SAFETY BUSINESS NEWS 06/2021

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SAFETY BUSINESS NEWS

SICUREZZA

AMBIENTE

PRIVACY

INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN FUNZIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO PIU’ SICUREZZA CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE Nell’ultimo anno, un numero insolitamente alto di lavoratori italiani (anche 6 in un giorno solo) ha perso la vita in una serie di incidenti sul luogo di lavoro. Questo ha portato l’attenzione dei media sulle “morti bianche” e ha costretto il Governo a decidere di intervenire con sanzioni più pesanti e ulteriori controlli. I dati INAIL degli infortuni sul lavoro relativi al periodo gennaio-agosto 2021 evidenziano un quadro preoccupante. Tutti questi decessi mostrano uno scenario in cui non si delinea una chiara tendenza al miglioramento, ma la tecnologia viene in supporto all’uomo e fornisce degli strumenti per aiutare a prevenire gli infortuni sul lavoro. Ciò è particolarmente vero per le attività manifatturiere che, pur comprendendo il 16% degli occupati, contano il 20% delle denunce (dati ISTAT). [segue a pag. 2]

INCIDENTI SUL LAVORO: UNO SVERSAMENTO, UNA SCIVOLATA, UN VIAGGIO IN OSPEDALE.

INCIDENTI SUL LAVORO: PERCHE’ L’AGRICOLTURA È PERICOLOSA

Schiacciati dai trattori che si ribaltano, dilaniati dagli ingranaggi del giunto cardanico, spesso uccisi dalla fatica dopo giornate estenuanti sotto il sole nei campi. Ogni anno in Italia centinaia di lavoratori Il datore di lavoro deve assicurare che le muoiono nelle campagne dal nord al sud: colpa di superfici dei pavimenti nei luoghi di lavoro, macchinari obsoleti, ma anche dello sfruttamento, siano solide e sicure da permettere agli della fretta e della corsa al profitto che fa tagliare gli addetti di lavorare in sicurezza; questo investimenti in sicurezza. Insomma una cultura al implica mantenere i pavimenti asciutti e risparmio che non aiuta nessuno … puliti. Per proseguire l'articolo: urly.it/3ggrk

INCIDENTI SUL LAVORO: GLI INCIDENTI FANNO MALE, LA SICUREZZA NO. Il datore di lavoro ha l’obbligo di salvaguardare l’integrità psicofisica dei lavoratori eliminando o cercando di ridurre al minimo i rischi che possono procurare loro danni. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzare del lavoro.

