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GH Luxury Magazine Ed. Vinitaly 2022

Garda Architects

A pochi km da Verona, si apre un naturale, nonché spettacolare, scenario costituito dal Lago di Garda. Percorrendo la Gardesana il mio occhio curioso viene attratto da alcune modernissime abitazioni.

Dopo poche, rapide informazioni, vengo a conoscenza di chi è la mente che ha dato genesi a queste ville. Garda Architects, una nuovissima realtà, nata nel periodo immediatamente precedente il Covid ma che non ha avuto impedimenti, in poco più di due anni, di dire la sua nell’architettura moderna che si sta sviluppando sulle sponde del Lago e non solo.

Ho voluto proporre queste quattro chiacchiere coi fondatori dello studio Garda Achitects, che hanno sviluppato un percorso estremamente interessante dal punto di vista progettuale. Percorso aperto, trasversale, scientifico, molto attento ai dettagli e sempre ispirato alla ricerca

A few kilometers from Verona opens up a natural and spectacular scenery: Lake Garda. Traveling along the Gardesana, my curious eyes are attracted to some very modern houses.

A little quick information and I learned the name of the company that gave life to these beautiful villas: Garda Architects! A brand new reality born in the period immediately preceding Covid which, despite the difficult situation, in just over two years managed to establish itself by creating its own modern architecture on the shores of the lake and beyond.

It was therefore a great opportunity for me to have the opportunity to have a chat with the founders of the Garda Architects studio who have developed an extremely interesting path from a design point of view, an open, transversal, scientific path, very attentive to details and always inspired, from

tecnologica ed estetica. Gli Architetti Roberto Lizzeri e Christian Schaermer , coadiuvati dall’interior designer Rohit Kurhade .

Di questi tempi trovo che siate un esempio per molti, banalmente mi piacerebbe sapere com’è l’idea di fondere tre esperienze diverse tra loro, nonché tre diversi percorsi formativi?

C.S.: Ci siamo trovati ad una esposizione d’arte ad Innsbruck di un amico in comune. Ho sentito qualcuno parlare italiano e mi sono subito incuriosito. Parlando abbiamo scoperto che Roberto lavora da moltissimi anni sul lago, io mi era trasferito da Bolzano sul Garda 5 anni prima e pochi giorni dopo abbiamo creato un’occasione per confrontarci . Da li è partito il progetto di cui oggi si vede la realtà.

R.L.:Io, per contro, avevo voglia di espandere lo studio e di abbracciare tutto il Lago di Garda non solo la sponda bresciana, quella sulla quale avevo maggiormente lavorato, sempre con la voglia di far conoscere il mio lavoro anche sulla sponda veronese e non solo, guardando avanti, ed impostare le basi per puntare, successivamente, ad un mercato internazionale. Nell’incontro con Christian ho colto l’occasione per dare una dimensione mitteleuropea allo studio, inoltre Cristian, logisticamente, era già posizionato sulla sponda veneta, di madrelingua tedesca austriaco di nascita, ho desunto fosse il partner perfetto non solo per completare lo studio da me già avviato, ma per aprire una filiale in provincia di Verona. Christian già lavorava con Rohit e arrivano da un’esperienza internazionale. Si sono conosciuti a Singapore e quindi mi sembrava un’occasione ghiotta da cogliere al volo. Tra l’altro poi un amico, nonché socio, aveva aperto un’agenzia di un’attività collaterale a Torbole e quindi è stato un concatenarsi di eventi che mi hanno spinto a provare a far partire questa nuova avventura.

C.S.: la stessa cosa valeva anche per me: le mie esperienze nel territorio italiano erano soprattutto a Bolzano e la Vera Italia era una sfida per me. È stata una cosa molto bella per me conoscere Roberto, perchè mi si è ampliata l’ottica anche operativa. Poi lo studio è partito con qualche svantaggio poiché eravamo in pieno Covid: abbiamo iniziato a gennaio e a Marzo abbiamo chiuso. Quindi è stato un anno, non dico Sabbatico ma quasi, dove lo studio ha collaborato con quello di Desenzano anche per conoscerci, per

research, technological and aesthetic. The architects Roberto Lizzeri and Christian Schaermer , assisted by the interior designer Rohit Kurhade .

These days I find that you are an example for many. I would simply like to know how the idea of merging three different experiences, as well as three different training courses, was born?

