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Formazione, per lasciare il segno 18. Un lavoro su cui non gio- care

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GIOC O & ARTE

Formazione per lasciare il segno

Il professor Craig Ferreira spiega che l’obiettivo di Unlv è insegnare agli studenti le migliori pratiche per rispondere alle sfide impegnative che l’industria del gioco deve affrontare oggi

di Daniele Duso

PROM O SPAC E

GIOCARECO N GI O G UST O

GIOCAREC O N GI O G UST O

Da tempo l’Università del Nevada, Las Vegas, International gaming institute (Igi) fornisce all’industria del gioco soluzioni basate sulla ricerca, approfondimenti all’avanguardia e formazione altamen-LA PUNTAT A LE DRITTEDEL M AESTROLE DRITTEDE L M AESTRO ENGLISH P AGESPROM O SPAC E te specializzata per i dirigenti. Descritto come la “capitale intellettuale globale del gioco” dall’ex governatore del Nevada Brian Sandoval e “The Harvard of Gaming” da Global gaming business, l’Igi ospita diversi percorsi di O approfondimento sul tema del gioco, e in particolare del gioco responsabile e iniziative quali il Center for gaming innovation, l’International center for gaming regulaPROM O SPAC EPROM SPAC E GIOCARECO N GI O G UST O tion e l’Expanding and Leaderverse. Ognuno di questi risponde a un’esigenza peculiare, e vitale, per l’industria del gioco globale, per la quale l’Igi funge da centro di riferimento dove reperire risposte, animato da un team di professionisti riconosciuto a livello internazionale. Per approfondire la conoscenza di questa realtà abbiamo inGIOCAREC O N GI O G UST O terpellato Craig Ferreira, direttore esecutivo ad interim dell’International center for gaming regulation dell’Università del Nevada, Las Vegas, chiedendogli innanzitutto di presentarci il lavoro svolto in questi anni, spiegando-

PAROLA DICOLLOVAT I PAROLA DICOLLOVAT I GIOCONEWS #05 MAGGIO 2022

ci verso quali obiettivi punta, e come si inseriscono nel mercato i loro studenti. Professor Ferreira, l’Università del Nevada Las Vegas propone da oltre 25 anni una proposta formativa dedicata al mondo del gioco d’azzardo. Quali sono gli obiettivi che si pone la vostra Università delineando i vari percorsi formativi in ambito gaming e gambling? “L’Università del Nevada, Las Vegas International Center for Gaming Regulation, si concentra su programmi di formazione per regolatori, operatori e fornitori della comunità di gioco globale. Il nostro obiettivo è insegnare le migliori pratiche dal punto di vista normativo per consentire ai nostri partecipanti di rispondere alle sfide impegnative che l’industria del gioco deve affrontare oggi”. Ci sono molti giovani interessati a studiare e comprendere il mondo del gioco? Quali sono i loro obiettivi, le loro ambizioni, quando vengono a studiare a Las Vegas? “Oggi stiamo vedendo molti giovani entrare nell’industria del gioco. La sua crescita fulminea in tutto il mondo testimonia il suo impatto economico positivo e le generazioni più giovani vogliono far parte di questo

