GIORNALE DOM

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Quindicinale - anno XLVIII n. 1

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15. januarja 2013 - Euro 1,00

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POSTA ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, NE/PD- IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO DI PADOVA DETENTORE DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE - TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA - 35100 PADOVA - ITALY

NA GUOD SVETIH TREH KRALJU JE BIU »DAN EMIGRANTA«, KI JE DOPUNU 50 LIET

Sovra¡niki Slovencu so izgubili svojo bitko

IL DISCORSO

Fermo no a chi ci vuole separare dagli altri sloveni

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iamo arrivati a questo importante traguardo dei 50 anni del «Dan Emigranta» quasi senza accorgercene, tanto siamo stati impegnati e attivi nel creare le condizioni favorevoli ed il clima adatto per continuare la nostra storia, non più di emigranti, ma di cittadini del mondo, a partire da quel mondo che è la nostra terra natale, a cui siamo legati come lo può essere il figlio alla propria madre. Il nostro è un rapporto affettivo, per questo motivo è riuscito a superare difficoltà e contrasti di ogni tipo, senza mai perdere la fiducia ed il senso dell’orientamento, del dove andare. Nonostante tutto, ci siamo riusciti e siamo qui oggi, a rinnovare quel proposito di resistenza anche nella bufera, convinti come siamo di lasciare alle nuove generazioni un patrimonio di sapienza, di cultura, di lavoro, di fantasia e di poesia – spesso di dramma – capace di alimentare anche il futuro della nostra terra. Tutto questo è riassunto nella storia e nel presente del «Dan Emigranta», perché è così strettamente legato alla nostra esistenza ed identità, che non possiamo immaginarci senza di esso. 50 anni fa ci siamo mostrati in pubblico, siamo usciti finalmente allo scoperto, sostenendo una sola verità: siamo cittadini normali divenuti adulti, coscienti e contenti della loro identità. Tutto il resto è conseguente e va continuato. Nel vivere questo anniversario non possiamo dimenticare almeno 4 persone, domandando venia per gli altri che non nominiamo: Izidor Predan, Polo Petricig, Mario Laurencig ed Emilio Cencig. Con diversi contributi e diverse ispirazioni hanno costruito una collaborazione vitale per la nostra comunità ed hanno dato anche una indicazione significativa per i nostri giorni: la vita della nostra comunità vale più delle opinioni personali che ognuno può coltivare tranquillamente; le persone prima delle ideologie. A cominciare dall’anniversario del «Dan», l’elenco si allunga tanto da non essere adeguatamente celebrato. In primo luogo i 150 anni dalla nascita di Ivan Trinko. Che dire in proposito? In estrema sintesi, la filosofia che diventa poesia e questa che illumina la realtà quotidiana, dandole prospettiva e futuro. Don Eugenio Blanchini è meno noto al grande pubblico, l’associazione culturale «Blanchini» ne perpetua la memoria che può essere così espressa: un prete che non si è dimenticato dell’Incarnazione e ha impostato la sua attività nella promozione e nella crescita del «proletariato», parola ortodossa ai suoi tempi. Marino Qualizza continua a pag. 4

Med œtevilnimi oblietnicami, ki jih lietos obhajamo, je tudi 80-lietnica prepuovedi slovenskega jezika v cierkvah. »Jezik je ostù. Njegovi sovra¡niki so pa izgubili bitko. Upamo, de bo œe naprej rastu,« je poviedu msgr. Marino Qualizza v nabito punim teatru »Ristori« v #edadu. Dr¡avni podtajnik Saverio Ruperto je pa vpraœu odpuœ@anje za karvice, ki jih je Italija nardila svojim Slovencam beri na 5. strani

PRED PETIMI LETI je padel prekleti konfin. A so meje v nekaterih glavah ostale trdne

Nestrpnost in pritlehnost sta œe mo@no prisotni

V

Poso@ju se œe zelo ¡ivo spominjamo dogodkov na mejnih prehodih pred petimi leti. Bili so mrzli decembrski dnevi, a grelo nas je navduœenje in upanje na boljœe, lepœe dni za prebivalstvo na obeh straneh meje. Bili so dnevi, ko smo na Solarjih, Livku, Robidiœ@u, Mostu na Nadi¡i, U@ji, Predelu in seveda na Robi@u praznovali in se veselili padca prekletega konfina. Sre@ne in vesele ljudi je bilo videti na vseh prireditvah. Œe posebej veselo in prijateljsko je bilo na mejnem prehodu na Robi@u oziroma Œtupci. Zbralo se je ve@ tiso@ ljudi. V zraku je bilo @utiti veliko pri@akovanje. Nepozabni so spomini na no@, ko smo skupaj dvignili mejne zapornice in si za¡eleli, da med nami ne bi bilo nikoli ve@ nobenih pregrad. Pet let je minilo od tedaj. Danes je primeren @as, da se vpraœamo ali so se naœa pri@akovanja in ¡elje uresni@ile. Obstaja ve@ vrst svobode. Svoboda gibanja je ena najpomembnejœih vrst. Padec tiso@krat prekletega konfina nam je prinesel veliko vrednoto – svobodo gibanja. Na admini-

V TELI ÆTEVILKI KOBARID Na novoletnem sreåanju Slovencev tudi predsednika Janez Janæa in Renzo Tondo • stran 6 DREKA Obåina vabi »Giro d’Italia« ob stoletnici 1. svetovne vojne • stran 8

strativni meji med Slovenijo in Italijo ni ve@ blokov. Ni ve@ vsiljivih carinikov, ki so spraœevali, kaj imate za prijaviti. Ni ve@ vsiljivih financev, ki so spraœevali, kam greste. Ni treba ve@ kazati dokumentov. Blago se prosto pretaka iz dr¡ave v dr¡avo. #e sedaj ne bi bilo tabel, ki naznanjajo, da prihajamo na ozemlje sosednje dr¡ave, bi niti ne vedeli, da smo prekora@ili mejo. Nadi¡a te@e iz ene v drugo dr¡avo in je svobodna v izbiri svoje poti. Tako tudi

ljudje sedaj potujejo svobodno. Prelepo se je sedaj zapeljati kjerkoli @ez administrativno slovensko - italijansko mejo in noben ne vpraœa, kam si namenjen in kaj imaœ. Pred petimi leti smo govorili, da se veselimo padca meje in smo upali, da se bo tudi v glavah kaj premaknilo, da bo meja tudi v glavah padla. Zdravko Likar se nadaljuje na 6. strani

GORENJI TARBIJ Beneåija se je s hvaleœnostjo poslovila od g. Cenciga • stran 9 REZIJA Œupan Chinese klonil pred pritiski in »Kultursko hiæo« spet zaupal Folklorni skupini • stran 11 Redakcijo smo zakljuåili 8. januarja ob 14. uri


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VERSKO ¡IVLJENJE

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IL PAPA al corpo diplomatico

15. januarja 2013

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L’ARCIVESCOVO DI UDINE HA INCONTRATO POLITICI e amministratori dettando loro l’agenda per la prossima legislatura regionale

La Chiesa è orientata «ad ogni popolo»

La gente aspetta dai politici segnali di «una onestà di fondo»

ace, crisi economica, rispetto P della vita: sono stati questi i tre pilastri del grande discorso che

Mons. Mazzocato ha denunciato «la permanente depressione del sistema montagna in Friuli»

Benedetto XVI ha rivolto il 2 gennaio scorso, in Vaticano, al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, in occasione degli auguri di inizio anno. Il Papa ha rinnovato un accorato appello per la pace in tutti quegli Stati, dalla Siria al Congo alla Nigeria, dove le popolazioni sono travolte dalla guerra e dalla violenza. Quindi, parlando della crisi economica, ha detto che non bisogna rassegnarsi «allo spread del benessere sociale», mentre «si combatte quello della finanza». Attualmente, sono 179 gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede. A questi vanno aggiunti: l’Unione Europea, il Sovrano militare ordine di Malta e una Missione a carattere speciale: l’Ufficio dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina. Fin dalla sua origine, ha ricordato Benedetto XVI, la Chiesa è orientata ad «ogni popolo»: ecco perché il suo impegno non è «un’ingerenza» nella vita delle società ma un contributo «per il progresso del genere umano». Il Papa è partito da qui, dalla missione della Chiesa per sviluppare la sua visione sulle grandi sfide che oggi il mondo ha di fronte, a partire dall’urgenza della pace. «Rinnovo il mio appello – ha detto riferendosi ai conflitti in atto in varie regioni del mondo – affinché le armi siano deposte e quanto prima prevalga un dialogo costruttivo per porre fine a un conflitto che, se perdura, non vedrà vincitori, ma solo sconfitti, lasciando dietro di sé soltanto una distesa di rovine».

anno 2013 è iniziato anche nel segno di una campagna elettorale dai toni accesi che vede come protagonisti schieramenti politici in parte nuovi, in parte rinnovati o alla ricerca di una visibilità e credibilità appannata. Il 24 e 25 febbraio gli elettori saranno chiamati ad eleggere il parlamento nazionale, mentre il 21 e 22 aprile i cittadini del Friuli Venezia Giulia voteranno per il rinnovo del consiglio regionale, che sarà l’undicesimo da quando cinquant’anni fa è stata costituita la regione autonoma. Due importanti appuntamenti elettorali, dunque, davanti ai quali la Chiesa Udinese ha sentito il dovere di intervenire ribadendo l’alto senso dell’impegno politico ed ha indicato i criteri sui quali fondare le scelte nell’amministrazione del bene comune. A pochi giorni dal Natale, il 20 dicembre scorso, l’arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato si è incontrato con i politici e amministratori locali ed ha presentato loro il messaggio nel quale ha ricordato che la gente aspetta da loro segnali di una «onestà di fondo, pur all'interno delle regole intrinseche alla dialettica politica e alla costruzione del consenso». «Non possiamo negare – sottolinea l’arcivescovo nel messaggio – che viviamo un tempo in cui questa respon-

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PAPEŒEVA POSLANICA OB SVETOVNEM DNEVU migrantov in beguncev, ki bo v nedeljo 13. januarja

Åez 20 milijonov ljudi na papeœevih avdiencah

vajset milijonov in 544.000 romarD jev se je od leta 2005, od izvolitve pape¡a Benedikta XVI., pa do danes

udele¡ilo sre@anj s svetim o@etom v Vatikanu ali pa v njegovi letni rezidenci v Castel Gandolfu. Te podatke, ki so seveda zgolj pribli¡ni, poro@ajo pri Radiu Vatikan, je na podlagi razdeljenih vstopnic v teh dneh objavila Prefektura papeœke hiœe. V pravkar zaklju@enem letu 2012 se je slovesnosti, ki jih je vodil Sveti O@e, udele¡ilo preko dva milijona in 351.000 vernikov. Triinœtiridesetih sploœnih avdienc se je udele¡ilo okoli 447.000 oseb, 146.000 pa posebnih avdienc. Na bogoslu¡nih slovesnostih je bilo navzo@ih okoli 501.000 vernikov, pri molitvah angelovega @eœ@enja in »Raduj se, Kraljica nebeœka« pa okoli 1.256.000 oseb.

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L’incontro con i politici e gli amministratori è una costante delle visite dell’Arcivescovo alle realtà territoriali sabilità pesa perché ognuno di noi raccoglie quotidianamente le richieste accorate di persone, famiglie, aziende che temono di non farcela più e invocano aiuto. Ci sentiamo dentro un travaglio sociale di grandi dimensioni e che non dà segni sicuri di andare verso il parto di una stagione più serena e promettente. Tra le persone e le famiglie che si sentono meno tutelate perché vedono vacillare le garanzie sociali che abbiamo, anche faticosamente, guadagnato è facile che si diffonda la tentazione di lasciarsi andare al disorientamento, alla rassegnazione, alla protesta qualunquista specialmente». No alla protesta qualunquista, dunque, ma è necessario restare «dentro il travaglio con atteggiamento attivo, senza mollare il timone e cercando di interpretare i segni del tempo per intuire e seguire le prospettive più indovinate e durature». E l’arcivescovo indica tre capisaldi che «le persone attendono di veder presenti nella vita e nei discorsi dei loro amministratori in questo tempo di crisi e di purificazione». Il primo caposaldo è una coscienza affidabile e formata. Ed agire secondo coscienza «non signi-

fica seguire spontaneisticamente ciò che a me sembra bene o male. È frutto, piuttosto, di un dialogo interiore tra la mia intelligenza e ciò che è veramente il bene e il male e che non posso inventarmi io ma mi viene rivelato. Un buon politico e amministratore non può decidere lui in che cosa consista il bene delle persone a cui è a servizio. Questo bene lo rivela Colui che ha pensato e creato, con infinito amore, la persona umana». «Un secondo segnale di speranza che le persone attendono dai loro amministratori – scrive l’Arcivescovo nel messagio a politici ed amministratori – è l’impegno a creare sinergie tra soggetti diversi ma orientati verso l’unico bene comune. L’immagine che mi viene è quella della rete che trasmette un senso di sicurezza perché tiene assieme tutti senza perdere nulla, un senso di efficacia perché permette di pescare tutte le risorse, un senso di comunità perché ognuno si intreccia con l’altro pur nella diversità. Conoscendo, in questi tre anni di episcopato a Udine, la realtà religiosa, sociale, economica, culturale del nostro

»Migracije: romanja vere in upanja«

»M

igracije: romanja vere in upanja« je geslo pod katerim bo v nedeljo 13. januarja potekal svetovni dan migrantov in beguncev. »Vera in upanje namre@ – piœe pape¡ Benedikt XVI. v poslanici, v kateri razlaga pomen tega dneva in kristjanom nalaga dol¡nost biti blizu ljudem, ki iz potrebe in nasilja zapuœ@ajo svojo domovino – predstavljata nelo@ljivo dvojico v srcu tolikih migrantov, za@enœi s trenutkom, ko se v njih pojavi ¡elja po boljœem ¡ivljenju, ki se pogosto povezuje s te¡njo, da pustijo za sabo ”obupavanje“ nad neuresni@ljivo prihodnostjo. Obenem potovanja mnogih navdihuje globoko zaupanje, da Bog ne zapusti svojih ustvarjenih bitij. Ta tola¡ba pa napravi rane izkoreninjenosti ter lo@itve znosnejœe, saj morda celo vklju@uje upanje na prihodnjo vrnitev v doma@e kraje. Vera in upanje torej pogosto napolnjujeta prtljago tistih, ki se izseljujejo v zavesti, da z njuno pomo@jo ”moremo obvladovati svojo sedanjost. Sedanjost, tudi te¡avno sedanjost, je mogo@e ¡iveti in sprejeti, @e vodi k nekemu cilju in @e moremo biti tega cilja gotovi; @e je ta cilj tako velik, da opravi@uje napornost poti”

(okro¡nica Reœeni v upanju, œt. 1).« Katera je pa vloga Cerkve in kristjanov pred socialnim fenomenom, ki v zadnjih letih zaznamuje in spreminja podobo »bogatih« de¡el? »Cerkev na œirokem polju migracij – piœe pape¡ v svoji poslanici za svetovni dan migrantov in beguncev – svojo materinsko skrb obra@a v ve@ smeri. Po eni strani zaznava, da pri migracijah prevladujejo okoliœ@ine revœ@ine in trpljenja, ki ne redko vodijo v drame in tragedije. Konkretno se tu izvajajo akcije pomo@i za reœevanje œtevilnih stisk; temu se velikoduœno posve@ajo posamezniki in skupine, prostovoljska zdru¡enja in

gibanja, ¡upnijska in œkofijska ob@estva v sodelovanju z vsemi ljudmi dobre volje. Po drugi strani pa Cerkev ne pozablja na pozitivne vidike, dobre potenciale in nove vire, ki jih migracije prinaœajo. Zato se v tej smeri izvajajo akcije sprejemanja, ki spodbujajo in spremljajo celostno integracijo migrantov, prosilcev azila in beguncev v novo dru¡beno-kulturno okolje, ne da bi pri tem spregledali religiozno razse¡nost, ki je bistvena za ¡ivljenje vsake osebe. Ravno to je razse¡nost, ki ji mora Cerkev zaradi samega poslanstva, ki ji ga je nalo¡il Kristus, posve@ati posebno pozornost in skrb: to je njena najpomembnejœa in posebna naloga. Pozornost na religiozno razse¡nost pri kristjanih iz razli@nih krajev sveta vklju@uje tudi ekumenski dialog in skrb za nove skupnosti, medtem ko se pri katoli@anih med drugim izra¡a kot oblikovanje novih pastoralnih struktur in kot vrednotenje razli@nih obredij, vse dokler ne pride do polnega sodelovanja v ¡ivljenju krajevnega cerkvenega ob@estva. #loveœki napredek gre z roko v roki z duhovnim ob@estvom, ki odpira pot »k pristnemu in prenovljenemu spreobrnjenju h Gospodu, edinemu Odreœeniku sveta« (Apostolsko pismo Vrata vere, 6).«

Friuli mi sto rendendo sempre più conto della ricchezza di comunità piccole e grandi, di soggetti singoli e associati, di valide iniziative che ospita questa terra. Se tra loro fosse più stabile ed efficiente una rete di relazioni e collaborazioni, veramente la “pesca” sarebbe più ricca; per non dire “miracolosa”, ricordando il racconto evangelico». Il terzo caposaldo sul quale deve essere fondata l’azione politica è un programma di governo imperniato su nuclei forti. A questo proposito mons. Mazzocato ricorda i cinque grandi temi che tutti dovrebbero considerare decisivi per il futuro del Friuli e che sono stati individuati nell’assemblea diocesana celebratasi nell’autunno del 2011: «1. il cambiamento demografico, che si fa acutissima urgenza per le conseguenze pesantissime che comporta sulle generazioni più giovani e su quelle a venire. 2. La necessità di conciliare sapientemente famiglia e lavoro, trovando strumenti concreti per armonizzarne le reciproche esigenze. 3. La delicatezza di qualsiasi intervento di riforma che tocchi il sistema sociosanitario della Regione, poiché mai come in quell’ambito le scelte sulle strutture e sulle logiche di fondo hanno ripercussioni sulle persone e in particolare su quelle più fragili e bisognose. 4. La permanente depressione del sistema montagna in Friuli, che ancora non ha trovato il modo di catalizzare virtuosamente lo sviluppo di una porzione così bella e così culturalmente, naturalisticamente e spiritualmente ricca della nostra Piccola Patria. 5. L’opportunità di porre mano all’assetto istituzionale, non perché le imposizioni di stabilità dei bilanci pubblici dei vari livelli mettano in discussione l’eredità giunta fino a noi, ma per meglio servire il bene comune, il bene del Friuli Venezia Giulia e il bene dell’Italia e dell’Europa».

