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Quindicinale - anno XLVI n.16
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POSTA ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD- IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO DI PADOVA DETENTORE DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE - TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA - 35100 PADOVA - ITALY
Serve apertura culturale i interessa chiaramente l'anno scolastico delle scuole del nostro territorio, dove vive ed opera la comunità di lingua slovena. Dopo aver ottenuto la parità costituzionale come tutti gli altri cittadini italiani, nel febbraio del 2001, stiamo ancora aspettando la piena attuazione del dettato disposto dalla legge, perché per noi le difficoltà, i rimandi, gli ostacoli sono all'ordine del giorno, quasi che ci fosse una tacita aspettativa che i nostri problemi, ma anche le nostre aspettative, siano definitivamente risolte dalla legge implacabile del tempo, che evidentemente non ci favorisce. Si trascina stancamente la situazione della scuola bilingue di San Pietro per l'indisponibilità dei locali e per la lentezza indescrivibile con cui si cerca di ovviare alla dispersione degli alunni in diverse sedi, con evidente danno della continuità didattica. Dobbiamo dare atto ai responsabili della scuola ed ai genitori dei figli che la frequentano, di aver fatto sentire la loro voce per chiedere l'applicazione della legge. Si è trattato di una presa di posizione alta e nobile, che ha visto reclamare con coraggio e dignità quanto spetta per sacrosanto ed elementare diritto. Così, anche nella provincia di Udine si è levata forte e chiara e sempre rispettosa, come da tradizione, la voce degli sloveni che così hanno manifestato la loro presenza e, nello stesso tempo, la coscienza ormai matura della loro identità e del contributo civile che danno ed intendono continuare a dare alla società. In questo senso si sta estendendo la coscienza dei nostri diritti costituzionali anche ad altre comunità della Slavia. Già da mesi si parla di scuole bilingui a Taipana e Lusevera. La presentazione di un progetto unitario rafforzerebbe la richiesta e potrebbe più facilmente superare gli ostacoli rappresentati dal numero limitato degli alunni e dalle ristrettezze economiche dell'amministrazione pubblica. Purtroppo qui le cose sono complicate da incomprensioni interne, che rendono più difficile questa realizzazione tanto utile e necessaria. Non sono chiare le motivazioni profonde del mancato accordo, ma una cosa è molto chiara: il danno culturale che patisce la cultura in quanto tale, non unicamente la slovena. È questa la grande posta in gioco: l'apertura culturale. Buone notizie vengono invece dalla Val Canale, dove si progetta addirittura una scuola trilingue, quasi a realizzare la prassi di Monte Lussari, dove italiano, sloveno e tedesco hanno stabile e cordiale e pacifica dimora, con la meraviglia e l'entusiasmo dei pellegrini che vi giungono e si lasciano affascinare dalla Pentecoste colà vissuta e realizzata. Se la cosa va in porto, nella Val Canale, per l'accordo tra i comuni di Malborghetto e Tarvisio, lo sloveno sarà lingua di insegnamento nelle medie superiori, per la prima volta in provincia di Udine. Una buona notizia a cui auguriamo si possano aggiungere tante altre.
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● Marino Qualizza
NOVUO LIETO SE JE ODPARLO MED TEŒAVAMI A V PARÅAKOVANJU DOBRIH NOVIC
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Spet v œuolske klopi z upanjam na buojœe
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troci, puobi in @e@e so 12. œetemberja veselo prestopili œuolske prage tudi v Bene@iji, Reziji in Kanalski dolini. Troœt je, de bo novuo œuolsko lieto parneslo manj te¡au dvojezi@ni œuoli v Œpietru, de na bo te zadnje v Tipani, Bardu in v rezijanski ni¡iji sriednji œuoli, de bo v dolini pod Viœarjami odparlo vrata sistemati@nemu pouku v vsieh treh jezikah, ki so tamgor doma. Za@nimo par dvojezi@ni œuoli, ki bo v za@asnih prestorah tudi lietos in manku œe hlietu. Nje hram, naj bi biu parpravljen za œuolsko lieto 2013-214. Otroci vartca in elementarne œuole se bojo lietos u@ili v dijaœkim domu in v u@iteljiœ@u. Ni¡ja sriednja œuola, naj bi bla v hramu kupe s sriednjo œuolo, v kateri u@é samuo po italijansko. Takuo so odlo@ili v Tarste na sre@anju, ki so ga imieli vladni komisar Alessandro Giacchetti, regjonalni aœeœor Roberto Molinaro, regjonalna œuolska direktorica Daniela Beltrame, œpietarski œindik Tiziano Manzini in predstavniki gasilcu. Potriebne pa so nekatere diela, de bi v œuoli »Dante Alighieri« parpravli prestore. Zatuo bo dvojezi@na sriednja œuola za@ela novuo lieto v hramu gorske skupnosti in se prelo¡ila, kàr bojo diela parœle h koncu. Problem je dost cajta bojo nucali za diela. Nekateri, ki se v re@i zastopijo, pravijo, de bi bluo zadost miesac dni, na œpietarskim kamunu pa pravijo, de bo potriebno narmanj 6 miescu. Starœi otruok se boje, de bojo diela zavla@evali iz politi@nih ra¡onu. Vsekakor, na koncu bo lepuo, de bojo vsi otroci kupe in de bojo nucali skupne strukture. Takuo se bojo med sabo spoznali in bojo buj lahko sodelovali. V te pravim kulturnim in parjateljskim duhu, ki ga Bene@ija karvavo potrebuje. V prihodnjih miescah bojo dolo@ili, katere œuole bojo zaprli od œetemberja 2012. Med njimi bota prù sigurno tista v Njivici in tista v Tipani, viœno tudi tista v Sauodnji. Kamuna Bardo in Tipana sta zaprosila, de se tudi par njih za@ne u@iti v dvieh jezikah: po italijansko in po slovensko. Na Regjonu mislijo, de je otruok premalo za dvie œuole; tudi adno samo dvojezi@no œuolo bo te¡kuo odprieti. Nie sudu. Nucno bi bluo, @e bi se kamuna dogovorila o skupnim projektu. Druga@ bojo obie œuole zaparli in tuole bo v œkodo doma@im vasem in cieli slovenski manjœini v Italiji. Buj pamentno se obnaœajo v Kanalski dolini, kjer sta kamuna Tarbi¡ in Naborjet zaprosila za trijezi@no œuolanje od vartca do mature v vsieh œuolah na teritoriju. #e bojo oblasti proœnjo sparjele, bojo parvi krat u@ili po slovensko na viœjih sriednjih œuolah v videnski pokrajini. ● R. D.
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beri na 5. strani
SUL MATAJUR un appuntamento organizzato e gestito completamente da estranei
Festa della montagna senza la festeggiata na festa della montagna organizzata e gestita da persone che la montagna, con i suoi terribili problemi, la fatica quotidiana e – perché no – le piccole e grandi gioie e soddisfazioni, non la vivono sulla propria pelle è un paradosso. Ma nelle Valli del Natisone di questi tempi succede anche questo. Domenica 4 settembre al rifugio «Pelizzo» i relatori del convegno sul ruolo dei territori montani erano l'assessore regionale Violino, quello provinciale Marcuzzo, il sindaco di Paularo, Faleschini, il (dimissionario?) commissario della comunità montana, Tirelli, e il commissario di Savogna, Damele. Non invitati al tavolo gli amministratori locali e privati del diritto di parola quelli presenti in platea. Questi ultimi erano appena quattro: un sindaco, due vice e un consigliere di opposizione, quando la comunità montana conta ben 25 comuni. Evidenti, dunque, il boicottaggio alla tavola rotonda dei «visitors» – per usare
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un’efficace definizione dell’ex sindaco di Udine, Cecotti – da parte della quasi totalità dei politici autoctoni e l’assenza – per solidarietà, hanno fatto sapere – dei colleghi dell’alta valle dell’Isonzo in Slovenia. Portavoce del dissenso si è fatto il sindaco di Pulfero. «Le Valli del Natisone si sono ritrovate completamente escluse: tutte le iniziative in programma erano a
cura di realtà e persone estranee all’area della Slavia friulana. Dov’erano, per esempio, i nostri gruppi corali? Sono indignato. La situazione creatasi è l’evidente dimostrazione di come la nostra sia terra di conquista», ha tuonato Domenis. Sottolineando, in aggiunta, che per l’organizzazione sono stati consumati quest’anno 10.000 euro, quasi il doppio di quanto si spendeva in passato. Un appunto va fatto anche all’assessore Violino. Nel suo pur ottimo intervento in vetta ha affermato che «fino al 1989 qui finiva il mondo». Niente di più sbagliato, perché il Matajur ha sempre unito le popolazioni di entrambi i versanti, anche quando la politica cercava di dividerli durante gli anni difficili del secondo dopoguerra. Non si può farne una colpa all’assessore, che ha ripetuto un ritornello sempre in voga. Lui è della Bassa friulana. Ma chi conosce la realtà locale non si sarebbe mai espresso in quei termini. ● Ezio Gosgnach
V TELI ÆTEVILKI POGOVORA Œiva Gruden in Margherita Cencig o novim æuolskim lietu • stran 5 LOKALNE AVTONOMIJE V reformi Gorski skupnosti bojo predlagali tudi zdruœiteu te buj malih kamunu • stran 8 ÆPIETARSKA FORANIJA Puno vierniku na ruomanju v Fatimo in Santiago • stran 7 TIPANA Od 15. æetemberja bo odparta farmacija • stran 12 Redakcijo smo zakljuåili 13. septembra ob 14. uri
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VERSKO ¡IVLJENJE
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15. septembra 2011
V 81. LETU STAROSTI. Doma je bil iz œupnije Dobrovo pri Ljubljani
OLTRE UN MIGLIAIO DI FEDELI al 36° pellegrinaggio diocesano a Castelmonte
Odæel je torontski nadækof kardinal Ambroœiå Bil je ponosen Slovenec
L’Arcivescovo: «I figli sono il più grande dono di Dio»
sredo 31. avgusta, v katedrali Sv. Mihaela v Torontu je nadœkof Thomas V Christopher Collins vodil zaduœno sveto maœo za kardinala slovenskega rodu Alojzija Ambro¡i@a. Pogrebnega obreda se je v imenu Cerkve na Slovenskem kot
➔ L’impegno della Chiesa Udinese a educare le coscienze dei piccoli, degli adolescenti e dei giovani
predsednik Slovenske œkofovske konference udele¡il ljubljanski nadœkof metropolit Anton Stres. Med tiso@ero mno¡ico vernikov so bili tudi predstavniki zvezne vlade, guverner Ontaria in torontski ¡upan. V pridigi je torontski nadœkof med drugim dejal, da je bil kardinal Ambro¡i@ vernikom kot o@e, da jim je slu¡il iz dneva v dan z modrostjo in vizionarsko skrbjo, ki nam daje upanje in nas navduœuje za ljubezen. »Potrebujemo vizijo, zlasti ker ¡ivimo v svetu, kjer je veliko trpljenja in je v@asih te¡ko videti bo¡jo roko«, je dejal nadœkof Collins in dodal: »Bog mu je dal vizijo za izpolnitev svojega poklica kot duhovni vodja svojih ljudi, vodil jih je tako, da jim je pomagal videti v svojih te¡avah in ¡alosti upanje, ki ga daje skrbna bo¡ja ljubezen.« Kardinal Ambro¡i@ je umrl 26. avgusta po dolgotrajni bolezni. Pape¡ Benedikt XVI. je v so¡alnem telegramu, ki ga je poslal na torontsko nadœkofijo, izrazil globoko ¡alost in se s hvale¡nostjo spomnil na njegovo »predanost in slu¡enje Cerkvi«. Alojzij Matej Ambro¡i@ je bil rojen 27. januarja leta 1930 v vasi Gabrje v ¡upniji Dobrova pri Ljubljani. Ko je bil star petnajst let, je morala njegova dru¡ina zbe¡ati iz Slovenije. Po nekaj letih ¡ivljenja v begunskih taboriœ@ih v Avstriji, so leta 1948 odœli v Kanado in se ustalili v Torontu. V duhovnika je bil posve@en leta 1955. Kasneje se je œtudijsko izpopolnjeval v Italiji in Nem@iji. Velik del svojega ¡ivljenja je nato posvetil profesorskemu delu. Leta 1976 je bil posve@en v œkofa in je postal pomo¡ni œkof v Torontu. Torontska nadœkofija je bila ¡e v obdobju njegovega duhovniœkega posve@enja zelo ¡iva. Zaradi velikega œtevila priseljencev z vsega sveta se je hitro œirila in danes se v njej svete maœe obhajajo v okoli 25 razli@nih jezikih. Njegovo pastoralno delovanje je bilo zato posebej zaznamovano z vpraœanji razli@nih kulturnih skupin. Leta 1986 je bil imenovan za nadœkofa pomo@nika, œtiri leta kasneje pa je postal nadœkof v Torontu. Bla¡eni Janez Pavel II. ga je leta 1998 imenoval za kardinala. Pokojni toronstki nadœkof Ambro¡i@ se je veliko prizadeval za osamosvojitev Slovenije in v pismu ljubljanskemu nadœkofu dr. Alojziju Œuœtarju 13. julija 1991 je med drugim zapisal: »Naj vam s solzami v o@eh povem, kako ponosen sem, da sem Slovenec!« Leta 2002, ko je v Torontu potekal Svetovni dan mladih, je bil kardinal Alojzij Ambro¡i@ v vlogi gostitelja. Naj spomnimo na pomenljive besede, ki jih je takrat izrekel med sveto maœo z mladimi: »Jezus Kristus je srediœ@e @loveœtva in zgodovine. Le v Njem naœi ideali in naœa hrepenenja najdejo smisel in izpolnitev. On je lu@, On je ljubezen. Ljubezen, o kateri smo poklicani pri@evati v svetu«.
● R. D. ccanto all’impegno di leggere, ascoltare e meditare la Parola di Dio, la Chiesa Udinese si è data un ulteriore programma per l’anno pastorale: l’educazione dei «nostri figli che stanno crescendo in mezzo a noi». Lo ha annunciato l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata l’8 settembre nel corso del 36° pellegrinaggio diocesano al santuario della Madonna di Castelmonte. All’appuntamento religioso, che si rinnova dall’anno del terremoto del 1976, ha partecipato oltre un migliaio di fedeli accomunati dalla preghiera e dall’impegno per una rinascita spirituale e culturale dopo la ricostruzione materiale dei paesi. Il pellegrinaggio è iniziato con la salita a piedi da Carraria a Castelmonte e si è concluso con il canto del Magnificat e l’omaggio floreale alla Madonna. Come da tradizione ormai consolidata la prima lettura e due invocazioni della preghiera dei fedeli, durante la santa messa, sono state fatte in sloveno, mentre il Lepa si, ro¡a Marija ha concluso la celebrazione.
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V SOBOTO 24. SEPTEMBRA V SARAJEVU. Ubili so jih åetniki 11. decembra 1941
Tudi dve Slovenki med drinskimi muåenkami, ki bodo razglaæene za blaœene Sarajevu, prestolnici Bosne in V Hercegovine, bo v soboto 24. septembra, razglasitev petih drinskih mu@enk za bla¡ene. Med njimi sta tudi slovenski redovnici iz danaœnje novomeœke œkofije: s. Jo¡efa Bojanc in s. Jo¡efa Fabjan. Slovesno razglasitev v œportni dvorani Zetra bo vodil prefekt Kongregacije za zadeve svetnikov kardinal Angelo Amato. Sarajevski nadœkof kardinal Vinko Puljiæ je na slovesnost povabil novomeœkega œkofa msgr. Andreja Glavana ter druge slovenske œkofe, duhovnike, redovnike, redovnice in vernike, posebej iz rodnih ¡upnij mu@enik. Drinske mu@enke so bile redovnice h@era Bo¡je ljubezni: s. Marija Julija (rojena Kata Ivaniœeviæ), s. Marija Bernadeta (rojena Terezija Banja), s. Marija Krizina (rojena Jo¡efa Bojanc), s. Marija Antonija (rojena Jo¡efa Fabjan) in s. Marija Berchmana (rojena Carolina Anna Leidenix). Redovnice so po¡rtvovalno negovale bolnike in velikoduœno skrbele za otroke razli@nih ver in narodnosti v dr¡avnem Otroœkem domu na Palah v Bosni in Hercegovini. #etniki so jih 11. decembra 1941 nasilno odvedli s Pal v smeri Gora¡da.
Pot v snegu in mrazu je trajala œtiri dni. V ve@ernih urah 15. decembra so v vojaœnico v Gora¡du, kjer so bile zaprte v drugem nadstropju, vdrli pijani @etniki z namenom, da bi jih one@astili. Œtiri izmed njih so sko@ile skozi okno, nato pa so jih vojaki z no¡i pokon@ali in jih vrgli v reko Drino. S. Berchmano, ki zaradi starosti ni zdr¡ala naporne poti do Gora¡da, so po vsej verjetnosti 23. decembra 1941 ubili v Sjetlini. Marija Krizina (Jo¡efa) Bojanc se je rodila 14. maja 1885 v Œmarjeti. V 36.
letu starosti je stopila v redovno skupnost H@era Bo¡je ljubezni v Sarajevu. Polna sestrinske ljubezni se je odlikovala po nenehni molitvi, ¡rtvi in spokorniœkem ¡ivljenju. ˘e v @asu ¡ivljenja so jo imenovali »sestra molitve«. Marija Antonija (Jo¡efa) Fabjan se je rodila 23. januarja 1907 v Malem Lipju v ¡upniji ˘u¡emberk. V 22. letu starosti je stopila v redovno skupnost H@era Bo¡je ljubezni v Sarajevu in 19. marca 1932 naredila zaobljube. Odlikovala se je po preprostosti, iskrenosti, pobo¡nosti in zbranosti.
Nadækofi Battisti, Mazzocato in Brollo na Stari Gori foto www.natisone.it «Questo santuario dedicato a Maria – ha sostenuto l’Arcivescovo nell’omelia – è il miglior punto di partenza per un cammino dedicato all’educazione perché Maria e Giuseppe, suo sposo, sono stati gli educatori più efficaci. Come abbiamo ascoltato nel racconto del Vangelo, essi accolgono in mezzo a loro il più grande dono: un figlio che è l’Emanuele, “il Dio con noi”. Maria e Giuseppe, come genitori ed educatori – ha auspicato mons. Mazzocato –, ci siano di esempio mentre cercheremo di capire in quale modo in questo tempo possiamo essere validi educatori dei nostri piccoli. Ci ricordino che i bambini che nascono sono il più grande dono di Dio per il papà e la mamma che li hanno generati e per tutti noi che li accogliamo alla vita». I genitori e gli educatori sono posti a servizio dei figli, ha spiegato mons. Mazzocato, «per accompagnarli a cre-
scere bene nella vita, a reallizzarla e a non rovinarla o fallirla. Avremo compiuto il nostro servizio di genitori ed educatori quando i figli arriveranno a fare dono totale e definitivo di se stessi nella vocazione per la quale Dio Padre li ha voluti all’esistenza. Così è stato per Gesù e a questo è chiamato ogni giovane battezzato. Non c’è gioia più grande per un giovane e una giovane che arrivare ad un dono di amore definitivo in cui impegna tutta la sua persona o nell’alleanza matrimoniale o nel ministero di sacerdote e nella consacrazione del cuore e del corpo a Dio e ai fratelli nella verginità». L’Arcivescovo ha terminato l’omelia ribadendo l’impegno «in questo e nei prossimi anni a trovare le strade e le condizioni per educare nel modo migliore le coscienze dei piccoli, degli adolescenti e dei giovani secondo il Vangelo di Gesù».
25. NAVADNA NEDIEJA
Takuo bojo te zadnji parvi in parvi te zadnji ● 1. berilo Iœ@ite Gospuoda, dokier se daje najti, kli@ite ga, dokier je blizu! Karvi@ni naj zapusti svojo pot in hudobni svoje misli. Varne naj se h Gospuodu, de se ga bo usmilu, k naœemu Bogu, ki je velik v odpuœ@anju. Kier moje misli nieso vaœe misli in vaœe poti nieso moje poti, govori Gospuod. Kier kakor je nebo vesoko nad zemljo, tako visoko so moje poti nad vaœimi potmi in moje misli nad vaœimi mislimi. Izaija 55 6-9 ● Evangelij po Mateju Tisti cajt je Jezus svojim u@encam poviedu telo pargliho: »Nebeœko kraljestvo je namre@ podobno hiœnemu gospodarju, ki je œu zguoda zjutra najet dieluce za svoj vinograd. Z dieluci se je zmeniu za en denar na dan in jih je poœju v svoj vinograd. Okuole tre@e ure je œu von in vidu druge na targu postajat brez diela. Tudi tem je reku: “Puojdite tudi vi v vinograd, in kar je prù, vam bom dau.” In so œli. Okuole œeste in okuole devete ure je spet œu von in stuoru prù takuo. In kàr je œu von okuole danajste ure, je uœafu druge, ki so tam postajal’, in jim je reku: “Kaj postajate tle vas dan brez diela?” “Kier nas nobedan nie najeu,” so mu jali. Tadà jim je reku: “Puojdite tudi vi v vinograd!” Pod nuo@ pa je gospodar vinograda reku svojemu oskarbniku: “Pokli@i dieluce in jim pla@i. Za@ni par te zadnjih in kon@i par te parvih.” Parstopili so torej tisti, ki so parœli okuole danajste ure, in dobili vsak po an denar. Kàr so parœli parvi, so mislili, de bojo dobili vi@, vendar so tudi oni dobili vsak po an denar. In kàr so tuo parjeli, so godarnjali nad hiœnim gospodarjam, @eœ: “Ti zadnji so dielali adno uro in si jih izena@u z nami, ki smo prenaœali te¡o dneva in gorkuoto.” Odgovoriu je adnemu izmed njih: “Parjatelj, ne dielam ti karvice. Al se niesi pogodiu z mano za en denarij? Vzemi, kar je tvojega, in puojdi! #em pa tudi temu zadnjemu dati kakor tebi. Ali ne smiem storiti s svojim, kar @em? Ali je tvoja uo@ hudobna, kier sem jest dobar?” Takuo bodo zadnji parvi in parvi zadnji.« 20, 1-16
15. septembra 2011
ZGODOVINA
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IN MARGINE ALLE CELEBRAZIONI PER IL 150° ANNIVERSARIO della proclamazione del Regno d’Italia
Trinko: «La lingua slovena ha piena cittadinanza nelle chiese» ➔ Rutar: «Gli sloveni della Bencia sono molto devoti e sinceramente docili nei confronti della Chiesa cattolica. I sacerdoti hanno saputo popolarizzare la Chiesa e imprimerle un chiaro carattere nazionale» ● Giorgio Banchig sacerdoti hanno da sempre rappresentato un punto di riferimento insostituibile per la comunità slovena delle Valli del Natisone, tanto più nei momenti di transizione, di crisi e guerre. Lo furono a maggior ragione dopo l’annessione al Regno d’Italia quando, attraverso la politica assimilatrice dei nuovi dominatori, si tentò di minare alle basi le radici culturali e religiose di questa comunità. Anche in questo difficile momento la popolazione (le rare eccezioni riguardavano impiegati, insegnanti e funzionari pubblici, alcuni amministratori strettamente legati all’apparato del nuovo stato) seguì le direttive dei sacerdoti. Lo storico sloveno Simon Rutar scrive: «Gli sloveni della Bencia sono molto devoti e sinceramente docili nei confronti della Chiesa cattolica. I sacerdoti hanno saputo popolarizzare la Chiesa e imprimerle un chiaro carattere nazionale. In chiesa la gente si sente come a casa, parla familiarmente con il sacrestano e il sacerdote, fanno domande ad alta voce e fanno le proprie osservazioni sulle prediche, chiedono, ad esempio, perché il celebrante non vuole cantare la messa piuttosto che leggerla. In chiesa il sacerdote celebra le funzioni in modo familiare: sull’abito indossa la casula e la stola, davanti all’altare si siede su una sedia di paglia intrecciata; la gente invece sta seduta o accovacciata per terra e canta i canti sacri. Don Podrecca racconta che a San Pietro nel pomeriggio del 29 giugno 1885 (festa del Patrono, ndr) mentre eseguivano il ballo nazionale ”Slavjanka“ al suono della ”ziguzajna“ (una specie di violino), al suono della campana dell’Ave Maria, tutti i ballerini, i suonatori e gli spettatori caddero sulle ginocchia e pregarono devotamente. La gente rispetta profondamente i propri sacerdoti e si prendono cura di loro perché essi rappresentano tutto» (Simon Rutar, Beneœka Slovenija, Ljubljana 1899, ristampa anastatica Cividale 1998, pp. 6667). Oltre alla inculturazione, diremmo oggi,
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e popolarizzazione della Chiesa nella comunità slovena delle Valli del Natisone, uno dei punti fermi nell’azione pastorale, ma anche nella vita quotidiana, dei sacerdoti era l’uso della lingua slovena locale. Si trattava di una tradizione ormai millenaria che non fu messa in discussione da nessuno dei dominatori passati per queste terre, tanto meno dall’autorità ecclesiastica che apprezzava la profonda religiosità di questa comunità. Scrive Ivan Trinko: «Se la lingua slovena non trova protezione nella scuola e riconoscimento dal governo, ha piena cittdinanza almeno in chiesa. Dappertutto si predica in sloveno anche perché non può essere altrimenti. Purtroppo però gli stessi sacerdoti, non conoscendo la lingua slovena letteraria e delle sue regole grammaticali, molte volte alterano anche quanto non è ancora alterato nel nostro dialetto. Tuttavia devo riconoscere che sotto questo aspetto negli ultimi tempi si sono notati dei miglioramenti e non solo perché i preti più giovani almeno un po’ si preparano prima di assumere il servizio, ma anche perché i sacerdoti più anziani stanno
Simon Rutar (1851-1903) più attenti alle regole in modo che alcuni di loro, anche se in dialetto, predicano del tutto correttamente. Allo stesso modo la dottrina cristiana viene insegnata in sloveno, naturalmente in chiesa, perché a scuola non è necessario. Per le nostre tre parrocchie abbiamo un catechismo particolare che, con l’aiuto del defunto mons. Kocian@i@ di Gorizia [si tratta probabilmente di mons. Œtefan Kocian@i@ (1818-1883), docente di Antico testamento e lingue orientali presso il semi-
nario centrale di Gorizia, ndr], è stato redatto e dato alle stampe dal defunto parroco [di San Pietro] Mu@i@ e dal cappellano Pietro Podrecca. Il libro però è usato solo dai sacerdoti e non viene distribuito ai bambini». Ivan Trinko si sofferma, poi, su alcune particolarità liturgiche, sulle quali, a cavallo del secolo, si aprirà una forte polemica tra i sacerdoti sloveni e l’arcivescovo di Udine, mons. Pietro Zamburlini (cfr. Faustino Nazzi, Storia religiosa della Slavia Friulana dalle origini al 1920, S. Leonardo, http://fauna31.wordpress.com, pp. 256-261). «È interessante – scrive Ivan Trinko – che la lingua slovena venga usata, durante il rito del battesimo, nelle domande rivolte al battezzando e nella recita del Padre nostro e del Credo. Allo stesso modo nella celebrazione della santa messa, subito dopo la lettura del Vangelo in latino, viene fatta anche quella in sloveno. Particolarità ancora maggiore è il fatto che quando il sacerdote comunica i fedeli, recita la formula Domine non sum dignus» nel dialetto sloveno. «Tutti i canti in chiesa vengono eseguiti in sloveno se escludiamo quelli della messa cantata e il Tantum ergo prima della benedizione eucaristica. Cantiamo durante la messa letta, prima e dopo il Tantum ergo durante la benedizione. Accanto al repertorio abituale abbiamo particolari canti per Natale, Pasqua ed altre occasioni. Canta insieme tutta la gente con grande devozione e profondo sentimento. Le melodie sono generalmente semplici, lente e di un ri-
La sistemazione delle cappellanie di San Pietro el 1861, cinque anni prima dell’annessione della Slavia all’Italia, «il capitolo di Cividale decide di emettere un N decreto di sistemazione complessiva delle cappellanie della pieve di San Pietro, elevandole a sacramentali con l'attribuzione delle funzioni e sacramenti prima amministrati in parrocchia. "Nell'esposizione del Santissimo si cantino le Litanie Lauretane ed in quaresima il Miserere con le orazioni convenienti. Le filiali con battistero non battezzino né tumulino senza previo mandato del vicario curato, eccetto in urgenza. I cappellani delle filiali di Azzida, Vernasso, Vernassino, Rodda, Brischis e Lasiz nei giorni festivi devono finire la loro messa e le funzioni tanto tempo prima che incominci la funzione antimeridiana della parrocchia, affinché possano loro ed i parrocchiali intervenire alla funzione. Per le altre filiali per la distanza (Erbezzo e Mersino) funzioni all'ora più opportuna». I cappellani con i loro fedeli devono intervenire alla parrocchiale nelle seguenti festività: «Circoncisione, Epifania, Purificazione, Terza festa di Pasqua, Assunzione, Corpus Domini, domenica fra l'ottava del Corpus Domini, Santi Pietro e Paolo, Dedicazione, solennità del Rosario, domenica dopo san
Martino»: undici volte. Il vicario o cappellano funzionerà le solennità nella cappellania o col suo cooperatore. Non si parla di Antro cappellania curata che gode di una sua autonomia. […] Questa complessa e puntuale regolamentazione delle funzione nelle singole cappellanie documenta la dinamica religiosa delle nostre popolazioni, che trovavano nel "loro" religioso la piattaforma culturale delle propria identità cristiana e sociale e la loro intraprendenza sia economica che morale per gestirlo con responsabile partecipazione. Forse manca la dimensione dottrinale, ma quella era sottintesa nel ruolo del loro cappellano, che doveva essere idoneo e sufficiente, altrimenti ne chiedevano la sostituzione. La partecipazione delle deputazioni comunali sia nella paga che nella sorveglianza sul servizio pastorale del prete, conferma la straordinaria integrazione delle istituzioni politiche, sociali e religiose in vista di un benessere complessivo». (Faustino Nazzi, Storia religiosa della Slavia Friulana dalle origini al 1920 - San Pietro, http://fauna31.wordpress.com, pp. 239-240)
goroso spirito religioso. Chissà quando sono nate! Le persone non abituate a questo tipo di canto, rimangono involontariamente incantate. Pensate: un coro misto con centinaia di voci, da quelle più alte di donne e bambini cangianti in tutte le loro gradazioni, colori e sfumature, ai toni potenti dei bassi – il tutto ben amalgamato in piena armonia, senza eccessi e strida, direi quasi a mezza voce, nel segno di una lieve malinconia che spira dolcemente nell’anima. La gente deve avere un cuore di pietra per non percepire il fascino di questo canto» (Ivan Trinko, Beneœka Slovenija, Celje 1980, pp. 47-49). E mons. Trinko, da sensibile musicista qual era, sapeva di che cosa parlava e soprattutto conosceva l’anima della sua gente. La partecipazione alle sacre funzioni è massiccia. In alcune feste (cfr. finestra sotto) sacerdoti e fedeli convergono nelle sedi parrocchiali di San Pietro e San Leonardo, dando vita a cerimonie caratterizzate da profonda partecipazione e devozione. Pochissimi sono i non praticanti che vengono considerati come non facenti parte della comunità. I pochi anticlericali, concentrati nei fondovalle, subiscono influenze esterne e diventano i prodromi dell’opposizione alla lingua slovena e ai sacerdoti che la difendono e usano nella loro azione pastorale. La loro presenza si fa notare già nel luglio del 1865 in occasione della missione al popolo predicata dal gesuita di Tarcetta, p. Antonio Banchig (1814 – 1891). «Gli avversari al Papa, alla compagnia, alla pietà, e al presente ordine di cose non molto numerosi, ma molto astuti e potenti per la loro influenza – scrive nella sua relazione sulla missione di San Pietro –, eransi dapprima adoperati con vari pretesti a dissuadere quell’ottimo Parroco [don Michele Muzzigh, ndr] dal chiamare un gesuita per la predicazione» e poi «erano financo riusciti a seminar discordie fra’ cappellani e ad alienarli da esso per modo, che questi vinti dall’inganno, dal timore e da umani riguardi aveano risoluto, e parecchi già concertato, di ricusare e l’assistenza e l’opera loro. Da ultimo aveano qua e colà impegnati i loro adepti perché distornassero il popolo dal concorrere alle sacre funzioni, e quando queste ebbero principio, sparsero la voce che durerebbero due soli giorni». Nonostante ciò la missione ebbe grande successo e alla processione penitenziale dalla parrocchiale al cimitero parteciparono più di 6 mila fedeli (cfr. Giorgio Banchig, P. Antonio Banchig, gesuita di frontiera, Cividale 2007, pp. 128-133).
