La Greta Garbo di Villabate Greta Louisa Gustafsson timida fanciulla di Stoccolma si trasformò in donna fatale. Gelida e appassionata a un tempo, attrice come nessun' altra Mata Hari. Ora, fa il caso che questa denominazione, in arte Greta Garbo, così celeberrima sia ricorrente a Palermo. Undici persone di cognome Garbo. Palermo è città riverente ai nomi, che chiama Suellen le bambine nate ai tempi di Dallas. In provincia c' è di più. Ventotto Garbo a Cefalù. Sei a Lascari. Uno a Misilmeri e a Pollina. Ma a Villabate una smaccata omonimia. Segue al celebre nome un cognome altrettanto famoso. Risaliamo il fiume d' un gossip giornalistico di 29 anni fa che segnalava la nascita alla clinica Cosentino di una bambina: Greta Garbo. Abbiamo ritrovato questa donna. L' album di famiglia mostra papà Gioacchino Garbo e mamma Vita in festa per la Greta dai riccioli d' oro. Alta cinquanta centimetri una volta. Tacchi a spillo ora, un metro e settantacinque. Con un filtro d' amore si è sposata e felicemente vive a Villabate. Non è certo una ragazza rompighiaccio. Spontanea al punto giusto, si racconta. Gli amici dicono di lei che con qualche trucco in stile somiglierebbe all' attrice perché d' infiammabile bellezza senza maquillage. Se il palcoscenico di Greta Garbo era il cinema, la Greta di Villabate predilige l' atmosfera vittoriana della letteratura inglese, in jeans, maglietta, tacchi; autentica eroina del contemporaneo raggiunge il posto di lavoro, la biblioteca Eduardo Salmeri. E sfoglia pagine di libri e libri di cui si nutre, poesia, letteratura, biografie, storia, il pasto: le "Odi" di Jane Eyre al mattino, "Middle March" di George Eliot al pomeriggio, Wilburn Smith a sera. Ma "Orgoglio e Pregiudizio" di Jane Austen rispecchia la sua anima. Non lo scambierebbe per niente al mondo né col lucidalabbra né con le chiavi della Bmw Z3. A rotta di collo le domandiamo se vorrebbe avere un altro nome. Subito risponde: «Mi chiamo Greta Garbo e vado spesso al cinema». Si diverte in famiglia a fingere che le dicano «Non fare l' attrice!». Sorride e un ricciolo ricade a tendina sugli occhi verde cristallo. Greta sogna "on the road", c' è la valigia alla porta in attesa della prossima partenza. A mente itinerario e tappe dell' indimenticabile viaggio in America nel '96. New York, San Francisco, Monterey, Santa Monica, Los Angeles, San Diego, i motel sull' autostrada. Poi fa il gioco del ruotare il mappamondo. Lo ferma con un dito all' improvviso. «Ci arriverò in autostop, con mio marito nascosto dietro il cespuglio». GIANFRANCA CACCIATORE 25 aprile 2002