7 minute read

Una nuova entità per l’ippica

di Michela Carboni “Dopo aver fatto fallire due tentativi di riforma del settore (‘Legge delega fiscale’ 3/2014 e ‘Collegato Agricolo’ 8/2016 ), che in buona parte riflettevano i risultati del lavoro dell’allora ministro Luca Zaia, padre della Legge 2/2009 che ancora oggi, nonostante tutto, garantisce un sostegno determinante per il settore, la struttura burocraticoamministrativa del Mipaaf dedicata all’ippica sta oggi manifestando uno straordinario attivismo per una soluzione ‘pilotata’ al problema della necessaria riforma della governance del settore”. È questo il pensiero del deputato della Lega, Jacopo Morrone, (membro della commissione Giustizia della Camera) il quale aggiunge: “Riforma sollecitata per anni da buona parte delle diverse componenti del settore, supportate da autorevoli pareri giuridici e studi economici, che ha sempre visto una resistenza passiva della struttura ministeriale, alimentata anche con una sistematica ricerca di contrapposizioni fra le componenti in modo da bloccare lo status quo. È sempre stato evidente il tentativo di mantenere il controllo su una delle voci di entrata più ingenti del bilancio Mipaaf, provenienti in parte dalla quota dei proventi erariali da scommesse ippiche, quella sul prelievo erariale unico sugli apparecchi da intrattenimento e la ben più consistente dotazione al settore disposta dalla citata legge Zaia. Ora, all’improvviso, con un emendamento formalmente scadente (dichiarato in seguito inammissibile) al decreto Semplificazioni, alcuni parlamentari della compagine del ministro hanno proposto il trasferimento dell’intera gestione del comparto a una federazione, la Fise, controllata dal Coni. Trala-

IACOPO MORRONE

Jacopo Morrone, deputato della Lega, offre la sua ricetta per il settore e propone una governance snella, indipendente ed efficace

sciando le numerose e importanti forzature concettuali (ne basti una: in nessun paese sviluppato l’ippica è gestita dal Comitato Olimpico Nazionale per le ovvie contro-indicazioni di natura formale e sostanziale), quello che tocca è il metodo, un goffo tentativo ferragostano senza possibilità di riuscita ma un forte segnale delle volontà politiche di chi regge il settore. La dice lunga la convocazione da parte del sottosegretario Giuseppe L’Abbate, l’8 ottobre scorso, di tutte le categorie ippiche per presentare la sua idea di riforma del settore e la proiezione, in quella sede, di alcune semplici schede dove si indica che la parte allevatoriale del settore resta sotto la gestione diretta del Mipaaf, mentre il resto delle competenze (calendario corse, regolamenti delle corse con loro applicazione e controllo, finanziamento di ippodromi e montepremi, lotta al doping) passerebbero sotto il controllo del ministero dello Sport. Tutti i presenti risulta abbiano ribadito la contrarietà al trasferimento, un ennesimo ‘spezzatino’ di un settore che verrebbe a trovarsi un terzo gestore ad aggiungersi ai due (Mipaaf e Mef) che poco e male, visti i disastrosi risultati delle scommesse ippiche, hanno dialogato in questi anni. Credo che la riforma del settore sia necessaria e non più rinviabile e debba passare attraverso la costituzione di una nuova entità snella e efficace, indipendente e in grado di operare fuori dai vincoli formali della struttura ministeriale, benché sotto il rigido ed esclusivo controllo del dicastero agricolo, l’unico in grado di tutelare a 360 gradi un mondo che è prettamente agricolo in tutte le sue espressioni. Una entità che veda rappresentate tutte le anime del settore con il giusto peso dato dall’ammontare delle risorse

