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Iacopo Melio, in direzione ostinata e contraria

I A C O P O M E L I O In direzione ostinata e contraria

di Francesca Mancosu G razie a un programma all’insegna della tutela dei diritti, della libertà e dell’uguaglianza, nella tornata elettorale del 20 e 21 settembre è stato uno dei consiglieri regionali più apprezzati Un salto in avanti su diritti e parità: questo lo slogan di Iacopo Melio, eletto in Toscana nelle file del Partito democratico alle Regionali di settembre. conquistando 11.233 preferenze: numeri che ne hanno fatto il più Progressista convinto e contro ogni votato del collegio più importante della Toscana, quello di Firenze, pregiudizio, ama i videogame e “odia” dov’era candidato come capolista del Partito democratico, a soste- gli slogan facili su temi complessi, come gno di Eugenio Giani, poi diventato nuovo governatore, che lo ha il gioco d’azzardo. nominato “consigliere delegato”. Una vittoria “a sorpresa” che è solo il punto di partenza per Iacopo Melio, che racconta i suoi progetti politici per la consiliatura appena iniziata, svelando la sua passione per la tecnologia e per i videogame. Guardando anche al gioco pubblico, che non compariva, in nessun modo, nei suoi programmi, per una precisa scelta, che ci racconta. Lei è stato il più votato di tutto il collegio di Firenze, cosa ha provato nel conoscere i risultati? Se l’aspettava? “Data la particolarità della mia campagna, condotta da un lato online (ogni giorno mi sono collegato con tantissimi pezzi della città di Firenze e, anche, di tutta la Toscana) e da un lato fatta di braccia e gambe prestate da tantissimi volontari che, pur senza la mia presenza, hanno portato in giro le mie idee in modo splendido, facendo volantinaggio, non potevamo prevedere alcun tipo di risultato. Ricevere così tante preferenze non può che riempirmi di orgoglio, è il segno che il mio attivismo in questi anni ha seminato qualcosa di buono, ma anche che le persone sanno riconoscere la bella politica fatta di unione, collaborazione, sani princìpi e buone idee condivise, mettendo alla base l’ascolto dei cittadini”. Quali saranno le prime proposte che porterà in consiglio regionale? “Da buon provocatore, partirei dalle cose più simboliche per lanciare messaggi importanti ma assolutamente realistici e fattibili. Ad esempio la tutela ambientale, spesso dimenticata: piantare un albero per ogni cittadino della Toscana è una sfida importante ma già iniziata in altre Regioni come l’Emilia Romagna, dalla quale abbiamo ripreso anche la proposta di azzerare le quote degli asili nido per le famiglie economicamente più bisognose, in modo da tutelare la parità di genere e permettere alle donne di poter essere libere di lavorare. C’è poi la questione della ‘Vita indipendente’ per le persone con disabilità e l’annesso fondo che è ancora lontano

dal poter garantire una piena autonomia a chi non è autosufficiente, e noi vogliamo sicuramente espanderlo ancora nei prossimi anni. E poi la lotta alle discriminazioni, alla violenza, alla solitudine... Insomma, inizierò accanto alle persone e ai loro diritti, dove sono sempre stato e dove sempre starò”. Le elezioni regionali 2020 hanno visto la riconferma di tanti governatori storici - da Bonaccini in Emilia Romagna a De Luca in Campania, passando per Toti in Liguria e Zaia in Veneto, garantendo una sostanziale continuità. Cosa ne pensa invece della situazione nazionale e degli attuali equilibri di governo, anche alla luce della gestione dell’emergenza Covid? Considerando che lei si autodefinisce “idealmente progressista, pacifista e liberal-socialista”... “Credo semplicemente che non scambierei mai il modello toscano, che mette al centro una sanità pubblica, di tutti e per tutti (dove quella privata, al massimo, compartecipa e fa da supporto), con la sanità privata del modello lombardo. Una gestione totalmente diversa che, tragicamente, abbiamo visto a cosa ha portato nel periodo di massima crisi, mentre in Toscana la situazione è sempre stata sotto controllo con il governatore Rossi. Quello alla cura è un diritto inviolabile e dev’essere tutelato nel migliore dei modi, non può diventare il giochino di chi, anche attraverso di esso, vuole solo alimentare le disuguaglianze”. Parlando di gioco pubblico, protagonista di tante leggi regionali - compresa la Toscana – e vittima di tante limitazioni, cosa ne pensa in generale e come si potrebbe “davvero” contrastare il gioco patologico, oltre che con distanziometri e fasce orarie? “Mi sono chiesto spesso, in campagna, come affrontare ad esempio il tema del gioco d’azzardo, sul quale ho una forte sensibilità come per tutto ciò che rappresenta un pericolo sociale (sia anche il gioco patologico da videogame). In realtà, però, non ho mai espresso proposte al riguardo perché le avrei trovate uno ‘spot’ come tanti, fatto di promesse senza alcuna progettualità. Una volta avviato il lavoro in consiglio mi confronterò assolutamente con gli esperti del settore perché vorrei provare a far arginare anche questo fenomeno, limitandone se possibile i danni: un modo potrebbe essere dando incentivi a quei locali come bar, pub e circoli che per scelta si rifiutano di ospitare slot al loro interno e,

