Marlon Brando e i dieci cugini dell' Arenella Se il tenente Emanuele Brando, deceduto sul campo di battaglia durante lo sbarco in Normandia, è consanguineo di Marlon Brando, allora la famiglia Brando che vive a Palermo discende dal carismatico attore. D' accordo, le sue biografie non fanno cenno a origini siciliane, anzi alcune scrivono che il cognome Brando deriva da un antenato francese, Brandeau. L' attore nacque il 3 aprile del 1924 ad Omaha, ma rimane un mistero come i suoi antenati siano arrivati lì, nel Nebraska. Contraddizioni e supposizioni attanagliano anche la famiglia Brando, che vive all' Arenella. Giuseppe Brando, insofferente a sospettoso, preferisce non parlare. Poi ci ripensa. È figlio di Giacomo e fratello di Giovanni Brando, partito ragazzino per l' America in cerca di fortuna. L' appuntamento è a un tiro di schioppo dalla Tonnara Florio. Si fanno trovare in tanti. Un gruppo di famiglia Brando intorno a un tavolo. Il soggiorno della casa si affaccia su un balcone aperto sull' orizzonte. Francesco Paolo, uno dei cugini, ha un po' l' espressione di Marlon. Fronte larga, lineamenti marcati. Lui nega la somiglianza. «Noi siamo onesti. Niente a che vedere con lui, con gli arresti per omicidio del figlio Christian, con la droga. Non è parente nostro». Certo, della parentela è uno dei più giovani. Emanuele Brando invece ha tutta l' intenzione di fare luce sui fatti, e presenta le sue prove. «Alcune biografie raccontano il padre di Marlon Brando fabbricava prodotti chimici. E i miei zii lavoravano tutti alla Chimica Arenella». Caterina Brando non ha dubbi sulla parentela. È sicura che un alone di mistero avvolge la verità. «Se siamo loro parenti, siamo i parenti poveri siciliani. È imbarazzante quanto mio figlio somigli all' attore», afferma con orgoglio. «È così bello che non può camminare tranquillo. Lo charme gli ha permesso di posare per molte riviste di moda». Ma cosa ha spinto la famiglia Brando a indagare sulle orme di Marlon? È accaduto circa quindici anni fa. Alcuni signori americani hanno telefonato a casa del signor Giuseppe Brando. «Vinniro cà i Brando da Brooklin. Pustiaru all' hotel Jolly. Nuddu ci iu». Nessuno della famiglia Brando incontrò questi signori venuti dall' America per incontrarli. Solo Giuseppe Terrasone, genero di Anna Brando, ci andò. Ma erano già partiti. Nessuna prova nemmeno negli archivi dell' albergo. «Purtroppo i documenti vengono distrutti dopo dieci anni», spiega il portiere del Jolly. Deluso e amareggiato, Giuseppe Brando si confida: «Vorrei incontrare Marlon Brando. Ne sarei felice. Sono sicuro che è nostro parente». Il signor Brando confida nelle parole di sua zia, Ignazia Brando, sorella di suo padre Giacomo Brando, fratello a sua volta di Brando Giovanni emigrato a New York. «La zia diceva che Marlon 'u picciottu è nipote mio... ricordo poi che quand' ero bambino arrivò dall' America la terramicina, medicina che guarì mia zia Ignazia dall' ameba». Sulle orme di Marlon Brando c' è chi indaga e chi non crede. Come il cugino Emanuele Brando, figlio di Francesco Paolo che vive a Torino: «Sono scettico», dice. «Però durante un mio viaggio negli Stati Uniti telefonai ai Brando che vivono a New York... c' era con me un' amica che traduceva la conversazione. L' interprete mi passò un' anziana signora, parlava uno strettissimo dialetto siciliano e ripeteva Marlon... Marlon... Marlon». GIANFRANCA CACCIATORE