GLI SLOVENI DEL FRIULI A GUARDIA DEI CONFINI E DELLA CITTÀ DI CIVIDALE al tempo dei turchi e degli Austriaci nei secoli XV e XVI
I Turchi alle porte della Patria del Friuli ll’annuncio che i Turchi stavano avanzando, i mercenari, albergati a Cividale, fecero vistosi debiti e alla chetichella disertarono. All’avvertimento che che 10 mila si stavano ammassando sul Carso, i Cividalesi risposero: «Si temono i soldati nostri, ai Turchi possiamo resistere, faremo entrare in città i villici in caso di necessità, spegneremo i fuochi fuori, porremo una bombarda sul ponte, un’altra a porta S. Pietro; voi date il segno quando i Turchi s’avvicinano, e non curate altro». Ed eccoci all’anno funestu 1477. I turchi sono alle porte della Patria, ma continuano le rapine dei mercenari, massime a
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Galliano presso Cividale. I villici si affollano di fretta in città, i ritardatari danno il sacco a ciò che i fuggiaschi hanno dimenticato. E mentre in città s’istituisce il processo contro i saccheggiatori, i Turchi d’accordo coll’offeso conte di Gorizia e coll’imperatore, passano l’Isonzo sotto Gorizia, fingono di ritirarsi davanti alla cavalleria di Girolamo Novello, ma in realtà per rafforzarsi con le forze imboscate sopra Gorizia. Queste avevano guadato l’Isonzo e si erano di notte appiattite a Peuma, dove sconfissero l’esercito veneziano. Il 1° novembre parte della cavalleria bosniaca arrivò al Tagliamento ardendo villaggi e predando uomini e cose; il 2 ripassano l’Isonzo per
Guerriero turco consegnare ai compagni i 4 mila prigionieri; il 3 ritornano in maggior numero e
guadando il Tagliamento danno il sacco a tutti i paesi fino alla Motta, risparmiando i luoghi del conte di Gorizia e dell’imperatore d’Austria. Indi ritornano presso i loro acquartieramenti, annegando prima nel Tagliamento e poi nell’Isonzo i prigionieri loro superflui.1 Nel 1499 altra incursione, e Cividale si preparò alla difesa. Il 23 agosto si ordinò che si muovano anche gli schiavoni «quia inchiant Teutones in has partes», avvertendo che la Cortina di Tolmino non è ben assicurata. Il 24 settembre «i Teucri appropinquano» e si impone agli Schiavoni che vengano a difendere la città. Il risultato di codesta incursione fu che i Turchi hanno devastato la Patria fino al Piave, hanno ridotto in prigionia la massima parte dei rustici, fattane strage al Tagliamento, portarono la preda di là dell’Isonzo e quivi si accamparono. In questa ultima incursione la peggior sorte toccò ai
luoghi posseduti dal conte di Gorizia e dall’imperatore per aver preteso un pedaggio esorbitante. Centotrentadue villaggi furono saccheggiati e bruciati da duemila Turco-Bosniaci, che scorsero la pianura friulana.2 In conclusione: Dagli stipendiari veneti e dai Turchi libera nos Domine! - 2. continua Tarcisio Venuti 1. Si propose al Consiglio di Cividale: «Siccome per la strage universale di tutta la Patria or fatta dai Turki, il serenuiissimo Dominio statuì di mandare in Friuli 1500 cavalli, i quali se venissero, considerati gl’incendi avvenuti, tutto distruggerebbero ciò che resta ancora in Patria, essere da opporvisi perché non vengano, e chiedere si conservi piuttosto la Patria che non vada tutta in rovina col gettare gli averi in fabbriche inninatamente inutili» 2. Delle incursioni dei Turchi scrisse Francesco Musoni, Udine 1890-92. Vedere anche G. Loschi, Le incursioni dei Turchi nella Carniola e nell’Istria, Archeografo Triestino, vol. XIII, II, p. 15.
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ZGODOVINA-KULTURA
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15. septembra 2011
LA COOPERATIVA «MOST» HA PRESENTATO ALLA SAGRA DI MATAJUR I VOLUMI DI EZIO GOSGNACH E MARCO GORENSZACH
Due libri tanto diversi, ma con punti in comune ➔ «La mia terra, la mia gente» e «Le quattro stagioni del Matajur» frutto dell’attaccamento alla propria realtà e all’uomo che l’abita ● Riccardo Ruttar e valli del Natisone, costellate di chiesette dedicate a un firmamento di Santi, una volta ricche di gente religiosa e devota, riecheggiavano di scampanottii e mortaretti. Perché non c'era paesetto che non avesse il suo Santo da celebrare col classico «senjan» e così stemperare l'affanno e la durezza della lotta quotidiana per la sopravvivenza. Oggi rimangono, aggiornandosi, alcuni di questi «sejmì» e tra questi, con la festa laica di Vernasso (4-9 agosto; neppure citata la celebrazione liturgica domenicale) si interseca quella di San Lorenzo nella fantastica cornice montana di Montemaggiore/Matajur, il paesino più in alto delle Prealpi Giulie. Poca gente, ma tosta; capace di organizzare una sagra, magari per gente scelta, ma una manifestazione di qualità, di svago, di sport, di gastronomia, ma anche e soprattutto di cultura e di scoperta di antiche tradizioni e immersione nelle bellezze che la natura circostante offre in abbondanza. Quindi le mostre fotografiche di Tin Piernu e Marco Gorenszach, già stampate in due pregevoli volumi, che vengono presentati al pubblico, insieme al libro di Ezio Gosgnach «La mia terra la mia gente». Per Tin Piernu era riservato il sabato pomeriggio, mentre domenica 14, vigilia dell'Assunta, era il turno delle opere di Ezio e di Marco, col pubblico seduto sulle panche in un cortiletto appartato, nascosto tra le case del borgo. L'editrice che ha curato e stampato i rispettivi volumi è la società cooperativa «Most» ed è quindi naturale che sia stata la preziosa collaboratrice Larissa Borghese a coordinare l'evento e che esprimesse il suo compiacimento Giuseppe Qualizza, presidente di «Most». Basti considerare i cognomi dei due autori per scoprire che giocano in casa: sono due «doma@ini - di casa» per esserci nati e
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vissuti e che, assieme ad altri valligiani contribuiscono a mantenere alto il livello culturale degli sloveni delle valli. Ezio Gosgnach non avrebbe bisogno di presentazioni avendo lavorato al settimanale diocesano «la Vita Cattolica», dapprima come redattore e poi con la responsabilità di direttore per 11 anni. Punto focale del giornale era l'interesse per «la sua terra e per la sua gente». L'impegno settimanale di scrivere l'editoriale ha prodotto, in oltre un decennio, un diario settimanale degli avvenimenti più significativi che la storia metteva agli atti e la scelta e la stampa di un centinaio di quegli editoriali dà spessore e rilevanza alla pubblicazione. Sono brani ben articolati, ricchi di spunti di riflessione, che non si limitano al locale e al contingente, ma mettono sotto luce ambiti man mano più vasti: dal Friuli si allarga l'osservazione all'Alpe Adria, agli eventi più significativi europei, ad avvenimenti di rilevanza planetaria e a quelli più specifici relativi alla Chiesa cattolica. Un recupero di memoria che, fissato su carta, resterà a disposizione di chi vorrà riflettere
Massimiliano Miani, Marco Gorenszach, Ezio Gosgnach, Larissa Borghese e Giuseppe Qualizza su un decennio di storia tra i più stimolanti e complessi: basti citare l'11 settembre del 2001 o gli eventi dell'Europa dei popoli dopo i trattati Maastricht e la caduta del confine con la vicina Slovenia. Di tutt'altro tenore e contenuto il volume di Marco Gorenszach «Le quattro stagioni del Matajur-Œtirje letni @asi na Matajurju» (per indicare la polivalenza degli in-
teressi della Cooperativa Most). Un libro di fotografie di una delle più belle montagne delle Prealpi. Immagini colte dall'obiettivo di un vero amante della propria terra. Di uno che, amandolo, sa cogliere il luogo, l'attimo, il taglio di luce, l'oggetto, per «eternarlo» in tutta la sua carica emotiva e poetica, tanto da comunicare anche agli altri la profonda emozione di scatti unici e ir-
ripetibili. Non basterebbero fiumi di parole per spiegare questa raccolta geniale di immagini/emozioni. Vi si è sforzato, riuscendoci benissimo, a descrivere il lavoro artistico di Marco, il suo amico e compagno di escursioni Massimiliano Miani, presidente del Cai valligiano. Parafrasando e sintetizzando le sue parole: «Il monte Matajur rappresenta le Valli, è un punto di riferimento per chiunque, sentinella della piana friulana, più imponente e visibile dello stesso monte Canin. Riferimento e luogo vezzeggiato, oltre che dai locali, dai cacciatori, dagli escursionisti provenienti da tutta Europa, dai ciclisti, che misurano le loro forze sui tornanti per ammirare poi dall'alto panorami mozzafiato verso i monti e la pianura e il mare». È un monte su cui scorreva il confine, da sempre condiviso coi vicini sloveni, oggi ancora di più, e per questo le sintetiche didascalie sono bilingui, italiano e sloveno. Messaggio evidente di condivisione di un bene che è di tutti e che, forse, viene sottovalutato proprio da chi quotidianamente ne percorre le strade, ne respira l'aria, ne sente i profumi, guarda, senza vederli, i colori delle stagioni.
NJUNO DELO JE VREDNO NADALJNEGA RAZISKOVANJA IN OBJAVE
Dr. Turnæek in Mario Ettore Specogna sta dve razliåni in åastivredni osebnosti pecogna med literaturo navaja tudi tri svoje razprave, ki so izœle pred diplomskim delom ali so@asno z njim: 1. Gozdarstvo v Beneœki Sloveniji, Jadranski koledar 1957; 2. Kostanj v ¡ivljenju Beneœkih Slovencev, Jadranski koledar 1958; 3. Delo v Beneœki Sloveniji, Rad Kongresa Folklorista Jugoslavije u Vara¡dinu 1957, Zagreb 1959. Verjetno se je Specogna udele¡il kongresa v Vara¡dinu. Na za@etku diplomskega dela je rokopisni zemljevid vasi v hribovju na desnem bregu Nadi¡e. Skice so tudi med besedilom in na koncu. Delo je razdeljeno na 25 bolj ali manj kratkih poglavij. Na primer naslovi: Gospodarska poslopja, Razsvetljava, Obdelovalni sistemi, Sviloprejka, Noœa, Ljudski promet ... V 19. poglavju, ki ima naslov @ebele, na primer piœe: Ljudska pripovedka v teh vaseh pripoveduje, da je bil Job zelo bolan in da ga je ¡ena vrgla na gnoj, kjer je gnil. Mimo je priœel Bog, in Job se mu je poto¡il: »Glej, kako sem zapuœ@en.« In je vzel izpod pazduhe polno pest @rvov. Bog pa mu je velel, naj pihne v tiste @rve. Job je pihnil. Tisti @rvi, ki so padli na tla, so postali sviloprejke ('galeta'), tisti pa, ki so zleteli po zraku, so postali @ebele ('muœele').
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➔ Ko je »Dom« ponatisnil spis o pobiranju hlebcev za Vahti s pojasnilom, da je avtor znani slovenski etnograf, ki naj bi se podpisal s psevdonimom, je iz Milana br¡ prispelo pismo z varnjenim izvodom @asopisa in s pripisom »La¡!« Avtor skrbno navaja sproti, ko pripoveduje, zna@ilne nare@ne izraze, tako da je spis jezikovno zelo zanimiv. Takœen na@in obdelave je bil zna@ilen tudi za Turnœka. Morda je Turnœek Specognu pomagal. Poleg navedenih treh posebnih spisov – o gozdarstvu, kostanju in delu – je bil objavljen œe en Specognev posebni spis. Ta je izœel leta 1959 v italijanœ@ini v narodopisni reviji Ce fastu? v Vidmu pod naslovom Distribuzione del pane per la festa dei defunti. Tukaj se je avtor podpisal Mario Ettore Specogna. V spisu navaja tudi slovensko pobo¡no pesem v 7 kiticah skupaj z italijanskim prevodom. Pesem se pri@ne: Nobedan ne verje. Na koncu te objave avtor navaja 10 pripovedovalcev, med njimi je tudi Luigi Specogna, Calla, med literaturo pa Turnœkovo narodopisno delo Pod vernim
krovom, Gorizia. Potem Ettore Specogna izgine iz javnosti. Ne vemo, kakœna je bila njegova ¡ivljenjska pot. Pa@, oglasil se je œe enkrat. Leta 1992 je Dom skrbno ponatisnil razpravico Distribuzione del pane per la festa dei defunti. Ponatis spremlja Turnœkova fotografija in spremna uredniœka beseda, ki obenem z glavnim naslovom (Una ricerca di p. Metod Turnœek alias Mario Ettore Specogna) pripisuje ta spis Metodu Turnœku, @eœ da je Mario Ettore Specogna Turnœkov psevdonim. »Sotto questo pseudonimo si cela il padre Metod Turnœek, monaco cistercense che negli anni 50 fu ospite più volte di don A. Cuffolo, parocco di Lasiz. Turnœek era un noto ed affermato etnografo ...« Br¡ po objavi je iz Milana prispelo pi-
Kal je rojstna vas Marija Ettorija Specogne smo z vrnjenim izvodom @asopisa Dom in s pripisom »La¡!« Urednik je nato povabil dopisnika, naj stvar razlo¡i, vendar se ta ni ve@ javil. Kako je priœlo do opisane pomote in hkrati celo do dvomov o avtorstvu knjige Rod za mejo? Ko sem pred leti raziskoval Turnœkove zadeve v Œtudijski knji¡nici v Trstu, sem tam naœel v kartoteki navedena dva Specogneva spisa kot Turnœkova, in sicer spis, ki je izœel v Zagrebu, in spis, ki je izœel v Vidmu. Menim, da je napako napra-
vila bibliografska slu¡ba v tr¡aœki knji¡nici in doslej sem ji nasedal tudi jaz, saj je temeljila na Turnœkovem psevdonimu Œpekonja. Zdaj je jasno, da sta dr. Metod Turnœek (Hektor Œpekonja) in Ettore Specogna (Mario Ettore Specogna) dve razli@ni osebnosti. In kar je najva¡nejœe - obe sta @astivredni in vredni nadaljnjega raziskovanja in objave.
● Milan Dolgan (2 – konec)
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IZ NAŒIH DOLIN
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ŒUOLSKO LIETO SE JE ZA#ELO TUDI V ŒPIETRU. Lietos je vi@ otruok vpisanih v primarno an sriednjo œuolo, nomalo manj pa v vartac
˘iva Gruden: Zasilni prestori parnaœajo te¡ave dvojezi@ni œuoli, a se trudimo, de bi jih reœili ➔ »Naœim u@iteljam in vsemu personalu na manjka dobre voje. Parpravjeni so tudi kjek potarpieti za dobro otruok«
La scuola elementare di Savogna a rischio chiusura il prossimo anno
L’
● stran napisala Larissa Borghese pandiejak 12. setemberja se je za@elo novuo lieto tudi za dvojezi@no œuolo v Œpietru. V sriedo 7. setemberja je puno starœu bluo na informatiunem sestanku, kjer sta jim direktorica ˘iva Gruden in u@itelj Igor Tul poviedala tehni@ne in didakti@ne novuosti telega lieta. Direktorico smo zaprosili za pogovor. S katerimi ob@utki se je odparlo novuo œuolsko lieto? »Odparlo se je, kuo bi jala, nomalo dobro, nomalo slaviœ. #e za@nem z dobro novico, muoram poviedat, de je Zavod za sloviensko izobra¡evanje kupu s pomo@jo starœu otruok in drugih ljudi, ki so dal' svoj kontribut, in predvsiem Republike Slovenije, nou œuolabus. Tuole nam bo puno h nucu takuo za vozit otroke od œuole damu, ku za obogatit naœo ponudbo, zak' bo s tajœnjim autobusam buj lahko ku sada kadà med œuolo pejat otroke na izlet.« Vaœa œuola bo tudi lietos v zasilnih prestorah. Katere te¡ave parnaœa tuole u@encam in u@iteljam? »Prestori so ostal' glih tajœni ku lani. Dobil' smo prestor vi@ na italijanski primarni œuoli, ki ga bomo nucal', zak’ imamo puno otruok v parvem an drugem razredu an bo korlo tele razrede, kàr se bo dalo, arzpartit na dva kraja takuo, de bo polovica otruok œla @ez duor na te drug kraj. V œtudentskem domu, ki mu pravejo amerikanski college, ostajajo vartac, naœi uficihi an adan razred primarne œuole.« Problem je predvsiem ni¡ja sriednja œuo-
istituto comprensivo monolingua di San Pietro al Natisone ha iniziato l'anno scolastico 2011/2012 con 366 alunni. Sono 46 i bambini iscritti nelle due sezioni della scuola dell'infanzia a San Pietro, 36 a San Leonardo e 20 a Pulfero; la scuola primaria è ripartita a San Pietro con 76 alunni, a San Leonardo con 54, mentre è critica la situazione della scuola di Savogna che quest'anno conta solo 10 iscritti; la scuola media a San Pietro, invece, conta 88 alunni e quella di San Leonado 36. Questo il quadro che ci è stato delineato dalla direttrice, Margherita Cencig. Con l'anno scolastico 2012-2013 entrerà in vigore il Piano provinciale di dimensionamento scolastico. Ci sono rischi per le Valli? «Il piano non dovrebbe toccare il nostro stituto comprensivo, perché conta oltre 300 alunni ed è situato in un territorio in cui risiede la minoranza slovena. Nelle Valli l'unica scuola a rischio di chiusura potrebbe essere quella primaria di Savogna». Quest’anno siete partiti con problemi ancora irrisolti? «L'unico problema è legato al personale Ata – così vengono defini i bidelli – dal momento che ci hanno dato un numero inferiore rispetto alle nostre esigenze. Per quest'anno scolastico è previsto un unico bidello nelle scuole di Savogna e Pulfero. Per quanto riguarda il personale docente non ci sono problemi e riusciamo a gestire bene le attività». Nella vostra programmazione didattica, nell'arco dell'anno dedicate spazio anche alla lingua e cultura locale slovena? «Su progetti finanziati dalla Regione e con l'ausilio di insegnanti curricolari che conoscono il locale dialetto sloveno, dedichiamo a questi aspetti alcune ore di lezione nell'arco della settimana, sia nelle scuola primaria che in quella dell'infanzia. Gli argomenti affrontati sono gli usi, i costumi, le tradizioni, i canti e la terminologia legata alla vita scolastica e famigliare degli alunni». Quali sono i vostri rapporti con l'istituto comprensivo bilingue? «Con la collega ˘iva Gruden ho un ottimo rapporto, tra gli addetti alla parte amministrativa e tra il corpo docente c'è una buona collaborazione. L'unico neo, dovuto alla distanza, è il rapporto tra le due scuole dell'infanzia». Sul piano didattico ci sono forme di collaborazione? «Finora non ce ne sono state, ma il trasferimento della media bilingue nei locali della “Alighieri” darà senz'altro l’occasione di qualche attività in comune» Che cosa pensa di questo trasferimento? «Lo scorso anno siamo rimasti un po' disorientati, come succede di fronte ai cambiamenti. Quest'anno attendiamo con tranquillità che il Comune esegua gli interventi di messa in sicurezza e a norma della struttura, laddove è necessario. Su questo punto sono molto fiscale, dal momento che l'edificio si appresta ad accogliere 170 persone, tra alunni e docenti». Su questo punto, però, c'è stata un'aperta polemica. Quanto è accaduto nel corso del recente consiglio comunale a San Pietro, con il rifiuto della cosiddetta «promiscuità», non è cosa da poco… «Ma la questione è stata strumentalizzata, non so a che fine, ma non certamente da me, dagli insegnanti o dai genitori. Le ripeto, superato il disorientamento iniziale, legato ad un cambiamento non indifferente, quest'anno, dopo aver ricevuto la comunicazione sul prossimo trasferimento, stiamo predisponendo gli spazi per accogliere i ragazzi nel migliore dei modi».
