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Autori in cerca di tutela Side bet, extra bet e protocolli di gioco
ANCHE LE REGOLE ADDIZIONALI DA APPLICARE AI GIOCHI ESISTENTI HANNO BISOGNO DI PROTEZIONE DELLA LORO PROPRIETÀ INTELLETTUALE
di Serena Corbellini
Da quando mi occupo di gaming mi è spesso capitato di incontrare inventori di nuovi giochi di carte, di regole addizionali da applicare ai giochi esistenti come side bet, extra bet. La domanda è naturalmente quella relativa a come proteggere il gioco al fine di poterlo commercializzare al meglio ed evitare contraffazioni ed utilizzi da parte di soggetti non autorizzati, o più semplicemente per aver diritto a una royalty e fee da parte degli utilizzatori. Molto spesso si tratta di giocatori, ex giocatori o dealer che conoscono da vicino il mondo dei giochi d’azzardo o per esperienza di vita lavorativa, o perché sono frequentatori più o meno abituali delle case da gioco. Allo stesso modo avviene anche per i giochi più comuni come i classici giochi di società: chi gioca è spesso attirato dall’idea di rendere un gioco più divertente, avvincente o più conforme ai propri gusti. La normativa italiana, come ho più volte ricordato nei miei precedenti articoli per questa rivista, esclude espressamente la possibilità di ottenere un brevetto per invenzione industriale per metodi matematici o gioco, ma per fortuna esistono molte altre possibilità di tutela più o meno efficaci e inoltre il divieto ha una portata limita e quindi, come cercherò di spiegare in questo e nei miei prossimi contributi, non è detto che non sia possibile ottenere una tutela brevettuale anche per i giochi o elementi ad esso connessi, e quindi per tale via ottenere anche la tutela brevettuale per un gioco. Ma allora quale tutela possono avere tutela side bet, extra bet e protocolli di gioco? La mia risposta è quella di prevedere una tutela a 360 gradi e per fortuna in questo caso la legge ci viene in aiuto: tutelare ogni aspetto creativo del gioco sembra essere la migliore strategia per offrire alla nostra “idea di gioco” la migliore protezione contro contraffattori o comunque utilizzatori non autorizzati. Naturalmente occorre analizzare tutto quello che serve per effettuare il gioco e commercializzarlo e individuare tra questi elementi quali possono aspirare alle forme di protezione che le leggi nazionali, la normativa comunitaria o i trattati internazionali prevedono. Occorre inoltre verificare anche l’estensione della tutela offerta, alcune infatti come il brevetto, il disegno e modello o il marchio sono territoriali, ovvero la tutela è limitata ai
Paesi in cui è effettivamente chiesta ed ottenuta e normalmente è anche più costoso ottenerla, viceversa il copyright non ha questo limite. Queste verifiche, spesso chiamate audit Ip, costituiscono una vera e propria analisi non solo della creazione, ma anche delle necessità di tutela, ovvero cosa devo proteggere, come devo farlo per poterlo commercializzare e dove lo devo proteggere e/o commercializzare. Il copyright (diritto d’autore) protegge le creazioni a prescindere dal settore a cui appartengano e dalla forma di espressione purché si tratti di opere dell’ingegno di carattere creativo. E con ciò si intende una creazione che abbia un minimo di compiutezza espressiva e che possa considerarsi creativa, ovvero nuova e diversa rispetto a quanto esisteva prima. Ed in questo caso la soluzione sembra semplice perché se ho inventato un nuovo gioco, chiaramente questo è frutto della mia creatività e in quanto tale quindi anche nuovo. Come al solito la soluzione non è propriamente così semplice in quanto ciò che il copyright tutela non è un’idea o la regola matematica che sta dietro alla applicazione di un nuovo protocollo di gioco ma la forma espressiva del gioco. Il vantaggio è certamente la possibilità di applicare la protezione a qualsiasi tipologia di opera: il diritto d’autore infatti si estende oltre all cd. opere tipizzate, ovvero elencate all’interno della nostra legge italiana di autore, ma anche alle creazioni non tipizzate come per esempio gli eventi sportivi, le creazioni pubblicitarie, il personaggio di fantasia, il format, le opere multimediali, il sito web e così via. Alcuni anni fa il tribunale di Roma ha aveva ritenuto di applicare una tutela prevista dalla legge d’autore “all’invenzione di uno schema di gioco a pronostici, qualora comporti la soluzione originale di problemi tecnici, presentando l’applicazione di regole tecniche nuove ed aggiornate a problemi già noti, ovvero l’applicazione di regole già note a settori nuovi con estensione delle conoscenze tecnologiche”. La tutela a cui faceva riferimento il giudice in questo caso era quella dei cosiddetti diritti connessi e nello specifico i diritti relativi ai progetti di lavori di ingegneria e lavori analoghi, ovvero quell’insieme di indicazioni di carattere tecnico, dei disegni e dei calcoli necessari per la realizzazione di determinate opere normalmente di competenza degli ingegneri, a cui si aggiungono i cosiddetti lavori analoghi, ovvero quei progetti che, pur non rientrando nella normale competenza degli ingegneri, importano l’applicazione di regole tecniche per la realizzazione di risultati materiali. Il gioco su cui si era espresso il giudice di Roma era un gioco a pronostici che si basava sulle partite del calcio ove la scommessa era connessa al minuto della partita in cui venivano effettuati i goal da parte delle squadre che partecipano alla competizione sportiva. Il tribunale in questo caso aveva però negato la tutela per mancan-
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za di creatività, ma aveva ammesso implicitamente che questa forma di tutela può essere applicata ad un gioco che possieda i requisiti di creatività necessari. Quanto si parla di lavori di ingegneri connessi ad un gioco di carte più che al gioco in se stesso viene da pensare allo studio delle probabilità del verificarsi di un determinato evento, e in questo caso della vincita o della perdita di una determinata scommessa. Probabilmente se si tratta di un gioco nuovo che prevede oltre a regole di gioco anche la definizione dei ruoli del dealer e dei giocatori la soluzione migliore è il cosiddetti format, anch’esso tutelato dal diritto d’autore se dotato di compiutezza espressiva e creatività, come sempre si richiede per estendere questa tutela ad un’opera dell’ingegno. E sul punto mi sono già soffermata nei miei precedenti articoli sulla sezione normativa di questa rivista. Se però ciò che si chiede è come tutelare non un gioco completo, ma una variante la problematica diventa più complessa nei limiti in cui il problema sia la compiutezza espressiva, perché in questo caso a ben vedere la tutela d’autore è difficilmente ottenibile, salvo che non si vada a cercare di tutelare le parti del gioco, ovvero ciò che compone il gioco al di là della semplice regola, di per sé difficile da tutelare. E in questo senso potremmo tutelare il layout di gioco, il software utilizzato per effettuare il gioco oppure per controllarne la regolarità, oppure ancora il nome del gioco, oppure naturalmente, qualora ci fosse il dispositivo di gioco che qualora nuovo e inventivo potrebbe essere addirittura brevettabile come invenzione, modello L’AUTORE di utilità o più sempliceAvv. Serena Corbellini mente per il deposito di Legal advisor JJ Gaming srl un disegno e modello.
