La aristippo filosofa nella sua cucina

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La Aristippo filosofa nella sua cucina Nel quartiere di Acqua dei Corsari, vicino a Villabate, abita la signora Silvana Aristippo, nata a Catanzaro. «Probabilmente - lei dice - il cognome Aristippo è originario della regione Calabria. Sono orgogliosa di chiamarmi come Aristippo di Cirene. Discepolo di Socrate e fondatore della scuola cirenaica dell' edonismo. Peccato che nei testi di filosofia sia appena citato. Sarà, ma capita spesso di sentire qualcuno che mi dica "Ti comporti con filosofia"». La signora Aristippo è casalinga, madre di due figli. Ogni giorno lavora in casa: fa il bucato, la spesa, le faccende domestiche. Prepara lauti pranzetti con pasta al forno, sarde a beccafico, caponata. «Davanti al piatto fumante passano tutti i guai, e mio marito e i bambini stanno buoni», dice la signora Aristippo, «Ma la mia specialità in cucina è la parmigiana di zucchine. Cucinare è una pratica filosofica». Per la signora Silvana l' idea di una vita salubre, basata prima di tutto sul benessere, è il punto di partenza per un buon vivere. Per questo vorrebbe fondare una scuola per casalinghe stanche e depresse. Per quelle che non ne possono più del tran tran quotidiano. Una scuola che si chiamerebbe "Benessere con Aristippo". «Talvolta - dice - le donne che lavorano in casa non hanno tempo di riflettere su se stesse. Sono in una realtà che se non è vissuta con amore». E aggiunge: «Fa irritare il fatto che chi vive nella stessa casa non collabori con te. E lasci un calzino là. L' accappatoio bagnato sul letto. Le impronte di fango sul parquet. Queste non sono dimenticanze. E non tutti possiamo permetterci un aiuto in casa». La signora Silvana ha le idee chiare: «Credo che parlare tra casalinghe degli stessi problemi possa migliorare la vita di ognuna. Perché ogni donna si rifletterà nel problema dell' altra in una terapia di gruppo spontanea, il cui scopo è raccontarsi». La signora Silvana Aristippo, prima di sposarsi era un' insegnante. Ma ha lasciato la professione per dedicare tutto il suo tempo all' educazione dei figli e alla famiglia. «Molte donne pensano che stare in casa a svolgere le faccende domestiche sia una sconfitta della vita. Cominciano a sentirsi prigioniere finché esplode la crisi d' identità. Da questo momento vedono la famiglia come avversaria, e muoiono lentamente i loro sogni». Ma per la signora Aristippo «la vita è un frutto acerbo, con dolcezze e amarezze improvvise. È come una delicata piuma; vola via quando non ce l' aspettiamo. Per questo dovremmo frequentare una scuola di vita. Per rinascere ogni giorno. Lo so che è difficile da mettere in pratica, ma quel che conta è vivere con gratitudine anche nel dolore». Questa "filosofia" la signora Aristippo l' ha ereditata da suo padre, che ha fatto la guerra. È stato in prigione in India. Torturato in Africa. Dice: «Lui ha sofferto molto e a noi figli raccontava di Aristippo di Cirene e dell' origine greca della nostra famiglia. Aggiungeva poi che il nostro favellare era una caratteristica della disciplina filosofia, e che avevamo ereditato due virtù da mettere in pratica. Cara figlia, diceva, lo scopo principale dell' esistenza è la ricerca della verità. Ma non aver fretta. Ci vuole pazienza e coraggio». GIANFRANCA CACCIATORE


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