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Direktorica Œiva Gruden v svoji pisarni na dvojeziåni æoli potlé se nieso uarnil'. Ist mislen, de nam teli la. Reœitev, ki so jo uœafali, je, de gre kjer je prestori, ki nieso prù te narbuj idealni, noœuola »Dante Alighieri«. Kadà se bo tuole malo dielajo œkodo.« zgodilo? Keri so œe drugi odparti problemi u orga»Otroci so za@el' œuolske lieto glih ku lanizaciji pred telin novim œuolskin lietan? ni v uficihah Gorske skupnosti. Kar se vie »Problemi so vezani nomalo na prestore, je, de se je œpietarski œindik, Tiziano Manzak’ v zasilnih razmierah rata vse buj komzini, na sestanku par prefektu v Tarstu obplikano an buj te¡kuo par organizaciji lekvezu, de v kratkin cajtu nardì diela, ki so cij. Pa so re@i, ki se troœtamo, de jih rieœemo, potriebna zatuo, de bi naœi otroci hodil', kjer zak’ muoram re@, de naœim u@iteljam an je sriednja œuola Dante Alighieri. S kolegivsemu personalu na manjka dobre voje an co direktorico Margherito Cencig sma se de so parpravjeni an kjek potarpiet, de bi sre@ale an nomalo pogledale, kuo se more otroci ne tarpieli previ@ zauoj tele situacije« re@i pejat naprì. Sma tud zapisali œindaku, Kamuna Bardo an Tipana sta predlagala, kaj je potriebno, de kamun nardi, de bojo de bi odparli dvojezi@no œuolo tudi par njih, prestori na mestu. Troœtan se, de tele re@i ku sekcijo œpietarske dvojezi@ne œuole. Kuo bojo stekle, priet ku se more.« grejo re@i naprì? Dost je vpisanih lietos na dvojezi@no »Te¡kuo kjek povien go mez tuole, zak’ œuolo? gre za re@i, ki so v kompetenci Regije an »Lietos imamo 95 otruok u vartcu, 114 v drugih ustanov. Ist se troœtam, de bo parœluo primarni œuoli an 45 na sriednji œuoli. #e do pozitivne reœitve. Se zastope, de za lietos parmierimo z lanskim lietam, je vi@ otruok je nie moglo bit, zak’ je blo vse kupe prev osnouni an v sriednji œuoli an kjek manj v pozno. A mislen, de se do drugega lieta movartcu. Za tuole se ne @udvamo dost, zak rejo re@i zbuojœat an iti naprì.« smo vidli, de, kàr so bla vpisovanja, je puno judì parœluo gledat; bli so intereœani, a
V SABOTO 10. ŒETEMBERJA so v Œpietru nazdravili vozilu, ki ga je Zavod za slovensko izobra¡evanje ukupu z nabiralno akcijo an s prispevkam Slovenije
Novi œuolski avtobus bo vozu u@ence po teritoriju, de bi ga spoznali ➔ Minister ˘ekœ: Poznanje dvieh al’ vi@ iziku diela @lovieka buj inovativnega an nadarjenega tudi za matematiko saboto 10. œetemberja so pred u@iteljiœ@am v Œpietru nazdravili novemu œuolskemu avtobusu za potriebe dvojezi@ne œuole, ki ga je Zavod za slovensko izobra¡evanje ukupu z nabiralno akcijo – zbrali so 17.949,15 evru – an prispevkam Republike Slovenije. Kupe z ravnateljico dvojezi@ne œuole, ˘ivo Gruden, predsednikan Zavoda za slovensko izobra¡evanje, Igorjam Tullam, u@itelji, osebjan œole an puno starœu otruok so nazdravili minister za Slovence v zamejstvu in po svetu, Boœtjan ˘ekœ, dar¡avni sekretar Jo¡ef Œkol@, Tolminski prefekt, Zdravko Likar, generalna konzulka Vlasta Valen@i@ Pelikan, sen. Tamara Bla¡ina, predsednik #edajske banke, Lorenzo Pelizzo, œpietarski œindik, Tiziano Manzini, komandant œpietarskih karabinjerju, Elio Romito, predstavnika Sveta slovenskih organizacij-Sso, Riccardo Ruttar, an Slovenske kulturno
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gospodarske zveze-Skgz, Luigia Negro an predsednica Inœtituta za slovensko kulturo, Bruna Dorbolò. Na prireditvi, ki so jo odparli otroci Glasbene matice, sta narpriet guorila Tull an Gruden. Zahvalila sta vse tiste, ki so dal' finan@no pomuo@, posebno Republiko Slovenije, ki je dala ven@ part denarja. Predsednik Zavoda za slovensko izobra¡evanje je pod@artu, de odpartje œuole je bila sama pot, de bi se ne v naœih krajih zubjala slovienski izik an kultura. »Z lieti je œuola zrastla – je jau Tull – an vse naœe dielo je bluo nareto, de bi dali dobro an kvalitetno ponudbo. Nie mai manjkalo dobre voje, de bi premagal' te¡ave. Hvala Bogu na naœi poti nie nikoli manjkalo parjatelju, ki bi nam sko@nili na pomuo@«. Predsednik Zavoda se je zaustavu par dielu an importanci dvojezi@ne œuole. »Namien naœega diela – je pod@artu – je
od nimar u@enje slovienskega izika, ki je vsakednevno sporazumevanje, doma@a pravca an povezovanje z ljudmi, ki ¡ivijo u Sloveniji. Je bogastvo, ki so ga v naœih krajah ohranili stuoletja. Nimar vi@ je takih, ki zapuœ@ajo suoje tradicije an navade. Tega so se zaviedali politiki, ki so napravli poseban le@ za naœo manjœino. Deset let od tega je dar¡ava Italija priznala naœo œuolo an nobedan ji na smie odvzeti pravico, de bi œe bogato dielala naprì v parmiernih prestorah.« ˘iva Gruden se je spuomnila na parvi œuolski autobus, tisti bieu, za kerega je
»naœ duhovni o@à, ranjik Pavel Petricig, tekrat dau iz svoje gajufe ‘an milijon starih lir. Kàr nam je tuole poviedu, je jau, de bomo ¡e na kajœno vi¡o pobral' potrieban denar«. Direktorica je pod@artala, de je novi œuolski autobus velik œenk za œuolo, zak’ bo skrajœu pot u@encam an ga bojo nucali par narbuj pomembnim didakti@nem dielu, tuo je stuort zapoznat u@encam teritorij an njega tradicije.« S svoje strani je minister ˘ekœ pod@artu, kuo je important dielo dvojezi@ne œuole saj, kakor tardijo esperti, poznanje
dvieh al’ vi@ iziku diela @lovieka buj inovativnega, buj nadarjenega za jezike an matematiko. Minister je jau, de je Urad, ki mu predseduje, rad pomau kupit nov avtobus, @eprù je tudi v Sloveniji kriza. Na koncu je ˘ekœ œuoli ¡a¡eleu œe puno uspeha v nje dielu. Prireditev se je za@ela s pregledam prestoru, kjer je parsiljena dielat dvojezi@na œuola, an se je zakju@ila s skupno sliko pred pulminan z troœtan, »de bo dugo cajta uozu an de bo korlo malo denarja za ga popravit,« kakor je jau Tull.
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15. septembra 2011
VAS JE O˘IVIELA s tridneunim programu, ki ga je parpravlo druœtvo sv. Œtandrija
Vesela slovienska atmosfera na sejmu v Kravarju Drenchia in gita a Monte Grisa In arrivo il segretario comunale ● Riccardo Ruttar starih lietih, kàr sta bla mlada moji tata an mama, so Kravar an use vasice njega fare imiele za varuhe sv. Lucijo an sv. Œtandrija, svetnika, ki sta jih farani molil' posebno, kier sta ble njin posve@ene kravaske cierkuce stare parbli¡no pu tau¡int liet. Rajnik gaspuod nunac Jo¡ko Jakulin, ki je uzeu faro u roke u cajtu uojske (voœta lieta 1944), je na uso silo teu zazidat novo cierku na majhani planji pred vasjo. Nou bo¡ji hram je parpeju do striehe an nastavu nad utarjan, vesoko na absido, veliko podobo (kip) device Marije, ki tla@e pod nogo paklensko ka@o. Od tekrat je farni senjan zadnjia nedieja voœta. Odkar se je u vasi rodiu @irkul sv. Œtandrija, ki je uzeu u roke tolo usakolietno parlo¡nost, u tridneunen programu, senjam parkli@e u vas vasnjane an farane, judi iz Nediœkih dolin, ki so zapustil' doma@e kraje an ¡ivé u Laœkin, pa tudi use tiste, ki gledajo z dobro o@jo,
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kar se gaja u Bene@iji. Takuo tudi lietos nie manjkala tista vesela atmosfera, ki jo zbudijo narauno u sebe sejmì, an nie manjkalo judi, ki so u nediejo 28. voœta napunli cierku za sv. Maœo an pejali u precesjo kip Matere Bo¡je po landronah gorenjega konca vasi, pa œe manj usieh tistih, ki so nauduœeni posluœal' pieuska zbora Matajur an Tri doline pod lobjo pred Sv. Lucjo; tistih, ki so se igral’ u igrah parpravjenih od organizatorju, ki so u¡ival’ ve@erno muziko an zaplesal’ pod tendonan na doru okuole stare vaœke œuole. »Zapeljivke? Kaj pride re@ tala besieda?« me je upraœu vi@ ku kajœan. »Tri liepe slovienske @e@è, ki godejo an piejejo lepo muziko, tako ki te lahko “zapeje” kupe z njih œarmam ¡enske lepote!« san odguoriu. Tuole za re@ an potardit, de Kravarski senjan ima u sebe globoko sloviensko duœo. Saj pieuski zbor Tri doline je lepuo zapieu slovienske pobo¡ne piesmi takuo u cierkvi ku na koncertu, ki ga je imeu par sv. Luciji kupe s pevskim zboram Matajur. Guœt je bluo posluœat pieuce takuo k'
u¡ivat klasi@no muziko, ki jo je mojstarsko zaigrala direktorca pieuskega zbora, M. F. Gussetti. Za 'an konac tiedna je Kravar o¡iveu, an vi@ ku kajœnemu, posebno staremu doma@inu, so parœle na pamet lieta, kadar so ble doma@a vas an use nediœke vasi pune ¡ivljenja, glasne an dieloune, kàr œkampinjanje nie bla œuola, pa pomien viere, troœta, veseja, odpo@itka, @eglih se je puno moœkih zvi@er damu vra@alo nomalo parpitih an puno mladih s podobo u o@ieh liepih @e@ naœtimanih u prazni@nih noœah. Kar je bluo naœa usakdanja slovienska duœa, donaœnji dan ratava »folklora« za use… Samuo ankrat na lieto a buojœ ku ni@. Dok' bo ostalo.
amministrazione comunale di Drenchia ha organizzato la tradizionale gita per L' gli anziani del comune. Meta di quest’anno sono stati il santuario mariano di Monte Grisa e la costiera di Trieste. L'iniziativa ha avuto molto successo sia per la numerosa partecipazione che per l'organizzazione, con grande soddisfazione per i partecipanti. Gli anziani, infatti, hanno la possibilità di passare una giornata assieme all’insegna della fede e della convivialità. L’allegria quest'anno è stata incrementata da un ottimo fisarmonicista che ha eseguito le nostre «doma@e vi¡e». Intanto continua intensa l'attività dell'amministrazione comunale. Il 14 settembre alle 19 si riunirà il consiglio comunale. Oltre ad alcune formalità contabili, sarà chiamato ad approvare la convenzione con il comune di Coseano per il servizio di segreteria associata. In questo modo il comune di Drenchia si doterà di un nuovo segretario comunale che presterà servizio un giorno alla settimana (probabilmente il giovedì) in municipio. Con questo atto l’amministrazione vuole dare un forte segnale a difesa dell'identità del Comune di Drenchia pur in un’ottica di razionalizzazione dei servizi comunali mediante la gestione drgli stessi in forma associata.
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LIETOŒNJI GORSKI PRAZNIK je poteku ob 110. oblietnici, odkar so po¡egnili 20 metru vesak turam, ki so ga bli postavili v @ast Kristusu Odreœeniku
Par Kaloni na Matajurju spet izra¡ena ¡elja po parjateljstvu, spoœtovanju in sodelovanju »Quassù 110 anni fa il primo incontro tra i popoli vicini« on Natalino Zuanella, parroco di Tercimonte e Montemaggiore, domenica 4 D settembre, ha celebrato la messa in sloveno, italiano e friulano in cima al Matajur nel 110° anniversario della benedizione del monumento al Redentore. All’inizio
➔ De¡elni odbornik Violino: konfina nie vi@, naj na ostane v naœi glavi ● Ezio Gosgnach uga precesija ljudi se je v nediejo 4. œetemberja predpudnem odvijala z Laz, kjer kon@a ciesta, do varha Matajurja. Biu je gorski praznik, ki ga je parpravla gorska skupnost Ter, Nedi¡a in Barda v sodelovanju s sauonskim kamunam in s pro loko Matajur. Sre@anje ljudi, ki radi hodijo v gore, je vsake lieto parvo nediejo œetemberja, na oblietnico ¡egna cierkvice. Lietos je bluo œe buj veselo ku po navadi, saj so se zmisnili 110 liet, odkar je na varhu narbuj poznane beneœke gore videnski nadœkof Pietro Zamburlini po¡egnu 20 metru vesak turam, ki so mu doma@ini pravli kar Kalona; œe donaœnji dan kli@ejo varh Matajurja par Kaloni. Ura je bla liepa in je parvabila œe vi@ ljudi ku v prejœnjih lietah. V velikim œtevilu so parœli iz Bene@ije, Poso@ja, Furlanije in drugih kraju. Par cierkvici jih je @akala godba Linda iz Nogaredo di Prato, le tista, ki je godla lieta 1901 za tav¡inte in tav¡inte ruomarju. Sveta maœa je bla v treh jezikah. Po slovensko, italijansko in furlansko. Na za@etku je matajurski in tar@munski famoœtar g. Bo¡o Zuanella poviedu zgodovino spomenika in arzluo¡u pomien praznika. »Pred 110 lieti je biu zazidan in po¡egnan tle na Matajurju spomeniku Kristusu Odreœeniku – je jau –. Tuole se je zgodilo 10. œetemberja in tekrat se je zbralo manku sedam tav¡int ljudi. Nekateri pravijo, de jih je bluo celuo deset tav¡int. Gor so parœli par nogah. Tri tav¡int jih je bluo iz soœke doline, @etudi je biu na varhu brega konfin, ki je partiu Avstro-Ogarsko od Italije. Tekrat se je zgodilo – je poudaru g. Zuanella – parvo neformalno sre@anje med sosednjimi narodi, ki so bli le tiste viere, so se spoœtovali in so ¡ivieli v mieru,
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ku parjatelji in dobri sosiedi.« Pa je zgodovina preca vse tuole vederbala. »Vsi vemo, kaj se je zgodilo 14 liet potlé, ki so postavili tele spomenik, v parvi svetovni vojski, po nji, med drugo svetovno vojsko in tudi med hladno vojsko – je jau famoœtar –. Sada, hvala Bogu, tista mra@na lieta, puna sovraœtva, hudobije in predvsiem umazane politike so za nami. Upam, de tisti hudi cajti se na bojo vi@ povarnili.« »Vsako lieto tle na Matajurju – je zaklju@u g. Zuanella – se zbieramo in potarjujemo dobro in tardno voljo, de @emo ¡ivieti v mieru ku dobri in iskreni parjatelji. Za tuole molim na vaœ namien, za mier in parjateljstvo med narodi.« Par maœi sta piela kobariœki farni pevski zbor Sv. Anton in alpinski zbor Monte Jouf iz miestaca Maniago. Na koncu so pozdravili predstavniki politi@ne oblasti in planincu. V vsieh nastopah so odmievale ¡elje po meru, parjateljstvu, spoœtovanju in sodelovanju. Regionalni aœeœor za kumetustvo Claudio Violino je jau, de »so doma@i ljudje bli nimar 'no œtopinjo pred zgodovino, ki je v telih krajeh parnesla puno arzpartij, tragedij in ¡alosti. Konfinu nie vi@ – je poudaru –; troœtam se, de na bojo ostali v naœi glavi in pameti.« Po slovensko je za¡eleu »sre@no« vsien. Tudi vi@eœndik iz kamuna Martignacco Gianluca Casali, ki je biu kupe z godbo Filarmonica Linda, je pohvalu parjateljski duh sre@anja. »Sodelovanje med sosiednjimi narodi, kultura in navade so zlo pomembni, « je jau. Predsednik @edajskega planinskega druœtva Cai Claudio Busolini je dodau, de je prihodnost v otrokah. »Upam – je poudaru –, de ratajo zlo dobri planinci, a sam siguran, de bojo ljudje miru, ki bojo med sabo bratje v spoœtovanju druga@nih kultur in jeziku.«
Cucovaz, Damele, Busolini, Casali in Violino
»Tu@emo se, de bi ohranili naœ jezik, naœo kulturo in naœe navade. Brez svoje slovenske identitete Bene@ija je martva,« je poviedu podpredsednik Planinske dru¡ine Bene@ije, Jo¡ko Cucovaz. Jezan je biu, de na plakatah lietos nie bluo druœtva doma@ih planincu. A je povdaru: »Vseglih mi smo prisotni na telim prazniku zatuo, de bi se lepuo odviju in de bi parœlo @imve@ ljudi.« De so pozabili na Planinsko dru¡ino se je hitro opravi@u komisar na suonskim kamune Daniele Damele. Vse lepe besiede, bi ble œe buj vriedne, @e bi bli prisotni tudi politi@ni predstavniki s slovenske strani. A med ljudmi niesmo opazili tudi doma@ih œindaku. #ulo se je praviti, de so bli jezni zatuo, ki jih nieso povabili k organizaciji praznika in tudi, de bi guorili na konferenci o turizmu. Program gorskega praznika je namre@ za@eu par ko@i na Lazeh, kjer so provincialni aœeœor za gorski teritorij Luca Marcuzzo, œindik iz Paulara Ottorino Faleschini, komisar na gorski skupnosti Tiziano Tirelli, kamunski komisar Damele in regionalni aœeœor Violino guorili, kaj je trieba narditi, de bi v Nediœke doline parvliekli vi@ turistu. Govorniki so bli vsi odzuna. Besiede nie imeu nobedan doma@i administrator al' strokovnjak. Troœt je, de bojo hlietu gorski praznik organizirali doma@i ljudje za doma@e ljudi. Saj bo 50 liet, odkar so po¡egnili sedanjo cierkvico na varhu Matajurja. Stara Kalona in kapela sta se bli posuli in so z nje kamani zidali kazone. Po drugi svetovni vojski so na pobudo mons. Paskvala Gujona zazidali kapelo, ki jo je nadœkof Giuseppe Zaffonato po¡egnu lieta 1962. V programu lietoœnjega gorskega praznika je bla gara z bi@ikletami, ki je za@ela par Muoste in se kon@ala na Lazeh. Le tam gor so v popudanskih urah imieli vajo civilne zaœ@ite. Dielali so kioœki s pija@o in jeda@o. Seviede, je bla odparta tudi ko@a Dom na Matajure.
Praznovanje par koåi »Dom na Matajure«
della celebrazione ha raccontato la cronaca di quella «straordinaria» giornata del 10 settembre 1901. Di seguito il suo intervento. Il 5 settembre del 1896 durante il Congresso cattolico italiano a Fiesole, presso Firenze, è stata presa l'iniziativa per rendere omaggio a Cristo Redentore alla fine del XIX e al sorgere del XX secolo della Redenzione. Si decise, allora, di collocare su 19 monti del Regno italico altrettanti monumenti al Redentore. Per le Tre Venezie è stato scelto il monte Matajur. (...) Veniamo a questo nostro monumento. Il 29 luglio del 1901 è stata posta e benedetta la prima pietra alla presenza di 200 persone. La benedizione è stata impartita dal canonico di Udine, Dell'Oste. 50 operai hanno lavorato per circa due mesi sotto la direzione dell'impresario Giovanni Specogna di Loch di Pulfero. Nel giorno dell'inaugurazione il monumento non era completato. Mancavano la parte superiore della piramide quadrangolare, alta 20 metri, e la cappella dedicata al Redentore e all'Immacolata («Brezmade¡ni Mariji»), opere che saranno completate nei due mesi successivi. A metà della piramide, o obelisco, si apriva un vano in cui era collocata una croce in ferro battuto, che ora si trova al centro del cimitero di Montemaggiore, dov'è stata portata quando il monumento fu distrutto. Il costo dell'opera ha superato le 20 mila lire. Era un cifra enorme per quel tempo ed è stata coperta con le offerte raccolte nelle diocesi del Triveneto. Per l'occasione è stata stampata anche una cartolina ricordo con i saluti dal Matajur in italiano e in sloveno. Il 10 settembre 1901 sono affluite sul Matajur 4000 persone dal Friuli e 3000 dalla valle dell'Isonzo anche se qui in cima correva il confine tra l'Austria-Ungheria e l'Italia. Nonostante il brutto tempo: pioveva, c'era nebbia e non si vedeva niente. Il servizio d'ordine era assicurato da tre carabinieri di San Pietro al Natisone e due gendarmi di Tolmin. Il pellegrinaggio dal Friuli al Matajur è iniziato domenica 8 settembre ed è proseguito il 9 settembre. È descritto nei minimi particolari sul giornale «la Patria del Friuli» e ha suscitato entusiasmi indescrivibili: spari di mortaretti, bandierine multicolori, suono di campane, manifesti bilingui slovenoitaliano posti da Azzida fin quassù. «˘ivjo romarji, ¡ivjo nadœkof, ¡ivjo pape¡ - Evviva i pellegrini, evviva l'arcivescovo, evviva il papa», vi era scritto. Eppoi c'erano archi e portoni fioriti. Da Savogna 2000 persone seguivano l'arcivescovo che da Ieronizza alla cima è stato portato su una portantina ideata da don Luigi Blasutig di Vernassino, che allora era cappellano a Cividale e in seguito ha preso la guida della comunità di Montemaggiore. È lui che per 25 lire ha comperato la statua del Sacro cuore di Gesù. Nel 1901 il Matajur era una montagna che, nonostante il confine, univa e non divideva i popoli. Il 10 settembre si è svolto quassù quello che possiamo chiamare il primo incontro tra i popoli vicini. Come risulta dalla cronaca del tempo e dalla predica tenuta dall'arcivescovo Zamburlini. Naturalmente popoli uniti dalla stessa fede, legati dalle stesse radici cristiane, ma anche legati da sentimenti di amicizia, tolleranza, rispetto. La prima guerra mondiale, gli odi, i rancori , i nazionalismi hanno poi rovinato questa convivenza pacifica e naturale. Poi la seconda guerra mondiale e la guerra fredda hanno avvelenato il cuore e la mente di tante persone, come diciamo ogni anno in questa occasione. Ora pian piano stiamo ricostruendo i ponti, stiamo ricucendo i rapporti di pace e di amicizia senza i quali non potremmo avere un'Europa unita. Ogni anno ci ritroviamo sul Matajur sloveni, friulani, italiani e magari qualche tedesco per confermare la volontà di vivere in pace con tutti. E un segno tangibile di questa nostra aspirazione è la presenza attorno a questo altare del coro parrocchiale di Kobarid, del coro Ana «Monte Jouf» di Maniago, ma anche della Filarmonica «Linda» di Nogaredo di Prato, che ha suonato quassù 110 anni fa. Un'aspirazione testimoniata anche dalla presenza di tanti rappresentanti politici, amministrativi e alpinistici del confine che non esiste più e che sta diventando sempre più una linea immaginaria, un confine virtuale che non divide più, ma unisce.
Praznovanje na Lazeh, ki ga je parpravla pro loko
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LA LEGGE DI RIFORMA delle autonomie in territorio montano conterrà anche l’istituzione di un nuovo ente locale KRATKE - BREVI - KRATKE
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Kratke Brevi brevi kratke
Medviedja vas na televiziji Rai 3
Le Unioni dei comuni montani portano con sé la nascita dei «Comuni di vallata» ➔ Dovranno avere almeno 3000 abitanti e costituirsi su volontà degli enti interessati dopo un referendum ● R. D. scita dalla porta della manovra finanziaria dello Stato, la chiusura dei piccoli comuni rischia di tornare dalla finestra della riforma delle Comunità montane. Nella legge regionale che porterà alla nascita delle Unioni dei comuni montani, in base a un accordo tra Pdl e lega Nord, è stata aggiunta la previsione di istituire i «Comuni di vallata». Saranno nuove istituzioni, con almeno 3 mila abitanti. Ma la decisione non verrà calata dall'alto. Saranno le amministrazioni locali a decidere di aderirvi (e quindi di sparire) dopo un referendum tra le comunità coinvolte. È questa la grande novità emersa dalla ripresa della discussione nella Quinta commissione del Consiglio regionale sul riordino degli enti locali presentata dall'assessore alle Autonomie locali, Andrea Garlatti. «I Comuni di vallata son l'unica istituzione logica e che comporterebbe significativi risparmi senza intaccare la qualità della vita dei comuni della montagna friulana. La politica deve progettare il futuro, non gestire il presente. La riforma Garlatti, allo stato attuale, non ha né coraggio, né lungimiranza. Dà una mazzata ai comuni piccoli, che diventano piccoli satelliti dei centri più grossi (Tolmezzo, Gemona, Maniago, Cividale) e non tocca i comitati di affari che si sono ormai consolidati», ha affermato il consigliere leghista Enore Picco. «È un primo provvedimento di riforma delle Autonomie locali di ampio respiro – ha commentato il capogruppo del Pdl, Daniele Galasso –, che porta a
U ●●
V pandiejak 12. œetemberja je za@ela nova sezona poznane in zlo gledane televizijske oddaje «Geo&Geo», ki je vsak tiedan (v pandiejak ob 17.40) na tre@ji mrie¡i Rai. V parvi oddaji so posvetili kar 12 minutu ponovnemu parhodu medviedu v de¡eli Furlaniji-Julijski krajini. Guorli so o dielu, ki ga pejejo naprej raziskovalci videnske univerze, de bi viedeli, kje ¡ivé, kod hodijo medviedi in katere probleme parnaœajo teritoriju in ljudem, ki na njin stojé. Ven@ part dokumentarnega filma so posneli voœta v Nediœkih dolinah. Œli so v »Medviedjo vas« par Œtupci in tudi na Matajur, de bi posneli, kakuo se nastavjajo skopci za tiste velike ¡vine.