La “manina” ideologica sui giochi
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COSA DIREBBE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SULLE MISURE IMPOSTE AL COMPARTO DEL GIOCO PUBBLICO PER CONTENERE LA SECONDA ONDATA DELLA PANDEMIA? UNA RIFLESSIONE SUI PROVVEDIMENTI CHE HANNO PRECEDUTO IL NUOVO LOCKDOWN AL GIOCO PUBBLICO BASATI SUL SOLITO SCHEMA, SEMPRE PIÙ PREOCCUPANTE E URGENTE DA RISOLVERE.
A cura di Geronimo Cardia
Il21 ottobre, poco dopo l’emanazione dei primi provvedimenti governativi e del territorio per il contenimento della seconda ondata della pandemia, è uscita su alcuni organi di stampa la notizia che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della consegna delle onorificenze ai cittadini che si sono contraddistinti nella battaglia di primavera contro il virus abbia messo in luce due aspetti molto importanti della vicenda. Da un lato, ha precisato che “‘è necessario che ogni ambiente produttivo o professionale eviti di trincerarsi nella difesa della propria nicchia di interesse’. Dall’altro, ha stigmatizzato il fatto che ‘Ciascuna Istituzione comprende che non deve attestarsi a difesa della propria sfera di competenza’. E un contropelo ruvido pure al Governo. ‘Serve coordinamento e raccordo positivo’, perché soltanto ‘il coro sintonico’ dei vari pezzi dello Stato e ‘il prevalere dell’interesse generale’ possono farci uscire dall’emergenza Covid. (…) Quindi, dice ancora il capo dello Stato, se vogliamo contenere la pandemia, ‘deve essere l’interesse generale a prevalere, altrimenti anche quelli particolari saranno travolti’. Il discorso vale per i rapporti Stato-Regioni e tra maggioranza e opposizione, che per il Quirinale deve essere più coinvolta” (Massimiliano Scafi, da ilGiornale.it). Detto questo vediamo l’antefatto. Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 18 ottobre 2020 all’art. 1 introduce alcune specifiche “misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale”, richiamando e integrando il precedente Dpcm del 13 ottobre 2020 avente ad oggetto “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante “Misure urgenti per fronteggia l’emergenza epidemiologica da Covid-19”, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante “Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19”. Con particolare riferimento agli orari di distribuzione del gioco pubblico, il nuovo Dpcm integra l’art. 1 comma 6 lettera l) del Dpcm 13 ottobre 2020 disponendo che “le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle ore 8 alle ore 21 a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi”. All’articolo 2 viene poi precisato che le disposizioni ivi contenute “sono efficaci fino al 13 novembre 2020”.
IL PRECEDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA - Qualche giorno prima, la Regione Lombardia, con ordinanza n. 620 del 16 ottobre 2020 avente ad oggetto “Ulteriori misu-
re per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da covid-19. ordinanza ai sensi dell’articolo 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica, dell’articolo 3 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19 e dell’articolo 1 comma 16 del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33”, all’articolo 1.2 recante “Misure di contrasto a fenomeni sociali a rischio di contagio” stabilisce che “sono sospese le attività delle sale giochi, sale scommesse e sale bingo” e che “è sospeso il gioco operato con dispositivi elettronici del tipo ‘slot machines’, comunque denominati, situati all’interno degli esercizi pubblici, degli esercizi commerciali e di rivendita di monopoli”, specificando all’articolo 2 che “le disposizioni della presente ordinanza producono i loro effetti da data del 17 ottobre 2020 e sono efficaci fino al 6 novembre 2020”. Nella stessa ordinanza, all’articolo 1.4 recante misure per “Attività economiche, produttive, sportive e ricreative” si legge anche che “Le seguenti attività sono inoltre svolte nel rispetto delle misure contenute nelle corrispondenti schede dell’allegato 1” e che tra queste vengono espressamente incluse le “Sale Slot, Sale Giochi, Sale Bingo e Sale Scommesse”. Tra l’altro, l’Allegato 1 dal titolo “Nuovo Coronavirus SarsCov-2 - Linee guida per la riapertura delle attività Economiche, produttive e ricreative” premette chiaramente che le “schede tecniche contengono indirizzi operativi specifici validi per i singoli settori di attività, finalizzati a fornire uno strumento sintetico e immediato di applicazione delle misure di prevenzione e contenimento di carattere generale, per sostenere un modello di ripresa delle attività economiche e produttive compatibile con la tutela della salute di utenti e lavoratori. In particolare, in ogni scheda sono integrate le diverse misure di prevenzione e contenimento riconosciute a livello scientifico per contrastare la diffusione del contagio, tra le quali: norme comportamentali, distanziamento sociale e contact tracing. Le indicazioni in esse contenute si pongono inoltre in continuità con le indicazioni di livello nazionale, in particolare con il protocollo condiviso tra le parti sociali approvato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020, nonché con i criteri guida generali di cui ai documenti tecnici prodotti da Inail e Istituto Superiore di Sanità con il principale obiettivo di ridurre il rischio di contagio per i singoli e per la collettività in tutti i settori produttivi ed economici.”. Ebbene, a pagina 41 del documento viene declinato il protocollo delle “sale giochi” come di seguito specificato: “• Riorganizzare gli spazi e la dislocazione delle apparecchiature per garantire l’accesso in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti, ad eccezione delle persone che, in base alle disposizioni vigenti, non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. In caso di presenza di minori che necessitano di accompagnamento consentire l’accesso a un solo accompagnatore per bambino. • Il gestore è tenuto, in ragione delle aree a disposizione, a calcolare e a gestire le entrate dei clienti in tutte le aree (comprese le aree distributori di bevande e/o snack, ecc.) per evitare assembramenti, come indicato al punto precedente. • Il personale di servizio deve utilizzare la mascherina e deve