JEZUSU KARST

»Ti si moj ljubljeni Sin« 1. berilo Glejte, moj slu¡abnik, ki ga podpiram, moj izvoljeni, ki se ga veseli moja duœa. Poluo¡u sam nanj svojega duha, ljudstvam bo deliu pravico. Ne bo vpiu, ne bo povzdigovau in ne dau sliœati svojega glasu po ulicah. Nalomljene palce ne bo zlomu in tle@ega stenja ne ugasil, zvesto bo deliu pravico. Ne bo opeœu in ne klonu, dokier ne vzpostavi pravice na zemlji in otoki ne do@akajo njegove postave. Izaija 42, 1-4 Evangelij po Luku Tisti cajt, ker je ljudstvo ¡ivielo v pri@akovanju in so se v sarcu vsi spraœevali o Janezu, @e nie morebit on Mesija, je Janez vsem odgovoriu: »Jest vas karœ@ujem v vodi, pride pa mo@nejœi od mene, kateremu niesam vriedan odvezati var@ic njega sandal; on vas bo karstu v Svetem Duhu in ognju.« Kàr je vse ljudstvo parjemalo krst in je biu tudi Jezus karœ@en ter je molu, se je odparlo nebuo. Sveti Duh je parœu nadanj v telesni podobi kakor golob in zasliœu se je glas iz neba: »Ti si moj ljubljeni Sin, nad teboj imam veselje.« 3, 15-16. 21-22


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ZGODOVINA

- KULTURA

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LA LETTERA DEI SACERDOTI DELLA SLAVIA A MONS. ZAMBURLINI che si era rivolto in Vaticano a motivo di alcuni presunti abusi dell’uso dello sloveno in chiesa

La lunga stagione del «vicariato sclabonico» di Tarcento

Tarcisio Venuti

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on ci è noto quando effettivamente sia iniziata la consuetudine importantissima di tenere un vicario sclabonico per le ville slave dipendenti dalla vetusta pieve di Tarcento. Sappiamo solo che il bisogno era impellente e che doveva risalire a tempi remoti. Quindi l’assistenza diretta dei pievani di Tarcento tramite un sacerdote idoneo, può benissimo aver avuto origine nella stessa sede plebanale. E il Baldissera rimarca: «La mancanza infatti di chiese nelle ville slave prima del 1500, è testimonianza palese della deplorevole condizione religiosa in cui fino allora erano rimasti i nostri alpigiani» (G. Baldissera, La pieve di Tarcento, Tarcento (Ud), 1933, p.13). Di questa inadeguata assistenza alle popolazioni slovene insite nel pievanato di Tarcento, fa fede un patto del 18 dicembre 1497, col quale il pievano del tempo affittava le rendite della pieve al suo vicario, Pre Pellegrino di Lucca, verso il compenso annuale di 28 ducati coll’obbligo di mantenere, a proprie spese, come di consueto, un prete di lingua slava per gli obblighi del ministero verso gli abitanti della montagna: «Cum pacto debeatur tenere apud se unum sacerdotem sclabonicum sumptubus suis, iuxta consuetum» (P. Bertolla senior, in «Pagine friulane», anno III). Il 9 novembre 1498, Pre Pellegrino veniva citato perché non teneva unum socium qui sciret idioma sclavicum. E non avendo il soggetto ad hoc, la Curia il 6 aprile 1500 ordinava al pievano di Tarcento di provvedere un sacerdote che sapesse lo slavo, per le ville della montagna. E il Vicario patriarcale pure intervenne il 1 ottobre 1510, con la convinzione stipulata tra il Pievano e la Comunità di Tarcento: «… pro habitatione dicti Cappellani sclaboni construere…», in Tarcento. Per cui tutti i villaggi dei monti, e anche del piano, erano uniti alla chiesa pievanale e battesimale più antica da strade e sentieri, ma questi potevano essere disagevoli

se i centri abitati si trovavano sulle Prealpi. Tali difficoltà sussistevano in una parte dei territori di Artegna, di Tarcento e di Nimis. A codeste ville, il disagio fu ovviato con la concessione dei diritti parrocchiali, totali o parziali, come a Montenars (Artegna), Taipana (Nimis), Lusevera (Tarcento); Villanova e Sedilis avevano il cimitero in cui seppellivano i loro morti, ed il proprio cappellano (comunale). Le chiese slovene dei monti soggette alla pieve di Tarcento erano in numero di otto: S. Giorgio di Lusevera; S. Giuliana di Sedilis; S. Floreano di Villanova; S. Croce di Stella; S. Antonio di Sammardenchia; S. Lorenzo di Coia; S. Carlo di Ciseriis; S. Sebastiano di Zomeais (S. Osvaldo di Crois era privata). Gli edifici chiesiastici elencati e le rispettive ville formeranno la Cappellania Curata degli Schiavoni in seno al piviere di S. Pietro di Tarcento. Infatti, nel 1607 le dieci borgate slave, o come si chiamavano allora i dieci comuni di Coia, Sammardenchia, Stella, Zomeais, Ciseriis, Sedilis, Villanova, Lusevera, Pradielis e Cesariis, non trovando regolari, né sufficienti le prestazioni del Cooperatore parrocchiale, stabilito dal patriarca Francesco Barbaro, vennero ad un accordo col pievano, la Curia e il Capitolo dei Canonici di Udine d’istituire un Vicario apposito da essi eletto e stipendiato, il quale dovesse aver casa propria in Tarcento e attendere esclusivamente al ministero religioso delle borgate. E con tale, opportuno provvedimento mercé lo zelo e il personale sacrificio degli investiti, l’amministrazione della Pieve continuò tranquilla e concorde fino al 1730. A quest’epoca, però, le borgate di Lusevera, Pradielis e Cesariis, troppo discoste e mal collegate col capoluogo per la pessima viabilità, resa spesso pericolosa specie nella stagione invernale, chiesero di staccarsi dal pattuito consorzio. La Curia annuì alle pressanti istanze, ed eretta a sacramentale la chiesa di S. Giorgio di Lusevera, il 28 aprile 1738, accordò loro senza ostacoli la facoltà

La chiesa di S. Giorgio di Lusevera prima del terremoto del 1976 di mantenersi un cappellano stabile con residenza fissa in quella villa. Per le stesse ragioni nel 1840, le altre sette borgate, dopo aver tentato invano di costituirsi in parrocchia autonoma, con sede a Ciseriis, dove anzi nel 1830 avevano già trasferito la residenza del proprio Vicario, indussero l’arcivescovo Zaccaria Bricito a sopprimere il cosiddetto Vicariato degli Slavi, a favorire in cambio nelle singole ville l’erezione di separate Curazie (oggi parrocchie) come in parte esistono tuttora (G. Baldissera, o.c., pp. 16-17). Le chiese S. Lorenzo di Coia: era un oratorio antico annesso al castello di Tarcento, ricordato nel 1281, 1291, 1298, 1305 ecc. Era una chiesetta in stile romanico indi gotica. Col tempo subì diversi restauri. Venne integralmente riedificata nel 1865-70. Distrutta dai sismi del 1976, rifatta in stile alpestre. S. Carlo e S. Pantaleone a Ciseriis: questa chiesa sorse nella seconda metà del XVII secolo; ebbe ricostruzione completa nel 1857. Durante la lite per l’autonomia parrocchiale delle sette ville, fu designata a sede del nuovo centro e perciò ebbe anche il privilegio di tutti i Sacramenti. Distrutta dai sismi

del 1976, fu ricostruita in forma moderna. S. Croce di Stella: la borgata di Stella nel 1650 aveva una chiesetta titolata a S. Elena, la quale nel 1765 fu ribattezzata col nome di S. Croce. Eretto un nuovo edificio di culto, in splendida posizione, nel 1857, fu distrutto dai sismi del 1976, indi ricostruito in stile alpestre. S. Floreano a Villanova: secondo ricerche archivistiche la chiesa viene collocata nel 1592 e il suo cimitero nel 1598. Fu più volte restaurata nei secoli XVII e XVIII. Fu integralmente ricostruita nel 1874. Gravemente lesionata dai sismi del 1976, fu totalmente ripristinata. Ss. Ermacora e Fortunato di Cesariis: costruita nel 1872. Distrutta dal terremoto del 1976, indi ricostruita in stile moderno. S. Giuseppe di Pradielis: costruita tra il 1865 e il 1873. Nel 1886 fu ampliata. Distrutta dai sismi del 1976. Rifatta in stile alpestre. S. Antonio Abate in Sammardenchia: chiesa innalzata nel 1485 e consacrata nel 1512, col titolo di S. Nicolò. Nei secoli seguenti fu ingrandita e cambiò la titolarità in S. Antonio Abate. Fu riedificata ex novo nel

1886-1905; distrutta dai sismi del 1976, ricostruita in stile alpestre. S. Giuliana di Sedilis: fondata tra il 1355 e il 1370. Dopo vari restauri, nel 1857 fu rinnovata dalle fondamenta. Distrutta dai sismi del 1976, rifatta in stile moderno. S. Giorgio di Lusevera: la sua consacrazione risale al 1484. Rifatta nel 1897. Distrutta dai sismi del 1976, ridonata in stile alpestre. Serie dei Vicari-Curati per le ville slave soggette alla Pieve con sede a Tarcento: 1600-1603: Giovanni Tonero cappellano degli Slavi. 1607: concordio per la formazione della Vicara degli Slavi. 1608-14: Pre Giovanni de Augustinis. 1614-20: vacante. 1620-1650: Pre Domenico Del Medico. 1651-62: Pre Francesco Marchetto o Marcuzzo. 1663-79: Pre Mattia Leban da Palubino, contado di Tolmino. 1679-1721: Pre Tomaso Leban, fratello del precedente. 1721-32: … 1732-37: Pre Andrea Clemencigh. 1737-38: Pre Antonio Ermacora di Montenars. 1738-41: Pre Stefano Terlicher da Merso di Sopra. 1741-1746: Pre Francesco Peteaniz. 1746-51: Pre Giovanni Pintar. 1751-64: Pre Gio. Batta Matteligh da S. Leonardo. 1764-93: Pre Domenico Cussigh da Nimis (Diresse la famosa lite de’poveri Comuni contro li Consorti Frangipane). 1794-1807: Pre Mario Zai da Tarcento. 1807-19: Pre Giovanni Costaperaria da S. Pietro degli Slavi. 1819-20 Pre Giovanni Sommaro da Zomeais (Ciseriis). 1821-23: Pre Giovanni Benedetti. 1823-29: Pre Giovanni Vidoni. 1829-34: vacante. 1834-36: Pre Giuseppe Turchetti. 1836-37: vacante. 1838-40: Pre Gio. Batta Gallerio (… gentile poeta dialettale friulano, che fu poi pievano di Vendoglio, tenne la residenza in Ciseriis contro le abitudini di tutti i predecessori, avendo allora tentato le sette Ville Slave la costituzione autonoma d’una parrocchia con matrice la chiesa di S. Carlo). Nel 1840, il 23 settembre fu decretata la soppressione della vicaria degli Slavi e della successiva prrocchia di S. Carlo di Ciseriis.

PISMA LAŒANSKEGA ŒUPNIKA ANTONA CUFFOLA MISIJONARJU ZDRAVKU REVNU, ki je veliko skrbel tudi za beneæke izseljence v Belgiji

Ko so domaåi duhovniki prekriœali roke in æli na Aventin V pismu z dne 8. oktobra 1954 g. Anton Cuffolo misijonarju Revnu poro@a o raznih zadevah in dogodkih, ki se na za@etku jeseni pripetili v Bene@iji. Najprvo omenja da »pre@[astiti] dolinski kœef«, se pravi novi dekan Nediœkih dolin g. Francesco Venuti, »ni bil œe uradno proglaœen; je zelo v skrbeh, ker stvar se nekam preve@ zavla@uje. Tudi hudi@i niso vsi slo¡ni in zadovoljni z njim in najbr¡ da mu me@ejo polena pod kolesa. Kon@no bo le on in, v sedanjih razmerah, je najbolje, da je on na krmilu barke, ki plove po hudo razburkanem morju. Reve¡ nima potrebnih talentov za tako opazen polo¡aj in ni v stanu se nepoœkodovano kretati na eno ali na drugo. Jakopovci bodo vedno z Damoklejevim me@em v roki [!?] in na to bo moral le paziti.« V nadaljevanju se Cuffolo veseli pozitivnih vesti o »obliœkem beguncu«, se pravi o g. Francu Cicigoju, ki je bil zapustil obliœko faro in se posvetil misijonskemu delu med izseljenci v Œvici. »Za nas – piœe Cuffolo – je veljal za @udaka in vsi smo ga sodili za nezmo¡nega za tako resen apostolat. Hvala Bogu, da se je ’zadrl‘ v Œvici in da prekaœa Lahe«.

Nato Cuffolo omenja nekega »topolovskega pesnika« v Œvici, ki ne utegnemo ga identificirati, in izra¡a upanje, da »naj œe pesni. Ako ima talent, lahko postane ljudski pesnik in se bo okora¡il. Mogo@e, da bo kaj dobrega œe za prihodnje kole[darje]«. V pismu naslovljeno g. Revnu po 2. decembru 1954 Cuffolo piœe, da se ne ni@ @udi, da so doma@i nacionalisti […] tudi proti vam poslali alarm na ministrstvo v Ve@no mesto, pa to naj vas ne bega, ker tja poœiljajo vsaj eno na teden, tako da gosp[od] minist[er] ni nikoli v zadregi za papir v … straniœ@u. Torej tudi v Petem kontinentu1 nas ¡e poznajo in to, seveda, po vaœi zaslugi. Dobro, da so se tudi tamdoli zganili in za@eli ¡iveti. Tudi Bera@ev je tamdoli za enega velikega Zdravka, samo da so raztreseni. Dol hodijo vedno nove neveste. #e veste za naslov kakega naœega duh[ovnega] pastirja, poœljite mi ga o prvi priliki. […] Pred nekaj tedni je v oddajni uri za Bera@e iz predstolnice kr[anjskih] klobas2 povedal tudi o par umrlih Bera@ev v Bel-

giji in povedal, da je povzel novico iz glasila belgijanskih Bera@ev. Mogo@e ta je bil uzrok, da so Hlo@i [!?] ali naœi pre@astiti nadlegovali notranjega min[istra]. So mi pravli, da œvicarski Franc je bil pokukal, za par dni, domov na pogreb nekega strica. Oblice so œele vdove @etudi bi radi tudi tjagor poslali kakega ’obsedenca‘. Œkoda pa, da od treh kozli@kov, ki [jih] je bil Franc poslal na paœo, dva sta ¡e zapustila in je osta le œe eden.3 […] Œe to vas bo zanimalo. Obsedenci so poslali ’slepo‘4 vsem duhovnim in posvetnim oblaznikom [!] tudi samostanom. V notranjosti in preprosti ljudje, ki niso poznali pokojnega Tr@munca in ne poznajo razmere, jim verjamejo. Kulturni ljudje pa in oni, ki poznajo razmere, obsojajo, tembolj ker jim je o@itno, da take ’sleparije‘ prihajajo … od duhovnih obsedencev.5 Pri@akovali smo, da odgovorni Kristusovi nasledniki bodo prisiljeni nekaj ukreniti: ali izbob@iti Bera@e ali pa … lopniti po poznanih ’sleparjih‘. Ker pa je ostalo ne le vse tiho, ampak sleparji se rogajo œe bolj pogumno svojim ¡rtvam, smo Bera@i sklenili prekri¡ati roke, oziroma ne imeti ni@ skupnega z ob-

sedenimi sobrati, ne s predstojniki, ki jim dr¡e trto z mol@anjem morda zato, da bi ne priœlo v zamero tistim, ki imajo skrinjo Jude¡evih groœov. Tako pred tednom je novokronani œpietarski kœef napovedal kanino@no konferenco. Odzvalo se je samo 5 obsedencev, ostali (13) so se isto@asno zbrali v a¡lijski sosednji vasi, tamdoli gruntali nove ukrepe in sklenili, da bodo razpustili K[atoliœko] a[kcijo],

nazaj poslali vse @asopise, nikoli in za nobeno zadevo œli v videmski brlog itd. Novokronani kœef je sporo@il uradno o œtrajku in o namerah onih na Aventinu. Gospodje tamdoli so kar vzkipeli od jeze proti ’upornikom‘. #akali smo ukrepov ali vsaj, da bodo poklicani na odgovor, pa doslej ni@ tega, vse tiho. Bera@i so jih spravili v veliko zadrego, ra@unajo namre@, da @e bodo kaj ukrenili, bi dali povod za priziv na najviœjo instanco, kjer so oni ¡e slabo pisani. Bera@i so sklenili tudi, da v nobenem slu@aju se ne bodo odzvali na odgovor ako ne vsi skupaj. Odgovorni gospodje bodo vedeli, da nimajo opravka z enim ali drugim, ampak s … kolektivom. Vsi za enega, eden za vse. Bomo videli, kako se bodo izmuzali. Bera@i so pripravljeni na vse: ali Bera@i ali ’obsedenci‘ bodo morali pasti - skupaj ne morejo ve@ orati. ˘ivce ni mogo@e ve@ brzdati. Bera@i niso taki su¡nji, da bi lahko vsi peœtali po njih. […] Medtem ko ’obsedenci‘ imajo vedno ve@ groœov, ra@unajo, da Bera@i bodo morali letos za lastovkami, ker vsled nadvse slabe letine nimajo lire. Bomo ¡e videli, ali ni redilna tudi gnada bo¡ja in trma beraœka. Hvala za vse in lepo pozdravljeni od Poglavarja Bera@ev

1. V Avstraliji. 2. Ljubljana. 3. G. Rino Marchig (1940-1982). 4. Gre za poznano ¡aljivo okro¡nico proti I. Trin-

ku in drugim zavednim slovenskim duhovnikom. 5. Furlanski duhovniki delavni v protislovenskih krogih.

Ætrajkal je tudi g. V. Birtig


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POGLOBIMO IN PREMISLIMO

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L’OPINIONE di Riccardo Ruttar

Quei comportamenti incomprensibili

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ediœke doline» sono vocaboli del cosiddetto «natisoniano» o della vituperata lingua slovena? Lo chiedo agli esperti miei conterranei natisoniani, a quei sindaci delle «Valli» che trovano disdicevole, inopportuno, fin offensivo che questo nome possa coesistere nel battesimo statutario dell’unione montana rinascente (si fa per dire) dai ruderi della vecchia comunità del Torre, Natisone e Collio. Lo trovo assurdamente contradditorio viste le loro aderenze manifeste e conclamate con gli assunti – più sconclusionati che discutibili – propugnati dal fantomatico Istituto Slavia. Sbavavano, infatti, alle parole di chi, nel recente convegno «Materni izik, demokracija an godnuvanje» prospettava la rinascita e lo sviluppo delle Valli ponendo la lingua materna – ovviamente il «nediœko» contrapposto allo «slovensko» – come elemento fondante dello sviluppo stesso. Meraviglia non poco, quindi, che ora battano pugni sui tavoli per rifiutare il nome «Nediœke doline» accanto a «Valli del Natisone». Mi scusino i lettori, ma c’è un nome più «nediœko» di «Nediœke doline»? Un tale rifiuto mi fa pensare alle manifestazioni tipiche delle personalità dissociate. Il fatto che «Nediœke doline» sia, ovviamente, anche il nome perfettamente «slovensko» li fa andare in tilt. Li rivedo contriti e compunti, muti come pesci, ad ascoltare il vuoto del discorso del commissario pro tempore, Sibau, senza minimamente contraddire gli auspici collaborativi della vicepremier slovena Ljudmila Novak in occasione della sua visita in Bene@ija. Rivedo anche la figura barbina della compagine guidata dal sindaco di Stregna, Veneto, nel convegno organizzato a San Leonardo da Lega Nord e Pdl, quando il coordinatore regionale dei berlusconiani, Gottardo, affermava la necessità, non solo l’opportunità, di un recupero linguistico sloveno in zona confinaria. Muti. Li immagino con il volto incupito alla notizia che anche la comunità delle valli natisoniane veniva riconosciuta come «slovena» dalle leggi dello Stato e della Regione. Li sento affermare che la lingua locale sta loro a cuore, ma non l’hanno insegnata ai figli… e mi chiedo il perché di questo comportamento . In psicopatologia si parla di «disturbo dissociativo dell’identità», quando nello stesso individuo coesistono due o più identità, ciascuna incapace di relazionarsi armonicamente con l’altra. Si perde il senso del reale e la capacità di relazionarsi ai fatti concreti della situazione sociale e storica nel suo complesso. Sia come sia, qui si arriva anche ad azioni che rasentano la devianza istituzionale, con il tentativo di condizionare le scelte di un collega amministratore, – parlo del commissario pro tempore Sibau nei confronti del sindaco di Drenchia – con argomenti ben poco ortodossi. Cito: «Zufferli non si è ancora espresso, io spero opterà per il nome in italiano: il comune di Drenchia è stato trattato benissimo dall'attuale giunta regionale di centrodestra, ottenendo contributi per un milione e 200 mila euro». Ma si rende conto di cosa dice? È un ricatto? Il tentativo di un voto di scambio? Di certo è una dichiarazione anticostituzionale, in contrasto con l’articolo 3 della magna carta italiana che recita che tutti i cittadini sono eguali «senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione...». Secondo Sibau la Regione, quella che fonda la propria specialità sulla presenza di minoranze linguistiche e in primo luogo la slovena, discriminerebbe i propri cittadini in base alla loro appartenenza linguistica. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano in proposito il presidente Tondo e l’assessore De Anna. Da parte mia, credevo fossero passati i tempi in cui ai nostri anziani si diceva che se avessero perseverato nel parlare in sloveno avrebbero perso la pensione. In realtà quei tempi sono davvero passati. Tranne che nelle teste di alcuni politici nostrani. Che pena!