Pouk Slovenœ@ine na Univerzi v Vidnu ● ● Slovenœ@ino na Univerzi v Vidmu œtudira okrog 50 œtudentov, ki œtudirajo na Fakulteti za tuje jezike in knji¡evnosti ter na Fakulteti za izobra¡evalne vede. Na prvi œtudirajo po dveh programih. Prvi je klasi@ni œtudijski program za pridobitev diplome na podro@ju tujih jezikov in knji¡evnosti, drugi je program kulturne mediacije, kjer je ve@ji poudarek na prevajanju. Druga fakulteta pa predvideva œtudij zgodovine in antropologije, slovenske literature in jezika na dodiplomskem programu na Fakulteti za izobra¡evalne vede, ki œtudentom ponuja poklic u@itelja v vrtcu in osnovni œoli. Te@aje slovenœ@ine lahko obiskujejo œtudenti vseh fakultet. Na Fakulteti za tuje jezike in knji¡evnosti sta v preteklem œtudijskem letu literaturo pou@evala profesorja Roberto Dapit in Maria Bidovec, ki je pou@evala tudi slovenski jezik, profesorici Laura Sgubin in Sara Terpin pa sta pou@evali slovenski jezik in prevajanje. Prakti@ne vaje iz slovenskega jezika je na lektoratu pou@evala lektorica Urœka Kerin. Gostili so tudi pisatelja Borisa Pahorja in Suzano Tratnik in so œli na ekskurzjo v Idrijo in Cerkno.
superare le vecchie Comunità montane lasciando le competenze alla Montagna. Al tempo stesso, inoltre, mette in rete i piccolissimi Comuni perché possano far fronte in modo sostenibile ed efficace alla realizzazione dei servizi che diversamente si troverebbero in difficoltà a erogare. In più apre alla prospettiva di costituzione dei Comuni di vallata su ambiti omogenei, che saranno individuati dalla giunta regionale attraverso i referendum». E l'idea sembra piacere anche a parte dell'opposizione. «Il superamento dei comuni di poche centinaia di abitanti deve essere una priorità per la nostra Regione, pertanto l'emendamento che introduce il percorso volontario per l'istituzione dei Comuni di vallata ci vede favorevoli», ha fatto sapere il consigliere regionale Enio Agnola dell'Italia dei valori. «Anche se in molti fanno fatica a rendersene conto – ha detto il dipietrista – quando un territorio scende sotto una certa soglia anche la rappresentatività democratica perde valore. La struttura amministrativa obbligatoria rappresenta un costo e non avanzano risorse per programmare l'ammodernamento e lo sviluppo dei territori, necessarie specie in situazioni di superfici ampie e complesse». Dopo l'esame della Quinta commissione, la riforma dovrebbe giungere in aula entro la fine di settembre. Fortemente critico sul testo di Garlatti resta il Pd. «Se non si modifica la legge avremo maggiori costi e minore efficienza», hanno detto i consiglieri Franco Iacop, Enzo Marsilio, Alessandro Tesini e Mauro Travanut, che hanno presentato propri emendamenti con lo
Al’ bo v telim hramu sedeœ unije kamunu Nediækih dolin? scopo di migliorare il testo in discussio- mente di secondaria importanza, nel ne e correggere le diverse incongruen- momento in cui il disegno di legge preze. vede l'istituzione di direttori che faranLa prima questione sollevata è stata no aumentare le spese degli enti locali la richiesta della reintroduzione della già abbastanza appesantiti. A questo riprevisione esplicita (abrogata da parte guardo il Pd ha proposto che i direttori della maggioranza all'inizio di luglio) delle future Unioni non siano soggetti che la norma in oggetto costituisse at- esterni ma scelti tra i segretari dei cotuazione dell'intesa tra Regione e Con- muni già presenti. ferenza dei sindaci. Il secondo tema poInfine, in una fase così turbolenta a listo con forza da parte del gruppo del Pd vello statale, con scelte che si susseguoè stato quello della esigenza di definire no e modificano continuamente sul tein modo compiuto le funzioni assegna- ma dell'assetto istituzionale, il gruppo te ai comuni e agli enti, per evitare inu- del Pd ha chiesto maggiore attenzione tili doppioni tuttora esistenti e per sal- all'evoluzione del quadro complessivo vaguardare le prerogative dei municipi. e alla sua ricaduta anche per la nostra Inoltre, il gruppo del Pd ha rimarcato regione, con effetti importanti a breve la necessità di una vera e non presunta che costringeranno ad adeguamenti semplificazione del quadro istituziona- forzati di vasta portata. Da qui il tema le, con l'obiettivo di contenere i costi della esigenza di individuare un ente indegli apparati e di maggiore efficienza termedio tra comuni e Regione una voldelle azioni amministrative. ta che le province così come le conoLa questione dei costi non è certa- sciamo saranno abolite.
IL BLOG «CONTEA DI TRIBIL» ha lanciato l’idea della fusione dei comuni di Drenchia, Grimacco, Savogna e Stregna
C’è chi ipotizza la municipalità «dei tre fiumi»
➔ Ma un tale ente raggiungerebbe appena 1455 abitanti, neanche la metà del minimo per fare un «Comune V Vidnu predstavitev di vallata» bukvi o Rabski brigadi
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V petak 16. setemberja ob 18. v prestorah Fundacije Crup v Vidnu (ulica Manin, 15) bojo predstavil' bukva »Dalle catene alla libertà« (iz kietni do svobode), ki piœejo o partizanski Rabski brigadi, ki se je rodila v faœisti@nem taboriœ@u na poznanim dalmatinskim otoku. Bukva bojo predstavil' autor Anton Vratuœa, Alberto Buvoli iz Furlanskega inœtitua osvobodilnega gibanja v Vidnu, Stefano Bartolini iz Zgodovinskega inœtituta za uporniœko gibanje in sodobno dru¡bo v miestu Pistoia, Sandi Volk, predstavnik zgodovinske sekcije Narodne in œtudijske knji¡nice u Tarstu.
a prima versione della manovra di Ferragosto varata dal Governo prevedeva la soppressione dei comuni sotto i mille abitanti. Nella versione finale questa disposizione è stata stralciata e in ogni caso non sarebbe stata immediatamente applicabile da noi, visto che in Friuli-Venezia Giulia è la Regione ad esercitare competenza primaria sulle autonomie locali. In ogni caso, l'idea che non potessero esserci comuni con meno di mille abitanti ha scatenato nella Slavia, dove sono molte le municipalità in quella condizione, un
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Il territorio del «nuovo comune» nella cartina tratta dal blog acceso dibattito e una gran quantità di ipotesi. E non solo tra gli addetti ai lavori. Una delle più singolari è quella avanzata dal blog «Contea di Tribil Superiore» (http://burnjak.blogspot.com). Appurato che Stregna conta 413 residenti, Grimacco 395, Drenchia 141, Savogna 506 e Pre-
potto 829, ha scritto che «Prepotto potrebbe essere accorpato con Cividale e i restanti 4 comuni (tutti con territorio esclusivamente montano) otterrebbero un totale di 1455 abitanti. In questo modo si eviterebbero le mire di qualche sindaco che vorrebbe venderci
a Cividale, per poi far morire la specialità montana con tutte le sue peculiarità culturali e linguistiche che tutti conosciamo». Sul blog, sempre ricco di notizie e curiosità, in particolare del comune di Stregna, è apparsa anche una cartina del territorio del nuovo comune. Ma ci si interroga anche sul nome. E «dato che nessuno vorrà rinunciare al proprio di nome» (figurarsi alla sede, ndr.) propone: «Comune dell'Alta Val Natisone, Comune Matajur, Comune dei tre fiumi, forse Comune di Savogna, Stregna, Grimacco e Drenchia, vista la fantasia che hanno certi personaggi». Questo nuovo ente locale non vedrà la luce, considerato che un ipotetico futuribile Comune di vallata, secondo le previsioni della Regione, dovrebbe avere almeno 3000 abitanti. Resta la curiosità della proposta. E l’invito ad andare a visitare i numerosi siti e blog che riguardano le Valli del Natisone. Spesso vi si trovano delle cose davvero interessanti. Anche questa moderna forma di comunicazione, che va prendendo sempre più piede, è la testimonianza della vitalità della comunità della Slavia, di una voglia di esserci e di fare, nonostante le difficili condizioni socioeconomiche in cui versa il territorio.
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KAKIH DEVETDESET vierniku iz Nediœkih dolin je œlo na bo¡jo pot, ki jo je vodu famoœtar an dekan mons. Mario Qualizza
Œpietarska foranija je œla na ruomanje v Fatimo an Santiago de Compostela
➔ Ogledali so se tudi Lizbono, Obidos, Oporto, Brago in Coimbro ● Loretta Primosig luo nas je zaries puno, kakih devetdeset, tisto jutro 1. œetemberja, kàr smo se zbral' u Œpietre za iti na ruomanje u Fatimo an Kompostelo. Koriera, ki nas je pejala do aeroporta, je parœla z Onejskega an nas je ¡e pred cajtan @akala. Pejal' smo se do Benetk, kjer, potlè ki so nas lepuo pregledal' an prereœetal' od zuna an od znotra, smo se nabasal' na aereo, ki nas je rauno peju do Lizbone. Tan nas je ¡e @akala guida, sa' smo bli vi@ ku 'no uro pozni. Stopili smo na koriero, ki nas je pejala do Fatime. Po pot smo se ogledal' kraj Obidos. Parva rie@, ki smo se jo navadli je, de tan hiœe imajo oku an oku okni an urat ofarbano u armeni al' pa u blu farbi, de bi nesre@a ostale odzuna tiste hiœe. U tistin
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Skupina ruomarju iz Nediækih dolin v Fatimi; na åeparni: mons. Qualizza vodi somaæevanje kraju usake lieto napravjajo zlo poznan festival @ikolade. Kàr smo parœli u Fatimo, po vi@erji smo œli h kapelci, kjer se je Devica Marija parkazala Fran@iœku, Jacinti an Luciji. Lieta 1917 je bla u tistin kraju host; kjer so otro@i@i pasli u@ice, donas je farna cierku, kapelica zazidana na mestu, kjer se je parvi@ parkazala Mati Bo¡ja an tud' velika nova cierku. U nji je tudi koœ@ic skale groba sv. Petra, ki ga je parnesu pape¡ Janez Pavel II. Liep velik mozaik, ki pokriva celo steno zad za utarjan, ga je premisnu slovienski jezuit, umetnik an teolog p. Marko Ivan Rupnik. Priet ku smo pustil’ Fatimo, smo imiel parlo¡nost, u bli¡nji kapeli hotela, bit par maœi, ki je zmolu don Mario an kjer na koncu smo zapiel’ »Lepa si ro¡a Marija«. U telin kraju, u teli okuolestavi, piet’ tolo naœo piesam, je bla zaries ganljiva rie@, an vi@ ku kajœnemu so se bliœ@iele o@i.
Druge dneve smo se ogledal' miesto Oporto, poznano po sviete tudi za vino, an lepo an veliko miesto Braga, kjer smo se ogledal’ lepo cierku klicano »Igreja do Bom Jesus do Monte«. Te peti dan smo bli u Composteli. U telin mieste je velika cierku, kjer po@iva apostol Jakob. Legenda prave, de je Jakob parœu u Œpanijo pridgat Evangelj. Kàr se je uarnu u Palestino, je biu obsojen na smart od tekratnega kraja Erode Agrippa. Njega u@enci so prenesli njega truplo do Œpanije an ga podkopal' u host, kjer je ostalo do lieta 813, kàr ga je eremit Pelayo odkriu an spoznu zauoj napisu na skal'. Kraj Alfons II. je razglasiu Jakoba za patrona kraljestva an stuoru zgradit veliko cierku, donaœnjo katedralo, od kere je parjelo ime miesto Santiago de Compostela. Santiago, kier je œpansko ime apostola Jakoba, Compostela od latinske besiede »campus stellae«, zak u tistin kraju, kàr je biu odkrit Jakobu grob, se je vide-
lo ku velike buske, velike lu@i. U telin mieste, usaki krat ki guod sv. Jakoba, 25. luj, pade u nediejo, praznujejo sveto lieto. Donaœnji dan je zlo lepuo poznan »Pohod u Santiago de Compostela«, ki ga ruomarji prehodejo parnogah. Na poti u Lizbono, smo se ogledal' katedralo an cierku u Coimbri, kjer je u konvente sv. Klare sestra Lucija pre¡iviela velik part suojga ¡ivljenja u zapartin, sa' je parœla »na dan« samuo, kàr je u Fatimo parœu pape¡ Wojtyla. Ogledal' smo se tudi turisti@ne kraje Nazarè an Cascais, kjer smo videl »Villa Italia«, u keri je ¡iveu zadnje lieta italijanski kraj Umberto II., potlè ki je zapustu Italijo. Zadnji dan smo bli u portugalski kapitali Lizboni, kjer smo se u veliki katedrali mogli ogledat tud' marmorni grob poznanega navigatorja Vasco De Gama. Popudan je parœla ura se uarnit damu. Trudni pa veseli za use, kar smo mogli videt an @ut, smo se takuo uarnil’ damu.
INAUGURATA la nuova gestione del bar trattoria
3 giovani fanno «Scaccomatto» V vasi Matajur spet oœtarija V a Podpolizza di Pulfero
abato 3 settembre è stata inaugurata, in località Podpolizza, a Pulfero, la nuova gestione del bar trattoria «Scaccomatto», che sarà gestito da tre giovani, Giuliano, Alex e Chelli. All'inaugurazione della struttura hanno partecipato numerosi paesani ed amici e molta gente proveniente anche dai comuni limitrofi. Il nastro inaugurale è stato tagliato dal sindaco, Piergiorgio Domenis, il quale ha sottolineato quanto sia positivo il fatto che «nell'attuale momento di crisi economica ci siano giovani che credono in se stessi e nelle potenzialità che offre questo territorio». Un'intraprendenza questa, ha aggiunto Domenis, «che va premiata e sotenuta con qualsiasi mezzo se veramente credia-
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mo in questo benedetto sviluppo del nostro territorio, acclamato da tanto tempo». La struttura, situata a pochi metri dal fiume Natisone, è munita di campeggio e di un'area attrezzata che, sopratutto nel periodo estivo, offre posti a sedere e l'opportunità di momenti di svago per i bambini e di attività sportive per giovani. La cucina, sotto la supervisione dell'affermato chef Giuliano Gubana, propone piatti tipici locali a base di carne, anche di selvaggina, di pasta e dolci fatti in casa ed altre specialità che variano a seconda della stagione. A questo punto non rimane che far visita al nuovo locale, chiuso il mercoledì per turno di riposo settimanale.
vasi Matajur imajo spet oœtarijo. V hramu strare mlekarnice jo je odparla pro loko Matajur. Po rokah jo ima Dario Gorenszach. Odparli so jo na za@etku œetemberja in v saboto 10. je bla inauguracjon. Zbralo se je bluo puno ljudi. Parœu je tudi presednik od pro loko iz vasi Nogaredo di Prato, ki ¡eli napraviti nieœne sorte pobratenja (gemellaggio) z Matajurci. Predsednik od doma@e pro loko, Paolo Cariola, je poviedu, kakuo je bluo te¡kuo odprieti lokal potlé, ki so na koncu lanskega lieta zaparli @irkolo Acli. Jau je tudi, de je pro loko, ki se je rodila z zdru¡itvijo Acli in pro loko Varta@a je ¡e puno nardila (sejma v Sauodnji in v Matajure, gorski praznik na Lazeh) in ima dobro vojo puno dielati za dona@e ljudi. Œkoda le, de komisar na sauonskim kamunu malo in ni@ na parpomaga. Vseglih je oœtarija velika rie@ za Matajur in te bli¡nje vasi, saj je kraj, kjer se ljudje lahko uœafajo in med sabo poguore. Odparta je vsak dan za tiste, ki se vpiœejo. ˘e vi@ ku 200 jih je, saj teœera, ki vaja celuo lieto, koœta samuo 2 evra. Pro loko Matajur bo skarbiela, de vasi sauonskega kamuna ostanejo ¡ive. Sevieda bo organizovala sejme in druge iniciative. Otuberja bo burnjak, 6. ¡enarja pride befana. Pa mislijo tudi na turiste, ki hodijo na Matajur, kàr je snieg. V stari matajurski mlekarnici, kjer je tudi liepa butiga umetniku, bojo posojali sanke in rakete za hoditi po sniegu, ki se po slovensko kli@ejo krplje, po italijansko ciaspole in po furlansko cjaspe.
KRATKE - BREVI - KRATKE
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Kratke Brevi brevi kratke
Iniziative senza confini per l’istruzione ● ● Friuli-Venezia Giulia e Slovenia elaboreranno, attraverso un tavolo tecnico congiunto di esperti, di un programma di iniziative transfrontaliere nei settori dell'istruzione, dell'alta formazione e dell'innovazione. È l'esito dell'incontro svoltosi a Lubiana tra il sottosegretario di Stato sloveno per l'Istruzione, Alenka Kovœca, e l'assessore regionale all'Istruzione, università e ricerca, Roberto Molinaro. «È la prima volta di un incontro nel settore dell'Istruzione tra il Ministero sloveno e la Regione – ha sottolineato Molinaro –, un momento a coronamento di una pluriennale collaborazione tra istituzioni scolastiche italiane e slovene nell'attuazione di progetti con risorse della Ue, ma anche a nuova cornice per una azione nel settore dell'istruzione che persegua il comune obiettivo di concorrere a costruire la nuova cittadinanza europea». Kovœca ha sottolineato l'importanza delle scuole della minoranza linguistica slovena in FriuliVenezia Giulia e del plurilinguismo, che costituisce un vantaggio oggettivo per lo sviluppo dei territori. Nel contempo ha assicurato l'interesse e la disponibilità del governo sloveno a dar corso insieme al Friuli-Venezia Giulia a progetti che possano diventare buone prassi europee.
Un canto in dono per Montefosca
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Domenica 28 agosto inaspettata festa nella comunità di Montefosca, dove per la celebrazione della S. Messa, ha trovato un «fantastico duo» canoro ad allietare la celebrazione eucaristica con il suo repertorio di canti. Le voci di Adriana Pellizzari e Franco Menossi, mirabilmente accompagnate all'organo dal M.o Roberto Mitri, hanno deliziato le numerose persone presenti alla celebrazione e in chiusura hanno dedicato un bellissimo canto alla Beata Vergine, cui la Chiesa è dedicata. I tre sono tutti di Manzano, ma ciò che li ha portati in questo piccolo borgo delle Valli del Natisone è il profondo legame di Adriana con questa comunità. La mamma di Adriana era nativa di Montefosca e il matrimonio l'ha portata a stabilirsi a Manzano, ma Adriana da bambina era spesso in paese, dove vivevano i parenti materni e questo legame non lo ha mai scordato. Proprio questo legame è stato di spunto per il celebrante don Davide Larice, che ha messo in risalto il valore di ricordare e mantenere le radici, radici che proprio se ben radicate portano buoni frutti. E proprio questo orgoglioso ricordo delle radici e delle tradizioni ad esse legate può essere di stimolo per la piccola comunità di Montefosca per continuare attivamente e con rinnovato vigore a mantenere vive e presenti le tradizioni locali, aiutando nel contempo chi ha dovuto andare a vivere lontano dal paese, a tenere salde le proprie radici. Un sentito ringraziamento da parte della comunità a questi «speciali amici» ed alla splendida occasione che hanno donato di poter trascorrere serenamente ed in amicizia questa meravigliosa giornata.
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IZ NAŒIH DOLIN
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15. septembra 2011
LA PELLICOLA «MISSIONE DI PACE», con protagonista Silvio Orlando, presentata fuori concorso alla rassegna KRATKE - BREVI - KRATKE
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Alvaro Petricig na Nizozemskem ●●
Na lietoœnjim festivalu »Invisibile City«, ki se je za@eu malo cajta od tega v kraju Schiedam, blizu Rotterdama (te glavno miesto od Nizozemske/Olande) sodelujeta, miez drugimi, s skupnim projektan Martina Humar (Kinoatelje) in Alvaro Petricig (Œtudijski center Nedi¡a). Pod skupnim naslovan »Mala apokalipsa« predstavljata dokumentarja Alvara Petriciga »Sarce od hiœe« (1998) in »Starmi cajt« (2003). Na telo prirediteu so vabjeni arhitekti, re¡iserji, igrauci in artisti, de bi skuoze svoje dielo napravli skupni kraj, »mesta v mestu«, ki se na vidi, a se giba.
Fotografije Tina Piernovega v Rimu ● ● Fotografije Tina Piernovega (Valentina Trinka) s Tar@muna so parœle do Rima. Do 12. otuberja so na ogled v prestorah »S. t. foto libreria galleria« v ulici »degli ombrellari« kupe s fotografijami indijanskega »Cithra studio«. Par parpravi razstave, ki so jo odparli 12. œetemberja in je v sklopu fotografskega cirkuita v Rimskim mednarodnim festivalu, sta sodelovala Œtudijski center Nedi¡a in Inœtitut za slovensko kulturo iz Œpietra. Seviede, so na razpolago tudi v Rimu lepe bukva s fotografijami Tina Piernovega.
Alla mostra del cinema di Venezia il film girato nelle valli della Slavia ➔ È una commedia ambientata in Bosnia Erzegovina
Trije te@aji Ad formandum d formandum je parpravu tri noA ve te@aje, na katere zbierajo vpise od 12. œetemberja naprej na sede¡u
● L. B. mportante riconoscimento per il film «Missione di pace». L'opera prima del regista toscano Francesco Lagi venerdì 9 settembre è stata presentata, fuori concorso, alla 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia. Si tratta di una commedia ambientata nella ex Jugoslavia, dove il protagonista, il capitano Vinciguerra (Silvio Orlando), alla guida di un gruppo di soldati, è impegnato in una missione, che dal Nordest italiano lo porta fino ad un luogo immaginario nei Balcani, per catturare un criminale di guerra latitante. Quello che il capitano Vinciguerra non può immaginare è di dover affrontare la sua missione a fianco del suo peggior nemico: suo figlio (Francesco Brandi), un agguerrito pacifista. In questa situazione di avventurosa convivenza, tra mangiatori di orsi e partite di risiko, carri armati fuori controllo, sogni di rivoluzione e Che Guevara (Filippo Timi) in crisi, padre e figlio affronteranno
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Silvio Orlando e Francesco Brandi sul set nelle Valli la loro guerra personale. Nel film, interpretato, tra gli altri, da Alba Rohrwacher e girato nell'estate del 2010 interamente in Friuli-Venezia Giulia con una breve parentesi in Slovenia, il regista affronta argomenti drammatici, attuali e scottanti. Usa il registro comico della commedia per «dare uno sguardo leggero sui temi militari delle missioni all'estero, ma anche sulla famiglia; una guerra fuori e dentro i personaggi con i due conflitti che si intrecciano», afferma Lagi. Molte scene del film, prodotto dalla «Bianca film» di Roma in collaborazione con Rai Cinema e con il supporto del la Friuli-Venezia Giulia film commi-
sion, sono state girate nelle Valli del Natisone: sulla strada per Altana, dopo il paese di San Leonardo, nel bosco in località Coliessa, sopra San Giovanni d'Antro, nei pressi della chiesa di San Silvestro, in località Picon, a Clastra e in prossimità della chiesa di San Niccolò a Iainich. Alcune riprese sono state effettuate anche nelle valli del Torre, a Tarcento e Lusevera, a Udine, a Gemona, e in Slovenia, sull'Isonzo, a Kobarid e a Trnovo ob So@i. Teatro della scena iniziale è, invece, il centro storico di Cividale, con un sogno ambientato nello slargo tra via Carlo Alberto, via Ristori e piazza Diacono.
v Œpietru (ulica Alpe Adria 61) od pandiejaka do @etartka od 15. do 19. ure, v petak od 8.30 do 13. ure (tel. 0432727349 - ud@adformandum.eu). Na parvim te@aju, ki bo traju 60 ur, bojo u@ili saditi in rediti ojko ter pardelovati kvalitetno olje. Parpravli so tudi obisk v kmetije, ki se v de¡eli Furlaniji-Julijski krajini ukvarjajo z ojkami in oljam. Te@aj, de bi se navadili dobro komunicirati, puojde naprej 33 ur. U@ili bojo, kakuo guoriti in posluœati te druge na dielovnim mestu, doma in v vseh opravilah vsakdanjega ¡ivljenja. Te tre@iji te@aj bo traju 60 ur. U@ili bojo sploœno knjigovodstvo (contabilità generale). Vsi trije te@aji so namienjeni ljudem ob 18. do 64. lieta starosti. Zastonj so za tiste, ki niemajo diela al’ so v dopolnilni blagajni (cassa integrazione), ostali pla@ajo samuo 1 evro na uro.
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NA BANDIMINCO 11. ŒETEMBERJA je bluo puno judi par maœi an par precesiji. Na skupnim kosilu jih je bluo kar 180
Na Liesah so na praznik Opasila po¡egnili postrojen plac pred cierkvijo ➔ Uresni@ila se je ¡elja nepozabnega famoœtra g. Azeglia Romanina Kamun podeliu œtipendje œtudentam
vo postroju celo vas, predvsiem, kar je okuole cierkve. Zahvalu se je tudi peritu Paulu Venturiniju, ki je zastonj dielu an slediu projektu, in Emanuelu Angeliniju, ki je biu referent za lieœko faro an slediu dielam. O dielu, de bi postrojili plac je guoriu diretor pastoralnega konseja, Lino Chiabai, ki je pod@artu , de so se takuo kon@no uresni@ile sanje od rancega famoœtra Azeglia Romanina (kar 45 liet je vodu lieœko faro) an donaœnjega Saracina. Seviede, je plac
an judì, ki so dielali, pohvalila tudi ¡upanja. Praznik se je zaparu v vaœki telovadnici s kosilom, ki so ga para@al' vasnjani. Kupe se je veseliko kar 180 judì. Bla je liepa parlo¡nost, de je v spomin na pre Azeglia ¡upanja Eliana Fabello dala œtipendije garmiœkega kamuna te mladim œtudentan. Ku usak pravi senjam, se je tudi lieœki zaparu z muziko, za katero sta skarbiela ramonikarja Valentino Floreancig an Mattia Trusgnach.
