultura quattrocentesca raffigurante il Cristo viene scoperta durante la Messa del Venerdì Santo nella chiesa di San Donato, al centro del borgo.
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Tre giorni in Etruria
Fra il Venerdì Santo e il Lunedì dell’Angelo nella Tuscia viterbese si svolgono alcuni dei riti pasquali più antichi del Lazio. Dopo aver vissuto la Passione nella “città che muore”, scopriamo il fervore devozionale dei tarquiniesi e ci uniamo alla lunga processione del Lunedì da Blera a Norchia, verso la grotta di un veneratissimo eremita. Testo e foto di Paolo Simoncelli
U
na lugubre minaccia non solo geologica aleggia su Civita di Bagnoregio, la “città che muore”, nel momento in cui la Passione di Cristo sta per trasformarsi nella festa della Resurrezione. Nel borgo arroccato sulla Valle dei Calanchi, in continua lotta con l’erosione, sembra tutto tranquillo il pomeriggio del Venerdì Santo, mentre il venerato Crocifisso ligneo giace sotto un drappo di velluto nella chiesa di San Donato. Si tratta di una scultura quattrocentesca ritenuta miracolosa, da sempre assai cara ai due borghi di Civita e di Bagnoregio, divisi da un’accesa rivalità campanilistica. Il motivo della venerazione risale probabilmente al 1499 quando, racconta la leggenda, il Cristo parlò a una donna per comunicarle l’imminente fine della peste che aveva seminato la morte in paese; il motivo della rivalità risale invece al 1850, quando la processione del Venerdì Santo – da secoli tenuta a Civita – fu trasferita a Bagnoregio. È da allora che incombe su questa spettacolare piattaforma tufacea una sorta di maledizione.
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e uropa
A Vimmerby i bambini si divertono a scoprire il mondo colorato di Pippi Calzelunghe, ma non solo: nel dettaglio a sinistra, uno dei tanti giochi presso il Nils Holgerssons Värld. A destra, una simpatica simulazione di guida presso il museo della Volvo a Göteborg e – nell’inserto tondo – la railbike che parte dal castello di Vadstena.
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Scandinavia in camper con i pargoli? Vi proponiamo un itinerario nella Svezia meridionale che non lascerà loro il tempo di annoiarsi. Testo e foto di Gianluca Ricci
A casa di Pippi
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ircondate d’amore i vostri bimbi, amore e ancora amore. E il buon senso verrà da sé”. Parola di Astrid Lindgren, autrice di Pippi Calzelunghe e di molti altri libri per l’infanzia, ma soprattutto maître à penser della Svezia del secolo scorso. Quale migliore destinazione dunque del paese scandinavo per cercare insieme ai propri piccoli il senso profondo dell’eredità lasciata dalla grande scrittrice scomparsa nel 2002? In più pochi altri luoghi al mondo offrono tante opportunità per i bambini. A cominciare da Göteborg, vivace metropoli sul Kattegat, il braccio di mare del Nord che separa la penisola scandinava dalla Danimarca. Almeno quattro i motivi per un seppur breve soggiorno: oltre al museo della Volvo, dove sono esposti tutti i più bei modelli della casa automobilistica svedese, camion, mezzi da lavoro, imbarcazioni e aerei inclusi, non si possono perdere l’Universeum – cinque piani di scienza e natura a misura di bambino con la riproduzione di un enorme lembo di foresta tropicale, fauna comPleinAir 501 • 87
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La natura rigogliosa del lago Lentiira, intorno al quale si può avvistare l’orso bruno. In basso, una casa in bella posizione sulla riva.
La Finlandia è il paese più settentrionale dell’Unione Europea, e il più orientale dei territori continentali comunitari: scopriamo i villaggi careliani nella regione di Kainuu e andiamo a caccia – fotografica, naturalmente – dell’orso e del lupo. Testo di Pier Vincenzo Zoli Foto di Mauro Camorani
C
arelia, eccoci. Una parte d’Europa dove non molto è mutato dal 1835, quando Elias Lönnrot pubblicò la prima edizione del poema epico Kalevala. L’autore dedicò diversi anni a raccogliere e trascrivere i canti tramandati oralmente che costituivano la base delle tradizioni e della cultura popolare careliana, narrata in un idioma diverso dalle lingue parlate nel paese: il finlandese, lo svedese – retaggio di sette secoli di conquista – e il russo, diffusosi dopo che nel 1809 il paese diventò parte dell’impero degli zar. Abbiamo raggiunto Kuhmo, villaggio finlandese a poche decine di chilometri dalla frontiera russa. In questi luoghi le tradizioni culturali e religiose s’incontrano senza prevaricarsi e i conflitti che nei secoli hanno interessato queste aree non sono riusciti a cancellare le reciproche contaminazioni. Addirittura il concetto di collocazione geografica è impreciso: la Carelia settentrionale finlandese si trova più a sud della zona che visiteremo, che è in-
vece al confine con la Carelia Bianca russa; ciò nonostante, i villaggi di quest’area sono considerati careliani. L’ambizione di Lönnrot consisteva dunque nel ridare dignità a quella lingua. Questo e molto di più sull’argomento si può apprendere nello Juminkeko, il centro informazioni sulla cultura della Carelia e sul Kalevala. La cittadina è anche sede del centro visite Petola, una struttura dove imparare tutto quello che serve sui grandi carnivori che popolano le foreste della Carelia. È una visita da non perdere perché sono proprio gli animali a richiamare viaggiatori da tutta Europa: si viene a conoscenza delle abitudini dei lupi, delle preferenze alimentari e sociali dei ghiottoni, dei comportamenti sfuggevoli delle linci e, soprattutto, si entra “in confidenza” con il re delle foreste: l’orso bruno. L’Ursus arctos è uno dei più grandi plantigradi e, per fortuna, non è una specie a rischio. Molti esemplari vivono negli Stati Uniti e in Canada, ma la popolazione più numero-
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