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procedere ad una frequente igienizzazione delle mani. • La postazione dedicata alla cassa può essere dotata di barriere fisiche (es. schermi). In ogni caso, favorire modalità di pagamento elettroniche. • Dotare il locale di dispenser con soluzioni igienizzanti per l’igiene delle mani dei clienti in punti ben visibili all’entra- ATTILIO FONTANA, PRESIDENTE REGIONE LOMBARDIA ta, prevedendo l’obbligo di frizionarsi le mani già in entrata. Altresì prevedere la collocazione di dispenser in vari punti del locale in modo da favorire da parte dei frequentatori l’igiene delle mani, prima dell’utilizzo di ogni gioco/attrezzatura. • I clienti dovranno indossare la mascherina. • Periodicamente (almeno ogni ora), è necessario assicurare pulizia e disinfezione delle superfici dei giochi a contatto con le mani (pulsantiere, maniglie, ecc). Sono consentite le attività ludiche che prevedono l’utilizzo di materiali di cui non sia possibile garantire una puntuale e accurata disinfezione (quali ad esempio carte da gioco), purché siano rigorosamente rispettate le seguenti indicazioni: obbligo di utilizzo di mascherina; igienizzazione frequente delle mani e della superficie di gioco; rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro sia tra giocatori dello stesso tavolo sia tra tavoli adiacenti. Nel caso di utilizzo di carte da gioco è consigliata inoltre una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi. • Le apparecchiature che non possono essere pulite e disinfettate non devono essere usate. Non possono altresì essere usati i giochi a uso collettivo in cui non sia possibile il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro (es. calciobalilla). • Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni. In ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti. In ogni caso, l’affollamento deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna. Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. In ogni caso vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e/o attraverso l’impianto, e va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati. Se tecnicamente possibile, va aumentata la capacità filtrante del ricircolo, sostituendo i filtri esistenti con filtri di classe superiore, garantendo il mantenimento delle portate. Nei servizi igienici va mantenuto in funzione continuata l’estrattore d’aria.” Pochi giorni dopo la stessa Regione Lombardia precisa però con ordinanza n. 623 del 21.10.2020 avente ad oggetto “Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da covid-19” di ritenere necessario “eliminare i meri refusi presenti nell’ordinanza n. 620 del 16 ottobre 2020 in relazione, in particolare, a sale giochi, sale bingo e sale scommesse e altre attività simili per le quali si riconferma l’opportunità di mantenere le misure restrittive già adottate anche a seguito del Dpcm del 18 ottobre 2020”.
REGIONE LOMBARDIA
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E pertanto all’art. 5 la cui rubrica recita “Modifiche dell’Ordinanza n. 620 del 16 ottobre 2020” stabilisce tra l’altro che “al fine di assicurare il pieno allineamento formale alla disposizione previsto dal paragrafo 1.2 dell’Ordinanza n. 620 del 16 ottobre 2020, dall’elenco puntato di cui al paragrafo 1.4 sono eliminate le parole ‘Sale Slot, Sale Giochi, Sale Bingo e Sale Scommesse’; dalle Linee guida in allegato 1 alla stessa Opgr n. 620 del 16 ottobre 2020 é altresì eliminata la scheda relativa a Sale Slot, Sale Giochi, Sale Bingo e Sale Scommesse con conseguente eliminazione dal punto elenco presente a pag. 2.”. Il 22/10/2020, con decreto del presidente il Tar per la Lombardia ha rigettato la richiesta di sospensiva delle ordinanze della Lombardia formulata in un ricorso di un operatore motivando il provvedimento come segue: “non sussistono i presupposti di estrema gravità ed urgenza, anche tenuto conto del prevalente interesse pubblico alla tutela della salute dei cittadini, nella peculiare situazione di emergenza sanitaria sopravvenuta nella Regione Lombardia”, dimezzando i termini processuali per la discussione (Decreto del Presidente del Tar per la Lombardia del 22/10/2020 n. 01311/2020 Reg. Prov. Cau. n. 01769/2020 Reg. Ric.).
TRA UMBRIA E LOMBARDIA - La Regione Umbria, sempre in quei giorni e specificamente con ordinanza n. 65 del 19 ottobre 2020 avente ad oggetto “ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid”, all’art. 3 stabilisce che “a decorrere dal 20 ottobre 2020 e fino al fino al 14 novembre 2020 sono sospese le attività delle sale giochi, sale scommesse e sale bingo” e che “è sospeso per il medesimo periodo di cui al comma 1 il gioco operato con dispositivi elettronici del tipo ‘slot machines’, comunque denominati, situati all’interno degli esercizi pubblici, degli esercizi commerciali e di rivendita di monopoli”. Il 22/10/2020 (lo stesso giorno del decreto di rigetto del Tar Lombardia), con decreto del presidente il Tar per l’Umbria ha accolto la richiesta di sospensiva dell’ordinanza dell’Umbria formulata in un ricorso di un operatore (redatto dalla stessa penna che ha curato il ricorso per l’Ordinanza della Lombardia) motivando il provvedimento come segue“- l’istanza in esame evidenzia un pregiudizio grave ed irreparabile derivante dalla sospensione delle attività svolgentesi nelle sale giochi, scommesse e bingo, disposta dall’art. 3 del provvedimento regionale impugnato; - tale disposizione massimizza la restrizione della predetta attività rispetto alle più limitate previsioni restrittive emergenti dal combinato degli artt. 1, comma 6, lett. l del Dpcm 13.10.2020 ed 1, lett d3 del Dpcm 18.10.2020 (per effetto dei quali l’attività in discorso è consentita limitatamente alle ore 18-21, ma sempre a condizione che le Regioni e le abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento e comunque in coerenza con i criteri di cui all’allegato 10); - la tutela cautelare richiesta a fronte del pregiudizio paventato è destinata nella sostanza ad esaurirsi in questa fase monocratica, poichè la data della prima camera di consiglio utile per la trattazione collegiale dell’istanza (17 novembre 2020) è successiva quella di scadenza (14 novembre 2020) del periodo di sospensione disposto dal provvedimento gravato; - pertanto è evidente la sussistenza di un danno grave ed irreparabile nell’attesa della trattazione collegiale dell’istanza, tuttavia da contemperarsi con il pressante pubblico interesse espresso dalle prescrizioni del settore e sopra richiamate;” (decreto del Presidente del Tar per l’Umbria del 22/10/2020 n. 00135/2020 Reg. Prov. Cau. n. 00501/2020 Reg. Ric.)”.
