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Quindicinale - anno XLVII n. 20

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15. novembra 2012 - Euro 1,00

POSTA ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD- IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO DI PADOVA DETENTORE DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE - TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA - 35100 PADOVA - ITALY

TRIDESETI SENJAM BENEÆKE PIESMI JE JASNO POKAZU, KADUO ZARIES SKARBI ZA DOMAÅO KULTURO

EDITORIALE

Naœ slovenski jezik je ¡iu, zelo mlad in lepuo pieje H

Quei friulani contro gli sloveni

Jubilejni festival na Liesah je biu velik praznik doma@e kulture. Mladi Bene@ani so dokazali, de so mo@nuo navezani na svoje korenine in de jih znajo zalivati na moderno vi¡o brez nobednega œpota al’ strahu beri na 5. strani

V TELI ÆTEVILKI PODUTANA/SRIEDNJE Gospuod Gerussi se bo poslovil v nedeljo 18. novembra • stran 2 NEDIÆKE DOLINE Deœela reœe prispevke. Konec sanj o turistiånem konzorciju? • stran 6 POGOVOR/MINISTER HOJS Sodelovanje vojakov Slovenije in Italije je res odliåno • stran 7 PODBUNIESAC Landarska jama bo zaparta do prihodnje pomladi • stran 9 Redakcijo smo zakljuåili 13. novembra ob 14. uri

IL FESTIVAL DI LIESSA testimonia che solo le organizzazioni slovene salvano il dialetto

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Tra lingua inventata e lingua viva

lzi la mano chi sa cosa significhi la parola «godnuvanje». Lo abbiamo chiesto a persone di tutte le età da Montefosca a Drenchia, da Mersino a Oborza e non abbiamo ricevuto risposta. Nessuno, come noi, l’aveva mai sentita. Eppure gli organizzatori di un convegno tenutosi a fine ottobre a San Pietro al Natisone l’hanno utilizzata nel titolo per tradurre il termine italiano «sviluppo». Considerato, inoltre, che la voce «godnuvanje» non è riportata nel «Besednjak Nediœko-Taljansko» e neppure nel «Vocabolario Italiano-Nediœko» (la voce «sviluppo» proprio non esiste!), dobbiamo dedurre che si tratti di un lemma inventato di sana pianta. Il che da solo svela il grande bluff di quell’iniziativa. E l’assenza di slavisti e linguisti titolati testimonia senza

ombra di dubbio l’ascientificità del simposio. Sgomberato il campo da questo equivoco di fondo, emerge tutta la finalità politica di quanti si sforzano in tutti i modi, senza nemmeno il timore di fare la figura dei macellai che vaneggiano di essere chirurghi, per dimostrare che le parlata della Slavia non è dialetto sloveno, ma lingua autonoma. Tra gli organizzatori e le invero poche decine di partecipanti alla due giorni sampietrina non abbiamo notato persone che si distinguono particolarmente per la salvaguardia della nostra parlata nei fatti, cioè praticandola quotidianamente e trasmettendola alle nuove generazioni. Tutt’altra musica (è proprio il caso di dirlo!) al festival di Liessa, al «Senjam be-

neœke piesmi», lo sloveno beneciano è risuonato in tutta la sua bellezza, vitalità e vivacità. Gruppi giovanili e singoli autori hanno presentato a un pubblico di molte centinaia di persone ben 14 nuovi brani musicali. Guarda caso, tutti quei giovani protagonisti fanno riferimento alle organizzazioni slovene e la gran parte di loro si è formata nella scuola bilingue e alla Glasbena matica. Loro sì che parlano (e cantano, e scrivono) davvero in dialetto senza limitarsi a parlare del dialetto. Il contrasto con l’inconcludente convegno di San Pietro (costo 36.500 euro!) è stridente. Sarebbe, dunque, il caso che gli amministratori locali, che gestiscono i sempre più esigui fondi pubblici per la tutela della lingua e cultura slovena impiegassero meglio i soldi dei contribuenti.

o avuto modo di leggere l’editoriale «Le minoranze in Friuli» dalla rivista on line «Identità e Innovazione». Mi è stato spontaneo cambiare il titolo della testata in «innovazione di identità». Il perché è presto detto e si basa su una confusione inedita di storia e geografia politica e di lingua. Si fa una materiale ricostruzione della storia del Friuli con il richiamo alle varie dominazioni che lo hanno interessato e con la conclusione, che vale soprattutto per gli sloveni della provincia di Udine, di una loro estraneità linguistica con il resto degli sloveni, da cui erano separati per diversa appartenenza statale. È strano che l’applicazione di tale principio non valga per i friulani del Goriziano, ai quali, secoli di dominio asburgico avrebbero dovuto togliere la patente di friulanità, se vale appunto il principio sopra invocato. È chiaro che non si può insistere in tale direzione per palese debolezza logica. Se non fa una grinza il proposito di tutelare tutte le comunità linguistiche, ovviamente non solo del Friuli, non si può accettare in nessun modo la discriminazione fra gli sloveni delle tre province della Regione in cui risiedono. Questo per due motivi che si richiamano a vicenda, uno di carattere linguistico, l’altro di carattere storico. È ancora necessario ricordare a persone di elevata cultura che lo sloveno della Benecia e del Val Resia e della Valcanale sono tre dei tanti dialetti che caratterizzano la lingua slovena? Molti in Regione continuano a negarlo, ma si sa bene che questa è una negazione di natura politica e non scientifica. La storia dice che le convinzioni politiche su questi temi sono difficili da correggere. Infatti è una vita che cerchiamo di farlo, ma con risultati deludenti. La seconda ragione è ancora più evidente per chi abbia un minimo di consuetudine con le popolazioni slovene della provincia di Udine. Se è vera la separazione politica, come sopra ricordato, non è per nulla vera quella culturale, soprattutto a livello popolare e religioso. Marino Qualizza continua a pag. 6


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VERSKO ¡IVLJENJE

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IL MESSAGGIO DELLA CEI per la Giornata del ringraziamento

Investire in agricoltura è una scelta culturale, ecologica e sociale

15. novembra 2012

IL 18 NOVEMBRE IL SALUTO A DON GERUSSI che lascia le parrocchie di S. Leonardo e Stregna

Perdendo lingua e cultura si perde la propria anima

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nvestire nell’agricoltura è una scelta non solo economica, ma anche cultura«I le, ecologica, sociale, politica di forte valenza educativa. Infatti “le modalità con cui l’uomo tratta l'ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso

e, viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all’edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano” (Centesimus annus)». È questo uno dei passi del messaggio che la Conferenza episcopale italiana ha inviato per la 62ª Giornata nazionale del ringraziamento, che si è celebrata l’11 novembre, festa di San Martino, passo che offre materia per una seria riflessione sulla situazione economica, sociale e ambientale della Slavia, afflitta da un diffuso e colpevole abbandono del territorio, mentre la crisi economica non offre prospettive di sviluppo in altri settori produttivi. Consapevoli di una stasi che sta diventando cronica e che colpisce le famiglie e mette ai margini lavoratori ancora nel pieno delle capacità lavorative, i vescovi italiani sottolineano la necessità di «guardare al futuro del nostro Paese andando oltre gli schemi abiatuali». È importante, sostengono, «guardare al nostro futuro nel rispetto e nella valorizzazione delle tipicità dei diversi territori che la bella storia d’Italia ha posto nelle nostre mani e che costituiscono l’unico Paese. Se è vero che investire “è sempre una scelta morale e culturale”, come scriveva Giovanni Paolo II nella Centesimus annus al n. 36, è necessario legare tali investimenti alla cura dell’uomo e del territorio, così da rendere quest’ultimo fecondo di beni, sostenibile per l’ecosistema, rispettato e amato, arricchito di forza per le nuove e per le future generazioni». Sostenere l’agricoltura, far tornare le persone, in particolare i giovani, a lavorare la terra significa investire nel futuro, nella qualità della vita, nella salvaguardia dell’ambiente, nella tutela delle culture, delle tradizioni e delle lingue locali. Quanto di tutto questo è stato perso e dilapidato nella nostra Slavia! Dopo essere stato favorito l’abbandono dell’allevamento del bestiame, non è stato proposto nulla, non è stata indicata nessuna strada per utilizzare un territorio che pure aveva dato sostentamento alla gente che l’abitava. C’è stato un esodo sfrenato e senza ritorno prima verso l’estero, poi nelle fabbriche e negli uffici; un esodo non solo dalla terra ma anche dalla cultura e dalla lingua che ha svuotato dei veri valori, anche religiosi, l’anima di una comunità.

LJUBLJANA

Zakljuåek praznovanj ob 550 letnici nadækofije

omenica 18 novembre alle ore 15 nella chiesa di San Leonardo la comunità delle parrocchie di San Leonardo e Stregna saluterà don Rinaldo Gerussi che dopo dodici anni di servizio pastorale nelle Valli del Natisone, diventerà parroco di Partegada, nella bassa friulana. Gerussi farà il suo ingresso nella nuova parrocchia assegnatagli una settimana dopo, domenica 25 novembre. Di questa notizia che ha colto di sorpresa e addolorato la comunità di queste parrocchie, si è parlato durante il consiglio pastorale tenutosi a San Pietro il 31 ottobre. «C’è stato un grande attestato di stima da parte della comunità», ha riferito Simone Bordon, direttore del consiglio pastorale di San Pietro. È stata scritta persino una lettera, firmata da ben seicento persone, all’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, per esprimere il dolore che questa decisione aveva suscitato. «Uno dei timori – spiega Bordon – era che la zona rimanesse senza un sacerdote». A guidare le parrocchie di San Leonardo e Stregna, invece, è stato chiamato don Michele Zanon che affronterà proprio nelle Valli la sua

cije ustanov posve@enega ¡ivljenja za svojega posebnega odposlanca na slovesnem bogoslu¡ju ob zaklju@ku jubilejnega leta 550 letnice ljubljanske nadœkofije, ki bo na miklav¡evo nedeljo, 9. decembra 2012. Na miklavœ¡evo nedeljo, 11. decembra 2011, je ljubljanski nadœkof metropolit msgr. dr. Anton Stres s slovesno maœo v stolnici sv. Nikolaja uradno odprl za@etek jubilejnega leta. Cesar Friderik III. (1415–1493) je namre@ 6. decembra 1461 ustanovil ljubljansko œkofijo, devet mesecev kasneje, 6. septembra 1462, pa jo je pape¡ Pij II. (1458–1464) potrdil. Leto zatem je bil imenovan in posve@en prvi ljubljanski œkof ˘iga grof Lamberg.

prima esperienza pastorale da parroco. La comunità accoglie con molta serenità don Michele che essendo così giovane troverà sicuramente terreno fertile per la sua attività. Non si sa ancora quando il sacerdote cividalese, attualmente cappellano a

CIVIDALE / Veglia di preghiera per i giovani

enerdì, 16 novembre, alle ore 20.30, nel duomo di Cividale, l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, presiederà una veglia di V preghiera alla quale sono inviatati i giovani della zona est dell’Arcidiocesi, e

cioè delle foranie di San Pietro al Natisone, Cividale, Tarcento, Nimis e Corno di Rosazzo. L’incontro è voluto dall’Arcivescovo stesso che desidera incontrare i giovani e i loro familiari per incoraggiarli a conoscere e ad approfondire i temi proposti nell’Anno della fede che si è aperto lo scorso 11 ottobre in occasione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II e del 20° della promulgazione del Catechismo della Chiesa cattolica.

»Cerkev je vseh narodov in govori v vseh jezikih« »#

veti o@e je pred kratkim imenoval karS dinala Franca Rodeta CM (na fotografiji), upokojenega prefekta Kongrega-

Don Rinaldo Gerussi

PAPEŒ OB SKLEPU DELA REDNEGA GENERALNEGA zasedanja ækofovske sinode

eprav Cerkev @uti nasprotne si vetrove, vseeno izkuœa predvsem veter Svetega Duha, ki nam pomaga in nam ka¡e pravo pot. Zdi se mi, da smo tako na poti z novim zanosom. Zahvalimo se Gospodu, ker nam je podaril to resni@no katoliœko sre@anje.« To so bile besede pape¡a Benedikta XVI., ki jih je namenil sinodalnim o@etom v soboto 27. oktobra med njihovim dopoldanskim delom, ki je bilo tudi zadnje in s katerim se je œkofovska sinoda tako sklenila. Na seji so bili sicer predstavljeni kon@ni predlogi, o katerih se je nato glasovalo. Vseh 58 predlogov je bilo sprejetih. Tritedensko 13. redno generalno zasedanje œkofovske sinode se je v nedeljo 28. dopoldne uradno zaklju@ilo s slovesno sveto maœo v vatikanski baziliki sv. Petra. Pape¡ev sklepni nagovor je bil predvsem zahvala, pa tudi oznanilo dolo@enih sprememb glede pristojnosti vatikanskih dikasterijev. Skrb za semeniœ@a bo poslej v pristojnosti Kongregacije za duhovœ@ino in ne ve@ Kongregacije za katoliœko vzgojo. Za kateheze, ki so bile doslej v pristojnosti Kongregacije za duhovœ@ino, pa bo poslej skrbel Papeœki svet za pospeœevanje nove evangeli-

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zacije. Obenem s to odlo@itvijo je sveti o@e napovedal tudi odgovarjajo@e dokumente v obliki apostolskega pisma motu proprio, kjer bodo natan@no opredeljeni novi okviri delovanja. Benedikt XVI. je nato spomnil na nove bodo@e kardinale. S konzistorijem, ki ga je napovedal za 24. novembra 2012, je pape¡ ¡elel dopolniti tistega, ki je potekal letos februarja. In sicer prav »v kontekstu nove evangelizacije«, tako da se bo izrazila univerzalnost Cerkve. To dejanje bo pokazalo, da je Cerkev »Cerkev vseh narodov, da govori v vseh jezikih, da je vedno Cerkev binkoœti; da ni Cerkev neke celine, temve@ vesoljna Cerkev«. Izraziti

univerzalnost Cerkve je bil pape¡ev namen, ko je napovedal novi konzistorij. Na lep na@in pa je univerzalnost razodela tudi sinoda. »Zame je bilo resni@no spodbudno, tola¡ilno in ohrabrujo@e videti tukaj zrcalo vesoljne Cerkve z vsem njenim trpljenjem, gro¡njami, nevarnostmi in veseljem ter izkuœnjami Gospodove navzo@nosti tudi v te¡kih situacijah.« Sliœali smo, je nadaljeval pape¡, kako Cerkev tudi danes raste in ¡ivi. »Vidimo, kako je Gospod tudi danes prisoten in mogo@en tam, kjer tega niti nismo pri@akovali. Gospod je dejaven tudi preko naœega dela in naœih premiœljevanj.« Sveti o@e se je nato œe vsem udele¡encem sinode iz srca zahvalil za njihovo sodelovanje. Vemo, je dejal, da ¡elimo vsi oznanjati Kristusa in njegov evangelij, ter da se ¡elimo tudi v tem te¡kem @asu bojevati za navzo@nost Kristusove resnice in njegovega oznanila. Kon@ni predlogi, ki so jih sinodalni o@etje izglasovali danes, so dar, je svoj nagovor sklenil pape¡ Benedikt XVI. Iz njih bo nastal »dokument, ki izhaja iz ¡ivljenja in bi moral porajati ¡ivljenje. Tako upamo in za to molimo; v vsakem primeru pa gremo naprej z Gospodovo pomo@jo.«

Tricesimo, farà il suo ingresso in parrocchia. «Vorremmo cercare di evitare – spiega Bordon – che l’ingresso avvenga dopo le festività natalizie, non garantendo così nessuna celebrazione e lasciando scoperta la zona in uno dei periodi dell’anno liturgico più intensi e impegnativi». Don Gerussi è molto dispiaciuto di lasciare queste parrocchie, che gli sono state assegnate nel 2000. In questi paesi così piccoli è riuscito a stabilire un contatto profondo con le persone. Ma non solo, don Rinaldo è rimasto affascinato anche dai luoghi ricchi di cultura e di storia. «Certo, storia di gente povera – ha detto il sacerdote – , ma dignitosa e ancorata a forti valori e principi». Andandosene, don Rinaldo esorta la gente di questa comunità a riscoprire la propria identità. Dice di essersi arrabbiato molto spesso con i giovani, che non si preoccupano di portare avanti le tradizioni e soprattutto la lingua di questa zona: «Non è possibile che lo sloveno parlato per secoli si vada perdendo in tempi così brevi». Lingua e cultura sono aspetti fondanti dell’identità dell’uomo, perderli equivarrebbe a perdere la propria anima. Vanno pertanto coltivati e tramandati per non perdere la propria identità. «La globalizzazione – spiega don Rinaldo – appiattisce e fa perdere la ricchezza della varietà». Il saluto don Gerussi, al quale tutti sono caldamente invitati a partecipare, si terrà, come già ricordato, il 18 novembre. Alle ore 15 ci sarà la santa messa che verrà celebrata da don Rinaldo insieme a tutti i sacerdoti della zona. Seguirà un momento conviviale nelle scuole di San Leonardo.

33. NAVADNA NEDIEJA

»Sonce bo otamnielo« Evangelij po Marku Tisti cajt je Jezus reku svojim u@encam: »V tistih dneh, po tisti stiski, bo sonce otamnielo in luna ne bo dajala svoje svetlobe. Zvezde bojo padale z neba in nebeœke sile se bojo majale. Tekrat bojo videli Sina @loviekovega priti na oblakih z veliko mo@jo in slavo. In tekrat bo poœju angele in zbrau svoje izvoljene od œtierih vietru, od konca zemlje do konca neba.« »Od smokvinega drevesa pa se nau@ite pargliho: Kadar poganja njega veja listje, veste, de je polietje blizu. Takuo tudi vi: Kàr bote videli, de se tuo dogaja, viedite, de je blizu, pred vrati. Resni@no, poviem vam: Ta rod nikakor ne bo preœu, dokier se vse tuo ne zgodi. Nebo in zemlja bota preœla, moje besede pa nikakor ne bojo preœle.« »Za tisti dan ali uro pa ne vie nobedan, ne angeli v nebesih ne Sin, ampak samuo O@à.« 13, 24-32


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ZGODOVINA

- KULTURA

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LA LETTERA DEI SACERDOTI DELLA SLAVIA A MONS. ZAMBURLINI che si era rivolto in Vaticano a motivo di alcuni presunti abusi dell’uso dello sloveno in chiesa

Accusati di panslavismo dall’Arcivescovo «ci sentiamo gravemente offesi e calunniati»

Giorgio Banchig

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llarmato e suggestionato dalle accuse di panslavismo che il pievano di Faedis, don Luigi Quargnassi, aveva lanciato nei confronti del clero sloveno dell’arcidiocesi di Udine, a causa di presunti abusi nell’uso dello sloveno nella celebrazione dei sacramenti, l’arcivescovo mons. Pietro Zamburlini, per chiedere lumi si rivolge preoccupato alla più alta autorità in materia, il cardinal Serafino Cretoni, prefetto della Congregazione dei riti della Santa Sede. «Nell'estrema parte orientale di questa mia Arcidiocesi – scrive mons. Zamburlini nella lettera datata il 25 gennaio 1904 – vi hanno parrocchie costituite alcune interamente, altre in parte da fedeli di nazionalità slava che parlano un dialetto affine all'idioma slavo. In due delle suaccennate parrocchie vige da tempo immemorabile la consuetudine che nel Venerdì Santo, recitato dal sacerdote officiante il Passio in lingua latina, si canti poi il Passio medesimo in lingua slava volgare. Inoltre nelle due parrocchie predette e nelle altre costituite in parte da abitanti slavi da un ventennio circa in qua per opera di alcuni sacerdoti aderenti all'agitazione panslavista della limitrofa Arcidiocesi di Gorizia si cominciò poco a poco a introdurre l'uso della lingua slava volgare nei seguenti casi: 1- Nel canto del Tantum ergo, del Genitori e delle Litanie Lauretane durante l'esposizione del Venerabile; 2- nell'amministrazione extra Missam della Santissima Comunione; 3- in parte nell'amministrazione del Battesimo; 4- nelle preci che i Sommi Pontefici Leone XIII di s. m. e Pio X, felicemente regnante, ordinarono ai sacerdoti di recitare immediatamente dopo celebrata la Messa. Il Sinodo diocesano per il quale ho cominciato gli studi e che col divino aiuto confido di tenere nel corrente o nel p.v. anno, mi offre opportuna

occasione di togliere gli abusi e di fissare una norma invariabile in questa importante materia. Egli è perciò che rivolgo umile e fiduciosa preghiera a cotesta Santa Congregazione che compiaccia definire: se e in quali casi suesposti si possa tollerare l'uso della lingua slava volgare. Credo opportuno notare che non si riuscirà a togliere l'uso immemorabile di cantare il Passio il Venerdì Santo in lingua slava volgare senza forte opposizione e gravi difficoltà; mentre non sarà molto difficile togliere l'uso recente di usare la detta lingua negli altri casi suesposti. Disposto a eseguire fedelmente gli ordini, che istantemente invoco» (Faustino Nazzi, Storia religiosa della Slavia friulana dalle origini al 1920, fauna31.wordpress.com, p. 258). La risposta del Vaticano non si fa attendere. Nella missiva, datata 5 marzo 1904 e scritta in latino, la Congregazione dei riti ai quesiti di mons. Zamburlini risponde in modo sbrigativo e negativo nei riguardi delle tradizioni liturgiche della Slavia: è proibito l’uso dello sloveno nel canto del Passio durante la celebrazione del venerdì santo, del Tantum ergo, del Genitori e delle Litanie Lauretane durante le funzioni eucaristiche, nonché nell’amministrazione della comunione fuori della messa; è concesso, invece, che durante il Passioletto in latino si possano cantare appropriati canti in sloveno, che le risposte dei padrini durante il battesimo possono essere rese in sloveno dopo che il celebrante le ha pronunciate in latino, e in sloveno potevano essere recitate anche le preghiere al termine della messa purché la traduzione, approvata dal vescovo, sia fedelissima. La notizia dell’intervento dell’arcivescovo Zamburlini presso la Congregazione dei riti arriva nella Slavia come un fulmine cogliendo di sorpresa i preti. Essi, infatti, non ne sanno nulla e apprendono dell’infamante accusa di panslavismo mossa loro dall’arcivescovo dalle pagine di un