Anche Canebola ha fatto festa per la «Bandiminca» omenica 11 settembre a Canebola, in comune di Faedis, ha avuto luogo la tradizionale festa religiosa e popolare della Natività di Maria o «Bandimica», come viene definita nel locale dialetto sloveno. Al termine della messa, officiata dal vicario foraneo di Cividale, mons. Livio Carlino, e impreziosita da canti tradizionali in italiano, friulano e sloveno eseguiti dal coro di San Leonardo, il rappresentante della comunità, Rino Petrigh, ha ringraziato quanti hanno devoluto la propria offerta alla chiesa. In primo luogo l'associazione di Canebola «Chei del Magonic» e la «Scuderia Friuli» di Giorgio Croce, che ogni anno organizza il rally. Un ringraziamento è stato rivolto, per l'offerta devoluta, anche al comitato organizzatore dell'annuale marcialonga internazionale dell'amicizia da Canebola a Podbela.
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Petrigh ha, infine, ringraziato la Pro loco Lipa per il supporto esterno offerto alla festa, che ha accolto i moltissimi presenti con fornitissimi chioschi e l'immancabile lotteria. Nel pomeriggio ha avuto luogo una maestosa processione per le vie del paese, accompagnata dalla banda cittadina di Cividale e dai volenterosi, che Petrigh non manca di ringraziare per essersi sobbarcati il faticoso onere di portare la Madonna in spalla. La festa si è, poi, protratta fino a tarda sera, con una nota di colore nel segno di un'antica amicizia. La gente del luogo ha dato voce, insieme agli amici di Prossenicco, Montefosca e delle vicine località slovene di Logje, Robedischis e Breginj, ai canti nostalgici tradizionali sloveni.
G. Iussa, L. Di Uanis, S. Paletti, M. Uræiå in G. Coren viedala pravco »Peri pipete«. Lussia je iz Mortegliana, piœe an mala kuadre; bila je @lanica skupine »Trastolons« gibanja »Usmis«. Sodelovala je na vi@ teatralnih an muzikalnih dielah, ku igrauka. Napravja prireditve za otroke an te mlade, diela tu œuolah s kreatiunimi projekti v furlanskin iziku. Na radiu »Onde furlane« ima program »Flavis a mirinde«. Napisala je piesmi za vi@ glasbenih skupin an publikala bukva o pravcah za otroke, o piesmih an audioknjigo, napravla je tudi cd s furlansko muziko. Giovanni Coren iz Petjaga je pa poviedu pravco »Prekleta krivapeta« od
Ade Tomasetig, svojo »Zakì u Ruoncu imajo tarkaj sadja« an œe dno o zluodju. Mila Urœi@, iz Kobarida, ki je puno dieluna u Soœki dolini, sodeluje u kulturnem druœtvu »Po.be.re«, u druœtvu upokojencu an je na vi@eru prebrala piesmi iz svoje publikacije »Son@ni zatoni«. Natuo je poviedala pravco »Pol¡ek Coki«, ki jo je napisala za œenk navuodi, kàr je dopunla tri lieta. Puno re@i bi se moglo poviedat tudi o Silvani Paletti, »duœi rezijanske kulture«. Naj povemo le, de je ustanovila zbor »Ro¡e majave«, de pravce an piesmi, ki jih piœe u rezijanskem dialektu, so prevedene v vi@ izikih (po italijan-
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Kduor ¡eli se navasti al’ lieuœ poznati slovenski jezik ima lepo parlo¡nost v #edadu. V @etartak 29. œetemberja na sede¡u kulturnega druœtva »Ivan Trinko« za@ne te@aj, ki ga parpravlja dru¡ba »Ad formandum« v skolpu projekta »Jezik/Lingua«. U@ili bojo osnove vsakdanjega pogovora. Te@aj (vse kupe 40 ur) bo œu naprej vsak pandiejak in vsak @etartak od 19. do 21. ure. Vpisovanja sparjemajo po elektronski poœti na naslovu teco01@jezik-lingua.eu al’ po telefonu na œtevilki 0432731386.
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˘e osanajst liet luna plava v Kova@uovim seniku
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Od 29. œetemberja po slovensko v #edadu
Podpisi za referendum o volilnem zakonu
KULTURNO DRUŒTVO »RE#AN« je 10. œetemberja parpravlo tradicionalno sre@anje med poeti an pisatelji pravc
a@el' smo 18 liet odtuod an ries nismo mislili, de telo sre@anje puojde naprì tarkaj liet an de zberemo okuole nas tarkaj pisatelju, piesniku an ustvarjalcu. V telih lietah smo jih posluœal' skor 70«. S telimi besiedami je Margherita Trusgnach odparla vi@er »V nebu luna plava«, ki ga je v saboto 10. œetemberja v Kova@uovin seniku na Liesah parpravlo kulturno druœtvo »Re@an«. Jala je, de »teli vi@eri so sre@anja med druga@nimi kulturami an jeziki zatuo, de bi se ljudje med sabo zapoznali an postali parjatelji. Napravli smo tudi bukvaca o vi@eru, ki jih bomo dal' knji¡nicam an druœtvam«. Telekrat je biu vi@er namenjen pravcam, »tistim, ki nas pejejo nazaj z lieti, kàr nie bluo televi¡iona an so bile pravce za otroke naœe risanke (kartoni animati), an te novim, ki so se rodile iz fantazije naœih pisatelju«. Poseban pozdrav so organizatorji poœjali Adi Tomasetig iz Sar¡ente, ki je nie bluo na vi@eru zauoj tega, ki je imiela prometno nasre@o. Po furlansko je Lussia Di Uanis po-
»Srebrna kaplja« u@i cepiti na pop Druœtvo »Srebarna kaplja« iz Sriednjega bo, po uspehu prejœnje iniciative, ki je bla 1. in 26. mar@a lietos spet u@ila cepiti sadna drevesa. Tele krat se bojo udele¡enci u@ili cepiti »na pop«. Teorija in praksa bota v adnim samim popudnevu, se pravi v saboto 17. œetemberja ob 16. uri v dvuoru Trogarjeve dru¡ine (Tomasetig) v Sar¡enti. Da bi se vpisali, oglasite se par »Kme@ki zvezi« v #edadu (tel. 0432703119) al’ par @lanah upravnega odbora »Srebrne kaplje«.
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jo po svietu), kduor z rokami par diele. Zahvalu se je posebno œindaku, Eliani Fabello, an garmiœkemu kamunu, ki je na no-
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Kratke Brevi brevi kratke
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● L. B. a Liesah so v nediejo 11. œetemberja na dan Opasila lieœke fare an ob tradicionalnem vierskem prazniku Bandimice po¡egnil' nou plac pred lieœko cierkujo. Sveto maœo, par kateri je pieu zbor »Re@an«, so daroval' g. Alessio Geretti, ki je referent za kulturo par vidanski nadœkofiji, mons. Marino Qualizza an doma@i famoœtar g. Federico Saracino. V cierkvi se je bluo zbralo ries puno judì. Potlé so vsi œli za precesijo okuole vasi s podobo Device Marije, ki so jo nosil' tan spried. Na koncu je g. Geretti po¡egnu nou plac, ki je popunama polaœtan s kamani. V svojim govoru se je famoœtar g. Saracino zahvalu lieœkim faranam, »ki so pomal' narest telo veliko dielo«. Posebna zahvala je œla vsiem tistim, ki so dal' svoj kontribut, kduor s sudmi (tudi puno emigrantu, ki ¡iv-
KRATKE - BREVI - KRATKE
sko, niemœko, angleœko, francosko, slovaœko an @eœko), de raziskuje rezijansko ljudsko izro@ilo an de sodeluje z Radio Tartst A v oddaji »Ta rozajanski glas«. Poviedala je pravco o lesicah – saj puno rozajanskih pravc guori o ¡vinah – an tisto, ki ima naslov»Batabuj«. Malo druga@ je nastopu Giacinto Iussa iz Petjaga, ki je predsednik druœtva Beneœkih umetniku. Hodu je na slovienske œuole an u@iu umetnost u Gorici. Napravu je vi@ dokumentarnih filmu. Na Liesah je predstavu »Vodanoj« an »Dedek in lisica«. Te parvi guori o spoœtovanju, ki ga je @loviek nimar imeu do narave an ki bi ga muoru ohraniti an pokazat œe donas. »Vodanoji« so œkrati, ki ¡ivijo v rieki Nadi¡i an œtrafajo judi, ki nucajo uodo brez pameti an spoœtovanja. Te drugi video je vezan na otroœke spomine avtorja. V njim se zmisne, kàr se je njega nono skrivu pred navuodi, de je hodu okuole po sejmah an jim parnesu vsake sort slad@in an karamel. Pravu je, de jim je vse tuole dala an pomala nest damu lesica, ki jo je sre@u po poti.
● L. B.
Stranka Slovenska skupnost, zbirna stranka Slovencev v Italiji, izra¡a polno podporo odboru, ki si prizadeva za sklicanje ljudskega referenduma, ki naj razveljavi sedanji volilni zakon. Zakon, ki mu pravijo kar »Porcellum«, se pravi »svinjarija«, dolo@a izvolitev obeh vej parlamenta z zaprtimi listami, ki volivcem onemogo@ajo, da izra¡ajo preference. Dejansko se tako dogaja, da peœ@ica ljudi v vodstvih ve@jih strank samostojno vnaprej dolo@i sestavo glavnine rimskega parlamenta, kar je skregano z osnovami vsake zdrave in zrele demokracije. Potrebno je, da pobudniki referenduma do konca septembra predlo¡ijo zahtevo po sklicu referenduma, ki jo mora po zakonu podpreti kar petsto tiso@ volilnih upravi@encev. Doslej so po vsej Italiji ljudje mno¡i@no podprli pobudnike referenduma in pomembno je, da tudi kot Slovenci prispevamo svoj dele¡ k zruœenju sramotnih volilnih pravil, ki so privedla do imenovanja najslabœega parlamenta v povojni zgodovini Italije. Slovenska skupnost zbira podpise na svojih osrednjih sede¡ih v Trstu (Ul. Gallina, 5/III ) in v Gorici (Drevored XX. Septembra, 118 ) v dopoldanskih urah vsak dan od ponedeljka do petka. Stranka bo v dogovoru s sekcijami in izvoljenimi upravitelji na teritoriju priredila niz pobud po vaseh in v mestih, da ljudi informira in promovira referendumske razloge. O teh bo javnost pravo@asno obveœ@ena. Kdo ¡eli lahko zahtevo po referendumu podpiœe tudi na ¡upanstvih – seveda tudi v Bene@iji, Reziji in Kanalski dolini, kjer je po zakonu na voljo vse potrebno gradivo. Slovenska skupnost si prizadeva za nov volilni zakon, ki naj med drugim predvideva tudi zajam@eno izvolitev predstavnikov slovenske narodne skupnosti v italijanski parlament. Naœo prisotnost v Rimu so vso povojno obdobje omogo@ale levi@arske stranke, kar je hvalevredno, al pa ne nudi nobenega jamstva, da bo vedno tako tudi v prihodnje.
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TERSKE DOLINE
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DAL 15 SETTEMBRE aperta nell’ex ambulatorio medico del capoluogo comunale, a fianco del municipio KRATKE - BREVI - KRATKE
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Kratke Brevi brevi kratke
«Kogojevi dnevi», concerto a Lusevera
A Taipana è arrivata la farmacia un servizio che non c’era mai stato ➔ L’assessore Grassato: una conquista per gli anziani
Boom di visitatori alle grotte di Villanova
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● Larissa Borghese ●●
Il presigioso festival di musica contemporanea «Kogojevi dnevi», giunto alla 32ª edizione, quest’anno farà tappa a Lusevera/Bardo nell’Alta Valle del Torre, anziché a Tribil Superiore nelle Valli del Natisone, come negli anni scorsi. Domenica 9 ottobre, nella chiesa di San Giorgio del capoluogo, si terrà il concerto del «Zagreb saxofone quartet», complesso di fama mondiale, che per l’occasione sarà sostenuto da altri cinque sassofonisti. «Siamo entusiasti di ospitare una manifestazione di questo livello che darà visibilità internazionale al nosto territorio», ha commentato il presidente del Centro ricerche culturali, Viljem #erno. L’esibizione del gruppo croato sarà inserita nell’ambito della festa della castagna, che sarà organizzata dalla sezione ex emigranti dell’Unione emigranti sloveni - Slovenci po svetu. Sarà una giornata di divertimento all’insegna dei prodotti enogastronomici della Slavia.
al 15 settembre Taipana ha la sua farmacia, ubicata nell'ex ambulatorio medico a fianco dello stabile comunale. «La farmacia rappresenta una novità assoluta per Taipana e un servizio fondamentale per il comune montano e per le frazioni limitrofe e più lontane, come Prossenicco, Montemaggiore e Platischis – commenta l'assessore comunale all'Assistenza e alle politiche sociali, Claudio Grassato – se consideriamo solo che la farmacia più vicina si trova a Nimis, a 15 chilometri di distanza da Taipana». Grassato sottolinea anche che «il 30 per cento della popolazione nel territorio comunale ha più di 65 anni. E gli anziani quasi tutti soffrono di varie patologie croniche. Non dimentichiamo che a Taipana c'è una casa per anziani e questo rende la farmacia un servizio ancora più indispensabile». L'attività, affiancata dall'ambulatorio medico, sarà gestita dalla dott.ssa Patrizia Bonocore con l'aiuto del marito, rappresen-
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tante di farmaci. Dopo aver raggiunto un buon punteggio nel concorso per la conduzione dell'attività, la dott.ssa Bonocore si è trasferita, insieme al marito, dalla provincia di Salerno nella frazione montana, dimostrando non poca intraprendenza. Una scelta coraggiosa imposta anche dalla particolare contingenza di crisi economica che stiamo attraversando. Fino al 21 settembre la farmacia di Taipana seguirà un orario estivo con apertura dalle 8 alle 13 e dalle 16 alle 19. Nel periodo invernale sarà aperta al pubblico dalle 8 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30. Resterà chiusa il sabato pomeriggio ed il lunedì mattina.
UNA PARTE DEGLI ABITANTI per salvarlo ha bloccato i lavori di allargamento della strada
Il muro che divide il paese di Stremiz
cavatori, gli scalpellini e i muratori di Stremiz/(G)rmovœ@ica, paese dalle radici slovene posto nella gola del Grivò in quel di Faedis, devono essere stati davvero dei maestri nel tagliare, lavorare e allineare le pietre tirando su case, muri di sostegno, ponti e la monumentale fontana, costruita nel 1891, che deve essere stata il centro della vita dell'abitato fino a quando, qualche decennio fa, i ritmi della civiltà agricola scandivano il percorso terreno delle persone. Oggi la borgata si è svuotata di quella gente, dei lavori e delle voci di un tempo, ma ha conservato l'architettura originaria, valorizzata da buoni interventi di ristrutturazione, che ancora tramanda l'ingegno, la tecnica, la maestria, la fatica degli uomini di Stremiz a costruire muri. Ed è appunto il bel muro di sostegno della strada all'inizio dell'abitato che ha scatenato le proteste di una parte della popolazione che difende quel manufatto dalla distruzione dovuta alla sistemazione della carreggiata. Ancora un muro che divide! «Giù le mani da Stremiz!», si legge sui cartelli conficcati nell'area del cantiere. A farsi paladino del muro è l'architetto Roberto Raccanello, che di muri si intende per aver restaurato diverse chiese antiche
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anche nella Slavia, il quale ha mobilitato la gente del posto, la stampa, la Sovrintendenza, amici ed estimatori perché quel manufatto tutto particolare non rovini sotto i colpi delle ruspe. Racanello ricorda che il manufatto «è presente nel catasto napoleonico del 1831 ma evidentemente è più antico data la fattura con pietre ciclopiche del peso di alcuni quintali e profonde fino ad un metro. Il parapetto, che è rimasto integro nella parte verso la piazzetta, termina con una copertina in pietra a sezione triangolare». Si tratta di una «pagliacciata». Non esita a definire così la mobilitazione il sindaco di Faedis, Cristiano Shaurli, che a muso duro ribatte che i progetti erano noti da tempo e che il muro è stato dichiarato pe-
ei mesi di luglio e agosto la Grotta nuova di Villanova, nell'alta Val Torre, la più estesa grotta di contatto, finora conosciuta in Europa, ha registrato un boom di visitatori, soprattutto stranieri. «Abbiamo registrato oltre il 30% di presenze in più rispetto al 2010 – sottolinea Lucia Braida, speleologa, che fa parte del Gruppo esploratori e lavoratori grotte di Villanova-Gelgv ed è responsabile delle visite turistiche –. Un risultato raggiunto anche grazie ad alcune iniziative intraprese, quali la collaborazione con la Casa delle farfalle di Bordano, il volantinaggio fatto, con il parco avventure di Sella Nevea ed il parco delle Prealpi Giulie, presso tutti gli alberghi ed agenzie turistiche di Lignano, Bibione, Grado e Trieste». A parte il caldo afoso del mese scorso, a incrementare le visite in grotta hanno concorso anche nuove convenzioni. Tra le più importanti quella con la società che gestisce gli uffici spiaggia di Lignano Riviera, il camping e le terme. La convenzione, che prevede uno scambio di pubblicità tra le due realtà turistiche, ha prodotto un riscontro immediato, facendo pervenire in grotta moltissimi turisti provenienti da Lignano e molti centri estivi. Le grotte di Villanova hanno sviluppato, inoltre, una vantaggiosa convenzione con l'azienda di arredamento svedese Ikea, presente in regione con il centro commerciale di Villesse. La convenzione prevede per i possessori della tessera Ikea Family e per un accompagnatore la possibilità di effettuare una visita guidata al percorso turistico della Grotta Nuova di Villanova con il biglietto ridotto. La promozione è valida fino al 30 novembre 2011 sia nei giorni festivi che in quelli feriali. L'impianto ipogeo è, inoltre, entrato nel circuito della Carta giovani, il cui obiettivo è quello di incoraggiare la mobilità giovanile in Europa, favorendo i giovani, fino ai 30 anni, nella fruizione di servizi nei settori della cultura, dello sport e del tempo libero. A questo proposito, ricorda Braida «abbiamo rinnovato tutti gli accordi di collaborazione e ne abbiamo stipulati di nuovi. Ad esempio con Assointesa, un'associazione che riunisce ditte senza fini di lucro e che propone offerte a tutti i tesserati, con il camper club La Granda che conta moltissimi iscritti, con il Touring club, ecc. Da queste collaborazioni abbiamo un ottimo riscontro perché offrono ai turisti la possibilità di vedere più cose a prezzi convenienti». «Siamo inclusi nella versione estiva della Holiday card del Tarvisiano – continua l’esponente del Gelvg – e nei circuiti del turismo Fvg. A questo proposito devo dire che l'ufficio Iat delle Grotte di Villanova sta andando veramente bene, dal momento che sta distribuendo tantissimo materiale informativo sul turismo, eventi e manifestazioni in regione». A chi fosse interessato viene offerta la possibilità di effettuare visite speleoturistiche guidate attraverso le quali i visitatori possono accedere alle parti naturali della grotta, sprovviste di illuminazione e pavimentazione. «Noi forniamo tute speleo, stivali e caschi con faretto», conclude Braida, la quale ricorda che «le grotte dovrebbero essere aperte fino al 30 novembre. Il condizionale è d'obbligo dal momento che sono in corso i lavori di prolungamento della grotta, che allungheranno di ulteriori 500 metri gli attuali 700 metri di percorso turistico. Resta, però, l'incognita, per mancanza di fondi, sulla conclusione dei lavori». La grotta è visitabile (biglietto intero 7,50, ridotto 5,50 euro) le domeniche e festività nella la seconda metà di settembre, dalle ore 10 alle ore 12 e dalle 14 alle 18, nei mesi di ottobre e novembre dalle 10 alle 12 e dalle 13.30 alle 16.30. Per ulteriori informazioni e prenotazioni, contattare i seguenti recapiti, tel. 0432/787915 (attivo nei giorni di apertura), cell. 3921306550 o visitare il dettagliato sito internet www.grottedivillanova.it.
ricolante. Con il sindaco si sono schierati anche alcuni abitanti di Stremiz, come quello che su un cartello ha scritto: «Non tutti gli abitanti di Stremiz appoggiano il blocco dei lavori». Blocco che è stato decretato dalla Sovrintendenza allertata da Raccanello. Come andrà a finire la faccenda, al momento, non è dato da sapere anche se in questi casi le amministrazioni pubbliche hanno più voce in capitolo dei semplici cittadini. Una cosa però va detta. Quel muro, come quelli delle case che sono stati restaurati con grande perizia e costituiscono un valore non solo per quella comunità, rappresenta la memoria di una civiltà e di una cultura che vanno conservate, valorizzate e tramandate alle future generazioni. Quel muro non è solo un ammasso di pietre a sostegno di una strada: è stato costruito con tecniche e gusti particolari non riscontrabili in zona; quel muro è frutto di sapienza, intelligenza e risale ad antiche tradizioni ereditate dal passato. Non essendo dei tecnici, non possiamo suggerire come esso vada conservato, siamo certi però che, se andrà distrutto, Stremiz e il comune di Faedis saranno più poveri. ● G. B.
Funziona il nuovo marketing, che punta molto sulle collaborazioni e sulle convenzioni con le stazioni marine e montane della regione nonché con attività commerciali
● L. B.
15. septembra 2011
REZIJA/KANALSKA DOLINA
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NEL PAESE DELLA VAL CANALE si è ripetuto un antico cerimoniale che fa parte del patrimonio culturale sloveno
A Camporosso sant’Egidio si porta via la «maja», l’albero dei coscritti ➔ L’abete era stato innalzato la vigilia del Corpus Domini
Novi Bmw vozi na Viœarjah A je le reklamni spot edtem ko se ni œe popolnoma poleglo razburjenje doma@inov zaradi znamke M italijanske poœte, na kateri so Svete Viœarje ozna@ili kot Trbi¡ (»Tarvisio«), je izbira romarskega srediœ@a v Kanalski dolini, kot prizoriœ@e za snemanje reklamne-
● Luciano Lister Camporosso, nel corso della sagra di S. Egidio, patrono del paese, all’inizio di settembre è stata tagliata la «maja». Come abbiamo già avuto modo di raccontare sulle pagine del «Dom», l'usanza della «maja» riveste un significato particolare per il paese di Camporosso, dal momento che attorno all'organizzazione delle attività che la accompagnano, ruotano da un lato i ragazzi del paese che nel corso dell'anno compiono diciotto anni e dall'altro il resto della comunità paesana, che in qualche modo collabora alle iniziative. La maja è un tronco scortecciato di abete rosso o bianco, con rami verdi nella parte superiore, che a Camporosso viene allestito e posizionato secondo un determinato procedimento. Nei tre giorni precedenti il Corpus Domini i diciottenni di Camporosso preparano con l'aiuto di altri compaesani le «krancelne», ovvero corone di rami d'abete e fiori di carta colorati. Alla vigilia della solennità i ragazzi tagliano un abete, che viene quindi condotto in corteo per le strette strade del paese al suono di una fisarmonica, sino al luogo dell'innalzamento, che si trova accanto alla chiesa parrocchiale.
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Dopo che l'albero è stato decorato e le corone sono state fissate, verso sera si procede all'innalzamento, con l'accompagnamento di canti in dialetto sloveno. Il lavoro, svolto da molti giovani, si conclude quando la «maja» viene collocata in posizione verticale – piantata in una buca predisposta – e fissata di modo che possa resistere ad eventuali imprevisti atmosferici fino alle festività paesane legate al patrono, S. Egidio. Proprio nell'ambito di queste festività, nel pomeriggio di sabato 3 settembre la maja è stata quindi rimossa per quest'anno. Nel mattino della successiva giornata di domenica si è, invece, tenuta la sfilata in costume per le vie del paese, con la partecipazione del «Gruppo bandistico Valcanale», cui sono seguiti, dopo la Santa Messa, i tradizionali canti sotto il tiglio in friulano, sloveno e tedesco. Anche nell'allestimento dell'annuale sagra di S. Egidio, sempre aiutati dal resto della comunità paesana, giocano un ruolo importante i ragazzi che allestiscono la «maja».
ga spota, œe enkrat namignil na vabljivost in posebnost kraja. Viœarje so namre@ spet na osredju pozornosti zaradi spota, ki so ga snemali v prejœnjih dneh. Malo umetne megle, umetni sneg na krajevni hiœi in ob cesti in rde@i semafor: takœna je bila scenografija za novi reklamni spot za nemœko avtomobilsko firmo Bmw. Delo snemalne ekipe si je z radovednostjo ogledalo tudi veliko romarjev. Bili so nekako za@udeni, zaradi prisotnosti tako ogromneva œtevila snemalcev. Zdelo se jim je, da so v kinematografskem studiu. Za tovrstno pobudo so na Viœarje prinesli desetino modelov serije X. Pod vodstvom re¡iserja Marca Scholermanna (na fotografiji levo) je ekipi uspelo tudi na Viœarjah ustvariti »X-drive Village«, ki je sicer povezovalni niz novega spota. Nemœki re¡iser je kot snemalno prizoriœ@e izbral Viœarje, potem ko je bil tamgor ¡e ve@krat kot turist. Posebno sta mu ostala v spominu edinstveni razgled in zna@ilnost vasi z arhitektonskega vidika. Za sploœno koordinacijo projekta je poskrbelo slovensko podjetje »Bas production«. Sodelovalo je ve@ kot sto oseb. Bivale so v hotelih v okoliœkih vaseh. Za snemanje so bila seveda potrebna dovoljenja ob@ine Trbi¡, ¡abniœke soseske in podjetja Promotur, ki je obenem ostalo na razpolago za skupino snemalcev in sodelavcev. Ekipa je do 6. septembra snemala tudi v Zajerski dolini in po cestah v okolici Rablja in Neveje in sicer od 4.00 zjutraj do 22.00 zve@er. Po izdaji znamke s strani italijanskih poœt, ki je spro¡ilo vrsto razli@nih odzivov med prebivalstvom Kanalske doline, velja tovrstno dogajanje za novo priznanje lepote in posebnosti Viœarj. ● L. L.