settore dinamico. L’obiettivo dei giovani è imparare il più possibile da noi, che siamo l’epicentro dell’accoglienza e del gioco a livello globale, e applicare poi tale conoscenza nelle loro giurisdizioni di origine. Gli studenti che escono da Unlv vogliono lasciare il segno in questa industria”. La vostra attività di ricerca e studio ha portato a cambiamenti nel modo in cui il gioco d’azzardo è regolamentato nei vari stati americani? “La ricerca che l’International Center for Gaming Regulation ha condotto negli ultimi anni ha avuto un grande impatto sull’industria del gioco. Alcuni dei nostri ricercatori hanno testimoniato davanti al Congresso su questioni relative alle scommesse sportive e hanno persino depositato due memorie legali alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Poiché i dati sportivi sono così fondamentali per l’industria, alcune delle nostre ricerche si sono incentrate su come e quanto la legge statale possa controllare il flusso di notizie e informazioni sulle scommesse sportive, sollevando questioni critiche sul Primo emendamento e sull’antitrust. Più recentemente abbiamo studiato le scommesse sportive e il rapporto con le nazioni sovrane e i singoli stati in cui operano e quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei diversi modelli operativi e tipi di contratti”. Il mondo è cambiato molto negli ultimi venticinque anni, avete individuato date storiche, eventi o invenzioni dopo le quali il mondo del gioco d’azzardo non era più quello di prima? “Negli ultimi anni il drammatico cambiamento che gli Stati Uniti hanno visto nelle scommesse sportive ha avuto un impatto su quasi tutti gli aspetti del gioco. A maggio del 2018 nel Murphy v. National Collegiate Athletic Association la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che il Professional and Amateur Sports Protection Act del 1992 era in conflitto con il decimo emendamento della Costituzione. Ciò ha aperto la porta ai singoli stati per legalizzare e regolamentare le scommesse sportive. Da allora abbiamo assistito alla crescita più rapida di qualsiasi verticale di gioco nella storia e a un evento che cambierà per sempre l’ecosistema di gioco”. La pandemia è probabilmente un altro degli eventi epocali cui abbiamo accennato, anche se ormai molti elementi suggeriscono che il peggio sia ormai alle nostre spalle. In che modo il periodo del Covid-19 ha influito sul gioco in Nevada e negli Stati Uniti in generale? “La pandemia ha interrotto il gioco a marzo del 2020 e quando i casinò hanno riaperto nell’agosto del 2020 le entrate lorde di gioco in tutto lo Stato sono diminuite del 22 percento con la Strip di Las Vegas in calo di quasi il 40 percento. Da quel momento il Nevada ha raggiunto un record assoluto di 13,4 miliardi di dollari di entrate dal gioco d’azzardo nel 2021. Durante la pandemia il cashless, gli esport e il divieto di fumo nei casinò hanno guadagnato terreno nello Stato e in molte altre giurisdizioni degli Stati Uniti”. Il Pil del Nevada è in gran parte legato al turismo del gioco d’azzardo, quanto ha influito la pandemia sull’economia? Ci sono state gravi conseguenze per l’industria del gioco d’azzardo e in termini di occupazione? “Quando la pandemia ha colpito gli Stati Uniti nel marzo del 2020 il tasso di disoccupazione del Nevada era di circa l’8 percento. Entro il mese successivo, aprile 2020, il tasso di disoccupazione è salito alle stelle, fino al 28,5 percento. Da allora il tasso di disoccupazione è lentamente diminuito ed è attualmente al 5 percento, secondo il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti. Sebbene questi numeri siano incoraggianti ci sono ancora carenze di manodopera nell’ospitalità e nelle industrie di gioco in tutto lo stato. Tuttavia le prospettive sono positive per il gioco a Las Vegas. Durante la pandemia sono stati aperti due importanti resort integrati e il traffico dei visitatori è in aumento, così come le future prenotazioni di convegni all’interno della città”. Un’ultima domanda: il gioco d’azzardo può causare seri problemi alle persone. Secondo la vostra esperienza quali possono essere le migliori strategie per proteggere il giocatore assicurando il funzionamento dell’industria del gioco? “Il gioco responsabile è una questione sociale complessa. Il futuro della protezione dei giocatori si concentrerà sui clienti e non solo sulla conformità. I regolatori, gli operatori e i fornitori devono concentrarsi sui risultati misurando le aspettative e la consapevolezza, il che significa educare tutte le parti interessate chiave sulla portata del problema. Promuovere atteggiamenti responsabili positivi e responsabilizzare i clienti è un ottimo punto di partenza. Tuttavia la necessità di finanziare le cure per i bisognosi non scomparirà presto. Dal lato dell’offerta dobbiamo sostenere la progettazione responsabile del prodotto e tutti noi dobbiamo guidare il cambiamento all’interno delle nostre organizzazioni per ridurre lo stigma e far funzionare il gioco responsabile”.