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20 Novembre 2021

SAFETY BUSINESS NEWS

SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 6

-IL GIORNALE DIGITALE -

PIU’ SICUREZZA CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE In questo settore, i più avanzati dispositivi tecnologici per la sicurezza rientrano in tre categorie principali: sensori ambientali, dispositivi indossabili e telecamere di sorveglianza. L’intelligenza artificiale per la sicurezza sul lavoro è un settore in continua espansione grazie alle numerose applicazioni delle nuove tecnologie digitali: robotica, autoapprendimento avanzato (deep learning), scienza dei dati, manutenzione predittiva, computer vision, … solo per citarne alcuni. Si può garantire la sicurezza sul lavoro con l’intelligenza artificiale in diversi campi, come la manutenzione delle infrastrutture (porti, autostrade, ferrovie, complessi industriali), le ispezioni degli impianti, le attività nei grandi cantieri edili, il monitoraggio di siti industriali. Più sicurezza sul lavoro con l’intelligenza artificiale dei droni Un modo di aumentare la sicurezza sul lavoro con l’intelligenza artificiale è tramite l’uso di droni, robot sottomarini e terrestri (Rover) per compiere ispezioni a impianti e infrastrutture, evitando l’intervento umano in luoghi rischiosi. Equipaggiati con sensori multispettrali, termo-camere, sistemi di rilevamento oggetti e intelligenza artificiale, i droni possono svolgere missioni in completa autonomia in tutte le fasi: decollo, acquisizione dati, atterraggio con precisione centimetrica, ricarica. Per esempio per fare l’ispezione di un tetto che perde, senza dover accedere montando costosi ponteggi, oppure utilizzando piattaforme aeree (che richiedono formazione specifica, una configurazione adeguata, manutenzione periodica, …) con i droni possiamo alzarci in volo e con la sua telecamera incorporata ispezionare comodamente da terra la copertura (magari in amianto) senza rischiare la caduta dall’alto, senza rischiare l’esposizione a polveri di amianto, … Come l'intelligenza artificiale aumenta la sicurezza sul lavoro L’intelligenza artificiale conferisce a droni/robot alcune capacità cognitive tipiche degli esseri umani, come la capacità di elaborare dati e informazioni collegandole tra loro e permettendo così di sviluppare strategie di manutenzione predittiva. Quest’ultima cerca di predire la probabilità che avvenga un guasto o un malfunzionamento, in base ai dati raccolti sul campo e analizzati da specifici algoritmi, in modo da eseguire le opportune riparazioni e sostituzioni prima che si manifesti un’emergenza (un guasto improvviso). I droni possono essere impiegati in missioni con rischi elevati per la salute umana, ad esempio per monitorare condotti e cisterne allo scopo di rilevare perdite idriche, sversamenti oleosi o di sostanze inquinanti, potendosi muovere in autonomia e sicurezza anche in ambienti contaminati. I costi di acquisizione di questi droni si stanno abbassando sempre di più grazie all’aumento dell’offerta e alla loro diffusione in ambiti sempre più diversi. Sicurezza sul lavoro, intelligenza artificiale e riconoscimento immagini Un altro modo per garantire la sicurezza sul lavoro con l’intelligenza artificiale è con i sistemi di riconoscimento immagini e oggetti proposti da Top Network. Sono molte le possibili applicazioni, tra cui: Monitorare i flussi delle persone in siti industriali, magazzini, uffici, cantieri edili, centri logistici. Si può addestrare un software di riconoscimento facciale a estrapolare i volti da riprese video in tempo reale, per poi confrontare i tratti biometrici con quelli inseriti in determinate categorie di un database, in modo da consentire solamente al personale autorizzato di entrare nelle aree con restrizioni di accesso.

Ovviamente questo sistema richiede di sviluppare un adeguato sistema di sicurezza della privacy per tutelare gli interessi di tutti gli attori in gioco. Assistere i conducenti nella guida di veicoli tramite il rilevamento biometrico di espressioni facciali che caratterizzano stati fisici come sonnolenza e distrazione, diminuendo così la probabilità che avvengano incidenti. Sempre più veicoli sono dotati di sistemi intelligenti in grado di avvisare il conducente “svegliandolo” per evitare l’incidente Verificare che il personale esegua correttamente e nella giusta sequenza le azioni previste dalle procedure di sicurezza nei cantieri, ad esempio indossare dispositivi di protezione (caschi, occhiali, guanti) oppure lavare-disinfettare tute e attrezzature per decontaminarle da sostanze nocive per la salute umana. Qui oltre al riconoscimento immagini entrano in gioco anche i software per l’analisi dei movimenti. Oppure possono essere previsti dei semplici sensori che permettano di scambiare informazioni con il sistema centrale per far capire se l’operatore ha oppure no il casco. Poi l’immagine elabora se ce l’ha in testa o se lo tiene agganciato in cintura Rilevare situazioni di potenziale pericolo per le persone nei cantieri e nelle aree in cui sono svolte operazioni di manutenzione agli impianti, come il transito di mezzi pesanti e la presenza di carichi sospesi. L’intelligenza artificiale può mandare automaticamente segnali di allarme sui dispositivi mobili del personale sul campo (tecnici, operai, responsabili di cantiere eccetera) così come registrare video-foto da trasmettere in tempo reale su piattaforme IoT. Se i lavoratori sono dotati tutti dello stesso sensore, possono essere impostati in modo tale che se si avvicinano troppo l’uno all’altro, cominciano a vibrare dando l’allarme a chi li indossa anche in ambienti rumorosi. I Near-Miss e il mondo assicurativo L’European Agency for Safety & Health at Work (EU-OSHA) stima che nel 2015 in Italia ogni infortunio sul lavoro sia costato alla società circa 55mila euro, quasi 5mila euro per ogni cittadino lavoratore italiano, per una perdita totale del 4% del PIL (Prodotto Interno Lordo). Tra le voci che compongono questa cifra spiccano: i costi indiretti, come l’abbassamento della qualità della vita, le ore di lavoro perse, le multe per il mancato adeguamento ai regolamenti e l’aumento dei premi assicurativi. Riconoscere i rischi e stimare il livello di sicurezza di un’area di lavoro diventa quindi importante per poter limitare queste grosse perdite economiche e di salute. approfondimenti: urly.it/3ghf0

