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Verso l’uscita dal concordato

L’ASSESSORE ALLE PARTECIPATE DELLA REGIONE VALLE D’AOSTA, LUCIANO CAVERI, DELINEA LE PROSPETTIVE FUTURE DEL SAINT VINCENT RESORT & CASINO, TRA VALORIZZAZIONE DELL’OFFERTA ALBERGHIERA E POSSIBILE PRIVATIZZAZIONE DELLA GESTIONE

di Anna Maria Rengo

Le vicende dei casinò italiani seguono sempre due strade sia parallele che perpendicolari: quelle delle loro società di gestione e quelle delle loro proprietà, Comuni (Campione d’Italia, Sanremo e Venezia) e Regione Valle d’Aosta, per quanto attiene la Casa da gioco di Saint Vincent, da sempre fulcro economico e occupazionale per l’intero territorio, oltre che oggetto, nel corso dei decenni, di accese dispute politiche in Consiglio Valle e di intricate vicende giudiziarie, tra il percorso concordatario ormai giunto a buon punto e la condanna da parte della Corte dei Conti di diciotto tra consiglieri regionali attuali e passati, per i finanziamenti concessi alla società di gestione dal 2012 e il 2015. A fare il punto sul suo stato di salute e le prospettive future, ora che la Corte costituzionale (come analizziamo dal punto di vista giuridico nella rubrica “L’avvo-

LUCIANO CAVERI cato del diavolo” nelle pagine seguenti) ha annullato la sentenza della Corte dei Conti, facendo ovviamente tirare un grosso sospiro di sollievo ai politici valdostani che avrebbero dovuto risarcire la Regione per un totale di ben sedici milioni di euro, è l’attuale assessore regionale alle Partecipate della Regione, Luciano Caveri. Il Casinò di Saint Vincent ha iniziato l’anno, pur con le difficoltà legate al Covid, in maniera positiva. Che giudizio dà dell’andamento della Casa da gioco? “Se si tiene conto della pandemia con le chiusure e le limitazioni, oltreché dei problemi derivanti dal conflitto in corso, come l’aumento del prezzo dei carburanti, la situazione è buona e si potrebbe parlare di ‘cauto ottimismo’. L’orizzonte resta l’uscita dal concordato”. Come sta invece andando il Gran Hotel Billia, come si colloca in un contesto societario più ampio e come eventualmente lo si può e deve valorizzare? “Resto convinto che per la Casa da gioco il Grand Hotel resti un valore aggiunto e c’è stata una positiva tenuta di questa attività su cui concentrare nuovi sforzi, nel limite degli investimenti possibili nel regime concordatario. Certo l’albergo deve funzionare non solo per gli appassio-

nati di gioco e deve aprirsi di più anche ai valdostani”. Come sta procedendo invece l’iter concordatario? “Sul concordato vigilano un commissario (Ivano Pagliero Ndr) e il tribunale e mi pare che al momento le cose avanzino positivamente. Bisogna fare sempre bene i conti con grande attenzione per poter chiudere positivamente con i creditori”. Che giudizio dà della sentenza della Corte costituzionale sul conflitto di attribuzione proposto dalla Regione Valle d’Aosta e come si muoverà ora l’ente, visto che aveva già incassato circa otto dei sedici milioni di euro di risarcimento disposti dalla Corte dei Conti? E quali sono le attese nei confronti del procedimento giudiziario parallelo, quello in Corte di cassazione? “La sentenza della Corte costituzionale è stata molto positiva e spetta ora agli uffici seguire tutti gli adempimenti derivanti in linea con questa decisione di confermare la legittimità dei voti espressi in consiglio regionale per ‘salvare’ il Casinò. Sulla Cassazione si attende l’esito e si leggerà la sentenza”. Anche se i tempi sono prematuri per discuterne, quali potrebbero essere i vantaggi con la privatizzazione del Casinò di Saint Vincent, un tema che ovviamente dovrà aspettare la conclusione dell’iter concordatario ma che è già stato recentemente proposto da qualche formazione di maggioranza in Consiglio Valle? “La privatizzazione, chiuso il concordato, può essere una scelta su cui riflettere. Personalmente la caldeggio, ma va aperto sul tema un confronto ad ampio raggio. Un bando europeo è tema complesso e certo bisognerà che la situazione economica si stabilizzi per fare un eventuale passo di questo genere”. Dopo l’esperienza con la Gestione straordinaria, vecchia società privata di gestione del Casinò attiva negli anni Novanta e che non si riesce ancora a liquidare, non temete che ci potrebbero essere problemi analoghi? E quali sono i motivi, al di là degli specifici contenziosi ancora in corso, che hanno provocato questa impasse decennale? “Sulla Gestione straordinaria i tempi lunghi sono quelli della giustizia ed è prematura già immaginare contenziosi su di una gara che vada verso la privatizzazione”.