LUI CHI È?!?

Craig Ferreira è il direttore esecutivo ad interim dell’Unlv, International Center for Gaming Regulation. Si è laureato Summa cum laude presso la California State University, Hayward (East Bay) con una laurea in Comunicazioni di massa e ha conseguito un Mba presso la Aspen University in Colorado. Ha poi trascorso 18 anni nella gestione e nel marketing dell’ospitalità prima di entrare nel mondo dei giochi, nel 2018. Nel suo ruolo presso l’Unlv, Ferreira delinea le strategie che supportano e migliorano la programmazione normativa e le operazioni organizzative del Centro, inclusa la fornitura di seminari e contenuti didattici coinvolgenti per il nostro pubblico di stakeholder di operatori di gioco, autorità di regolamentazione, fornitori e responsabili politici, gestendo le risorse, semplificando e ottimizzando le operazioni finanziarie, fornendo leadership a tutto il personale, stabilendo obiettivi aziendali e consigliando i dirigenti senior all’interno dell’Unlv sui principi fondamentali della mission del Centro.

Un lavoro su cui non giocare

I sindacati di categoria che rappresentano gli addetti del settore sottolineano le difficoltà occupazionali derivanti soprattutto dalle normative regionali ma certamente aggravate dalla pandemia, auspicando un riordino che dia regole certe e che protegga dall’avanzare dell’illegalità, mentre in tema di formazione focalizzano l’attenzione sulla prevenzione e riconoscimento di comportamenti patologici, ma anche su nuove figure professionali.

CGIL «RICONOSCERE LA DIGNITÀ DEL SETTORE»

di Anna Maria Rengo

Quali sono le principali difficoltà incontrate e rappresentate al sindacato dai lavoratori nel settore del gioco? A fare il punto è Danilo Lelli, della Filcams Cgil: “La prima, che fa da sfondo, è il riconoscimento di questo settore, evitando alcune strumentalizzazioni e semplificazioni. Gli addetti non vogliono sentirsi dire che fanno un lavoro danoso per la società. Essi lavorano in un settore regolato da leggi e concessioni e hanno la stessa dignità degli altri. Svolgono un lavoro che va fatto. A seguire, deve essere riconosciuta la filiera contrattuale, visto che c’è anche la possibilità di fare una contrattazione di secondo livello, come stiamo facendo con diverse aziende così da coprire questo spazio e da riconoscere, per esempio, delle quote di salario legate alla produttività”. La pandemia ha lasciato effetti permanenti sull’occupazione nel settore del gioco? “In realtà il sistema degli ammortizazatori sociali ha aiutato molto. Il settore è stato coperto per intero dal Fondi di integrazione salariale e da altri strumenti, e alcune aziende hanno integrato la retribuzione quasi al 100 percento. Quindi sul piano occupazionale c’è stata una tenuta, ma il Covid è stato un acceleratore di processi che ha portato per esempio a una grossa affermazione del gioco online, il che ha impattato su impiegati e aziende, creando l’esigenza di rimodulare l’organizza-

zione del lavoro. Quindi serve nuova formazione, mettere in campo nuove capacità. I due sistemi si possono integrare a dare una risposta aggiuntiva a livello occupazionale”. Grande è l’attenzione che sia a livello nazionale che regionale si pone sulla formazione degli operatori di gioco. In che modo Filcams Cgil sta affrontando questa questione e quanto è importante che chi è a diretto contatto con il pubblico riconosca e prevenga comportamenti patologici? “Il tema della formazione è fondamentale. In una fase di transizione e cambiamento per quanto riguarda la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica, siamo impegnati nel chiedere alle aziende di usare i fondi interprofessionali organizzando corsi di formazione che sostengano le nuove figure che si stanno creando. C’è poi da evidenziare il ruolo del settore nel fare in modo che il gioco legale non sia un elemento di pericolo per la società, e dunque l’importanza di avere del personale che sia in grado di riconoscere l’elemento patologico, che intervenga, segnalandolo o prevenendolo, un obiettivo che necessita di un lavoro congiunto tra aziende, lavoratori e sindacati. Questo si lega al tema dei diritti: c’è bisogno che ci siano lavoratori consapevoli dei loro diritti e della possibilità di agire in serenità. Dunque servono rapporti positivi sui posti di lavoro. Dove ci sono lavoratori più garantiti c’è anche più sicurezza sul gioco legale e si lavora meglio sul fronte della prevenzione e della legalità”. Ritenete che quello del gioco sia un settore nel quale le pari opportunità tra uomo e donna siano pienamente rispettate? “C’è molto da lavorare. Tradizionalmente, fino a qualche anno fa, quello del gioco era un settore molto maschile come occupazione. Ora le donne sono il 40, anche il 50 percento del totale degli addetti, ma quando si sale nella scala gerarchica, nei posti di responsabilità, questa percentuale cala. Con le aziende virtuose lavoriamo per far loro compiere dei passi in avanti dandosi degli obiettivi e portando dentro quelle sensibilità di cui le donne sono portatrici”. In vista del riordino dell’offerta di gioco in Italia, quali attenzioni auspicate che siano destinate nei confronti dei lavoratori del settore? “Intanto che nelle aziende del settore siano applicati i Ccnl sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi. Il gioco sta cambiando e c’è più attenzione al mercato, ma chiederemo alle istituzioni competenti di inserire nella discussione sul riordino l’obbligo di riconoscere nei bandi e nelle concessioni le clausole sociali, per la tutela dell’occupazione e dei diritti in caso di cambio di concessione. Noi abbiamo un’idea completa di questo settore e proviamo a sostenerlo in tutte le occasioni possibili. Anche tramite la comunicazione. Dobbiamo parlare a questo settore e alla società in generale, e non attraverso semplificazioni dannose”. A prendere la parola, in casa Cgil, è anche Fabio Scurpa, del sindacato di categoria Slc, che rappresenta i lavoratori dei casinò: “La pandemia ha lasciato degli strascichi, ma non peggio di altri settori come sport e spettacolo, maggiormente colpiti”. E per quanto riguarda i casinò e il loro futuro, “auspichiamo che siano regolati da un contratto nazionale unico per tutte le case da gioco”.

DANILO LELLI

CISL «REGOLE CERTE PER CONTINUARE A PRODURRE OCCUPAZIONE»

“Gli operatori del gioco hanno avuto lunghissimi momenti di chiusura totale delle attività; fin da marzo 2020 e fino ad oggi hanno avuto molti mesi di chiusura totale. Inoltre le leggi regionali emanate nel tempo hanno contribuito alla chiusura per cessazione di molte aziende del gioco. Di conseguenza i lavoratori hanno effettuato lunghi periodi di Fis in deroga, limitando fortemente la loro capacità di reddito, e in diversi casi hanno dovuto chiudere consensualmente il rapporto di lavoro e cercare altra occupazione”. Questo il quadro dipinto da Mirco Ceotto, segretario nazionale della Fisascat Cisl, sugli effetti occupazionali, per quanto riguarda il settore del gioco, a seguito della pandemia. Ma ora di che cosa ha bisogno il settore del gioco per continuare a produrre occupazione? “È necessaria una riforma organica del settore, con leggi nazionali che non possano essere stravolte da normative locali. Questo mette tutti sullo stesso piano e evita lo spostamento dei clienti da comuni con normative più restrittive a comuni meno limitanti”. Verso quali versanti deve orientarsi la formazione degli addetti del settore? “È necessario che tutto il settore vada verso una regolamentazione che, in collaborazione tra le istituzioni e le imprese, controlli il fenomeno della ludopatia. Crediamo infatti che tale fenomeno sia possibile tenerlo monitorato attraverso collaborazioni tra istituzioni, imprese e lavoratori. La formazione dei lavoratori, ma anche dei datori di lavoro, dovrà andare in questo senso: la sicurezza del gioco, anche dal punto di vista sociale”. Come sindacato, cosa auspicate ora che il Governo ha intenzione di avviare un riordino dell’offerta, attraverso lo strumento della legge delega? “Siamo convinti che il sistema gioco vada riordinato ma non vada limitato. Limitazioni e riduzioni dell’offerta di gioco farebbero crescere l’online, oggi poco o niente controllato, e il gioco illegale, che per sua natura esplode se quello legale viene meno”.