LE ALTRE ORDINANZE - E ancora la Regione Liguria, con ordinanza n. 72 del 20 ottobre 2020 avente ad oggetto “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 ottobre 2020: misure flessibili dell’organizzazione dell’attività didattica con riferimento alle Istituzioni Scolastiche (…) ed ulteriori misure di contenimento sul territorio della Regione Liguria”, cristallizza il fatto di dover prendere atto che “si rendano necessarie misure ulteriori su tutto il territorio della Regione Liguria finalizzate a contenere il fenomeno di diffusione del Covid 19 in considerazione delle valutazioni esperite da Alisa [del Sistema Sanitario Regione Liguria] (…); connotino le condizioni di indifferibilità ed urgenza per adottare tempestivamente le misure come di seguito indicate: [tra cui] le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo siano consentite dalle ore 5,00 alle ore 18,00”. E conseguentemente stabilisce al punto 7) che “le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo siano consentite dalle ore 5.00 alle ore 18.00”, precisando che le misure “abbiano efficacia sino al 13 novembre 2020” e “a decorrere dalle ore 12.00 del 21 ottobre 2020”. Allo stato non risulta che l’ordinanza sia oggetto di impugnativa specifica innanzi al Tar. La Provincia di Bolzano, con ordinanza n. 47 del 22.10.2020 avente ad oggetto “Ulteriori misure urgenti per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019” al punto 5) dispone “la chiusura delle attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e locali assimilati alle ore 18.00”, precisando che “le disposizioni della presente ordinanza hanno efficacia immediata e producono effetto fino al 30 novembre 2020”. Altre Regioni hanno poi adottato misure non coinvolgendo il comparto del gioco pubblico in modo traumatico.
IL CORTO CIRCUITO ISTITUZIONALE - Sin qui i fatti solo apparentemente complessi ma messi uno accanto all’altro facilmente leggibili. Ora brevemente le consi-
derazioni. Anche in questo frangente (quello delle iniziative assunte e da assumere per l’indiscutibile necessità di contenimento della cosiddetta seconda ondata di Covid) si ripropone quello che da tempo osserviamo come corto circuito istituzionale che da anni affligge il gioco pubblico. Procedendo con ordine, tutti gli operatori si domandano come mai i punti di gioco al chiuso sul territorio nazionale siano rientrati tra le categorie a rischio specifico della seconda ondata sia del Governo sia delle tre Regioni e della Provincia richiamate? In Italia i punti di gioco al chiuso tutti mappati e riepilogati anche dal Libro Blu di AdM sono così tanti? Un numero certamente non paragonabile a quello delle altre realtà destinatarie dei provvedimenti di chiusura (dalle scuole, ai locali aperti al pubblico, alle palestre a seconda dei punti di vista). Ecco un primo corto circuito questa volta tra statistica e misure adottate a livello sia governativo che regionale/provinciale. I livelli di sicurezza assicurati all’interno dei punti di gioco sono livelli di sicurezza che escludono assembramenti, consentono solo rapporti individuali utente/ prodotto, igienizzazioni immediate ante e post utilizzo. Per quanto di conoscenza, non risultano né sanzioni per mancato rispetto dei protocolli, né casi di focolai. E la verifica preventiva di tali aspetti sarebbe, almeno in linea teorica, imprescindibile per giustificare le misure. Nessun documento sia esso Governativo, o delle tre Regioni o della Provincia in questione sembra poter dare indicazioni contrarie. Ecco un altro corto circuito tra analisi tecnico-scientifica e misura legislativa nazionale e territoriale. Importante poi vedere come molte altre Regioni e Provincie abbiano invece trattato il problema della gestione della seconda ondata riguardo al gioco pubblico in modo differente, a parità di livelli emergenziali si intente. Ecco un altro corto circuito ancora tra provvedimenti Regionali che ricorda il revirement virtuoso di molti governatori sulla questione territoriale di cui tanto si è parlato. E ancora, il Dpcm nel disegnare l’orario di chiusura del gioco pubblico, su quali basi scientifiche ha differenziato questo (ore 21) rispetto a quello previsto per gli altri esercizi diversi dal gioco (ore 24)? Gli operatori non credono sia perché si è voluto chiudere nelle ore di (ritenuto) maggiore affollamento, perché a ben vedere agli altri esercizi è stato consentito di rimanere aperti proprio nelle ore di maggiore affollamento. Ecco un altro corto circuito per le decisioni riservate al comparto questa volta nel medesimo provvedimento normativo. Il Dpcm definisce oltre all’orario di chiusura anche quello di apertura (8) con ciò definendo uno spazio temporale di funzionamento nell’arco della giornata. Ma come si colloca il tutto rispetto ai numerosissimi provvedimenti di restrizioni di orario di funzionamento in fasce orarie durante la giornata imposte dalle ordinanze delle migliaia di Comuni esistenti sul territorio italiano adottate ai sensi dell’articolo 50 comma 7
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del Tuel? Gli operatori incaricati di pubblico servizio sono stati abbandonati al loro destino di dover decidere consapevoli di farlo tra tanti fuochi incrociati: quello statale e quelli comunali. Di qui l’altro corto circuito tra le norme nazionali e quelle Comunali. Ed ancora come spiegare i due provvedimenti della Regione Lombardia? Il DONATELLA TESEI, PRESIDENTE REGIONE UMBRIA primo prevede allo stesso tempo sia la sospensione assoluta dell’attività del gioco pubblico sia il protocollo di sicurezza da avere (ed avuto) per rimanere aperti. Al riguardo gli operatori nel pieno rispetto dello stato emergenziale hanno pensato che si trattasse solo di un refuso legato al fatto che il Dpcm del Governo non fosse ancora uscito. Ma in realtà hanno scoperto che non era così perché il secondo provvedimento regionale richiamato cancella per il gioco pubblico il protocollo di sicurezza e la possibilità di rimanere aperti. Ecco il corto circuito all’interno dello stesso provvedimento e poi con quello con il provvedimento immediatamente successivo. Affrontati i corto circuiti che interessano il potere legislativo ed il potere esecutivo (nazionali e locali), last but not least quanto emerge lato potere giudiziario non cambia di molto. Atteso che i provvedimenti impugnati sono sostanzialmente equivalenti, considerato che la penna dei due ricorsi è la stessa e che le decisioni assunte sono opposte (il gioco pubblico in Umbria riapre, il gioco pubblico in Lombardia non riapre), come può dirsi agli operatori che hanno torto quando pensano che vi sia anche un corto circuito anche nell’esercizio del potere giudiziario? In definitiva, in un contesto come questo come possono gli operatori incaricati di pubblico esercizio del comparto del gioco pubblico assicurare un servizio di livello allo Stato? Al proprio dante causa? Che stabilità dà il sistema Paese al sistema concessorio del gioco pubblico? Gli interessi costituzionali in gioco sono tanti per il sistema concessorio del comparto (salute, risparmio, ordine pubblico, gettito erariale, impresa, lavoro). E a questi oggi si aggiungono quelli che interessano lo stato emergenziale della pandemia. Solo insieme possiamo uscirne, senza manine ideologiche, senza polemiche di basso livello. Forse è questo il messaggio che il presidente Mattarella ha voluto dare. E gli L’AUTORE operatori del comparGeronimo Cardia to del gioco pubblico Avvocato cassazionista, sperano che una parte dottore commercialista del suo pensiero sia e revisore contabile stato dedicato anche a Studio Cardia e Cardia www.gclegal.It loro: ne hanno diritto.