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20 Novembre 2021

SAFETY BUSINESS NEWS

SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 6

-IL GIORNALE DIGITALE -

UAI VERONA SICUREZZA SUL LAVORO, LE MISURE DEL DECRETO FISCALE 2022

Il decreto interviene con una serie di misure sul mondo del lavoro, a cominciare dalla sicurezza sui luoghi di lavoro: le norme approvate hanno lo scopo di intervenire con maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le misure di prevenzione o che utilizzano lavoratori in nero. L’obiettivo è quello di incentivare e semplificare l’attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di un maggiore coordinamento dei soggetti competenti nei controlli. Pertanto, il provvedimento interviene, in primo luogo, con modifiche al Decreto legislativo 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Lavoro nero, più bassa la soglia per la sospensione dell’attività imprenditoriale Viene abbassata la soglio per l’adozione del provvedimento cautelare della sospensione dell’attività imprenditoriale: 10% e non più 20% del personale “in nero” presente sul luogo di lavoro. Non è più richiesta alcuna “recidiva” ai fini della adozione del provvedimento che scatterà subito a fronte di gravi violazioni prevenzionistiche. La nuova disciplina del provvedimento cautelare prevede altresì l’impossibilità, per l’impresa destinataria del provvedimento, di contrattare con la pubblica amministrazione per tutto il periodo di sospensione. Violazione norme sicurezza, aumento delle sanzioni Nel caso in cui vengano accertate gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro, è prevista la sospensione dell’attività, anche senza la necessità di reiterazione degli illeciti (come era previsto prima). Per poter riprendere l’attività produttiva diventa necessario risolvere i problemi rilevati, ma anche il pagamento di una somma aggiuntiva di importo variabile a seconda della violazione. L’importo è raddoppiato se, nei cinque anni precedenti, la stessa impresa ha già avuto un provvedimento di sospensione. Tali somme aggiuntive sono riportate nella tabella seguente. Per completare la lettura: urly.it/3ghf2

Uno per Tutti e Tutti per Uno.

