politica ippica
PH. EBERHARD GROSSGASTEIGER, UNSPLASH
UNA NUOVA ENTITÀ PER L’IPPICA
“D
di Michela Carboni
opo aver fatto fallire due tentativi di riforma del settore (‘Legge delega fiscale’ 3/2014 e ‘Collegato Agricolo’ 8/2016 ), che in buona parte riflettevano i risultati del lavoro dell’allora ministro Luca Zaia, padre della Legge 2/2009 che ancora oggi, nonostante tutto, garantisce un sostegno determinante per il settore, la struttura burocraticoamministrativa del Mipaaf dedicata all’ippica sta oggi manifestando uno straordinario attivismo per una soluzione ‘pilotata’ al problema della necessaria riforma della governance del settore”. È questo il pensiero del deputato della Lega, Jacopo Morrone, (membro della commissione Giustizia della Camera) il quale aggiunge: “Riforma sollecitata per anni da buona parte delle diverse componenti del settore, supportate da autorevoli pareri giuridici e studi economici, che ha sempre visto una resistenza passiva della struttura ministeriale, alimentata anche con una sistematica ricerca di contrapposizioni fra le componenti in modo da bloccare lo status quo. È sempre stato evidente il tentativo di mantenere il controllo su una delle voci di entrata più ingenti del bilancio Mipaaf, provenienti in parte dalla quota dei proventi erariali da scommesse ippiche, quella sul prelievo erariale unico sugli apparecchi da intrattenimento e la ben più consistente dotazione al settore disposta dalla citata legge Zaia. Ora, all’improvviso, con un emendamento formalmente scadente (dichiarato in seguito inammissibile) al decreto Semplificazioni, alcuni parlamentari della compagine del ministro hanno proposto il trasferimento dell’intera gestione del comparto a una federazione, la Fise, controllata dal Coni. Trala-
IACOPO MORRONE
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GIOCONEWS #11 NOVEMBRE 2020
Jacopo Morrone, deputato della Lega, offre la sua ricetta per il settore e propone una governance snella, indipendente ed efficace sciando le numerose e importanti forzature concettuali (ne basti una: in nessun paese sviluppato l’ippica è gestita dal Comitato Olimpico Nazionale per le ovvie contro-indicazioni di natura formale e sostanziale), quello che tocca è il metodo, un goffo tentativo ferragostano senza possibilità di riuscita ma un forte segnale delle volontà politiche di chi regge il settore. La dice lunga la convocazione da parte del sottosegretario Giuseppe L’Abbate, l’8 ottobre scorso, di tutte le categorie ippiche per presentare la sua idea di riforma del settore e la proiezione, in quella sede, di alcune semplici schede dove si indica che la parte allevatoriale del settore resta sotto la gestione diretta del Mipaaf, mentre il resto delle competenze (calendario corse, regolamenti delle corse con loro applicazione e controllo, finanziamento di ippodromi e montepremi, lotta al doping) passerebbero sotto il controllo del ministero dello Sport. Tutti i presenti risulta abbiano ribadito la contrarietà al trasferimento, un ennesimo ‘spezzatino’ di un settore che verrebbe a trovarsi un terzo gestore ad aggiungersi ai due (Mipaaf e Mef ) che poco e male, visti i disastrosi risultati delle scommesse ippiche, hanno dialogato in questi anni. Credo che la riforma del settore sia necessaria e non più rinviabile e debba passare attraverso la costituzione di una nuova entità snella e efficace, indipendente e in grado di operare fuori dai vincoli formali della struttura ministeriale, benché sotto il rigido ed esclusivo controllo del dicastero agricolo, l’unico in grado di tutelare a 360 gradi un mondo che è prettamente agricolo in tutte le sue espressioni. Una entità che veda rappresentate tutte le anime del settore con il giusto peso dato dall’ammontare delle risorse