Quindicinale | petnajstdnevnik - anno | leto L - n. | štv. 11 15. junija 2015 - Euro 1,20
V Špietru 5. junija
Zadruga Most
Praznovali ob 30-letnici dvojezične šole stran 7
Knjigi o zgodovini Benečije spet na zalogi stran 5
Tabla na postaji
Učja Tanameja
Po novem vlak iz Vidna vozi tudi v »Čedad« stran 9
Prihajajo na dan vojaški objekti iz »hladne vojne« stran 10
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EDITORIALE
Con Francesco e Mattarella Ezio Gosgnach
I
l 24 maggio, nel centesimo anniversario dell’entrata dell’Italia nell’«inutile strage» – la definizione è del papa di allora, Benedetto XV – della prima guerra mondiale, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto recarsi sul Monte San Michele/Debela Griža, per mettere in guardia dalla follia di ogni guerra. «Come era diversa, alla prova dei fatti, quella vita di guerra – ha affermato – dal sogno luminoso di gloria, dalla retorica perentoria, dal mito della vittoria, vagheggiati da intellettuali e poeti nei mesi precedenti all’entrata in guerra! Non vi era bellezza tra le trincee, solo orrori, atrocità e devastazioni... I caduti, di ogni nazione e di ogni tempo, ci chiedono di agire, con le armi della politica e del negoziato, perché in ogni parte del mondo si affermi la pace. Si tratta del modo più alto per onorare, autenticamente commossi, il tanto sangue versato su queste pendici martoriate». Come stridono con queste nobili parole del capo dello Stato alcune manifestazioni patriottarde inscenate anche nelle Valli a fine maggio proprio all’insegna della retorica interventista, che se già non aveva senso cent’anni fa, figurarsi oggi. Come stridono con la visione di Mattarella alcune frasi del film «Alpino Riccardo Giusto», tanto significative per gli autori, da essere inserite nel trailer propagandistico della pellicola. Un soldato, indicando la valle dell’Isonzo, dice al commilitone: «Là ci sono gli imperiali, tengono schiavi gli italiani di Trieste e di Trento. Italiani ho detto!». E ancora: «Non abbiamo niente a che fare con quelli. Non dobbiamo abbassare la guardia, se hanno occupato le nostre terre. Terre italiane! Loro sanno chi sono e chi siamo noi: gli italiani!». Desta meraviglia che quei contenuti abbiano sponsor pubblici come la Regione Friuli Venezia Giulia, la Comunità montana del Torre, Natisone e Collio, il Comune di Drenchia. Papa Francesco a Redipuglia, il 13 settembre 2014, aveva ammonito che la guerra è innanzitutto rinnegare Dio, perché «distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano». L’auspicio è, allora, che le future iniziative a cent’anni dalla guerra siano in linea con il papa Francesco e il presidente Mattarella.