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Con lo sguardo oltre la tempesta
MENTRE IL SETTORE DEGLI APPARECCHI SI TROVA A FARE I CONTI CON IL SECONDO LOCKDOWN, PROPRIO NEL MOMENTO IN CUI GLI OPERATORI INIZIAVANO A RISOLLEVARSI DALLO SCENARIO DI CRISI IMPOSTO DALLA PRECEDENTE SERRATA, SI TORNA A PARLARE DI RIORDINO. QUESTA VOLTA SUL SERIO. PER UN SEGNALE DI SCHIARITA CHE RIMETTE IN MOTO LA FILIERA, IN CERCA DI UN FUTURO. di Alessio Crisantemi
Sela pandemia è stata, per tutti, un autentico fulmine a ciel sereno, interrompendo in maniera dirompente la quotidianità di ognuno di noi, per il comparto del gioco pubblico (dove, in realtà, tanta “serenità” non si è mai vissuta davvero), nella tempesta provocata dall’emergenza sanitaria, si intravedono importanti segnali di schiarita. Come mai avvenuto prima, per giunta. Sì, perché, nell’affrontare una crisi economica e (potenzialmente) occupazionale assolutamente senza precedenti, che riguarda ogni comparto e in modo particolare proprio quello del gioco – tenendo conto che le attività rimaste chiuse più a lungo nel primo lockdown e le prime a chiudere nella seconda ondata, sono sempre quelle del settore – gli operatori si trovano di fronte nuove e importanti prospettive, del tutto inattese, che scaturiscono dagli ultimi movimenti politici e istituzionali attorno al comparto giochi. Non solo per via dell’inclusione – finalmente esplicita – delle attività di gioco all’interno dei provvedimenti di ristoro previsti dal Governo (che per quanto possa apparire assurdo, non era mai accaduto prima), quanto piuttosto per via della netta presa di posizione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, attraverso il direttore generale Marcello Minenna, che ha chiesto all’esecutivo la delega per poter attuare una riforma a tutto tondo del settore, individuando alcune tematiche specifiche rispetto alle quali dover intervenire. Una richiesta che in pochi si aspettavano, ma che viene raccolta con particolare piacere dagli addetti ai lavori, in quanto, come detto, accende una nuova luce sul futuro del settore dando nuove prospettive che fino a ieri sembravano impossibili da poter ottenere. Oltre agli aspetti normativi e istituzionali (dalla conferma del sistema concessorio alla creazione di un Testo unico dei giochi – comunque necessario – all’introduzione di una tassazione di scopo che gratifichi e responsabilizzi gli enti locali), nella proposta depositata dall’Agenzia in Commissione finanze sotto forma di “schema di disegno di legge delega di riordino del settore giochi”, si ravvisano importanti cambiamenti, attorno ai quali dli operatori potranno e dovranno (ri)costruire il loro futuro. Con particolare riferimento, ancora una volta, per chi lavora all’interno della filiera degli apparecchi. Nel testo si parla infatti di “riduzione graduale dell’offerta di gioco, fissando numeri massimi sia in relazione ai diversi punti di gioco sia al numero di apparecchi da intrattenimento”. Con una “equilibrata distribuzione nel territorio nazionale” delle macchine da gioco, con “i numeri massimi dei punti specialistici” distribuiti per ciascuna Regione, in base alla popolazione residente, tenendo anche conto dei relativi indicatori economici”. Oltre a individuare “limiti massimi degli apparecchi da gioco presenti in ogni esercizio, con previsione di una superficie minima per gli esercizi che li ospitano e della separazione graduale degli spazi nei quali vengono installati”; valutando anche l’introduzione di “misure tecniche e normative finalizzate alla tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili, nonché all’esigenza di pre-
venire i fenomeni di disturbi da gioco d’azzardo e di gioco minorile”. Per esempio, attraverso la “diminuzione dei limiti di giocata e di vincita; obbligo della formazione continua dei gestori e degli esercenti; rafforzamento dei meccanismi di autoesclusione dal gioco, anche sulla base di un registro nazionale al quale possono iscriversi i soggetti che chiedono di essere esclusi dalla partecipazione in qualsiasi forma ai giochi con vincita in denaro; previsione di caratteristiche minime che devono possedere le sale e gli altri luoghi in cui si offre gioco; certificazione di ogni singolo apparecchio, con passaggio graduale, tenendo conto del periodo di ammortamento degli investimenti effettuati, ad apparecchi che consentono il gioco solo da ambiente remoto, facenti parte di sistemi di gioco non alterabili”. Per una serie di previsioni tecniche e non solo normative, attorno alle quali gli operatori potranno programmare e organizzare il proprio futuro, come del resto chiedevano da tempo, invece di continuare a vivere alla giornata, condizionati dagli umori politici del momento o da quelli delle singole amministrazioni locali. Del resto, la proposta di revisione dell’Agenzia prevede anche concrete e specifiche soluzioni mirate proprio a superare la