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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA. Il discorso di mons. Marino Qualizza al «Dan Emigranta»

Fermo no a chi ci vuole separare dagli altri sloveni

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icordiamo poi i cento anni dalla nascita di don Arturo Blasutto. La sua vita può essere espressa in due parole: emarginazione e dignità. Emarginato dall’autorità ecclesiastica, non ha mai perso il senso della sua dignità e non si sono mai trovate parole improprie sulla sua bocca. Non è da poco. E poi ricordiamo con un certo complesso di superiorità gli 80 anni della proibizione della lingua slovena nelle chiese. La lingua è rimasta, i suoi nemici l’hanno persa! Ci auguriamo che possa crescere perché la parliamo: più è usata, più la lingua rimane giovane. È questa una delle finalità del «Dan». E non finiscono gli anniversari. Abbiamo i 50 anni dell’istituzione della Regione autonoma. Ed allora non bisogna dimenticare che la specialità alla Regione è stata riconosciuta soprattutto per la presenza della minoranza slovena. Ma oggi, per mantenere l’autonomia essa si appella al multilinguismo e multiculturalismo, mentre ha un atteggiamento da matrigna verso gli sloveni, infatti non si dà troppa briga per i nostri diritti e tira fuori con fatica dai suoi forzieri qualche moneta per la nostra minoranza. Guardiamo positivamente all’apertura del tavolo governativo per la minoranza slovena, presieduto dal sottosegretario Ruperto. Nutriamo la speranza che possa contribuire alla felice soluzione di tutte le questioni aperte. Lo Stato restringe sempre più i contributi alla minoranza slovena. Si appella alla crisi economica, ma l’ammontare degli aiuti è poca cosa per uno Stato come l’Italia fra le nazioni più sviluppate e ricche. È necessario assicurare almeno gli aiuti previsti dalla legge di tutela e aggiungere la somma corrosa dall’inflazione in 12 anni. È pure importante che il finanziamento sia sistematico, cioè sicuro nella somma e nel tempo del pagamento e non lasciato alla buona o cattiva volontà imperante al momento. Le risorse per lo sviluppo economico che la legge di tutela assegna per le Valli del Natisone e del Torre, Resia e Valcanale sono di valore vitale. Inaccettabile è il loro taglio. Nella legge era stato introdotto un importo simbolico che Stato e Regione dovrebbero aumentare. Questa potrebbe essere una vera zona franca: sostegno e allegge-

rimento fiscale per i comuni dove vivono gli sloveni. La lingua e la cultura si sostengono se la gente rimane sul territorio. Siamo grati alla Slovenia che ci è sempre vicina e ci sostiene. Il suo aiuto finanziario è prezioso per il lavoro sereno e fruttuoso delle nostre organizzazioni. Il suo sostegno politico è tanto più necessario nei rapporti della nostra minoranza con il governo italiano, la regione Friuli Venezia Giulia e le amministrazioni locali. Aggiungiamo anche la necessaria attenzione al nostro territorio da parte della Slovenia e della Regione, quando si tratta di progetti e finanziamenti europei. Speriamo che la questione del rinnovo dell’edificio della scuola bilingue possa essere risolto in breve tempo. Dobbiamo impegnarci ulteriormente per lo sviluppo dell’insegnamento della lingua slovena. È necessario assicurare agli alunni dell’attuale scuola bilingue di continuare l’itinerario scolastico a casa, sul nostro territorio. Per questo è necessario aprire le scuole medie superiori. La Valtorre chiede una sua scuola bilingue. La chiedono i genitori che hano figli in età scolastica e lo chiedono i comuni. La Valcanale chiede una scuola trilingue. Al tal proposito salutiamo con gioia la recente ripresa dell’attività dell’associazione «don Mario Cernet». Sicuramente porterà novità positive fra gli sloveni della Valcanale, numerosi e vivaci. E veniamo alla Val Resia. Sono inaccettabili gli attacchi e perfino l’avversione contro i resiani che si riconoscono sloveni. Quanto avviene sotto il Canin, ricorda la fa-

vola di Fedro sul lupo e l’agnello: superior stabat lupus, longe inferior agnus. Purtroppo, la ‘sindrome resiana’ si sta allargando nella Benecìa. Sorgono e si sviluppano strane teorie, sostenute anche da alcuni comuni, da politici provinciali e regionali. Coloro che negli anni bui hanno lavorato contro la lingua slovena, hanno adottato ora un’altra politica di assimilazione al fine di separare gli sloveni della provincia di Udine da quelli di Trieste, Gorizia, dell’Isontino e della Slovenia. E questo lo fanno con il denaro destinato agli sloveni. Dobbiamo opporci con tutte le forze e far rivivere la Resistenza. Lo Stato, la Regione e le amministrazioni locali hanno il dovere di rispettare le acquisizioni scientifiche che ci riconoscono come Sloveni Doc e devono togliere ogni appoggio politico e finanziario a quei circoli. Ne va della serietà della politica. Desidero concludere con tre note che tengono conto di quanto detto e della situazione che stiamo vivendo. In primo luogo, l’inselvatichimento della politica ha fatto crescere un sottobosco di specie botaniche mai viste in nessun territorio del globo. Da quel che mi consta, non esiste al mondo una regione dove siano sorti tanti glottologi e linguisti come da noi, dove non esiste alcuna scuola per tale specializzazione. Quando la politica produce tale tossica varietà botanica, vuol dire che non fa il suo mestiere. Capisco che i partiti hanno programmi che non sempre tengono conto della realtà; ma la politica non se lo può permettere, senza tradire la sua nobiltà. Noi sloveni abbiamo l’ardire di difendere l’onore della politica, dicendo di essere sloveni. Qualcuno ci segua. Per questo motivo, propongo che si torni alla convivenza civile, all’incontro non allo scontro; perché questo ci impoverisce e quello ci fa crescere. I tempi dovrebbero essere favorevoli per la simpatia reciproca, perché qui c’è il futuro. Ed infine, bisogna che le nostre parrocchie, con i loro pastori, si adeguino almeno al livello della scuola bilingue e non vivano ancora nelle retroguardie. Sono ritardi storici che non possiamo permetterci. Marino Qualizza

LETTERA DEL SINDACO DI TAIPANA sulla riduzione dei giorni di apertura dell’ufficio postale

La vera montagna non interessa

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a un po’ di mesi in Regione si ripropone il problema della riduzione delle giornate di apertura di uffici postali ed in qualche caso della loro soppressione. A partire dal 10.11.2012 sono state ridotte a 3 settimanali le giornate di apertura, per complessive 15 ore, di 12 uffici postali di Comuni montani. Questo provvedimento ha interessato anche Taipana. Tale intenzione ci era stata anticipata dal sindacato Cgil che con lettera datata 30.10.2012 ha segnalato che l’ufficio di Taipana sarebbe stato interessato in chiusura parziale se entro il 21.11.2012 le Poste non avessero ricevuto proposte economiche atte a garantire la sostenibilità del medesimo. È da rilevare che le modalità adottate dalle Poste per definire il livello di sostenibilità di un dato ufficio non sono note ai Comuni e non mi risulta siano disponibili i dati riferiti ai costi di gestione di ognuno degli uffici. Per l’importanza che attribuiamo a questo servizio, anni fa mi ero rivolto alla popolazione, con un messaggio non usuale,

per sensibilizzarla, nei limiti di libere scelte individuali, ad utilizzare l’ufficio postale di Taipana anche come sportello bancario, anziché preferire altri sportelli, anche di istituti bancari situati altrove. Mi risulta che il servizio postale del capoluogo sia utilizzato probabilmente, in rapporto agli abitanti, più che altrove, il merito di ciò sicuramente è dovuto in buona parte alle disponibilità e qualità professionali dell’unica addetta presente. Tuttavia, in ultima analisi, tutto ciò non è servito a molto, solamente a ritardare il provvedimento di riduzione attuato di recente. Le Poste intendono puntare sempre più a svolgere il ruolo di sportello bancario e di agenzia di assicurazione e, in riferimento a queste finalità, il Comune di Taipana non dispone di somme ingenti da depositare. E poiché le Poste, al momento, non sono autorizzate a svolgere il ruolo di tesoreria, pur prospettando di potere cercare di coinvolgere in merito la futura Unione montana del Torre, non avevamo granché da offrire. Da parte nostra insistiamo nell’eviden-

ziare che non consideriamo la riduzione una normale riorganizzazione interna di un qualsiasi servizio, bensì una ulteriore conferma che in montagna il grado di vivibilità in questi anni stia peggiorando, ogni giorno diventiamo più deboli e vulnerabili. A questo processo involutivo hanno contribuito scelte politiche di anni fa, a causa delle quali tra le altre, in riferimento a questo problema delle Poste, manca l’interlocutore che doveva perseguire in ottica comprensoriale gli obiettivi di difesa e sviluppo dei territori montani. Questo interlocutore manca dal 2002, da quando sono state commissariate le ex Comunità montane. Nel nostro territorio si è passati dalla Comunità montana Valli del Torre (8 Comuni) al Comprensorio TorreNatisone-Collio (25 Comuni) che poi si è tornato a chiamare Comunità montana. Questa è stata nuovamente commissariata e da noi istituita la Unione Comuni Montani del Torre (5 Comuni), per ora sulla carta, che forse entrerà a regime tra 3-4 anni, ma al momento permane il commissario. A seguito di queste operazioni non si è posto

mano ad alcun progetto di sviluppo, si sono sprecati milioni di euro in costi fissi. La Comunità montana valli del Torre non era un modello di efficienza, ma nello statuto di allora bastava introdurre due semplici modifiche, cioè l’obbligatorietà per l’ente di svolgere una serie di servizi comprensoriali e che il direttore fosse a tempo determinato, scelto direttamente dal presidente o dal direttivo. Inoltre con l’istituzione dei Comprensori la Regione, invece di ridurre i territori che per ragioni geografiche unite all’arretratezza socio-economica sono montagna vera, perché alla nascita delle Comunità montane ne erano stati inclusi alcuni privi di queste caratteristiche, ha invece provveduto ad aumentare tali incongruità. Poiché la pianura è diventata montagna,

la montagna vera non interessa più a nessuno e qualsiasi iniziativa economica si voglia sviluppare è più conveniente farlo in pianura. È possibile dimostrare che da noi è la montagna ad avere contribuito allo sviluppo della pianura, inoltre l’Agemont e la Promotur si sono fermati altrove e del Torre-Natisone Gal per il momento si sente solo parlare. Tornando alla riduzione del servizio postale dubitiamo sulla reale diseconomicità del medesimo, poiché opera anche da unico sportello bancario sul territorio del Comune, con un solo dipendente. Non dovrebbe risultare difficile trovare una soluzione affinché il servizio funzioni senza riduzioni giornaliere, che probabilmente contribuiranno a farne diminuire l’utilizzo. Elio Berra


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V OSPREDJU

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DIREKTOR DOMA JE NA DNEVU EMIGRANTA guoriu v imenu slovenskih organizacij in se zmisnu tudi na ukuaz Mussolinija lieta 1933

Msgr. Qualizza: »80 liet po prepuovedi je jezik ostù. Njegovi sovra¡niki so pa izgubili bitko« Le scuse di Ruperto per i tentativi di assimilazione degli sloveni

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Kar smo videli in posluœali v @edajskem teatru »Ristori«, je potardilo besiede govornika. Te mladi znajo po slovensko

Ezio Gosgnach

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ed œtevilnimi oblietnicami, ki jih lietos obhajamo Slovenci v videnski provinci, je tudi 80lietnica prepuovedi slovenskega jezika v cierkvah. »Jezik je ostù. Njegovi sovra¡niki so pa izgubili bitko. Upamo, de bo œe naprej rastu,« je poviedu msgr. Marino Qualizza v nabito punim teatru »Ristori v #edadu«, kjer je biu na dan Svetih treh kralju Dan emigranta. Kar smo videli in posluœali na lietoœnji narbuj veliki slovenski manifestaciji v naœih krajah, ki je lietos dopunila 50 liet, je potardilo besiede direktorja Doma. Na odru so mladi obrazi zapieli piesmi zadnjega lieœkega sejma, ki je zamunje vitalnosti naœega jezika, in so bli med pieuci tudi nekateri u@enci dvojezi@ne œuole, v kateri se puno otruok in mladih u@i po slovensko. Beneœko gledaliœ@e je pod re¡ijo Marjana Bevka pa pokazalo zahtevno igro »Galanda iz A¡le, veliki ¡upan Bene@ije«, ki jo je napisu Giorgio Banchig. Varh vsega je predstavnik italijanske vlade, dr¡avni podtajnik Saverio Ruperto, vpraœu odpus@anje za karvice, ki jih je Italija nardila svojim Slovencam. Podpredsednica slovenske vlade Ljudmila Novak je Bene@anom izra¡ila hvale¡nost, ker so ohranili svojo identiteto in gojijo slovenski jezik. #edajski ¡upan Stefano Balloch je pa obljubu, de bo lietos njega kamun imenovau ulico al’ drug parmieran kraj v miestu po msgr-ju Ivanu Trinku ob 150-lietnici rojstva. Pa za Slovence v videnski provinci nie vse ro¡nato. Msgr. Qualizza je jau, de tiste, »kar se dogaja pod Kaninom, spominja na Fedrovo zgodbico: „Superior stabat lupus, longe inferior agnus“.« A »œkoda se „rezijanski sindrom“ œieri na Bene@ijo. Nastajajo in se œierijo @udne teorije, ki jih podperjajo celuo nekateri kamuni, provincialni in regionalni politiki. Tisti, ki so v mra@nih letih dielali pruoti slovenskemu jeziku in kulturi, so sada parpravili novo asimilacijsko politiko, ki ¡eli lo@iti Slovence v videnski provinci od tistih na Tr¡aœkem, Goriœkem, Poso@ju in cieli Sloveniji. Vse tuole dielajo z denarjem, ki je namenjen Slovencem. Postaviti se jim je trieba z vsiemi mo@mi. Dr¡ava, de¡ela in lokalne uprave muorajo upoœtevati znanstvene ugotovitve, ki nas priznavajo za prave Slovence, in odre@i vsako politi@no in finan@no podpuoro tistim krogam.« Govornik je biu zelo kriti@en tudi do de¡elne uprave. »Posebnost ji je bla priznana predvisem zaradi parsotnosti slovenske manjœine. Da bi ohranila avtonomijo, se sada sklicuje na svojo ve@jezi@nost in multikulturnost. A se vi@krat do Slovencev

obnaœa ku ma@uha, saj se premalo briga za naœe pravice in te¡ko vetegne iz svoje blagajne kakœen denar za naœo manjœino.« »Dar¡ava pa nimar ni¡a finan@no pomuo@ za slovensko manjœino. Sklicuje se na ekonomsko krizo, a je vsota zelo majhana za dar¡avo, kakœna je Italija, ki sodi v varh narbuj razvitih in bogatih dar¡av. Potriebno je zagotoviti manjku sredstva, ki jih predvideva zaœ@itni zakon in dolo¡iti vsoto, ki jo je uni@ila inflacija v telih 12 letih. Pomembno je tudi, da je financiranje sistemati@no, se pravi gotovo v znesku in v roku izpla@ila in ne prepuœ@eno milosti ali nemilosti vladajo@e opcije. Sredstva za ekonomsko rast, ki jih zaœ@itni zakon dolo@a za nediœke in terske doline, Rezijo in Kanalsko dolino so ¡ivljenskega pomena. Nedopustno je njih riezanje. V zakon je bla vnesena simboli@na vsota, ki bi jo morali dar¡ava in de¡ela vzdigniti. Tale bi lahko bila prava ekonomsko prosta cona (zona franca): pomo@i in dav@ne olajœave za ob@ine, kjer ¡ivijo Slovenci. Jezik in kultura se ohranita le, @e so ljudje na teritoriju.« »Zahvalimo Slovenijo, ki nan je vedno blizu in nas podpira – je œu naprej govornik. – Nje finan@na pomuo@ je dragocena

za nemoteno in u@inkovito delovanje naœih organizaciji. Nje politi@na podpuora je œe kakuo potriebna v odnosih naœe manjœine do italijanske vlade, de¡ele Furlanije Julijske krajine in lokalnih uprav.« »In nazadnjo – je zaparu msgr. Qualizza – je trieba, de naœe fare s svojimi pastirji se parlagodijo manjku na raven dvojezi@ne œole in ne ostanejo v nazadnjaœkih legah. Tele so zgodovinske zamude, ki se jih na moremo dovoliti.« Med œtevilnimi gosti so bli na Dnevu emigranta senatorka Tamara Bla¡ina, poslanec Carlo Monai, de¡elni odbornik Roberto Molinaro, de¡elni svetnik Igor Gabrovec, podpredsednik tar¡aœke pokrajine Igor Dolenc, videnski prefekt Ivo Salemme, œtevilni œindiki in drugi lokalni administratorji, predsednika slovenskik krovnih organizacij Drago Œtoka (SSO) in Rudi Pavœi@ (SKGZ), de¡elni sekretar Slovenske skupnosti Damjan Terpin ter predsednica paritetnega odbora Jole Namor. Iz Slovenije so bili tudi predsednik parlamentarne komisije za Slovence v zamejstvu in po svetu Franc Pukœi@, poslanec Danijel Krivec, generalni konzul v Tarstu Dimitrji Rupel, na@elnik upravne enote Tolmin Zdravko Likar in posoœki ¡upani.

Skupina »Razred zase« je zapiela piesam »Sonce an sience«

e scuse del Governo italiano per le politiche di assimilazione messe in atto nel passato nei confronti della minoranza slovena sono state espresse dal sottosegretario agli Interni, Saverio Ruperto, nel suo discorso al «Dan emigranta», la principale manifestazione della comunità slovena della provincia di Udine domenica 6 gennaio a Cividale. In un teatro Ristori tutto esaurito, rifacendosi alle parole pronunciate nel 1976 al Dan emigranta dall’arcivescono mons. Alfredo Battisti, che aveva chiesto perdono per le mancanze della Chiesa Udinese nei confronti delle sue comunità slovene, il sottosegretario ha affermato: «Io mi unisco, nel mio ruolo istituzionale, a quelle parole, se nel passato ci sono state delle azioni per soffocare la giusta espressione dei valori di una comunità che invece va tutelata». Ruperto, intervenuto a nome del Governo, ha sottolineato con chiarezza che l’Italia è un mosaico di lingue e culture e ciò rappresenta una ricchezza. «Il mantenimento dell’identità popolare è una risorsa per lo Stato», ha detto. Quindi ha elogiato l’impegno delle organizzazioni slovene nella trasmissione dell’identità slovena: «Avete saputo valorizzare i giovani e questo è molto importante perché questo è il futuro del nostro Paese, che non deve mai compromettere le identità culturali che lo compongono». E il tavolo governativo per la minoranza slovena va in questa direzione: «L’Italia ha tante identità culturali che devono essere preservate come tradizione, senza mai dimenticare che preservare le singole identità culturali non pregiudica mai l’unità profonda del popolo. Ci può essere lo stesso unico popolo pur aggregando diverse identità culturali, che devono essere mantenute e portate avanti perché è sempre sulla storia, sul passato, che si fonda il futuro di ciascuno». Il direttore del quindicinale Dom, mons. Marino Qualizza, nel suo discorso a nome delle organizazioni slovene, è partito dalla constatazione che «nonostante tutte le avversità della storia siamo riusciti a conservare la nostra identità slovena e siamo qui, oggi, a rinnovare quel proposito di resistenza anche nella bufera, convinti come siamo di lasciare alle nuove generazioni un patrimonio di sapienza, di cultura, di lavoro, di fantasia e di poesia, spesso di dramma, capace di alimentare anche il futuro della nostra terra (il discorso integrale è pubblicato alle pagine 1 e 4). Il saluto del Governo sloveno è stato portato dalla vicepremier Ljudmila Novak, che ha elogiato gli sloveni della Provincia di Udine, perché attraverso le bufere della storia hanno conservato le proprie lingua e cultura e le stanno trasmettendo con successo alle giovani generazioni. «Ogni lingua, per piccola che sia, rappresenta una ricchezza inestimabile ed è uno strumento di pace, amicizia e collaborazione in un’Europa sempre più integrata e senza confini». Il sindaco di Cividale, Stefano Balloch, ha annunciato che un luogo della città sarà intitolato a mons. Ivan Trinko, il patriarca della Benecia, in questo 2013 nel quale ricorre il 150° anniversario della nascita.

Beneæko gledliæåe je uprizorilo igro »Galanda iz Aœle«

V #EDADU sta se sestala Novakova in Ruperto

Sre@anje predstavnikov vlad

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red Dnevom emigranta sta se v prostorih kulturnega druœtva Ivan Trinko v #edadu sestala ministrica za Slovence v zamejstvu in po svetu Ljudmila Novak in dr¡avni podtajnik Saverio Rupertom, ki je na italijanskem notranjem ministrstvu pristojen za podro@je slovenske manjœine v Italiji in predsedujo@i omizju za slovensko manjœino v Rimu. Ministrica je predstavnika italijanske vlade (ki je dopoldne obiskal Kobarid) spomnila na finan@ne te¡ave avtohtone slovenske narodne skupnosti v Italiji. Izrazila je pri@akovanje, da se bo @imprej naœla manjkajo@a vsota za preteklo leto ter

ustrezna reœitev v smeri sistemskega financiranja. »Moj mandat te@e proti koncu, a bom œe pred iztekom œe enkrat sklical omizje za Slovence, da bi na@eli odprta vpraœanja in tako napravili izhodiœ@a za novo italijansko vlado,« je odgovoril Ruperto. Sre@anja so se udele¡ili videnski prefekt Ivo Salemme, slovenski generalni konzul v Trstu Dimitrij Rupel, predsednika SSO in SKGZ Drago Œtoka in Rudi Pavœi@ in pokrajinska predsednika Giorgio Banchig in Luigia Negro ter predsednica paritetnega odbora za slovensko manjœino Jole Namor in @edajski ¡upan Stefano Balloch.

(Fotografije na Dnevu emigranta je nardiu Oddo Lesizza)


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IZ NAŒIH DOLIN

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15. januarja 2013

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SABATO 19 GENNAIO il 43° appuntamento di inizio anno per amministratori locali e operatori culturali della fascia confinaria KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Germano Cendou œindik do lieta 2017

Vertice tra Janœa e Tondo a Kobarid al tradizionale incontro degli sloveni IL COMMENTO

Sgambetto al governatore

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Germano Cendou ostaja sauonski œindik. De¡elno upravno sodiœ@e (Tar) v Tarstu je v @etartak 13. di@emberja potardilo rezultat kamunskih voliteu, ki so ble 6. maja 2012. Sodiœ@e ja zavarnilo priziu (rikorœ) Paola Cariole, ki je zgubiu le za adan voto in se je parto¡u proti rezultatu, saj je mislu, de je volilna komisija v Sauodnji pomotoma azrveljavila tri œkede, na katerih naj bi biu glas zanj. Priziu bi muorali obravnavati ¡e 26. œetemberja, a do tistega dne De¡elno upravno sodiœ@e nie parjelo glasovnic, di bi jih nazaj preœtieli. Œindik Cendou je sevieda veseu, kakuo je rie@ parœla h kraju. Jau je, de je narbuj important, de je konac negotovosti (incertezza) in lahko naprej dielajo na vso muo@ za dobro ljudi, ki ¡ivè v sauonskim kamunu. Cariola je jau, de spoœtuje odlo@iteu sodiœ@a, pa je œe naprej pameti, de so bli na tistih treh œkedah jasni voti zanj in bi zatuo muoru biti on œindik. Vsekakor na misli iti naprej pred Dr¡avni svet (Consiglio di Stato), saj bi se tela rie@ predugo vla@ila. Tuole pomieni, de bo lahko Cendou mierno mandrù sauonski kamun do konca mandata, se pravi do lieta 2017.

