Ettore Fieramosca il goleador Ettore Fieramosca piccolo calciatore di periferia che gli passavano la palla era gol. E anche lui ogni tanto sbagliava ma di sicuro sapeva calciare. Stoppava la palla un po' con il petto un po' colla pancia; calcio da cadetto col sinistro; fingeva una schivata; clamoroso tunnel al portiere che rimaneva basito; tiro corto con il collo del piede. Con tutta l' anima il pallone finiva in rete. Glielo aveva insegnato papà Domenico allenatore ancora adesso di attaccanti alle primissime orme sul campo. Di Galioto che gioca nel Pescara. Esordiente Ettore nell' Ottanta di una squadretta coi numeri cuciti sulla maglia che spesso e volentieri rimanevano tra le mani dei difensori della squadra avversaria. Nei giovanissimi faceva le trasferte, prendeva l' autobus per andare al campo di calcio di Romagnolo. Quella partita 5 a 0. Al rientro sua madre gli urlò per i pantaloni stracciati e le scarpe sbrindellate. E magari sarebbe diventato famoso perché aveva del talento in area magari perché nel calcio ci fischiettava intorno papà Fieramosca che lo voleva come Riva. Gigi. Ettore preferiva le partite senza fine. Quelle finte con gli amici che si alzavano alle sei che da matti si divertivano ai cantieri navali e nessuno comandava. Non è mai diventato un pulcino né un calciatore «al servizio di quel pallone», dice, affaticato da allenamenti e trasferte, nemmeno lo garbava la maniera di forgiare i calciatori, stufo di sentirsi dire a te niente scarpe. Tuo padre le vende. Cosa hanno in comune i Fieramosca con il nobile capuano vincitore a Barletta? Nessuna disfida. Soltanto equipaggiamenti nel loro negozio di sport. La partita della famiglia è al fischio d' inizio. Scende in campo l' affiatata squadra dei Fieramosca. Rosaria centravanti, Antonio terzino, Andrea e Davide difesa, papà e mamma Fieramosca, ali. Ettore gioca sempre in attacco con Tania e due discoli Fieramosca in erba. GIANFRANCA CACCIATORE 21 febbraio 2002