investite dalle singole componenti. Solo integrando e proteggendo l’intera filiera ippica nazionale dall’allevamento al prodotto corsa e al suo “derivato” scommessa si potrà dare un futuro al settore, non spezzettandola in due o tre tronconi, ognuno dei quali gestito da un’entità politica diversa. Servono una visione integrata, di lungo periodo, del sistema ippico nazionale in tutte le sue sfaccettature e una programmazione e pianificazione politica e ‘industriale’ che devono stare in capo a un unico soggetto. Come si può pensare di incentivare le politiche allevatoriali se poi l’attività di selezione attraverso le competizioni o gli stessi palcoscenici dove la selezione deve svolgersi sono gestiti da un altro soggetto che ha obiettivi e problematiche diverse? Una delle principali cause dell’attuale declino è stata l’espropriazione della rete vendita che di fatto ha sottratto al settore il controllo del proprio prodotto”. Cosa pensa delle misure messe in campo dal Governo in occasione dell’emergenza Covid-19 e che hanno coinvolto gli ippodromi? “L’ippica si è salvata grazie alla sua connotazione agricola che le ha consentito di non subire le limitazioni che hanno sopportato tutte le competizioni sportive gestite dal Coni. Se gli operatori hanno potuto riprendere la loro attività (seppur a porte chiuse) fino da maggio e gli ippodromi estivi hanno visto buoni risultati di pubblico e promozione durante la scorsa estate, mentre sport e spettacoli sono stati martoriati dai limiti dei protocolli Covid, è stato proprio grazie a questo status riconosciuto dal Governo. Perché mai ora l’ippica dovrebbe rinunciarvi, per farsi inquadrare in un mondo dello sport che non le appartiene e dove diverrebbe immediatamente una realtà fragile e di difficile regolamentazione?”. Lei aveva presentato un emendamento al Dl Rilancio in cui si prevedeva un Fondo Emergenza per il settore degli ippodromi italiani. Da cosa scaturisce questa richiesta? “Gli ippodromi italiani sono in buona parte obsoleti e non più adeguati ai migliori standard internazionali, ma sono anche e soprattutto, nella maggioranza, di proprietà di amministrazioni pubbliche (Comuni e Regioni) che non sono in grado di sostenere gli oneri finanziari necessari a un loro adeguamento. Le gestioni sono state danneggiate inesorabilmente dai tagli dei contributi ministeriali degli ultimi anni, riuscendo a sostenere la gestione ordinaria a stento e con pesanti perdite. L’attività è di fatto da anni completamente decisa dal Mipaaf che impone calendari, giornate di corse, orari, ecc. senza lasciare alcuna possibilità alternativa all’attività dei singoli gestori. Ora si vuole scaricare tutto sul Coni nel malcelato intento di lasciare il triste compito di ridurre il numero degli impianti finanziati, intervenendo magari con gestioni dirette su quelli principali che garantirebbero molti posti di lavoro e numerosi appalti di fornitura di beni e servizi. A mio avviso è necessario intervenire tempestivamente con posizioni ufficiali anche da parte delle Amministrazioni locali proprietarie degli ippodromi che con il passaggio al Coni vedrebbero i propri beni ‘scaricati’ dal Mipaaf dopo averne di fatto gestito per 10/12 anni l’intera attività”. Come mai, a suo avviso, si è arrivati a una situazione tanto critica per il settore ippico? “Sono anni di errori che si sono accumulati, gestioni politiche deboli in buona parte condizionate da un apparato ministeriale che ha governato il settore con il ‘divide et impera’ funzionale a politiche di mera distribuzione delle risorse disponibili senza un reale piano strategico di settore e con molta approssimazione. Se è vero, com’è vero che l’ultimo ministro impegnatosi in prima persona nella gestione del settore è stato Luca Zaia vuol dire che da oltre dieci anni la politica “alta” ha delegato il destino del settore alla struttura ministeriale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’operato del Mipaaf in questi anni si è concretizzato con il meno 75 percento sul volume delle scommesse ippiche, il meno 40 percento di corse, il calo dei cavalli in corsa e del numero degli addetti, con un fiorire di contenziosi di tutti i tipi, con una gestione solo formalmente trasparente”. Gli ippodromi in che modo possono diventare nuovamente appetibili e attrarre pubblico? “Devono diventare poli di aggregazione, luoghi di intrattenimento, centri vocati al cavallo, alla scommessa intelligente, a svolgere il ruolo di casa dei cavalli sul territorio. Un intrattenimento ‘green’, socialmente sostenibile, spesso nei centri storici delle città più importanti del paese. A tal fine, tuttavia, devono essere ristrutturati per divenire luoghi accoglienti al passo con i tempi, in grado di accontentare tutti i target e rinnovare la propria percezione nell’immaginario dell’opinione pubblica”. A livello turistico, l’ippica può rappresentare una risorsa? “Assolutamente sì. L’esempio di ippodromi come Cesena, Montecatini, Merano ne è la prova. Certo servono gli investimenti di cui dicevamo sopra, che le società di gestione alle condizioni attuali non possono sostenere. Ecco, l’occasione potrebbe essere quella dei fondi per la ripresa, degli investimenti pubblici in infrastrutture, parliamo di un patrimonio di impianti pubblici, spesso con tutela architettonica storica, di un valore ingentissimo. Lasciarli ammalorare e non sfruttarli per le loro effettive potenzialità è un delitto”. Le scommesse ippiche andrebbero modificate per risultare più attraenti? “La scommessa ippica non è un gioco, è un esercizio intelligente di analisi, competenza, passione per l’animale Lui chi è?!? nella sua più elevata espressione agonistica. Oggi è stata Jacopo Morrone è un parlamentare eletto nel collegio plurinominale della Romacompletamente cannibalizza- gna come capolista della Lega Salvini ta da giochi, spesso di sorte, Premier alle elezioni politiche del 2018. che inducono alla dipendenza Ha ricoperto l’incarico di sottosegretario per la Giustizia fino al 5 settembre 2019, passiva e vanno giustamen- quando la Lega è uscita dalla coalizione te controllati. Ma un ritorno di governo. Morrone, nato a Forlì il 23 incentivato all’appassionarsi gennaio 1983, è laureato in Giurisprudenza ed esercita la professione di avcon una piccola scommessa in vocato. È segretario regionale della Lega mano è auspicabile. In fondo Romagna, carica a cui è stato eletto il 10 con un ticket da pochi euro si ottobre 2015, dopo aver ricoperto per due mandati il ruolo di segretario provinciale è, per i due minuti della corsa, della Lega Nord di Forlì-Cesena, dall’otun po’ anche proprietari dello tobre 2009 allo stesso mese del 2015, splendido animale che vola in e aver svolto l’incarico di responsabile organizzativo nazionale della Lega Nord pista. Quanti altri giochi pos- Romagna dal marzo 2008. Attualmente sono dare questa emozione?”. fa parte della Commissione Giustizia della Camera.

This article is from: