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La grande ammucchiata della Serie A

Come finirà la stagione 2021/2022 del massimo campionato di calcio mai così combattuto come negli ultimi anni? Lo abbiamo chiesto a due giornalisti sportivi di primo livello da Sky Sport alla Rai fino alla carta stampata

di Cesare Antonini

ALESSANDRO SUGONI

“Lo Scudetto? Io penso che lo possa vincere il Milan e penso che Pioli se lo strameriti per la sua lunga carriera e per quello che ha fatto anche al Milan. La Juve? Con altri due mesi di campionato avrebbe potuto farcela ma ci sono anche Inter e Napoli e dovrebbe vincere tutte le partite”. Alessandro Sugoni, giornalista di Sky Sport, esperto di calcio mercato e commentatore, fa il punto con Gioco News sul grande finale di un campionato equilibrato come mai negli ultimi anni. Il titolo potrebbe dunque dipingersi di rossonero? “Sì il lavoro di Pioli credo sia anche andato oltre al valore della squadra che ha. Ha iniziato anche a vincere le partite sporche e non solo quelle in cui è bella. Ad esempio - prosegue Sugoni - è stata fondamentale la vittoria a Napoli anche perché ha pareggiato il computo degli scontri diretti mentre con l’Inter il Milan è avanti. Adesso è determinante gestire la pressione. Ibra continua ad essere un uomo in più anche se ha giocato di meno mentre non scopriamo di certo oggi Olivier Giroud che si è rivelato determinante con gol decisivi”. E l’Inter? “La squadra di Inzaghi ha vissuto un anno a due facce. La prima parte è stata anche molto bella dal punto di vista estetico e poi c’è stato un calo che ha coinciso con il mese di febbraio anche per colpa di un calendario davvero molto intenso. Per una squadra che soffriva già è stato il colpo di grazia, i risultati poi non arrivano e la testa non gira come deve. Tanti calciatori cruciali, vedi Brozovic e Barella, hanno giocato tantissimo e i ricambi hanno dimostrato che tutta questa super rosa, alla fine, non c’era. Gli 11 titolari sono fortissimi ma nei 18 c’è qualche carenza”. Il sogno di Allegri, invece? “Ci sarebbero voluti altri due mesi di campionato e la Juventus, forse, avrebbe potuto anche vincere. Ma se il Milan vince 6 partite su 8 non può mai riuscire nell’impresa. C’è anche il Napoli che si giocherà fino alla fine le sue possibilità. Se Spalletti avesse avuto Osimehn per tutte le partite forse sarebbero stati davanti”. Come mai questo equilibrio? “In realtà tutte le squadre non sono perfette e anche le vittorie consecutive della Juve hanno messo pressione da dietro. Ma, come detto, è determinante la sfida alla ripresa con l’In(Sky Sport)

ter e bisogna sperare che il Milan crolli dall’alto dei suoi 7 punti di vantaggio”. Jose Mourinho dopo la vittoria del derby ha spaccato in due le prime otto della classe con la Roma nel secondo gruppo: è corretto? “Sì assolutamente, la classifica è totalmente spaccata. La stagione della Roma ha girato nella sfida con la Juventus: avesse vinto quella - ipotizza Alessandro Sugoni - la sua stagione sarebbe cambiata. Un successo avrebbe dato più forza e carattere per rimanere in zona Champions. Poi c’è anche l’Atalanta che per colpa degli infortuni non ha potuto performare come l’anno scorso. Zapata ko, Muriel pure e Pasalic centravanti, è stata dura. Potrebbe qualificarsi in Champions dall’Europa League ma il Barcellona è tornato in grande forma”. Una carrellata sui campioni che stanno decidendo la stagione? “Io ho puntato molto su Vlahovic ad inizio stagione e credo proprio che non mi abbia deluso. Sembra l’attaccante del presente e del futuro. Fa reparto da solo, ha cattiveria, colpo di testa, tiro, spunto in velocità. Poi c’è Osimehn che quando c’è sposta gli equilibri. Abraham, inoltre, è andato oltre ogni aspettativa e anche Berardi è ormai da tempo un giocatore da top club e sembra essere maturato ancora di più. Forse una chance in una grande squadra se la meriterebbe. Un altro grande player è Scamacca che potrebbe andare all’Inter. Sempre se venga accontentato il Sassuolo come vice Dzeko”, conclude Alessandro Sugoni.

MASSIMO CAPUTI (giornalista sportivo e consulente del sottosegretario allo sport Vezzali)

Anche a Massimo Caputi, storico giornalista sportivo tra Rai, Il Messaggero e tante altre testate, e ora anche consulente alle strategie di comunicazione del sottosegretario allo sport del Governo Draghi, Valentina Vezzali, abbiamo chiesto come finirà la stagione 2021/2022 della massima serie italiana di calcio. Per Caputi regna l’incertezza in questo finale di campionato: “Sì, perché non c’è una squadra padrona, una più forte delle altre. Alla ripresa del campionato (quando questa rivista sarà tra le vostre mani, Ndr) si giocheranno Juventus - Inter e Atalanta - Napoli. Una sconfitta nerazzurra toglierebbe la squadra dalla lotta per il titolo. In effetti in questo momento il Milan ha il vantaggio della classifica ed ormai da tre stagioni è cresciuto raggiungendo una maturità ed una consapevolezza notevole”. Chi sarà determinante nel gran finale? “Ci sono tre attaccanti molto determinanti per le loro squadre: Osimehn, Vlahovic e Abraham - spiega Caputi - per lo Scudetto penso che avere Osimehn in squadra per i suoi gol, la sua classe e la sua leadership possa fare la differenza. Abraham per essere il primo anno in Italia e per essere un calciatore inglese che di solito fatica nel nostro paese, ha sorpreso più di tutti. Vlahovic ha fatto già vedere lo scorso anno di che pasta fosse fatto e alla Juventus si è subito adeguato. Poi c’è la grande esperienza di Giroud che l’abbiamo visto fare gol in momenti importanti del campionato. Non a caso quel quarto d’ora del derby di Milano ha cambiato la stagione dell’Inter. Un’orchestra che sembrava perfetta ma poi si è inceppata. Una crisi più mentale che fisica e anche se non sono un allenatore credo che, l’Inter abbia bisogno di cambiare qualcosa nel suo modo di stare in campo e che abbia bisogno di un scossa. Dzeko è importantissimo e fortissimo ma se la squadra non lo sostiene con un grande atteggiamento può andare in difficoltà. Ad esempio io proverei a sparigliare le carte in campo schierando Correa, Sanchez e Dzeko”. Chi ha deluso, invece? “Di delusioni ce ne sono parecchie ma alcune sono relative - spiega ancora Caputi - da Zaniolo ci aspettiamo di più sui gol e sull’incisività ma è un giocatore che è stato fermo due anni e non si può tornare subito agli stessi livelli cui ci aveva abituato. Anche Lautaro Martinez poteva fare molto di più anche perché sembrava avere maggiori possibilità di andare in gol usufruendo le capacità di Dzeko, del suo essere catalizzatore e della sua capacità di rifinitura. Chiuderei con Rabiot che sembra difficile da inquadrare come giocatore”. Parliamo della Juventus, una grande rincorsa? “I bianconeri devono sperare che quelle davanti facciano meno punti di quello che dice lo storico delle statistiche. Avere una squadra così dietro può portare pressione ma pur vincendole tutte non può avere la certezza di conquistare il campionato. Il recupero è anche dovuto al calo delle altre, insomma. Del resto solo l’Inter ha centrato 7 punti in 7 giornate. E sul gioco della Juve dico solo che Allegri è molto pragmatico e sapeva che questa Juve non avrebbe potuto giocare un calcio spettacolare. Con Vlahovic avrebbe trovato il gol e nel nostro campionato potrebbe bastare per primeggiare ma, come accade all’estero, non basta perché si gioca un calcio molto più tecnico e intenso”. Chi può essere un mister che allena attualmente in Italia a fare bene in Europa? “I giocatori sono fondamentali, ovviamente. Mi viene in mente Italiano della Fiorentina ma se parliamo di mister come Mourinho penso che non sia bollito per niente e sia un allenatore che a Roma stia portando un modo diverso di pensare sia prima che dopo le partite e nella gestione completa del club. Ma è un valore che si vedrà nel lungo termine. Adesso mancano i giocatori chiave e non basta prendere lo Special One per passare dalla settima alla quarta posizione in classifica. Servono giocatori importanti e in questa stagione ne sono arrivati solo alcuni”. Chiudiamo con la coda della classifica? “Per le ultime tre sia molto complicato salvarsi - spezza le speranze Caputi - ci sono ancora possibilità ma c’è molta incertezza e i punti di distacco sono già abbastanza. Quelle che lottano per salvarsi e sono più su in classifica sembrano avere un passo più sicuro. Il Genoa dopo l’effetto Blessin ha vinto una partita sola, sta facendo bene ma bisogna vincere. Il Venezia è in caduta libera e la Salernitana ci sta provando tanto ma non vince”, conclude Massimo Caputi.

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