Rodolfo Valentino il mito che non muore A cacciatore pungente, di piccato orgoglio, la signora Rosa non ha affatto tempo da perdere in chiacchiere. «Cos' importa a un giornale se mio marito si chiama Rodolfo?». Avevo fatto picche. Asserragliata dagli improperi garbati che la signora Rosa mi lanciava. Rimasi per quattro mesi imbelle. Alla larga da quella linea telefonica esplosiva. L' 8 dicembre 2001 decisi di riavvicinarmi al campo minato della famiglia Valentino. Rispose a tono lui, fortunatamente, il signor Rodolfo. «Rodolfo Valentino?» domandai. «Desidera?». «Mi scusi» dissi «lei sa che Rodolfo Valentino è un nome d' arte e che il celebre attore del cinema muto si chiamava Rodolfo Guglielmi?».«Che lei creda o no, io sono Rodolfo Valentino. Arrivederci». Lo richiamai, anno nuovo, ancora una volta: «Signor Rodolfo Valentino posso conoscerla? In memoria dell' idolo che lei celebra col suo nome, con la sua persona, con la sua voce?». «Signora, m' immagini soltanto. Quand' ero ragazzo indossavo un abito blu notte. In testa il cappello di feltro ribassato sulla fronte. Rimarrebbe delusa se m' incontrasse. Ma sappia che Rodolfo Valentino non muore mai». GIANFRANCA CACCIATORE