C.S .: We met at an art exhibition of a mutual friend in Innsbruck. I heard someone speak Italian and I was immediately intrigued. In conversation we discovered that Roberto has been working on the lake for many years, while I had moved from Bolzano to Lake Garda 5 years earlier ... a few days later we created the opportunity to discuss. From there the project of which today we see the reality started.

RL: For my part I wanted to expand my Studio to embrace the whole of Lake Garda and not just the Brescia coast on which I had worked most of the time until then, with the constant desire to make my work known on the Veronese coast too and beyond, looking ahead, with the purpose to lay the foundations which would allow subsequently to aim at an international market. In my meeting with Christian I saw the opportunity to give a Central European dimension to the Studio. Furthermore, Cristian, a native speaker of German and Austrian by birth, already was logistically positioned on the Venetian coast; this made me assume that he would be the perfect partner not only to complete the studio I had already started, but also to open a new office in the province of Verona. Christian was already working in partnership with Rohit and they both come from international backgrounds. They met in Singapore so this seemed like a great opportunity to grab. Among other things, then, a friend and partner had opened an agency of a side business in Torbole, so it was a chain of events that prompted me to try to start this new adventure.

C.S.: The same thing was true for me too: till then my experiences in the Italian territory had been mainly in Bolzano and the real Italy was a challenge for me. It has been a very nice thing for me to get to know Roberto, because also my operational perspective has broadened. In the beginning the Studio started with some disadvantages since we were in full Covid: we started in January and closed in March. So it was a year I don’t say Sabbatical but almost, during which the Studio has been collaborating with the one in Desenzano in order to start knowing each other and

capire come si lavora in Italia, per capire un po’ com’è la realtà del lago. E da quest’anno Garda Architects ha iniziato ad avere clienti e lavori suoi e si è avviato verso un bello sviluppo, tanto che adesso stiamo facendo il nuovo studio a Garda. Torbole era un po piccolo per noi, ci serviva uno spazio più ampio. Abbiamo avuto la possibilità di entrare in questo studio in società a Garda. Per la nostra logistica, sia per il punto di vista abitativo che professionale Garda è ottimale.

Rohit invece, interior designer dello studio. Tu arrivi dall’esperienza di Singapore? Hai trovato molta differenza tra quello che è il gusto europeo e il gusto asiatico/orientale? e la tua formazione qual’è?

R.K.: Ho studiato a Singapore, ma sono originario dell’india. Ho studiato master a Londra e il mio MBA a Singapore. Ho incontrato Christian nel 2014. Mio papà ha una azienda di costruzioni in India. Conoscendo Christian ho deciso di seguire la strada dell’arredatore in Europa, in Italia. E così mi sono trasferito in Italia e ho approfondito la conoscenza dei Software europei.

understand how working in Italy is and how things work on the lake. Finally from this year Garda Architects has begun to have clients and works of its own and has started towards a good development, so much that now we are building a new Studio in Garda. Torbole was a bit small for us, we needed more room. We had the opportunity to set up a new Studio based in Garda. Garda is optimal, for our logistics, considering both residential and professional points of view.

Rohit, meanwhile, is the studio’s interior designer. Are you coming from the Singapore experience? Have you found a great difference between the European taste and the Asian / Oriental taste? What Kind of training and education did you receive?

R.K.: I studied in Singapore, but I am originally from India. I studied my masters in London and my MBA in Singapore. I met Christian in 2014. My dad has a construction company in India. Knowing Christian, I decided to follow the path of the interior designer in Europe, in Italy. And so I moved to Italy and deepened my knowledge of European software.

Possiamo dire che anche per te è stato un momento importante l’incontro con Christian e Roberto..

R.K.: si decisamente.

Proprio parlando tecnicamente, quante sono le persone, i professionisti che operano con voi nel vostro studio?

R.L.: Attualmente il gruppo di garda architects ha suddiviso il lavoro tra Garda, dove operano 3 professionisti e Desenzano, me compreso, siamo in 7... Il gruppo totale è formato da una decina di persone. in realtà c’è un’unione, se Garda ha bisogno ci si supporta a vicenda. Abbiamo sia architetti che designer che sulla base delle necessità si muovono da uno studio all’altro.