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12 Comuni vogliono essere zona franca

� Ezio Gosgnach

S

i annuncia particolarmente interessante e ricco di spunti politici il tradizionale incontro di inizio anno tra gli sloveni della provincia di Udine e del Poso@je (Alta valle dell'Isonzo). Oltre ai consueti programma culturale e confronto tra gli amministratori della fascia confinaria, ospiterà, infatti, il primo vertice tra il presidente del governo sloveno, Janez Janœa, e il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo. I comuni di Bovec, Kobarid e Tolmin nonché la prefettura di Tolmin, che sono gli organizzatori dell'evento, hanno fissato il 43° appuntamento per sabato 19 gennaio a Kobarid. E inevitabilmente il colloquio tra i due presidenti calamiterà l'attenzione dell'opinione pubblica slovena e friulana sulla comunità slovena della provincia di Udine. È stato Tondo a chiedere con insistenza di poter partecipare all'incontro. Facile individuare i temi bilaterali della sua agenda. La questione energetica è certamente quella più rilevante e comprende il rigassificatore nel golfo di Trieste, la partecipazione al raddoppio della centrale nucleare di Krœko e gli elettrodotti. Sul piano politico c'è la richiesta all'ingresso della Slovenia nell'euroregione (Gect) già avviata con Veneto e Carinzia. Di estrema importanza è anche la partecipazione al bando 2015 per i fondi europei. Più difficile è prevedere quanto è dispo-

sto a concedere Janœa. La contrarietà del Governo sloveno al rigassificatore al limite del suo piccolo pezzo di mare è nota, mentre il secondo reattore della sua centrale nucleare è appena un'idea. Molto probabile è che il premier, considerato anche il contesto in cui si svolgerà il vertice, ponga con forza sul tavolo la richiesta di una puntuale tutela della minoranza slovena. Del resto la maggioranza regionale di centrodestra su questo tema non ha brillato. La questione emergerà con ogni probabilità anche nella riunione tra i sindaci dell'area confinaria e dei rappresentanti delle organizzazioni degli sloveni in Italia fissata alle 14 (Dom Andreja Manfreda). Al centro dei lavori di questo quarto incontro (dopo quelli di Bovec, Tolmin e San Pietro al Natisone) ci saranno naturalmente i progetti di collaborazione transfrontaliera. Si esaminerà lo stato di quelli già finanziati, come l'anello ciclabile, e si raccoglieranno le idee per quelli da proporre per il bando del 2015. Sicuramente si parlerà del centenario della prima guerra mondiale e della volontà di portare nelle valli del Natisone e nel Poso@je una tappa del Giro d'Italia di ciclismo. Alle 17 nel Kulturni dom si terrà la parte ufficiale dell'incontro, con il saluto del sindaco di Kobarid, Darja Hauptman, l'intervento di mons. Marino Qualizza a nome degli sloveni della provincia di Udine, il discorso ufficiale del premier Janœa, la consegna del premio Gujon (Gujonovo priznanje) e il programma culturale.

enzo Tondo è impegnato da tempo nella corsa per la propria riconferma al vertice della Regione Friuli Venezia Giulia. Nella sua strategia ha assegnato molta importanza al rapporto con la Slovenia. Ora, in piena campagna elettorale, cerca di aprire un rapporto diretto con il Governo sloveno, dopo che durante tutta la sua presidenza non è mai scoppiato il feeling, proprio mentre sulla direttrice Lubiana-Roma le relazioni vanno a gonfie vele. Del resto il governo di centrodestra guidato da Janez Janœa è particolarmente orgoglioso della statualità slovena ed è per questo abbastanza restìo a intese con i livelli regionali. Inutile sottolineare che il presidente del Friuli Venezia Giulia cercherà, quindi, di sfruttare al massimo lo spiraglio che gli viene aperto a Kobarid in occasione del tradizionale incontro di inizio anno tra gli sloveni della provincia di Udine e del Poso@je, che si terrà il prossimo 19 gennaio. Riuscisse a dialogare con la Slovenia e a strappare qualche impegno o disponibilità, avrebbe in mano buone carte da giocare in una per lui oggettivamente difficile campagna elettorale. Tondo è ben consapevole che una forte partnership con Lubiana è strategica per la Regione in considerazione del fatto che la Slovenia, in quanto Stato sovrano e membro dell'Ue, ha accesso diretto ai centri di potere continentali. L'atteso vertice rischia, però, di essere minato in partenza dalla dichiarazione dell'amministratore temporaneo della Comunità montana Torre, Natisone e Collio, Giuseppe Sibau, a proposito della denominazione della nascente Unione montana del Natisone. In un convegno svoltosi a Tarcetta prima di Natale ha, infatti, dichiarato che il Comune di Drenchia dovrebbe schierarsi contro il nome in sloveno in considerazione dei cospicui contributi per opere pubbliche avuti dall'amministrazione regionale di centrodestra. Secondo indiscrezioni, Janœa non mancherà di chiedere a Tondo spiegazioni su quella dichiarazione e sul sostegno di alcuni sindaci di centrodestra, che al governatore fanno riferimento diretto, a iniziative volte a negare che i dialetti della Slavia siano sloveni. Sono noti, del resto, i malumori del Governo sloveno per il caso resiano e il tentativo di «esportare» quel modello anche nelle valli del Natisone e del Torre. Di certo il premier ribadirà che non esistono possibilità di dialogo e di intesa senza un puntuale rispetto dei diritti della minoranza slovena e senza il consenso delle sue organizzazioni di riferimento. L'incauta uscita di Sibau mette, dunque, in serie difficoltà il presidente della Regione nei confronti del tanto agognato interlocutore sloveno. La sua posizione sullo statuto dell’Unione del Natisone e quella dichiarazione, in definitiva, rappresentano uno sgambetto – sicuramente non voluto, ma pur sempre sgambetto – che potrebbe avere ripercussioni politiche pesanti per il suo punto di riferimento oltreché amico personale. (m. z.)

S PRVE STRANI. Pred petimi leti je padel prekleti konfin. A so meje v nekaterih glavah ostale trdne

� � Una zona franca urbana che abbracci i territori di confine del Torre e del Natisone: è questa la proposta dei sindaci dei Comuni di Taipana, Lusevera, Attimis, Nimis, Faedis, San Pietro al Natisone, Pulfero, Drenchia, Grimacco, Savogna e Stregna, che hanno aderito a un’iniziativa promossa dal primo cittadino di Pulfero, Piergiorgio Domenis. Il tema è stato trattato in occasione di un incontro tra amministratori municipali tenutosi di recente proprio a Pulfero. Era stato Domenis, in primavera, a inoltrare alla Regione Friuli Venezia Giulia una richiesta di partecipazione al tavolo tecnico per l’istituzione di zone franche urbane regionali. «Ritengo che i nostri territori siano stati sufficientemente penalizzati, dal confine prima, e dalla caduta degli stessi confini poi – ha detto il primo cittadino di Pulfero –. Abbiamo tutte le carte in regola e siamo nella condizione ideale per poter usufruire di agevolazioni che possano alleviare in qualche modo il disagio economico e sociale che caratterizza queste zone fortemente svantaggiate. Vogliamo la creazione di una zona omogenea da proporre come beneficiaria di sgravi fiscali ed esenzioni dirette alle imprese insediate o che intendano insediarsi in questi paesi».

Nestrpnost in pritlehnost sta œe mo@no prisotni �

Novoletna sre@anja Slovencev iz Poso@ja in videnske pokrajine veliko prispevajo prijateljstvu

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es je, vidne so velike razlike. Ve@ je sodelovanja, ve@ je poznavanja eden drugega, prijateljski stiki so se œe poglobili. Spodbudno je dru¡enje mladih z obeh strani. A kljub temu nekateri ¡alostni dogodki prav v zadnjem letu ka¡ejo, da so nepoznavanje, nestrpnost in pritlehnost pri nekaterih œe mo@no prisotne. To ka¡ejo nestrpnost in neznanje nekaterih v Reziji, prijava odgovornega urednika @asopisa Dom mons. Marina Qualizza in te¡ave pri poimenovanju novo nastajajo@e Gorske unije v Bene@iji. Vpraœam se, kdaj bodo modrost, treznost in medsebojno spoœtovanje dobile domovinsko pravico v obrobju videnske pokrajine, kjer ¡ivijo Slovenci? Modrost in veli@ina ve@ine se poka¡e v spoœtovanju manjœine, œibkejœih in pomo@i potrebnih. Ko bo lu@ razsvetljenja posijala tudi v kraje pod Matajurjem, Stolom in Kaninom, tedaj bodo resni@no pa-

dle vse meje. Upajmo, da ne bo treba @akati predolgo. Veliko so pripomogla k meh@anju meje, medsebojnemu poznavanju in prijateljstvu novoletna sre@anja Slovencev iz Poso@ja in Slovencev iz videnske pokrajine. Vsako leto smo na teh sre@anjih opozarjali slovensko oblast, da so Slovenci tudi v Nadiœkih in Terskih dolinah, Reziji in Kanalski dolini. Vedno smo jim vcepljali v glavo, da Slovenci ne ¡ivijo le v tr¡aœki in goriœki pokrajini, marve@ tudi v videmski. Zaradi teh sre@anj je bila pozornost Slovenije vsaj enkrat letno obrnjena k Slovencem v videnski pokrajini. 19. januarja 2013 bo v Kobaridu ¡e 43. novoletno sre@anje Slovencev z obeh strani. Letos bo œe bolj slavnostno, saj se bodo sre@anja udele¡ili visoki slovenski vladni predstavniki na @elu s predsednikom Vlade Janezom Janœo. Pred sre@anjem se bodo na delovnem

sestanku zbrali ¡upani iz obmejnih ob@in videnske pokrajine in Poso@ja. Pogovorili se bodo o sedanjih @ezmejnih projektih ter predlagali nove na@rte za obdobje do leta 2020. Skupno na@rtovanje nas bo œe bolj zdru¡ilo in povezalo. Pomemben @len v povezovanju je tudi slovenska narodna skupnost v videnski pokrajini. Posoœke ob@ine bodo veliko pozornost namenjale projektom, kjer bodo soudele¡ene slovenske organizacije in Slovenci iz sosednje italijanske pokrajine.

Seveda pa ne bodo zanemarile tudi italijanskih in furlanskih partnerjev. ˘elimo, da se obmejni prostor usklajeno razvija. Padec meje pred petimi leti je mo@no olajœal ¡ivljenje obmejnega prebivalstva. Z vstopom Slovenije v Evropsko unijo in padcem meje decembra 2007 je nastopilo novo obdobje. Tudi sedanja gospodarska kriza v Evropi ne more izni@iti teh pridobitev. Naj mir in svoboda med sosedi trajno kraljujeta! � Zdravko Likar


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VIDENSKI NADŒKOF MAZZOCATO je 16. di@emberja umestiu duhovnika, ki bo skarbeu za fare Sv. Lienarta in Sv. Pavla

Pozdrav s sarcan famoœtru Zanonu Manjkala pa je slovenska besieda �

Srienski pod¡upan Crisetig je zmisnu, de je maœnik parœu med ljudi, ki imajo posebno zgodovino, jezik in kulturo

� J. B.

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eliko œtevilo vierniku far Svetega Lienarta in Svetega Pavla v Sriednjem je v nediejo 16. di@emberja v cierkvi Presvetega Sarca Jezusovega v Gorenji Miersi sparjelo novega famoœtra pre Michela Zanona doma iz #edada. Z vierniki so bli parsotni œindaki Svetega Lienarta Giuseppe Sibau, viceœindik Sriednjega Augusto Crisetig in Andrea Mansutti œindik Tricesima, se prave fare, kjer je biu pre Michele kaplan v zadnjih lietah. Cerimonijo umestitve je vodu videnski nadœkof Andrea Bruno Mazzocato, s katerim so somaœevali doma@i famoœtri z dekanam Mariam Qualizzo na @elu, @edajski famoœtar mons. Livio Carlino ter drugi duhovniki. Na za@etku svete maœe, potle ki je dekan Qualizza prebrau nastavitveni dekret, je pre Michele od œkofa parjeu bukva svetih Evangeliju, je z ¡egnano vodo pokropiu svoje nove viernike, pokadiu utar in pred nadœkofam obnoviu duhovniœke obljube. Nadœkof Mazzocato se je med pridgo sklicu na svetega Ivana Karstnika, ki je o se-

be pravu, de je »glas upijo@ega v puœ@avi«, ki oznanja Tistega, ki bo parœu in »bo karstu v Svetem Duhu in ognju«. Takuo muore vsak duhovnik oznanjat Kristusa, ki odreœuje vsakega @lovieka. Mons. Mazzocato se je spuomnu zadnjega famoœtra pre Rinalda Gerussia, ki je z veliko sensibilnostjo in predanostjo slu¡u v dvieh farah. Po maœi se je pre Michele zahvalu vsiem, ki so mu bli blizu v telem trenutku, ko je zapustu farane iz Tricesima in prevzeu novo faro. Natuo so novega famoœtra pozdravili œindak Sibau tudi v imenu œindaka iz Tricesima, viceœindak Crisetig, ki je pre Michela spuomnu, de je parœu med ljudi, ki imajo posebno zgodovino, kulturo in jezik, ter predstavnica pastoralnega sveta, ki je famoœtru obljubila vso podpuoro in sodelovanje. Med maœo, ki sta jo piela pieu pievski zbor in skupina otruok, nie bluo @ut nobedne slovenske besiede ne govorjene ne piete, kar je seviede poni¡alo doma@o kulturo in podutanske famoœtre, ki so se trudili jo ohranit, in u¡alostilo œtevilne viernike, ki so se @akali, de se bo v tisti veseli parlo¡nosti @ula tud doma@a slovenska besieda.

IL CORO TRE VALLI in concerto a San Leonardo e Antro

I canti sacri delle Valli con gli allievi del Percoto

Sono entrati in contatto con una realtà loro sconosciuta

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el periodo natalizio nelle Valli del Natisone, Val Torre e Val Canale si sono tenuti diversi concerti aventi come tema la Natività. Quello organizzato dal Coro Tre Valli-Tri Doline di Cravero, però, ha avuto la particolarità di presentare una decina di brani religiosi tradizionali che abbracciavano l’intero anno liturgico, dal periodo natalizio alla quaresima, da quello pasquale al tempo ordinario. La peculiarità dei concerti, il primo tenuto nella chiesa di San Leonardo-Podutana il 29 dicembre ed il secondo nella chiesa di San Giovanni d’Antro, è stata che diversi brani erano accompagnati dagli strumenti musicali di alcuni degli allievi del liceo musicale C. Percoto di Udine. L’idea è stata della direttrice del coro di Cravero Maria Francesca Gussetti che poi

ha trovato la collaborazione del maestro Giuliano Fabbro, docente in quell’istituto, e quella di Antonio Qualizza-Toninac che durante i concerti ha illustrato alcuni aspetti del canto religioso tradizionale. Si potrebbe dire che da questi concerti non è emerso nulla di eccezionale, ma la particolarità sta nel fatto che gli allievi di quell’istituto, per la prima volta hanno avuto occasione di fare conoscenza con una realtà musicale loro sconosciuta. Questo fattore di novità ha colpito sicuramente anche gli ascoltatori. I testi e le melodie erano ai più conosciuti poiché questi brani si cantano nelle chiese, ma l’accompagnamento musicale ha contribuito sicuramente a rinnovarli. Inconsapevolmente, questi giovani musicisti si sono trovati ambasciatori del canto religioso tradizionale delle Valli del Natisone e non è escluso che questa loro esperienza diventi materia di studio nei loro programmi. Sarebbe auspicabile che questa forma di collaborazione continuasse e non restasse limitata solo nel nostro ambito. � B. Q.

KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Domenis denuncia: Regione clientelare

Cinque anni di governo regionale Tondo: cosa è stato fatto in questo periodo per i piccoli Comuni di montagna? Che siano retti da giunte di centrodestra, civiche, o di centrosinistra? La riflessione è stata affrontata pubblicamente dal sindaco di Pulfero, Piergiorgio Domenis, e del sindaco di Rigolato, Fabio D’Andrea. I due primi cittadini hanno portato la voce anche dei sindaci di Nimis, di Torviscosa e di Montereale-Valcellina. «La distribuzione dei fondi ai piccoli Municipi della regione, in particolare a quelli di montagna – ha detto Domenis – non è stata, a nostro avviso, equa. A parità di progetti presentati dai vari Enti, in termini di bontà e ricaduta positiva sul territorio, sono stati agevolati, crediamo, quelli degli “amici degli amici”: gli stanziamenti, insomma, non si sono basati sui contenuti veri dei piani presentati. Non è stata, peraltro, una questione di “colore politico”: sono rimasti ingiustamente penalizzati, infatti, Municipi retti da giunte del più diverso orientamento. Pensiamo, quindi, che anche la minoranza in consiglio regionale sia stata a guardare passivamente, senza attivarsi». Domenis chiama in causa la Regione pure per la Comunità Montana Torre Natisone Collio: «Commissariata, ha modificato più volte la destinazione dei fondi. Nel caso di Pulfero, ad esempio, per la pista ciclabile e non solo. Un atteggiamento generalizzato, quello della concessione di fondi “ad amici di amici”». Un clientelarismo non più accettabile.

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(Fotografije o parhodu famoætra Zanona je nardiu Oddo Lesizza)

Jubilejni »Trinkov koledar« ob 60-letnici prve izdaje udi letos je kulturno druœtvo Ivan Trinko izdalo »Trinkov koledar«. Predstavili T ga bojo v petak 25. januarja ob 18. v Slovenskem kulturnem centru v Œpietru. Publikacija je razdeljena v dveh poglavjih: »Zgodovina, jezik, izro@ilo« in »V spomin«.

Na koncu je pa slovenska bibliografija videnske pokrajine leta 2011. Ker bo letos slovenska skupnost videnske pokrajine praznovala 150. obletnico rojstva msgr. Ivna Trinka in 60. rojstni dan samega »Trinkovega koledarja« je prvo poglavje v glavnem namenjeno razli@nimi obletnicam, ki obhajajo v tem novem letu 2013. Lahko beremo namre@ prispevke, ki govorijo o 60. obletnici Trinkovega koledarja (Giorgio Banchig), o 30. letnici kulturnega druœtva »Rozajanski dum« (Luigia Negro), o 50 letih Avtonomne de¡ele Furlanije Julijske krajine (Ivan Bratina), itd. Med drugimi prispevki so tudi besedila doma@ih pisateljev (Ada Tomasetigh, Bruna Balloch, Silvana Paletti, Andreina Trusgnach, Claudia Salamant, Ilaria Ciccone, Miha Obit). V poglavju pod naslovom »V spomin« je spomin na tiste osebnosti, ki so imele pomembno vlogo v razvoju slovenske skupnosti v videnski pokrajini in ki so nas letos spustile (Severino Negro, Angelo Cracina in nadœkof Alfredo Battisti). Kot je bilo ¡e re@eno bo letos »Trinkov koledar« praznoval 60. letnico ¡ivljenja. Prva œtevilka je namre@ izœla leta 1953 ob 90. rojstnem dnevu msgr. Ivana Trinka, ki se je boril za prebujanje narodne zavesti Beneœkih Slovencev.

Nate@aj o msgr-ju Ivanu Trinku ob 150-letnici rojstva petak 25. ¡enarja bo 150 liet odkar se je na Tar@munu rodiu msgr. Ivan Trinko, V sigurno adan od te narguorœ mo¡, @e ne te narbuj veliki, ki jih je rodila Bene@ija. Zaslu¡u se je mest med velikimi Slovenci a tudi med Furlani. Biu je duhovnik, filo-

zof, poet, glasbenik (muzicist) in politik. De bi ga buojœ poznale tudi te mlade generacije, sta sauonski kamun in kulturno druœtvo Trinko iz #edada razpisala nate@aj (konkorœ) za u@ence primarnih in ni¡jih sriednjih œuol v kamunah videnske province, v katerih je priznana parsotnost Slovenceu. Lahko se nate@aja udele¡ijo œuolski razredi al’ skupine u@encu. Lahko napiœejo, nariœejo, parpravijo piesmi al’ filme o ¡ivljenju msgr.ja Ivana Trinka, o njega zapisih o Bene@iji, poezijah in kratkih pripovedih, umetnosti, muziki in doma@ih navadah. Trieba se je vpisati do 25. ¡enarja po elektronski puoœti na naslov kdivantrinko@libero.it. Cajt, de bi poœlali diela pa je do 15. obrila lietos.