MIRCO CEOTTO

UIL «RICONOSCERE LA DIGNITÀ DEL SETTORE»

Anche Paolo Proietti, della UilTucs, traccia un bilancio pesante degli effetti della pandemia sul settore del gioco, soprattutto per quanto riguarda le ricadute occupazionali. “Non intendo soffermarmi sulle singole, gravi, difficoltà che hanno travolto il settore durante il periodo dell’emergenza sanitaria. Ma basta prendere una, come esempio: le chiusure, protratte nel tempo ben oltre quelle imposte alla stragrande maggioranza delle attività. È chiaro che queste scelte hanno prodotto una serie di effetti sulle attività del settore che, unite ai provvedimenti adottati in molte regioni, hanno messo in seria difficoltà gli operatori. Le criticità si sono inevitabilmente riversate sui lavoratori e le lavoratrici, in termini di sostanziali riduzioni delle retribuzioni e utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali. A questo si aggiunga la produzione legislativa regionale, con l’adozione di procedure e requisiti sempre più stringenti. Penso, in particolare, al distanziometro anche per le attività già esistenti, strumento che ha provocato in molti casi la chiusura delle sale che non sono state riallocate e, di conseguenza, rilevanti esuberi del personale (come dimenticare il caso dell’Emilia Romagna...). Preoccupa molto, in conclusione, la tendenza ad intervenire ex post, mettendo a rischio l’occupazione con effetti strutturali sul sistema che, tendenzialmente, non riassorbirà gli esuberi che si stanno generando”. Quanto è importante la formazione dei lavoratori, in un contesto che si avvia verso la fine della pandemia, ma nel quale deve restare alta l’attenzione? “La formazione e l’aggiornamento delle competenze sono fondamentali nel mondo del lavoro per come lo conosciamo oggi. Possiamo affermare con certezza che la formazione e l’informazione delle lavoratrici e dei lavoratori, in particolare in materia di salute e sicurezza, non sono mai mancate in questi ultimi due anni. La consapevolezza dell’importanza del rispetto delle regole è stata forte. Quando lo si è consentito, gli operatori delle sale hanno dato dimostrazione di responsabilità e consapevolezza dei rischi, oltre a manifestare attenzione in tutte le fasi dell’attività: non ci stancheremo mai di sottolineare che, quando sono state concesse le riaperture, non si sono registrati focolai nelle sale grazie a procedure puntuali e al loro rigoroso rispetto”. Quali sono le esigenze specifiche, in materia di formazione, degli operatori di gioco e come si muove la UilTucs al riguardo, da sola o in sinergia con altri enti? “Se vogliamo guardare al futuro con un minimo di senso della prospettiva occorre rafforzare le attività formative in materia di ruolo dell’operatore, con attenzione alla sua capacità di relazione e comunicazione con gli utenti, puntando a sviluppare un rapporto empatico con questi ultimi, soprattutto allo scopo di monitorare gli atteggiamenti che possono essere considerati “a rischio” o potenzialmente patologici. Si deve rafforzare la dimensione anche sociale del settore del gioco legale, che va percepito sempre più come argine ai fenomeni ludopatici. Questo può realizzarsi attraverso un arricchimento delle competenze e delle professionalità degli operatori che sono a contatto con gli utenti. Sosteniamo da sempre la formazione continua dei fondi interprofessionali come leva dei processi di accrescimento professionale e della qualificazione: conta molto l’opportunità di accedere ai finanziamenti per la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori messi a disposizione dei fondi contrattuali, attraverso bandi periodici e conti aziendali”. Quali sono invece le principali richieste, di tipo generale, che i lavoratori del settore del gioco rivolgono al vostro sindacato? “Anche su questo i problemi non mancano: orari e organizzazione del lavoro, in primo luogo, ma anche stabilizzazione dei tempi determinati e il tema delle indennità, solo per citare alcuni problemi. La pandemia di Covid-19, ponendo l’emergenza come primo fenomeno da contrastare ha inevitabilmente messo in un angolo il lavoro che pure si era proficuamente avviato almeno con alcune delle principali realtà del settore per varare e consolidare le relazioni sindacali a livello aziendale. Oggi, con la possibile uscita dalla crisi sanitaria, si può ragionevolmente immaginare di riprendere il filo delle trattative per migliorare le condizioni di lavoro nel settore”. Il Governo intende riordinare il settore del gioco, dotandolo di norme uniformi sull’intero territorio nazionale. Pensa che questo riordino risolverà i tanti problemi, anche di tipo occupazionale, causati dal proliferare e sovrapporsi di norme regionali e locali? “Il proposito annunciato di voler procedere con un intervento legislativo nazionale che uniformi il quadro normativo di riferimento è senz’altro da accogliere positivamente: uno dei problemi del settore è, infatti, quello della frammentazione. Ma c’è anche la contraddizione delle norme che disciplinano il gioco legale, e che variano, anche in maniera sostanziale, tra regione e regione. A volte perfino tra comune e comune. Non c’è dubbio: un’attività economica autorizzata da una concessione nazionale, dovrebbe trovare la propria disciplina allo stesso livello. Ma assistiamo troppo spesso a orientamenti di cui abbiamo difficoltà a comprendere la ratio. Certamente, in primis, c’è da superare il fenomeno di interventi retroattivi delle diverse legislazioni, che mettono in discussione anche i livelli occupazionali conseguiti nel tempo”.