Don Antonio Guion (3° da sin. in prima fila) vicario curato di S. Pietro giornale, l’Avvisatore Ecclesiastico, che ogni due mesi pubblicava gli atti della Santa sede, circolari governative, pareri del Consiglio di stato, sentenze delle Corti di cassazione e di appello in materia ecclesiastica. Che un tale giornale, diffusissimo tra il clero italiano, contenesse aperte accuse nei loro confronti rappresentava per i preti della Slavia un duro affronto, un palese tradimento e un’offesa insostenibile tanto più gravi in quanto perpretati, a loro insaputa, dal loro diretto superiore. Una pugnalata alla schiena! La reazione dei preti delle vicarie di San Pietro al Natisone e di San Leonardo fu oltremodo ferma e dignitosa. In una lettera a mons. Zamburlini, datata 2 giugno 1904, essi espressero tutta la loro amarezza, l’irritazione e il disappunto per essere stati, senza alcun fondamento, offesi, calunniati ed esposti a possibili rappresaglie da parte delle autorità civili e dei nazionalisti locali. Per il coraggio e la loro fedeltà alla loro missione di sacerdoti e difensori dei diritti linguistici dei loro fedeli pubblichiamo i nomi dei firmatari. I preti della vicaria di San Leonardo era-

no: don Francesco Skaunik vicario curato, don Pietro Cerno, don Luciano Crisetig, don Giuseppe Duriava, don Antonio Gorenszach, don Giuseppe Bergnach (cancellato), don Agostino Slobbe, don Antonio Gus. I preti della vicaria di San Pietro erano: don Antonio Guion, vicario curato, don Luigi Clignon, don Eugenio Quarina, don Giacomo Troppina, don Michele Zabrieszach, don Luigi Mullig, don Giuseppe Cormons, don Luigi Blasutig, don Giobatta Manzini, don Antonio Trusnich, don Valentino Domenis, don Antonio Cosmacini, don Stefano Domenis, don Antonio Visentini, don Giovanni Domenis. Ecco la prima parte della loro lettera. «Nell'Avvisatore Ecclesiastico del 15 maggio p. p. n° 598, trovammo delle domande da V. E. Ill.ma e Rev.ma dirette alla Sacra Congregazione dei Riti che riguardano noi specialmente. A tale lettura noi restammo non solamente sorpresi, ma anche ci sentimmo e ci sentiamo gravemente offesi e calluniati. Ci dica V. E., se lo può, abbiamo forse noi introdotto qui il linguaggio Sloveno? Ci dica quando abbiamo noi introdotto la

lingua Slovena in certe liturgiche funzioni? Ci dica quando in questa parrocchia è stato cantato in lingua slovena il Passio il Venerdì Santo? Ci dice quando è stato cantato in lingua il Tantum ergo ed il Genitori? Le Litanie Lauretane in Sloveno le recitavano o cantavano i nostri vecchi, e le cantiamo anche noi, le abbiamo dunque introdotte noi? Nell'amministrazione della Comunione extra Missam è falso che usiamo la lingua slovena, se mai avrebbe alcunché da osservare, sarebbe solo alle parole Domine non sum dignus, che da alcuni viene ancora osservato in omaggio alle antiche tradizioni. Ci sentiamo offesi nella nostra dignità ed onore perché da qui apparisce che V. E. non ha nessuna stima e fiducia né nei nostri parroci né in alcuni di noi, perché se si fosse prima bene informata non avrebbe fatto ciò che ha fatto e che noi siamo costretti a deplorare e solennemente protestare. Vostra Eccellenza con le parole, Insuper in eisdem aliisque paroecis supradictis a viginti circiter annis atque opera sacerdotum agitationi pansalavisticae adhaerentium... ci ha gravemente calunniati, perché ci ha dipinti quasi fossimo preti ribelli e nemici della Chiesa e della patria, aggregati alla lega o società panslavistica. Contro questa callunia noi domandiamo e vogliamo da V. E. pronta riparazione, e speriamo senza dubbio che ciò Lei farà; qualora poi non lo facesse saremo costretti provvedere da noi. Come tutti i sacerdoti anche noi abbiamo diritto di concorrere a qualche benefizio, che per possederlo ci vuole il R. Placet od Exequatur, ma apparendo noi per pregiudizio di V. E. stessa nemici della patria, come possiamo ottenere l'approvazione dell'autorità civile già male disposta verso di noi?» (F. Nazzi, Storia religiosa…, pp. 259-260). (2. continua)

PISMA LAŒANSKEGA ŒUPNIKA ANTONA CUFFOLA MISIJONARJU ZDRAVKU REVNU, ki je veliko skrbel tudi za beneæke izseljence v Belgiji

Z naæim nastopom na Skali ali bomo poslali vse v zrak, ali bomo æli rakom œviœgat Staro Mesto, 2. 3. 1954 […] Romar se je povrnil v optimisti@nem razpolo¡enju.1 Izro@il je 32 strani dolg katekizem, v katerem so zapopadene vse verske resnice. Rekli so, da je preobœiren za v Bazilikah [!], ampak da bodo oni od S. J. 2 napravili izvle@ek in potem skuœali in delali na to, da pride na oltar.3 Romar je tudi ustno potrdil in dal pojasnila. Opazili so, da ni notri nekaterih @ude¡ev, ki bili zelo uspeœni. Poslali bomo dodatek. Œkoda le, da O@e je nevarno bolan, ker, kadar v hiœi je bolan O@e, je vsa hiœa bolna. Bo potreba potrpljenja in zaupanja v Boga. Kar se ti@e podpisa na Kalu,4 Jaka5 nima niti nesmrtnega greha. Ni@ ne vem, kako se je to zgodilo. Menda greœniki si niso mogli druga@e pomagati pri porodu. Bog in hudi@ sta jim ¡e odpustila, odpustite jim tudi vi, ki tem potom boste preœli v zgodovino. Vem, da prepozni porodi so nadle¡ni in sitni, ampak tudi tega ni kriv Jaka, ki je pravo@asno izro@il mater porodniœnici.6 Vsekakor niso va¡ni razni svetniki in lunini mrki, ampak kar pride za njimi in to je dobro za vse letne @ase. Razni ostetriki so se zelo laskavo izrazili o novorojen@ku. Herod pa mu stre¡e po

¡ivljenju in se huduje, da matere mu ga skrivajo. #udno se mi zdi Fortevo7 obnaœanje in zanimanje za vaœe … tiske. Pred nedavnim je v rojstnem kraju napravil izseljenski teden, katerega so z debelimi @rkami opevali dnevniki in tedniki in slavili delovnega, po¡rtvovalnega sve@enika, ki med krtinami zna visoko dvigati @ast sorojakov. Na sklep tedna so pohiteli vsi de¡elni oblazniki [!] in delali reklamo Fortemu gospodu. Mogo@e, da ob tej priliki so ga pozanimali za tisk Bera@ev in œe posebno na Kol[edar]. Doma so vsi heroji, ne pa v jarkih med krtinami. Le po tej poti se lahko pride do mitre na glavi, na katero mogo@e meri, potem ko mu je porde@elo platno pod vratom. Gotovo, da z vaœim ¡akljem se ga ne boste ustraœili. […] 91-letnik9 je […] odlo¡il odhod in vstal v hiœo za poroko pravnuka. Obiskala ga je jata Rie@anov, katerih je bil zelo vesel. Giacomo Giacomi 11. 3. 1954 […] Sami slepi@i so v naœi arhimandriji,10 ki ne vidijo kaosa, proti kateremu drvijo. Tudi Forte jim ho@e najbr¡ poma-

gati. Vpraœajte ga , koliko vam je on dal. Johnu Bullu pa sporo@ite, da naj zaenkrat le tiho mol@i, da ne bi œkodoval poslanim molitvam, ki so ¡e, ali bodo v kratkem, v rokah hiœnikov O@eta na Skali in imajo zelo uplivne zagovornike. #e O@e bi ne bil bolan, bi sam vzel v roke, ker svoj@as je ¡e bil osebno opozorjen na beraœke nadloge. Pomislite! Z pred dnevi poslano doklado je @ez 40 tipkanih strani, v katerih so naœteti, kakor v litanijah svetnikov, vsi veliki in mladi zlo@inci z dokumentiranimi zlo@ini. Trudapolno delo, ki dvigne lase vsakemu, ki ga @ita. Dokazano z nepodbitnimi dokumenti, da je potrebna metla ¡e v hiœi Star@ka,11 kjer so utaborjeni sami banditi. Tam na Skali so lansko leto bili vzeli na znanje in rekli, da je potreba potrpljenja, dokler se Star@ek ne odlo@i za ta ali za uni svet, @eœ da ne vedo kaj z njim: ko bi ga zadavili, bi razka@ili vso njegovo ”¡lahto“, ki jo ima na Skali. Zdaj pa smo povedali, da Star@ek, poprej ko se bo odlo@il za uni svet, nas bo vse opravil. Dokazali smo, kakœno sodrgo ima okoli sebe, in kako ista ho@e dose@i svoje zlo@inske namene, dokler bo on pri sapi. Tudi Kat[oliœki] glas in

Dem[okracija]12 bi nam le œkodovali, dokler ne bomo videli uspeha molitve, ki je na Skali. Naœ nastop je povsem drzen: ali bomo pognali une v zrak, ali pa bomo œli rakom ¡vi¡gat! Potrpeti bomo morali in @akati, ker tudi za one tam zadeva ni tako lahka. #e bo œlo narobe, bomo mi nahujskali Johna Bulla in vse hudi@e do œkandala! Izpraznili bomo zadnje zaklade trme! Dotod pa vodo v usta! Koledar je vsem vœe@. Ne vem, ali je ¡e padel kak izvod v roke razbojnikov. Najbolj hudi bodo pa zaradi dogodivœ@in ob Karnahti, to temobolj, ker se ne gre za bajke ampak za zgodovino in dokumente, ki jih imajo oni pod klju@em.13 Vpraœali se bodo, da kako je knji¡nji@na miœka priœla do njih. Radi bi spravili Jakobovo glavo na Herodijadin kro¡nik, ker vedo,

da @e bo @akal naravno smrt, jim bo œe nekaj ponudil v premiœljevanje. Dokt[or] Podutani14 ne bo œel v Alpe, ampak bo ostal tam, kjer je. Kaj bodo rekli nekateri prekooceanski strici, ko bodo sprejeli beraœke kole rekomandirane s pe@ati O@etovega mesta? Ali ni bilo tudi to dobro pregruntano? Tudi to v @ast bel[gijskega] zalo¡nika.15 Jakob pa mora igrati vlogo kukovice povsodi. Naj pripravi kaj lepega (zalo¡nik) ¡e za prihodnji Kol[edar], ki ga bomo skuœali prisiliti k porodu pred @asom. Medtem pa molimo, ker nekatere hudi@e se more pregnati le ”z molitvijo in postom“. V prilogi nekaj Jakobovega za ”pod zob“.16 Jakobovi mo¡gani so ”ponucani“ in pridelek anemi@en. Jakob

1. G. Peter #ernoja, vikar v Briœ@ah (Podbuniesac), ki je v Vatikanu (= na Skali) izro@il daljœo spomenico (= katekizem ali molitve) o polo¡aju beneœkih duhovnikov, ki so bili pod pritiskom doma@ih in tujih nacionalistov. 2. S[ocietatas] J[esu], Jezusova dru¡ba. 3. Pape¡u v roke. 4. Koledarju? 5. Stric Jakob, g. Anton Cuffolo. 6 Govor je o Trinkovem koledarju, ki je bil tiskan z zamudo kljub temu, da je Cuffolo ob pravem @asu izro@il material tiskarni. 8. Gre za furlanskega misijonarja izseljencev Domenica Forteja, rojenega v Buji l. 1898. Od 1953. do 1965. je bil direktor italijanske katoliœke misije v Seraingu (Liège). Za zasluge na tem podro@ju je bil imenovan za monsinjorja (porde@elo platno pod vratom), kasneje pa za kano-

nika videnske stolnice. Verjetno je on italijanskim nacionalistom poœiljal slovenski tisk, ki ga je g. Reven urejal za beneœke izseljence. 9. Mons. Ivan Trinko. 10. Nadœkofija. 11. Videnski nadœkof mons. Giuseppe Nogara. 12. Tednik Demokracija je izhajal v Gorici v letih 1947–1961 in 1968–1972. Tednik Katoliœki glas je izhajal v Gorici do leta 1996, ko se je zdru¡il s tr¡aœkim Novim listom in je nastal Novi glas. 13. Cuffolo se nanaœa na zgodovino slovenskega vikariata v Njemah, ki jo je objavil v Trinkovem koledarju za l. 1954. 14. Podutanski ¡upnik Angel Cracina je bil napravil izpite, da bi postal ¡upnik v Paluzzi. 15. G. Zdravko Reven 16. Material za list Slovenski glas.


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POGLOBIMO IN PREMISLIMO

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L’OPINIONE di Riccardo Ruttar

Il dialetto non si salva con i convegni in italiano

L’

istituto Slavia viva, risvegliatosi dal coma ventennale, si è ripresentato con una nuova trovata al pubblico valligiano. Si è trattato di un convegno di due giorni tenutosi nell’aula consigliare di Œpietar - S. Pietro al N. su tematiche non nuove, ma con la presunzione di affrontarle da ottiche del tutto nuove. Il titolo bilingue «Materni izik, demokracija an godnuvanje – Lingua materna, democrazia e sviluppo», cerca di mettere in relazione argomenti socioculturali, politici ed economici, scavalcando, a salto triplo, più o meno tutto quanto in Bene@ija sia stato discusso, progettato, realizzato fino ad ora dalle organizzazioni definite «slovene» operanti sul territorio da oltre mezzo secolo. Due giorni di discorsi su percorsi fatti da altre comunità minoritarie (ladini, francoprovenzali e aranesi) per raggiungere una certa autonomia e proposte come esempi da imitare. Tutto il convegno partiva da un macroscopico peccato originale: l’asserzione, senza se e senza ma, che dichiarava la sostanziale disparità della lingua (dialetto) locale, il «nediœko» rispetto allo «slovensko», uno dei tanti dialetti della lingua slovena. Due lingue parallele ed autonome, secondo teorici di giornata, improvvisatisi linguisti. Per affermare questa «verità» viene chiamato a supporto il concetto di «democrazia», secondo cui sarebbe la gente, la comunità, che decide cosa è, e cosa vuole essere, anche trattandosi di appartenenze etnico-linguistiche. Come supporto concreto alle nuove teorie, presentate come dati incontrovertibili, ecco apparire, come tripletta di conigli dal cilindro del prestigiatore, la trilogia monumentale dei «besednjaki» e della «gramatika» del nediœko. Opera insigne di Nino Specogna, cui va riconosciuto il merito di aver raccolto, ordinato e tradotto le parole del linguaggio locale di sua diretta esperienza e di averne proposto un abbozzo di grammatica. Aver finalmente messo a disposizione della gente delle valli questi strumenti costituirebbe la dimostrazione dimostrata dell’unicità e dell’autonomia del «nediœko». Niente, se non lontane parentele, con lo sloveno, in particolare con quello standard. Quest’ultimo, per colmo di sventura per il «nediœko», ne causerebbe la progressiva atrofizzazione e la scomparsa. Sono le tesi, senza antitesi, del convegno. La sintesi, corrispondente alla tesi, porterebbe il sillogismo a condannare tutto quanto stanno facendo coloro che si riconoscono appartenenti alla comunità «slovena». Condanna anche per la scuola bilingue, come elemento qualificante di quei fedifraghi valligiani che si professano sloveni, culturalmente e linguisticamente collegati al mondo sloveno nel suo complesso. Dagli assunti del discorso conclusivo del convegno a nome del presidente di Slavia viva, Ferruccio Clavora, si deduce che questi ultimi , gli «sloveni», siano stati le cause implicite del mancato sviluppo /godnuvanje delle valli. Logicamente, per invertire la tendenza, per ricostruire dalle macerie, l’unica ricetta sarebbe il recupero della vera matrice linguistica, che porterebbe ad una forte identità, che creerebbe «sistema» e come tale in grado di sviluppare una nuova forza contrattuale con le istituzioni regionali e statali. «Loro» gli sloveni – è ormai uno slogan – hanno avuto ed hanno già troppo come contributi; sarebbe ora di fare giustizia. Si legge tra le righe. Le ricette che propone l’emerito istituto? Insegnare il nediœko nelle scuole italiane, appropriarsi di mezzi finanziari adeguati, aprendo una falla nelle ricche casse create dalla legge che tutela gli «sloveni». E da qui partirebbe lo sviluppo. Ad un onesto osservatore delle faccende «nostre» tutta sta manfrina fa sorridere, anche in considerazione del fatto che il linguaggio usato nelle famiglie che ancora lo conservano è lo stesso per gli «sloveni» e per i «natisoniani». I primi riconoscendolo, a ragione, come dialetto sloveno, studiano per perfezionarlo in modo da renderlo utile anche fuori dalla cerchia paesana e per aprirsi ai vicini. I secondi discutono, organizzano dibattiti e convegni sul «nediœko», ma «in italiano». Dimostrando ancora una volta che non si tratta di promozione di lingua e cultura, ma di “politica”, ed anch’essa priva di senso come tutta l’impalcatura per giustificarla.

15. novembra 2012

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INADEGUATA CONOSCENZA LINGUISTICA alla base di un’operazione di basso livello

Il «nediœko»? Un teorema costruito su un falso assioma

Non è vero che lo sloveno delle Valli non ha tradizione scritta

Giorgio Banchig

O

gni lavoro merita rispetto, attenzione ed apprezzamento se non altro per la fatica profusa, per il tempo speso, per l'ingegno impiegato e poi per la dedizione, la passione, le convinzioni che ne stanno alla base. Gli stessi sentimenti merita l'opera in tre volumi di Nino Œpehonja: «Nediœka gramatika», «Besednjak Nediœko – Taljansko», «Vocabolario Italiano – Nediœko», editi (da chi?) con i contributi previsti dalla legge regionale 27/2007 di tutela della minoranza slovena e presentati di recente a San Pietro al Natisone nel corso di un convegno organizzato dall'Istituto Slavia Viva. Rispetto e ammirazione, dunque, per la mole di lavoro che potrà essere utile solo a quanti vorranno avere un primo approccio al dialetto sloveno del Natisone, dagli slavisti classificato nel gruppo del Litorale – Primorska, assieme a quelli delle province di Gorizia e di Trieste. Vale a dire uno dei numerosi (una cinquantina) dialetti della lingua slovena presenti nell'area linguistica slovena che si estende oltre i confini della vicina Repubblica con l'Italia, l'Ungheria e l'Austria. Rispetto e ammirazione che però non escludono critiche, anche severe: una casa può avere un'architettura mirabile, ma se le fondamenta sono deboli, l'edificio diventa instabile e gli inquilini vi si sentono insicuri. Da semplice osservatore della realtà linguistica locale voglio mettere in evidenza, dal mio punto di vista, il peccato originale che compromette tutta l'architettura dell'opera. Scrive Nino Œpehonja: «Il Nediœko è una lingua orale […] per il semplice fatto che la nostra gente, fino a non molti anni fa, non sapeva scrivere. Avesse saputo farlo, sicuramente l'avrebbe fatto» («Nediœka Gramatika», p. 27). Ecco un classico teorema costruito su un falso assioma! Un teorema facile da demolire perché il dialetto sloveno delle Valli del Natisone non è e non è stato usato solo oralmente, ma è ed è stato scritto in varie forme, epoche e generi letterari. A confermarlo ci sono libri, raccolte di favole e di altri racconti popolari, volumi di poesie, articoli pubblicati sui giornali; e poi studi, tesi di

laurea su testi dialettali, testi di conferenze e atti di convegni. Mi chiedo come si possano confezionare un vocabolario e una grammatica senza aver fatto uno studio e un'analisi delle prediche nel dialetto del Natisone di don Pietro Podreka di San Pietro e don Luigi Clignon di Cicigolis (entrambi natisoniani doc!) pubblicate dieci anni fa (Andohtljivi posluœavci – Devoti ascoltatori, Zdru¡enje E. Blanchini, Cividale 2002, a cura d G. Banchig e R. Ruttar), prediche datate dal 1850 al 1930 e scritte in una lingua che tutti, da Prossenicco a Drenchia, da Canebola a San Leonardo allora capivano e ascoltavano ogni domenica; una lingua «franca», in alcuni tratti di alto valore letterario, che accomunava gli sloveni dell'arcidiocesi di Udine e allo stesso tempo li rendeva linguisticamente vicini agli altri sloveni!? Come si può ignorare i catechismi, stampati a partire dal 1869 e fino al 1928, diffusi nelle chiese e nelle case, sui quali i bambini imparavano, oltre le verità della fede, a leggere la lingua slovena; e poi i libri di preghiera, le pesmarice, le iscrizioni tombali e perfino le dedicazioni riprodotte sul bronzo delle campane?! Come si fa a dimenticare – solo per citare qualche autore – il semplicista di Mersino, Stefano Gorenszach, che nel dialetto del Natisone ha scritto le sue ricette, la descrizione delle malattie che curava, le formule dei medicinali o la raccolta di canti, racconti e tradizioni registrate da don Giuseppe Gorenszach, pure lui di Mersino, e poi pubblicate nella rivista «Lu@»? E venendo ai nostri giorni come si può ignorare i racconti e le memorie di Luciano Chiabudini-Ponediœ@ak, che si rompeva la testa per trovare la parola giusta nel suo dialetto; come si può dimenticare le favole di Ada Tomasetig nell'inconfondibile parlata di Sorzento e poi i testi teatrali per il «Dan emigranta» e delle canzoni del «Senjam beneœke piesmi» (composte anche da gio-

vani che hanno frequentato la scuola bilingue), il «Trinkov koledar», i florilegi di racconti e le poesie (alcune entrate anche nelle antologie slovene), gli articoli pubblicati sui giornali locali?! E come dimenticare, infine, il «Vocabolarietto italiano-natisoniano» compilato da Simona Rigoni e Stefania Salvino!? Il volume, edito nel 1999 dal Comitato Pro Clastra, fu dallo stesso «ripudiato» perché il curatore, il prof. Anton Maria Raffo, slavista di chiara fama, nella premessa aveva argomentato che «quello delle Valli del Natisone è sostanzialmente un dialetto sloveno. Lo è, stando semplicemente ai più usuali criteri classificatori degli slavisti». E, piaccia o non piaccia, nelle Valli del Natisone c'è anche una ricca e lunga tradizione scritta anche in lingua slovena a cominciare da don Ivan Oballa di Mersino, autore di un «reportage» sulle sue valli, di racconti e poesie, per proseguire con don Pietro Podrecca, che con Oballa condivide l'onore di essere il primo poeta sloveno della Benecia e per aver pubblicato i propri scritti sulla stampa slovena, per arrivare al grande Ivan Trinko, genio poliedrico, che scrisse varie opere in lingua standard e le sue poesie sono entrate a far parte della letteratura slovena, per concludere con don Antonio Cuffolo che redasse, in italiano e sloveno, una preziosa cronaca della seconda guerra mondiale, vista e vissuta nel «focolaio» della canonica di Lasiz, e scrisse le lettere al missionario degli emigranti Zdravko Reven, che stiamo pubblicando su queste pagine. Sono preti nati cresciuti nella nostra Slavia che da autodidatti, partendo dal dialetto, si sono appropriati della lingua e l'hanno usata con risultati eccellenti. Di fronte a questi fatti si sgretola anche il teorema di Ferruccio Clavora il quale, dal basso della sua inadeguata conoscenza linguistica, ha sentenziato che «il nediœko e lo sloveno standard sono due lingue sorelle, in partenza due dialetti» che per il loro sviluppo diversificato sono due espressioni «indipendenti tra di loro». Sono indipendenti solo per lui che oggi, forte della consequenzialità che da decenni accompagna la sua involuzione culturale, afferma che «la nostra lingua», intesa come nediœko, bisogna «accettarla e trasmetterla alle generazioni future, insegnandola anche nelle scuole», mentre qualche tempo addietro, dal pulpito della sala consigliare di Taipana, tuonava: «Per quanto riguarda l'insegnamento non vi sono dubbi: per gli sloveni della provincia di Udine servono scuole bilingui, sloveno-italiano. Lingua slovena e non dialetti»!

