Fernanda Braga la nonna adottiva Classe 1921. Braga Fernanda, cordiale ottantenne, racconta. «La mia vita è una soap opera. Che certo Sonia Braga interpreterebbe». Era il 1856, Giuseppe Braga teneva l' amministrazione in casa della marchesa Strozzi, a Firenze. «Nonno indossava il tubino e la mazzetta e quando tornava a casa, li voleva tutti schierati i suoi bambini. In ordine di altezza!», esclama. «Avevo appena due anni, quando il collegio di Settignano diventò la mia casa. È stato triste crescere lì». «Avevo nostalgia della mia mamma, era una sarta, baciavo i suoi vestiti... finché diventai donna, e adesso eccomi qua». Fernanda Braga è nata in piazza Santa Croce a Firenze, ma vive a Palermo in un signorile palazzo di via Veneto. Lei, vivace signora dagli occhi celesti, si confida con incredibile simpatia. «A quindici anni, i miei occhi conquistarono il cuore del signor Baroncini. Rolando mi seguiva a distanza, in bicicletta fino alla fermata del tram. Pedalava contro vento dietro le rotaie e, ogni volta che l' autobus frenava bruscamente, all' istante mi prendeva un capogiro d' amore...». Le sue guance si rigano di qualche lacrima, ma per poco, poi con voce appassionata aggiunge: «Ho amato così tanto». «Custodisco un segreto», dice. «Mio padre, elettrotecnico al teatro Comunale di Firenze - si sa che i tecnici di scena conoscono trepidazioni, capricci e vizi di ogni attore - incontrò dietro le quinte gli artisti del secolo scorso. Si congratulavano con lui per l' impeccabile realizzazione delle scene. E sempre, ci scappava una foto con dedica. Un' immagine autografata dall' attore. O da Pietro Mascagni. Da Gino Del Signore, da Mariano Stabile. Da Tito Schipa. Con ammirazione». La signora Fernanda sfoglia l' album di ricordi. Sono cartoline celebri. Una collezione. Un puzzle della storia del teatro operistico. «Guardi questa» dice, «È Bianca Gallizia. In una posa da contorsionista con velo trasparente. Lui è Beniamino Gigli ne "La forza del destino". Indossa lo jabot. Renata Tebaldi era una regina. Graziella Gatti, una sonnambula raggelante. Sublime! Lei, è Magda Olivero. Tempestata di diamanti». Lei, Fernanda, sfoglia le pagine come scene a ritroso del teatro italiano. «Guardi l' espressione di Tito Schipa nel '42. Superba Gina Cigna nell' Aida. Ah... che beltà». Sospira: «Le presento l' incantevole: Maria Meneghini Callas». Vicissitudini del palcoscenico raccontate a dirotto dall' energia di questa donna. «Finché nel '42, invece di bombardare la stazione di Porta Prato, bombardarono il teatro Comunale di Firenze. E per riflettori, proiettori, cavi elettrici fu un disastro. Si perse tutto». «Le guerre distruggono... forse non l' hanno capito. Continuano a farle... correvo col mio bambino in braccio, quando, di notte, saltavano in aria i ponti sull' Arno». La signora Fernanda è anche una viaggiatrice. Cosmopolita. È stata a Leningrado, a Mosca nella Piazza Rossa due volte. A Istanbul. In Ungheria. Di Palermo le piace soprattutto il mare, le ricorda il fiume della sua città. Poi si allontana dal tavolo e prende una piccola scatola. «È arrivata l' ora della medicina, sennò~». Si scusa e manda giù la pillola. «Mi tiene compagnia la glicemia alta - al primo boccone, mezza di Glicobase. Diamatrin a colazione, pranzo, cena - è un' amica a cui dico di stare buona in un cantuccio. Signora mia, la vecchiaia non si sa cos' è. Finché non si diventa vecchi», ma «è qualcosa di bello l' affetto di figli, cognate e nipoti. Certo non va bene restare soli, però, se la vita non è una favola, ci sono piccole felicità da apprezzare. Quando incontro la mia famiglia unita dimentico ogni acciacco». «Per passare il tempo ce l' ho il vizietto. Gioco a canasta, pokerone e pinnacolo», sorride: «Eh già, ci puoi giurare, non vinco mai». Poi indica una foto in una rivista. È proprio l' attrice Sonia Braga. «Non mi somiglia», però «mi ricordo che alcuni parenti della nostra famiglia emigrarono in Brasile, e come l' attrice sono una donna vanitosa anch' io». Fernanda Braga ha lo sguardo di una bambina che con tono scherzoso dice: «Sono pronte le candeline del mio compleanno, che aspetto un regalo. Un telefonino moderno, mi porterà nel mondo degli sms». Poi: «Ma vi pare che non ci pensavo a Sonia? Io. Ogni volta che la vedo in tv, ne "La forza del desiderio" - la telenovela interpretata dall' attrice che incatena allo schermo migliaia di telespettatori - penso: che donnona! Al più presto le scriverò una lettera. Che Sonia ce l' avrà una nonna Braga?». GIANFRANCA CACCIATORE 25 novembre 2001