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GH Luxury Magazine Ed. Vinitaly 2022
Il vino: declinazione al femminile
Quattro chiacchiere con Luisella Benedetti
“Wine: a female interpretation” - A talk with Luisella Benedetti
Oggi ci ospita Luisella Benedetti, nella sala degustazione della “Cantina Ancilla” situata a Villafranca di Verona. Questa cantina racconta una storia unica e particolare che ha stimolato la nostra curiosità. Una passione tramandata da generazioni in rosa, cosa non comune nella storia delle aziende vitivinicole. Ciò che la rende ancor più interessante, è che la proprietaria ha avuto la forza di reinventarsi dopo anni di lavoro in un settore completamente diverso da questo, arrivando a raggiungere risultati di tutto rispetto con prodotti di alta gamma, che non fatichiamo a definire artigianali. Un vero e proprio artigiano del vino. Presente anche quest’anno al Vinitaly, “Cantina Ancilla ” porta con sé vicende di amore e di passione per la terra ed i suoi prodotti.
È un piacere poterla incontrare personalmente. La mia prima domanda ha la tipica genetica dettata dalla curiosità: come nasce “Cantina Ancilla”? Perché mi pare di aver capito che lei non si occupa da sempre di viticultura.
Si infatti. Ma innanzi tutto il nome: questa cantina si chiama Ancilla come mia nonna, donna che ha rappresentato un po’ un’icona per me e mia sorella, poiché era una donna un po’ uomo, nel senso che avendo perso il marito durante la guerra, ha raccolto energie e carattere, crescendo sua figlia da sola e cercando di creare un futuro sicuro per entrambe. In quegli anni si è rimboccata le maniche, facendo un lavoro piuttosto duro, importando frutta e creando frutteti e altri derivati dalla
Today we are hosted by Luisella Benedetti in her tasting room named “Cantina Ancilla”, which is located in Villafranca di Verona. This winery tells a unique and particular story, that aroused our curiosity. A passion handed down for generations in pink, which is something unusual in wineries history. What makes it even more interesting is that the lady owner, after having been working in a completely different sector for years, decided to reinvent herself in the winery sector reaching respectable results with high quality products that can be really considered as artisanal. A real wine artisan. Present this year too at Vinitaly, “Cantina Ancilla” brings stories of love and passion for the native land and its typical products.
It is a pleasure to have the opportunity to get to know you personally. My first question is genetically dictated by curiosity: how was “Cantina Ancilla” born? Because I think I understand that you haven’t always been involved in viticulture.
That’s true. But first of all we have to start from the name: because this company is called Ancilla, like my grandmother, a woman who represented a bit of an icon for me and my sister. She was at the same time a woman but somehow also a man in the meaning that, since she lost her husband during the war, she needed to gather energy and character, having to raise her only daughter alone and create a safe future for them both. In those years she rolled up her sleeves and worked hard, importing
terra, tramandando poi a nostra madre, e da nostra madre a noi, l’idea di doversi fare da sole, considerando inoltre che gli uomini nella nostra famiglia vanno e vengono, non c’è nessuno che è stanziale. Detto ciò, io feci il percorso a me congeniale, i miei studi e laurea nel mondo della finanza, che fin da ragazzina è stata la mia grande passione. Quindi, uscita dalla casa familiare ho costruito tutte le esperienze utili in quel settore, raggiungendo anche obiettivi di tutto rispetto. Ovviamente non ho mai dimenticato le mie radici e conseguentemente la grande passione per le aziende agricole che da sempre era presente: prendevo le ferie per andare a fare le vendemmie e per seguire mia madre in campagna.
Dopo aver fatto tutto il mio percorso, creandomi una carriera ed un’indipendenza dalla famiglia, ad un certo punto le cose sono cambiate: il mondo della finanza non era più lo stesso e nacque mio figlio. Perciò una mattina, con l’assoluta certezza di voler rivoluzionare la mia intera vita, tornai all’antica passione e tornai alla campagna all’azienda di famiglia. In quegli anni vendevamo uva ad altre cantine, mentre con il mio ingresso l’idea di base fu quella di sviluppare un nostro prodotto con una nostra etichetta. Questo è stato un po’ il passaggio. Ho iniziato con molta umiltà perché, pur avendo la capacità di gestire un vigneto, l’esperienza mi mancava e la concorrenza era molta. Ormai sono passati 17 anni, l’età di mio figlio, dalla nascita del progetto.