FAKULTETA ZA DR˘AVNE IN EVROPSKE ŒTUDIJE je na Brdu pri Kranju priredila posvet o polo¡aju slovenske jezikovne manjœine v dolini pod Kaninom

Rezija je kompleksna, ve@plastna, dostikrat protislovna

Ali se na zahodnem robu slovenske poselitve tudi dandanes sistemati@no krœijo manjœinske in temeljne @lovekove pravice?

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osvet o polo¡aju slovenske jezikovne manjœine v Reziji, ki ga je 18. oktobra na Brdu pri Kranju organizirala Fakulteta za dr¡avne in evropske œtudije, je zaznamovala predstavitev in razjasnitev naslovne dileme posveta, namre@, ali se v dolini na zahodnem robu slovenske poselitve sistemati@no krœijo manjœinske ter tudi temeljne @lovekove pravice in svoboœ@ine. O jezikovni podobi rezijanœ@ine, rezijanski identiteti in vzrokih, ki so privedli do te-

ga, da Rezijani niso mogli usvojiti knji¡ne slovenœ@ine in razviti slovenske narodne zavesti, je v uvodnem predavanju spregovoril doc. dr. Matej Œekli s Filozofske fakultete Univerze v Ljubljani. Asist. Dejan Valentin@i@, mag. prav., s Fakultete za dr¡avne in evropske œtudije pa je problematiko orisal s pravnega vidika, analiziral polo¡aj manjœine v demokrati@ni in pravni dr¡avi, opozoril na protislovja med zakonsko zaœ@ito in izvajanjem zakonskih dolo@il ter nanizal konkretne primere krœ-

enja manjœinskih in temeljnih @lovekovih pravic v Reziji. Sledila je okrogla miza z naslovom Rezija med rezijansko, italijansko in slovensko identiteto. Gostje (Luigia Negro, predsednica KD Rozajanski dum in SKGZ za

Videmsko pokrajino, Sandro Quaglia, kulturni in turisti@ni delavec iz Rezije in @lan izvrœnega odbora SSO, Jole Namor, predsednica Institucionalnega paritetnega odbora v Italiji ter Zdravko Likar, na@elnik Upravne enote Tolmin) so spregovorili o

svojem narodnostnem ob@utju, o tem, kako se Rezijani lo@ijo od »laœkih« in od »buœkih« ljudi, izpostavili pomen dialekta, preko katerega se zavedajo svojega slovenskega porekla, obenem pa so predstavili tudi svoje do¡ivljanje in spopadanje s problemi, s katerimi se sre@ujejo ter opisali svoje izkuœnje sobivanja z mati@no Slovenijo. Posvet, ki je do¡ivel res lep odziv in zadovoljstvo vseh prisotnih, je pokazal, da je problematika v dolini pod Kaninom, ki jo ve@ina Slovencev iz matice œe najbolje pozna po uspeœnici Milka Mati@etova Zverinice iz Rezije, zelo kompleksna, ve@plastna, dostikrat protislovna in vsekakor nujno potrebna obravnave in predstavitve na tovrstnih soo@enjih. Damjana Kern


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V OSPREDJU

15. novembra 2012

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JUBILEJNI FESTIVAL NA LIESAH je parpravlo kulturno druœtvo Re@an. Pieuci in skupine so zapieli 14 novih modernih piesmi. Posneli so jih tudi na Cd

Trideseti Senjam beneœke piesmi je pokazu de je naœ slovenski jezik ¡iu tudi med mladimi

Udobila je Beti Strgar s Kambreœkega. Druga je bla skupina Razred zase iz dvojezi@ne œole, tre@ja pa Ikeia Feletig

Ilaria Banchig

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etudi je udobila piesam »Narobe dan« in je odzuna padu mo@an da¡, je biu XXX. Senjam beneœke piesmi, ki je poteku v telovadnici na Liesah v saboto 10. in v nediejo 11. novemberja, zaries liep in son@an vikend za celo Bene@ijo. Saj je pokazu, de je naœ slovenski jezik ¡iu, zelo mlad in lepuo pieje. Biu je velik praznik doma@e kulture. Mladi Bene@ani so dokazali, de so mo@nuo navezani na svoje korenine in de jih znajo zalivati na moderno vi¡o brez nobednega œpota al’ strahu. Piesam, ki jo je publika s svojim glasovanjam uvarstila na parvo mesto, je napisala, zlo¡la in zapiela Beti Strgar s Kambreœkega. Na odru jo je spremljala skupina Bk evolution. »Ries se niesam pri@akovala, de udobim – nam je poviedala –. Tele je ¡e drugi krat, ki se udele¡im beneœkega festivala in moram re@i, de je zaries liepa iskuœnja. Organizatorji so zaries barki«.

Beti je na 28. Sejmu beneœke piesmi, se prave œtier liet od tega, bla druga s piesmijo »Sanje«, ki so se tele krat popunama uresni@ile Na drugo mesto je publika dolo@ila piesam »Sonce in sience«, ki jo je piela skupina Razred Zase, tuo je bend u@encu dvojezi@ne srednje œuole v Œpietre. Besiede in muziko za telo piesam je napisu KloDJ, se pravi u@itelj Davide Klodi@. »Skupina in piesem sta se rodili zelo preprosto – nam je poviedu –. Œe nomalo liet sam imeu idejo, de bi napravli za Sejmu adno piesam v stilu diskomusic. Od nimar mislim, de je trieba uklju@it najmlajœe tako, de bi jih parbli¡ali naœemu festivalu. Lietos nam je uspelo in mislim, de je bla ‘na liepa rie@ predvsiem za tele osam otruok, ki so stopili na oder. Prù sigurno jim bo tele dan ostù v spominu in se bojo morebiti prihodnjega Sejma udele¡ili sami al’ œe vedno u skupini. Na vsako vi¡o bojo od sada naprej intimno povezani na tel praznik doma@e muzike«. Piesam »Sonce an sience« je udobi-

Skupina »Razred zase«, drugo mesto in nagrada mladih

Martina Marmai

Massimiliano Cernoia

Predsednik KD Reåan Gianni Floreancig nagrajuje zmagovalko Beti Strgar

la tudi nagrado sekcije mladih , saj so lietos organizatorji dali mladim (vsiem tistim, ki nieso œe dopunli 30 liet) mo¡nost, de veberejo piesam, ki jim je bla narbuj vœe@. Na tre@jem miestu po okusu publike je bla piesam »Samuo ti«, ki jo je je napisala, zlo¡la in zapiela Ikeia Feletig, zmagovalka festivala lieta 2008. Strokovna komisija je dala nagrado za narlieuœo glasbo Mihu Obitu in Davidu Tomasetigu za »O@ala«. Besedilo tele piesmi je napisu le Miha Obit, piela jo je pa Anja

Ikeia Feletig, treåje mesto

Skupina »Sons of a gun«

Sko@ir s spremljavo skupine EvilKevil. Za narlieuœe besedilo so nagradili »Vsako jutro«, ki ga je napisu Aldo Klodi@. Gost Sejma, ki sta ga napovedovala Emma Golles in Valentino Floreancig, je bla v nediejo popudan skupina Radio Zastava, ki je godla cielo uro in s svojo balkansko muziko navduœila publiko. Nekateri so celuo plesali. V saboto vi@er so pa ponovili 14 piesmi iz vsieh liet Sejma, ki se je rodiu lieta 1971. Pokazali so tudi fotografije iz tistih cajtu.

Aldo Klodiå, najboljæji tekst

V prepuni telovadnici, so bli v nediejo parsotni na@elnik upravne enote Tolmin Zdravko Likar, deputat Carlo Monai, garmiœki œindik Eliana Fabello, podbunieœki œindik Piergiorgio Domenis , sauonjski œindik Germano Cendou, predsednik Sso-ja za vidensko provin@o Giorgio Banchig, ravnateljica dvojezi@nega inœtituta ˘iva Gruden in famoœtar lieœke fare g. Federico Saracino. Garmiœki œindik je pozdravila vse parsotne po slovensko. Zahvalila se je organizatorjem, ki dajo mo¡nost, de bi beneœka kultura œla naprej. Pod@artala je tudi velik pomien, ki ga ima Senjam beneœke piesmi za Nediœke doline in za ohranitev doma@ega slovenskega dialekta. XXX. Senjam beneœke piesmi je parpravlo Kulturno druœtvo Re@an. Par organizaciji je sodelovalo vi@ ku petdeset ljudi. Parpravli so tudi bukvaca s teksti in Cd z vsiemi piesmimi. Tehni@ni mojster je biu Andrej Jussa, glasbeni mentor pa Davide Tomasetig. Za grafi@no opremo je poskarbiela Margherita Trusgnach. Koordinator je biu Aldo Klodi@. Cd in bukvaca XXX. Sejma Beneœke piesmi so na razpolago na sede¡ih slovenskih ustanov bodisi v Œpietru kot v #edadu.

Anja Ækoåir najboljæa glasba

Elena Guglielmotti

Skupina »The Beks«

Skupina »The Preklets«

Skupina »EviL KeviL«

Skupina »Shape«

Fotografije na Sejmu beneœke piesmi je nardiu Oddo Lesizza. Vi@ jih lahko pogledata na naœi spletni strani www.dom.it


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IZ NAŒIH DOLIN

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15. novembra 2012

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L’ASSESSORE SEGANTI ha annunciato nella legge finanziaria per il 2013 tagli che potranno arrivare al 50 per cento KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Grejo h koncu diela za kulturni center

La scure della Regione sul turismo Timori per il consorzio delle Valli �

Preoccupati gli amministratori e gli operatori locali, che puntano sul turismo per un rilancio economico

� R. D.

F Michele Coren in Igor Gabrovec

Grejo pruoti koncu diela za kulturni dom v hramu gorske skupnosti v Œpietru. Pred kratkim je gradbiœ@e (kantier) pogledu tudi de¡elni svetnik, regionalni konsiljer Slovenske skupnosti Igor Gabrovec. Projekt mu je arzluo¡u funkcjonar gorske skupnosti Michele Coren. Kàr so zazidali sede¡ za gorsko skupnost Nediœkih dolin, so napravli tudi velik prestor, kjer bi muoru biti etnografski muzej. Pa tele projekt se nie uresni@u. Ostali so samuo ziduovi in so pomislili, de bi na njega mestu uredili kulturni dom, v katerim bi lahko slovenske organizacije imiele svoje œtevilne prireditve. Velika dvorana bo imiela za ankrat 100 sede¡u, a bo takuo nareta, de bojo prestor za ljudi stisnili al’ arœerili po potriebi. Nucali bojo premi@ne lesene stene. Seviede, bo tudi oder in prestor za rapotije, ki so potriebne za teater, koncerte, posvete in druge prireditve. Stranske stene bojo opremljene, de bojo lahko slu¡ile za fotografske in umetniœke razstave. Tele kulturni dom bo velika pardobiteu, saj se v Œpietru, se pravi v sarcu Nediœkih dolin, potrieba po takim prestoru @uje ¡e puno liet.

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dalla prima pagina

I friulani contro gli sloveni? Come è spiegabile che nei nostri paesi, finché c’era gente, si cantavano i canti popolari che spopolano da Lubiana a Maribor e Villaco? E che oggi i gruppi corali che sono sorti come funghi dopo la pioggia, hanno rivitalizzato, creandone anche di propri, come il Senjam beneœke piesmi testimonia? E che dire ancora dei canti religiosi che si cantano tuttora nelle celebrazioni liturgiche laddove la miopia di alcuni preti di lingua friulana non li ha cancellati vergognosamente?! Ed è stato un padovano, mons. A. Battisti, a chiedere pubblicamente scusa per questi scempi religiosi e culturali. Noi abbiamo una storia liturgica che ci ha sempre mantenuti collegati con la Carniola. Non posso non ricordare l’emozione di un mio amico che, trovandosi a messa nella cattedrale di Lubiana, sentì cantare i canti che si cantavano nella sua chiesa di Cravero. La storia politica non ci ha separati, perché ci ha sempre tenuti collegati il richiamo della comune origine, della lingua, del canto e della fede. Sono le armi vincenti anche oggi e per fortuna le abbiamo. � Marino Qualizza

ine dei sogni per il consorzio di promozione turistica delle Valli del Natisone? I timori sono forti dopo che l’assessore regionale competente, Federica Seganti, ha annunciato che nella prossima legge finanziaria il taglio di risorse al settore turistico potrà arrivare al 50 per cento rispetto alle disponibilità per il corrente anno. «Non saranno tagli lineari – ha affermato l'assessore alle Attività produttive, Federica Seganti –, ci sarà un abbassamento complessivo, ma anche delle scelte da compiere. Cercheremo di distribuire i tagli in maniera da contenere le ripercussioni negative rispetto a progetti già calendarizzati e la conseguente contrazione dell’offerta turistica», ma «saremo costretti a fare i salti mortali per non affievolire il tessuto produttivo regionale, che non può rinunciare all'incoming di turisti, in particolare stranieri». L'ultima parola spetta al Consiglio regionale, ma il campanello d’allarme è già suonato tra i politici e gli operatori che molto puntano sulla costituzione di un consorzio turistico delle Valli del Natisone. Per il progetto la Comunità montana Torre, Natisone e Collio si è fortemente adoperata, organizzando diversi incontri nella prima metà di quest’anno e confrontandosi anche con il Poso@je (Alta valle

dell’Isonzo). Nelle intenzioni, il consorzio dovrebbe essere la struttura operativa che permetterà di mettere le Valli del Natisone in relazione con Cividale e le Valli del Torre, da una parte, e la valle dell'Isonzo dall'altra. Il consorzio Dolce Nord Est, che promuove il turismo nelle Valli del Torre, ha già lanciato l'idea di costituire un Gruppo europeo di collaborazione territoriale (Gect). «I tempi sono maturi. La gente vuole fare qualcosa su scala più vasta rispetto a ciò che è attualmente esistente. Anche per avere il sostegno economico previsto dalle leggi ed erogato solo in presenza di una struttura turistica ad hoc, rispondente ai requisiti richiesti dalla Regione. Altrimenti resteremmo tagliati fuori», diceva lo scorso giugno l’amministratore temporaneo della Comunità montana, Giuseppe Sibau. Ma ora, con i drastici tagli dei finanziamenti regionali al settore turistico, tutto torna in alto mare. Intanto il Consiglio regionale a fine ottobre ha approvato al legge sulla valorizzazione delle strutture alpine del Friuli Venezia Giulia che è stata definitivamente approvata dal Consiglio regionale. «Si tratta di uno strumento importante per la valorizzazione dei sentieri e delle risorse delle nostre montagne», ha commentato l’assessore Seganti. Elementi centrali della nuova normativa sono, ricorda l'asses-

sore, «la messa a sistema degli sforzi sino ad oggi fatti separatamente dalle istituzioni pubbliche e dagli appassionati di escursionismo», ma anche e soprattutto «l'istituzione di un elenco, consultabile gratuitamente sul sito internet della Regione, in cui saranno raccolti e censiti in modo organico sentieri (in Friuli Venezia Giulia ce ne sono per oltre 5.600 chilometri), bivacchi e rifugi». L'elenco è «uno strumento potente per diffondere la conoscenza del patrimonio naturalistico delle nostre montagne e favorire l'escursionismo come forma di turismo sportivo – rileva Seganti – ed inoltre consentirà di garantire l'attrattività e la sicurezza dei sentieri con l'organizzazione programmata delle attività di manutenzio-

UNIONI MONTANE. Ancora da definire il documento nelle Valli del Natisone

Valli del Torre, statuto quasi pronto �

Sarà valorizzata la lingua slovena. Nel voto più peso ai comuni davvero montani

È

praticamente pronto il nuovo statuto dell'Unione montana delle Valli del Torre. Sono già state risolte alcune questioni di importanza fondamentale quali la tutela e il riconoscimento del friulano e dello sloveno, che rappresentano «non solo un elemento identitario, ma soprattutto dei vantaggi competitivi per questo territorio – afferma Cristiano Shaurli, sindaco di Faedis, comune capofila dell'Unione –. Allo statuto, mancano, però, ancora delle rifiniture. L’assemblea dell’Unione montana si è confrontata con la Regione, con l'Uncem e con l'amministratore temporaneo Sibau per stimolare quanto prima anche la stesura del complicato piano di subentro che vedrà coinvolto il personale dell'ex Comunità montana Torre Natisone Collio e i beni immobili che a questa appartenevano». Diventa necessario unire le risorse per riuscire a fornire ai cittadini servizi più efficienti e di maggiore qualità. Quest’Unione montana servirà un bacino di utenza di circa 9 mila persone, ovvero i comuni di Attimis, Faedis, Nimis, Lusevera e Taipana. «Per quanto riguarda il voto ponderale si è deciso che venga stimato per il 50% in base al territorio e per il 50% in base alla popolazione», fa sapere Shaurli. In tal mo-

Cristiano Shaurli

Fabrizio Dorbolò

do avranno il loro peso anche i comuni più disagiati con meno abitanti. All’Unione montana saranno trasferite solamente le competenze previste dalla legge regionale 14/2011 che ha istituito questi nuovi enti, ma che presenta ancora alcuni punti oscuri da chiarire. Oltre a ciò, la Giunta Tondo e la maggioranza che la sostiene non hanno ancora riordinato la legislazione della montagna, né predisposto i piani dei Comuni di vallata, né tanto meno istituito la Conferenza permanente della montagna, come prevede la normativa. Questo non fa che creare ulteriori disagi. Per quanto riguarda lo statuto dell’Unione montana delle Valli del Natisone i lavori non si sono ancora conclusi. «Martedì 13 novembre si è svolto un incontro con gli amministratori comunali di questa zona – ha detto Fabrizio Dorbolò, rappresentante delle opposizioni nell’as-

semblea del nuovo ente sovracomunale –, ma l’approvazione dello statuto è stata rinviata a data da destinarsi». Scottante la questione della lingua che vede due schieramenti: chi opterebbe per la denominiazione dell’ente in italiano e dialetto «natisoniano» e chi sarebbe a favore, invece, della denominazione in italiano e lingua slovena standard. Recentemente i presidenti provinciali delle organizzazioni slovene Sso e Skgz, Giorgio Banchig e Luigia Negro, hanno avuto un colloquio con il sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni, a proposito dello statuto (già definito) dell'Unione montana Canal del Ferro Valcanale. Carlantoni ha ribadito che la denominazione in sloveno sarà adottata qualora sia possibile anche in tedesco e in friulano, considerata la struttura linguistica dell'area. � I. B.

ne e di segnalazione dei tracciati, ma anche di avviare attività promozionali in riferimento ad opportunità di tipo transfrontaliero e di proteggere il paesaggio». «La programmazione degli interventi ed il coordinamento delle istituzioni pubbliche e private che si occupano di sentieristica alpina permetterà di ottimizzare l'uso delle risorse pubbliche», ha osservato infine l'assessore, sottolineando che non meno significativa sarà la protezione della consistenza dei paesaggi che caratterizzano il territorio, «perché porre l'attenzione sui panorami, riconoscere ed attribuire valore agli elementi naturali, storici, culturali che ne determinano l'identità, non può che accrescere in tutti noi il rispetto e il senso di appartenenza».