cosiddetta “Questione territoriale” che continua ad affliggere il settore. Facendo convivere soluzioni politiche (tra le quali, appunto, la tassazione di scopo o l’individuazione di criteri che tengano conto della popolazione locale) a innovazioni tecnologiche. Aggiungendo anche l’adozione di un nuovo “sistema di controllo da parte dei concessionari sulla filiera e delle relative responsabilità, fermo restando la responsabilità specifica dei punti di gioco per le violazioni in materia di gioco minorile e delle norme a tutela del gioco responsabile”. Oltre a proporre l’innalzamento del livello qualitativo dei punti gioco e dell’offerta attraverso nuove regole di rilascio delle licenze di vendita del gioco, da attribuire solo in presenza di determinati requisiti, stabiliti con provvedimento della stessa Agenzia in relazione alla tipologia degli esercizi (come l’accesso selettivo, la identificazione dell’avventore, standard di arredo interno e luci, il rispetto di parametri e vincoli architettonici, la formazione specifica per gli addetti, il rispetto di limiti minimi sui volumi di spazio dedicati al gioco e sui numeri minimi e massimi di apparecchi adibiti al gioco, la presenza di apparati di videosorveglianza interna, il collegamento diretto con presidi di polizia e/o con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e con le Asl). Ma soprattutto, prevedendo “fasce orarie di gioco omogenee sul territorio nazionale”. Tanto basterebbe a risolvere gran parte dei problemi con cui si scontrano oggi gli addetti ai lavori. Se, come proposto oggi dall’Agenzia, “la distribuzione oraria delle fasce di interruzione del gioco nell’arco della giornata è definita d’intesa” con il regolatore, “anche ai fini del monitoraggio telematico del rispetto dei limiti orari definiti”, per la filiera del gioco e degli apparecchi si potrebbe finalmente tornare ad avere quelle certezze che continuano a mancare da troppo tempo, rendendo impossibile ogni programmazione economica e rendendo impraticabile ogni tipo di investimento. Non solo. Con la “previsione di forme di compartecipazione al gettito da parte delle Regioni e degli enti locali, anche mediante forme di compensazione con i trasferimenti e finanziamenti statali e che le sanzioni amministrative riscosse in base a controlli effettuati dalla polizia locale siano destinate al Comune di riferimento”, la riforma proposta dai Monopoli potrebbe rivelarsi la soluzione ideale per rendere davvero sostenibile il comparto, una volta per tutte. Nel frattempo, però, occorre gestire le contingenze e proprio per questo la stessa Agenzia ha proposto una proroga della scadenza delle concessioni, allo scopo di poter attuare prima la riforma del comparto senza la quale sono da ritenere improcedibili le gare di assegnazione dei nuovi titoli autorizzatori. Una proposta che sembra già essere condivisa dall’esecutivo anche se, rispetto ai 36 mesi proposti dal regolatore, il governo ha risposto – attraverso il sottosegretario con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, attraverso un rinvio di 24 mesi, fissando l’appuntamento per il rinnovo al 2022. Data comunque accettabile, a patto che prima di allora si sia davvero risolto il problema e attuato il sempre più atteso riordino.
ACMI: RIORGANIZZAZIONE IN VISTA PER AFFRONTARE IL FUTURO
Se la filiera degli apparecchi da intrattenimento può davvero scorgere dei segnali di schiarita rispetto al proprio futuro (pur dovendo, comunque, affrontare una crisi senza precedenti, dalla quale nessuno uscirà indenne), c’è chi si è messo già al lavoro per provare a riscrivere il proprio ruolo e il proprio futuro in vista degli imminenti e potenzialmente enormi cambiamenti. A farlo, in particolare, sono i produttori di giochi, in rappresentanza della manifattura italiana del gaming, attraverso l’associazione nazionale di categoria Acmi, che in occasione dell’ultimo consiglio direttivo ha avviato un percorso di restyling mirato proprio a rinnovare la propria organizzazione in funzione delle nuove sfide. Oltre ad affrontare il presente e le varie sfide proposte dall’emergenza - non solo sanitaria - provocata dalla pandemia, l’organismo ha discusso del prossimo e immediato futuro. Discutendo di una imminente ristrutturazione mirata a raccogliere e affrontare al meglio le sfide poste dal riordino del comparto e della futura organizzazione della filiera. Un percorso che l’Acmi ha appena avviato e che si concretizzerà entro la fine dell’anno, dando vita a una nuova organizzazione. Tenendo conto che, nella nuova filiera immaginata dal regolatore nel piano di riforma illustrato da Minenna, è evidente a tutti il ruolo più che mai rilevante che andranno a ricoprire i produttori di apparecchi, tenendo conto del ruolo imprescindibile che dovrà avere la tecnologia sulla costruzione di una nuova generazione di apparecchi ma anche sulla gestione dei punti vendita di gioco.