PAOLO PROIETTI

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Novomatic Italia Il giusto gioco al giusto giocatore

L’OPERATORE PRESENTA IL PROGETTO DI FORMAZIONE RIVOLTO AL PERSONALE DELLE PROPRIE SALE VLT, CON L’OBIETTIVO DI METTERE A DISPOSIZIONE DEI CLIENTI DEI VERI E PROPRI “CONSULENTI DEL PRODOTTO”

La qualificazione dell’offerta è un elemento imprescindibile per garantire il rinnovamento del settore del gioco, in risposta alle nuove abitudini di consumo emerse nei due anni di pandemia, con la chiusura del comparto terrestre per quasi la metà del tempo. Un periodo che ha visto l’accelerazione di trend in atto già da tempo in realtà, e che ha visto molti operatori del settore “approfittare” di questo stand by forzato per investire ancora di più nell’innovazione, del prodotto quanto del punto vendita, a cominciare dalla formazione dei propri dipendenti, tema a cui è dedicato lo speciale al centro di questa rivista. Fra loro si pone senza dubbio in evidenza il gruppo Novomatic Italia, che negli ultimi 24 mesi ha promosso il progetto 4 Assi legato alle quattro direttrici strategiche sulle quali Novomatic ha deciso di investire per rilanciare il prodotto Vlt: Academy, Store promotion, Store automation e Innovation. In questi due anni di oggettive difficoltà per il mercato gaming, il concetto dell’Academy/formazione ha destato grande curiosità e coinvolgimento. La Vlt Academy è il percorso di formazione focalizzato sul prodotto Vlt, con un’attenzio-

ne specifica sui nuovi giochi e sulla loro proposizione in sala. Tale iniziativa nasce dall’esigenza di arricchire il know how dei propri partner, fornendo loro tutti gli strumenti necessari per comprendere l’offerta Novomatic, che è in continua evoluzione, e conoscerne i dettagli. Il portfolio Novomatic si aggiorna continuamente di nuovi giochi, ognuno dei quali ha caratteristiche innovative che possono essere apprezzate solo se correttamente comunicate.