IL SACERDOTE trasferito ad Ovaro. Da 10 anni guidava le comunità della valle, che ora attendono un nuovo parroco
Resia saluta e ringrazia don Gianni Pellarini ➔ Ha valorizzato la partecipazione dei laici on Gianni Pellarini lascia Resia. Domenica 28 agosto nella pieve di Santa Maria Asssunta a Prato di Resia, gremita di fedeli in occasione di una visita di pellegrini provenienti da Ljubljana, mons. Lorenzo Caucig, vicario foraneo di Moggio, durante l'omelia ha annunciato la decisione dell'arcivescovo di Udine di trasferire il pievano a Ovaro e Liaris, dove assumerà anche la funzione di vicario foraneo di Gorto. Originario di Santa Maria la Longa, don Pellarini è arrivato a Resia nel 2001 e per dieci anni si è occupato dell'intera valle che conta più di mille abitanti, dodici chiese e tre parrocchie: San Carlo Borromeo in Stolvizza, Santi Vito, Modesto e Crescenzia in Oseacco e Santa Maria Assunta in Prato di Resia. Al suo arrivo ha trovato una comunità ancorata fortemente ai valori ed alle tradizioni religiose cristiane. In questi anni ha cercato di far passare la comunità da una appartenenza solo religiosa e devozionalistica ad una vita di fede adulta e autentica, di persone chiamate a collaborare, ciascuna secondo le proprie possibilità, alla crescita del popolo di Dio. Si è impegnato a convincere che la Chiesa non è solo dei preti, ma soprattutto di laici impegnati in
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prima persona, insieme al proprio parroco, nell'evangelizzazione. Ha trasformato la parrocchia da distributore di servizi a comunità che si fa servizio. «Lascio Resia con un po' di dispiacere, dopo 10 anni passati tra gente con cui ho fatto una bella esperienza, a contatto con una cultura così diversa dalla mia – ha
Lascio la valle con un po’ di dispiacere. Questo servizio pastorale mi ha arricchito parecchio
Sopra, la pieve di Resia; in alto a sin. don Gianni Pellarini commentato don Pellarini –. Qui mi sono trovato benissimo. Quando sono arrivato, avevo alle spalle già 10 anni di montagna, ma a Resia è un altro mondo. Ho cercato di cambiare mentalità, mi sono messo d'impegno per capire. Questo servizio pastorale mi ha arricchito parecchio. Ci sono stati tanti momenti belli e significativi. Impossibile elencarli tutti. Dico solo che porterò nel cuore tutte le Œmarne miœe». Attraverso le pagine del Dom, i fedeli resiani esprimono a don Gianni il più sincero e vivido ringraziamento per tutto il bene che hanno ricevuto in questo suo servizio presso le loro comunità. Lo ricorderanno anche per il suo amore verso la
montagna. Ogni fedele tra di noi conserverà di lui un ricordo particolare, unico e personale, così come particolare, unico e personale è stato il suo rapporto con ognuno. Non sono mancate, a volte, le divergenze ed i contrasti che hanno comunque offerto possibilità di riflessione nel reciproco rispetto. Espresso il «Bug lunej pra Gianni», i resiani sono fiduciosi che l'arcivescovo vorrà trovare alle comunità della Val Resia un sacerdote per continuare il cammino di fede e di rinnovamento culturale e sociale di cui Resia ha tanto bisogno.
● Sandro Quaglia
KRATKE - BREVI - KRATKE
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Kratke Brevi brevi kratke
Chinese, figuraccia a livello europeo ● ● Nell'ambito dei corsi universitari estivi organizzati dal 14 al 28 agosto a Bovec dall'università di Klagenfurt e finanziati dal ministero federale della Scienza e della ricerca austriaco, dalle università di Klagenfurt, Trieste, Udine, Capodistria e Lubiana sul tema «Caduta del Muro di Berlino e ricadute nell'area Alpe-Adria», ha avuto luogo un escursione a Resia. Il 21 agosto un folto numero di studenti, provenienti da vari atenei europei, ha percorso a piedi la valle, ha visitato il Museo dell'arrotino e la sede del Parco naturale delle Prealpi Giulie, ha goduto della musica e delle danze tradizionali. Il gruppo è stato ricevuto dal sindaco, Sergio Chinese, e – come scrivono alcuni partecipanti – è rimasto sbalordito dal suo intervento tutto teso a sottolineare una presunta «unicità» del dialetto locale e alla negazione di qualsiasi legame con la lingua e la cultura slovena. Gli studenti hanno accolto con particolare sgomento il tentativo di applicare nel campo dell'etnia e della linguistica le ricerche genetiche tese a individuare malattie ereditarie. La conclusione alla quale sono giunti gli studenti dopo l'esposizione del primo cittadino è che parlata e cultura resiane non sono minacciate dalla «slovenizzazione», ma dall'«italianizzazione», come testimoniato dal fatto che Chinese abbia pronunciato solo poche parole in resiano per poi proseguire esclusivamente in italiano. Sicuramente il sindaco non si è reso conto di avere di fronte un uditorio – professori e studenti – di esperti in linguistica provenienti da molte università dell’area di Alpe Adria. Niente da dire: una figuraccia a livello europeo. (m.k.)
Orlojavi od sunca ta-na Rüœæa ●●
Ta-na Rüœæa bojë ka tu-w ni planïni to parja da somö tu-w dumu. To bo zajtö ka jë karjë nih planïn anu ni so narëd skorë tej hïœe ta döma. Izdë so bile jïspe, æanibe, œtiga, hliwji. Sa mörë kapet da to jë itaku zajtö ka jë karjë tarinjuw anu sa muglo mët rat mësta za hlive, njïve anu arbule. Jë pa kej lipaga ka nala¡amö ta-na isimo mëstu: to nïso planïne, to so ti »orlojavi od sunca« (meridiane), ka möramö œæë näœnji din je vïdët tu-w mirah, same. Jih jë malu anu ni kumuj se vïdijo, ni so narëd ziz æalcïno, namulinane: to se vïdi œæë malu, ma to so fïs une ti »orlojavi od sunca«. For@, ni so bile narëd, zajtö ka jüdi so mëli trëbë vëdët oro: izdë, dalë@ od vase, sa ni @ülo wbuwat or anu pa tih pärvih radjuw. To mörë bet za wöjo isagä, ka so se naredili isï orlojavi anu je nala¡amö tu ka so planïne, na te sun@ni krej. Sa moglu je vïdët pa z dalë@njaga. Aliböj, du vi, to mörë bet, da dan din, du jë parœäl z dalë@njaga anu an jë je naredil tej be to mëœi bet bila na wsakadinja ri@ aliböj za dan Bug lunej, za dan lagjament. To mörë bet – mï be tëli radë mïœlit, da to bilu itaku, da to bo bil dan rozajän – ka an bo bil se nawü@il je narejat jïndë, for@ tu-w Niœkë tu ka jë karjë »orlojow od sunca«, anu ko an bil sa döma an bo bil si pumïslil, je naredit pa izdë. Sa ni vi, da kada ni so bili narëd. Du di, da ni so je naredili währ lëta 1800 ma sa mïsli, da ni so œ@ë bojë stare. Ma isö nï trëbë vëdët. Anu to pa joœt, da @äs jë je konœumäl, isi @äs ka »orloj od sunca« kazal anu ka injän to nï pa wridnu vëdët. Suncë wstajë anu an gre za göro rüdi anu @äs æë rüdi pujübit ise pëæine »pul lüne« @en@e se barat, da kaka dne to so. (S. Q.)
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POSO@JE
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15. septembra 2011
SODELOVALA STA NAJVE#JA lastnika podjetja in sicer Evroinvest iz Nove Gorice in Ob@ina Bovec KRATKE - BREVI - KRATKE
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Kratke brevi brevi kratke
Najboljœa planinska karta je Bohinjska ●●
Komisija izbranih strokovnjakov Mednarodne kartografske zveze (ICA) v Parizu, je, med ve@ kot 500 razstavljenimi kartami prvo nagrado v kategoriji topografskih kart, podelila planinski karti Bohinja, ki zajema tudi œirœe podro@je s Krnom vred. Za izdelavo zmagovalne karte v merilu 1:25.000 je poskrbel Geodetski inœtitut Slovenije. Karto je zalo¡ila in sooblikovala zalo¡ba Sidarta, ki je ¡e uveljavljena pri izdajanju vodnikov s podro@ij izletniœtva, gorniœtva, plezanja in kolesarjenja. Mednarodna kartografska zveza vsako leto podeli nagrade za najboljœe topografske karte. Tako je Geodetski inœtitut Slovenije v Parizu prejel ¡e tri nagrade in konec letoœnjega poletja. Tokrat pa gre celo za zmagovalno karto Bohinj (Triglav, Krn, #rna prst), ki so jo izdelali na Geodetskem inœtitutu Slovenije in so jo predstavili na mednarodni razstavi v sklopu letoœnje 27. konference ICA. V izjavi za javnost je bilo zapisano, da je Geodetski inœtitut Slovenije edina kartografska inœtitucija na svetu, ki je nagrado prejela ¡e trikrat, in to vsaki@ v drugi kategoriji. Slovenski kartografi so na letoœnji konferenci v Parizu, ki predstavlja svetovno zdru¡enje kartografov iz ve@ kot 80 dr¡av, predstavili tudi referate in sodelovali v vodenju sekcij in komisij. Ta slovenski inœtitut je prejel nagrado ¡e leta 1999 in sicer na konferenci v Ottawi, za mestno turisti@no karto Maribora, drugi@ pa leta 2003 na konferenci v Durbanu v Ju¡ni Afriki, za taktilno (otipno) karto Ljubljane za slepe in slabovidne. Vsekakor bi bilo dobro razmisliti o takœni karti, ki bi se nadaljevala v trikotniku od Krna do Mangarta in Matajurja, z vsemi okoliœkimi kraji, torej tudi Bene@ijo, @e smo se zares nehali omejevati z mejami. Za sedaj, sega predstavljena karta komaj @ez staro rapalsko mejo. (m.m)
Posoœki zdravstveni center v Kobaridu
● ● To poletje, ko je bilo dializnim bolnikom iz Poso@ja œe posebej te¡ko prenaœati dolge vo¡nje, je vendarle za@el delovati dializni center v Kobaridu. Poleg tukajœnjih enajstih ledvi@nih bolnikov iz Poso@ja lahko sprejemajo na dializo tudi bolnike iz Slovenije in tujine, ki so tukaj kot turisti ali na daljœem tranzitnem potovanju. Ta trenutek se dializnega centra najbolj veselijo pacienti, Doslej so se morali odpravljati na ve@urno pot do œempetrske bolniœnice. Za tiste iz Trente je œe do Kobarida dale@, do Œempetra pa so imeli kar dve uri naporne vo¡nje samo v eno smer. Po novem se bo imenoval Posoœki zdravstveni center. V novem centru bodo jeseni, skupaj s podjetjem Medicus Partner, ponovno odprli tudi internisti@no ambulanto. Celotna investicija v dializni center je veljala dobrih 700.000 evrov. Za opremo dvanajstih dializnih mest so porabili ve@ kot 260.000 evrov. Nekaj sredstev za opremo so prispevale tudi posoœke ob@ine, del so pridobili v razli@nih dobrodelnih akcijah, najeli pa so tudi dolgoro@na posojila. (m.m)
Dokapitalizacija podjetja Atc Kanin reœila blizajo@o se smu@arsko sezono ➔ Brez tega koraka bi se dru¡ba znaœla pred ste@ajem ● Miran Miheliå podjetju ATC Kanin Bovec d.o.o., ki upravlja kaninsko smu@iœ@e so 30. avgusta, sporo@ili, da so ta dan izpeljali trinajsto skupœ@ino dru¡benikov podjetja, na kateri sta bili najpomembnejœi to@ki dokapitalizacija podjetja ATC Kanin Bovec d.o.o. in imenovanje novih nadzornikov podjetja. Brez tega koraka, bi se znaœla dru¡ba pred skorajœnjim ste@ajem. Investicijske programe pa bodo morebiti za@eli pripravljati v naslednjem letu. Kot je povedal Simon Klaut, direktor ATC Kanin Bovec, so stvari toliko dozorele, da so lahko na tej seji skupœ@ine izvedli ¡e dolgo napovedano dokapitalizacijo podjetja. Brez tega koraka, ni bilo mo¡nosti, da bi lahko prihajajo@a bovœka zimska ponudba zopet zadihala. V dokapitalizaciji sta sodelovala (po novem) najve@ja lastnika podjetja Euroinvest d.o.o. iz Nove Gorice in Ob@ina Bovec. Euroinvest je v osnovni kapital podjetja vlo¡il 1.100.00 evrov terjatev, ki
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so nastale iz kreditov, ki jih je v preteklosti ta dru¡ba dala podjetju ATC Kanin Bovec d.o.o. in iz naslova odkupa terjatev od podjetja Primorje d.d., ki so nastale iz gradnje œtirisede¡nice Prevla. Ob@ina Bovec pa je v podjetje vlo¡ila zemljiœ@a, ki obsegajo kompleks ˘arœ@e. Po mnenju direktorja Simona Klauta, ¡al, ta dokapitalizacija za podjetje ATC Kanin Bovec d.o.o. sicer ne pomeni reœitve likvidnostnih te¡av, vendar pa reœuje kapitalsko ustreznost podjetja ATC Kanin Bovec d.o.o. in zmanjœuje njegove dolgove do kreditodajalcev. Po sedanji dokapitalizaciji ostaja najve@ji lastnik podjetje Euroinvest d.o.o. iz Nove Gorice, ki ima po novem 42,25 % dele¡, na drugem mestu ostaja Ob@ina Bovec, ki ima 28,71% dele¡, na tretjem pa HIT. Na skupœ@ini se je tudi imenovalo dva
novega nadzornika in sicer Gorana Kavsa (nekdanjega direktorja ATC Kanin Bovec v bivœi dr¡avi), katerega je predlagala ob@ina Bovec in Miho Urœi@a, katerega je imenoval tretji najve@ji lastnik, novogoriœko podjetje Hit d.d.. Predsednik nadzornega sveta pa ostaja direktor podjetja Euroinvest d.o.o., Radoœ Pavlovi@. Simon Klanut œe poudarja, da so v podjetju ATC Kanin Bovec zadovoljni s poletno sezono, saj so uspeli na novo pozicionirati Kanin z dodatno zgodbo v ponudbi. Nedvomno je ta odlo@ilna za pove@anje obiska turistov iz prejœnjega leta kar za 24%, kljub temu, da sezona ni œe kon@ana saj bo ¡i@nica na Kanin v mesecu septembru vozila œe ob vikendih. Po osebnih odzivih in anketi so bili obiskovalci Kanina letos zelo zadovoljni z
novo vsebino »Kanin dogaja« in s ponudbo novo urejeni terasi nad restavracijo Prestreljenik. Gre za »poletno pla¡o«, ki je, poleg pre@udovitega razgleda na tr¡aœki zaliv, privabila tudi z odli@no kuhinjo. Gostje so najbolj u¡ivali v »hudi@kovi tortici«, ki prihaja izpod rok svetovno znane slaœ@i@arke Alenke Kodele. Izhaja iz ljudske pripovedi, ki jo poznajo od Bene@ije, Poso@ja do Koroœke, da je skozi vrh Prestreljenika naredil hudi@ luknjo, ko sta z Marijo tekmovala, kdo pride prej iz bo¡jepotnih sv. Viœarij na sv. Goro. Klaut obljublja, da »se pospeœeno pripravljamo tudi na bli¡ajo@o se zimo, saj ¡e oblikujemo zanimive prodajne akcije za privabljanje predvsem mladih dru¡in, ki so bile do sedaj na Kaninu manj prisotne. Poleg tega pa ra@unamo, da bomo smu@iœ@e zagnali prvi v Sloveniji, kar nam omogo@ajo izredni naravni pogoji zgodaj zapadle debele sne¡ne odeje na kaninskem smu@iœ@u in dotok novih finan@nih virov, ki nam jih bo zagotovila podelitev koncesije s strani ob@ine Bovec.« Ob tem dejanju so se oddahnili tisti ponudniki v œirœem Poso@ju in ne le v Bovcu, ki ra@unajo v naslednjih letih razviti tudi zimsko ponudbo, saj je bila lahko doslej dvomese@na poletna turisti@na »bira« le kot dopolnilna dejavnost. V alpske zimske turisti@ne centre se vozijo smu@arji do ¡i@nic do 50 km dale@. Res pa je, da po bolj hitrih cestah, ki pa se jih nekateri v Poso@ju z vsemi œtirimi otepajo.
V ORGANIZACIJI regijskega odbora Gornje Poso@je in Idrijca
Radio Alpski val v novih prostorih v Tolminu ojstni kraj Alpskega vala je Idrsko. Tako reko@, pod severno stranjo Matajurja. Potem pa mu je pomanjkanje denarja odtrgalo korenine in neurje ga je odplavilo na Poljubinj, letos poleti pa v nove prostore v Tolmin, kjer deluje kot del Primorskega vala. Konec avgusta so tam pripravili dan odprtih vrat. Slovesnost so popestrili s koncertom primorskih glasbenikov. Popoldanske prireditve se je udele¡ilo veliko posluœalcev, ki so bili radovedni, kdo jim polepœa dan z lokalnimi novicami in od kod bo odslej tekel program njih lokalnega medija, ki ga mnogi posluœalci Poso@ja spremljajo ¡e dve desetletji. Kulturni del dogodka se je odvijal v atriju pred glasbeno œolo. V krajœem programu so sodelovale priznane primorske glasbenice in glasbeniki: Vokalna zasedba Nonet Ba@a, tolminski Jazz Punt Big Band in zmagovalka festivala 1. glas Primorske Maja Porta. Pod ve@er se je radijska ekipa simboli@no zahvalila vsem, ki so zaslu¡ni za sodobnejœe prostore in posebej poudarila, da poklanja koncert svojim zvestim posluœalcem. Direktor radia Ivan Seljak iz Cerknega je povedal, da selitve in zdru¡evanje lokalnih radiov narekujejo drage tehni@ne posodobitve in prav tako zdru¡evanje kadrov od Idrije do Kobarida. Vse to je pogojevalo tudi zdru¡evanje na primorski ravni z Radiom Primorski val. Nekateri ob¡alujejo, da ta poslovna nuja, po drugi strani ohranja, z oddaljevanjem iz alpskega prostora v @isto predgorje, od nekdanjega kobariœkega Alpskega vala samo œe ime. Lepo pa bi bilo, da bi œe naprej ohranil in œiril ¡iv stik z Bene@ijo. Na dnevu odprtih vrat radia so se lahko sre@ali tudi nekdanji sodelavci in solastniki prejœnjih oblik teh zdru¡enih radijskih postaj in novih poslovnih partnerjev, predvsem pa je bilo vse to namenjeno zvestim posluœalcem. Statistike ka¡ejo, da obsegajo ti razli@ne starostne, izobrazbene in interesne strukture. To pomeni, da ta severnoprimorski lokalni medij uspeœno ponuja zaupanja vredne aktualne, dovolj kvalitetne in preverjene informacije.
Okrog 350 ljudi se je udele¡ilo pohoda NSi na Matajur
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● M. M.
Mnoœica med maæo pred cerkvico Kristusa Odreæenika
Janez Dular, Silvester Gabræåek, Lorenzo Pelizzo in Tomaœ Pavæiå egijski odbor Nove Slovenije Gornje Poso@je in Idrijca je v nedeljo 28. avgusta pripravil ¡e enajsti pohod prijateljstva in odprtosti na Matajur. Pohoda se je udele¡ilo okrog 350 @lanov in simpatizerjev Nove Slovenije. Po nekaj urah hoda in uspeœni osvojitvi vrha Matajurja, je potekala sveta maœa. Osrednja govornica, predsednica Ljudmila Novak, je poudarila pomen in vlogo Nove Slovenije v danaœnjem @asu. Dejala je, da je NSi stranka, ki zagovarja tradicionalne krœ@anske vrednote, ki so danes nadvse potrebne. Pri tem je poudarila, da se nikakor ne more strinjati z dru¡inskim zakonikom, saj le ta odklanja tradicionalno obliko dru¡ine, osnovne dru¡bene celice, ki je porok za prihodnost slovenskega naroda. Pri pohodu, ki so se ga udele¡ili tudi nekateri Bene@ani, je z oganizacijske plati sodelovala tudi Planinska dru¡ina Bene@ije. Prisotna je bila kobariœka ¡upanja Darja Hauptman. Med udele¡enci smo opazili dobre znance Beneœkih Slovencev, Silvestra Gaberœ@ka, Toma¡a Pavœi@a in Janeza Dularja. Bil je tudi predsednik Furlanskega filoloœkega druœtva, Lorenzo Pelizzo.
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POGLOBIMO IN PREMISLIMO
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A VALBRUNA/OV#JA VAS incontro con don Pierluigi Di Piazza e don Mario Vatta
Ogni persona sia rifugio per tante altre persone ➔ Sull’accoglienza dei profughi si misura la nostra civiltà cristiana ● Ezio Gosgnach ice il filosofo Jaques Derrida che non si può non coltivare l'etica dell'ospitalità, perché «l'ospitalità è la cultura stessa e non è un'etica tra le altre». Il concetto, per certi versi paradossale, è stato ribadito a tutto tondo da don Pierluigi Di Piazza, del centro di accoglienza «Balducci» di Zugliano, e don Mario Vatta, della comunità «San Martino al Campo», che domenica 4 settembre nella casa alpina «Julius Kugy» a Valbruna/Ov@ja vas, moderati dal giornalista Luciano Santin, si sono confrontati sul tema «Trovare rifugio in senso alpinistico e non». I dizionari della lingua italiana alla voce «rifugio» attribuiscono molteplici significati. Il «Sabatini Coletti» mette al numero uno quello di «aiuto, difesa contro pericoli di natura materiale o spirituale». Seguono: «Luogo che offre protezione» (costruzione per alpinisti, rifugio antiaereo o antiatomico), «Luogo di ritrovo abituale» e «Persona, ambiente, attività a cui si ricorre per avere protezione o sollievo». Don Di Piazza li ha passati in rassegna tutti – partendo dal concetto classico di rifugio alpinistico: «punto di arrivo e di passaggio; sinonimo di cammino, fatica, sosta, ristoro e riposo; luogo di incontro, di conoscenza e di dialogo anche con chi si vede per la prima volta; costruzione in quella montagna che è già di per sé rifugio, innanzitutto interiore» – per affermare l'esigenza che ognuno nella vita «tenti di costituire rifugio per tante persone».
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am zveni znano, @e re@em: »Konec sveta.«? Naslednji je napovedan za 21. december prihodnje leto. Po desetih minutah in nekaj klikih na spletne strani, postane jasno, da gre za œe eno v vrsti apokalipti@nih prerokb, ki se naslonijo na kakœno dejstvo, v tem primeru na koledar starodavnih Mayev, in @akajo na... Ne, zmotili ste se, ne @akajo na konec sveta, @akajo na zaslu¡ek, ki je, seveda, premo sorazmeren s strahom. Se imamo prihodnje leto res @esa bati? Ni@ od tistega, pred @emer nas straœijo, se bo zgodilo, ker je skregano z osnovami fizike in astronomije, kljub temu pa se bojim, da se nekaj vendarle bo zgodilo. Menim, da se na@in ¡ivljenja, kot ga ¡ivimo danes, pribli¡uje koncu, slutim, da so svetu kot ga poznamo danes, œteti dnevi in verjamem, da bo po tistem, kar se bo zgodilo, @esar pa natan@no ne more napovedati nih@e, ¡ivljenje teklo naprej, samo malo druga@e. Se vam zdi normalno, da je svet zadol¡en za 40.000 milijard dolarjev, kar znese skoraj 6.000 dolarjev na prebivalca, tudi tistega, ki toliko denarja ne bo zaslu¡il
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don Pierluigi Di Piazza, Luciano Santin e don Mario Vatta «Rifugio – ha proseguito – sono le comunità di accoglienza per chi è in difficoltà, i centri di recupero per chi è prigioniero delle sostanze stupefacenti, i club per alcolisti in trattamento, le comunità per i malati mentali, i centri di disintossicazione per i giocatori d'azzardo. Anche la fede e la preghiera sono rifugio. A patto che non diventino una nicchia personalistica, ma portino e riportino la persona nella società. Pure la Chiesa è rifugio quando ha le porte aperte, quando accoglie tutti senza distinzioni, remore e pregiudizi. Se Gesù è rifugio per le persone, noi a sua immagine dobbiamo essere rifugio per le persone». Fondamentale è, quindi, come ha sottolineato Santin, «distinguere tra veri e falsi rifugi». Ma come discernere? «Gesù è la persona che giustifica la nostra esistenza e rimedia alle nostre scelte sbagliate», ha risposto don Vatta, che ha elencato i falsi rifugi «perseguiti per alleviare la fatica del vivere»: alcol, droga, psicofarmaci, gioco d'azzardo. «Anche la sicurezza cercata nelle armi, nello stato poliziesco, nelle telecamere è un falso rifugio e genera solo paure e nemici. La vera sicurezza sta nell'accoglienza degli ultimi – i senzatetto e tutti gli emarginati da questo nostro mondo opulento – e degli immigrati che vedono un rifugio dalla fame e dalle sete nella nostra parte di mondo in cui si
muore di troppo mangiare». La Chiesa, secondo il fondatore della comunità di San Martino, deve tornare alla teologia del prossimo. «La religiosità – ha affermato – non sta nelle liturgie e nelle cerimonie, ma nell'umanità. Del resto, nel giudizio finale non ci sarà chiesto conto di quante volte siamo andati a messa o a fare la comunione, bensì di cosa abbiamo fatto per il prossimo. Il Vangelo lo predice senza giri di parole: avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto…». Sull'accoglienza dei profughi si misura la nostra civiltà. E su essa si è incentrato il dibattito anche a Valbruna. È emerso che in Italia e in Europa il diritto d'asilo viene sempre meno rispettato provocando uno scoraggiamento, evidenziato anche dalla diminuzione delle richiesta d'asilo politico. Con gli accordi di Schengen l'Unione Europea apre le frontiere interne, ma chiude maggiormente quelle esterne. Il problema degli immigrati viene spesso fatto risolvere dalla polizia. O perfino dalla Protezione civile. «Abbiamo sul territorio una decina di profughi africani, ma non abbiamo gli strumenti per inserirli nella comunità. Sono parcheggiati qui dallo Stato, senza alcuna certezza di futuro. Possiamo accoglierli solo passivamente. Non possiamo far fare loro niente», ha denunciato il sindaco di Malborghetto-Valbruna, Alessandro Oman. «Il modo in cui vengono trattati questi profughi – ha concluso don Di Piazza, forte di un'approfondita conoscenza della situazione – va contro la dignità umana di queste persone. Sono considerati solo un problema e non c'è per loro alcun progetto di accoglienza. Noi cerchiamo di supplire, ma la situazione è insostenibile».