Storia e racconto assolutamente affascinanti, oltre a dare dimostrazione di un carattere forte indubbiamente.
Ritengo che i “cambi di vita” siano molto affascinanti, perchè spesso non si ha il coraggio di porli in essere, ma quando lo si fa ci si rende conto che ciò che ci divide da una nuova vita è solo una porta, un passo.
Da donna a donna, mi viene spontanea una domanda: questo è un mondo in cui non è sempre facile per una donna emergere. Nello specifico nel mondo del vino dove la figura del vignaiolo è solitamente maschile... Ad oggi, però, esistono delle donne che hanno saputo portato risultati eccezionali anche in questo settore. Chiedo a lei: nella sua esperienza diretta, ha trovato delle difficoltà in questo senso, nel percorso di realizzazione del suo progetto.
fruit and creating orchards and others derived from the earth, then transmitting to our mother and from our mother to us, the idea of having to do it alone, even considering that men, in our family, come and go, no one has ever been forever. That said, I took the study path more congenial to me and finally a degree in finance, which had been my great passion since I was a young girl. So, after leaving the family home, I made all the possible useful experiences in that sector, also achieving very respectable goals. Obviously I had never forgotten my roots and consequently the great passion for farms, which has always been present in our family: I used to take vacation to go to the harvests and follow my mother to the countryside, therefore the core of this job actually was already present in my life.
After having spent my life till then to create my career and become independent, I realized that finance had changed a lot and moreover, meanwhile my son was also born. So one morning, with the absolute certain will to revolutionize my entire life, I decided to come back to my old passion, to the countryside, to the family business. In those years we were selling grapes to other wineries, while with my entry the basic idea was to develop our own product with our own label. That was a sort of transition. I started with a lot of humbleness because I had a good knowhow on vineyards but I didn’t have enough experience and the competition was great. Now this project is 17 years old, the age of my son.
Your story and your telling are absolutely fascinating and they definitely show your strong character.
I believe, life changes are generally fascinating events, many people do not have the courage to put them into being, but, on the contrary, if you do it, you realize that transition starts just when going through the door.
Woman to woman a question arises: this is a world where emerging is not easy for a woman, especially in the world of wine where winemakers are usually male... But to date finally there are women who are bringing remarkable results in this sector, some even exceptional. I would like to ask you about your direct experience: “Did you find any difficulties in this sense, in the process of carrying out your project?”.
Nella mia esperienza personale l’unica difficoltà è stata quella del passaggio generazionale: tutte le aziende nate negli anni 50/60 avevano una manodopera fatta da uomini - perché il lavoro in campagna è abbastanza duro - abituati a seguire una persona di riferimento.
Quando sono arrivata io, ragazza di 31 anni, in mezzo a uomini duri e veraci, il fatto di diventare autorevole è stato il passaggio più difficile. Quindi ho dovuto, con calma e con il mio stile, farmi accettare e l’unico modo era fare lo stesso lavoro che facevano loro. Non aveva senso arrivare a dettare legge non avendo mai fatto quest’esperienza e trovandosi davanti persone che lo fanno da vent’anni e che hanno esperienza sul campoche vale molto di più di un titolo di studio. E quindi ho fatto la gavetta, tant’è che anche adesso quando c’è la vendemmia io lavo le cassette. Ed è li che scopri che loro ti apprezzano, perchè è un mondo fatto da gesti concreti e poche chiacchiere. Posso quindi dire che una difficoltà iniziale esiste, ma che è possibile superarla con la giusta predisposizione.
È un lavoro molto fisico e chiaramente la parte maschile non può mancare perché certi lavori sono davvero pesanti. Ma per quanto mi riguarda, io amo allenarmi, amo lo sport e questa è tutta pratica per me.
Ha preso ispirazione da qualcuno in particolare quando ha iniziato la sua avventura nella produzione di vino?
L’ispirazione morale viene da mia nonna, la figura di riferimento; per quanto riguarda il prodotto, chiaramente, io ho scelto prima il mio compagno di viaggio - l’enologo di fiducia - con il quale volevo interfacciarmi per capire che progetto di vino volevo creare. Il passo successivo è stato andare ad assaggiare in varie aziende vinicole e capire quale era lo stile che a me piaceva. Perchè quando parti da zero, devi anche tu avere prima idea di capire cosa la tua azienda ti produce - in termini di uva - e poi capire con quest’uva qual è il top che riesci a fare. E cerchi di andare a trovare situazioni climatiche simili, per capire come sono state declinate le uve da quelle aziende. È un percorso interessantissimo perchè capisci che hai delle icone, ma capisci anche che ogni terreno ha una storia a sé e prendi coscienza di cosa ti piace. È stato un percorso che mi ha aiutato a capire cosa volevo io in realtà.