SICUREZZA SUL LAVORO: FARE PREVENZIONE ANALIZZANDO “GLI INCIDENTI MANCANTI” Un infortunio sul lavoro, che sia anche di piccola entità, è un evento che ha un effetto sull’azienda, oltre che sulla persona che lo subisce. Che sia causato da comportamenti pericolosi, dal mancato rispetto di prescrizioni o procedure di lavoro, o ancora da carenze tecniche, strutturali e organizzative non importa. Una delle prime cose che dobbiamo fare quando si verifica un incidente è la verifica delle cause. Siamo sicuri che basti prendere in considerazione questa, per capire come si è verificato un incidente, se si potrà riverificare? Molti, fra gli esperti, consigliano di prendere in esame anche tutti quegli “incidenti mancati”, in ottica di prevenzione, per riuscire a ottimizzare ciò che magari in un primo tempo era stato sottovalutato. Vediamo in che senso. Analisi del rischio La maggior parte delle volte, l’analisi del rischio viene effettuata per eventi che hanno provocato un infortunio che comporta l’assenza del soggetto per più di tre giorni. Se il lavoratore sta a casa un giorno perché ha preso una botta al piede, viene considerato un evento di poco conto, quasi un rischio accettabile. In pratica lavorando può succedere di farsi male. Invece, per gli esperti, l’analisi dovrebbe essere eseguita per tutti gli infortuni a prescindere quindi dalla gravità. L’indagine dovrebbe includere anche i near miss, incidenti mancati, che rappresentano però segni chiari di un malfunzionamento del processo lavorativo. Da qui la botta al piede, risolta con un giorno di riposo, potrebbe essere la spia di qualcosa di più grave, che in questo caso è stata evitata, ma la prossima volta potrebbe non essere così Solo a titolo di esempio, una caduta di materiali dovuta al cedimento di un gancio di un carroponte, oggi provoca magari un danno al solo materiale. Domani potrebbe provocare un infortunio gravissimo. Per questo è necessario analizzare anche gli “incidenti mancati”, che potrebbero dare informazioni e indicazioni utili a far sì che non si verifichino danni a cose e persone. Effettuare un’analisi profonda serve infatti a comprendere se le misure previste ed attuate in seguito alla valutazione dei rischi siano effettivamente adeguate ed efficaci. In più, l’analisi potrebbe far emergere pericoli che non sono stati individuati prima o che sono stati sottovalutati nella valutazione del rischio. Spesso un incidente o un infortunio sono dovuti a carenze organizzative e tecniche e non sono attribuibili, come semplicisticamente si tende a fare, ai comportamenti pericolosi adottati dal personale. Infortuni sul lavoro: perché analizzarli? L’analisi di un infortunio o di un near miss non deve avere l’obiettivo di trovare un capro espiatorio, non è una ricerca del “colpevole”. Lo scopo di un’analisi di un infortunio sul lavoro o anche di un near miss che non ha provocato infortuni, è quello di: accertare la causa primaria dell’evento; individuare ed attuare le conseguenti azioni per evitare che tali eventi si ripetano nel tempo; • migliorare i processi e le relative procedure e controlli; • fornire evidenza al personale del reale impegno dell’azienda nel perseguire l’obiettivo di contenimento di tali eventi garantendo così sempre più alti standard di sicurezza e tutela della salute. Prevenire gli infortuni sul lavoro può essere estremamente difficile laddove non ci sia una comprensione delle cause che li hanno determinati: le cause, che sono alla base degli incidenti, possono essere molto complesse e difficili da individuare. Non sempre è un processo semplice da portare a termine. • •

Per completare la lettura: urly.it/3ghf4

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20 Novembre 2021

SAFETY BUSINESS NEWS

SAFETY BUSINESS ANNO 2021 NR. 6

-IL GIORNALE DIGITALE -

CHI HA IL DOVERE DI CONTRIBUIRE ALLA SICUREZZA Figure coinvolte nella gestione della sicurezza aziendale La Cassazione, con ordinanza n. 25596 del 21 Settembre 2021, ha ritenuto che rientrano nell'area dell'obbligo di sicurezza gravante sul Datore di Lavoro anche i rischi che derivano dalla negligenza, imprudenza o imperizia del lavoratore. In questo senso, l'eventuale condotta colposa del lavoratore che ha generato il rischio non è sufficiente a far venir meno la responsabilità del Datore, il quale "è sempre responsabile dell'infortunio occorso al lavoratore, sia quando ometta di adottare le misure protettive, comprese quelle esigibili in relazione al rischio derivante dalla condotta colposa del lavoratore, sia quando, pur avendo adottate le necessarie misure, non accerti e vigili affinché queste siano di fatto rispettate da parte del dipendente". Secondo i Giudici di Cassazione, la responsabilità dell’imprenditore viene meno solo nel caso di una condotta "personalissima del lavoratore, esercitata ed intrapresa volontariamente in base a ragioni e motivazioni del tutto personali, avulsa dall'esercizio della prestazione lavorativa e tale da creare condizioni di rischio estranee alle normali modalità di lavoro e da porsi come causa esclusiva dell'evento". In pratica non basta giustificarsi dicendo: io glielo avevo detto! Bisogna assicurarsi che lo faccia. In questo caso diventa molto importante la figura del Preposto che sorveglia in nome e per conto del Datore di Lavoro (con alcune responsabilità proprie) I casi mortali denunciati nel 2020 sono stati 1.538, con un incremento del 27,6% rispetto ai 1.205 del 2019 che deriva soprattutto dai decessi causati dal Covid-19, che rappresentano oltre un terzo del totale delle morti segnalate all'Istituto. Gli infortuni mortali per cui è stata accertata la causa lavorativa sono invece 799 (+13,3% rispetto ai 705 del 2019), di cui 261, circa un terzo del totale, occorsi «fuori dell'azienda» Il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è divenuto un argomento di grande attualità, assumendo un ruolo preponderante in ambito giudiziario, legislativo, sociale e politico. I giornali continuano a parlarne sia per associazione alle problematiche Covid sia perché i numeri sono in crescita. In realtà i morti sul lavoro sono sempre 3/4 al giorno da alcuni anni, ma dov’erano i giornalisti a raccontare della “strage” di morti bianche nel 2019? E nel 2018? Oggi fa notizia e si continua a parlarne, proponendo misure più restrittive di quelle attuali, come se le regole del Dlgs 81/2008 non fossero sufficienti a garantire la tutela dei lavoratori. La realtà è un po’ diversa: il problema è legato alle priorità che la nostra cultura mette sia agli imprenditori che ai lavoratori. Siamo, dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, degli adolescenti con tendenze di ribellione all’autorità e pertanto facciamo certe cose solo se siamo costretti.