Iacop: banda larga in grave ritardo � � L'assessore regionale alle Infrastrutture, Riccardo Riccardi, ha presentato un programma in cui 135 Comuni del Friuli Venezia Giulia avranno la banda larga entro quest'anno (secondo un cronoprogramma semestrale) e altri 48 ne beneficeranno nel corso del primo semestre del 2014. «La Giunta Tondo è in grave ritardo – afferma il consigliere regionale del Pd Franco Iacop – rispetto alla realizzazione nei collegamenti a rete banda larga sul territorio regionale e non risulta essere più all'avanguardia sulla qualità del servizio offerto da una infrastrutturazione digitale moderna e funzionale che deve essere ancora attivata in molti centri urbani del Friuli Venezia Giulia. Purtroppo le famiglie e le imprese del Friuli Venezia Giulia aspetteranno la banda larga ancora per molto tempo. Eppure si tratta di un'infrastruttura essenziale per dare uno scossone all'economia e all'occupazione, e sarebbe potuta essere completamente in funzione già dall'inizio del 2011 secondo il programma della Giunta Illy. Il danno maggiore sarebbe – conclude Iacop – continuare a sottovalutare le potenzialità della banda larga quale motore di sviluppo e fattore essenziale di competitività per il sistema economico del Friuli Venezia Giulia›».


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KAMUN VPRAŒA PODPUORO DRUGIH KAMUNU. Œindik Zufferli se bo v kratkin sre@u z organizatorjam Cainerjam KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Sì al piano triennale sanitario di zona L’assemblea dei sindaci dell’Ambito distrettuale sanitario del Cividalese ha approvato il Piano di zona per il triennio 2013-2015 e il Programma attuativo annuale 2013. Sulla base degli obiettivi generali posti dalla Regione, sono state sviluppate le linee progettuali nelle varie aree di intervento tra cui minori, giovani e famiglie, anziani, disabilità, dipendenze e salute mentale, disagio e marginalità. I sindaci o i loro rappresentanti hanno rilevato l’esigenza di consolidare e stabilizzare il sistema dei servizi esistenti, tra i quali il servizio sociale professionale, l’assistenza domiciliare e i servizi socioeducativi. Hanno ritenuto necessario, poi, porre attenzione ai processi e alla qualità del lavoro delle diverse figure professionali che compongono la Pianta organica aggiuntiva, fornire le informazioni necessarie e aggiornate ai cittadini, dotarsi di prassi e procedure burocratiche rispettose delle esigenze dei cittadini. Parallelamente, hanno individuato i settori di debolezza, le aree di fragilità dell’attuale assetto dei servizi sociali e sociosanitari sui quali sarà opportuno agire nei prossimi anni. Hanno lanciato, infine, alcune sfide nelle aree del lavoro e del disagio sociale (povertà e nuove povertà), tematiche che oggi, in tempi di crisi economica registrano elementi di criticità e che, pertanto, necessitano di azioni mirate.

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Dreka vabi »Giro d’Italia« v Bene@ijo ob stuolietnici parve svetovne vojske �

Na projekt so zainteresirani tudi v Sloveniji

� Ilaria Banchig

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ieta 2015 bo 100. oblietnica odkar je Italija vstopila v drugo svetovno vojsko. Povsod parpravjajo razli@ne prireditve, de bi se zmisnili na tist pomemban zgodovinski dogodek. Na posebno vi¡o v Bene@iji in Poso@ju, saj so naœi kraji pre¡ivieli na v soji ko¡i vso krvavo hudobijo vojske. Po naœih gorah je umarlo na tav¡inte sudadu. Zgubilo je ¡ivljenje tudi puno Bene@anu. Med iniciativami, ki jih mislijo spejati ob okouni oblietnici, je tudi adna œportna. Pred kratkim je kamun Dreka predlagu, naj bi »Giro d’Italia«, ki je najpomembnejœa kolesarska dirka v Italiji, obisku Bene@ijo in Poso@je. Tel bi biu adan liep znak, ki bi pokazu, de sada na telih gorah, ki imajo za sabo krvavo zgodovino, ljudje ¡ivè v mieru in ¡elè gledat naprej ku dobri sosiedje ter kupe dielati za promocijo in valorizacijo prednosti in lepot telega teritorija. Enzo Cainero, ki je odgovorni za etape kolesarske dirke v Furlaniji Julijski krajini, s podpuoro De¡ele ¡e nekaj mesecu diela, de bi bla najmanj adna etapa od »Giro

d’Italia« namenjena krajam, ki jih je zajela parva svetovna vojska, de bi po@astili vse ljudje, ki so zauoj nje umarli. Na pobudo œindika Maria Zufferlija je kamun Dreka sparjeu dokument, s katerim vpraœa, naj bi »Giro d’Italia« parœu v Dreko. Saj je prù na Kolovratu 24. maja 1915 umaru parvi italijanski vojak v parvi svetovni vojski Riccardo di Giusto. Zufferli vpraœa tudi druge kamune Nediœkih dolin in #edad, de bi podparli njega iniciativo. »Evropski projekti, ki smo jih

spejali kupe z ob@ino Tolmin na Kolovratu, so zelo pomembni (important). Naœ kamun ima naravne lepote in bogato zgodovino, zato bi ¡elieli, de bi po cielim svietu poznana kolesarska dirka obiskala telo obmo@ije,« je jau. V kratim cajtu se bo dreœki œindik sre@u s Cainerjam in se z njim poguoriu o œtopinjah, ki jih bo trieba nardit, de bi zaries parpejali »Giro d’Italia« v Bene@ijo. Na projekt so zainteresirani tudi v Poso@ju. ˘e puno cajta na@elnik upravne

enote Tolmin, prefekt Zdravko Likar potiska, de bi parœlo do @ezkonfinske etape po soœki fronti. Kolesarji (@iklisti) bi lahko s Tarbi¡a œli v Rabelj, @ez Predel v Log pod Mangartom, Bovec, Kobarid in Tolmin, natuo iz Vol@ do Kolovrata. Lahko bi biu cilj (traguard) prù na Solarjah. »Tela bi bla fantasti@na etapa – pravi Likar – ampa’ bi bluo ¡e zadost, @e bi Giro œu mimo tudi brez, de bi se ustavu par nas.« A @e bi projekt podparla Slovenija, bi se lahko zgodiu @ude¡. Saj organizatorji radi vsako lieto pokukajo v druge dar¡ave. V Sloveniji je bla italijanska dirka ¡e vi@krat. »Giro d’Italia«, kot vsi vedo, je narbuj pomembna kolesarska dirka v Italiji in med te narbuj poznanimi v cielin svietu. Tuole pomeni, de poleg velikega œtevila ljubitelju œporta parkli@e v kraje, ki jih kolesarji obiœ@ejo, televizije in druge medije iz cielega sveta. Puno ljudi gleda tele kraje cele ure na televiziji in tuole je velika promocija za turizem. Dreka je narmanjœi kamun v Bene@iji. V zadnjih lietih so ljudje zapustili vasi in je ve@ina hiœ prazna. Donas œteje parbli¡no 140 prebivalcu. #e bi »Giro d’Italia« z adno svojo etapo parœu na Kolovrat al’ tud’ œu samuo mimo, tela bi bla zaries adna liepa parlo¡nost za tel kamun in za cielo Bene@ijo. Povsod bi v Italiji in po svietu lahko videli naravno bogatijo telih kraju in tuole bi sigurno parpomalo rasti telega teritorija.


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15. januarja 2013

IZ NAŒIH DOLIN

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BENE#IJA SE JE S HVALE˘NOSTJO poslovila od zaslu¡nega beneœkega duhovnika, ki bo po@ivu v Gorenjem Tarbiju

G. Emil Cencig je biu pravi pastier, ki je hodu kupe s svojimi ljudmi

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Spomin SSO-ja: Branil je pravice Slovencev

Nadœkof Mazzocato ga je pohvalu, zatuo ki je skarbeu za viero, za kulturo in za vse potriebe svojih faranu

Ezio Gosgnach

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ene@ija je pozdravila gospoda Emila Cenciga. »Biu je pravi duhovnik in pastier, ki je hodu kupe s svojimi ljudmi, katerih je dojeu globoko viero in duœico,« je jau videnski nadœkof msgr. Andrea Bruno Mazzocato na pogrebu beneœkega gospuoda nunca, ki je biu v sriedo 12. di@emberja popudan v Gorenjem Tarbiju v vasi, v kateri je ranci duhovnik slu¡u skor 50 liet. Somaœevanje je bluo po italijansko in slovensko. Bli so upokojeni nadœkof msgr. Pietro Brollo, vsi famoœtri iz Nediœkih dolin, drugi beneœki in furlanski duhovniki. Msgr. Mazzocato je v pridgi pod@artu duhovniœke in @lovieœke sposobnosti g. Cenciga, ki je oznanju Evangelj in skarbeu za svoje ljudi. »Par sarcu je imeu nimar slovenski jezik in kulturo«, je jau in zmisnu tudi, de je biu med ustanovitelji Doma, ki tudi donaœnji dan opravlja svoje poslanstvo med Slovenci v Videnski nadœkofiji. Dau je ¡ivljenje za fare Gorenji Tarbji, Oblica, Œtuoblank in Dreka. Puno dobrega je tle nardiu. Zelo je tarpeu, kàr so se beneœke vasi spraznile.« V imenu doma@ih duhovniku se je g. Cencigu zahvalu g. Bo¡o Zuanella. »Skor vse ¡ivljenje je posvetiu naœi Bene@iji – je jau – Biu je, kakor beremo v Svetim pismu, vzet od doma@ih ljudi, za slu¡it svo-

jim ljudem. Biu je adan od te zadnjih @e ne te zadnji @edermac in tudi zadnji famoœtar, ki je ¡iveu v Tarbiju. Œe nomalo liet in tle par nas na bo vi@ ne slovenskega ne laœkega maœnika. V œpietarski foraniji je bluo na koncu druge svetovne vojske 27 duhovniku. Donas smo ostali samuo œtierje. Pre Milijo nie skarbeu samuo za duœne pa tudi za materialne in kulturne potriebe svojih ljudi. Med drugim je gledu ohranit na telim koncu doma@i slovenski jezik, zak’ je lepuo viedu in tudi pisu na Dom, de @e zgubimo naœe kulturne in jezikovne korenine, zgubimo po@aso tudi naœo viero, naœo kristjansko duœo.« V imenu faranu se je g. Cencigu zahvalila Erika Balus: »Hvala zatuo ki ste nas u@iu moliti, kakor so molili naœi te stari.

Hvala, de nieste zapustiu fare tudi, kar je ratala premajhana. Hvala zatuo, ki ste rastu v vieri nas, ki smo bli tekrat otroci in smo donas odrastli. Hvala, de ste biu nimar blizu bounim in zapuœ@enim ljudem. Donas se za nimar vra@ate na ve@ni po@itak v Bene@ijo, ki ste jo tarkaj ljubu. Buog van loni!« V imenu srienskega kamuna je guoriu pod¡upan (vi@eœindik) Augusto Crisetig. Izra¡u je so¡alje posebno sestri Franchi. »Donas je ¡alostan dan za cieu kamun – je jau, saj je g. Cencig zaries puno dobrega nardiu v 50 lietah med nami. 7. novemberja 1957 sam biu v teli cierkvi, kar je parœu za famoœtra. Gospuod naj mu dà ve@ni mier in pokoj. Naj bo po@ivu v mieru med ljudmi, ki jim je tarkaj dobrega dau.« Dreœki pod¡upan Michele Coren je imeu liep govor. »Dajemo donas – je poviedu – zadnji pozdrav gospuodu Emilu Cencigu, duhovniku in kulturniku, ki se je s svojim ¡ivljenjam in dielam zaslu¡u mest med velikimi ljudmi, ki jih je rodila

Msgr. Brollo in sestra Franca

Bene@ija. Celuo ¡ivljenje je posvetiu Bogu in naœim ljudem. Gospuod Cencig je biu pravi @edermac, tuo je adan od tistih naœih gospuodu nuncu, ki so dobro zastopili, de je kristjanska viera tesnuo povezana s slovensklim jezikam in slovensko kulturo, de adna rie@ na more biti lo@ena od te druge. Zapuœ@a nam zgled, kakuo je trieba varvati naœo pravo podobo. Naœa du¡nuost je iti naprej po poti, ki nam jo je pre Milijo pokazu. Se pravi, de muoramo vsi kupe v kristjanskim duhu braniti naœo bogato slovensko kulturo, naœo de¡elo in ljudi, ki ne glede na velike te¡ave ¡ivè v Bene@iji in dielajo za nje rast. «. Med civilnimi oblastmi so bli tudi garmiœka ¡upanja Eliana Fabello, œpietarski pod¡upan Mariano Zufferli, predsednik SSO Drago Œtoka in na@elnik upravne enote Tolmin Zdravko Likar. Evropski poslanec Alojz Peterle je poœju pismo. »Ob smarti gospuoda Emila Cenciga, neutrudnega beneœkega @edermaca, ki je svoje ¡ivljenje posvetiu Bene@iji in pravicam Slovencu v videnski provinci, izrekam svojcam in cieli skupnosti svoje iskreno in ob@uteno so¡alje. S svojim ¡ivljenjskim dielam in @aram je Cencig znu povezati viero in kulturo, religijo in znanje, s svojim zgledam pa ostaja adan velikih duhou in stabrou ne le beneœke skupnosti«. Po maœi je duga precesja ljudi spremljala g. Cenciga na zadnji poti. Moliteu je vodu doma@i famoœtar g. Federico Saracino. Ob odpartim grobu se mu je zahvalu œe g.. Maurizio Qualizza. Po@ivu bo na sretu britofa pod sienco tarbijskega turma in mogo@nega Matajurja.

A SAVOGNA E SAN LEONARDO i due appuntamenti organizzati dalla Comunità montana Torre, Natisone e Collio

Concerti di Natale sempre un bel successo

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ue piacevoli serate allietate dai canti popolari natalizi delle Valli del Natisone e non solo quelle di sabato 15 e domenica 16 dicembre a Savogna e Merso di Sopra. I tradizionali concerti di Natale organizzati dalla Comunità Montana del Torre, Natisone e Collio, sono giunti alla sedicesima edizione, coinvolgendo negli anni numerose parrocchie del territorio della Comunità Montana, compreso il Collio e le Valli del Torre. Come cornice dell’importante iniziativa di quest’anno, sono state scelte la chiesa parrocchiale dei Santi Ermacora e Fortunato a Savogna, eretta nel 1919, in seguito all’incendio che colpì la vecchia chiesa durante la ritirata del 1917, e la chiesa del Sacro Cuore a Merso di Sopra, una delle chiese più recenti delle Valli del Natisone. I lavori di costruzione furono avviati in seguito alla spaccatura del campanile parrocchiale di San Leonardo, come riportato testualmente nel Libro storico della parrocchia di San Leonardo. La chiesa, come la vediamo ora, venne terminata nel 1998.

Nelle due giornate si sono esibiti i cori delle Valli del Natisone e di Cividale, con un vasto repertorio per riproporre i canti della tradizione natalizia con brani, generalmente sacri, sia popolari che di compositori famosi. Sabato 15 dicembre si sono esibiti il coro maschile Matajur di Clenia e il coro di voci bianche Mali lujerji di San Pietro al Natisone, diretti dal maestro Davide Clodig, il coro misto Pod lipo di Vernasso, diretto dal maestro Nino Specogna e il Coro Tre Valli Tri doline di Cravero, diretto dal maestro Maria Francesca Gussetti. Domenica, invece, hanno allietato la serata, omaggiando così anche l’ingresso del nuovo parroco di San Leonardo don Michele Zanon, il Coro dell’Accademia musicale culturale Harmonia di Cividale del Friuli, diretto dal maestro Giuseppe Schiff, il Coro San Leonardo diretto dal maestro Stefano Blancuzzi e il Coro Slavia di Cravero, diretto dal maestro Margarita Swarczewskaja. A conclusione delle due serate si è svolto un momento conviviale durante il quale

Zbor Mali lujerji na koncertu v Sauodnji la partecipazione è stata allietata dal suono della «ramonika» e dai canti popolari. Negli ultimi anni la realizzazione dei Concerti di Natale è stata penalizzata a causa della difficile situazione che, per i motivi noti, sta attraversando l’ente. È doveroso precisare che nel 2000, 2003, 2004, 2006, 2007, 2008 si sono tenuti quattro concerti, mentre negli anni 2001,

(foto Giorgia Zufferli)

2002, 2005 e 2010 i concerti sono stati tre. Nel 2009 addirittura la rassegna non si è tenuta. L’anno scorso è stato organizzato un solo concerto nel Santuario di Castelmonte, luogo molto importante per la nostra gente. Quest’anno, con questi due eventi, la Comunità Montana ha voluto mantenere vivo l’impegno di proseguire la tradizione.

zvrœni odbor Sveta slovenskih organizacij je zasedal v sredo 12. decembra v Trstu. Na za@etku seje so se @lani poklonili pokojnemu g. Emilu Cenci@u. Pri tem je prilo¡nostno misel podal pokrajinski predsednik SSO za vidensko pokrajino Giorgio Banchig. »Danes med pogrebno maœo je bilo povedano, da je bil g. Emil Cenci@ eden od zadnjih @edermacev, eden zadnjih beneœkih duhovnikov, ki so posvetili ¡ivljenje svojemu ljudstvu in po starodavni tradiciji oglejskega patrijarhata oznanjali vero v doma@em jeziku. Da bi utemeljil svoje prepri@anje in delovanje na verskem, kulturnem in socialnem podro@ju se je g. Cenci@ ¡e v zrelih letih posvetil œtudiju: diplomiral je iz pastoralne in liturgi@ne teologije, nato tudi iz prava na univerzi v Padovi. Podkovan v teologiji in pravu je tako branil pravice svojih ljudi pred cerkveno in civilno oblastjo in skrbel za kulturni in socialni napredek Bene@ije. Na podlagi 6. @lena italijanske ustave se je boril, da bi bili Slovenci videnske pokrajine priznani kot enakopravni del slovenske manjœine v Italiji; trudil se je, da bi prepri@al italijanski politi@ni svet, da morajo biti Slovenci v Bene@iji, Reziji in Kanalski dolini vklju@eni v globalni zaœ@itni zakon. Ve@krat se je udele¡il manjœinskih delegacij, ki so romale v Rim in na druge forume, kjer je bilo govora o zaœ@iti Slovencev v videnski pokrajini. Z veliko vnemo in prepri@ljivimi argumenti je nastopal na raznih posvetih in zborovanjih. Spomnimo se njegovih govorov na Kamenici, na Dnevu emigranta, na sre@anjih s cerkvenimi in civilnimi oblastmi. Kot kristjan in duhovnik je utemeljeval svoja prepri@anja in delovanje na teologiji bo¡jega u@love@enja. O tem njegovi @lanki v Domu ponujajo globoka razmiœljanja, ki povzemajo sporo@ilo in se sklicujejo na velike duhovne voditelje in buditelje slovenskega naroda, kot so œkof Anton Martin Slomœek, Ivan Trinko, Jakob Ukmar in drugi. G. Emil Cenci@ je leta 1966 skupaj z mons. Valentinom Birti@em in g. Mariom Lavren@i@em ustanovil kulturno verski list Dom, ki œe danes skuœa oznanjati in uresni@evati sporo@ilo beneœkih @edermacev. V uvodniku prve œtevilke Doma je g. Emil postavil vpraœanje: Zakaj ta @asopis v naœem jeziku? Odgovoril si je: Zato ker tako govorimo v naœih dru¡inah in je naœ materin jezik. Je naœ doma@i jezik, ki nam ga je dal Bog in so ga govorili ¡e dolgo, dolgo let naœi predniki in ¡elimo, da se ohrani tudi za naprej, da ga bodo govorili tudi naœi sinovi in sinovi naœih sinov. Imeniten dar @loveku od Boga je materina beseda.«


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TERSKE DOLINE

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GIOVANNI VISENTINI, che ha un laboratorio d’incisione e gestisce l’osteria, recupererà un edificio abbandonato KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Taipana, posta solo 4 volte la settimana

Una «casa dell’arte» a Prossenicco per valorizzare il lavoro artigianale �

Il 2013 dovrebbe essere l’anno giusto per trasformare in realtà un sogno

� Paola Treppo

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� � Dallo scorso mese di dicembre sono cambiati gli orari al pubblico dell’ufficio delle poste a Taipana, sportello sopravvissuto fortunatamente al generale taglio operato su tutto il territorio regionale e che serve la totalità degli abitanti del comune montano. D’ora in poi, per il ritiro delle pensioni e per sbrigare altre pratiche ci si potrà recare alla posta, sita vicino al bar «Da Floridi», martedì, mercoledì e giovedì dalle 8.15 alle 13.45 e il sabato dalle 8.15 alle 12.45. L’ufficio è anche l’unico punto di riferimento per il prelievo di contanti presso il bancoposta. L’alternativa, impossibile per chi non ha l’auto e non usa la corriera, è il trasferimento più a valle, a Nimis o a Tarcento.