In my personal experience the only difficulty was generational transition, as indeed in all the farms of the past, let’s say in the 50s / 60s, the workforce was made up of men with a key person supervising. When I arrived, in the midst of tough and true men, for me, a 31-year-old girl, becoming authoritative towards them was the most difficult step. I used the calm of a turtle and my style, while the only way for me to be accepted was to work with them. There was no sense to come and rule when you had never done it and you were facing with people who had been doing it for twenty years and had great experience in the fieldwhich is worth so much more than a degree. And then I made my apprenticeship, so much so that even now that there is collection, my job is to wash the crates. In doing so, in the meantime, you discover many worlds, and you realize that those men come to appreciate you, because it is a world made up of concrete gestures and few chats. Well yes, that had been my difficulty at the beginning, but then there I met people who did pay me back a thousand things. Sometimes, after harvests, I stop and talk to them and, thanks to their popular wisdom, they often help me solve the problems I’m struggling with. It seems trivial, but simplicity is often the best solution to problems. As a woman I can say that yes, sometimes it is a very heavy job and certainly male force cannot be missing because some work activities are really heavy but, as far as I’m concerned, I love working with my body, I like sports and for me this is a good opportunity to train phisically.
Were you inspired by anyone in particular when you started your wine adventure?
The moral inspiration comes from my grandmother, my reference figure, while for the inspiration of the product I first chose my travel companion - my trusted winemaker - in order to understand which wine project I wanted to create. The next step was going to various wineries and tasting different wines to figure out which style I was looking for. Because when you start from scratch, first of all you have to see what your company can produce - in terms of grapes - to understand what is the flagship product that can be made with this type of grape and you must also look for wine producers in similar climatic situations to understand how these companies have declined their grapes. Then it is a very interesting path because, while along the way you understand which your icons are, you also realize that your single land, like any other, has its own specific history isncluding also a different management decision. All this makes you aware of what you like. That was a path that helped me understand what I really wanted.
Guardando tra queste etichette, vedo che hanno tutte dei nomi particolari e subito riesco a percepire che tutte nascondono una storia.
È la storia di una famiglia… mia nonna, mio figlio, tutta la linea di spumanti dedicata a mia sorella, Maria Teresa Rossi che è mia mamma.. ogni storia è un storia a sé. Ci sono solo due vini che sono proprio una storia di prodotto, il Blanc de Noir e il Pinot Nero. E poi c’è l’ultimo nato che è Meraki, parola ricercata che deriva dal Greco e significa “far tutto con il cuore e con grande passione”.
Ogni volta che creo una bottiglia, riflette a chi mi sono ispirata. È come quando cucini per qualcuno che ami, ci metti molto più amore e cura. La stessa cosa, se trai ispirazione da qualcuno nel fare una cosa, ci metti una passione diversa e nulla è più importante. Mi ero anche dedicata un vino, perchè mi sembrava giusto..(risa). Si chiamava Ella ed era un Lugana che però ora non produco più.
Anche quest’anno sarete presenti al Vinitaly... possiamo anche dire finalmente dopo due anni in stand by. Con quali etichette e novità si presenterà Cantina Ancilla?
Looking at these labels I see that they all have particular names and I can immediately perceive that they all hide a story.
Yes, it is the story of a family… my grandmother, my son, the whole line of sparkling wines dedicated to my sister, Maria Teresa Rossi who is my mother... each story is a story in itself. There are only two wines that are really a product story, Blanc de Noir and Pinot Noir. The latest project, which is Meraki, a sophisticated word that derives from Greek and means “doing everything with heart and with great passion”.
Every time I create a bottle, it reflects who I was inspired by. It’s like when you cook for someone you love, you put much more love and care into it. The same thing, if you draw inspiration from someone to do one thing, you put a different passion into it and nothing is more important. I also dedicated a wine to myself, because it seemed right...(laughter). The name was Ella and it was a Lugana that I no longer produce.
This year too you will be present at Vinitaly... we can also say finally, after two years on stand by. Which labels and novelties will Cantina Ancilla present?