L’OPINIONE di Riccardo Ruttar
Un bus giallo testimone di confini abbattuti S. Pietro al Natisone/Œpietar la zona che si estende dalla chiesa verso il Natisone, quella delle scuole, non appare in tutta la sua ampiezza di spazi se non percorrendola a piedi, magari sotto il sole di un 10 settembre che nulla aveva da invidiare ad un luminoso sabato agostano. È stato lo stesso ministro della vicina Repubblica di Slovenia, Boœtjan ˘ekœ, il quale cura gli interessi degli sloveni confinanti e di quelli dispersi per il mondo, che ha evidenziato nel suo intervento l'esplosione di colori che la natura offriva, dall'azzurro del cielo, al verde dei boschi, al bianco dei fabbricati… Ciò, per mettere ancor più in evidenza il giallo sfolgorante del nuovo autobus per il trasporto degli alunni della scuola bilingue valligiana, praticamente donato dalla Slovenia al locale Zavod za slovensko izobra¡evanje/Istituto per l'istruzione slovena. L'ha detto lui stesso: è stato un intervento economico difficile in relazione alle dotazioni finanziarie del Ministero, ma facile in considerazione della sua utilità. Un investimento sicuro, perché messo in buone mani. Il ministro, attorniato da altre autorità, è intervenuto per l'inaugurazione di questo mezzo, indispensabile alla scuola, perché possa convogliare in comodità e sicurezza nel centro bilingue i piccoli cittadini italiani le cui famiglie han capito il senso culturale, civile e formativo dell'opzione educativa bi-plurilingue. L'opzione «in più» che orienta il ragazzo in età evolutiva verso orizzonti privi di chiusure, di confini e di discriminazioni. Credo siano in pochi – non i miei lettori – quelli che non han sentito o letto dei problemi in cui si dibatte la scuola bilingue sloveno/italiano: sfrattata dal fabbricato che aveva in uso, verificatosi privo di sicurezza antisismica, alloggiata in locali «di fortuna» angusti e tutt'altro che funzionali. E qui sta il punto. Le lotte civili, ma ferme e partecipate, da parte dei genitori per ottenere il diritto allo studio per i propri figli hanno portato a frutti positivi tra le autorità scolastiche ed amministrative. L'impensabile si è verificato invece lì, a S. Pietro/Œpietar: l'amministrazione locale si è dimostrata non insensibile, ma contraria, nel tentativo di «evitare la promiscuità» tra i ragazzi sulla base della scelta linguistica. Eppure i 220 alunni della bilingue «vivono» le loro giornate assieme a quelli della «monolingue» e le scuole sono entrambe «dello Stato». E non della Slovenia, ma dell'Italia! Misteri della politica e dell'animo umano, quando perde i parametri di riferimento al valore della persona umana. Immagino il bus giallo, sulle cui fiancate spicca la scritta «Scuolabus/Œolabus», in viaggio per le strade beneciane e cividalesi, testimonianza di un'evoluzione positiva e segno di confini abbattuti, di aperture impensabili ai tempi dell'erezione di «muri» non solo berlinesi. Qualcuno parlerà ancora di intrusione della Slovenia nelle faccende beneciane, ma lasciamoli dire. Io evidenzierei quest'atto di responsabilità e generosità di contribuenti sloveni, che non stanno certo meglio di quelli italiani, in contrapposizione alla grettezza medioevale di frange valligiane. Ma mi si conceda anche un appunto agli organizzatori locali dell'inaugurazione del nuovo bus. Per me e per molti altri beneciani, sebbene non sia il caso di mischiare sacro e profano, con un minimo di sensibilità per le tradizioni locali: qualche goccia di acqua santa non avrebbe stonato affatto.
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SE VAM ZDI NORMALNO, da je svet zadol¡en za 40.000 milijard dolarjev?
Konec sveta kot ga poznamo v celem svojem ¡ivljenju? Se vam zdi normalno, da je nek artikel, samo zato, ker ima posebno znamko, vreden do 1000 krat ve@, kot je njegova proizvodna cena? Se vam zdi normalno, da dr¡ava, ki je zadol¡ena do vratu, posoja denar drugi dr¡avi, ki je œe bolj zadol¡ena? In se vam zdi, da te nenormalnosti lahko œe kar trajajo? Svetovni dolg po podatkih spletne strani ugledne revije The economist, vsako sekundo naraste za pribli¡no 100 tiso@ dolarjev. Svetovni dolg je pravzaprav te¡ko razlo¡iti, toda @e poenostavim, je to tako; »Miha lahko posodi Janezu, ali pa Peter Manci, svet pa si ne more izposoditi od lune, na primer, lahko pa se zadol¡i pri svojih prebivalcih. Kako? Iz njihove prihodnosti. Pokojninski skladi, nalo¡be, var@evanja, vse to je en velik navidezni œparov@ek, iz katerega si, na zelo, zelo zapleten na@in, svet izposoja denar.
Kaj bo, ko bomo priœli do konca? Saj verjetno ne mislite tako kot nekateri, da do konca nikoli ne moremo priti. Resni@no in iskreno se opravi@ujem ekonomistom za to poenostavljanje, ampak verjemite mi, da bom presre@en, @e me kdo prepri@a, da se motim in da svetovna ekonomija ne sloni samo in izklju@no na poviœevanju BDP. #e se motim, potem se tako nimamo @esa bati, @e pa imam prav, potem bo ¡al dr¡alo to, kar sem razmiœljal pred tem; bli¡a se konec sveta, kot ga poznamo. Pravzaprav se kriza mora zgoditi in to dovolj huda, da bo pometla z nesposobne¡i, ki jih je na odgovoren polo¡aj spravila tista @loveœka lastnost, ki zmore ignorirati zdravo pamet. Kdo je danes uspeœen, na polo¡aju? Najpomembnejœa je predrznost, suverenost in brezobzirnost, temu pa takoj sledi pripravljenost pomagati si z vsemi sredstvi, ki slu¡ijo cilju.
To je agenda danaœnjega @loveka in ta nas je pripeljala v @as nepremi@ninskih, borznih in naftnih balonov. Toda tisto kar mora zares po@iti, je balon napuha... Vœe@ mi je simbolika stolpa v Babilonu... Ko je @lovek dovolj oddaljen od zemlje in misli, da je ne potrebuje ve@, ker, saj veste, mleko pride iz mlekarn, solata pa raste na polici v trgovini... Takœen @lovek pozabi tudi na zdravo, kme@ko pamet, namre@, da lahko daœ toliko v usta, kolikor lahko potem pojeœ. Ob koncu bi rad z vami delil œe vizijo dneva potem, ko se bo zgodilo tisto, @esar nih@e ne more natan@no napovedati. Ni@ posebnega, @e bomo skesano ugotovili, da se je poruœil œe en babilonski stolp, @e bomo prisebni in trezno ugotovili, da se bo ¡ivljenje vrtelo naprej, œe posebej pa, @e bomo znali biti zadovoljni s tem, kar smo, in s tistim, kar imamo. Upam si celo napovedati, da enkrat za
spremembo ne bodo na slabœem tisti, ki imajo malo, viœina padca s poruœenega stolpa je odvisna od tega, kako visoko je nekdo priplezal. ● Tadej Sadar www.radio.ognjisce.si
ŒPORT
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TUTTE E TRE LE FORMAZIONI della società di San Pietro al Natisone sconfitte nella prima giornata di campionato
Valnatisone, falsa partenza nella nuova stagione calcistica ➔ Calcio a 5. A Cosizza nell’«Over 40» successi di Merso di Sopra e Togliano Nel «Lauretig» ha vinto Premariacco
eggio di così non poteva incominciare. Questo il commento spietato sulla prima giornata di campionato per tutte le squadre della Valnatisone, da quella di Promozione agli Allievi, passando per gli Juniores. I segnali negativi sono venuti alla luce già nella prima fase di Coppa Italia, dove i valligiani hanno collezionato tre sconfitte rispettivamente contro Virtus Corno, Reanese e Manzanese, uscendo anzitempo da questa manifestazione.
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Nella partita d'esordio in campionato è salito a San Pietro il Ponziana: con una tattica ormai collaudata, non ha dato modo ai padroni di casa di sviluppare il proprio gioco e, come da copione, con l'unico insidioso tiro in porta è andato a segno. Gli ospiti si sono poi chiusi a riccio e hanno vanificato qualsiasi tentativo di avvicinarsi alla porta avversaria da parte della Valnatisone. Il risultato finale è stato, quindi, 0-1 per i triestini. Gli Juniores, scesi in campo con una formazione d'emergenza, sono stati sconfitti 4-0 dalla Manzanese. Ancora più in
emergenza gli Allievi: con undici giocatori contati a Udine, contro i campioni in carica del Bearzi, hanno subito il pesante passivo di 9-0. Ma la sconfitta è giustificata dalla mancanza di ben cinque titolari, infortunatisi nel corso degli allenamenti la settimana precedente. Ora i tecnici delle due nostre formazioni, che partecipano al campionato regionale, sperano di avere a disposizione l'intera rosa in tempi brevissimi, poiché incominciare con questo handicap non è per nulla incoraggiante. Intanto è calato il sipario sugli ultimi tornei estivi di calcio a cinque. Si è trattato dell'Over 40 e del quinto memorial «Andrea Lauretig» riservato alla categoria Pulcini, disputatisi sul campetto di Cosizza. Nell'Over 40, la finale della fascia A ha
visto di fronte Pulfero e Merso di Sopra, con la vittoria di quest'ultimo per 2-1. Stesso punteggio anche per la finale della fascia B con il Togliano che ha superato Ponte S. Quirino. Il memorial A. Lauretig è stato vinto dall'Azzurra di Premariacco che ha sconfitto il Moimacco 2-1, mentre per il terzo posto l'Audace ha superato la Torreanese 4-2. In una gara rocambolesca, i ragazzini di San Leonardo, sotto di due goal nella prima frazione di gioco, sono andati a segno quattro volte nella seconda. Nel corso delle premiazioni, con una targa consegnata all'Audace, è stato ricordato Corrado Buonasera ad un anno dalla scomparsa. Corrado è stato un valido e prezioso collaboratore nell'ambito del calcio giovanile locale.
CRONO BABY BYKE VALLI DEL NATISONE
V TOLMINU 18. TEK V SPOMIN NA IVANA ANDERLETA
Trusgnach e Braida vincitori ad Azzida
Gorski teka@i se kalijo na #rni prsti laninsko druœtvo Tolmin in Gorska reœevalna slu¡ba sta 3. septembra, s pomo@jo ob@ine Tolmin, organizirala ¡e osemnajsti gorski tek na #rno prst. Ime so mu dali po pionirju teh gorskih tekov Ivanu Anderletu. Gre za enega prvih uradno organiziranih gorskih tekov v Sloveniji. Je tudi izredno priljubljen med mlajœimi teka@i, saj se ga udele¡uje pribli¡no 100 teka@ev. Letoœnji gorski tek je pomenil obenem spomin organizatorjev na letos preminulega doma@ega atleta Janka Valentin@i@a, ki je ob prvem teku na #rno prst, leta 1970, zbrane teka@e k startu pozval z besedami "Pobje, zdaj pa le pejta!«. Teka@i so premagali nekaj ve@ kot 6 km dolgo progo, viœinske razlike 1.320 m. Med tekom so se lahko okrep@ali na dveh okrep@evalnicah na Kalarskem Brdu (1050 n.v.) ter na paœniku nad gozdom. Spodbudno za letoœnji tek je tudi to, da so se zbrali tekmovalci iz vseh podro@ij Slovenije, vse ve@ pa jih prihaja tudi iz Italije. Kljub visokim temperaturam v dolini, se je na @rni prsti srebro dvignilo komaj na 13 stopinj. Torej odli@ni pogoji za zadnje minute teka. Kljub temu pa ni padel najboljœi absolutni rezultat. V moœki kategoriji je tokrat najhitreje pritekel na vrh Simon Ali@ v 50 min. in 25 sek. Med ¡enskami je bila najhitrejœa Mihaela Tuœar, sicer œampionka gorskega teka s @asom 68 minut. Aplavz si je prislu¡il doma@i veteran tega teka Peter #ufer, ki te@e na vseh te-
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ono Nicolò Trusgnach, miglior tempo (1:51) in categoria 1, e Eduardo Braida, primo (1:23:80) in categoria 3, i vincitori rispettivamente del Trofeo biennale Memorial «Romeo Venturini» e della Coppa Memorial «Gianpiero Lesizza». Il premio è stato assegnato loro domenica 28 agosto al termine della «16ª Crono Baby Bike Valli del Natisone», disputata lungo il circuito «La Mot», situato sotto l'abitato di Azzida, e riservata ai giovanissimi, dai 6 ai 15 anni, suddivisi in cinque categorie. In prima categoria, riservata ai nati nel biennio 2004-2005, al secondo posto si è piazzata Lucrezia Braida e al terzo Luca Corredig; in seconda categoria (nati 20022003) i primi tre posti sono appannaggio rispettivamente di Francesco Dreossi, Sebastian De Bortoli e di Luka Sedmak; in terza categoria (nati 2000-2001) secondo classificato è Alessandro Berton e terzo Nicholas Caruzzi; in quarta categoria (nati 1998-1999) il miglior tempo è di Michele Dreossi, seguito da Marco Naglieri e Alan Vendrame; in quinta categoria (19961997) i primi tre sono Simone Tensi, Alan
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Cantarutti e Yari Costantini. Hanno partecipato, fuori gara, i mini atleti della categoria 0 baby baby: Nicole e Gaia Cos, Giulio Serafh, Emanuele ed Enrico Dreossi, Kadri Gjini, Andrea Sdraulig, Bianca Perusin, Bryan Bassi e Jacopo Turati. Alla gara sono seguiti, presso la Canonica di Azzida, il rinfresco, la lotteria con premi offerti dalle ditte Bicisport Cividale, R.W. Bikes di San Pietro al Natisone e Fioritto di Faedis, la premiazione, coordinata dal presidente del Gs Azzida, Antonello Venturini, che ha ringraziato gli sponsor della manifestazione, l'Autofficina Venturini Adriano (Azzida), Alimentari Tosolini Sandro (S. Pietro), Auto Dorgnach (Ponte S. Quirino) e la Banca di credito Cooperativo di Manzano. Archiviata questa edizione della Crono baby, che ha registrato un successo di partecipanti, il Gs Azzida si appresta ad affrontare il suo prossimo impegno: una gara in mountain bike, che verrà disputata vicino a Treviso, in Veneto, i prossimi 24 e 25 settembre e alla quale sono stati invitati a partecipare 8 ragazzi del gruppo sportivo. ● L. B.
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Kratke Brevi brevi kratke
Gs Natisone in forma nel trofeo «Gortani» ●●
Sopra, la formazione di Merso di Sopra, a sin. quella di Togliano.
● Bepo Qualizza
KRATKE - BREVI - KRATKE
Nell'amena località di Pian di Casa, in alta Val Pesarina, è ripartito lo scorso 3 settembre il 44° «Trofeo Gortani» Csi di corsa in montagna con la sesta e terzultima tappa del circuito. Nonostante la pausa estiva, i podisti del Gs Natisone hanno dimostrato di essere in grande spolvero, in virtù dei sei podi individuali di categoria e del quarto posto di società che hanno portato a casa con la somma di tutti i punteggi. Francesca Gariup e Federica Qualizza si sono riconfermate seconde fra le Ragazze e gli Amatori Femminili B, mentre hanno raggiunto il terzo posto Martina Tomat (Cadette), Giovanni Cittaro (Cadetti), Marco Iuri (Allievi) e Michela Iussa (Amatori Femminili B). Proprio Michela, non paga dello sforzo e del risultato conseguito, si è cimentata la mattina seguente nei campionati regionali Fidal Amatori/Master di corsa in montagna su lunga distanza: una prova, quindi, molto impegnativa, disputatasi su un tracciato di 11,5 km che l'atleta di Ponteacco ha chiuso in 1:31' al 7mo posto della categoria MF45. Ottimo piazzamento, in tale occasione, anche per i coniugi Pagavino, con Brunello quinto MM60 in 1:11’31” e Eliana Tomasetig 6ª MF55 in 1:49'38”.
● Lorenzo Paussa
Kk Bene@ija in visita alle Frecce tricolori
●●
kih in ima ta privilegij, da si pripne vsako leto @astno œtartno zaporedno œtevilko teka in letoœnja je bila 18. S posebno pozornostjo so navija@i naklonili prav tako doma@inom in doma@inkam, ki se ¡e bli¡ajo veteranskim vrstam. Med njimi je bila najhitrejœa Metka #ufer s @asom 1 ura in 25 min, v moœki konkurenci pa Podbrd@an Martin Œtendler z 59 min. Tudi naraœ@aj je zagotovljen, saj je najmlajœi udele¡enec teka ˘an Drole, @lan Planinskega druœtva Podbrdo, star komaj 10 let. ˘an je letos za dve minuti izboljœal lanski rezultat in na cilj pritekel v fantasti@ni 1 uri in 11 minut. Organizator je poskrbel za obleko oz. minimalno osebno opremo razgretih teka@ev, ki so jo pripeljali na vrh #rne prsti s tovorno ¡i@nico. Na vrhu se je zbralo veliko planincev, ki so glasno spodbujali teka@e, ki so dali vse od sebe. ● M. M.
L’estate è stata ricca di impegni per i ciclisti dell'Asd Velo club Cividale Valnatisone/Kolesarski klub Bene@ija. Giovanissimi ed Esordienti hanno continuato ad allenarsi e a partecipare alle gare, coltivando anche momenti socializzanti, quali la visita alle «Frecce tricolori» a Rivolto. I miniciclisti biancorossi hanno partecipato a luglio ai campionati regionali su strada a Ronchi dei Legionari, mentre il 7 agosto hanno partecipato al Meeting regionale giovanile Mtb di ciclismo fuoristrada per Società a Vernasso. Se i Giovanissimi si sono espressi in modo soddisfacente nelle gare su strada e fuoristrada e si sono distinti spesso per una partecipazione attiva e grintosa, non così era per gli Esordienti che, pur dimostrando in allenamento di avere energie e possibilità di buone prestazioni, non sempre in gara riuscivano ad esprimersi al meglio e non sempre la fortuna li assisteva, in quanto talvolta i risultati venivano compromessi da cadute e forature. Ma alla fine è giunto il riscatto. Il 15 agosto, nel gran premio «Cuore dello Stella» a Rivignano, Davide Malisani, Esordiente 2°anno, è riuscito ad andare in fuga con il veneto Alex Pascon e a conquistare il posto d'onore. I due fuggitivi hanno percorso i 45 chilometri di gara alla media di 36,490 km/h, mentre il gruppo è arrivato a un minuto e 14 secondi dalla coppia di testa. Grande è stata la soddisfazione per il direttore sportivo, Valnero Siega, e per l'associazione, nonché per la famiglia.
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DOMA@A KULTURA
Jeœiœke zgodbice
MIESAC SETEMBER U NAŒIH DRU˘INAH
Bepo je predau kostanj an jabuke Kupu pa je bakalà
➔ Patroni pomo@niki: Sv. Mauricij U @etartak 22. setemberja je praznik sv. Mauricija an njega pariatelju. Rodiu se je u 3. stuolietje u Egiptu. Takuo, ki je piœeno u starih pismah, Mauricij je biu rimski sudad, komandieru je Tebajsko legijo u Mezopotamiji, ki je bla nomalo buj velika ku donaœnja sudaœka brigada, an kjer usi sudadi so bli kristjani. Tebajska legija je branila meje rimskega imperja an kàr je bla sila, je muoru iti branit meje, kjer je bluo trieba. Mauricij s Tebajsko legijo je za tuo muoru iti u donaœnjo Francijo. Tle je dau veliko pomuo@ generalu Massimianu, posebno kàr barbari so tiel’ udriet u tisto dar¡avo. Zgodilo se je, de imperator je kuazu ubit judi nekaterih kraju Vallonie, ki so bli pruot rimskemu imperju. Tuole naj bi muorla narest glih Tebajska legija,od komandanta Mauricija. Kristjani so bli an zatuo nieso tiel’ ubit kristjanske bratre, takuo ven@ part sudadu se je uparlo. Usi tisti, ki so se uparli, so bli tu@eni s œkorjo an, zak nie bluo œe zadost, po adan usakih deset so bli obglavjeni an takuo zgubil’ ¡ivljenje. Obedan sudad se nie ‘teu premisint, takuo usaki deseti sudad je umaru, dokjer nie bla pobita usa legija. Prestor, kjer se je tuole zgodilo, tekrat se je klicu Aganum in Raetia, donaœnji dan nose ime Saint Maurice en Valais an je u Œvici. Kosti telih materniku so parœle na dan oku lieta 380. Tekratni œkof tistega kraja je stuoru zgradit cierku, kjer naj bi uœafale @astni prestor. Za maternike Tebajske legije so bli nareti lepi relikuarji kjer, œele donas, so hranjeni posmartni ostanki. Oku tele cierkve u lietah, je zrasu konvent St-Maurice, ustanovljen u 6. stuolietju. Kàr u lietih je parœla na varh Savojska hiœa, staro miesto Agaunum je ratalo srediœ@e sabaudske dinastije. U liete 1434 duka Amedeo VIII. je ustanoviu an viteœki red (ordine cavalleresco), ki je nosu ime sv. Mauricija. U liete 1572 Emanuele Filiberto ga je stuoru poimenovat u red sv. Mauricija an Lazarja, ki œele donaœnji dan je spoznan od italijanske Republike. Nekatere relikuje so ble tekrat prenesene u Torin, u kapelo sv. Sindone, kupe s sablo, kri¡an an parstanan, kjer se uœafajo œele donas. Od lieta 1840 konvent St-Maurice je samostojni, indipendent an ne muore dajat ratingo obedni œkofiji, sa ima dostojanstvo betlehemskega œkofa.
➔ Kajœna ura bo Do pandiejka 19. ura bo da¡euna an previc marzla za tel cajt. Zadnji kuart lune torka 20. potala¡e tako zimsko uro an parnese kajœan dan sonca. Nova luna torka 27. uarne lepe son@ne an gorke dneve. Puojde takuo napri do konca miesca.
➔ Za naœe zdravje Gremo pruot koncu polietja, bli¡a se jesen, ki na kolendarje za@ne 21. telega miesca. Jesen je dobar lietni cajt za narest naœemu ¡uotu tist “taljando”, ki ga po navadi storemo narest naœi makinji. Za za@et, usak dan moremo diet na mizo grazduje posebno tiste biele, ki je bogat antiosidantu, za de na zarjaviejemo, pomaga odganit boliezni od starosti ku arteriosklerozi, Alzheimer, Parkinson. U telin cajtu moremo tud za@et ‘no kuro z vitamico C, de se na oboliejemo takuo lahko u marzlin lietnin cajtu, ki ga imamo pred sabo. Tako kuro muoremo narest za tri tiedne. Parvi dan, na taœ@e popijemo sok 1 limona, drug dan 2 limona, trecji an @etarti dan 3 limone, peti dan 2 limona, œesti dan 1 limon. Sedmi dan se nardi pauzo. Potlè glih takuo œe za an tiedan. Te trecji tiedan samuo pu limona usako jutro. Takuo napravjena kura nas lepuo o@ede an di¡infeta. #e imata kake probleme na jetrah, artrite, gastrite al kjek takega, je buojœ, de priet, upraœata vaœega miedha. Tolo kuro je trieba narest manjku dvakrat na liete, u za@etku puomladi an u za@etku jeseni.