Addio allo stereotipo del giocatore dannato
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Mettere piede in un universo sino a quel momento “parallelo”, grazie al lavoro che si ama: è quanto accaduto alla dottoressa Manuela Vinai, alla quale le Asl di Biella e Vercelli, per implementare e migliorare i Serd nella prevenzione e la lotta al Gap, hanno commissionato uno studio nei luoghi del gioco. Per un anno l’antropologa ha così frequentato le sale slot di quella area geografica cercando ‘una chiave’ da consegnare alla sanità per intervenire più efficacemente nel contrasto alla ludopatia; un lavoro raccolto nel libro “I giocatori”, edito da Meltemi. A chi consiglia maggiormente la lettura della sua etnografia nelle sale slot delle province italiane? “Il libro ha due anime: c’è una parte più teorica e c’è tutto il lavoro di ricerca applicata. I primi destinatari restano gli operatori sanitari per i quali ho svolto lo studio; l’idea era di sviluppare uno spunto di riflessione e generare lo stimolo a una strategia di azione mirata, ma nella cornice più squisitamente antropologica, dalla lettura emerge con tutta evidenza quanto il mondo del gioco d’azzardo sia utile a capire la società in cui viviamo. I giocatori dovrebbero leggerlo? “Sì, credo possa tornare utile a capire la propria collocazione rispetto al gioco, perché troppo spesso chi soffre di Gap si sente dalla parte sbagliata e ha difficoltà a chiedere aiuto”. Cosa butterebbe del tempo speso nelle sale slot? “Mi piace il mestiere che faccio, amo fare ricerca e il bello è che consente di stare anche in situazioni insolite; questa in particolare non sarebbe probabilmente mai entrata a far parte della mia vita. Leggendo il libro si capisce che è stata una esperienza nuova. Non si butta niente, è tutto utile, anche le gaffe e gli errori aiutano, sono fondamentali per capire il proprio posizionamento. Prima di iniziare mi ero in qualche modo documentata ma poi sul campo mi sono liberata di ogni condizionamento; poi è chiaro che si resta sempre un po’ immersi nella propria cultura, ovvero il proprio sistema di valori e la propria esperienza, per quanto nella mia professione è praticamente un must liberarsi di certi schemi. Peraltro rispetto ai lunghi viaggi che spesso gli antropologi sono costretti a fare, a me è bastato fare un ‘giro corto’ vivendo a Torino, ma solo geograficamente”. Lei definisce le sale da gioco spazi sociali ma ammette che tra giocatori non ci si parla; cercava “normalità”, l’ha trovata? “Sì, non a caso non è stato possibile tracciare l’identikit di un giocatore tipo. Siamo abituati, soprattutto PARLA L’ANTROPOLOGA CHE PER UN ANNO HA FREQUENTATO LE SALE SLOT: «IL GAP ESISTE, MA NON TUTTI DIVENTANO DIPENDENTI»
di Marta Rosati
nell’ambito di certi settori, alle storie che colpiscono: persone particolarmente sfortunate, quelli che si rovinano e io non nego che il fenomeno esista, tant’è che esiste un Serd che se ne occupa ma non tutti quelli che mettono piede in una sala slot diventano dipendenti”. Quindi tra le storie che ha incontrato, nessuna l’ha colpita particolarmente? “Mi hanno stupito le storie normali. C’è chi ha perso tutto rovinato la famiglia e che non riesce a smettere ma anche l’anziana che sfugge alla badante perché non la sopporta e va a giocare un po’ alle macchinette. Questo lavoro mi ha insegnato che dobbiamo uscire dal nostro immaginario del giocatore dannato, senza perdere di vista la realtà che ci dice comunque che il Gap esiste. Io ho prestato occhio e orecchio a tutte le storie, non volevo limitarmi a restituirne una piccola parte”. Dall’alto della sua esperienza, ritiene che il gioco sia pericoloso? E nel caso, quali consigli darebbe per limitare o azzerare questo pericolo? “È come l’alcol e il fumo, se ne abusi... Ma forse la difficoltà di intervento è maggiore in questo contesto, c’è una distanza che va colmata”. Distanza che deriva anche dall’allestimento delle sale Vlt nel loro “isolamento” da “vetri coperti”? “A mio modo di vedere c’è una questione di marketing da considerare: non possiamo certo colpevolizzare il titolare del negozio di abbigliamento se vende tanto perché ha una vetrina che è ben allestita. In questo caso allora vale lo stesso. Ragioniamo nell’ambito di una forma legale di intrattenimento e finché si agisce nella legalità nessuno può dire se una cosa è giusta o sbagliata”.
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CASINÒFRANCESI CASINÒFRANCESI CASINÒFRANCESI
Mentre è in atto la seconda ondata di Covid-19, fra Dpcm e ordinanze regionali, i primi a farne le spese sono ancora una volta i gestori di apparecchi da gioco che avevano appena iniziato – con fatica - a riprendersi dal drammatico lockdown della primavera scorsa. Le progressive limitazioni di orario di apertura dei locali o la loro chiusura, determinano oggi conseguenze ancora più gravi sugli equilibri economici e finanziari degli operatori, già fortemente compromessi, in mancanza di un concreto e reale contributo da parte del Governo. Nel frattempo, proprio in previsione delle perdite economiche attese nel 2020, il decreto Agosto (Dl 14 agosto 2020, n. 104), convertito in legge lo scorso 13 ottobre, ha previsto alcune interessanti novità volte a salvaguardare, almeno sulla carta, gli equilibri patrimoniali delle aziende ed evitare così il ricorso ai necessari provvedimenti di ricostituzione del capitale o a procedure concorsuali previste dal nostro ordinamento.
IL RINVIO DEGLI AMMORTAMENTI - Tra queste, l’articolo 60 del decreto dispone che le imprese che adottano i principi contabili nazionali, in deroga alle disposizioni dettate dall’art. 2426 co.1 n.2 del Codice civile, possano non contabilizzare, in tutto o in parte, gli ammortamenti relativi ai beni materiali e immateriali ammortizzabili (compresi apparecchi e schede di gioco) nel bilancio 2020, riducendo così l’impatto degli ammortamenti sul risultato d’esercizio.
L’AUTORE
Francesco Scardovi Studio Associato Scardovi e Giordani Il decreto Agosto salverà i bilanci?
TORNEAND O TORNEAND O
CASINÒFRANCESI TRA LE NOVITÀ INTRODOTTE DAL PROVVEDIMENTO SPICCANO ALCUNE MISURE VOLTE A RIDURRE I DRAMMATICI IMPATTI SUI BILANCI 2020 DELLE PERDITE ECONOMICHE DOVUTE ALL’EMERGENZA COVID
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La quota di ammortamento non contabilizzata va imputata al conto economico del bilancio 2021 e allo stesso modo sono differite le quote successive, prolungando di conseguenza l’originario piano di ammortamento di un anno. Le aziende potranno però beneficiare ugualmente della deducibilità fiscale degli ammortamenti rinviati, iscrivendo l’importo tra le variazioni in diminuzione della dichiarazione dei redditi di riferimento. La società dovrà quindi destinare una riserva indisponibile di utili per un ammontare corrispondente alla quota di ammortamento non effettuata anche mediante l’utilizzo di altre riserve di patrimonio disponibili, in mancanza delle quali saranno accantonati utili degli esercizi successivi. Inoltre nella nota integrativa al bilancio dovrà essere fornita idonea informativa sulle ragioni della deroga. La disposizione vale per tutte le società di capitali che redigono il bilancio in forma ordinaria o abbreviata; è opportuno un chiarimento urgente circa la possibilità di applicare le nuove disposizioni anche a ditte individuali e società di persone in contabilità ordinaria.
