La famiglia Capuana legge e ama la musica Che direbbe Luigi Capuana se vedesse coi suoi occhi di scrittore questa novella vita che a Lascari trascorre nel "Parco dell' Amore"? Lascari è un minuscolo paese alle pendici delle Madonie. Tremila e cinquecento abitanti in provincia di Palermo. Il "Parco dell' Amore" lo chiamano così. Si trova 6 chilometri fuori paese. Ci vanno gli innamorati, i ragazzetti coi motorini, i fidanzati: aspettano che il cielo apra le sue stelle. In questo parco di Cupido, punto d' incontro, pavimentato asfalto, s' aprono varchi e sogni per nuovi amori. Fa il caso, che la famiglia Capuana viva a Lascari. A pochi passi dalla strada dedicata al novelliere, gli unici Capuana sono il signor Giuseppe e suo figlio Angelo. Se si chiamano per caso Capuana o discendenza, fatto sta che volentieri accettano di parlare. «È probabile che ci sia un legame con lo scrittore Luigi Capuana. Nessuno può dirlo con certezza», afferma Giuseppe Capuana, signore stakanovista che lavora nell' amministrazione di una scuola. «Ogni giorno passo centinaia di atti tutti importanti. Nel tempo libero leggo Cronin "E le stelle stanno a guardare". Guareschi è l' autore che preferisco». «Il testo che sto leggendo, "Don Camillo e Peppone", allevia le mie stanchezze», dice Giuseppe, che ascolta Jimi Hendrix, Joe Cocker, i Beatles. E musica sudamericana. Il samba. Da ragazzino strimpellava la chitarra. In famiglia Capuana la musica si ascolta tutta. Girano in casa anche i piatti del dj perché Angelo Capuana è un promettente dj. «Capuana penserebbe che i dj sono degli storpiatori dei suoni, ma sintetizzare il suono è la nostra arte». Angelo Capuana frequenta lo scientifico. È un garzoncello scherzoso, dice suo padre. Diligente a scuola. Va in palestra. In casa Capuana c' è anche una pianista, la signora Maria Lanza, che racconta di Lascari dei sui colori, della brezza del mare che arriva aria fresca di montagna, la gente è simpatica. Il signor Capuana appassionato di motociclette attraversa il suo paese con i capelli al vento nella sua Yamaha 600. Ma da un po' di tempo il suo tempo è annebbiato da una tristezza che accomuna il mondo. La guerra. «Cerco di non pensarci ma sono costretto. Come non si può pensare. Mentre lavoro nel mio ufficio i bambini saltano con una mina nell' Afghanistan. Il conflitto ci travolge nel profondo della coscienza, le favole di Capuana terminano quasi sempre con un lieto fine. Quale sarà quella del mondo che verrà?». GIANFRANCA CACCIATORE