Ci presentiamo con Meraki , progetto nato da quando abbiamo piantato i nuovi vigneti, quindi stiamo parlando ormai di 16 anni fa, e abbiamo aspettato parecchi anni perché bisognava arrivare ad un ciclo produttivo e ad uno stadio di maturità delle uve sulla pianta di un certo tipo. Una sorta di follia, direi, perchè investi prima e cominci a guadagnare 15 anni dopo..onestamente ti viene a volte da chiederti “perchè?”. In realtà poi quando finalmente stappi la bottiglia e sei soddisfatto, ti sei già risposta. Il Meraki sarà un Manzoni bianco, uva poco conosciuta che a mio avviso è un peccato perchè ha grande eleganza ed una storia dietro di cui il Veneto è un grande testimone.
Meraviglioso. Però, curiosa come sono, oltre alle bottiglie di vino ho notato anche qualcos’altro sulle mensole di questa sala..
Il mio grande incompiuto…o meglio compiuto, ma non venduto..ma per colpa mia ammetto. Quando anni fa abbiamo sviluppato protocolli di vinificazione per vini senza solfiti aggiunti con uno staff incontrato assolutamente casualmente, quegli amori a prima vista; due bellissime donne tra l’altro, una mamma, una persona di una certa età, ex farmacista, e sua figlia, una biologa, che sono venute a trovarmi al Vinitaly. Capisco subito che non c’entrano nulla con il mondo del vino... però noi avevamo lo stand molto pieno e vedendo aspettare pazientemente, mi avvicino chiedendo se posso aiutare, così ci sediamo e cominciano a raccontarmi la loro storia.
Loro cercavano di sviluppare l’idea di realizzare una linea estetica con i residui dei vini, estraendo tutti i principi attivi ed io mi sono innamorata subito di questo progetto. Ci siamo conosciute, siamo andate insieme nel loro laboratorio dove abbiamo sviluppato questo protocollo, una linea di 45 prodotti completa, sia per le Spa che per la Home Beauty. Protocollo molto serio con l’idea di distribuirla nelle profumerie di nicchia, avevamo iniziato con due o tre però io mi sono subito resa conto che era un altro settore e che la forza di vendita del vino non avrebbe mai supportato anche questo progetto. C’è stato anche un momento in cui il progetto sembrava aver ottenuto un nuovo sviluppo, con una richiesta dall’estero corposa, però non è andata in porto per vari motivi. Ed il progetto è lì, con la possibilità di essere recuperato, chissà.
We will present this novelty which is called precisely Meraki , a project born with new vineyards transplanted about 16 years ago, and we waited several years to become able to produce it, because it was necessary to arrive at a certain production cycle and at a particular stage of maturity of the grapes on the plants. A kind of madness, I would say, because you invest first and start earning 15 years later... honestly you sometimes wonder “why did I do it??”. Actually, then when you finally uncork the bottle and feel really satisfied, you have already answered. Meraki will be a white Manzoni, a grape yet not well known, which is a shame, I should say, because it has a great elegance and a history widely witnessed by tradition of Region Veneto.
Wonderful. However, curious as I am, I also noticed something else on the shelves in this room... in addition to the bottles of wine.
My great unfinished... or rather completed but not sold .. but that was my fault, I admit. It happened years ago, when we decided to develope new winemaking protocols for wines without added sulphites; we did it with a staff we met absolutely by chance and I can say it was love at first sight between us: two very beautiful women, by the way, the mother a lady of a certain age, a former pharmacist, and the daughter, a biologist; they came to visit me at Vinitaly many years ago... and they were looking at me in the wine stand. I immediately understood that they had nothing to do with the world of wine. But I could see that they were waiting… we had a very crowded stand but I went over and asked if I could help… so we sat down and they started telling me their story.
They were trying to develop the idea of creating an beaty line using all the active ingredients exctracted from wine residues. I immediately fell in love with this project, being a woman. We met, we went together to their laboratory and developed this protocol, a line of 45 products, a complete line for both Spas and Home Beauty. A very important protocol destined to niche perfumeries, and in fact we started with two or three of them, but I immediately realized that beauty and wine sectors were too much different and for this reason the wine sales force couldn’t support this project too. Anyway, there has been a time when this project seemed to obtain a new development, with a very substantial request from abroad, but it did not go through for various reasons. And the project is still there, with the possibility of being recovered, who knows?
Che cosa c’è nell’aria per il futuro?
La nostra è una realtà piccola, artigiana, mi piace mantenerla così, quindi non abbiamo l’ambizione di avere una crescita esponenziale però sicuramente di raggiungere sempre di più il top della qualità.