Enzo Cainero parpravlja etapo ob 100-lietnici parve svetovne vojske in 40-lietnici potresa
Giro d’Italia višno hlietu v Benečiji adnja besieda bo padla do konca miesca junja, pa je skor sigurno, de bo hlietu kolesarski Giro d'Italia paršu v Benečijo ob stuolietnici parve svetovne vojske in štierdesetlietnici potresa. Tuole je poviedu Enzo Cainero v dugim pogovoru za tiednik la Vita Cattolica. Cainero je tist človek, ki že puno liet parpravlja etape Gira v Furlaniji. Za hlietu je parpravu projekt za Terske in Nediške doline. Kakor lahko uganemo iz intervjuja, naj bi etapa maja hlietu začela v Čenti, šla do Ahtna, se spliezla do Porčinja, natuo do Čeniebole. Potle bi kolesarji stopili v Nediške doline, se na vie al' skuoze Čarni varh al' Fuojdo, se spliezli do vasi Matajur, se spustili v Čeplešišča, šli cež Svet Martin h Klodiču, natuo čez Trušnje v Dreko in do Brega pod Solarjami. Od tam do Stare gore in Čedada, kjer naj bi biu cilj (traguard). Se pravi, de bi bla adna med narbuj težkimi in odločilnimi etapami Gira 2016. Zatuo bi nase partegnila oči celga sveta. Sevieda bi biu Giro d'Italia velika parložnost za Benečijo. Gre za te drugo buj pomembno (important) kolesarsko dirko na svietu. Tist dan bi se ob beneških ciestah zbralo na desettavžinte ljudi. Po televiziji bi etapo gledalo pa na milijone ljudi. Videli bi lepote naših kraju in kakuo so parmierni za kolesarski šport. Puno od njih bi se potlé paršlo vozit po ciestah po katerih bi tekmovale zvezde kolesarstva. Parvi rezultat pa bi biu še priet, saj bi dieli na mest vse cieste po katerih bi šù Giro. Ideja po Giru v Benečiji se je rodila pred lieti par nekaterih zavednih beneških Slovencah in je imiela veliko podpuoro na novoletnih srečanjah v Posočju. Zanjo močnuo potiska dreški šindik Mario Zufferli. Trieba pa je poviedati, de je bla parva miseu kolesarsko dirko pejati tudi skuoze Kobarid in od tam na Kolovrat. V Posočju se šele trudé, de bi do tuolega paršlo. Lahko bi poti, ki jo je narisu Cainero, dodali varianto. Namest na Svet Martin, bi lahko kolesarji iz Čeplešišč šli na Likek in se od tam spliezli na Kolovrat do Solarji. Takuo bi se zaries dotaknili kraju parve svetovne vojske.
Z
– beri na 5. strani –
SOTTO LA LENTE
Stop ai finanziamenti dalla legge di tutela per chi non si riconosce nella minoranza slovena
Il boomerang partito da Pulfero ischia di rivelarsi un boomerang il documento approvato a maggioranza dal consiglio comunale di Pulfero alla fine dello scorso mese di marzo che riconosce un fantomatico «Nediško» quale «idioma autentico della comunità». Il deliberato non solo è stato bocciato nelle altre assemblee municipali valligiane, alle quali era stato proposto, e da altre o neanche messo all’ordine del giorno, ma in seno alla Commissione consultiva regionale ha innescato la richiesta di un rigoroso stop all’uso dei fondi destinati alla minoranza slovena per iniziative di amministrazioni, circoli e singoli che non si riconoscono appartenenti alla comunità slovena. Fin qui, infatti, dai fondi per la minoranza hanno ricevuto sostegno
R
finanziario anche progetti quali il vocabolario e la grammatica natisoniani, corsi di nediško e simili. «Quali amministratori della Regione abbiamo il dovere di esprimerci a chiare lettere su ciò che è legale e ciò che non lo è. Se sei sloveno e sei convinto di occuparti della lingua slovena e della promozione della cultura slovena puoi pretendere i finanziamenti in base alle leggi di tutela della minoranza slovena. Se invece sostieni che la tua parlata è qualcosa di diverso dallo sloveno, allora devi rinunciare a quei contributi», ha tagliato corto il vicepresidente del Consiglio regionale, Igor Gabrovec. Lo stesso principio vale per i fondi che l’art. 21 della legge statale di tutela prevede per lo sviluppo economico e sociale del territorio della
Gianni Torrenti
provincia di Udine abitato da sloveni. «Non si può adoperare quei soldi per restaurare facciate di edifici, come ha
fatto il Comune di Tarvisio», ha evidenziato Gabrovec. Da parte sua, l’assessore Gianni Torrenti, che la Commissione consultiva presiede, ha respinto le posizioni espresse dal Comune di Pulfero e ancor prima da quello di Resia, in quanto la questione linguistica viene affrontata in chiave politica e non scientifica. «Le regole devono valere per tutti ed essere chiare. Da ora in poi, chi non si dirà appartenente alla minoranza slovena dovrà rinunciare ai benefici della legge 38 e cercare altrove le risorse», ha affermato Torrenti, annunciando una comunicazione in tal senso all’intera Giunta regionale. R. D.
(segue a pag. 6)