IL CLAIM “Il giusto gioco al giusto giocatore”. Questo il claim adottato da Novomatic Italia nell’ambito del suo progetto di formazione. Infatti, il cliente finale apprezza la presenza di un personale di sala adeguatamente preparato e in grado di presentargli il gioco più adatto conoscendone gusti ed aspettative. L’obiettivo è rendere gli operatori dei veri e propri “Consulenti del prodotto”, punti di riferimento ai quali il giocatore in qualsiasi momento sa di poter chiedere spiegazioni e ricevere supporto sulla piattaforma e sui giochi Vlt Novomatic.

COME SI SVOLGE LA FORMAZIONE La formazione viene erogata contestualmente alla distribuzione in sala del nuovo gioco attraverso diverse modalità, direttamente on site o da remoto, coinvolgendo gli operatori di sala e/o le strutture commerciali di riferimento. Tale attività risulta essere molto innovativa grazie all’ausilio di video e demo, che illustrano nel dettaglio le caratteristiche distintive di ciascun nuovo prodotto/gioco e il suo target di riferimento, individuando la modalità più efficace di proposizione in sala. La sessione di formazione prevede anche l’interazione con la platea attraverso l’utilizzo di questionari di riepilogo, finalizzati alla completa comprensione degli argomenti trattati, arricchito da uno spazio riservato alle domande dei partecipanti, che ha lo scopo di generare spunti di riflessione. Tutto questo genera un piacevole e leggero momento di confronto, al termine del quale l’uditore ne esce arricchito, formato e soddisfatto. Il pacchetto formativo si completa con la condivisione di schede illustrative del gioco, video e audio messaggi di breve durata da distribuire alle sale ed utilizzare ad hoc per informare la clientela sui nuovi lanci.

L’EVOLUZIONE DELLA FORMAZIONE Il successo della Vlt Academy ha spinto Novomatic ad investire nella creazione di una piattaforma e-learning denominata “Novolearn” con l’intento di far crescere e diffondere la cultura sui giochi. Lo strumento è stato reso disponibile, in prima battuta, alle diverse strutture interne al Gruppo. Novomatic Italia è una famiglia allargata e come tale ha l’obiettivo di formare le proprie risorse a 360 gradi. Seguendo questa linea, ogni dipendente, che faccia parte del legal o dell’amministrazione, della logistica o delle risorse umane, diventa conoscitore del prodotto, informato, pronto alla comunicazione con l’esterno. Da poche settimane, inoltre, il Novolearn è accessibile anche ai partner esterni con l’obiettivo di renderli autonomi e rapidamente aggiornati sulle ultime novità.

IL PROSSIMO STEP Novomatic Italia oggi si propone di garantire la Vlt Academy su un retail strategico che per la sua importanza può essere definito “Network Core”. L’obiettivo è di indirizzare questo tipo di formazione a tutti i partner commerciali e a tutte le strutture o gruppi di sale che sono in grado di cogliere il valore di tale progetto, interpretandolo come una crescita culturale e professionale del proprio retail, al fine di utilizzarlo nella gestione “attiva” dei propri clienti. Questo nuovo processo è già partito: sono state organizzate alcune sessioni formative presso sale Bingo e in location dedicate, messe a disposizione dagli esercenti di importanti gruppi o direttamente dalle concessionarie. Tutto risponde all’esigenza di rendere questo network sempre più evoluto, in linea con la sua necessità di differenziarsi e dare agli operatori di sala il ruolo di veri e propri consulenti di prodotto. Il Network diventa “core” non solo per i suoi volumi di raccolta, ma anche per la qualità del servizio offerto grazie alla competenza raggiunta.