LA RIVALUTAZIONE AGEVOLATA DEI BENI D’IMPRESA - Sempre al fine di incentivare la patrimonializzazione delle imprese, a fronte delle perdite conseguite a causa dell’emergenza, l’articolo 110 prevede la facoltà di rivalutare a bilancio i beni d’impresa, permettendo di adeguare ai valori di mercato, i singoli valori contabili iscritti in bilancio al 31 dicembre 2019. La rivalutazione può essere applicata da tutte le imprese (società di capitali, di persone e individuali) che redigono il bilancio secondo i principi contabili nazionali. Potrà riguardare tutte le tipologie di immobilizzazioni materiali, immateriali (quali brevetti, opere di ingegno, diritti di concessione, licenze e marchi) e le partecipazioni in società controllate e/o collegate iscritte come immobilizzazioni finanziarie nello stato patrimoniale. A differenza di quanto previsto in passato, potrà essere rivalutato anche solo un singolo bene e non necessariamente tutti i cespiti della categoria di riferimento. La rivalutazione può essere effettuata: solo contabilmente (ai fini civilistici e non fiscali) con la conseguente possibilità di conseguire una “ri-patrimonializzazione a costo zero”; oppure anche ai fini fiscali, versando un’imposta sostitutiva del 3 percento sul valore rivalutato (rispetto alle precedenti aliquote molto più elevate, tra il 12 e il 14 percento). L’imposta sostitutiva deve essere pagata con modello f24, con possibilità di rateizzazione in un massimo di tre rate di pari importo con decorrenza che coinciderà con le scadenze previste per il versamento del saldo delle imposte di ogni anno. Gli effetti fiscali potranno partire direttamente dall’esercizio successivo a quello della rivalutazione, anche per quanto riguarda i maggiori ammortamenti fiscali dei beni rivalutati, ma in caso di cessione del bene rivalutato, il maggior valore, ai fini del computo delle plusvalenze, avrà valenza solo a partire dal quarto esercizio successivo a quello nel cui bilancio la rivalutazione è stata eseguita. All’articolo 65 del decreto, inoltre, da notare la proroga al 31 gennaio 2021 della moratoria straordinaria sulle esposizioni debitorie delle microimprese e delle Pmi accompagnata da garanzia pubblica. Resta il principio che, in mancanza di aiuti finanziari concreti e immediati, a poco potranno servire le citate operazioni di “restyling” dei bilanci.
F ISCO & SLO T
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Tempo di online: nasce Youbet.it Ilgioco è sempre più globale. E multicanale, pure. Com’è evidente dall’approccio delle società di gioco italiane, anche quelle più tradizionali – se non addirittura storiche – che vanno ormai a ricoptire ogni segmento del business. Ne è un esempio il gruppo Modena Giochi Giuliani, uno degli operatori di riferimento a livello nazionale (che oltre al NUOV ETENDENZ E DA NON P ERDERE NEWSLETTE R NEWSLETTE RGIOC O & PSICHE LE AVVENTUREDA ROONEY LE AVVENTUREDA ROONEY quartier generale di Modena opera anche attraverso diverse filiali in Veneto, Toscana, Sardegna e Lombardia) che in occasione della recente fiera Enada ha presentato il marchio Youbet.it. La piattaforma online del gruppo, dove convergono i migliori software di gioco oggi presenti sul mercato per l’offerta di scommesse, casinò, bingo, virtual, poker e skill game. Strutturata in modo da poter essere utilizzata dai gestori di apparecchi, consentendo affiliazioni e fidelizzazioni dei clienti, creando nuovi margini. Nazionale Elettronica punta (anche) sui casinò RIFLESSION I DA ORSORIFLESSION I DA ORSO LE AVVENTUREDA ROONEY LE AVVENTUREDA ROONEY POKE RSTRATEGY POKE RSTRATEGY
Nel settore del gioco italiano, Nazionale Elettronica non ha certo bisogno di presentazioni. E forse anche ben al di fuori dei confini della Penisola, tenendo conto della longevità del gruppo ma anche dell’ormai ampia rete di collaborazioni a livello internazionale. L’unica cosa che mancava, forse, all’azienda di Faenza, era l’approdo nel settore dei casinò. Forse anche per questo, tra i vari prodotti e le tante novità sfornate dal produttore italiano negli ultimi mesi, trova spazio anche una nuova linea interamente dedicata alle case da gioco. Dopo l’innovativa invenzione del sistema di gioco “ibrido” denominato Bingolett, dove elementi tipici dell’intrattenimento tradizionale venivano mescolati ai normali meccanismi di una slot “da bar”, ora Nazionale ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti nello sviluppo del concept, indirizzando quella tecnologia verso i giochi da casinò terrestri, dove si hanno maggiori libertà di realizzazione del gioco, per via della diversa regolamentazione rispetto a quella delle Awp o delle Vlt. Da qui nasce una nuova linea di prodotti esclusiva per le case da gioco (italiane ed estere) dove il brand Bingolett viene affiancato dal prorompente Fireball, e da molti altri ancora. Puntando su elementi di gioco che possano favorire CASINÒFRANCESI CASINÒFRANCESI CASINÒFRANCESI CASINÒFRANCESI TORNEAND O TORNEAND O l’interazione tra giocatori e la socialità che è tipica di certe location come i casinò.
La cassa automatica contro furti e contagi
Contro i troppi contatti che diventano critici in momenti di pandemia ma soprattutto, contro il virus ancora più temibile per i commercianti, cioè quello dei furti di cassa, arriva la cassa automatica da banco creata da Baldazzi Styl Art: robusta, semplice e funzionale. Grazie alla quale gli incassi e i resti in contanti sono controllati, contati e sicuri. Grazie alle sue dimensioni ridotte è adatta a qualsiasi tipologia di negozio, bar o esercizio pubblico, con una tastiera incorporata e rimovibile per digitare l’importo da incassare e display sui due lati cassa. Caratterizzata da una grande capacità di resto in monete e banconote e in grado di favorire una contabilità interna rapida e agevolata per un veloce recupero dell’incasso della giornata.
Tutto il gioco online, attraverso il punto vendita
Unnuovo brand nel settore del gioco online italiano che promette di conquistare (anche) i punti vendita terrestri. Stiamo parlando di Betwin360.it, che appena uscito sul mercato si è subito fatto apprezzare dai giocatori grazie a una nutrita sezione dedicata allo sport, delle migliori piattaforme di gioco, con quote sempre più competitive. Oltre a una sezione di casinò games dove si possono trovare i più importanti provider in circolazione, nella quale il cliente potrà usufruire dei numerosi bonus creati dal reparto competente. Ma non è tutto. Attraverso lo studio e lo sviluppo di una tecnologia dedicata, betwin360.it mette a disposizione dei suoi clienti e partner i servizi più innovativi e gli strumenti di ultima generazione. In questo modo l’apertura di un Punto vendita ricarica (Pvr) risulterà semplice, rapida e accessibile a tutti.