RICETA
➔ Bakalà u forne Bakalà je dobra riba, ki se jo more skuhat u vi@ variantah. Tala riceta opiœe, kuo ga napravt u forne. Miere so za tri ljudi. Nucamo pu kila mokrega bakalà, 4/5 kompierju, 200 ml pane te kisele, 2 ¡lice useni@ne moke, 1 @ebulo, oje extravergine, 1 però lomberja, 1 stroh @esnaka, 1 ice, su, ser grana. Parvo rie@ denemo kuhat bakalà, kàr je kuhan ga oburemo, o@edemo od notranjih kosti an zdrobmo. Dar¡ajmo par kraj uodo, kjer se je kuhu. Natuo oburemo kompierje, jih zrie¡emo u majhane koœ@icje, ki jih denemo u gore@o oje, de se skuhajo, muoremo pa ahtat, de na ratajo”cvarti kompierji”, muorejo ostat nomalo mahni. U drugo posodo denemo oje, tankuo stacano @ebulo an stroh @esnaka. Pustimo, naj se cvre po@aso an kàr @esnak je armen, snemimo ga. Natuo dolo¡emo zdrobjen bakalà, però lomberja, pu kuharince uodè, kjer se je kuhu bakalà, pokrijemo an pustmo za kajœan minut na nizkin ognju. Sada napravemo beœamelo. U œkudielco denemo useni@no moko, malo oja extravergine an, grede ki mieœamo, po@aso ulijmo uodo, kjer se je kuhu bakalà, osolimo an denimo na oginj, dok se ne ugostnieje. Takuo napravjeno beœamelo umieœamo z bakalà an s pano. U poma¡eno posodo za foran polo¡emo tolo parpravo, po varh ulijemo œe lepuo zbutan bejak ica, na koncu œe ser grana an denemo u gorak foran, dok’ po varh se na nardi liepa skorica. ● Loretta Primosig
15. septembra 2011
● Jur Zad tih isto lieto je bluo obiuno pardiela po gruntu: puno kompierja, puno uœenice, obiuno vina; jabuk nie manjkalo an je dozorilo tudi puno kostanja. Mjuta an Bepo sta nabrala dva ¡akja kostanja takuo, de bi mo¡ œù u soboto na targ u #edad an de bi ga predau. Mjuta mu je parporo@ila tudi, de bi kupu uso potriebno blaguo za prase ubit: su, popar, kanelo. »Grede kupeœ an no traskò bakalà, zak' boœ muoru zbrat judi, de parneseta tisto kopo parpeto, @ene ist na vien, ki jin napravit za fruoœtih.« Bepo je pogodernju nomalo sam s sabo, zak' ga je @akalo dielo, ki nie bluo lahko. De bi se dau nomalo kura¡e, je œu gor po vasi gledat @eradurja, de bi mu dopeju do #edada tista dva ¡akja kostanja. Luo¡u se je miernega sarca, kàr so mu jal', de glih œe dva ¡akja sta manjkala za napunit uoz an de naj bo parpravjen za tri popuno@i. Bepo an Mjuta sta bla ¡e prebrala njih kostanj an fidano zavezala ¡akja, de jin se na vesujeta, kàr bojo prebasuval’. Kar kura¡no, na dva, sta prenesla ¡akje na ulako an pridno zavezala, de bi jin se na splazilo. Brez sile je Bepo luo¡u œtrik na rame an uzeu ojè. Sam sebe je jau: »Ale, Bepo!« Zategnu je, se oglednu an videu Mjuto, ki ga je pozdravjala z roko: »Buog te var!« Bepo jo je udaru @ez Starmalo po klancu, an nie bluo lahko udar¡at ulako. Dol po tajœni starmolin je za@elo podit an samuo tist, k' je biu dobar an friœan, ki je znu, kuo se obnaœa ulaka, kàr prime silo, jo je lahko vepeju brez œkode do cieste par rieke. Use je œlo po pot an je biu Bepo ¡e pred vi@erjo peju dvakrat an napravu soje blaguo. Za drug dan mu je bla Mjuta napravla tudi dvie pletenice jabuk. Prebrala jih je bla miez te lieuœih. Debele an arde@e so ble. Takuo so uonjale, de jih je bluo guœt. »Bie¡, boœ vidu, de jih lepuo predaœ,« mu je jala ¡ena. »#e takuo dieœ ti, bo œigurno!« je odguoriu Bepo. Ob sedmi zjutra je biu ¡e u #edade. Arzbasu je z voza soje re@i an se je luo¡u gledat te buj parmieran prestor. Œe lepuo nastavu se nie biu, ki so ga ¡e tierjal' za dac od placa. Pla@u je an luo¡u biljet na ¡akja, de bi ga na vi@ tierjal'. Ten@as, ki je @aku, se je okuole ostapavu an merku, kuo so se obnaœale cene u tisti saboti. Kupci an prekupci so ¡e za@el' metat o@i na jabuke an popraœevat, dost @e imiet za nje. Bepo je dar¡u vesoko ceno an kàr je vidu glave se otresuvat, je po@aso za@eu zni¡uvat. Ta na placu je
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bluo puno kostanja: use se je preperjalo, use uekalo, use basalo an prebasuvalo na pezo, ki jo je 'an kamunski mo¡ s kapuzo uozu @ja an san, kjer je korlo. Pezu je, pisu an arzdaju. Bepo je hitro predau sojo muronico. Ostale so mu œe jabuke. Use je gledalo tu nje, pa nobedan jih nie teu kupit. Usi njega parjatelji so bli ¡e use predal' an on je biu œele atu, ¡ejan an la@an, zak' nie mu pustit samega blaga. ˘e obupan je biu, kàr so se mu parbli¡ale dvie lepe œjorce, ki so ga upraœale: »Bon omo, sono in vendita tute queste mele?« »Tele so brez sudu, me @ejo samuo bazgat« je pod glasan zagodernju Bepo. »Cosa galu dito, bon omo, che noatre semo sensa schei?« »Tau¡int hudi@u, zastopila me je,« je pomislu Bepo an se je skju@u pod ramana. »Gavemo tanti di chei schei che ti compremo i meli con tuti i cesti. Che mi disi quanto.« Bepo je jau na doplih ceno, pa œjorca, brez ni@ vi@ upraœat, mu je za@ela œtiet tkaj sudu, de se je sam sebe @udvu. »I ghe ne porta però fin in stazion la roba,« je parlo¡la. »Œe daj @ja u Tarst san van jih biu nesu,« je pomislu Bepo. Luo¡u je 'no raklo @ez rame, pletenice je obiesu na kraje an se je ku s povierkan pobrau pruot œtacjonu. Tan se je œjorcan œe parklonu an jih pozdravu. Rad je odluo¡u dol s sebe vas tist pez. Se nomalo je odstopu okuole njih an nie viedeu, ki re@, zak' je biu nomalo œpotljiu. »Ben nnuu… vas zahvalen, an sre@no!« »Sre@no, sre@no tudi van,« sta mu odguorili. Potle je zastopu, de tudi tau Tarste guorijo po sloviensko. Parve misli zo ble, za iti kiek jest an pit. Brez tiet, se je uœafu ¡e tan par Dreji. #eglih je bluo use puno judi, se je utaknu miez parjatelju. Radi so ga imiel’ ta par sebe, zak' mu je nimar utekla kajœna smieœna zgodba. Kuazu je tripe an pù litra noœtrana.
Za@eu je pravit, kuo je jabuke predau. Ku po navadi, kàr adan resnico prave, nobedan mu na vierje, usi imajo besiede za prauco an grede œe parœtakajo. »Nu, nu Bepo, kamu boœ tuole pravu? Smo @ul', de so te videl' dol na zluodjovin muostu, ki si vargu du Nedi¡o jabuke an pletenice.« »Preklete parjatelje iman. Ne samuo mi na vieriejo, pa me œtiejejo œe za la¡niuca an na marajo me zani@evat an me dajat u œpot – je pomislu Bepo –. Buojœ je potarpiet. U takalih okuolestavah je, ku ose œtakat: buj boœ mahutù, buj te bojo pikale.« »An ti Genjo, kuo ti je œlo, al' si rivù tuoj Grivar predat?« je upraœu Bepo. »A po jà, de san ga predau,« mu je odguoriu Genjo. »Ja, ma pod se, za malo, zak' dost ti nieso mogli dat za takuo droban an kumaran, ki je biu.« »Kuo droban an kumaran? Liep je biu an se je laœ@eu, ku de bi biu sada ubran.« »Ja, ja, zak' ti ga je ¡ena opatinàla; je lo¡la Brill. San vidu, kàr si ga vesu uoz ¡akja, so bli @arvje ku prasetaca du dne ¡akja. Duor ga bo jedu, bo imeu tudi kompanadih!« »Dreja, parnes œe pù litra – je ukuazu Genjo – samuo, de boœ mu@u ti Bepo.« Pù parbrieœkani, okajeni, so se nabasal' gor na uoz an se pobral’ pruot Nediœkin dolinan; an le veselo so se kuarjal' dan druzemu. Take so jih pravli, de usakemu, ki je biu gor na uozu par njih, so ga skranje boliele, kàr so parœli gu Œkrutove. Pofuotral' so no malo konje, œe 'no bu@o vina popili an nazaj œli na pot po dolini. Gor par Li¡' so se nazaj ustavli an nakupil', œe kar jin je manjkalo: tabak, staklenco oja, klovac œpaja al' kjek takega; potle vsak se je pobrau po soji pot pruot duomu. Bepo je imeu œe za se ustavit gor par Flipe. Takuo, ki je stopu tu butigo, se je zmisnu, de mu je Mjuta kuazala kupit bakalà. Bepo ga nie mu tarpiet, œe duha ne. A muoranje je muoranje. Kupu ga je. Parjeu je le po@aso za œpaj an, brez gledat tu anj, ga je dar¡u ta od sebe, glih ku deb' dar¡u ka@ona za rep. Brez ni@ re@ se je peju pruot Jeœi@u. Sre@al’ so ga du Mlak. #ez rame gor na dughi rakli je imeu parpeto njega trasko bakala. Po poti je pieu: »A fulgore et tempestate… A peste fame et bello…« »Libera nos Domine,« so mu oponaœal’ te drugi. »Kaj uozeœ Svetega Marka? Sa nie œe cajt!« »Ja, ben, takuo mi se gaja. Zdravo«. »Zdravo Bepo!« (6. – gre naprej)
SPORO#ILO SVETA SLOVENSKIH ORGANIZACIJ
Protikrizni ukrepi morajo upoœtevati Slovence rav gotovo je hvalevredno prizadevanje italijanske politike, tako v vladni ve@ini kot s strani opozicije, da se @imprej reœi hudo finan@no stanje dr¡avnega dolga. Ta cilj je pomemben, zato da se zagotovi italijanskim dr¡avljanom in njih dru¡inam ter œe posebno mlademu rodu mirno in urejeno prihodnost. Pri tem pa gre pod@rtati nujnost po takih ukrepih, ki so pravi@ni in spoœtujejo posebnosti italijanske dru¡be in njenega teritorija. Pomemben dejavnik obeh sta narodne in jezikovne skupnosti, ki jih Italija priznava v 6. @lenu (zaœ@ita narodnih in jezikovnih skupnosti) svoje Ustave. Pravice narodnih in jezikovnih skupnosti pa spadajo œe v 2. (@lo-
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vekove pravice), 3. (enakopravnost) in 5. (upravna avtonomija) @len temeljnih ustavnih na@el Republike Italije ter 3. @lena Œtatuta De¡ele FJk. Svet slovenskih organizacij ¡eli pod@rtati, da spada problematika krajevnih avtonomij, kjer ¡ivijo Slovenci, tudi v mednarodne pogodbe in dolo@ila, ki jih je po drugi svetovni vojni sprejela Republika Italija. Gre za londonski Memorandum, za Ozimski sporazum, za Okvirno konvecijo za zaœ@ito narodnih skupnosti Sveta Evrope iz leta 1995 (italijanski Parlament jo je ratificiral leta 1997) in za Evropsko listino regionalnih in manjœinskih jezikov (Strasburg, 1992). Vsi ti dokumenti so tudi
omenjeni v zaœ@itnem zakonu œt. 38/2001 (@len 2). Obenem zakon izrecno nasprotuje spreminjanju upravnih meja v œkodo slovenski narodni skupnosti (@len 21). Svet slovenskih organizacij pri@akuje, da bo italijanski parlament upoœteval omenjeno zakonodajo, in specifiko De¡ele Furlanije Julijske krajine ter njeno statutarno avtonomijo, predvsem kar se ti@e podro@ij, kjer ¡ivijo narodne in jezikovne skupnosti. V tem smislu gre upati, da bodo odpravljena dolo@ila po kr@enju krajevnih avtonomij, kjer te skupnosti ¡ivijo.
● Svet Slovenskih Organizacij
15. septembra 2011
Kaplan Martin #edermac 15.
LETA 1933 - BUOG NAS NA BO ZAPUSTU
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risbe: MORENO TOMASETIG besedilo: GIORGIO BANCHIG in MORENO TOMASETIG
POVZETEK - Telo ilustrirano pripovedovanje je povzeto iz romana »Kaplan Martin Åedermac«, v katerem je slovenski pisatelj France Bevk (1890-1970) opisu teœko stanje slovenskih duhovniku v Beneåiji po prepovedi slovenskega jezika v cierkvi s strani faæizma. Po obisku karabinierju je pre Martin s sestro Katino skriu slovenske bukva v cierku svetega Mihiela in potlè æu obiskavat mamo v Karnico. Kàr se je varnù je zaåeu premiæljevat o teœkem stanju, v katerem so se znaæli njega ljudje in on s prepovedjo slovenskega jezika. Paræla je nedieja, kaplan Martin je æu maæavat. Po branju Vangelija se je oparu na stojalo in pogledu po viernikih in zaåeu pridgo: »Cari cristiani…« in æu naprej le po italijansko z nekaterimi mislimi o pomienu domovine. Œene so zaåele jokat. Moœje so se jezno darœali. Po kosilu se je Åedermac napotiu v cierku za viåernice, a pred lopo so ga ustavili moœje, ki so mu zatrucali, de mu na bojo dajali berarnje, åe bo pridgu po italijansko. ODPOR SVOJIH FARANU GA JE VESELIU, A MU JE DIELU TUDI STRAH IN GA JE ŒALIU. BESIEDE O »BERARNJI« SO SE MU KOT STRUPEN TARIN ZASADILE V SARCE. VANAC RAKAR, KI JIH JE BIU VARGU, JE Z ROKAMI V GAJUFAH STAU PRED NJIM IN GA POSMEHLJIVO MIERU IZPOD ÅELA
ÅETUD STA SE NASPRUOTOVALA, STA SE TUD SPOÆTOVALA; IN TUO ÆE PRIED, KÀR JE KOVAÅ ZA DIELAVNIK IN ZA PRAZNIK NOSU ARDEÅO KRAVATO; IN POTLÈ KÀR JO JE ZAUOJ VSAKDANJEGA KRUHA SKRIU POD ÅARNO SRAJCO
NA ANKRAT SE JE PRE MARTIN ZAVIEDU PONIŒUJOÅEGA STANJA… JEZO JE STRESU NA OTROKE, KI SO STALI V TROPU IN VANJ GLEDALI KÌ STOJITE IN GLEDATE KOT KAVKE! V CIERKU!
TEKRAT JE PARSTOPILA STARA BREÆKONKA, SPREGNJENA OBSTALA PRED KAPLANAM IN VZDIGNILA ROKE, KAKOR DE GA MOLE
NATUO SE JE OBARNU DO MOŒ IN REKU S TRESOÅIM GLASAM ÅE KADUO MISLE, DE NA ZASLUŒIM KRUHA, KI MI GA DAJETE, NAJ ME ZAPODI, KÀR NAZAJ STOPIM V NJEGA HIÆO
BESIEDE, KI SO BLE POVIEDANE BREZ JEZE IN UPORA, IZ TIHE BOLEÅINE STARKE, KI SE JE VSE ŒIVLJENJE V SVOJEM JEZIKU Z ZAUPANJAM OBRAÅALA DO BOGA, SO ÅEDERMACA ZADIELE V DUÆO. MOJ BUOG, KA’ MU TUO PRAVE, SA’ STUOKRAT ZASTOPE!
NAJ NAM NE ZAMIERIJO, GOSPUOD. NOBEDNEMU NAJ NE ZAMIERIJO! KADAR JE OTROK STUÅEN, ZAUEÅE; SA’ ZASTOPITE. ÅE BI BILA TO BOŒJA ÆIBA, GOSPUOD, VSE BI PRENESLI, NE BI GODARNJALI. PA BOŒJA ÆIBA TUO NE MORE BIT, RIES, DE NE? BUOG NA MORE BIT KARVIÅAN. RIES? NAJ NAM NE ZAMIERIJO
GLEDU JE PO LJUDEH; MED NJIMI JE ÆUMIELO KOT V PANJU. OD NJIH UŒALJENOSTI NIE BLUO VIÅ DELEÅ DO CVIBLANJA O BOŒJI PRAVIÅNOSTI… NATUO SE JE STRESU IN VZDIGNU ROKE BUOG NAS NA BO ZAPUSTU. AL MISLITE, DE MENE NA BOLI? SA’ SAM JAU, DE ME. KAKOR OGINJ ME PEÅE. ZAUPAJTE V BOŒJO PRAVIÅNOST. DO NADÆKOFA PUOJDEM, V RIM PUOJDEM, ÅE BO TRIEBA… DO TEKRAT BOMO MOLILI… SADA PA V CIERKU… ŒE PU URE SMO ZAMUDILI
MED ANDOHTJO ÅEDERMAC JE BIU RAZTRESEN, PRED OÅMI SO SE MU PONAVLJALE PODOBE PRED CIERKVIJO. KÀR JE VZDIGNU MOÆTRANCO, SO SE MU MARZLIÅNO TRESLE ROKE. IMEU JE TAKO ZMEDO OBÅUTKU, DE BI SE BIU NAJRAJÆ RAZJOKU
15. - GRE NAPREJ RIASSUNTO IN ITALIANO - Questo racconto è liberamente tratto dal romanzo «Kaplan Martin Åedermac» dello scrittore sloveno France Bevk (1890-1970). Narra fatti succeduti realmente nell’anno del Signore 1933, quando il regime fascista decise di vietare l’uso della lingua slovena nelle chiese della Slavia friulana. In questa puntata: gli uomini del paese affrontano don Åedermac e gli chiedono conto sui motivi della predica in italiano. In un certo senso quella ribellione gli faceva piacere, ma lo offendeva la minaccia di non corrispondergli quanto dovutogli come retribuzione per il suo servizio. Fremente disse agli uomini: «Se qualcuno pensa che non meriti il pane che mi si dà, mi scacci da casa sua quando vi entrerò». Ma la vecchia Breækonka gli chiede scusa per la violenta reazione. Rivolto a tutti Åedermac esprime la sua fiducia in Dio e promette di rivolgersi all’arcivescovo e, se necessario, a Roma.
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ZADNJA STRAN
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KAJ KJE KAM KADÀ KUO NEDIÆKE DOLINE • SAR˘ENTA - u saboto 17. setemberja, ob 16.00 u dvoru dru¡ine Tomasetig - Trogari se bote navadli CEPITI NA POP. Teorija an praksa. Upisajta se na Kme@ki zvezi, tel. 0432703119. Organiza druœtvo Srebrna kaplja • PODBUNIESAC - u saboto 17. setemberja, ob 16.30 u albergulne »Al Vescovo« kupe z aso@acjonan »Il Giglio« an z judmì iz Togo-Ghana-Burkina Faso se bo guorilo o ¡ivjenju u de¡eli Togo • LIEŒKA FARA vabe - u nediejo 18. setemberja Praznik kuatarince na Sv. Martine, ob 12.00 sveta maœa u cierkvici, ob 13.00 paœta za use an veselica; HOSTNE - u nediejo 25. setemberja Praznik Sv. Mateja, ob 11.30 sveta maœa u cierkvici Sv. Matije an ob 12.30 kosilo an veselica • POHOD NA SV. KOCJAN - u nediejo 18. setemberja Ob 11. uri se gre iz Podbarnasa, ob 12.30 bo sveta maœa par cierkvici Sv. Kocjana. Parnesita za sabo ju¡no. #e bo slava ura sveta maœa bo u cierkvi u Gorenjem Barnasu ob 11.30. Organi-
dom
KULTURNO VERSKI LIST
sessualità«, z dott. Stefanio Mina
zajo fara Gorenjega Barnasa, vasi Me@ana an Petjag • PLANINSKA DRU¡INA BENE@IJE AN PLANINSKO DRUŒTVO CAI vabeta: - u nediejo 25. setemberja na pohod do varha Cima Tudaio (2.140 m) u Dolomitah. Kajœan dan priet bojo organizal’ vi@er, de bi predstavil’ telo ekskurzijo • ŒPIETAR Odparto je upisovanje na vi@ korœu: ZBOR MALI LUJERJI (za otroke osnoune œuole), vaje bojo usak pandiejak, u dvojezi@ni œuoli, od 16. do 17.ure, za@nejo 19. setemberja; KARATE (za u@ence osnoune an srednje œuole), od 29. setemberja, u palestri, ob sriedah an petkih 16-17; NAMIZNI TENIS, (za u@ence osnoune an srednje œuole), u slovienskem kulturnem centru usak @etartak ob 16.15, od @etartka 29. setemberja; Za GLEDALIŒKO DELAVNICO (za u@ence osnoune an srednje œuole) an za KORŒE SLOVIENSKEGA AN ANGLEŒKEGA IZIKA datum za@etka ni œe dolo@en. Info: 0432 727490
ÅEDAD - u @etartak 29. setemberja na sede¡u kulturnega druœtva Ivan Trinko bo KORŒ SLOVIENSKEGA IZIKA za za@etnike (livello base). Korœ bo ob pandiejkih an @etartkih od 19. do 21. ure. Info: 0432 731386 - u saboto 24. setemberja, od 9. do 13. ure u centru S. Francesco bo sre@anje go mez »Disabilità e
GORICA - u torak 27. setemberja, ob 20.30 znotra Kogojevih dni, u Kulturnem centru Lojze Bratu¡: Groningen student orkestra Mira, Danijel Brecelj (klavir) an Peter Stam (dirigent)
SLOVENIJA • TOLMIN - do 6. novemberja na ogled u Tolminskem muzeju razstava »Anno Domini 1511«, ob 500-lietnici narbuj mo@nega potresa na Slovienskem an 35- letnici potresa u Furlaniji. Odparta od torka do petka 9-16 ob sabotah, nediejah an praznikih 13-17 SUL PROSSIMO NUMERO PUBBLICHEREMO I PROGRAMMI FINO A METÀ OTTOBRE. ANDIAMO IN STAMPA MARTEDÌ 27 SETTEMBRE.
U PRIHODNJI ŒTEVILKI BOMO PUBLIKAL’ PROGRAME DO POLOVICE OTUBERJA. GREMO U TISK U TORAK 27. SETEMBERJA.
Larissa Borghese
ODGOVORNI UREDNIK DIRETTORE RESPONSABILE MARINO QUALIZZA
Vsak dan ob 20.30 Tv dnevnik po slovensko
ZALO¡BA - EDITRICE MOST SOCIETÀ COOPERATIVA A R. L.
Vsak dan, od pandiejka do sabote, Poro@ila: ob 7.00, 8.00, 10.00, 13.00, 14.00, 17.00 an ob 19.00. Ob nediejah: poro@ila so ob 8.00 in 9.45 (zamejski tisk), 13.00, 14.00, 17.00 in 19.00; ob 9. uri sveta Maœa. Vsak @etrtak, ob 9. 30 »Prva izmena«, vsako saboto ob 12. 00 iz Rezije »Ta rozajanski glas«.
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REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI UDINE N. 8 - 8. 4. 2003
VSAKO
NEDIEJO OB
OKNO
TUDI NA
Dva vesta vi@, ku adan sam
- do 2. otuberja na ogled u cierkvi S. Maria dei Battuti u #idade antoloœka razstava od artista Cirillo Iussa. Odparta ob petkih 15 -19, ob sabotah an nediejah 10-12/ 15 -19
PERIODICO QUINDICINALE
FOTOCOMPOSIZIONE IN PROPRIO STAMPA: CENTRO STAMPA DELLE VENEZIE SOC. COOP. VIA AUSTRIA, 19/B, TEL. 049/8700713 35129 PADOVA www.centrostampavenezie.it
DOMA#A MODRUOST
- u petak 30. setemberja ob 19.30 u prestorih srednje œuole Piccoli (ul. Udine, 7) bo vi@er, kjer se bo guorilo o problemih, ki jih parnaœa alkol an o te¡avah za tiste, ki uozejo
PETNAJSTDNEVNIK
UREDNIŒTVO - REDAZIONE UPRAVA - AMMINISTRAZIONE 33043 #EDAD - CIVIDALE DEL FRIULI BORGO SAN DOMENICO, 78 TEL. - FAX 0432 701455 e mail: redazione@dom.it www.dom.it
15.septembra 2011
14.30
B ENE @IJO INTERNETU : www.radiospazio103.it V
Festival pohodniœtva 2011 Dolina So@e 17. september - 2. oktober Odkritje lepote narave in spomenikov preteklosti pod vodstvom izkuœenih vodnikov POHOD NA MRZLI VRH (8 ur pohoda) - v soboto, 17. 9. 2011 Zbirno mesto: ob 9.00, Kobarid - Informacijski center Fundacije Poti miru v Poso@ju. Info: 0038653890167; POHOD NA MENGORE (4 ure pohoda) - v nedeljo, 18. 9. 2011 Zbirno mesto: ob 10.00, parkiriœ@e nasproti podjetja Gostol TST pri Vol@ah. Info: 0038653890167; POHOD PO RAPALSKI MEJI (5 ur pohoda) - v nedeljo, 18. 9. 2011 Zbirno mesto: ob 9. Podbrdo-¡elezniœka postaja. Info: 0038641837551; POHOD PO BEVKOVI POTI (4-5 ur pohoda) - v petek 18. 9. 2011 Zbirno mesto: ob 8.00, pri Tic Cerkno, ob 9.00 na Avtobusni postaji Hudaju¡na. Info: 0038653734645; POHOD NA TOLMINSKI MIGOVEC (5 ur pohoda) - v torek, 20. 9. 2011. Zbirno mesto: ob 8.00 na Avtobusni postaji Tolmin. Info: 0038641692266 (Œrd Tolminski migavci); POHOD NA RAVELNIK IN #ELO (4 ure pohoda) - v petek 23. 9. 2011 Zbirno mesto: ob 15.00 vstopna to@ka na prostem Ravelnik. Info: 0038653890167 TRADICIONALNI POHOD NA BREŒKI JALOVEC (tri te¡avnostne stopnje) - v soboto, 24. 9. 2011. Zbirno mesto: pred Breginjskim muzejem v starem vaœkem jedru. Info: 0038651257917 (Zdravko Marcola); POHOD NA BU@ENICO - MENGORE - CVETJE (5 ur pohoda) - v soboto, 24. 9. 2011. Zbirno mesto: ob 9.00 pred Hotelom Lucija, Most na So@i Dodatno: kosilo v hotelu Lucija (10 euro). Info: 0038653813290; POHOD NA ZAPRIKRAJ (7 ur pohoda) - v nedeljo, 25. 9. 2011. Zbirno mesto: ob 9.00 nad vasjo Dre¡inske Ravne, pri koritu. Info: 0038653890167 (Fundacija Poti miru); POHOD PO HULJEVI POTI (lahka pot 1,5 ure, bolj te¡ka 3 ure pohoda) - v torek, 27. 9. 2011. Zbirno mesto: parkiriœ@e nad Kampom Koren, Kobarid. Info: 0038651257917 (Zdravko Marcola); POHOD PO POTEH «7 DNI 7 POTI», K MARIJI SNE¡NI (2-3 ure pohoda) - v petek, 30. 9. 2011. Zbirno mesto: ob 9.00 pred cerkvijo v vasi So@a Info: 0038631568142 (Bo¡idar Kav@i@); POHOD PO GREGOR@I@EVI U@NI POTI (4 ure pohoda)-vv soboto, 1. 10. 2011 Zbirno mesto: ob 10.00 pred osnovno œolo v vasi Smast. Info: 0038641938828 (Pavel #etrti@); POHOD PO VODNO-ENERGIJSKI POTI (4 ure pohoda) - v soboto, 1. 10. 2011 Zbirno mesto: ob 10.00 pred Hotelom Lucija, Most na So@i Dodatno: kosilo v hotelu Lucija (10 euro). Info: 0038653813290; HOJA PO BUŒKIH STEZAH (3-4 ure pohoda) - v soboto, 1. 10. 2011 Zbirno mesto: med 9. in 10. uro, pred osnovno œolo Bovec Info: 0038641785465 (Edo Gaberœek); POHOD PO SOŒKI POTI (3-4 ure pohoda) - v nedeljo, 2. 10. 2011 Zbirno mesto: ob 9.00 ko@a pri izviru So@e. Info: 0038653889330 POHOD KOLOVRAT (3 ure pohoda) - v nediejo 2. 10. 2011 Zbirno mesto: ob 9.00, Kobarid - Informacijski center Fundacije Poti miru v Poso@ju. Info: 0038653890167; POTEPANJE NAD BAŒKO GRAPO (6-7 ur pohoda) - v nediejo, 2. 10. 2011 Zbirno mesto: ob 8.00, Avtobusna postaja Tolmin in ob 8.30 ˘elezniœka postaja Grahovo ob Ba@i. Info: 0038641774637 (Darij Kenda) • Tist, ki se @e udele¡it na pohode, se mora prenotat po telefonu. Oblecita se parmierno an parnesita za sabo za jest an pit.
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