Due calendari molto attesi Lunario 2013 in dono alla comunità dell’Alta Val del Torre. Nei giorni delle feste, infatti, come ormai da consuetudine, l’amministrazione comunale di Lusevera ha regalato alla popolazione un calendario che ha per tema, mese dopo mese, la fauna locale, in un viaggio alla scoperta degli animali della zona grazie alle istantanee scattate da Luciano Mattighello, un abitante di Cesariis. Stessa iniziativa anche nel vicino comune di Taipana dove, a tutte le famiglie, è stato donato il lunario/koledar corredato da suggestive immagini: viste mozzafiato della zona transfrontaliera che abbraccia la natura e la fauna della zona taipanese e di quella slovena di Caporetto/Kobarid. ��

orge all’ingresso del borgo la tradizionale casa di montagna che Giovanni Visentini, 57 anni, originario di Udine ma dal 2007 stabilmente residente a Prossenicco di Taipana, intende trasformare in laboratorio artistico. «La mia intenzione – spiega – è di farne una sorta di punto di riferimento stabile per le arti cui accedere liberamente per scoprire il valore del lavoro artigianale fatto con il cuore e con tanta passione. Da tempo guardo alla realizzazione concreta di questo progetto e credo che il 2013 sarà l’anno giusto per trasformare in realtà il mio sogno nel cassetto». Visentini abita da solo a Prossenicco: «Una scelta, quella di trasferirmi dal rumore della città in una frazione di grande fascino, nata, agli esordi, proprio per attivare un laboratorio artistico di qualità; per lavorare nella tranquillità della montagna

dedicandomi a ciò che sento più congeniale alla mia personalità poliedrica». Giovanni si è innamorato a prima vista del borgo: «È una località che ispira particolarmente, ricca di storia, abitata da persone di grande sensibilità, che hanno tratto dalla vicinanza col confine grandi insegnamenti di vita. Ascoltando i racconti delle loro esistenze, capisco perché Prossenicco restituisca, oggi, quest’aria tanto particolare: dolore e solidarietà, amicizia e aiuto reciproco hanno caratterizzato per decenni le popolazioni di questi luoghi. Ritengo importante venga avviato un progetto per raccogliere le memorie degli uomini e delle donne originarie del borgo: in questo modo la storia vera delle genti di confine non andrà mai persa, a favore delle nuove generazioni e di chi ha vissuto sulla propria pelle eventi unici, ancora oggi molto poco noti». Il primo passo, per Visentini, è stato la sottoscrizione, sei anni fa, di un contratto di locazione per la gestione dell’ antica

osteria con cucina «Al centro», esercizio pubblico che sorge nel cuore della frazione. «Alla Camera di commercio di Udine l’apertura ufficiale di questo bar porta la data del 1901; qui dentro, insomma, sono passate generazioni. È un locale storico, per cui ho anche avviato il riconoscimento

APPUNTAMENTI PER LA COMUNITÀ da Santa Lucia a Natale, capodanno ed Epifania

A Subit tutti insieme per festeggiare

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empre più uniti, solidali e animati dal desiderio di far rivivere il borgo con tante iniziative di richiamo, la popolazione e gli amici di Subit. Feste, incontri, celebrazioni religiose molto sentite e partecipate hanno animato anche per le feste di Natale del 2012 l’abitato montano sopra Attimis. Tra Santa Lucia e l’Epifania il programma steso dalla pro loco ha richiamato almeno 200 persone da tutti i borghi della Val Malina, con particolare attenzione al coinvolgimento dei più piccoli e dei meno giovani. Nella Notte Santa, tra il 24 e il 25 dicembre, briscola in compagnia per aggregare le persone di tutte le età, del posto e venute da fuori comune. La festa è stata or-

ganizzata in attesa dello scoccare della mezzanotte quando ha preso avvio la celebrazione della messa solenne, nella grande chieda del borgo, vero cuore pulsante di Subit. Il rito è stato accompagnato dal coro «Bariglarie», diretto dalla maestra Lucia Bianchi. Nella notte di San Silvestro, invece, momento conviviale per attendere, uniti, l’arrivo del nuovo anno. Grande la partecipazione alla festa della Befana, il 6 gennaio, dedicata all’animazione per i bambini. Per loro giochi, canti e doni, grazie alla disponibilità di Fabiana, animatrice fortemente legata alla comunità della frazione. Protagonista, e non poteva essere altrimenti, la vecchia signora con la gerla sulle spalle,

che si è presentata ai bimbi con i tradizionali abiti contadini e una gerla ricolma di regali. A prendere parte dall’evento, nei locali già «Caritas», sono stati mamme, papà e ragazzini di tutte le località di questa parte della montagna. Una festa che ha raccolto, quindi, le famiglie che vivono in Borgo Mattielig, a Salandri, Pecol, Scoverz, Bombardier, Cancellier, Porzûs, Racchiuso e, naturalmente, a Subit. «L’incontro con al Befana del 6 gennaio – spiega il presidente della pro loco Subit, Bruno Del Bianco – è ormai diventato un vera e propria tradizione che si ripete con sempre maggiore successo ogni anno. Permette di incontrarsi in un clima di serenità, di cono-

LA VIABILITÀ di accesso sarà rimessa a nuovo

Frana monitorata a Ponte Vittorio

Continuano, nonostante il maltempo che a cavallo tra il 2012 e il 2013 ha ricoperto di neve le località più distanti dal capoluogo di Taipana, i lavori di monitoraggio dello smottamento che ha interessato il tratto da Ponte Vittorio a Prossenicco. Frana che ha reso necessario, da parte del sindaco Elio Berra, l’emissione di un’ordinanza che vieta il transito dei mezzi in questa porzione di viabilità montana. Nell’attesa di un intervento risolutorio, che permetta di nuovo il collegamento in sicurezza tra Friuli e Slovenia, sono stati eseguiti dei carotaggi e rimossi tutti gli alberi caduti a seguito del cedimento. È stata pure realizzata una pista per accedere con maggiore facilità al versante instabile.

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per l’ottenimento della targa d’oro. Credo, in realtà, esistesse da molto più tempo, probabilmente dall’Ottocento». Il 57enne vive in un appartamento sopra l’osteria e qui ha stabilito la sede del suo laboratorio di incisione e stampe di qualità. Creatore già iscritto nella categoria degli artigiani artistici del Friuli, ha accettato la «donazione» di un’abitazione che sorge all’ingresso del paese: «Stava per cadere, ed era un vero peccato. Così ho accettato di farmene carico, con un progetto di miglioramento e messa in sicurezza. È qui che sorgerà la “casa dell’arte” di Prossenicco». Oltre a lavorare in osteria, spazio che ha mantenuto il più possibile originale, Giovanni ha continuato in questi anni a creare gioielli in argento e pietre dure nel retrobottega dove, grazie a macchine del mestiere e a innate doti artistiche, realizza splendide stampe. Opere che sono state protagoniste, anche nei giorni delle feste di Natale, di un «mercatino in osteria», affiancate da una produzione tutta «made in Prossenicco» di liquori dolci locali a base di erbe e piccoli frutti raccolti nell’intorno del borgo.

Porzus, lavori sulla strada

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er il santuario mariano di Por@inj/Porzûs, il 2013 si apre all’insegna di buone notizie sul fronte viabilità e accesso in sicurezza al centro religioso che registra una sempre maggiore affluenza di fedeli, in particolare dall’Italia e dalla vicina Slovenia. «La novità di più grande rilievo, per quel che attiene alle opere pubbliche – spiegano i membri del Consiglio pastorale, coordinato da don Vittorino Ghenda – riguarda l’avvio, proprio nei primi mesi di quest’anno, del cantiere per la sistemazione della strada di accesso al santuario e, in generale, al borgo di Porzûs. La carreggiata, oggi molto stretta e priva in molti punti di barriere di protezione, sarà rimessa a nuovo. Tutto ciò grazie a un finanziamento di circa 700 mila euro erogato dalla Regione Fvg. Nel progetto è prevista anche la realizzazione di alcune piazzole di sosta che consentiranno il passaggio delle automobili in salita e in discesa. Speriamo tutti che i lavori comincino quanto prima affinché la stagione 2013 definita dal comitato parrocchiale possa essere rispettata e che si possa svolgere, quindi, senza alcun disagio per fedeli e pellegrini. A ogni modo, se ci saranno degli intoppi durante lo svolgi-

mento delle opere, veramente necessarie e da tempo attese, accetteremo qualche sacrificio: ricordiamo, infatti, che per raggiungere il borgo di Porzûs e la cappella dell’apparizione della Madonna, si potrà percorrere anche la via che si stacca da Faedis e che attraversa il borgo di Canebola, seguendo quindi la direttrice di alta quota». Per chi è lontano dalla sua terra natia, invece, così come chi, da altri Paesi del mondo ha scoperto l’esistenza del santuario immerso nel verde delle alture di Attimis, resta attivo – ed è sempre più visitato–- il sito internet della Madonna. Tantissimi gli accessi, da ogni parte del globo, con una maggioranza di fedeli italiani. Seguono i religiosi della vicina Slovenia, di Spagna, Germania, Francia, Brasile, Stati Uniti, Austria, Svizzera, Belgio, Ungheria, Croazia, Israele, Thailandia, Polonia, Cina, Repubblica Domenicana, Canada, Venezuela e Argentina. Una fede che viaggia in rete, insomma, e che si diffonde con costanza, goccia a goccia, anche attraverso il nuovo bollettino parrocchiale del Santuario, pubblicazione che raccoglie tutti gli eventi svoltisi nel centro religioso durante l’anno.

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scersi per chi vive qui da poco e per rinsaldare le amicizie tra persone che abitano stabilmente nei borghi in quota tra Nimis, Attimis e Faedis. Al termine dei festeggiamenti c’è lo scambio di auguri e la promessa di rivedersi l’anno successivo, sempre in unità e serenità». � P. T.

Il «polovin» di Bardo annuncia un buon 2013

arà un buon anno, quello appena cominciato. A dare un segnale di speranza in un momento economico e sociale molto difficile è stato, nella serata del 6 gennaio, il fuoco del polovin di Lusevera/Bardo. La pira, realizzata con grande maestria dalla comunità locale, in particolare dai giovani del paese, è stata incendiata attorno alle 18.30, in un clima di gioiosa aggregazione, nel campo adiacente l’area festeggiamenti. La tradizione, portata avanti con impegno dall’Associazione ex-emigranti, presieduta da Dante Del Medico, è stata arricchita quest’anno, per la prima volta, dalla lettura della direzione del fumo e del dimenarsi delle faville da parte dell’esordiente Renato Micottis. «È stata un’esperienza particolare e coinvolgente – ha detto –. Al di là della previsioni astrali, guardare ardere il polovin mi ha restituito emozioni profonde, legate alle tradizioni della nostra terra e dei nostri nonni. Il fuoco, all’inizio, si è come avvolto su se stesso, tanto che il fumo non ha preso una direzione precisa. Poi si è assestato e ha cominciato a illuminare la notte epifanica come una grande torcia che si staglia eretta». Quando le fiamme hanno avvolto completamente la pira, per i presenti è stata chiara la direzione del fumo: là, dove sorge il sole, rispecchiando anche il pronostico giunto poi dal Pignarûl Grant di Coja, a Tarcento, incendiato un’oretta più tardi. «Speriamo che queste previsioni positive si avverino – ha detto Micottis –. Abbiamo tutti bisogno di maggiore pace e serenità». Nella corsa dei carri infuocati, i giovani di Lusevera hanno perso il Palio, che per il 2013 è finito ai pignarulars di Billerio: il drappo, quindi, è uscito dal bar «Nova coop» dove era rimasto custodito, in bell’evidenza, per tutti i mesi del 2012. Ma il gruppo non si dà per vinto ed è già pronto a preparare una controffensiva per la corsa del 5 gennaio 2014. Attorno al polovin tanti abitanti dell’Alta Val Torre che sono rimasti in compagnia fino a notte fonda brindando con vin brulè nel vicino spazio dell’area festeggiamenti. Il 10 gennaio, poi, nuovo momento di aggregazione con una singolare «Cena delle ossa» organizzata per tutta la comunità sempre nel bar «Nova Coop». (p. t.)


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REZIJA/KANALSKA DOLINA

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USPEL BO˘I#NI KONCERT, ki se je 30. decembra odvijal v farni cerkvi v Ukvah v re¡iji o¡ivljene organizacije

Zdru¡enje Cernet se prizadeva za trijezi@no œolo v Kanalski dolini �

Predsednik in ¡upan Oman: anga¡irani smo, da bi ohranili slovensko kulturo

Per un progetto turistico al passo con i tempi

KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Navetta gratuita per le piste da sci In corrispondenza della stagione sciistica invernale, gli utenti del treno Micotra (in corsa sulla tratta Udine-Villaco) potranno fruire di un servizio di navetta gratuito. Nei soli giorni prefestivi e festivi compresi tra il 5 gennaio e l’1 aprile 2013, gli autobus partiranno dalla stazione di Tarvisio Boscoverde/Trbi¡ Zeleni gozd alle ore 8.20 e 10.15 circa – garantendo l'attesa dell'arrivo dei treni, rispettivamente, da Udine e da Villaco. Al rientro sarà parimenti garantita la coincidenza con i treni verso Udine e Villaco, con rispettive partenze alle 17.50 ed alle 19.20 dalla telecabina del Monte Lussari/Svete Viœarje presso Camporosso/˘abnice.

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Z gorskim kolesom po snegu v dolini Zajzere Vsi skupaj so v Ukvah zapeli »Sveta noå, blaœena noå...« � Luciano Lister

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o adventnem koncertu, ki so ga 16. decembra priredili v ˘abnicah, se je v nedeljo 30. v farni cerkvi v Ukvah odvijal bo¡i@ni koncert, ki ga je organiziralo spet o¡ivljeno zdru¡enje »don Mario Cernet«. Za uvodni pozdrav je skrbel predsednik zdru¡enja in naborjeœki ¡upan Alessandro Oman. V svojem govoru je predsednik ozna@il zdru¡enje »Cernet« kot ustanovo, ki je odprta vsem – œe posebej tistim, ki bi radi sodelovali – in ki se anga¡ira za ohranjanje slovenske kulture v dolini; obenem je izrazil ¡eljo po uresni@itvi projekta trijezi@ne œole v Kanalski dolini. Po pozdravih se je za@el koncert, ki ga je povezovala tajnica zdru¡enja Anna Wedam. S kora ukovske cerkve so odmevale pesmi vaœkega cerkvenega pevskega zbora, kateremu so sledili otroci iz Kanalske doline, ki so nastopili pod vodstvom u@iteljice slovenskega jezika v tamkajœnjih œolah Alma Hlede. V @ezmejnem vzduœju in v znamenju pripadnosti skupnemu slovenskemu kulturnemu prostoru so se zvrstili ostali zbori: prvi je bil meœani pevski zbor »F.B. Sedej« iz œteverjana (GO), ki je med drugim

Cama na ma nowa preœidenta

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so@acjun CAMA ki na dila karjë za zdëlet poznet dëlo od brüsarjow, nejveæ da pa ti mlodi ano otrocy a poznejtë, na ma naa nowa preœidinta. To pyrwo ri@ ki na jë naredile isa aso@acjun to jë bila ita za naredit den monument za në zabit isö dëlo. Po itin drüe lipe ano wridne rë@i so bile norët tej fjëœta brüsarja, ki na se nareja wsakë lëto to saont nadëjo avoœta ano pa te wridni muzeo od brüsarja. Brusarji so bili tu-w karjë krajow pokazet isö dëlo, za fjere ano za moœtre tej ta ki bila lani tu-w Vili Manin tu-w Codroipo. Litos te novi preœident ad ise aso@acjuni to jë spet Gjwen Negro Öjskin ziz Solbice ki an prawzel mësto Menja Lettig Jürina. Ti novi podpreœident to jë Dino Longhino Frëjd. Za iso aso@acjun ano za jüdi ki ni jo wödjo augurawamo ziz sërcon wsë nejbujœo. (s. q.)

zapel tudi pesem, ki jo je napisala pesnica Ljubka Œorli. Iz dvojezi@nega obmo@ja avstrijske Koroœke in sicer iz Œkocijana je priœla potem Vokalna skupina »Nomos«, ki je izbrala bodisi ljudske bodisi mednarodne pesmi. Z repertoarjem iz celega sveta (od prekmurskih ljudskih pesmi do ameriœkih spiritual) je nastopil tudi meœani pevski zbor »dr. Bogdan Der@«, ki je sicer nastal v okviru ljubljanske Pediatri@ne klinike in je imenovan po prvem slovenskem profesorju pediatrije. Ob zaklju@ku prireditve, ki jo je glasbeno povezovala citrarica iz Rate@ Danica Butinar, so vsi nastopajo@i skupaj zapeli bo¡i@no pesem »Sveta no@«. Med ob@instvom na dogodku sta za Svet Slovenskih organizacij bila prisotna predsednik Drago Œtoka in predsednik za vidensko pokrajino Giorgio Banchig. Koncert, ki ga je zdru¡enje »Cernet« organiziralo v sodelovanju s faro Sv. Filipa in Jakoba v Ukvah in z doma@im cerkvenim pevskim zborom, sta podprla Ob@ina Naborjet-Ov@ja vas ter Gorska skupnost za Guminsko, ˘elezno in Kanalsko dolino. Koncert so 6. januarja ob 17.30 oddajali tudi na valovih Radia Trst A.

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ell’intento di potenziare l’ambito turistico tramite la collaborazione tra enti locali, i comuni di Chiusaforte, Dogna, Pontebba, MalborghettoValbruna/Naborjet-Ov@ja vas e Tarvisio/Trbi¡ hanno sottoscritto e sponsorizzato il progetto «Senza confini», studiato dal Consorzio promozione turistica del Tarvisiano, di Sella Nevea e di Passo Pramollo. Il progetto vuole favorire la costruzione di una visione unitaria del territorio, che rafforzi la coscienza del punto di forza dato dall’unicità di un’area sì estesa e ricca di peculiarità locali, ma omogenea sotto più aspetti. Il piano illustrato nello studio mira ad attivare un nuovo ciclo di sviluppo socio-economico sostenibile, andando ad individuare le azioni necessarie da un lato per recuperare i beni immobili dimessi (la maggior parte dei quali a passato uso militare), dall’altro per attrarre in zona turisti, nuovi residenti e nuove attività economiche. Questa attrazione farebbe leva sulla stessa collocazione geografica della zona e sulla sua effettiva caratterizzazione «senza confini», nonché sulle sue risorse naturalistiche ed infrastrutturali, secondo un processo di rafforzamento della coesione sociale e di integrazione con i sistemi economici, sociali ed urbanistici delle aree circostanti. Lo studio, che è già stato illustrato presso la Regione, è stato supportato da un documento sottoscritto dai cinque comuni menzionati ed inviato al presidente della Regione, Renzo Tondo. In esso, muovendosi in un’ottica di prospettiva condivisa, viene posto l’accento su come la concezione di prodotti turistici che valorizzino il comprensorio nella sua interezza debba procedere di pari passo con scelte lungimiranti che favoriscano una crescita armoniosa del territorio, ponendo l’attenzione soprattutto su alcune linee di intervento che allineino la competitività della zona a quella di altre: sviluppo di un’area wellness-centro acqua; progetti e iniziative per il target famiglie-bambini; sviluppo di piste ciclabili, percorsi di trekking ed infrastrutture outdoor; miglioramento della ricettività presente ed incentivi per nuovi investimenti, favorendo la realizzazione di strutture di categoria superiore rispetto a quelle già esistenti; promozione del demanio sciabile del comprensorio, con sviluppo di servizi annessi. (l. l.)