Le Unioni montane? Il Pd: un pasticcio

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erdura la situazione di stallo del progetto di riforma dei territori montani per cui i consiglieri regionali del Pd Sandro Della Mea, Enzo Marsilio e Franco Iacop hanno incontrato gli amministratori locali di queste aree per condividere le loro preoccupazioni in merito alla necessità di risolvere le difficoltà relative alla legge regionale 14/2011 che rallentano l'istituzione delle Unioni montane ma, soprattutto, per concordare il modo di rimediare a una situazione che, di giorno in giorno, si fa sempre più drammatica. I vari interventi hanno evidenziato l'impossibilità di tollerare ulteriormente le responsabilità di chi, di fatto, ha paralizzato per l'intera durata del suo mandato l'attività amministrativa dei comprensori montani, bloccandone i progetti di sviluppo e continua a giustificare l'attuale paralisi chiamando in causa il passaggio di consegne delle deleghe in Regione. Alla fine del 2012 si brancola nel buio a causa della troppa confusione che regna in materia di competenze e funzioni, che impedisce di approvare gli statuti dei nuovi enti, e delle tante inadempienze dell'Amministrazione regionale. Si tratta di un vero pasticcio, come da tempo sostenuto dal Gruppo consiliare del Pd, e purtroppo più passa il tempo e più aumenta la confusione, tanto che nessuno è in grado di capire se il progetto di riforma voluto sia una brutta copia delle vecchie Comunità montane o preveda l'istituzione di un grande Comune.


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POGOVOR Z OBRAMBNIM MINISTROM Republike Slovenije, ki se je 31. oktobra v #edadu in Reziji poklonil padlim

Minister Aleœ Hojs: »Sodelovanje vojakov Italije in Slovenije je odli@no« �

»Ve@ kot œestdeset let po drugi svetovni vojni je dovolj dolg @as, da lahko nekatere stvari oprostimo«

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letih na obeh straneh ka¡e kot izjemno uspeœno.« Prvi@ je obrambni minister Republike Slovenije v #edadu in ob spremstvu slovenskih vojakov. Tudi to je znamenje novih @asov, kajne? »Vesel sem, da smo uspeli z naœo @astno gardo ustrezno po@astiti ta pomnik. Mislim, da je prav, da se zavemo tako na eni kot na drugi strani, da prisotnost vojakov ne pomeni gro¡nje, ampak lepo tradicijo in spoœtovanje do tistih, ki so v vojni padli.« Do nedavnega je tukaj potekala takozvana ¡elezna zavesa, zdaj pa vojski Italije in Slovenije tesno sodelujeta. »Pred tremi tedni sem v Rimu na sre@anju z italijanskim ministrom Di Paolo razpravil o tem odli@nem sodelovanju. Slovenska vojska prakti@no prav na vseh mednarodnih operacijah sodeluje z italijanskimi vojaki, tako na Kosovu kot v Afganistanu in prav to medsebojno dobro sodelovanje se izkazuje tudi na tujih ozemljih, torej tam, kjer so tako naœi kot italijanski vojaki bolj ogro¡eni.« V Vidnu je tudi brigada, ki je sestavljena iz Slovenskih, Italijanskih in Mad¡arskih

Slovenska vojska prav na vseh mednarodnih operacijah sodeluje z italijanskimi vojaki. V Vidnu je tudi italijansko-slovensko -mad¡arska brigada

Minister Aleæ Hojs v Åedadu pri spomeniku padlim partizanom vojakov. »To je ena od tistih stvari, o kateri obrambni ministri Evropske unije veliko razpravljamo. Gre za mednarodne bojne enote, za tako imenovan “pooling and sharing”. Z ni¡jimi izdatki, ki jih dr¡ave namenjajo za obrambne prora@une, je potrebno uspostavljati enote oz. opremo, ki bo kos v eventuelnih nevarnostih, v eventuelnih agresijah in prav ta mednarodna enota med Italijani,

Slovenci in Mad¡ari je eden od takih lepih primerov, ki ga de facto na terenu samem udejanjamo.« A je res, da vojaki dandanes delajo za mir? »Tako je. Sicer mislim, da se je preve@krat vojake zlorabljalo za agresijo. Tudi danes, @e pogledate svetovna ¡ariœ@a, akcije oz. misije, ki jih podpira Organizacija zdru¡enih narodov, prakti@no vse demokrati@ne de¡ele vojake tja napotujejo zato, da zagotavljajo mir, ne zato, da bi se vojskovali.« Ni protislovje, da vojaœki minister poziva na mir in da je treba vzgojiti nove generacije v tem novem evropskem duhu? »Ni protislovje, predvsem pa verjamem, da kljub temu, da se vojaki usposabljajo, se urijo in posredujejo v ¡ariœ@ih sveta, delajo za mir. Mi ombrambni ministri vemo, da vodimo vojaœke resorje, ki pa ne delujejo samo v vojni, ampak pomagajo vsem prebivalcem v drugih nesre@ah in pozivamo k miru.«

Poklon ljudem, ki so skarbieli za slovenski jezik in kulturo

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tudi pevska zbora ˘aga in Golobar iz Bovca. Obie delegaciji sta obiskale grobuove mons. Paskvala Gujona v Landarju, Pavla Petri@i@a in Antona Birti@a v Œpietru ter Izidorja Predana na Liesah. Parva delegacija je bla par Œtuoblanku na grobu gaspuoda Marja Lauren@i@a in na monumentu, v Gorenjin Tarbiju, par Sv. Pavlu par #erneti@ih, na Tar@munu na grobu mons. Ivana Trinka in v Matajurju. Druga delegacija je bla v Tapoluovin, v Podutani, v Obuor@i, v #anieboli pred vaœkin spomenikam in pred grobam Ada Conta, v Fuojdi pred monumentan padlim, v Osojanah in na Ravenci na grobu Artura Siege. Ob 12. uri sta obe delegaciji v #edadu po@astili spomenik odporniœtvu (resistenzi). Tle je biu parsotan in je spreguriu tudi slovenski obrambni minister Aleœ Hojs.

Za Vahti so se britofi in cierkva napunili

Il «pane dei morti» è tradizione viva

ZA VAHTI SO SLOVENSKE DELEGACIJE obiskale grobuove in spomenike v Nediœkih dolinah, Terskih dolinah in Reziji

a Vahti se je Svet slovenskih organizacij (SSO) za vidensko provinco oddou¡iu spominu zaslu¡nim ljudem, ki so puno skarbieli in dielali tudi v te¡kih cajtah, de bi obvarvali slovenski jezik in kulturo v Bene@iji, Reziji in Kanalski dolini. Delegacija, ki jo je vodu provincialni predsednik Giorgio Banchig, je za poklon zbrala simoboli@an kraj, saj je v sriedo 31. otuberja polo¡la ro¡e in zmolila pred spomenikam slovenskim duhovnikam pred cierkvijo Device Marije v Dreki. V delegaciji je biu tudi dreœki vi@eœindik Michele Coren. Le v sriedo 31. otuberja, ku vsako lieto sta dvie delegaciji predstavniku Republike Slovenije polo¡li vence na grobove in monumente padlim partizanam in zaslu¡nim Bene@anam. Z dviema delegacijama sta bla

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Kratke Brevi brevi kratke

� � V @etartak 1. in petak 2. novemberja so se za Vahti vasi v Bene@iji spet napunile. Ljudje so parœli v doma@e kraje in œli v britofe, de bi zmolili, par¡agali sve@o in nesli ro¡e na grobuove naœih dragih, ki jih nie vi@ med nami. V nediejo 4. novemberja je bla 94. oblietnica konca parve svetovne vojske, ki je te¡kuo okarvaviela naœe doline. V vsieh kamunah so predpudnem po@astili doma@e puobe in mo¡e, ki so padli skor 100 liet odtuod. ˘e v saboto 21. otuberja so œindaki in druge oblasti iz #edada in Nediœkih dolin œli v Kobarid, de bi se poklonili naœin sudadam, ki so padli v parvi svetovni vojski in po@ivajo v kostnici par svetim Antonu. Tudi lietos se je pred Vahti v nekaterih vaseh ponovila navada iti od hiœe do hiœe molit za te rance in hliebce pobierat. Zgodilo se je v lieœki, v srienski in podutanski fari (vas Jesi@je in druge).

� Ezio Gosgnach

e smemo pozabiti na grozoto vojn, da lahko nadaljujemo z odlo@nimi koraki na poti miru, sodelovanja in prijateljstva med Italijo in Slovenijo pod skupno evropsko streho. To je sporo@ilo slovesnosti, ki je potekala v sredo 31. oktobra v #edau pred spomenikom padlim v protifasti@nem odporu. Slavnostni govornik je bil minister za obrambo Republike Slovenije Aleœ Hojs. Poudaril je, da #edad ni samo @udovito histori@no mesto ter sti@iœ@e furlanske ni¡ine in alpskega sveta, temve@ je bilo v svoji zgodovini tudi sti@iœ@e dveh strani, ki sta si neko@ bili nasprotnici, vendar je danes to prese¡eno. Minister je dejal, da se je zgodovina z evropskimi narodi grdo poigrala, pa tudi odlo@itve posameznikov so pripeljale k temu, da so evropski narodi trpeli, da smo izgubili dragocena leta in ¡ivljenjske sposobnosti ter da so nedol¡ni ljudje izgubljali ¡ivljenje. »Mnogi so za novo Evropo dali svoje ¡ivljenje in izgubili svojo prihodnost za to, da danes lahko ¡ivimo v miru, svobodi in demokraciji,« je œe dodal minister. Poudaril je, da je ta spomin tudi velik opomin, predvsem pa zaveza sedanji generaciji, da vzgoji mlade ljudi, da bodo znali ¡iveti v miru in svobodi ter v skupni Evropi brez meja. ˘upan ob@ine #edad Stefano Balloch se je ministru zahvalil za obisk in po@astitev dogodka. Zbrane je na slovesnosti nagovoril tudi predstavnik Zdru¡enja ANPI – Vsedr¡avnega zdru¡enja partizanov Italije. Popoldne je bila slovesnost v Reziji. Ministra smo zaprosili za pogovor. Kako ste odlo@ili, da ob tej prilo¡nosti obiœ@ete prav Bene@ijo? »˘e tradicija je, da vlada Republike Slovenije obele¡uje ob dnevu mrtvih tudi spomin na padle v videnski pokrajini. Tokrat smo se odlo@ili, da Bene@ijo obiœ@em jaz kot obrambni minister.« V vaœem govoru ste poudarili potrebo, da pozabimo vse nesporazume, ki so se izrazili v tem prostoru v preteklosti. »Ve@ kot œestdeset let po drugi svetovni vojni je dovolj dolg @as, da lahko nekatere stvari oprostimo. Pozabiti jih ne smemo zaradi prihodnje generacije, pa mislim, da ta je @as, da za@nemo z nekim bolj plodnim prijateljskim sodelovanjem. To se v zadnjih

KRATKE - BREVI - KRATKE

Un'usanza di immemorabili origini si ripete in alcune frazioni di San Leonardo, Stregna e Grimacco. Già secoli addietro, nella notte di tutti i Santi un gruppo di fedeli si recava nelle case dei propri paesani a pregare per i defunti, ricevendo in cambio del pane che avrebbe sostentato loro per l'intero mese di novembre. Questo iter spirituale era effettuato anche dai bambini nelle ore di luce, dato che quel giorno sarebbero stati liberi dagli impegni scolastici. Per non far decadere questa importante tradizione, quest'anno alcuni abitanti di Clodig e Liessa assieme ad altre persone originarie di tali zone sono passati di casa in casa nella notte del primo novembre e si sono uniti ai familiari nel ricordo di chi non c'è più. Oltre a ricevere strucchi, gubane e altri dolciumi, che nel tempo si sono sostituiti al classico «pane dei morti», i fedeli hanno anche raccolto dei fondi da destinare all'adozione a distanza di due bambini di Pawaga (Tanzania) e alla messa per le persone defunte che hanno contribuito al mantenimento di questa usanza. (Lorenzo Paussa)

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Zmisnili so se po¡iga vasi Kuosta V nediejo 11. novemberja so se v Kuosti, ki je majhana vasica v œpietarskim kamunu a v sauonski dolini, zmisnili 59 liet, odkar so niemœki nacisti kupe z italijanskimi kolaboracionisti za¡gali vas. Bluo je 9. novemberja lieta 1943. Umarli so trije ljudje: Giuseppe Turco, ki je imeu 81 liet, mladi Mario Cernoia, ki je imeu 22 liet, in œtudent Giuseppe Cernoia, ki je imeu 16 liet. Vsake lieto se zmisnijo telih martvih in vsieh vasnjanu, ki so umarli al' tarpieli v vojski. Sveto maœo je darovau doma@i famoœtar g. Bo¡o Zuanella.

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Delegacija SSO je poloœla roœe na spomenik duhovnikam v Dreki


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Ricordati gli orrori di tutte le guerre ma Dio e il prossimo con tutto te A stesso. È l’appello lanciato, domenica 4 novembre, a Subit di Atti-

mis, da mons. Pasquale Pressacco, che ha presieduto la messa nella chiesa di Sant’Anna in suffragio di quanti sono deceduti a causa degli orrori delle guerre. «Dobbiamo fare il possibile per amare anche il nemico, e non solo – ha detto durante l’omelia –. Non è facile amare chi ci odia, ma è necessario per consentire alle nuove generazioni, a chi verrà dopo di noi, di vivere in un mondo migliore». Hanno preso parte alla messa e all’omaggio al monumento ai caduti, anche il sindaco di Attimis, Sandro Rocco, il consigliere provinciale Sandro Bassi, il consigliere regionale Paride Cargnelutti, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma. Ad animare il rito cristiano il gruppo vocale maschile di Chialminis di Nimis «Sant’Elena Imperatrice». Bruno Del Bianco della Pro loco Subit ha ricordato i tristi eventi legati ai due conflitti mondiali che «hanno lasciato un segno profondo, con lutti, paure, disagi indicibili nella popolazione di questo paese e di tutta la zona del Friuli Orientale». La comunità ha ancora vivo il ricordo dell’esplosione, ad opera dei tedeschi, della chiesa, che causò la morte di diverse persone. (p. t.)

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NON CONOSCE CRISI L’AZIENDA artigiana che produce mobili di qualità. Dà lavoro ai tre titolari e ad altre tre persone

Imprenditori in montagna? Si può! L’esempio della «De Bellis» a Subit

Giuseppe De Bellis: «Operare qui è comodo»

Paola Treppo

S

i chiama «De Bellis Legno e Arredamento» la realtà artigiana attiva a Subit di Attimis. È l’esempio di come, in montagna, si possa operare con successo sul fronte imprenditoria. L’azienda è stata fondata negli anni Ottanta da tre fratelli, Giuseppe, Dino e Ivo, eredi di una tradizione familiare già legata al legno: è stato il padre, infatti, a trasmettere loro la passione per la lavorazione di questa importante materia prima che i tre De Bellis, poi, hanno portato a livelli di vera eccellenza. Con la speranza che uno dei nipoti, adesso studente di architettura, possa ulteriormente elevare la qualità del prodotto «made in Subit». Un tempo popolato da più di 750 persone, con due bar-punto vendita alimentari, una bella chiesa poi bombardata dai tedeschi e ricostruita in pietra a vista, il borgo oggi conta una settantina di residenti. Non ci sono più esercizi commerciali o locali di accoglienza anche se il Comune si sta sforzando, da anni, di far decollare il progetto

Pogled na Subid in (zgoraj desno) mizarsko podietje »De Bellis«

dell’albergo diffuso. I punti di riferimento del paese sono la chiesa di Sant’Anna, patrona, e la sede della Pro loco Subit, molto attiva grazie alla presenza di un folto gruppo di volontari coordinati dall’instancabile Bruno Del Bianco, originario di San Giorgio di Nogaro, ma fortemente legato alla frazione, conosciuta dopo aver sposato la moglie, del posto. È in questo contesto che lavora con successo, nel silenzio che contraddistingue l’imprenditore cui non serve pubblicità, la «De Bellis Legno e Arredamento». È una realtà che non conosce crisi, nonostante il periodo economico non sia dei migliori, in particolare per il comparto in cui opera l’azienda. «Costruire, qui, nel luogo dove siamo

nati, il nostro capannone, è stata una scelta – spiega Giuseppe De Bellis, 54 anni –. Al tempo il Comune ci aveva quasi imposto di avviare il polo produttivo nella zona industriale nascente del capoluogo, ma abbiamo rifiutato, minacciando di uscire da Attimis, se necessario». Oltre alla passione per il legno, il padre dei tre artigiani, infatti, ha trasmesso loro anche l’amore per la propria terra. «Da allora le cose sono sempre andate più che bene – spiega Giuseppe: lavoriamo perlopiù per privati, anche attraverso il contatto con studi di architettura. È il passaparola tra clienti che ci ha fatto conoscere». La «De Bellis Legno e Arredamento» realizza mobilio su misura di alta qualità, pezzi unici, per case di Cortina, Trieste e

altre importanti località, molte fuori Friuli. Mantenendo la sede a Subit. Le commesse non sono da poco: arrivano, per una sola unità abitativa da arredare, anche a 150 mila euro. Problemi? «Direi di no – risponde Giusppe De Bellis –. Forse il dispiacere nel dover rinunciare, a volte, a qualche commessa importante per questione di tempi di consegna. Siamo una realtà artigiana composta da 3 fratelli, che opera col supporto di 3 collaboratori, tutti della nostra montagna, tra cui uno residente a Porzûs. Dispiace anche che i giovani, che cerchiamo di formare nel settore della falegnameria di alta qualità, a un certo punto scelgano di andare a lavorare più a valle, perché più vicini ad altri servizi. In realtà operare a Subit è comodo: non ci sentiamo decentrati né isolati. La strada di accesso alla frazione è in ottime condizioni e, spesso, i clienti per cui realizziamo gli arredamenti non sanno neanche dove si trovi la nostra sede. Non serve: l’importante è che il prodotto sia gradito e ricercato».


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LIETOŒNJA TURISTI#NA SEZONA je bla uspeœna, saj je jamo obiskalo vi@ ku 3000 ljudi, se pravi 30 par stuo vi@ ku lani

Landarska jama bo zaparta do obrila Napravili bojo diela za 200.000 evru �

V nji so posneli oddajo »A sua immagine«, ki je bla na »Rai Uno« v saboto 3. novemberja

Dom prejel Murkovo listino za leto 2012

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� R. D.

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andarska jama bo zaparta do obrila prihodnjega lieta. Do tekrat bojo v nji napravli potriebne diela, za katere bojo œpindali 200 tav¡int evru, ki sta jih dala de¡ela Furlanija Julijska krajina, Podbunieœki kamun in fundacija Crup. »Lietoœnja sezona je bla zaries dobra, saj je Landarsko jamo obiskalo vi@ ku 3000 ljudi, kar je 30 par stuo vi@ ku lani,« pravi podbunieœki œindik Piergiorgio Domenis. V saboto 3. novemberja je bla Landarska jama na narbuj gledanim televizijskim

programu v Italiji, se pravi Rai Uno. Poznano versko oddajo A sua immagine, so posneli v jami. Vodu jo jo p. Ermes Ronchi iz Milana, ki pa je rojen v Ahtnu. Televizijska oddaja je bla seviede nova parlo¡nost tudi za turisti@no promocijo Landarske jame samuo ‘an miesac po oddaji Sereno veriabile na Rai Due, ki je zbudila veliko zanimanje za Bene@ijo.

ponedeljek 12. oktobra, v Tolminu, je Slovensko etnoloœko druœtvo priredilo slovesnost ob podelitvi Murkovih nagrad, Murkovih priznanj in Murkovih listin. Med nagrajenci je bil tudi naœ kulturno versi list Dom, ki je prejel Murkovo listino za leto 2012, in sicer »za kontinuirane publicisti@ne dejavnosti, ve@letna prizadevanja in populariziranje etnoloœkega znanja«. V obrazlo¡itvi so bile omenjene etnoloœke raziskave in @lanki o doma@i kulturi in obi@ajih, ki so jih v Domu objavili Luciano Chiabudini- Ponediœ@ak, Bo¡o Zuanella, Adriano Qualizza-Bar@anj in Giorgio Banchig. Slednji je tudi konkretno prejel priznanje. S podobno obrazlo¡itvijo je bila tudi tedniku Novemu Matajurju podeljena Murkova listina. Naj povemo œe, da isto priznanje sta prejela tudi druœtvo Stol in dru¡ina Mazora iz Breginja, ki delata za ohranjanje in vrednotenje doma@ih obi@ajev in materialne kulture.

V #EDADU JE DO 2. DECEMBRA v cerkvi Santa Maria dei Battuti na ogled zanimiva razstava »Odprta obzorja«

Umetnost dvajstega stoletja med Italijo in Slovenijo

V

petek 9. novembera je bila v cerkvi Santa Maria dei Battuti v #edadu otvoritev likovne razstave, ki nosi naslov Odprta obzorja: umetnost 20. stoletja med Italijo in Slovenijo. »Je ¡e tradicija, da kulturno druœtvo Ivan Trinko organizira v tem obdobju leta razstavo v tej cerkvi«, je povedal na otvoritvi predsednik kulturnega druœtva, Miha Obit. »To je kamen@ek, ki ga izpostavimo, da bi bila slovenska in beneœka umetnost znana tudi italijanskemu ob@instvu«. To plodno sodelovanje s kulturnim druœtvom, je pod@rtal Miha Obit, je lahko koristno tudi za ob@ino #edad, ker privla@ejo razstave v mesto veliko ljudi. #edajski ¡upan Stefano Balloch je poudaril, da so te razstave seveda prilo¡nost rasti za teritorij, ker nudijo mo¡nost tudi naœim doma@im umetnikom, da predstavijo njihova dela in dajo mo¡nost ob@instvu, da izpoznava umetniœko bogastvo tega teritorija. V tej razstavi so na ogled na primer dela umetnikov Paola Petriciga in Hija@inta Jusse. Odprta obzorja se sklicuje na obœirnejœo razstavo, ki je bila na ogled v dvorani Salone degli Incanti v Trstu spomladi.