Cerchiamo di approfondire un attimo inquadrando normativamente sia la figura dell’imprenditore/datore di lavoro che, del lavoratore. Datore di lavoro, secondo il Dlgs 81/2008 è “il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva, in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa “ (art. 2, comma 1 – lett. b) In sostanza, il Datore di Lavoro è quello che in azienda ha i poteri decisionali e di spesa più alto in grado. Quello a cui nessuno può dirgli: no, non lo facciamo, non ci sono soldi, non è il momento, … In quanto è lui che decide Lavoratori, sono i destinatari delle tutele, cioè tutti coloro i quali, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolgono un’attività lavorativa nell’abito dell’organizzazione di un datore di lavoro, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte, una professione (art. 2, comma 1 – lett. a). Sono considerati tali anche: soci lavoratori di cooperativa o società, anche di fatto; associati in partecipazione, che apportano lavoro; tirocinanti, stagisti, studenti in alternanza scuola lavoro. Detto questo, sappiamo che nelle nostre aziende si fa quello che dice il capo. Se lui dice bianco si fa come dice lui. Se domani dice nero, si fa nero. Quindi se il nostro Datore di Lavoro dice di usare le scarpe antinfortunistiche, tutti portano le scarpe. O forse non è cosi? Infatti, lo so cosa state pensando. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare! A volte capita che il lavoratore non abbia le scarpe antinfortunistiche. Come mai? Eppure il capo ha detto di metterle! A volte succede che vengono date, ma se si rompono non c’è un magazzino per sostituirle, oppure (molto diffuso) la scusa del lavoratore è che fanno male ai piedi, escono le vesciche, sono pesanti, danno fastidio, non sono del colore giusto (sì mi è capitato anche questo), …

EVITA IL PEGGIO METTI LA SICUREZZA AL PRIMO POSTO

SAFETY BUSINESSMAN E METODO T.O.P. L’uomo di Safety Business: un gioco di parole per dire chi e cosa fa un Safety BusinessMan. In realtà anche un imprenditore della Sicurezza sul Lavoro che si rivolge ad altri imprenditori per aiutarli. In cosa? Oggi posso dire di essere: IL PRIMO SAFETY BUSINESSMAN CHE PROGETTA E PERSONALIZZA LA SICUREZZA DELLE AZIENDE ATTRAVERSO IL METODO T.O.P.

Per completare la lettura: urly.it/3ghf7

A differenza degli altri tecnici della sicurezza sul lavoro noi proteggiamo le risorse delle aziende con il nostro metodo T.O.P. e questo per i nostri Clienti significa investire nella propria azienda per gestire la sicurezza a Costo (quasi) Zero. Ecco perchè diciamo:

LA SICUREZZA SUL LAVORO TI UCCIDE (SE NON SAI COME SI FA)

Pagina Linkedin: urly.it/3ghgg

Canale YouTube: urly.it/3fh00

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