Vi ispirate a qualcuno? Chi sono i vostri maestri del passato a cui guardare per cogliere una sfumatura, un dettaglio, anche un’applicazione tecnologica all’interno delle nuove abitazioni per i vostri progetti?

We can say that meeting Christian and Roberto was an important moment for you to...

R.K.: Yes definitely.

Technically speaking, how many people, professionals, work with you in your Studio?

R.L.: Currently the Garda Architects group has divided the work between Garda, with three professionals working there, and Desenzano with seven professionals, including myself. The group is made up of about ten people altogether. Actually there is a closed collaboration any time the Studio in Garda needs our support and vice versa. We have both architects and designers who can move from one Studio to another when required.

Are you inspired by someone? Who are for you the masters of the past to look at, to grasp a nuance, a detail, even a technological application within the new homes for your projects?

C.S.: A me viene sempre in mente Mies van der Rohe perchè alla fine siamo ancora su questo livello per quanto riguarda le case singole in cui l’elemento del vetro e della struttura portante, la suddivisione di queste due, ad oggi non è ancora stata abbandonata, siamo ancora da questo punto. Lui era il Bauhaus, uno dei massimi esponenti del Movimento Moderno e a causa del regime tedesco si è trasferito in America dove ha esportato uno stile Europeo e l’ha fatto diventare mondiale.

R.L.: Poi noi come studio, come nostra formazione, ci siamo specializzati direi su interventi legati a ville residenziali, di medio-alta fascia, quindi siamo legati al dettaglio, alla finitura, al particolare costruttivo, ai materiali… Un’attenzione quasi maniacale e rivolta ad un mercato che apprezza e ricerca queste particolarità. Facciamo anche interventi minori dove portiamo la nostra formazione e conoscenza facendo sempre progetti unici, diversi l’uno dall’altro.

Ovviamente il vostro stile è riconoscibile, su questo non c’è dubbio e questo credo che sia ciò che vi contraddistingue…

C.S.: Vorrei aggiungere una cosa sulla narrativa... una prospettiva forse tipica dei paesi nordici. Per loro il Lago di Garda ha da sempre rappresentato il primo punto di connessione con l’Italia, quindi un luogo di sogno, questo non va mai dimenticato. Chi viene dal nord Europa e passate le alpi, ciò che si trova davanti è proprio il Lago di Garda.

Quindi il Lago di Garda visto come dogana per accedere, ma anche come località dove stazionare. Nella tua esperienza come interior designer, a chi vi ispirate?

R.K.: Per quanto mi riguarda non ho un mentore, una musa. Ritengo che ciascun interior designer abbia qualcosa che rende il suo stile speciale. Quindi, nel mio lavoro cerco di raccogliere e mettere insieme tutti gli aspetti che mi piacciono e creare con quelli il mio stile. Così per esempio, la forma che io preferisco è minimalista e contemporanea, ovviamente sempre attento alle richieste ed al gusto del cliente.

Possiamo dire che ti piace mescolare idee orientali con quelle moderne e contemporanee?

R.K.: Esattamente.

C.S.: Mies van der Rohe always comes to my mind because in the end we are still on this level with regard to the single houses in which the element of glass and the supporting structure, the subdivision of these two elements, has not yet been abandoned, this is still the starting point. He was the Bauhaus, one of the leading exponents of the Modern Movement and due to the German regime he moved to America where he exported a European style and made it become international.

R.L.: Moreover, we as a Studio, as our peculiar training, have specialized, I would say, on interventions related to residential villas, of medium-high range, we are therefore linked to the detail, to the finish, to the construction detail, to the materials... An almost maniacal attention directed to a market that appreciates and seeks these special features. We also do minor interventions where we bring our training and knowledge. always realizing tailor made projects, each one different from the other.

Obviously your style is recognizable, there is no doubt about this and I believe this is what sets you apart...

C.S.: I would like to add something about narration ...a perspective perhaps typical of Nordic Countries. Lake Garda has always represented the first point of connection with Italy to them, therefore a dream place, this should never be forgotten. For those who come from northern Europe and pass the Alps, the first view of Italy they are in front of is Lake Garda.

So Lake Garda as an access gate, but also as a place to stay. In your experience as an interior designer, who are you inspired by?