Otvoritev razstave v Åedadu Kurator razstave je Joœko Vetrih, ki je razlo¡il, da kljub o¡jemu izboru del ponuja ta razstava celosten vpogled v ¡ivahno in bogato umetniœko ustvarjanje na tem obmo@ju v prejœnjem stoletju. »Gre za dela slovenskih umetnikov, ki so ustvarjali med Gorico in Trstom v skupnem geopoliti@nem prostoru, to se pravi v tako imenovanem Avstrijskem primorju v @asu habsburœke monarhije in ki po koncu druge svetovne vojne je bil razdeljen med

Italijo in Slovenijo – je povedal Vetrih –. Dela, ki so tukaj predstavljena, izhajajo iz obmejnega teritorija, ki je bil v tem obdobju srediœ@e pomembnih zgodovinskih dogajanj , ki so preoblikovala sestavo tega obmo@ja.« Razstava se za@ne z deli umetnikov, ki so ustvarjali predvsem v prvi polovici 20. stoletja v duhu romanti@nega realizma XIX. stoletja in modernega impresionizma. V tej skupini lahko omenimo Avgusta

Bucika, Cvetka Œ@uko, Avgusta Œantela, Silvestra Godino in Alberta Sirka. Sledijo umetniki, ki so ustvarjali pod vplivom œtevilnih evropskih gibanj v @asu med dvema vojnama (np. Veno Pilon, Luigi Spazzapan, Milko Bambi@, Avgust #ernigoj, Lojze Spacal, Ivan #argo, itd). Razstava se zaklju@i z deli Paola Petriciga in Hijacinte Jussa, ki sta se oblikovala v drugi polovici XX. stoletja. Za boljœe razumevanje razstave dela so urejena po kronoloœkem zaporedju in razdeljena po avtorjih. Razveselila sta otvoritev mlada harmonikarja Glasbene Matice Mitja Tul in Riccardo Crucil. Razstava, ki jo organizirata kulturno druœtvo Ivan Trinko in ob@ina #edad, v sodelovanju s SKGZ, KB 1909, ZSKD, Inœtitutom za slovensko kulturo in Bene-œko galerijo, bo odprta do 2. decembra od torka do petka od 10.30 od 12.30 in od 16.00 do 18.00. V soboto in nedeljo pa od 10.00 do 18.00. Vstop je prost in se lahko organizirajo tudi vodene oglede. Za vse potrebne informacije lahko pokli@ete Kulturno druœtvo Ivan Trinko na 0432 731386, ali pa piœete na elektronski naslov kdivantrinko@libero.it.

IL COMUNE DI PULFERO verificherà il modo in cui la Regione ha stilato le graduatorie per il fondo alla viabilità montana

Strada Loch-Mersino. Domenis vuol vederci chiaro

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l sindaco di Pulfero, Piergiorgio Domenis, ha chiesto l’accesso agli atti della delibera di giunta regionale numero 1881 del 25 ottobre 2012 per conoscere la valutazione per l’attribuzione dei punteggi in merito alla domanda presentata dai comuni ricadenti in area montana del Friuli Venezia Giulia (che abbiano avviato la procedura di Unione) sul fondo stabilito dalla legge regionale 25 del luglio scorso. La legge regionale 25 prevede la concessione di contributi da impiegare sul territorio comunale inerenti miglioramento della viabilità, delle infrastrutture comunali, di ristrutturazione e manutenzione, restauro e risanamento conservativo di immobili di proprietà comunale.

«Anche il Comune di Pulfero – spiega il primo cittadino – ha presentato un progetto per il miglioramento del tratto di sei km di strada che collegano, dalla statale, la località di Loch all’abitato di Mersino. Una via strategica che va messa in sicurezza. Il progetto, come richiesto, è stato presentato in forma esecutiva e ci è costato circa 8 mila euro». «Sono state stilate due classifiche in due date diverse: la prima assegnava al Comune di Pulfero 2 punti la seconda 6, ma chi nella prima aveva 2 punti poi nella seconda si è trovata con 10 o più. Sembra, insomma, che siano stati fatti prima i progetti e poi i regolamenti per l’assegnazione dei punteggi. Molto strani anche i tempi: sono state fatte due delibere, una il 25

ottobre 2012 e l’altra il 30 ottobre 2012, e in quest’ultima venivano modificate le graduatorie. Per questo è stata fatta una richiesta di accesso agli atti e non escludo di impugnare la delibera stessa. E c’è da

dire anche che i gruppi di opposizione forse non hanno dedicato sufficiente attenzione a questo argomento, importantissimo invece per i piccoli comuni». Domenis precisa di rispettare i piani presentati da tutti i comuni ma vuole vederci chiaro e capire quali siano stati i criteri di attribuzione dei punteggi e perché siano state approvate, a così breve distanza, due delibere. «Presentare un progetto esecutivo, per un ente piccolo come il nostro, rappresenta una spesa importante. Sappiamo che dei 7 milioni di euro che saranno stanziati per i municipi montani in base a questa legge, solo metà o i 2/3 rientreranno per piani sotto i 200mila euro: chiedo per questo chiarezza e trasparenza».

KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Pahor in Türk za predsednika � � Slovenija bo izbrala predsednika Republike za naslednjih pet let v drugem krogu volitev, ki bo v nedeljo 2. de@embra. Pomerila se bota Borut Pahor in Danilo Türk. V prvem krogu, ki je potekal 11. novemberja, je priœlo do presene@enja, saj se je nekdanji premier uvrstil na prvo mesto in je bil sedanji predsednik œele drugi. Po œe neuradnih izidih je za Pahorja glasovalo 39,98 odstotka volilcev in za Türka 35,86 odstotka volivcev. Milan Zver je zasedel tretje mesto. Prejel je 24,16 odstotka glasov. Volilna udele¡ba je bila 47,8-odstotna, kar je precejœen padec od leta 1997, ko se je predsedniœkih volitev udele¡ilo 68,29 odstotka volivcev. Leta 2007 je bila udele¡ba kar 72,07-odstotna

Svet za Slovence v zamejstvu � � Predsednik slovenske vlade Janez Janœa je imenuovau nou Svet vlade Republike Slovenije za Slovence v zamejstvu, se pravi konsej, v katerim so Slovenci iz Italije, Avstrije, Uogarske in Hravaœke. Iz vrst Slovencev v Italiji so bili potrjeni Drago Œtoka in Rudi Pavœi@ (predsednika krovnih manjœinskih organizacij SSO in SKGZ) ter de¡elni tajnik stranke Slovenske skupnosti (SSk) Damijan Terpin. Novo ime v komisiji je Bene@an Miha Koren, pod¡upan dreœkega kamuna. V svetu predstavlja Slovenski svetovni kongres. Novo stestavo sveta je z zadovoljstvam pozdravu tudi izvrœni odbor Sveta slovenskih organizacij (SSO), ki se je sestal na svojem @edajskem sede¡u v sriedo 7. novemberja.

In memoria di Primo Medves La comunità di Pulfero è rimasta scossa per la scomparsa di Primo Medves, persona ben conosciuta anche se per un certo periodo è vissuto in un altro comune del Cividalese. Da non molto, dopo l’insorgere di un grave malattia, si era ritirato nel nella natia Mersino. Per motivi professionali ha intrattenuto rapporti frequentissimi con buona parte della popolazione locale ma, soprattutto, era noto per aver fatto parte per lunghi anni, assieme al padre Pietro anche lui scomparso di recente, del Coro «Nediœki puobi» che ha sua base a Cicigolis e porta avanti attraverso il canto i valori e le tradizioni locali . Il sindaco di Pulfero Piergiorgio Domenis ricorda anche la lunga militanza politica di Primo Medves che, pur collocandosi in uno schieramento contrapposto, riusciva sempre a mantenere un atteggiamento rispettoso delle persone e delle idee altrui, anzi, spesso si è rivelato un prezioso consulente. «Penso che la maturità ed il fatto di aver visto un poco di mondo – osserva Domenis – ha portato entrambi alla convinzione che, invece di fare battaglie contro la gente, è di gran lunga più utile unire le energie a favore della gente. Perfettamente conscio del fatto che elevare confini sia dannoso e che se alcuni per motivi storici sono naturalmente caduti, altri persistono e continuano a produrre oggi come in passato i loro effetti negativi. Le battaglie devono essere condotte quindi a favore dei giovani, Primo ha combattuto la sua con estrema dignità, purtroppo l’ha persa. Resta questa testimonianza di vita che raccogliamo, sia pure con amarezza, ma con altrettanto orgoglio».

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TERSKE DOLINE

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15. novembra 2012

dom

IL COMUNE SI È ATTIVATO per recuperare i terreni utilizzati da una fallita attività agricola dedicata alle fragole KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Generosità di Subit per il Burkina Faso

Iniziata a Vedronza la bonifica di una vasta area molto degradata �

All’opera i volontari delle squadre della Protezione civile di Lusevera e di Azzano Decimo

� Paola Treppo

È

La comunità di Subit di Attimis si è dimostrata ancora una volta generosa: i residenti del borgo, infatti, insieme al comitato parrocchiale e don Roberto Borlin, hanno raccolto dei fondi per aiutare gli abitanti di un villaggio del Burkina Faso. Con le offerte, tramite l’associazione «Oasis Italia Onlus» di Udine, sono state acquistate 2 carrozzine per 2 donne disabili che abitano a 40 km da Koudougou, a Kone. Col resto della donazione sono stati comprati 87 barattoli di latte, in parte consegnati a 25 mamme i cui figli hanno bisogno di tale aiuto. Ogni settimana, il sabato mattina, il latte viene distribuito e serve per sostenere l’alimentazione di tutti i piccoli per circa 21 giorni.

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Lavori sulla strada Platischis/Prossenicco Condizioni meteo permettendo, saranno eseguiti prima dell’arrivo dei mesi più freddi dell’anno i lavori di messa in sicurezza del tratto stradale che parte da Platischis e arriva fino a Prossenicco passando per Ponte Vittorio. Le opere non riguardano la carreggiata, ma le barriere a difesa dei veicoli che transito su questo asse montano al limitare col confine sloveno. Di recente, infatti, la giunta ha approvato il progetto esecutivo dei lavori di ripristino e sostituzione dei guardrail. Gli interventi avranno un costo di circa 20mila euro. Si attende, sempre per questa zona, pure l’arrivo di fondi per la messa in sicurezza della frana e per ripristinare la viabilità alternativa più in alta quota. � �

Cornappo, il Comune rifarà la piazza

Cornappo avrà presto una nuova piazza. Il Comune, infatti, ha avviato tutte le pratiche per affidare i lavori di sistemazione del cuore della località, dominato dalla chiesa. L’intervento prevede l’abbassamento del piano stradale, la realizzazione di marciapiedi in porfido, alcune opere minori relative alla costruzione di muri di contenimento, il rifacimento della rete di canalizzazione per la captazione delle acque meteoriche, la posa di cordonate e, infine, l’asfaltatura. Per eseguire i lavori la disponibilità economica è di circa 80mila euro. In paese, di recente, alcuni interventi di miglioria sono stati già eseguiti da un privato per il muro di contenimento adiacente la piccola ancora della Madonna. ��

cominciata, a Vedronza di Lusevera, la bonifica del vasto appezzamento su cui, circa otto anni fa, due imprenditrici friulane avevano avviato un’azienda agricola per la coltivazione delle fragole in serra, quindi da far crescere e vendere su tutto l’arco dell’anno. Il progetto, salutato allora come innovativo e di rilancio dell’agricoltura nella vallata, era stato supportato finanziariamente da Torre Leader. Decollata con buone prospettive di successo, l’iniziativa è poi purtroppo naufragata, rimanendo impigliata anche tra le maglie di un’indagine avviata dalla magistratura. Così, dopo un paio d’anni, l’azienda ha smesso di operare. Allo stop dell’attività è seguito l’abbandono degli appezzamenti e il territorio interessato dal progetto, a poca distanza dal torrente Torre, è precipitato in stato di pericoloso degrado. Se la parte superiore delle serre, infatti, è stata asportata e portata altrove, non sono stati rimossi i capillari sistemi di

irrigazione, i teli neri usati per la coltivazione delle fragole e i basamenti in cemento realizzati per sostenere le arcate in metallo delle serre. Oggi, grazie a un’opera di volontariato che ha unito gli uomini e le donne dei gruppi municipali di Protezione civile di Lusevera e di Azzano Decimo, il Comune è riuscito a bonificare l’area di sua competenza: si tratta di oltre mille metri quadrati di terreno che, al tempo, erano stati concessi dall’ente locale alle due imprenditrici per il loro progetto. Circa 30 persone, 15 delle quali coordinate da Fabrizio Pin della Protezione civile di Azzano, e 15 guidate dall’assessore comunale di Lusevera, Stefano Sgrazzutti, hanno lavorato per un’intera giornata per rimuovere teli neri e canalette di irrigazione. Tutto il materiale, molto sporco e difficilmente recuperabile tramite il sistema della raccolta differenziata, è stato caricato su un camion-container. Il costo dello smaltimento sarà comunicato a breve al municipio, ma si presume ammonti a di-

PREOCCUPAZIONE per la situazione degli argini del fiume

Dopo il maltempo il Torre fa più paura

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l maltempo che ha caratterizzato le giornate del 4 e del 5 novembre ha causato danni anche in Alta Val Torre. A eseguire un primo sopralluogo, di propria iniziativa, è stato l’assessore all’ambiente e protezione civile, Stefano Sgrazzutti che si è recato nei pressi del torrente Torre, tra il ponte in legno di Pradielis e quello in cemento che, da nord, conduce alla frazione di Vedronza. «Si tratta di un punto critico – spiega l’amministratore –, già in passato oggetto di cedimenti. Adesso, con una nuova ondata di cattivo tempo, la situazione, in loco, pare essersi aggravata, anche se sarà necessario eseguire un controllo più accurato, unitamente a tecnici ed esperti della Protezione civile regionale, per capire cosa è successo». Da quanto si può vedere, ora, a occhio nudo, alcune parti di argine sono state erose dalle ondate di piena del torrente che, comunque, non è tracimato. «I punti sono gli stessi che avevano ceduto nel 2008, in occasione della grande alluvione. Al tempo fu stilata una scaletta di emergenze che aveva riguardato più aree del nostro territorio. Si era intervenuti, in prima battuta, per mettere in sicurezza il basamento pericolante di un grande pilone usato dall’Enel

Pri Njivici v obåini Bardo verse migliaia di euro poiché il rifiuto recuperato è notevole e sarà calcolato a chilogrammo di peso per il conferimento in discarica. «Resta altro lavoro da fare, forse quello più importante – spiega Sgrazzutti – : la rimozione dei tanti plinti in cemento da cui spuntano, come lame, le parti in metallo delle serre tagliate alla base. Con un operaio comunale e la ruspa del Municipio interverremo molto presto pure in questo senso». Rimangono da trattare allo stesso modo i 2/3 del terreno occupato dall’azienda

agricola: si tratta di appezzamenti privati, su cui il Comune non può legalmente operare. I proprietari saranno quindi raggiunti da inviti o da ordinanze a bonificare. Una piccola porzione dell’esteso sito è stata, infine, già sistemata al limitare del laboratorio artistico (già stalla) acquistato da uno scultore che ha scelto l’Alta Val del Torre per creare il suo laboratorio-atelier. «Un altro passo importante – commenta il sindaco, Guido Marchiol – per migliorare il nostro territorio, renderlo attrattivo e accogliente».

Una vita tra fabbrica, confetture, animali e fagioli

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per il trasporto di energia elettrica ad alto voltaggio. E, tra Natale e gennaio, a cavallo tra il 2008 e il 2009, le opere avevano riguardato, di seguito, il sito del depuratore di Vedronza, anch’esso instabile, che rischiava di essere travolto e portato via causa danni originati dalla furia delle acque. In scaletta, infine, erano rimasti gli argini del Torre proprio tra questi due passaggi. Allora la piena aveva demolito completamente la massicciata in pietra, in più punti: in base a stime fatte all’epoca, per riparare al danno sarebbero serviti circa 300mila euro. L’intervento di ripristino, tuttavia, non è stato mai eseguito». Oggi il problema si ripresenta e l’amministrazione municipale ritiene debba essere affrontato al più presto, anche a causa della nuova erosione determinata dalle recenti forti precipitazioni. Non è tutto. «C’è anche un altro aspetto da non sottovalutare – dice Sgrazzutti –. Sempre a causa del maltempo e alla riduzione delle sponde del Torre, un cavo Telecom risulta scoperto, cioè non è interrato e a riparo. Abbiamo segnalato il problema alle autorità competenti con richiesta di intervento celere, onde evitare cadute di linea e isolamento». � P. T.

a 39 anni, Arianna Battoia. Ha frequentato la scuola d’arte, a Tarcento, quando l’istituto «Sello» di Udine aveva aperto una succursale nella Perla del Friuli, con il sogno di lavorare poi nel mondo della grafica e della fotografia. Poi, invece, è tornata alla sua passione del cuore: la terra e l’Alta Val del Torre. «Amo il mio paese e ho sempre desiderato avviare un’attività che mi permettesse di restare a contatto con la natura – spiega –. Tutto è cominciato con l’acquisto di due cavalli, poi le cose sono andate avanti un po’ alla volta, non senza sacrificio». Così, superando tutte le difficoltà, Arianna ha creato, nel 2003, la sua piccola azienda agricola. «Si tratta di una realtà di nicchia, ma molto ricercata per i prodotti che offre, tutti naturali e confezionati con attenzione e molta cura». Le specialità sono le confetture, certificate biologiche, a base di piccoli frutti: lamponi, mirtilli, ribes nero e bianco, fragole e fragoline. «Tutto il buono che si può raccogliere nella valle, ma non solo. In azienda mi dedico pure all’allevamento, con bestiame condotto allo stato semibrado. Ci sono tre maiali e cinque mucche da carne». Negli appezzamenti dell’Alta Val Torre, inoltre, Arianna coltiva pure il fagiolo. Non è il «fiorina», tipo di legume che l’Ente Parco Prealpi sta cercando di recuperare e rilanciare nella zona, ma un fagiolo nostrano, piuttosto grosso e multicolore. «I primi mi furono regalati da un’anziana di Monteaperta di Taipana, che li aveva conservati per la semina, affinché non si perdesse la specie. Con gli anni, in diverse stagioni, ne ho ottenuti molti e li ho venduti con buon successo. Il 2012, invece, causa maltempo, non mi ha permesso di ottenere grandi raccolti: appena 50 chilogrammi». Di lavoro, tra allevamento e colture, Arianna ne ha parecchio. «Le mie giornate non finiscono mai anche perché, per far quadrare il bilancio, lavoro in fabbrica a tempo pieno. A darmi una mano, mantenendo quindi attiva l’azienda, sono i miei genitori, Renato e Martina, entrambi in pensione e amanti della nostra terra». Una scelta non comune, ma che, assicura, la rende felice. I suoi prodotti si possono trovare nello spaccio-vendita aperto al 70 di via Capoluogo, a Lusevera. (p. t.)

�LETTERA a proposito degli orari di accensione dell’illuminazione pubblica nel comune di Taipana

Dalle nostre montagne si vede davvero molto lontano

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ell’articolo «Taipana spegne le luci e risparmia il 50 per cento sulla bolletta elettrica» (Dom del 31.10.2012) alcune delle affermazioni che mi si attribuiscono non sono esattamente quelle da me espresse ed anche gli orari di accensione riportati nell’ultima parte non sono quelli previsti. Per quanto riguarda gli orari, abbiamo

deciso quanto segue: nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto, i punti luce individuati, (circa metà dei punti luce esistenti rimane sempre spenta) entrano in funzione tramite fotocellula, al calare del buio, e vengono spenti tutti alle ore 3 del mattino; nei mesi rimanenti, i punti luce individuati, (sempre quelli precedenti), vengono spenti tutti alle ore 1 dopo mezzanotte, vengono

riaccesi alle ore 5 e si spengono in seguito all’alba, in funzione dell’aumento della luminosità. Quello dell’illuminazione pubblica è un piccolo esempio, ma significativo, è un po’ una conferma che anche senza Monti, dalle montagne si vede lontano, e per tanti aspetti. Questo è anche un piccolo esempio per far capire ad alcuni politici (mai come ora

preoccupati di altro) che legiferano sulla montagna e che non sanno probabilmente nemmeno cosa sia e come funzioni un piccolo Comune. Ad es. riferito al nostro caso, su come e chi abbia portato avanti questo problema dall’inizio alla fine.