La soddisfazione della politica

La sentenza della Consulta che ha annullato la condanna della Corte dei Conti è stata accolta con un coro di consensi in Valle d’Aosta, con le massime istituzioni regionali, direttamente chiamate in causa o no, che hanno salutato con favore il dispositivo. A cominciare dal presidente della Regione, Erik Lavevaz: “Prendiamo atto della sentenza che accoglie quanto la Regione ha sostenuto in questi anni: la piena potestà dei consiglieri regionali di espletare pienamente il loro mandato politico. L’autonomia del Consiglio viene ribadita dalla Corte costituzionale, che conferma la legittimità di quanto fatto dai consiglieri e la facoltà del Consiglio di agire con una visione che non è meramente amministrativa, ma politica e strategica”, queste le sue parole, cui si aggiungono quelle del presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin: ““La sentenza della Corte costituzionale è un fatto importante perché fa finalmente chiarezza sulle competenze che spettano al Consiglio regionale nell’esercizio delle sue funzioni, tracciando una demarcazione tra gli atti da considerare di indirizzo politico e quelli di natura amministrativa. Una sentenza che dà nuove certezze all’operato dei consiglieri e alla loro autonomia decisionale. Si chiude una vicenda molto complessa che si è trascinata per troppi anni e che ha avuto ripercussioni di ordine politico oltre che sul piano personale per i consiglieri coinvolti”. Più sintetico, ma significativo, il commento di Augusto Rollandin, per lunghi anni governatore della Regione e tra gli amministratori regionali condannati dalla Cdc a un risarcimento più grande: “Credo sia un passo molto importante, abbiamo passato sette anni di agonia. Se guardiamo tutto quello che è successo in questo tempo, ce n’è per discutere”. Sulla vicenda interviene anche il senatore Albert Lanièce (gruppo Per l’autonomia): “L’annullamento sentenza della Corte dei conti sul Casinò da parte della Corte costituzionale è l’esemplare risposta a chi, in Valle e fuori, ha accusato con violenza la classe politica valdostana di incapacità e malafede, mentre si salvava una azienda da 800 posti di lavoro”. Emily Rini, già consigliere regionale e attualmente coordinatore regionale di Forza Italia, ritiene che sia finito “un incubo durato cinque lunghi anni. Giustizia è stata fatta. La Corte costituzionale ha riconosciuto la piena legittimità del nostro operato. Grazie di cuore ai tanti amici e conoscenti che mi sono stati vicini e che mi hanno supportata (e sopportata!) in questi anni difficili. Ho vissuto momenti e situazioni così complessi che non si possono raccontare a parole. Grazie alla mia famiglia ️, senza di loro non ce l’avrei fatta. Grazie anche a chi, con cattiveria, ha cavalcato questa storia - strumentalizzandola - approfittandosene per screditare le persone coinvolte. Da voi ho avuto il più grande insegnamento: quello di non essere mai come voi. Tutta questa storia mi ha insegnato tanto e il dolore e le difficoltà provate in questi anni dovranno essere trasformati in forza per affrontare meglio le sfide future della vita”. Anche Mauro Baccega, consigliere regionale di recente ingresso in Forza Italia, commenta con grande sollievo la sentenza: “Sono rinato per la seconda volta. La Corte costituzionale ha annullato la sentenza della Corte dei conti che mi condannava insieme ad altri colleghi per aver votato la delibera che ha salvato il Casinò e tutto quanto ruotava intorno. Sono stati cinque anni d’inferno e comunque... giustizia è stata fatta. Ringrazio tutti coloro che nel tempo mi sono stati vicino e che mi hanno sempre sostenuto”.

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