per di più, si impegnano attivamente per una certa sensibilizzazione”. Nella sua biografia lei si definisce “Appassionato di tecnologia e di tutto ciò che è figlio del progresso”. È anche un appassionato di videogame, per caso? “Ho preso in mano il mio primo joypad a soli quattro anni, con il Super Nintendo. Poi sono cresciuto e come molti adolescenti sono passato alla PS2 e poi PS3. Dopo il liceo però ho totalmente smesso di giocare per buttarmi a capofitto nel lavoro, che assorbe ormai tutto il mio tempo. Ad inizio quarantena mi sono regalato la ‘Nintendo Switch’, preso da una botta di nostalgia (Animal crossing non si dimentica mai!), con la speranza di poterlo rendere uno svago contro lo stress e riuscire a ritagliarmi un po’ di momenti liberi durante la settimana. Purtroppo, però, anche questa console è spenta già da un paio di mesi”. Parlando di gaming più in generale, non si può non fare riferimento agli sport elettronici. Una nuova “moda”, e un lavoro per i più bravi, ma anche una disciplina dagli importanti risvolti per i giocatori affetti da diversità neuromuscolari o di altra natura che non possono praticare gli sport tradizionali. Li conosce? “Sì, ne sono a conoscenza, lo trovo un ottimo canale per ricordare che ognuno di noi non è le sue disabilità (perché tutti ne abbiamo almeno una, basta togliersi gli occhiali se li si porta e provare a leggere lontano, oppure tuffarsi in mare senza per forza saper nuotare ci può mettere davanti ad una nostra disabilità) ma le proprie abilità. Che ogni persona è brava in qualcosa e può, e deve essere valorizzata per quel qualcosa. La rete e il virtuale sono l’unico luogo dove le barriere non esistono e dove chiunque può essere ovunque in un solo secondo: se usati in modo intelligente e costruttivo, sono strumenti potentissimi che non devono essere denigrati come spesso succede, anzi, valorizzati!”.

LUI CHI È?!?

Iacopo (con la “i”) Melio nasce il 28 aprile 1992 a San Miniato (Pi) ma vive a Cerreto Guidi (Fi). Figlio di Claudio (operaio) e Barbara (insegnante), ha una sorella di 14 anni più piccola, Costanza. Nato con una malattia genetica, la “Sindrome di Escobar”, talmente rara che i sintomi variano molto di caso in caso e per la quale ad oggi non esiste una ricerca specifica. Laureato in Scienze politiche, curriculum “comunicazione, media e giornalismo”, presso la Scuola “Cesare Alfieri” dell’Università degli Studi di Firenze, con una tesi sul ruolo dell’influencer e il personal branding nel sociale, nel luglio 2014 pubblica sul suo blog personale un articolo che poi diventa virale sul web, dando vita a una campagna di sensibilizzazione spontanea contro le barriere architettoniche e sociali (#Vorreiprendereiltreno) e ottenendo un risalto mediatico internazionale. L’anno seguente fonda “#Vorreiprendereiltreno Onlus”, oggi un punto di riferimento nazionale per la disabilità e il sociale, con la quale finanzia e realizza progetti volti all’inclusione delle persone con disabilità. Nel dicembre 2018 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli conferisce “motu proprio” la nomina di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana “per il suo appassionato contributo alla causa dell’abbattimento delle barriere architettoniche e degli stereotipi culturali”.

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