Elio Berra Sindaco di Taipana


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REZIJA/KANALSKA DOLINA

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NA VE#STOPENJSKEM ZAVODU BACHMANN lahko zagotavljajo ure jezika le v vrtcih in osnovnih œolah

Letos ni denarja za pouk slovenœ@ine v kanalskih ni¡jih in viœjih œolah �

Ravnatelj Pasquariello sicer upa na sredstva iz de¡ele Furlanije Julijske krajine ali iz sosednje Slovenije

� Luciano Lister

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o za@etku novega œolskega leta se na trbiœkem œolskem Zavodu Bachmann spet ponavljajo te¡ave z u@enjem slovenskega jezika, ki se je samo z ve@letnim trudom in pod vplivom novega evropskega vzduœja uveljavljalo v œolah Kanalske doline. S finan@no podporo Gorske skupnosti za Guminsko, ˘elezno in Kanalsko dolino so lahko poskrbeli za pou@evanje slovenœ@ine bodisi v otroœkih vrtcih bodisi v osnovnih œolah po celotni Kanalski dolini od Ukev do meja s Slovenijo in Avstrijo. Tako je tudi letos. Zataknilo pa se je pri uri slovenœ@ine tudi v ni¡jih in viœjih srednjih œolah letos. »Lani smo prejeli prispevek tudi s strani Republike Slovenija in sicer za uro pou@evanja slovenœ@ine v vseh razredih srednje œole in v prvih dveh razredih viœjih œol. Letos prispevka nismo dobili; vsekakor upamo, da bomo v vsakem primeru lahko aktivirali te@aj s prispevki de¡ele Furlanije Julijske krajine za manjœinske jezike ali v sodelovanju s kulturnim sre-

diœ@em Planika. Na Zavodu pou@evanje potrebujemo tudi ker v prihodnosti predvidevamo aktiviranje razreda Alpe Adria,« pojasnjuje ravnatelj trbiœkega ve@stopenskega zavoda Antonio Pasquariello. Ravnatelj sicer upa, da bo zavod Bachmann prejel potrebna sredstva. »V stiku sem s œolama v Kranjski Gori in na Jesenicah. S pomo@jo svojih kolegic bom lahko naœel mladega u@itelja, ki bi rad sodeloval z nami.« Glede pou@evanja slovenœ@ine naborjeœki ¡upan Alessandro Oman, ki je obenem funcionar na Gorski skupnosti pravi: »Kot v preteklih letih je tudi letos krajevna gorska skupnost poskrbela za pla@o u@iteljici slovenœ@ine v œolah Kanalske doline in to iz sredstev za krajevne razli@ice slovenskega jezika. Vsekakor gorska skupnost ne bo lahko œe dolgo skrbela za to, ker so sredstva za pou@evanje krajevnih razli@ic in ne samo za pou@evanje knji¡nega jezika. De¡eli smo predlagali, naj neposredno financira œolski zavod ali naj denar zaprosi pri Ministrstvu za œolstvo.«

A Fusine posta chiusa, ma «formalmente» aperta

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opo le notizie che preannunciavano la chiusura definitiva dell’ufficio postale di Fusine/Bela Pe@ (in comune di Tarvisio/Trbi¡) entro il 2012, la situazione continua a restare incerta. In prima battuta Maurizio Lozei, responsabile dell’ufficio comunicazione regionale di Poste Italiane, ci ha spiegato come l’ufficio sia ancora aperto, pur ricadendo ora nell’elenco di quelli ritenuti diseconomici. Entrando più nel merito della questione e facendo presente come da un lato il sito internet di Poste Italiane segnalasse l’ufficio come già chiuso e rinviasse l’utenza a quello sostitutivo di Tarvisio e dall’altro un esercente di Fusine avesse segnalato alla nostra redazione l’interruzione del servizio da circa un anno, Lozei si è riservato un giro di verifiche. In seconda battuta ha, quindi, riportato una versione più complessa, ma più rispondente alla realtà: «L’ufficio risulta aperto; non è stato ancora chiuso. In realtà ci sono grossi problemi strutturali a livello di tubature e riscaldamento, per cui, in effetti, non ha avuto grossa frequentazione e non è rimasto aperto. Comunque, l’ufficio da un punto di vista formale non è ancora chiuso, anche se non è operativo già da un anno». Rispetto alla possibile chiusura «formale», Lozei ha confermato l’incertezza della situazione: «Al di là del problema delle tubazioni rotte, quello di Fusine in Valromana ricade tra gli uffici diseconomici. Vanno fatte delle valutazioni, perché Poste Italiane deve comunque cercare di far quadrare i conti. Da una parte l’azienda deve, per legge, fornire l’elenco degli uffici diseconomici all’Agcom, dall’altra cerca di chiedere aiuto agli enti locali per avere maggiori servizi e mantenere così gli uffici sul territorio. Sindaco e amministrazione locale sono, comunque, informati a riguardo. Per la chiusura definitiva ci sarà un incontro entro questo mese di novembre». (l l.)

L’ASSESSORE REGIONALE ALLE AUTONOMIE LOCALI sconfessa la politica linguistica dell’amministrazione di Resia

De Anna: «Legittime le affermazioni del console»

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l Comune di Resia «è stato inserito nella Tabella dei comuni del Friuli-Venezia Giulia nei quali si applicano le misure di tutela della minoranza slovena», in quanto fa parte del territorio «in cui la minoranza è tradizionalmente presente». E il console della Repubblica di Slovenia a Trieste, Dimitrij Rupel «sulla questione ha fatto delle affermazioni legittime in sintonia con precisi provvedimenti, legislativi ed amministrativi, adottati dalle più alte autorità dello Stato italiano». La risposta dell’assessore regionale alla

Brögavi wsi lëduvi

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u-w Reziji nur na ga timpa skorë 5.000 lit na nazët jë bilu dan jëzaru, ka jë bil ga naredil te vilïki lid ka an se pro¡il z Müzca nutar. Ta-mi Bilo anu Ravanco te lid z Müzca an wstawjal wödo z Æanïna anu po@asu se naredilu jëzaru. To nï stalu muæ, ka wöda, ta z Æanïna dölu jë ji zagravala ziz pïskon anu grawo. Ziz to vilïko gurkuto te lid z Müzca jë se stupil anu wöda z Æanïna na jë po@asu ´ zrojala skuza iso grawo anu na püstila na wsaki krej dulïne karjë pïœka anu ne lipe rawnine. Ta-na ise rawnine neœnji din so te rozajanske väsi polë¡ane. Nïmamö zabit pa, da dulïna, tej na se ka¡ë te näœnji din, na nï tej ti stari lëdavi so bili jo püstili na jë tej wöda jo zrojala tu-w tih vilïkih pöwadnjah. Köj na visokë sa nala¡a œæë kej od tih lëduw, zajtö ka ito wzirajo potökavi anu ni nïso itaku möæni. Po@asu potökavi ni nïso rojali veæ itaku ma ni so si naredili pot tej möramo œæë vïdët, jë pa parœla gurkuta anu trawa nu arbulavi so ublikli göre ano wso dulino. (s. q.)

Cultura, ai Rapporti internazionali e alle Autonomie locali, Elio De Anna, all’interrogazione presentata dal consigliere regionale Paolo Menis (Pd), che si lamentava dell’intervento del console sloveno a Trieste presso il sindaco di Resia a proposito della locale casa della cultura, suona come un sonoro schiaffo alla politica linguistica condotta dall’amministrazione Chinese. «Che accanto a una parte della popolazione residente che sostiene i legami del resiano e della cultura locale con la lingua

e la cultura slovene ci sia un’altra parte della popolazione (forse anche maggioritaria) che rivendica un’assoluta diversità del resiano dalla lingua slovena – afferma De Anna – è un fatto di cui questa amministrazione prende atto, ma non per questo può negare l’applicazione di norme esattamente previste da leggi dello Stato in vigore». I diritti di una minoranza, infatti, non possono dipendere dalla volontà di una presunta maggioranza, come vorrebbero certi personaggi di Resia.

KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Gemona e Tolmezzo ospedali accreditati «Joint Commission International» ha concesso l’accreditamento all’Azienda per i Servizi sanitari 3 «Alto Friuli» – Ospedale Tolmezzo-Gemona del Friuli. L’indagine è avvenuta dal 22 al 26 ottobre ed ha valutato l’aderenza dell’Ospedale di Tolmezzo-Gemona agli standard prefissati attraverso interviste con personale e pazienti, osservazione diretta ed esame documentale. L’ASS n.3 intende ora proseguire con l’adeguamento dell’organizzazione in base ai suggerimenti per il miglioramento che la Commissione ha fornito, nonché sottoporsi alle visite periodiche di accreditamento.

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Prispevki podjetjem, ki delajo v gorah Gorska skupnost za Guminsko, ˘elezno in Kanalsko dolino je objavila razpis za dodelitev prispevkov za leti 2011 in 2012 podjetjem, ki delujejo na njenem obmo@ju. Proœnje sprejemajo do 30. novembra. Dodatne informacije in obrazci na spleni strani www.cm-gemonesecanaldelferrovalcanale.it.

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Stolvizza, portata via la passerella � � Le abbondantissime piogge di inizio novembre hanno alla fine prodotto un gravissimo danno all’associazione «ViviStolvizza» che si è vista portare via dalle turbolente e limacciose acque del fiume, la bellissima e secolare passerella sul fiume Resia. Il caratteristico ponte in legno era posto al km. 7,5 del percorso circolare «Ta lipa pot», la sua foto rappresentava l’icona conosciutissima di questo tracciato. Nel periodo invernale, il percorso è chiuso, ma l’associazione è preoccupata perché rimettere in piedi una struttura di tal genere, non sarà cosa semplice, soprattutto in tempi di ristrettezze economiche a ogni livello.

A OSEACCO SI È TENUTA la commemorazione dei caduti nella guerra di liberazione con autorità locali e slovene

Il ministro della Difesa sloveno Hojs in Val Resia

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enerdì 31 ottobre nel tardo pomeriggio i rappresentanti delle organizzazioni di riferimento della minoranza slovena (Sso, Skgz), delle varie associazioni di Resia, dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (sezioni di Resia, Tolmezzo e Gemona), dell'Associazione nazionale alpini (gruppi di Resia), ma anche altre formazioni combattentistiche, ex combattenti ed il sindaco, Sergio Chinese, accompagnato da alcuni amministratori comunali, hanno commemorato i caduti partigiani, presso il monumento alla Resistenza, sito nel cimitero di Oseacco. Questo paese della vallata al piedi del Canin nel periodo dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 fino alla Liberazione del maggio 1945 era il centro della Resistenza resiana contro l'occupatore. Già verso la fine del 1944 la maggior parte della popolazione di Resia collaborò volontariamente, senza alcuna pressione politica, con il Fronte di liberazione e lo sostenne attivamente con i propri beni. Oseacco per questo suo sentimento subì un bombardamento con mortai da parte dei tedeschi nel di-

cembre 1944 e una grande offensiva il 14 gennaio 1945, durante il quale il paese venne cinto d'assedio e poi occupato militarmente da oltre mille tedeschi e repubblichini italiani. Le formazioni partigiane locali collaboravano attivamente con i partigiani dell'alta valle dell'Isonzo che, mossi dagli stessi ideali, decisero di venire in aiuto alle popolazioni della Val Resia. Il monumento ricorda tutti i partigiani morti a Resia durante la guerra indipendentemente dalla loro cittadinanza. È per

questo motivo che ogni anno una nutrita delegazione slovena dalla valle dell'Isonzo viene a Resia. Quest'anno la delegazione era rappresentata oltre che dal prefetto di Tolmino, Zravko Likar, e dal sindaco di Bovec, Siniœa Grmovœek, anche dal ministro della difesa della Repubblica di Slovenia, Aleœ Hojs, che a mezzogiorno era intervenuto a un’analoga commemorazione a Cividale. Il ministro, al suo arrivo, è stato accolto dal sindaco e dalle altre autorità civili e mi-

litari. La cerimonia è proseguita con la deposizione degli omaggi floreali della delegazione slovena e della corona d'alloro dell'amministrazione comunale. Significativi sono stati i discorsi del ministro Hojs e del sindaco Chinese che si sono trovati d'accordo nell'affermare quanto sia importante coltivare la pace nel rispetto del sacrificio dei caduti, morti per la democrazia di cui tutti oggi fortunatamente godiamo. Le guerre del tragico secolo scorso hanno visto contrapposti gli stati europei in una illogica idea di nazionalismo che, purtroppo, in periodi di forte recessione e crisi, come quello che viviamo, sono nuovamente alle porte. Ricordare il passato deve essere monito per il futuro. Come consuetudine, un coro di Bovec ha eseguito canti in onore dei caduti di tutte le guerre in sloveno ed in italiano, le due lingue che sono la ricchezza in questi territori. Tutti i presenti sono stati infine invitati dall'amministrazione comunale di Resia a un rinfresco organizzato a Prato nell'albergo Alle Alpi. � Sandro Quaglia


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POSO@JE

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TURISTI#NO DRUŒTVO BOVEC je slovesno zaklju@ilo triletni projekt za o¡ivitev ponudbe nematerialnega bogastva KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke brevi brevi kratke

Bralni klub tudi v kobariœki knji¡nici V torek, 16. oktobra, so v Kobaridu uspeœno ustanovili bralni klub. Ideja o dru¡enju in klepetu o knjigah je privabila œtevilne bralke, ki so na prvem sre@anju z veseljem prisluhnile posebni gostji, Manci Koœir. Ta je s svojo neuni@ljivo energijo in vedrino obiskovalke popolnoma navduœila za tovrstna sre@anja, hkrati pa jih je v pogovoru z direktorico Knji¡nice Cirila Kosma@a Tolmin, Jo¡ico Œtendler, na svojstven na@in popeljala skozi svoja razmiœljanja o branju, knjigah in drugih zanimivih temah. Knji¡nica Kobarid je poskrbela za prvo sre@anje tistih, ki se bodo odslej dru¡ili pod streho bralnega kluba in skupaj premlevali raznolika knji¡na dela. Dobrodoœel je vsakdo, ki svoje mnenje o prebranem rad deli z drugimi. Naslednje sre@anje bralnega kluba bo v sredo, 14. novembra, ob 17.30 v mali sejni sobi v Domu Andreja Manfrede. Predlagana knjiga za novo sre@anje je Pomladni dan Cirila Kosma@a. (Jerneja Berginc, Knji¡nica Kobarid) � �

Ob@ina Kobarid je praznovala

Bogastvo dediœ@ine na Bovœkem pove@uje turisti@no privla@nost regije �

˘upan pod@rtal, da je projekt potrebno œe nadgraditi

� Miran Miheliå

V

dvorani Kulturnega doma Bovec so 20. oktobra odprli razstavo Obrazi dediœ@ine - Naœe kulturno bogastvo, projekta vrednotenje nesnovne kulturne dediœ@ine - Cultural Capital Counts, za katerega so dobili evropska razvojna sredstva. Z otvoritvijo razstave in zaklju@no prireditvijo, s katero je nakazalo tudi vizijo turisti@nega razvoja, je TD Bovec zaklju@ilo letoœnja praznovanja ob 120 – letnici ustanovitve Turisti@nega druœtva. Ob tej prilo¡nosti so zaslu¡nim @lanom podelili tudi priznanja druœtva in Turisti@ne zveze Slovenije. Tako je TD Bovec slovesno zaklju@ilo triletni projekt, katerega cilj je bil predstaviti dosedanje in predlagati bodo@e delovanje prostovoljne druœtvene dejavnosti

Ob@ina Kobarid ob@inski praznik praznuje na dan rojstva pesnika Simona Gregor@i@a. Letoœnji osrednji dogodek, slavnostna seja Ob@inskega sveta Ob@ine Kobarid, se je odvijal 19. oktobra v Kulturnem domu v Kobaridu. Kulturni program so letos sooblikovali MePZ Sveti Anton Kobarid, dijaki Gimnazije Tolmin, u@enke Glasbene œole Tolmin ter Perice in Fantje izpod Krna. Slavnostna govornica Darja Hauptman, ¡upanja Ob@ine Kobarid, se je na slavnostni seji zahvalila vsem, ki na kakrœenkoli na@in pripomorejo k temu, da je ob@ina tako lepa in prijazna tako za ob@ane kot ljudi, ki nas obiœ@ejo.

U@enci iz Doline po Gregor@i@evi poti U@enci viœjih razredov slovenske œole »Simon Gregor@i@« iz Doline pri Trstu, so v okviru programa, spoznavanja slovenskih pesnikov in pisateljev, v sredo 31. oktobra obiskali rojstni kraj in muzejsko hiœo primorskega pesnika, po katerem njihova œola nosi ime. Da bi Gregor@i@a in njegovo ¡ivljenje spoznali @im globlje, so se odlo@ili z vodi@em, sodelavcem TD Vrsno odpraviti po Gregor@i@evi u@ni poti. Po prehojeni poti in obisku pesnikove rojstne hiœe na Vrsnem, so se polni novega znanja z avtobusom vrnili v Kobarid in si ogledali œe Kobariœki muzej. V popoldanskih urah so nadaljevali pot novih spoznanj. Na Slapu ob Idrijci je znanja ¡eljne u@ence pri@akala predstavnica Tolminskega muzeja gospa Karla Kofol. Mladim gostom je razkazala muzejsko doma@ijo Cirila Kosma@a in jih s pripovedjo popeljala skozi razburljivo ¡ivljenje primorskega pisatelja. Uka ¡eljni kulturniki so se v svojo Dolino pri Trstu vrnili polni novih vtisov. (Pa@)

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njakov s podro@ja etnologije, prof. dr. Naœka Kri¡narja, dr. Vita Hazlerja, prof. dr. Janeza Bogataja in dr. Barbare Ivan@i@ Kutin. Na podro@ju geografije in arhitekture ter sploœnega spoznavanja Bovœkega pa upokojenega prof. dr. Jurija Kunaverja, Miroslava Kajzelja ter Fedja Klavore.« Ob tej priliki je prof. dr. Naœko Kri¡nar pohvalil delo amaterjev projektne skupine in jim izrekel œe nadaljnjo podporo pri delu in poudaril pomembnost projekta. Ta pa ne bo za¡ivel, v kolikor predmete in dediœ@ino zopet ne povzamejo prebivalci sami - se z njo ne poistovetijo. Vsak kraj z

Dvajseti jubilej zbora Planinska ro¡a

V KOBARIŒKEM MUZEJU so obele¡ili 22-letnico delovanja z novo razstavo

dvajsetem jubileju v petek, 26. oktobra, je navduœil publiko, ki je napolnila dvorano kobariœkega kulturnega doma do zadnjega koti@ka. Pester program zborovskih skladb sta dopolnila gosta: Vokalna skupina Sne¡et in Nedi¡ki puobi. Dogodek je potrdil tradicionalno veliko priljubljenost zbornega petja, ki se ob opiranju na bogato izro@ilo uspeœno prilagaja danaœnjemu @asu. Kvalitetno izvedene skladbe potrjujejo trdo delo in prizadevanja zborovodkinje Mirjane Antih-#ebokli, ki zbor vodi ¡e od leta 1992 in je bila tudi glavni pobudnik njegove ustanovitve. Prijetno vzduœje v dvorani je poleg pevcev pomagala ustvariti tudi povezovalka Bruna ˘uber, ki je z lepo besedo in sproœ@enim nastopom popeljala v mavri@ni svet zborovskega petja. Osemnajst pevk in pevcev je za dolgoletno delo na podro@ju zborovskega petja prejelo Galusove zna@ke. Sre@anje s pevci se je ob prijetnem dru¡enju nadaljevalo tudi po koncertu v avli kulturnega doma.

V

meœanega pevskega zboKoncert ra Planinska ro¡a ob svojem

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pri razvoju turizma. Poudarek je bil na izboljœanju ekonomskega stanja in kakovost ¡ivljenja z o¡ivitvijo ponudbe nematerialnega bogastva: tradicije, znanja in spretnostih ter œeg in navad. Kot je povedala predsednica druœtva Metka Belinger, sodeluje pri projektu 10 evropskih regij iz œestih dr¡av. Smatrajo, da je bilo doslej premalo poudarka prav na ohranjanju take dediœ@ine, kjer se vklju@ujejo doma@ini in ki pove@uje turisti@no privla@nost regije za obiskovalce Bovœkega. Pod@rtala je, da »pri@ujo@a razstava ne bi bila popolna, brez vsebinske pomo@i priznanih strokov-

njegovo dediœ@ino je zelo bogat in edinstven. ˘upan Siniœa Germovœek, ki je tudi sam zgodovinar, je projekt vseskozi podpiral in pod@rtal, da ga je potrebno œe nadgraditi, ter pri tem pohvalil ¡e dosedanjo projektno skupino in njeno delo. Projektna skupina je pripravila in izdala broœuro, ki bo nesnovno kulturno dediœ@ino ubesedila za œirœo javnost. Po prijetnih zvokih starih melodij, ki jih je Klavdija Œkander izvabila iz harmonike je sledil kratek kulturni program. Glavno besedo so dobili @lani turisti@nega kro¡ka Oœ Bovec. V nare@ju so ponazorili, kako se »B'@an' m'najo pu buœko«. Prisotni so si lahko ogledali posebnosti dediœ@ine npr. seznam hiœnih imen in so ga dopolnili. V avli kulturnega doma je bila skromna pogostitev ob bovœkih dobrotah, ki so jih pripravile @lanice druœtva Od ovce do izdelka. Tako je prireditev tekla naprej bolj po doma@e, ob glasbi mladega harmonikarja iz Sekcije harmonikarjev ni¡je glasbene œole. Pri pripravi prireditve so sodelovali @lani KD Golobar in Sekcija mladih TD Bovec.