Bottiglie seguite, e intendo che seguiamo tutto il processo dal singolo acino sino all’imbottigliamento, quindi tutta la filiera, che è la grande distinzione che c’è nel mondo del vino, perchè ci sono diversi interlocutori nel mondo del vino. Puntiamo ad avere meno intermediazione e più contatto diretto con il cliente. Questo è il progetto, sviluppato in diversi ambiti: con la ricezione turistica, attraverso canali online e questo è, anche perchè mi piace che sia così, mi piace che ci vengano a trovare. Non voglio essere l’etichetta da scaffale e basta.
What is in the air for the future?
Our reality is small, artisan and I like to keep it that way. We do not have the ambition to grow exponentially, but we certainly aim to reach the top of quality more and more.
Bottles followed in all stages of the production process: from the single grape to bottling, then the entire supply chain; this is the great distinction that exists in the world of wine, because there are different interlocutors in the world of wine. We focus on having less intermediation and more direct contact with customers. This is our project, developed in different ways: with tourist reception, through online channels, and this is also because I like it, I like that they come to visit us. I don’t want to be just a shelf label and nothing more.
Una curiosità..suo figlio condivide la sua stessa passione per il mondo del vino?
A mio figlio tocca fare la vendemmia, questo si. Però non so cosa farà. Ha un gran bel naso, questo fin da piccolo, riconosce subito i profumi, ma d’altronde è stato uno di quei bambini fortunati che ha potuto sempre stare all’aria aperta in campagna. Ci siamo anche divertiti molto con le essenze, abbiamo fatto anche un corso.. La cosa più importante è che trovi la sua strada…e inoltre c’è il rischio che interrompa la catena di donne (ride). Per il momento ha inizato a berlo e apprezza maggiormente un bicchiere di vino ad un drink.
Per chiudere in bellezza le chiedo se c’è un milestone importante nella sua carriera vitivinicola, un momento importante di cui vuole parlare.
Un milestone è stato il percorso del vino che ho dedicato a mia mamma, l’unico vino con il bollino rosso, che mia madre adora, è stato un progetto di vino durato parecchi anni, perché è un millesimo 2012 che ha fatto più di 60 mesi sui lieviti… È stato un vino seguito e curato, un po’ come lei ha curato me. Il progetto le è stato tenuto nascosto, per poterle fare una sorpresa dopo la sboccatura. Quando le ho portato a casa la prima bottiglia mia madre si è arrabbiata. Lei non ama comparire. Però alla fine si è commossa e la numero 1 infatti è ancora lì in una nicchia protetta del muro. Le bottiglie sono state tutte numerate a mano...1200, insomma un lavorone, ma ne sono stata molto felice. Volevo che fosse qualcosa di speciale, esattamente come lei lo è per me.
È stato un piacere parlare con lei e poter raccogliere la storia di Cantina Ancilla, un’azienda che ci piace molto perché mantiene la sua peculiarità e mantiene una modalità di interlocuzione con il cliente che cura i dettagli e i rapporti personali. Torneremo sicuramente a trovarla.
Just to satisfy my curiosity… does your son share the same passion for the world of wine as you?
My son has to do the harvest, yes. But I don’t know what he will do in the future. He has a good nose, this since his early age: he is able to immediately recognize the scents, but on the other hand he has been one of those lucky children who could stay outdoors in the countryside all day. We had a lot of fun with the essences, we also took a course... The most important thing for me is that he can find his way... and then the risk is that he might interrupt the chain of women (laughs). For the moment he has started tasting wine. Seriously, he appreciates a glass of wine more than any drink, yes.
To close with a flourish, I ask you if there is any important milestone in your wine career, an important moment you would like to talk about.
A milestone was the wine journey I dedicated to my mother, the only wine with a red stamp, which myy mother loves. It was a wine-making project that lasted several years, because it is a 2012 vintage that has been on the lees for more than 60 months... This wine was followed and cared for, a bit like she cured me. The project remained secret in order to surprise her after disgorging. When I took the first bottle home, my mother got mad. She doesn’t like to appear. But she finally got moved and number 1 is still there in a protected niche in the wall. The bottles were all numbered by hand..1200, in short a lot of work, but I was very happy with it. I wanted it to be something special, just like she is to me.
It has been a pleasure talking with you and being able to collect the stories of Cantina Ancilla, a company that we like very much because of its peculiarity maintained over the years and the ability of dialogue with customers, taking care of details and personal relationships. We will definitely come back to see you.