PROM O SPAC E PROM O SPAC E LA PUNTAT A LE DRITTEDE L M AESTRO LE DRITTEDEL M AESTRO

STAFF Sempre al fianco di imprese e lavoratori

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GIOCARECO N GI O G UST O

GIOCAREC O N GI O G UST O

ONata nel 2012, Staff Spa è un’Agenzia per il lavoro iscritta alla sezione I dell’Albo delle Agenzie del lavoro presso il Ministero del Lavoro e P.S. ed è abilitata allo svolgimento di tutte le attività di cui all’art. 20, d. lgs. 276/2003. Società a capitale interamente italiano, Staff ha una presenza capillare in 12 regioni con 38 filiali, costantemente impegnate nella ricerca, formazione e selezione di lavoratori, a testimonianza del profondo legame con il territorio e al tempo stesso di un’altrettanto profonda conoscenza del tessuto produttivo e del mercato del lavoro. Mercato servito attraverso una gamma di servizi che, insieme al core business della somministrazione, vanno a coprire tutte le aree di gestione delle risorse umane: ricerca e selezione del personale, formazione, head hunting, politiche attive del lavoro, welfare aziendale. Solo nel 2021 Staff ha raggiunto ricavi pari a 200 milioni di euro, impiegando in somministrazione più di 17.000 lavoratori presso 2.500 clienti. Staff offre soluzioni innovative e personalizzate per il recruitment, sia per incarichi in somministrazione di lavoro sia per missioni a tempo determinato e indeterminato. L’esperienza settoriale dei suoi professionisti conferma inoltre la volontà da parte di Staff di portare alle aziende risposte rapide, adatte alla diversità dei loro bisogni e delle loro problematiche, stabilendo così una vera e propria partnership con il cliente. LA RICERCA E LA SELEZIONE DEL PERSONALE PER IL SETTORE GAMING... Il settore e i prodotti gioco, nel corso della loro evoluzione, sono cambiati rapidamente in base alle necessità, al mercato e agli utenti di riferimento. Un cambiamento che negli ultimi due anni, a causa della pandemia, ha fatto emergere una crescente richiesta di nuovi prodotti, nuovi videogiochi, live betting, mobile e online ed esports, che sempre più si affiancano al mondo delle scommesse e del gioco terrestre con slot e Vlt. Così come i prodotti e le esigenze del settore, anche i ruoli e le mansioni all’interno delle società del gioco hanno subìto una rapida trasformazione. Staff,

grazie a una forte conoscenza del settore gaming, offre consulenza e supporto nella ricerca e selezione di personale, in particolar modo di risorse del mercato gioco, personale per le sale bingo, sale slot e le gaming hall, e sempre più anche di profili tecnici, informatici, manageriali e dirigenziali. Inoltre, per la sua natura di settore competitivo e dalla forte evoluzione tecnologica, Staff supporta le aziende clienti nella ricerca di personale per profili tecnici e di livello manageriale nell’ambito del gioco online, figure sempre più richieste dal mercato. … E LA FORMAZIONE PER LE RISORSE Staff è convinta che una delle chiavi per governare questi momenti di profonda transizione passi dalla formazione dei lavoratori, per questo rivolge massima attenzione alla formazione che rapprePAROLA DICOLLOVAT I senta non solo un obbligo normativo, ma un dovere sociale che garantisce preparazione, consapevolezza, e credibilità per tutti gli operatori della filiera. Volge particolare attenzione all’ambito del gioco patologico, costruendo percorsi volti soprattutto a garantire la sicurezza degli ambienti di gioco, una condotta responsabile da parte del giocatore e a migliorare lo stato di decoro delle attività stesse. Da diversi anni, alcune Regioni in Italia hanno approvato normative che rendono obbligatori i percorsi formativi per titolari e preposti di sale dedicate al gioco: ad oggi, Staff collabora con enti certificati in Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Piemonte e Toscana, per l’organizzazione ed erogazione dei corsi. I percorsi formativi sono costruiti sulle specifiche richieste del cliente, sia online che in presenza, e sono dedicati alle normative vigenti in materia di sicurezza e antiriciclaggio, rispondendo sempre alle varie necessità di prevenzione, trasparenza e professionalità richieste.

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