Zaledje IV. armadnega korpusa soboto, 20. oktobra, so v Kobariœkem muzeju praznovali 22 let delovanja. Ob tej prilo¡nosti so odprli razstavo o zaledju mogo@nega IV. armadnega korpusa italijanske vojske v dolinah ob vzno¡ju Julijskih Alp, avtorja ˘eljka Cimpri@a. Pripoved je zaupana predvsem podobam, ki so italijanskega vojaka spremljale na njegovi poti iz #edada, ob reki Nadi¡i proti visokim goram na obzorju. Za Matajurjem se je odpirala œiroka dolina, v kateri je naœel imena, ki so v Italiji zaslovela ¡e v prvih dneh vojne: Kobarid, zavzet 25. maja, reko So@o, ki so jo takoj za tem premostili neutrudni in¡enirci, Krn, zavzet 16. junija... slavljene uspehe v boju za »neodreœena ozemlja«. Presene@en je ugotovil, da prebivalci niso Italijani in da ga ne sprejemajo kot osvoboditelja. Opazil je, da je œtevilo grobov na vojaœkem pokopaliœ@u vsak dan ve@je, da so vojaki obti@ali v vse globljih jarkih. Imel je sre@o, da ni bil med njimi. Gradil je ceste, barake in mostove, skrbel za konje, dan in no@ prenaœal tovore, v gorovje vla@il topove... S tiso@i tovariœev in

najetih delavcev je preoblikoval pokrajino, ki je œe danes prepredena z vojaœkimi cestami, zakloni, kavernami, sledovi mostov, strelskih jarkov... V@asih je bil nagrajen z dovoljenjem, da je lahko odœel v Kobarid. Tam se je lahko sprostil v œtevilnih gostilnah, Vojaœkem domu, javni hiœi... Iskal je rojake, da bi izvedel novice od doma, poklepetal in zapel. Tisti, ki so priœli iz strelskih jarkov v gorah, so bili druga@ni, zaznamovani, potrti, veseli, podivjani... Razstava prinaœa obiskovalcu nekaj drobcev zgodb pripadnikov armadnega

korpusa, ki je v dolo@enem obdobju œtel skoraj 135.000 pripadnikov, predvsem pa ve@je œtevilo njihovih neobjavljenih ali javnosti te¡je dostopnih fotografij. Nekatere razkrivajo podobo krajev, ki so jih do danes v dobrœni meri preoblikovali ljudje in naravne sile. S tem ostaja zvesta tradiciji Kobariœkega muzeja. Zaradi obilice zbranega gradiva se letos posve@a zgolj obmo@ju zaledja v dolinah ob Nadi¡i, v Kobaridu in okolici ter vaseh na zahodnem delu doline. Pripoved o dogajanju viœje v gorah, na Dre¡niœkem in na Bovœkem ostaja izziv prihodnjih let.

brala na prizoriœ@u ob cerkvi v centru Calelle. ˘e naslednji dan, v petek 5. oktobra jih je @akal drugi koncert, ki so ga izvedli v glavnem œotoru pred ve@ sto posluœalci. Pihalni orkester Tolmin je ogrel publiko s programom sestavljenim ve@inoma iz filmskih skladb, nato so sledili Blaskapelle Triwanka iz Avstrije, kot zadnji v prvem tednu festiva-

la pa je nastopil JPBB. Mno¡ica je ponorela in v œotoru je vladala prava evforija. Ob odhodu z odra so nasmeœki na obrazih @lanov JPBB povedali vse. Trdnjava narodnozabavne glasbe je bila osvojena z jazz in zabavnim programom.

JAZZ PUNT BIG BAND na festivalu v katalonskem mestu v Œpaniji

Tolminci navduœili v Calelli

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b koncu leta 2005 se je v nekaterih @lanih Pihalnega orkestra Tolmin vzbudila ¡elja po glasbenem izra¡anju na nekoliko druga@en na@in. Na pobudo Mihe Veharja je bil kmalu za tem ustanovljen Jazz punt big band (JPBB), ki je zdru¡il mlade glasbenike z afiniteto do jazz glasbe, umetniœko vodenje pa je prevzel nadarjeni pozavnist Matija Mlakar. Pri nastanku in delovanju JPBB sta veliko podpore nudila tudi Pihalni orkester Tolmin in Glasbena œola Tolmin. Konec septembra in v za@etku oktobra letos je JPBB skupaj s Pihalnim orkestrom iz Tolmina gostoval na festivalu Oktoberfest v kalatonski Calelli

(Œpanija), ki se nahaja pribli¡no 50 km severovzhodno od Barcelone. Festival Oktoberfest je letos potekal ¡e petindvajseti@, na njem pa so nastopili orkestri iz ve@ kot 10 razli@nih dr¡av. Trajal je 3 tedne, Tolminci pa so bili prisotni na prvem tednu, od 29.9. do 6.10. #lani JPBB in Pihalnega orkestra Tolmin so se v soboto 29. udele¡ili ve@erne otvoritve festivala. Le-ta je potekala v velikem œotoru, ki je slu¡il tudi kot glavni prireditveni prostor. Tam so se Tolminci sre@ali s @lani ostalih slovenskih predstavnikov, Godbe Slovenskih ¡eleznic in Mestne godbe Kamnik, ter z drugimi udele¡enci festivala. V @etrtek 4. oktobra so imeli prvi koncert in navduœili publiko, ki se je na-

� Domen Rovæåeh


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ŒPORT

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DUE SQUADRE DELLE VALLI DEL NATISONE stanno ottenendo grandi risultati in questa prima parte dei campionati

Drenchia/Grimacco quasi in testa Giovanissimi Valnatisone al comando �

Ma nel girone B di Promozione San Pietro sta scivolando verso la bassa classifica

Volley, Polisportiva S. Leonardo al via

La formazione della Extrem Alta Val Torre Nel girone Amatoriale Figc, il Real Pulfero dopo la sconfitta interna per 1-0 ad opera del Brugnera si è prontamente riscattato vincendo 3-1 a Pieris 3-1 contro Cerneglons. Il campionato di Promozione ci presenta una Valnatisone che sta scivolando verso le zone pericolose della classifica. Dopo il pareggio interno per 1-1 con l’Isonzo, è arrivata una sconfitta senza attenuanti per 4-1 sul campo dello Zaule, 4-1. Manca all’appello la gara con Trieste Calcio, rinviata per il forte vento. Gli Juniores sono ancora a secco di punti. L’unica consolazione, se così si

può chiamare, è il fatto che si è incominciato a segnare qualche goal, anche se ne subiscono ancora tanti. Conseguenti due sconfitte sul terreno di casa: 3-2 dal Tricesimo e 5-2 dall’Audax Sanrocchese. C’era la speranza di concludere quest’ultima gara almeno con un pareggio, visto che la prima frazione si era conclusa sullo 0-0. Ma a causa di un’espulsione nelle file della Valnatisone tutto è stato più difficile tanto che gli ospiti non hanno avuto difficoltà a fare bottino pieno. C’è stato un momento di blakout per gli Allievi, che sono incorsi in due pesanti sconfitte, la prima 6-0 sul campo di casa

con i Rangers e 6-1 nel derby con la Forum Julii. È seguita la vittoria di misura, ma tonificante, 1-0 sull’Esperia. Come accennato in apertura, i Giovanissimi vincono con risultati altisonanti: 12-0 a Udine contro il San Gottardo e 7-0 opposti al Cussignacco. È più che meritato, allora, il primo posto in classifica. Fanno progressi anche gli Esordienti e Pulcini della Valnatisone e Audace. Andando ad analizzare i risultati delle gare, che si disputano sulla distanza di tre tempi, li vediamo primeggiare nel numero dei goal segnati, ma soprattutto nel gioco che sanno esprimere.

CONCLUSA CON LA FESTA FINALE LA STAGIONE DEL VELO CLUB CIVIDALE VALNATISONE

Kolesarski klub Bene@ija solo con i Giovanissimi

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Paradiso dei golosi batte Merenderos Nel calcio a cinque Uisp, il Paradiso dei Golosi l’ha fatta da padrone nel derby con i Merenderos, imponendosi12-3. Nei precedenti incontri i pasticceri avevano vinto 6-5 conto Attimis e i Merenderos 65 opposti al Santamaria.

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omenica 21 ottobre si è tenuta la festa conclusiva della stagione 2012 dell’Asd Velo club Cividale Valnatisone/Kolesarski klub Bene@ija. La pedalata turistica, socializzante e amichevole, aperta a tutti/tutte, con ritrovo presso l’agriturismo «Te cort da Rino» a Prestento di Torreano ha dato il via alla giornata di festa. Piccoli e grandi hanno percorso assieme 20 chilometri in tutta tranquillità, lontano dai ritmi di gara, apprezzando le bellezze del nostro territorio sia transitando su strade aperte al traffico sia sulla pista ciclabile. Dopo il pranzo sociale una lotteria ricca di premi ha accom-

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Kratke Brevi brevi kratke

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� Bepo Qualizza i sono indicazioni positive per due squadre delle Valli, il Drenchia/Grimacco «Pizzeria al Cardinale» nella Seconda categoria del «Collinare» e la formazione Giovanissimi della Valnatisone. La compagine di Drenchia/Grimacco è ad un passo dalla vetta della classifica, ma ha da recuperare una gara ed ha già osservato il turno di riposo. Confermano questo felice momento due vittorie esterne: 20 contro l’Arcobaleno e 1-0 inflitto a Purgessimo sul Turkey Pub. Nello stesso girone, va considerato preExtrem Alzioso il pareggio esterno dell’E ta Val Torre che ha fermato il Billerio sul 2-2. Counque, la classifica di questo raggruppamento è tutta da riscrivere, poiché diverse gare non sono state disputate a causa del maltempo. Nella Prima categoria del «Collinare» la Savognese stenta non poco a decollare. Allo 0-0 esterno con il Bressa è seguita la sconfitta interna per 2-0 con il Colugna.

KRATKE - BREVI - KRATKE

pagnato la festa. Primi premi: una bici moutain bike messa in palio dagli Allievi e una city-bike da donna messa in palio dalla ditta «Bicisport» di Giovanni e Edoardo Mattana. Dopo la relazione conclusiva, hanno avuto luogo le premiazioni degli atleti e delle atlete a cura del presidente Manlio Nadalutti e dell’infaticabile speaker della giornata Nino Ciccone. Di seguito i premiati.Ragazza appassionata di ciclismo: Giada Michelutti. Giovanissimi/Giovanissime: Carlotta Qualizza, G1 (7anni); Jacopo Qualizza e Samuele Domenis, G2 (8 anni); Riccardo Michelutti, G3 (9 an-

ni); Alex Mattaloni G4 ( 10 anni); Nicola Malisani e Alessandro Favia, G5 (11 anni); Samuele Belgrado, Omar Marzolla, Alessandro Vignato e Thomas Macorig

2013

G6 (12 anni). Per Samuele Domenis festa a sorpresa: un’immensa torta con otto candeline per festeggiare in grande compagnia il suo compleanno. Allievi: Stefano Sudero e Davide Malisani (15 anni). La buona stagione di quest’ultimo e la sua voglia di continuare a pedalare a livello agonistico hanno fatto sì che abbia trovato una nuova squadra, visto che il Velo club concentrerà, nella prossima stagione 2013, le sue risorse ed energie sui Giovanissimi. E così Davide Malisani andrà a correre il suo secondo anno di Allievo (16 anni) con l’Asd Gruppo sportivo Moratti Pieris.

Stagione della pallavolo al via con la Polisportiva San Leonardo che mette in campo ben quattro formazioni, questo in collaborazione con la Est Volley Cividale. Si tratta delle squadre di Prima divisione maschile e quella Under 18 femminile che giocheranno nella palestra delle scuole di Merso di Sopra e due sestetti maschili Under 19 che saranno di scena a Cividale nella palestra attigua al campo sportivo. L’esordio non è stato positivo poiché tutte e quattro le squadre sono state sconfitte: i maschi di Prima divisione 3-1 dai cividalesi dell’Est Volley, le ragazze Under 18 3-0 dall’Azzurra e gli Under 19 3-0 rispettivamente contro Ausa Pav e Sloga Tabor. Se questi primi risultati non sono incoraggianti, incoraggiante è l’iniziativa che dà la possibilità di praticare questo sport nelle varie categorie ai giovani di tutte le età. E con il sistema dei «travasi», cioè il passaggio di giocatori da una squadra all’altra, si ha modo di far giocare un maggior numero di atleti di tutto il bacino di utenza, in questo caso quelli delle Valli del Natisone e quelli della zona cividalese. Si è giunti a questo tipo di collaborazione tra sodalizi diversi, dopo aver considerato il difficile momento che interessa il mondo sportivo anche dal lato finanziario, per cui questo potrebbe essere il modo di alleggerire le spese senza penalizzare gli appassionati e rispettare i programmi dell’attività agonistica.

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Naro@nine Abbonamenti

LETNA/ANNUALE € 16 DARIL O NAR PODPORNA/SOSTENITORE € 30 O#NIK IN RE OM DO GALO SLOVENIJA/SLOVENIA € 20 BO˘I# A CHI A SI ABB ENTR EVROPA/EUROPA € 25 ONA O NAT A LE IZVEN EVROPE/EXTRA EUROPA € 35 Poœtni ra@un/Conto corrente postale n. 12169330 intestato a Most scarl, borgo San Domenico 78, 33043 Cividale del Friuli/#edad Ban@ni ra@un/Conto corrente bancario Iban: IT85 P086 3163 7400 0010 0815 095 BIC/SWIFT: RUAMIT21CIV


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DOMA@A KULTURA

Siekli smo mu travo, a je Tinac zaspau med klepanjam kose

Patroni pomo@niki: Juo¡ef Pignatelli

Kajœna ura bo Do pandiejka 19. ura bo jasna an marzla, po dolinah bo magla. Parvi kuart lune torka 20. parnese priet jasno an marzlo uro, potlè se obla@i an za kajœan dan bo da¡evalo. Stara luna sriede 28. poslabœa uro. Po dolinah bo da¡evalo, po gorah pade pa snieg. Puojde takuo napri do konca miesca.

Za naœe zdravje Po@aso po@aso za@enja se @ut mraz. Naobarno je pa, kàr temperatura ze zni¡e tud’ za 10° od donas do jutre. Tuole nas store lahko oboliet an takuo videmo, de okuole nas je ¡e vic ku kajœan, ki je prehlajen, breuha, kaœja, ga boli glava, kosti an ¡uot. Miedhi pravejo, de influenca nie œe parœla an de tuole je samuo prehlad. Kàr temperatura gre gor an dol, je zlo lahko se oboliet, posebno ti mali. Zatuo, napravmo naœ organizem takuo, de zmaga tele parve boliezni od mraza. Tele je cajt naranc, ki tarkaj mo@i imajo u sebe. Vitamina C da veliko roko pruot telin bolieznin an jo uœafamo ne samuo tu naranci (za 100 g narance je 45 mg vitamine C), mandarinu (42 mg), limonu (50 mg), pompelme, pa tud tu peperonu tistih arde@ih al’ armenih (151 mg), kiwi (85 mg), ribes te @arin (200 mg) an œe tu zejah ku brokulni iz riepe (110 mg), spina¡a (54 mg); pa tisti buj bogati tele vitamine so peperon@ini tisti pikant, tisti gore@i, ki za 100 g imajo 229 mg vitamine C. Nie pa takuo poznano tle po naœih krajah tiste sadje, ki po latinsko se kli@e citrus bergamia (bergamotto). Œienciati iz Univerze Magna Grecia u Catanzaru so poviedal’, de je zlo dobar za zni¡at hud kolesterolo an poviœat te dobar. Takuo, lepuo pomisnimo an @e denemo usak dan na mizo, u tont tuole sadje al zeje, morebit na bomo imiel’ potriebo iti u farmacijo. Seviede tuole nie use, je samo majhana rie@, pa vemo, de usaka velika rie@ se rodi majhana.

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Jeœiœke zgodbice

MIESAC NOVEMBER U NAŒIH DRU˘INAH

U @etartak 15. novemberja je praznik sv. Juo¡efa Pignatelli, ki je œtiet med tih velicih jezujtskega reda. Rodiu se je 27. di@emberja 1737 u œpanskin mieste Saragoza ku sin plemenite dru¡ine. Imeu je samuo 16 liet, kàr, kupe s bratran, je stopnu u jezujtsko hiœo œpanskega miesta Tarragona. Njega ¡elja je bla iti ku misijonar u Ameriko miez indijanu. Zgodilo pa se je, de se je garduo oboleu, parjela ga je tuberkolozi. Zatuo se je muoru zdravit an za tuo nie mu hodit po sviete. Ozdraviteu je bla duga, pa na koncu Juo¡ef je imeu ra¡on na boliezan an u liete 1762, imeu je 25 liet, je biu posve@en za duhounika. U@iu je u œuoli kolegija, an kàr je biu fraj, nie parmanjku iti tola¡it para¡onierje, posebno tiste, ki so bli obsojeni na smart. Zatuo je klican tud’ »duhounik tih obieœenih«. Cajti so bli zlo te¡ki za jezujte, ki so bli preganjani. Vegnani so bli iz Portugala, Francije, Œpanije. Tud’ Juo¡ef je muoru utec an kupe s sobratran je parvi@ œu na Korsiko, potlè pa u Ferraro. Juo¡ef Pignatelli je biu tist, ki je buj ku druz skarbeu za soje obupane sobratje an gledu dar¡at kupe Je¡uœovo dru¡bo. Zgodilo pa se je, de u liete 1773 pape¡ Klemen XIV. je podpisu ukaz Dominus ac Redemptor an takuo kuazu razpustit Jezuœovo dru¡bo. Od tekrat napri, Juo¡ef je ¡iveu u Bologni ku œkofijski duhounik an lè napri dielu z uso mocjo za spet uradno ustanovit red. U liete 1800 pape¡ Pij VII. je ukuazu novo ustanovitu reda an Juo¡ef Pignatelli je biu klican ku provincialni predstojnik za Italijo. Umaru je 15. novemberja lieta 1811 u Napolju. U liete 1933 je biu razglaœen za bla¡enega an 12. luja lieta 1954, pape¡ Pij XII. ga je razglasiu pa za svetnika. Za nimar po@iva u rimski cierkvi Al Gesù, tan kjer je podkopan tud’ ustanovitelj Jezusove dru¡be, Ignacij Lojolski

15. novembra 2012

Jur Zad tih

Z

adnji krat san napisu, kaj se je zgodilo, kàr smo œli œie@ travo Ro¡e Katin’ne tan u Kote. Use druga@ je bluo, kàr smo hodil’ na zornado h Tinacu. Tan na briegu pod cierkuco sv. Œtandrija je imeu ‘no zlo veliko seno¡et. Bla je gladka, brez jam an kamanu, s kakin garman tle an tan. Moglo se je sie@ u pot cieu dan. Senosiek’ smo bli ist, Paulo Luke¡u, muoj o@a Duardo an Garbidnjak. Takuo pridno smo dielal’, de smo do popudanske ju¡ne posiekli celo veliko Basaduco. Zmislen se, de je za ju¡no Tinac parnesu cieu salam. Ponudu je ‘no bino kruha usakemu, mene an Paulunu. Muoj o@a nie dost jedu an Tinac nie biu la@an, zatuo so nama silili, naj jema, dok’ morema. Za nas dva je biu pravi senjan. Kàr sma se lepuo nafuotrala an napila, smo se vsi senosieki menali, kaj bomo dielali do zvi@er, kier je bluo prezagoda, za iti damu. Parjela nas je dobra voja, takuo de smo za@eli sie@ u Tinacovi te mali zeno¡et, ki je bla po navadi dielo dvieh senosieku za cieu dan. Ten@as, ki je Tinac œu koso klepat, smo se pobral’ dol pruot an smo sacuval’, kje jo imamo za@et. Niesmo œe nabrusil’ kose, ki se nie vi@ @ulo ¡lahu od klepanja. Subit smo zastopil’ zakì. Tinac je sedeu na sojin prestoru, ku de bi œu napri z dielan, pa je od velike trudnosti le pokoncu zaspau za ¡eliezah. Mi pa sma za@eli to novo seno¡et le od kraja an smo jo le tisto vi@er posiekli. Paulo je z njega mo@jo gnu take poti, de se je bluo za @udvat. Stat mu zad mene nie bluo lahko. Nasadiu je njega koso »uoz trave« an

Klepanje kose usak ¡lah, ki ga je zajeu, je œlo dol pred njim trideset @entimetru. #e mu kosa nie riezala zadost, je on sieku s tako mo@jo an hitrostjo, de bi ga na biu nobedan doteku. Ist pa san gledu brusit buj, ki san mù, an dielat buj uozke poti. Pa mi je usedno nimar dau kajœan metro, kàr smo parœli dol za kri. Par@aku me je na koncu, za me na luo¡t u œpot, pa ist san imeu izik uon z ust an mu jau, de naj gre buj po@aso, zak’ ist mu na moren stat zad. Pa le napri je œlo dielo, grede ki sta muoj o@a an Garbidnjak siekla okuole garmu an nama napravjala poti, de bi ne

(foto Oddo Lesizza)

cajta zamujala. Kier sta videla, de nama je œlo ku godcan, sta nas œe parhvalila an je at naœa voja le buj zrasla. Tiela sma pokazat, kaj vajama an sma jo le napri siekla, brez gledat, kuo so stekle ure do vi@era. Parœla je tama an se je ¡e videlo kako iskro pod koso, kàr je zaletiela tu kajœan kaman. Trudni an veseli smo se varnil’ damu an so nas usi tisti, ki so zaviedel’, de smo to malo Basaduco posiekli po ju¡ni, hvalil’ an dar¡al’ ku te narbuojœe senosieke od naœe vasi Jeœi@je. (31. – gre napri)

Ljudje v Poso@ju

Dolfi in bela ¡ena na poti v Volarje

RICETA

➔ #ikoladna torta Za testuo nucamo 180 g @arne @ikoalde, 140 g masla, 120 g uœeni@ne moke, 100 g cukerja, 7 jajc, marmelada uon z marelic (albicocche), 1 buœtino vaniline. Za po varh nucamo 200 g cukerja, 200 g @arne @ikolade, malo gorke uode. Parvo rie@ denemo gret uodo u kero polo¡emo lon@ic, kjer smo tankuo zriezal’ @arno @ikolado, takuo de se po@aso arztaje (@e imamo u hiœ foran na mikroonde, nardmo buj lahko). Tentega denemo u œkudielo 140 g ¡e ume@enega masla, kupe z 100 g cukerja, umieœamo an natuo po@aso dolo¡emo, dan po dnin, use @arnjake (bejake denemo u drugo posodo). Kàr @ikolada je arztajena, jo umieœamo h @arnjakan an pustmo, naj se pohladi. Sada uzamemo bejake, jih zbutamo, takuo de ratajo bieli ku snieg an po@aso jih umieœamo h naœi parpravi. Umieœamo tud’ buœtino vaniline. U ¡e obiejeno obalasto posodo za torto, œaroko parbli¡no 24 cm, polo¡emo tolo parpravo an denemo u foran ¡e gorak 170° parbli¡no za 50 minut. Kàr torta je pe@ena (za videt @e je, utaknemo stucikadent u sred an kàr ga vetegnemo, muore bit @edan), jo pustmo lepuo pohladit. Sada napravemo kremo za po varh. Arztajemo 200 gr @arne @ikolade, umieœamo 200 g cukerja an kako ¡lico gorke uode. Kàr torta je lepuo marzla, jo prerie¡emo @ez pu, poma¡emo sredino z marmelado an spet pokrijemo. Sada grede, ki se pomagamo z ‘no œplankasto ¡lico, arztegnemo arztajeno @ikolado po cieli tort, po varh an okuole. Denimo torto u frigo parbli¡no za ‘no uro an kàr denemo fleto na tont, bo œe buj okusna, @e blizu denemo ‘no balco pane, ‘no balco smetane. Loretta Primosig

Vas Volarje na levem bregu Soåe pri Kobaridu

M

ali Dolfi je prerasel v fanta, s pravico vasovanja in obiskovanja veselic. Trdo je delal in hranil, da si je prislu¡il za novo kolo in nedeljska veselja@enja s prijatelji. Postal je moderen, saj je lahko odhajal na veselice k Sveti Luciji, Tolmin in Kobarid. S prijatelji so se zabavali dolgo v no@ pa tudi pri dekletih je @as hitro tekel. Le no@ni povratki proti domu niso bili vedno prijetni. V glavah in pripovedih so œe dolgo po kon@ani prvi vojni ¡ivele bele ¡ene in drugi zlobni duhovi. Po Kobaridu in okoliœkih vaseh se je pri@ela œiriti vest, da se pri Ladrah in na Gule¡u pojavlja Bela ¡ena. Najve@krat pa naj bi jo videvali pod Svetim Lovrencem. Dolfi pa ni verjel, @esar sam ni videl, ni pa imel sre@e, da bi to @udo sre@al.