Poliambulatorio aperto a Pontebba Verso la metà del mese di dicembre è stato inaugurato il nuovo poliambulatorio di Pontebba (Tablja), capace di servire oltre tremila utenti. Progettata dall’architetto Antonio Fabiani, la struttura è costata 794.000 euro: di questi, 416.000 sono stati raccolti tramite la sottoscrizione «Un euro per il Friuli» (promossa dal Tg5 all’indomani degli eventi alluvionali del 2003), 100.000 sono stati stanziati dalla Regione, 250.000 dalla Protezione civile regionale e la cifra rimanente dal Comune. Alla cerimonia d’inaugurazione, oltre al sindaco Isabella De Monte ed al vicesindaco Luigi Clauderotti, ha presenziato il presidente della Regione Renzo Tondo, che ha sottolineato come ora Pontebba disponga di un centro socio-sanitario vero e proprio – il precedente poliambulatorio, infatti, era collocato all’interno del locale polo scolastico. ��

IL COMUNE DI RESIA ha riaffidato la gestione del centro culturale di Prato al Gruppo folcloristico «Val Resia»

«Kulturska hiœa», 6 mesi di inattività che costano

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n data 21 dicembre 2012, quando in tutto il mondo o quasi si temeva il peggio per le funeste profezie del popolo Maia, la Giunta comunale di Resia, con deliberazione n. 311, ha riaffidato la gestione del centro culturale «Ta rozajanska kulturska hiœa» sito in frazione Prato, al Gruppo folcloristico Val Resia per la durata di sei anni, con decorrenza 1.1.2013 e scadenza 31.12.2018. Con questo atto si è finalmente conclusa, almeno in parte, visto che manca ancora la stipula del contratto che disciplinerà le obbligazioni delle parti, la spiacevole vicenda che ha visto questo importante edificio, donato dopo i terremoti del 1976 dalla Slovenia, allora parte della Federazione jugoslava, chiuso al pubblico per più di sei mesi e perlopiù durante la bella stagione, quella che tradizionalmente favorisce la presenza di turisti in valle. La sospensione dell'utilizzo a terzi dell'immobile, cuore culturale della vallata, oltre a rallentare le attività proprie del gruppo folcloristico, che ha la sua sede presso tale centro, ha prodotto la sospensione di tutte le altre attività che da anni si svolgevano all'interno dello stesso e che

erano regolate da convenzioni e su pagamento di apposite tariffe. Una di queste attività, vista la capienza degli spazi del centro culturale, è l'accoglienza dei numerosi turisti provenienti dalla Slovenia e non solo, che annualmente visitano Resia. Per oltre sei mesi questi turisti sono stati accolti alla meno peggio, in locali non sufficientemente capienti e privi degli standard minimi di accoglienza per un comune che si definisce turistico. Come tutti hanno potuto constatare la chiusura del centro culturale non ha fatto bene a nessuno. La questione della gestio-

ne di un immobile comunale poteva, negli interessi della collettività, essere risolta ancora prima della scadenza della convenzione. Invece non solo si è aspettato, ma si è addirittura fatto passare altro tempo durante il quale effettivamente si è impedito a tante forze sociali di portare avanti le proprie attività che contribuiscono a rendere vitale la nostra comunità. Si sarebbero almeno potute proporre da parte dell’amministrazione comunale delle soluzioni alternative per consentire ugualmente lo svolgimento delle attività ormai in programma e non rinviabili come i laboratori culturali proposti ai visitatori

sloveni di cui il sindaco è stato sempre informato. Non è intenzione risollevare le sterili polemiche che in questi mesi sono state artatamente propagandate contro il turismo proveniente dalla Slovenia e neppure commentare gli scambi epistolari tra varie istituzioni di Resia ed il consolato sloveno a Trieste, ma riferire solamente i disagi oggettivi creati con questa decisione presa dall'amministrazione comunale. Molte sono state in questi mesi le difficoltà sia per gli operatori che per i turisti che, purtroppo, anche nel periodo più freddo sono stati ospitati in una struttura non riscaldata e priva di servizi igienici adeguati. Dispiace che per la poca sensibilità dimostrata in questa questione ci abbia rimesso l’immagine di questo comune che investe energie e risorse economiche per proporre il proprio territorio. Speriamo che questa esperienza negativa possa servire a maturare una maggiore attenzione all’accoglienza, che dovrà essere in futuro sempre più professionale e di qualità se si vuole veramente bene a Resia. � Sandro Quaglia


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POSO@JE

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15. januarja 2013

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PRIREDITEV JE BILA TOKRAT namenjena zbiranju sredstev za deklico iz Bovca, ki se pogumno bori s hudo boleznijo KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke brevi brevi kratke

Praznovanje novega leta v Poso@ju

� � Tudi prebivalci Zgornjega Poso@ja so najdaljœo no@ v letu pre¡iveli na prostem, saj so oganizirana praznovanja pripravili v vseh ve@jih posoœkih mestih. Tolminci so v leto 2013 zakorakali na osrednjem prireditvenem prostoru na Mestnem trgu, kjer so se s skupino Obvezna smer poslovili od starega leta in proslavili novega. Poleg tega so se v mrzlih decembrskih dneh lahko œtevilni zazibali v ritmih Avtomobilov, Omarja Naberja Alye in œtevilnih drugih. Tudi v Kobaridu se je skozi cel december zvrstilo veliko kulturno – glasbenih prireditev. Na silvestrski ve@er pa je publiko ogrel ansambel 7 œrit. Tudi v Bovcu se je v mesecu decembru zvrstilo veliko koncertov in predstav namenjenih tako najmlajœim kot mladim po srcu. Silvestrski ve@er pa so Bov@ani na trgu pred Kulturnim domom pri@akali ob nostalgi@nih zvokih skupine Kameleoni, Prizma in Bazar, ki so se zdru¡ili okoli legende primorskih glasbenikov Danila Kocjan@i@a v skupini Danilo Kocjan@i@ & Friends.

V Smasti stoti Bo¡i@ Marije Gomilœ@ek

Belinova Marija Gomilœ@ek iz Smasti pri Kobaridu je le dva dni po sv. Miklav¡u v krogu najbli¡jih praznovala svoj stoti rojstni dan. #eprav je stoletnica le dva meseca pred praznikom do¡ivela poœkodbo in operacijo je @vrsta in bistrega duha do@akala @astitljivi jubilej. ˘ivljenje Mariji ni bilo postlano s cvetjem. O@eta so vpoklicali k @rnobojnikom, kjer je kot branilec bojne linije pod Krnom med prvimi izgubil ¡ivljenje. Mala komaj dvoletna Marija je morala z mamo zapustiti toplo doma@e ognjiœ@e. Begunstvo sta z mamino sestro pre¡iveli v Logjeh, Corpo di Cave in nato v Su¡idu. V poruœeni dom sta se po kon@ani prvi vojni vrnili sami z mamo, saj je mlajœa sestra umrla ¡e prve dni begunstva. Otroœtvo in mladost je nadvse skromno pre¡ivljala s sovrstniki pri paœi ovac in delu na njivi, v seno¡etah, doma in po vasi. V zakonu z Ivanom Gomilœ@kom sta se rodila sin in h@i. Oba jo s svojima dru¡inama z vso ljubeznijo negujeta in skrbita za njeno udobno ¡ivljenje v doma@i hiœi, v krogu svojih najdra¡jih. Vnukinji, s katerima se œe posebno dobro razume, sta na predve@er Gospodovega rojstva »mami stari« postavile njene stote jaslice s hlev@kom in sveto dru¡ino. Na Smaœko stoletnico ni pozabila ¡upanja Darja Hauptman, ki se je z obiskom in iskrenimi @estitkami pridru¡ila dru¡ini in vsem, ki so se rado¡ive Marije Belinove tistega dne spomnili. (Pa#)

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»Prisluhni ptici v duœi« je izraz dobrodelnosti na bovœkem obmo@ju �

Obiskovalci so do zadnjega koti@ka napolnili veliko dvorano kulturnega doma

Dva zanimiva koncerta v Dre¡nici

� Miran Miheliå

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od pokroviteljstvom Ob@ine Bovec je v soboto, 1. decembra, potekala ¡e druga tradicionalna dobrodelna prireditev »Prisluhni ptici v duœi«. #lani Folklornega druœtva Bovec in Kulturnega druœtva Golobar, so pripravili predstavo z naslovom »Kako sta Bibi in Gusti sipala sre@o«. S kratkim prispevkom so se predstavile sekcije obeh kulturnih druœtev in u@enci Osnovne œole Bovec. Kot so povedali je bila dobrodelna prireditev namenjena zbiranju sredstev za deklico iz Bovca, ki se pogumno bori s hudo boleznijo. Predstava se za@enja takole: Pujska Bibi in Gusti sta imela na ta dan veliko dela, saj sta morala sre@o pravo@asno prinesti med ljudi. Bibi je imel za to delo pripravljen poseben cekar za sre@o, a kaj, ko se

Gustiju ni ljubilo iti z doma, vendar je bil Bibi neomajen. Kljub mrazu in pozni uri sta se odpravila do zmrznjene mlake, kjer je Gustiju spodrsnilo, iz cekarja pa se je vsula najmehkejœa in naj@istejœa sre@a – pri@elo je sne¡iti in med sne¡inkami se jima je za@ela odvijati neverjetna zgodba, ki ju je neznansko osre@ila. Najprej je zaplesala balerina Izabela Kravanja, zapel MePZ ˘aga, nare@ne pesmi so zapele in zaigrale Buœke @e@e, @lani Literarnega kluba Bovec so jim brali zanimive ¡ivljenjske zgodbe, potem pa so se zvrstili œe Komorni zbor Iskra, MPZ Trenta, Janija Klavora, MPZ Golobar, Folklorno skupino B'c, u@ence Osnovne œole Bovec, Gledaliœko skupino B'c in Gledaliœko

skupino Vrtinec. Sceno, kjer sta se pujska sprehajala, pa so postavili Slikarji amaterji Bovœke. Pri organizaciji prireditve so pomagali œe Druœtvo Od ovce do izdelka, Katv Bovœke, Janko Arcet, osebje Kulturnega doma Bovec in SAZAS. Kljub temu, da so tovrstne prireditve pripravljene s srcem in kvaliteto ter zato doslej dobro obiskane, so bili organizatorji in vsi sodelujo@i prijetno presene@eni, da so obiskovalci do zadnjega koti@ka napolnili dvorano in s svojim znatnim prispevkom dokazali razumevanje, kako pomembno je v takih trenutkih stopiti skupaj, kajti le tako storimo ve@. Prireditev je spremljala œe dobrodelna prodaja.

sta bila v Dre¡nici, v Vdecembru cerkvi Srca Jezusovega dva za-

nimiva koncerta. Na zadnjo adventno soboto so obiskovalce razveselile mlade harfistke iz glasbene œole Koper iz razreda Svetlane Lu@ke Joksiæ v organizaciji Igralske skupine Dre¡nica in podru¡ni@ne œole Dre¡nica. 28. decembra pa so dekleta iz Vokalne skupine Dre¡nica skupaj zapele bo¡i@ne pesmi z moœkimi iz Pevske skupine Kresn' in Vokalne skupine Chorus 97 iz Mirna ter s Komornim zborom Iskra iz Bovca.

POTEKAL JE V SON#NEM DECEMBERSKEM JUTRU pod okriljem Planinskega druœtva Kobarid

Trinajsti Miklav¡ev pohod na Krasji vrh

V

son@nem decembrskem jutru je v nedeljo 9. decembra lani pod okriljem Planinskega druœtva Kobarid potekal ¡e trinajsti Tradicionalni pohod

na Krasji vrh. Lepo vreme in sneg sta botrovala, da se je veliko dobrovoljnih planincev tudi letos podalo na 1773 m visok Krasji vrh.

Poleg lepega razgleda na bli¡nje vrhove je pohodnike v dolini pri@akal œe Miklav¡, ki je razveselil in obdaril najmlajœe udele¡ence pohoda.

Za zelo dobro organizacijo gre pohvala predvsem dre¡niœkim planincem, saj so navduœeni pohodniki ob odhodu pozdravljali »se vidimo drugo leto«.

KO JE TERITORIALNA OBRAMBA zavzela prvi mednarodni prehod med Italijo in novorojeno dr¡avo Slovenijo

Prvi slovenski »carinik« junija 1991 na bloku Robi@

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re, dolge kot neskon@nost, ki smo jih s prijatelji Alpskega voda in soborci diverzantskega in protidiverzantskega voda prele¡ali v mokrem zavetju kamenja in grmovja nekje nad barikado pri Robi@u in nad mejnim prehodom Robi@. Le dve uri peœpoti od varnega toplega doma in dru¡ine smo @akali polni mu@ne neodlo@nosti ter te¡ke napetosti, ki jo je bilo @utiti v zraku. Tiho, mol@e smo se spraœevali, kaj bo prinesel naslednji trenutek, kdo bo spro¡il prvi strel, ali se bom œe kdaj vrnil domov. Tisti, ki smo imeli pogled na cesto, smo napeto opazovali skupino naœih in pogajalcev, ki so se dogovarjali. Na eni strani naœi, odlo@ni in nekompromisni, na drugi strani pa @astnik JA z nalogo, da odlo@no brani mejo z oro¡jem. Samo nepreviden dvig oro¡ja pogajajo@ega se @astnika ali spremstva na

strani vojske ali morda znak naœega poveljujo@ega bi bil dovolj … Vendar ne! Oro¡je je bilo pripravljeno, napeto, vendar je mirovalo in mol@alo. Sliœati je bilo le ¡iv@no govorjenje s ceste ob barikadi in tu pa tam kovinski œklepet oro¡ja. Po dolgih minutah, nedolo@no in v neizmerljivem @asu, je napo@il trenutek, ki ga œe danes ni mogo@e opisati. PREDAJA! Vojska oz. enote, ki so varovale »blok«, kot smo v pogovoru vedno imenovali mejni prehod, je polo¡ila oro¡je pred spretnimi pogajalci in pod pritiskom enot TO, kateri sem pripadal tudi sam. Za veselje ni bilo @asa, saj smo se vsi zavedali, da vojne œe ni konec in je dobljena le ena bitka in ta, hvala Bogu, brez ¡rtev. Takoj, ko so z mejnega prehoda odpeljali zadnjega vojaka JA, smo se tudi mi premaknili, da bi zavarovali prehod. Med @asom, ko so soborci zavzemali

polo¡aje, sem se odpravil na »blok«. Kot najstarejœi borec naœe enote sem na polici, ki je carinikom slu¡ila za pregled prtljage, naœel lepo zlo¡eni zastavi. Zastava dotedanje Jugoslavije in zastava nove dr¡ave Slovenije. Prijel sem Slovensko zastavo, stopil do droga, ter zastavo po@asi dvigoval na drog. Pristopil je namestnik poveljnika in dru¡no sva na prvem osvobojenem mejnem prehodu dvignila zastavo. Kot da bi vesoljnemu svetu oznanil »tu so naœi,« mi je trepetalo v prsih. Trenutek kasneje se je na »blok« iz italijanske strani pripeljal motorist Francoz, prijatelj naœega Valterja. Rampe nisem znal dvigniti, pa se je kot slalomist odpeljal proti Œtupci. Trenutek za tem sem ¡e znal dvigniti rampo Bene@anu, ki se mu je mudilo na obisk v Slovenijo. Kljub svarilu, da so na cesti do Kobarida ovire, je vztrajal. Dvignil je pokrov prtlja¡nika reko@: »Po-

glej, ni@ nimam, grem v Koper samo po benzino.« Za njim je pripeljal znanec, Dre¡ni@an, ki ¡ivi nekje na Dolenjskem in tudi njemu sem svetoval, kako naj pride do Dre¡nice, kjer naj kakœen dan po@aka, preden se bo podal proti Dolenjski. Kmalu za prvimi potniki je prihitela skupina financarjev, karabinjerjev in @astnikov z italijanske strani, ter nam iskreno @estitalo za dose¡en uspeh enot TO ob zavzetju prvega mednarodnega mejnega prehoda Robi@. Kasneje se nam je pridru¡ila œe skupina carinikov in naœih policajev, s katerimi smo napravili skupno gasilsko fotografijo pod drogom s slovensko zastavo. S prvimi potniki, ki so prestopili novo, takrat ¡e Slovensko-Italijansko mejo, se po@utim, kot so me prijatelji tistega dne imenovali, prvi slovenski (@eprav ne slu¡beni) carinik. � PaÅ


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15. januarja 2013

ŒPORT

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IL 12 E 13 GENNAIO RIPARTONO i campionati della Figc. Il collinare torna in febbraio, ma intanto fa disputare i recuperi

Valnatisone, 1ª squadra in difficoltà ma i Giovanissimi sono in testa �

Il Real Pulfero sempre più lontano dai play-off

� Bepo Qualizza

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ll’inizio dell’anno solare, non si ha la pretesa che i club delle Valli del Natisone nelle varie discipline primeggino. È ovvio che le prestazioni nel 2012 fossero per lo più altalenanti con qualche distinguo. Gli occhi, ovviamente, sono puntati sulla prima formazione valligiana, la Valnatisone, che è impegnata nel difficile campionato di Promozione ed il suo percorso, fino ad oggi, è stato costellato da risultati non esaltanti. Ma non raramente la squadra è stata penalizzata da diversi fattori, come infortuni, squalifiche e direzioni di gara che non poco hanno influito sull’esito di diverse gare. Inutili gli inviti dei vertici federali ad un autocontrollo da parte di giocatori e tecnici durante direzioni di gara che oltrepassano certi limiti. In particolare ci si riferisce all’ultima gara disputata a San Pietro, ospite la capolista Muggia, con la vittoria di quest’ultima per 2-1. Inutile soffermarsi sui danni provocati dalla terna arbitrale. La classifica non è tra le migliori e bisogna guardarsi alle spalle. La dirigenza, comunque, continua a fare affidamento alla linea verde,

La formazione Giovanissimi della Valnatisone, che è in testa al campionato provinciale rilanciando i giovani del vivaio, con l’apporto indispensabile di qualche pedina di provata esperienza. Tra le formazioni minori la palma delle migliori spetta ai Giovanissimi Provinciali, che si godono il primato della graduatoria, e con merito viste le goleade di cui sono capaci; l’11-2 inflitto all’Esperia nella gara di recupero ne è la prova eloquente. Al di sotto delle aspettative gli Allievi. Quella manciata di punti raggranellati fino ad ora evidenzia lo stallo della squadra che non trova il bandolo della matassa per uscire da una crisi all’apparenza priva di sbocchi. Di diversa lettura il campionato degli

Juniores Regionali che, dopo un inizio disastroso, nell’ultimo periodo hanno raccolto risultati significativi. È da tenere presente, però, che da questa formazione vengono attinti alcuni giocatori per infoltire la rosa della prima squadra, per cui non c’è da meravigliarsi che queste scelte portino ad un diverso rendimento. Nel Girone Amatoriale Figc si fa difficile il riavvicinamento del Real Pulfero alla zona play-off, complici le sconfitte, 3-0 con Pasian di Prato e 2-0 opposti ai Tre Amici. L’unica attenuante è che entrambe le formazioni occupano le prime posizioni della graduatoria. Causa rinvii di diverse gare del «Collinare», la classifica è da riscrivere per Sa-

V SABOTO 26. ˘ENARJA V GORENJI MIERSI

Planinska dru¡ina praznuje

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laninska dru¡ina Bene@ije ima 20 liet in ¡eli okouni rojstni dan lepuo praznovati. Velik senjam bo u soboto 26. ¡enarja od 19. uri v polifunkcionalni dvorani v Gorenji Miersi, kjer je œuolski center kamuna Sv. Lienart. Tist dan bo ob@ni zbor (aœemblea) Planinske dru¡ine, potlè bojo predstavli fotoalbum o delovanju beneœkih planincu v telih dvajstih lietah. Na koncu bo veselica. Lepuo je, de Planinska dru¡ina praznuje tel poseban rojstni dan z ¡ensko na @elu, saj je od lanskega lieta predsednica Luisa Battistig od Maœere. »Sam zelo vesela, de smo parpravli liep vi@er za naœo oblietnico. Planinska dru¡ina Bene@ije je liepa in

posebna, prù zatuo, ki ljudje dielajo prostovljno. #lani naœega druœtva dar¡e ko@o “Dom na Matajure” nimar odparto ob nediejah, tudi kàr je slava ura, za vse tiste, ki pridejo hodit in ¡ele spoznati kaj o naœih krajah,« nam je poviedala. Planinska dru¡ina je puno nardila za Matajur in na sploœno za cieu teritorij Bene@ije ter za vso skupnost beneœkih Slovencu. »#e ne bi bluo naœe ko@e – je dodala predsednica, ki jo ima posebno par sarcu, tudi zaki je prù nje dru¡ina iz Marsina œenkala sviet, na katerim so jo zazidali – bi bla naœa gora, ki je simbol so¡itja in parjateljstva med Italijani in Slovenci samotna in zapuœ@ena.«

Luisa Battistig Dielo druœtva je veliko. Vsako lieto Planinska dru¡ina parpravja izlete bodisi v Sloveniji, bodisi v Italiji, te@aje smu@an-

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vognese e Drenchia/Grimacco pizzeria «Al Cardinale» che riprenderanno solo ad inizio febbraio. In questo lasso di tempo sarà possibile la disputa dei recuperi ed a questo proposito meritano elogio i vertici della Lega Calcio Friuli Collinare che vedono utile la sospensione tra la fine del girone di andata e l’inizio di quello di ritorno, dando così modo alle singole società di accordarsi sulle date di recupero. C’è da domandarsi perché la Federcalcio Regionale non voglia adeguarsi a questo sistema invece di far disputare le gare rinviate a ridosso delle festività natalizie come è successo. Questo annoso problema non vuole essere affrontato nonostante le continue pressioni da parte delle società. ja in plavanja, dar¡i @edne staze in jeseni organiza veseu Burnjak po doma@ih vaseh. Tudi lietos je program zelo bogat. Œtieri nedieje febrarja bo te@aj (korœ) smu@anja za otroke in odrasle v Podkloœtru (Arnoldstein) na Koroœkim in le febrarja bo spet za@eu te@aj telovadbe (ginastike) v telovadnici v Œpietru. Planinska dru¡ina Bene@ije se je uradno rodila miesca de@emberja lieta 1992. Javnosti je bla predstavljena 12. mar@a 1993 v ob@inski dvorani (sali) v Œpietru. V telih lietih je Planinska dru¡ina puno sodelovala posebno s Planinskim druœtvam Kobarid, ki je lani praznovalo 60 liet diela. Organizali so kupe razli@ne pobude: pohode, izlete, veselice in takuo naprej. Telo sodelovanje bo œlo sigurno naprej u prihodnjih lietah.

KRATKE - BREVI - KRATKE

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Kratke Brevi brevi kratke

Paradiso dei golosi al primo posto � � È di buon auspicio il primo posto in classifica per il Paradiso dei Golosi conquistato dopo la vittoria esterna su Tornado per 7-2. Il quintetto di San Pietro annovera tra le sue fila anche il capocannoniere del girone Devid Specogna che ha toccato la soglia delle 28 segnature e non è escluso che alla fine di questa stagione riconquisti il titolo di capocannoniere. Note meno liete per i Merenderos sconfitti dalla Modus 6-3 che oggi arrancano nelle ultime posizioni della graduatoria e sembra molto improbabile una loro risalita. Visto il gruppo di testa sono in ritardo di una decina di punti, che non sono pochi da recuperare. (b. q.)