R.K.: As far as I’m concerned, I don’t have a mentor, a muse. I believe that each interior designer has something that makes his or her style special. So in my work I try to collect and put together all the aspects that I like to create my style with them. So for example, the shape I prefer is minimalist and contemporary, obviously always attentive to the requests and tastes of the customer.

Can we say that you like to mix oriental ideas with modern and contemporary ones?

R.K. : Exactly.

R.L.: Una cosa che a me piace molto del nostro team è questa formazione internazionale. La mia è sicuramente legata all’Italia, ma da molti anni ho la fortuna di interfacciarmi con un mercato internazionale di stranieri, soprattutto con gli Americani, gli Australiani, gli Inglesi, quindi uno stile italiano ma più aperto di mentalità rispetto agli italiani classici. Abbracciare invece un’architettura che ha sempre lavorato con i paesi del Nord unita ad un’esperienza orientale per me è fantastico infatti i nostri progetti molte volte nascono da una mia idea, Christian lo prende e modifica secondo le esigenze o il pensare del cliente tedesco, c’è il tocco originale di Rohit. Il risultato finale risulta originale, ma soprattutto personalizzato alle esigenze dei clienti. Vedo che anche già nella rappresentazione stessa, non è la classica italiana, della quale sono figlio, avendo tre modi diversi di lavorare il risultato è unico. Ed i clienti lo apprezzano.

Due ultime domande di cui una molto tecnica: se doveste pensare a realizzare una cantina...ce ne sono di tutti i tipi, da quelle classiche toscane a quelle moderne...dove andreste a “pescare” le idee per progettare una cantina e uno showroom per una casa vitivinicola? Cosa vedete? So che è una domanda difficile...

R.L.: La risposta in realtà è molto semplice: è il luogo e la conformazione del terreno che detta le condizioni del progetto che uno potrà realizzare. E quindi la nostra formazione va alla ricerca spasmodica di questo inserimento del progetto all’interno dell’ambiente esistente e quindi non c’è un’architettura specifica per una cantina, ma un’architettura specifica per l’ambiente in cui la cantina si integra nell’ambiente e diviene l’espressione di chi poi fa il vino, esprimendone il carattere. Non c’è un progetto che va bene per tutti i territori.

C.S.: C’è anche un’altra cosa da prendere in considerazione. Che la cantina dei vini nasce nel mediterraneo ed è stata poi esportata all’estero, dove poi, a volte, si aggiungono degli aspetti che magari in un domani ritornano anche in italia. Modifiche per distinguerle dalle cantine tradizionali. Questa è una cosa interessante: progetti che nascono in un posto e vengono esportati, poi ritornano nel posto “d’origine” portandosi dietro queste modifiche.

R.L.: One thing I really like about our team is this international training. Mine is certainly linked to Italy, but for many years I have been lucky enough to interface with an international market of foreigners, especially with Americans, Australians and British, an Italian style therefore, but more open-minded than classic Italian. On the other hand, embracing an architecture that has always been working with northern countries combined to an oriental experience is fantastic to me. In fact, even though many of our projects arise from an idea of mine, Christian takes it and modifies it according to the need or taste of the German client, then there is Rohit’s peculiar touch. The final result is exclusive and, above all, tailor made on the customer needs. Even in the rendering itself I can see that the result of our professional team is no more the classic Italian rendering, of which I am a child, since the result of three different integrated cultures is unique and customers do appreciate it.

Two final questions, one of which is very technical: if you were to think about creating a cellar... There are many kinds of them, from the classic Tuscan ones to the modern ones... where would you go and “fish” the ideas to design a cellar and a showroom for a winery? What would you take in consideration? I know this is a difficult question...

R.L.: The answer is actually very simple: it is the place and the conformation of the land that dictates the details of the project able to be carried out. So we start from our training, with a spasmodic search for the right insertion of our project within the existing environment and therefore there is no specific architecture for a cellar but a specific architecture for the environment in which the cellar is integrated into becoming the expression of those who then make the wine and somehow showing their character. You can’t have a unique project suitable for all territories.

C.S.: There is also another thing to take into consideration. Wine cellars were born in the Mediterranean area and later were exported abroad where, at times, new aspects were added, aspects that probably would be brought back again to Italy. Changes to distinguish them from traditional cellars. This is an interesting thing: projects that are born in one place and are exported somewhere else, then they return to the “original place” and bring these changes.

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