Pa vendar je nekega dne pozno pono@i sedel na kolo in se odpravil po vaseh proti Volarjem. Veselo je po¡vi¡gaval in odganjal slabe misli, ter pospeœeno pritiskal na pedala skozi Ladra proti domu. Pozabil je ¡e, da se mora bati neznanih sre@anj, ko je v temi na cesti zapazil nekaj svetlega, kot nekakœno svetlo senco. #eprav se je v dru¡bi delal junaka in tudi sebi ni priznal, da ga je strah, so se mu ob spominu na pripovedi o Beli ¡eni naje¡ili lasje. V @revesju ga je stiskalo, noge pa so otrdele. Pozabil je na po¡vi¡gavanje in ne da bi sam vedel kdaj, sko@il s kolesa. Bela senca je vse bolj dobivala podobo v belo oble@eno ¡ensko. Dolfi se ni prepustil paniki in se v hipu spomnil matere, ki je otrokom pripovedovala, da morajo vedno,

(foto Dario Simaz)

ko po nesre@i sre@ajo demonsko bitje, glasno pozdraviti z »Bod daj«. Ker na pozdrav ni dobil odgovora, je komaj œe enkrat glasno izdahnil »Bog daj, dober ve@er.« Odgovora tudi tokrat ni dobil. Postava v belem pa se je toliko pribli¡ala, da je mladeni@ poleg ¡ene v belem opazil tudi v @rn plaœ@ oble@eno ¡ensko. Morda sta po sre@anju v odgovor nekaj zamrmljali in nadaljevali svoj neslaven pohod. Œe nekaj predrzne¡ev je v naslednjih dneh spoznalo neznan no@ni strah. Kasneje so pripovedovali, da sta se na no@ne pohode podajali dve italijanski u@iteljici iz Kobarida. Dolfi pa kljub svojemu junaœtvu ni vedel, kako je tiste no@i priœel domov. PaÅ


dom

Kaplan Martin #edermac 41.

15. novembra 2012

stran

LETA 1933 - »PREÅASTITI, BODITE PREVIDNI!«

15

risbe: MORENO TOMASETIG besedilo: GIORGIO BANCHIG

in MORENO TOMASETIG

POVZETEK - Telo ilustrirano pripovedovanje je povzeto iz romana »Kaplan Martin Åedermac«, v katerem je slovenski pisatelj France Bevk (1890-1970) opisu teœko stanje slovenskih duhovniku v Beneåiji po prepovedi slovenskega jezika v cierkvi s strani faæizma. Po obisku karabinierju je pre Martin s sestro Katino skriu slovenske bukva v cierkvi svetega Mihiela. Paræla je nedieja, kaplan Martin je æu maæavat. Po branju Vangelija je zaåeu pridgo po italijansko. Moœje so se razjezili, a je Åedermac zagotoviu, de tuo je bluo parviå in zadnjiå in je sklenu, de se na bo podluoœu oblastem. En tenent karabinierju mu je ukazu, naj podpiæe dokument, s katerim naj bi sparjeu ukaz. Zatuo ki je Åedermac odloåno odklonu, ga je parsilu iti za njim v Åedad k prefektu, pred katerem je branu pravico svojih ljudi posluæat Boœjo besiedo v maternem jeziku. Medtem so karabinierji v Varsniku sekvestrali katekizme. Na sreåanju z drugimi kaplani je Åedermac zaviedu, de bo nadækof branu pravice slovenskih vierniku. Kaplan Potokar je poviedu tud, de je æpijon med domaåimi duhovniki kaplan Skubin. Nieki nediejski popudan se je pred oætarijo uneu kreg med Rakarjam in Birtiåam: parvi je drugega toœu, de je ovaduh, æpijon. Birtiå se je branu z vso moåjo; kaplan Åedermac je Rakarju zagotoviu, de ovaduh nie Birtiå ampak drugi vasnjan, se prave Klinjon, ki je snubu kaplanovo sestro Katino. Po smarti matere je kaplan huduo zboleu, imeu je parkaze, moro, treæiko. Ozdravu je poåaso …En dan je v Lipah sreåu zdravnika, ki mu se je parporoåiu, de naj ahta, kier hudobneœi mu åejo slavo.

TISTI VIÅER, KÀR SE JE VARNU V FARUŒ, SE JE ÅEDERMAC USTAVU PAR OKNU. ÆUM VIETRA, KI JE NOSU LISTJE, VEJE DREVES SO SE LOVILE MED SABO

KÀR JE ÆU V KAMBRO, GA JE PARJEU ÅUDNI NEMIER. SLIEKU SE JE, UGASNU LUÅ IN LEGNU. SKLENU JE ROKE IN TIHO MOLU. POGOSTO SE JE ZATEKU K MOLITVI, DE BI LAŒE ZASPAU. SADA PA JE MOLU IZ DUÆNE POTRIEBE, IZ ÅUDNEGA STRAHU IN NEMIERA

JUTRE ZJUTRA SE BOM SMEJAU OD SAMEGA SEBE…

BESIEDE OÅENAÆA SO SE MU USTAVILE IN SO SE MU ZGUBILE TUDI MISLI. ZAÅUMEU JE … NAENKRAT GA JE NIEKE PREBUDILO, DE JE ODPARU OÅI. AL SO BILE SANJE? NAZAJ JE ZAPARU OÅI, PA V TISTEM TRENUTKU JE SPET NIEKE PARLETIELO V OKNO, PIESAK JE ZAZVONIU V GLAŒ

KADUO JE?!

OÅE NAÆ...

KADUO MORE BIT OB TELI URI? GRE ZA ÅLOVIEKA, KI ŒELI SE SPOVEDAT? … SI TI BREÆKON?

ÅEDERMACA JE OBÆLA NIEKA ÅUDNA MISEU, DE SO GA MRAÆÅALCE SPRELETIELE PO TELESU. TIHO JE ÆU PO ÆTENGAH, ODKLENU VRATA, KI SO DAJALE NA DUOR. MOŒ, KI JE STAU V SIENCI, JE PARÆU NA LUNINO LUÅ. BIU JE OBLIEÅEN LE NA PU, OGLAVAST, ÅARIEVJU NIE IMEU ZAVEZANIH, JOPO JE BIU OGARNU ÅEZ RAMANA

BIRTIÅ! KÌ DIELAÆ TLE OB TELI URI? SI PARÆU SE SPOVIEDAT?

NE, NE GOSPUOD, NIESAM PARÆU SE SPOVIEDAT … PO VAS GREJO!

NE, NIESAM BREÆKON. PRIDITE DOL, HITRO!

ÅEDERMAC JE STAU KOT OD STRIELE ZADIET IN GLEDU V MOŒA, KAKOR DE MU NE MORE VIERVAT. BILA JE PA RESNICA PO ME!? KAKUO PO ME!? KADUO PA?

SA’ VESTE, NAMERAVAJO VAS ODPELJAT. DOL NA CIESTI ÅAKA AVTO. KMALU BOJO V VASI

V TRENUTKU JE ÅEDERMACU STUO MISLI SPRELETIELO MOŒGANE. PREFEKTOVO TRUCANJE, OTROCI NA VARTU, KLINJON, BESIEDE ZDRAVNIKA … VSE JE BLUO JASNO IN POVEZANO MED SABO PA PONOÅ?

PONOÅ, ZAUOJ LJUDI. NE MARAJO DIELATI RAVEJA. ÅAKAJO, DE LJUDJE ZASPIJO, ÅE NE BI BLI ŒE TLE

ÅEDERMAC SE JE ÅÙ KURAŒNEGA IN OBENEM PRESTRAÆENEGA. NIE SE MOGÙ ODLOÅITI: RAD BI OSTÙ, SKLICU VSO VAS IN SE PRED OÅMI VSIEH DAU ODPELJAT. PA SE JE BAU POSLEDIC. NE ZASE, ZA DRUGE. GLOBOKO JE VZDIHNU IN SPET VZDIGNU OBRAZ

PUOJDEM! NE BUOJTE SE, NOBEDAN ME NE NAJDE VTECITE, HITRO! NE POVEJTE PA, DE SAM VAS JEST OBVESTIU

41 - GRE NAPREJ RIASSUNTO IN ITALIANO - Questo racconto è tratto dal romanzo «Kaplan Martin Åedermac» dello scrittore sloveno France Bevk (1890-1970). Narra fatti successi nel1933, quando il regime fascista vietò l’uso della

lingua slovena. In questa puntata: Åedermac è tornato da Lipe con uno strano presentimento dovuto all’avvertimento del medico di stare attento alle mosse del suoi oppositori. Pregando si calmò e riuscì ad addormentarsi. Ad un certo punto sentì dei rumori sui vetri: qualcuno gettava sabbia verso la finestra per svegliarlo. Nel buio non riusciva a capire chi era. Scese, davanti alla canonica lo attendeva Birtiå. Vestito alla bell’e meglio, era molto agitato. Lo avverte che sotto il paese c’erano delle persone venute a prenderlo. Perché? Chi? E perché di notte? Åedermac non si dava pace. Gli vennero in mente le parole del medico … Che fare? Birtiå gli consigliò di scappare. Il cappellano avrebbe preferito chiamare la gente e farsi portar via davanti a loro. Ma con quali conseguenze? Raccolse poche cose e scappò.


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ZADNJA STRAN

stran

KAJ KJE KAM KADÀ KUO NEDIÆKE DOLINE

18.00. Sabota an nedieja od 10. do 18. ure. U nediejo 18., ob 16. uri bo obisk, ki ga bo vodu kurator razstave Joœko Vetrih.

• A˘LA - u saboto 24. an nediejo 25. novemberja u faru¡e (via Algida œt. 102) od 9. do 18. ure bo korœ Pranica healinga. Za druge informacije an za se upisat: 0432 691448 - 339 3116666 iphitalia@libero.it

- u @etartak 15. novemberja ob 18. uri u knjigarni (libreria) Ubik bo predavanje na temo Pranic Healing. Guorila bo Danila Petricig. - u petek 16. novemberja ob 18.30 u cierkvi Santa Maria dei Battuti bo predavanje Antonia Caprarica. Parpraulja knji¡nica #edad.

- usak @etartak u faru¡e ob 19.30 do 20.30 poka¡ejo, kaj je an kakuo se diela »Pranic Healing«. Ob 20.30 »Meditazione sui cuori gemelli per la pace e l’illuminazione«. Info: Danila 339 3116666

- do nedieje18. novemberja u pala@i De Nordis bo odparta razstava »Pellis - l’anima del Friuli«. Urnik: od @etartka do nedieje od 10. do 18. ure. Ustop brezpla@ni

• ŒPIETAR - u nediejo 25. novemberja ob 17. uri na Inœtitut za slovensko kulturo Slovensko stalno gledaliœ@o bo predstavilo igro »110 okusnih let«. Info: ISK Œpeter 0432 727490

U dvorani «degli Stucchi», na sede¡u S.O.M.S.I. u #edade : - u nediejo 18. novemberja ob 18. uri bo predavanje z naslovam »Decrescita e dintorni«, - u sriedo 21. novemberja ob 20.30 Ulderica da Pozzo: »Olmis, tracce nel e del territorio«,

- usako sriedo an petak od 19. do 20. je u paleœtri sriednje œuole u Œpietre korœ telovadbe. Parpraulja Planinska Dru¡ina Bene@ije. Info: Daniela 0432714303, Flavia 0432727631 (u ve@ernih urah)

- u petak 23. novemberja ob 20.30 Emilio Rigatti: »Se la scuola avesse le ruote«,

• PRAPOTNO AN SRIEDNJE - u nediejo 25. novemberja ob 9. uri bo pohod od Stare Gore do Sriednjega, kjer se bo jedlo u gostilni Sale e Pepe. Parpraulja Pro Loco Nediœke Doline, info@nediskedoline.it - www.nediskedoline.it cell. 349 3241168 • NEDIŒKE DOLINE - do nedieje 9. di@emberja »Vabilo na kosilo v Nediœkih dolinah«. Za¡eljena je prenotacjon. Info: www.invitoapranzo.it, epoœta: info@invitoapranzo.it, Tel. 0432 726006 / 0432 727665

ÅEDAD - do nedieje 2. di@emberja u cierkvi Santa Maria dei Battuti bo odparta razstava »Odparta obzorja«, umetnost 20. stoletja med Italijo an Slovenijo. Urnik: od torka do petka od 10.30 do 12.30 an od 16.00 do

- u nediejo 25. novemberja ob 18. uri Devis Bonanni: »Pecoranera«, - u petak 30. novemberja

Naro@nine Abbonamenti LETNA/ANNUALE € 16 PODPORNA/SOSTENITORE € 30 SLOVENIJA/SLOVENIA € 20 EVROPA/EUROPA € 25 SVET/EXTRA EUROPA € 35

Poœtni ra@un/Conto corrente postale n. 12169330 intestato a Most scarl, borgo San Domenico 78, 33043 Cividale del Friuli/#edad Ban@ni ra@un /Conto corrente bancario Iban: IT85 P086 3163 7400 0010 0815 095 BIC/SWIFT: RUAMIT21CIV

Architettura »Gettatezza e cura«

TERSKE DOLINE

15. novembra 2012

dom

DOMA#A MODRUOST Kàr za@nejo pekjari kupe hodit’ se bli¡a snieg

- do nedieje 25. novemberja bo enogastronomska prirediteu »Sapori in tavola«. Gostilne, ki sodelujejo, vas vabijo pokuœat tipi@ne jedila. Parpraulja Konsorcij dolceNordEst. Vi@ informacij lahko dobite na internetu: www.dolcenordest.it

KANALSKA DOLINA • TRBI˘ - NABORJET - od @etartka 15. do nedieje 18. novemberja bo 14. edicjon kulinari@ne iniciative «Ein Prosit», na keri sodeluje vi@ gostiln, ki vam ponudijo tipi@ne doma@e jedila. Za degustacije se je treba prenotat. Parpraulja teritorialni turisti@ni kosorcij Info: www.einprosit.org Prenotacije: Coprotur Tarvisio. 0428.2392 • TRBI˘ - do 31. di@emberja na kamunu bo odparta fotografska razstava Claudia Saccara. Urniki: od pandiejka do petka od 10. do 13. ure, u torak an @etartak tudi od 15. do 17.30. U saboto od 10. do 12. ure. Info: Kamun Trbi¡, Tel. 0428.2980 (int. 100)

POSOÅJE • KOBARID - usak @etartak od 15. novemberja do 3. ¡enarja od 17. do 20. ure v likovni u@ilnici osnovne œole bo tematski te@aj keramike. Za se upisat an za druge informacije: JSKD OI Tolmin, Trg m. Tita 8, 5220 Tolmin, Tel. 05 380 11 70 (od 9.00 - 12.00), oi.tolmin@jskd.si - u @etartak 15. novemberja ob 18. uri u prostorih Fundacije Poti Miru bo predavanje z naslovom »Gri@ Der in njegova vloga v @asu soœke fronte«. Info: Tel. 05 38 90 166,

fundacija.potimiru@siol.net - do @etartka 22. novemberja bo u prostorih Fundacije Poti Miru odparta razstava Sare Berginc »Riœem, ker ho@em narisati, da sem sre@na«. Parpraulja Mladinsko kulturno in umetniœko druœtvo Kobarid

srediœ@a Kobarid, izdelavali bojo adventni venec

- od 20. novemberja do 4. di@emberja bojo jesenske aktivne delavnice kulturne dediœ@ine z naslovom »Obi@aji, starine so œ@it domovine«

- u pandiejak 3. di@emberja, ob torkah 11. an 18. di@emberja, 15. an 22. ¡enarja 2013, od 19. do 21. ure, bo u dvorani Doma Andreja Manfrede za@etna 10-urna folklorna delavnica (ples iz Bene@ije, Breginjskega kota an Zgornjega Poso@ja). Za se upisat je @as do 26. novemberja. Parpraulja: JSKD OI Tolmin, Trg m. Tita 8, 5220 - Fax: 05 380 11 71 -oi.tolmin@jskd.si

- u torak 20. novemberja an 4. di@emberja ob 17.00 uri u dvorani Doma Andreja Manfrede (Gregor@i@eva 20), bo mini te@aj rezijanœ@ine - spoznavanje, izgovarjava, primerjava z Luigio Negro iz Rezije. Upisovanja: Vilma Purkart 031 503 723, e-poœta: feniks.slo@gmail.com

• TOLMIN - u saboto 17. novemberja ob 20. uri u Kinogledaliœ@u bojo dve gledaliœki miniaturki »Life®anti«: »Veliki po@« an »Gospa iz Astrahana«. Predstava traja eno uro an 45 minut z odmorom. Info: Zavod K·M - ZKD - 05 381 18 01 - zkdtolmin@siol.net

- u torak 27. novemberja ob 17. uri v Domu upokojencev (Mu@eniœka 5 c) bo kuharska delavnica doma@ih jedi - rezijanski cja@uni, beneœke mrvice, buœki krafi in kobariœki œtruklji. - u sriedo 28. novemberja ob 16. uri pred spomenikom Simonu Gregor@i@u na Kobariœkem trgu bo III. sre@anje Medgeneracijskega

U PRIHODNJI ŒTEVILKI BOMO OBJAVIL’ PRIPOŒJAJTE OBVESTILA DO 26. NOVEMBERJA NA NASLOV redazione@dom.it TEL.-FAX 0432 701455

REDITVE DO POLOVICE DECEMBRA .

SUL PROSSIMO NUMERO PUBBLICHEREMO GLI APPUNTAMERNTI FINO A META ’ DICEMBRE .

26 NOVEMBRE A redazione@dom.it TEL.-FAX 0432 701455

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KULTURNO VERSKI LIST

PETNAJSTDNEVNIK PERIODICO QUINDICINALE ODGOVORNI UREDNIK

DIRETTORE RESPONSABILE MARINO QUALIZZA ZALO¡BA - EDITRICE MOST SOCIETÀ COOPERATIVA A R. L. UREDNIŒTVO - REDAZIONE UPRAVA - AMMINISTRAZIONE 33043 #EDAD - CIVIDALE DEL FRIULI BORGO SAN DOMENICO, 78 TEL. - FAX 0432 701455 e mail: redazione@dom.it www.dom.it Iscrizione Roc n. 5949 del 10.12.2001 STAMPA: CENTRO STAMPA DELLE VENEZIE SOC. COOP. VIA AUSTRIA, 19/B, 35129 PADOVA REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI UDINE N. 8 - 8. 4. 2003

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Vsak dan ob 20.30 Tv dnevnik po slovensko

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»Narobe dan« zmagala na Sejmu Beti Strgar sbanca Liessa

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Novelli fa togliere 160 mila euro ai comuni delle Valli Po Novellijevi zaslugi prikrajœani za 160.000 evrov

Vsak dan, od pandiejka do sabote, poro@ila: ob 7.00, 8.00, 10.00, 13.00, 14.00, 17.00 an ob 19.00.

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Viœarje, »nesmislen« priziv ob@ine Trbi¡ Lussari, ricorso »insensato« del Comune di Tarvisio

Ob nediejah: poro@ila so ob 8.00 in 9.45 (zamejski tisk), 13.00, 14.00, 17.00 in 19.00; ob 9. uri sveta Maœa.

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Veseu planinski burnjak v #epleœiœ@ah Bella festa delle castagne a Cepletischis

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Odbornik De Anna: »V Reziji ¡ivi slovenska manjœina« De Anna bacchetta Chinese

Oddaje za vidensko provinco. Vsako sriedo, ob 9.30 »Tedenski komentar« o Slovencih v videnski provinci. Vsako saboto ob 12.00 iz Rezije »Ta rozajanski glas«, ob 14.10 Nediœki zvon iz ¡ivljenja Beneœkih judi, vsako zadnjo saboto v miescu ob 12.30 iz Kanalske doline »Tam, kjer te@e bistra Bela«.

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