Il Gs Natisone trionfa in casa Domenica 16 dicembre il Gruppo sportivo Natisone ha organizzato a San Pietro la prova di apertura del campionato del Centro sportivo italiano (Csi) della provincia di Udine di corsa campestre, alla quale si sono presentati ben 268 atleti. Le gare si sono disputate nei prati adiacenti al centro studi, che ha funto da base logistica e da punto di ritrovo pre e dopo corsa. I percorsi ricavati sono stati vivamente apprezzati dai concorrenti per la loro varietà e tecnicità, acuita tra l'altro dalle piogge dei giorni precedenti che ne hanno ulteriormente appesantito il terreno. La vittoria di larga misura in campo societario è andata alla squadra di casa, con nove dei suoi portacolori in grado di raggiungere le prime tre piazze di categoria. Scorrendo le varie categorie, ai successi di Emanuele Brugnizza fra i Ragazzi e di Francesca Gariup fra le Cadette si sono aggiunti infatti i secondi posti di Federico Bais (Ragazzi), Simone Paludetti (Allievi), Francesco Chiabai (Junior), Federica Qualizza (Amatori Femminili A) e Guido Costaperaria (Amatori Maschili B), nonché le terze piazze di Lorenzo Brugnizza (Esordienti) e Benedetta Seffino (Cadette). Dopo le festività natalizie il campionato è ripartito domenica 6 gennaio, giorno dell’Epifania, a Pavia di Udine e proseguirà in diverse località friulane fino alla prima metà di marzo.

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� Lorenzo Paussa

Naro@nine Abbonamenti

LETNA/ANNUALE € 16 PODPORNA/SOSTENITORE € 30 DARIL O NAR IN RE SLOVENIJA/SLOVENIA € 20 O#NIK GALO OM A CHI EVROPA/EUROPA € 25 SI ABB ONA IZVEN EVROPE/EXTRA EUROPA € 35 Poœtni ra@un/Conto corrente postale n. 12169330 intestato a Most scarl, borgo San Domenico 78, 33043 Cividale del Friuli/#edad Ban@ni ra@un/Conto corrente bancario Iban: IT85 P086 3163 7400 0010 0815 095 BIC/SWIFT: RUAMIT21CIV


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DOMA@A KULTURA

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Rokel je usaki krat na sano¡et’ ponucu cieu fiaœk uode

Pomo@niki: Bazilij te Veliki

Kajœna ura bo Stara luna petka 11. parnese obla@no uro, ki puojde napri za kajœan dan, potlè mo@an vietar arzgnè @arne magle, pa zni¡a temperaturo. Parvi kuart lune sabote 19. obla@i spet nebuo an parnese snieg tud po ni¡inah. Stara luna nedieje 27. parnese priet jasno an buj marzlo uro, potlè temperatura se poviœe an snieg pokrije spet tud ni¡ine.

Za naœe zdravje Prazniki tud’ lietos so œli »za bulo«, takuo ki prave an parjatelj. Sigurno u telin cajtu usì, vic al manj, smo spal’ manj ur ku po navadi, naj zak’ na zadnji dan lieta smo ostal’ po koncu za par@akat novo lieto, naj zak’ zauoj prazniku navadno dielo an ¡ivljenje u hiœ se spremeni. Takuo sada muoremo nazaj se diet na »pravo pot«, sa vemo usì, kuo je important lepuo spat posebno za naœe zdravje. »#lovek, ki spije slavo al pa na spije tiste navadne ure, je sigurno kopac usednò narest navadno dielo, pa bo sigurno imeu kajœno fizi@no an duœeuno œibkuost – prave œienciat iz Merylanda – rata tud buj raska@en, buj jezan, buj ansiozast. Mede¡ina je gledat, tu malo cajta, nazaj spat tiste navadne ure, ki usak ima potriebo. Druga rie@ zlo important je iti spat’ nimar o tisti ur’, takuo de zguoda se zbudmo sami, brez potriebe obednega zvoncà.« Za te mlade tuole se zdi ‘na nor@ija, pa vemo, de takuo nie an za tuo jih muoremo zmisint pogostu, na kuo je important bit odpo@iti. Naœe zdravje za@uje tuole, posebno kàr u lietah, ki te@ejo takuo hitro, spat lepuo an ustat odpo@iti, nie nimar takuo lahkò. U telih zadnjih cajtah so ratale di moda klinike, kjer se zdravijo boliezni spanja, pa @e bomo ahtal’ an na spreobarnemo bioritme spanja, se bomo sami zdravel’ an sigurno ¡iviel’ lieuœ an odpo@iti.

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Jeœiœke zgodbice

MIESAC ˘ENAR U NAŒIH DRU˘INAH

U sriedo 2. ¡enarja je praznik svetega Bazilija te Velikega. Rodiu se je oku lieta. 330 u Cezareji (Kapado@ija - Turkija), ku sin velike an plemenite dru¡ine: imeu je devet bratru an sestr. U teli dru¡ini, so @astjeni ku svetniki tudi nona Makrina, mati, o@e, bratri Gregor, Petar an sestra, ki ima lè nonino ime, Makrina. Kàr je imeu prave lieta, je œu u œuolo u Atene, kjer je spoznu an ratu velik pariatelj Gregorja Nazianœkega te Mlajœega. U liete 356 se je uarnu u Cezarejo an tan se je stuoru karstit. Natuo, potlè ki je razdau use soje premo¡enje, s parjateljan Gregorjan je zbrau ¡ivljenje u samoti an œu ¡ivet blizu rieke Iris, kjer je ostu ku manih, vi@ liet. Tle Bazilij an Gregor sta napisala pravila, regole, »Velike pravila (Regulae fusius tractatae)« an »Manjœe pravila (Regulae brevis tractatae)« za tisti red, ki buj napri je preuzeu ime »bazilijanski manihi«. U liete 364 nadœkof Euzebij iz Cezareje je posvetiu Bazilija za maœnika an u liete 370, po smarti œkofa Euzebija, Bazilij je ratu œkof Cezareje an kristijanske Cierkve u Kapado@iji. Dielu je brez truda pruot arijanski cierkvi an gledu je povezat med sabo use œkofije. Poznana je molitu, ki jo je napisu za ¡vine, kjer prave o pravilu an spoœtovanju, ki jih tud ¡vina muore imiet. Tala molitu je bla prepiœena na poznanin @asopise »Famiglia Cristiana« 14. otuberja 2007. Bazilij je stuoru zgradit veliko vas, kjer so ble lokande, œpitali, lebrozarji an rikoveri, kjer usak je uœafu parvo pomuo@. Posebno za tuo, je biu poimenovan »te Veliki«. Kàr u liete 378 je umaru imperator Valente, njega naslednik Teodozij I. je kuazu @astit katoliœko viero ku viero rimskega imperja. Ratalo je, de druge viere ku paganstvo an judajsko so muorli se stisint tu majhan pi@. Je biu glih postavu za kostantinopolskega œkofa, pariatelja Gregorja Nazianziena, kàr 1. ¡enarja lieta 379, u Cezareji, je umaru po veliki boliezni, ki ga je ¡e puno cajta maltrala. Podkopan je biu lè u tistin mieste.

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Jur Zad tih

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dar¡ane le tu adnin majhnin hramu na dva plani, po no kambarco usaka, sta ¡iviele stisnjene dvie dru¡ince. Na varhu sta bla Tinac an Vigjuta an pod njin’ pa Bepo an Ro¡a. Buj ku po imenu, Tinac je biu poznan ku Rokel. Takuo so ga klical’, kier je znù navijat re@i takuo, de mu je œlo samuo na suoj kri. Znu je imiet za norca skor usakega a u tuolin je upledu tudi gospuoda famoœtra Jakulina. U tistih cajtih mo¡ an ¡ena niesta smiela ¡iviet kupe, @e niesta bla poro@ena. Bi biu velik œkadul u fari. Rokela nie brigalo vi@ ku tarkaj bit o¡enjen al’ ne, pa je takuo lepuo znu pejat napri re@i, de mu je gospuod use potriebne dokumente an karte parpravu. Na zadnjo je nardiu poroko med telin mo¡an u pastieji an ¡eno Vigjo, ki je ¡e ¡iviela par njin. Parœla je ¡ivet u vas taz Klinca an par Rokele pretarpiela use, kar stavar zmore na sviete. Nie bla previ@ zbujena, pa je bla barka ku duœica, nadu¡na an brez malicije. Pomagala je dru¡inan, ki so imiele potriebo za usakdanje diela an u gruntu. Rokel pa je biu ‘an mo¡, ki, za jo glih re@, nie biu dobar zgled (eœempil) nobednemu, posebno ku mo¡ an dru¡inski gaspodar. Buoga Vigjuta, kàr se je uœafala pod njega rokan’. On je nie œteu ku part dru¡ine. Imeu jo je an tudi se je z njo obna-

œu, ku de bi bla ‘na njega rie@. Orodje brez duœice an uma, brez sentimentu, brez nobedne uriednosti do @lovieœkega stanu. Do nobednega nie imeu usmiljenja. ˘iveu je brez le@a an miere. Pa nie biu œleut al’ uoz pamet. A je brez @lovieœkih valuorju pogostu u sebe rediu sovraœtvo do bli¡njiega an do sveta. Ku duji @lovek je skarbeu samuo za se. Za anj je bla kuœtna igra, imiet kajœnega za norca al’ pa, de bi ga mù mandrat an komadierat po soji voji. Pravu je usake sorte re@i. Takuo, de mu je tisti, ki ga nie poznu, tudi viervu, sa’ jo je znu takuo lepuo pravit an partardit, de je usakega zmotu. Ga nie bluo @lovieka, de je prenesu stat ta par njin. Zmislen se, k’ san biu œele otrok, de san se ga pru bau, kàr nan je vi@krat pomau njive kopat al’ travo sie@. Take garde pravce mi je pravu, de jih niesan vi@ pozabu. Straœna gardotà je œla uoz njega ust posebno, kàr san biu sam ta par njin. Œpot bi me bluo jih pravit, takuo k’ san jih s œpotan tekrat posluœu. Njega besiede an argomente, ki jih je nucu pruot nan otrokan, k’ smo œele hodil’ u dotrino, so ble take, de nan je bluo nasre@no se uœafat z njin. Zmislen se, kàr smo poliete imiel’ senosieke u sena¡et’ na Japne an san biu uodàr. S fiaœkan u usaki roki san muoru hodit po uodo gor dele@ u brieg, fin h studencu u #ela an jo dajat freœko senosiekan.

Kajœan od njih se je obnaœu zadost poœteno do mene. Zadost mu je bluo popit le uoz fiaœka, za potala¡it ¡ejo, dolit uodo tu oœunjak al’ pa spraznit osunjak te ostale stare uode. Magar je stuoru parlit nomalo o¡ejda, de bi osla buj mo@nuo oglodala ostre od kose. Rokelu uode nie bluo mai zadost. Parvo je zmetu dol po seno¡et uoz fjaœka ‘an kuart uode, zak’ je muoru splaknit garlo od fiaœka; potle je popiu an le uoz ust je vepjuvu, de je na zadnjo dvakrat pod¡garu. Potle san mu muoru nalit pun osunjak, u kater je nomalo poœtakù an obarnu notar dvakrat oslo an seviede vargu pro@ uodo. Nazaj je napunu osunjak an ga splaknu ‘ne dvakrat le s @isto uodo. Na koncu se je stuoru nazaj napunt osunjak, odliu je nomalo uon an se stuoru doluo¡t o¡ejda. Vi@krat je ratalo, de mi je veliu an spraznu cieu fiaœk uode, zak’ je jau, de je vidu notre mankicje, al’ pa de je œla not kanikola. Samuo buj pozno u lieteh san zastopu, ka’ je bla »kanikola«. Mene nie bluo, kì se gardit. Ku nazaj se pobrat po freœko uodo, gor po seno¡et do studenca, kàr je miesca luja al’ voœta sonce peklo ku vogje. Cieli dan gor an dol s fiaœkan’, ki sta pezala ku svinac, san se ura@u damu trudan ku pas an kàr se je povi@erjalo, nie korlo mi re@: bie¡i spat. (34. – gre napri)

Ljudje v Poso@ju

Nemirni duh na pokopaliœkem zidu

RICETA

➔ Kjek sladkega z narancami #e nas je na 4, nucamo an litro an pu mlieka, 3 ¡lice uœeni@ne moke, 3 ¡lice cukerja, 70 g masla, 4 icì, 2 narance, bi@erin likuorja, ki ima po naranc. Parvo rie@ denemo uret malomanj usè mlieko kupe z cukerjan (dar¡ajmo par kraj samuo pu tace); tentega umieœamo tu mlieko par kraj uœeni@no moko an lepuo premeœajmo, de na ratajo kajœne balince. Kàr mlieko zaurieje, ulimo not umieœano moko z mliekan an lè napri meœajmo. Pustimo, naj se kuha parbli¡no za 2 minuta. Natuo pustimo, naj se pomarzlieje an umeœajmo same @arnjake, dan po dan, potlè maslo, zgratan olub naranc, likuor, adan bejak, ki smo ga priet zbutal’ takuo de je ratu ku snieg. Lepuo premeœajmo an arzpartimo tu 4 majhane posode za foran, ki smo jih ¡e pomazal’ z maslan an potrosil’ s cukerjan. Denimo u foran gorak 180° za 10 minut. Kàr tala slad@ina je pe@ena, pustimo, naj se pohladi, obarnimo jo na tontic an denimo blizu œe malo olubja naranc. Usi vemo, de narance so bogate vitamine C, ki da veliko pomuo@ organizmu pruot prehladu an boliezni telega cajta, pa narance so tud zlo dobar antiosidant an, posebno tiste ardecje, zganejo lene @arieva. Loretta Primosig

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ladi fantje iz vasi so se ob nedeljah odpravili po bli¡njih in bolj oddaljenih vasi na œtefan vina vasovat ali na vaœki sejem osvajat za ¡enitev godna dekleta. Tudi Toni ni zaostajal za vrstniki. Neke jesenske nedelje pa se je zadr¡al v veseli dru¡bi malo dlje, kot prijatelji iz njegove vasi. Pozno pono@i se je po cesti ob So@i odpravil proti domu. Tesnobo in nelagodje si je preganjal z mislijo na lep ve@er, s tihim prepevanjem in po¡vi¡gavanjem. Ko so bile za njim zadnje kamenske hiœe, mu je srce pri@elo hitreje biti, saj je v zvoniku odbila pozna no@na ura, on pa se je naglo v temni no@i pribli¡eval vaœkemu pokopaliœ@u, kjer duhovi ne po@ivajo vedno v miru. Toni je ¡e upal, da je nevarnost mimo, ko je na zidu pokopaliœ@a nekaj zazvonilo. Zazdelo se mu je, kot da bi sliœal »nav@ek zvon@kljati«. Nad vse hitro se je pokri¡al, pol glasno pomolil in kar se da hitro pospeœil korak.

Takoj se je zvon@kljanje ponovilo. Œe enkrat mu je uspelo ustaviti korak in zopet je nastala grobna tiœina. Komaj pa je storil naslednji korak, ¡e se je oglasil »nav@ek«. Naenkrat ga je zapustilo razsodno razmiœljanje. V glavi so se mu zvrstile zgodbe

in pripovedi o strahovih in nezemeljskih bitjih in pripovedi starih mo¡ o nemirnih duhovih pokojnikov. Pognal se je v beg proti Seliœ@em. Bolj kot je hitel, bolj se mu je zvon@kljanje pribli¡evalo. Komaj je pre@kal most, ko je zvonenje utihnilo. V eni izmed hiœ je zagledal medlo svetlobo, saj je gospodar bedel, morda zaradi ¡ivine ali nekega drugega vzroka. Tone je brez sape planil v hiœo in hitel pripovedovati, kaj se zunaj dogaja. Skupaj sta odœla pred hiœo, vendar zvon@kljanja ni bilo ve@ sliœati. S petrolejko v roki je stari mo¡ mladega no@nega gosta pospremil do prvega ovinka za vasjo, kjer sta se razœla. Toni je urnih nog pohitel proti domu stari mo¡ pa rahlo zaskrbljen v hiœo. Morda je minil dan ali dva, ko so na Kamnem ugotovili, da je nekomu iz hleva utekel mlad kozel, ki veselo teka in zvon@klja za ljudmi po kamenskem polju. PaÅ


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Kaplan Martin #edermac 44.

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LETA 1933 - »CIERKU NIEMA MOÅI SE UPRIETI«

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risbe: MORENO TOMASETIG besedilo: GIORGIO BANCHIG

in MORENO TOMASETIG

POVZETEK - Telo ilustrirano pripovedovanje je povzeto iz romana »Kaplan Martin Åedermac«, v katerem je slovenski pisatelj France Bevk (1890-1970) opisu teœko stanje slovenskih duhovniku v Beneåiji po prepovedi slovenskega jezika v cierkvi s strani faæizma. Po obisku karabinierju je pre Martin s sestro Katino skriu slovenske bukva v cierkvi svetega Mihiela. Paræla je nedieja, kaplan Martin je æu maæavat. Po branju Vangelija je zaåeu pridgo po italijansko. Moœje so se razjezili, a je Åedermac zagotoviu, de tuo je bluo parviå in zadnjiå in je sklenu, de se na bo podluoœu oblastem. En tenent karabinierju mu je ukazu, naj podpiæe dokument, s katerim naj bi sparjeu ukaz. Zatuo ki je Åedermac odloåno odklonu, ga je parsilu iti za njim v Åedad k prefektu, pred katerem je branu pravico svojih ljudi posluæat Boœjo besiedo v maternem jeziku. Medtem so karabinierji v Varsniku sekvestrali katekizme. Na sreåanju z drugimi kaplani je Åedermac zaviedu, de bo nadækof branu pravice slovenskih vierniku. Kaplan Potokar je poviedu tud, de æpijon med domaåimi duhovniki je kaplan Skubin. Tudi v njega fari je biu æpijon: nieki Klinjon, ki je snubu kaplanovo sestro Katino. Po smarti matere je kaplan huduo zboleu. Ozdravu je poåaso … En dan je v Lipah sreåu zdravnika, ki mu se je parporoåiu, de naj ahta, kier hudobneœi mu åejo slavo. In ries! Nieko nuoå ga je zbudu vasnjan Birtiå in ga prosu, naj uteåe, kier je vidu, de so ga paræli puonj. Nie bluo druge izbiere ku uteå. Æu je v Karnico k bratru Bepacu in ga prosu, naj ga peje do Åedada. Zjutra je biu œe v Vidnu pred ækofijo.

ÅETUD JE BIU ŒE ZJUTRA PRED ÆKOFIJO, ÅEDERMACA JE NADÆKOF SPARJEU ÆELE POZNO POPOLDNE. VSTOPU JE V VELIKO SALO, V KATERO JE PADALA SVETLOBA SKUOZE BIELE, TANKE TENDE. NADÆKOF JE SEDEU ZA MIZO, NA MEHKEM STOLU, ROKE SO MU LEŒALE NA KOLIENAH KAKOR NA PODOBAH, KI SO LIEPÆALE MARSKATERE IZBE V FARUŒIH. ÅEDERMAC JE TIHO STOPU DO NJEGA, GA POZDRAVU PO PREDPISIH IN MU POLJUBU PARSTAN NA ROKI

PREPOVED, PREGANJANJE IN VSE DRUGO SE JE ZGODILO BREZ MOJE VEDNOSTI. HITRO PA SAM NARDIU VSE POTRIEBNO, DE SE PREGANJANJE USTAVI. V TEM POGLEDU BODITE POMIRJENI. PA PARÅAKUJEM OD VAS, DE NE BOTE VIÅ DARŒALI TAKO OBNAÆANJE, KI BI PARNESLUO DO HUDE REAKCIJE POLITIÅNIH OBLASTI. TUO SAM MUORU OBLJUBITI V VAÆEM IMENU. NIÅ VIÅ UPORU! DRUGIÅ BI VAM NE MOGU POMAGATI. NE SMIETE POZABIT, DE TELA NIE MOJA VOLJA IN NIE VOLJA CIERKVE. IN VIEDITE, DE NIEMAMO DOST MOÅI, DE BI SE MOGLI UPRIETI PRUOTI SILI

ODGOVOR JE BIU ZA ÅEDERMACA KOT NEIZMIERNA TOLAŒBA, A SE JE HITRO ZAVIEDU NJEGA JALOVOSTI. IZREÅEN JE BIU LE ZATUO, DE BI OMILIU RESNICO. KÀR SE JE TEGA ZAVIEDU, GA JE PARJELA HUDA JEZA IN JE VSTÙ SA’ TUO NIE MOGOÅE! TUO NIE MOGOÅE! KAJ NAJ POVEMO VIERNIKAM? PAPEŒ TEGA NE VIE. ÅE BI TUO VIEDU, NE BI DOVOLIU, NE BI MOGU DOVOLIT …

NAPREJ GOSPUOD, PROSIM, IZVOLITE!

TELE BESIEDE ÅEDERMACA NIESO POMIRILE IN V TEM TRENUTKU GA NE BI MOGLE POMIRITI NOBEDNE, ÆE TAKUO IZBRANE BESIEDE. BILO MU JE, KAKOR DE MU HIÆA GORI NAD GLAVO. BESIEDE, KI SO MU NEIZGOVORJENE OSTALE V SARCU, SO GA ZAPEKLE KU ŒERJAVICA. IN VENDAR ÆE ZMIERAM NIE MOGU DO KONCA VIERVAT … AL BO TUO ZA NIMAR?

PAPEŒ JE O VSEM POUÅEN. SEDNITE, PROSIM! SVETI OÅA JE STUORU VSE, KAR JE BLUO PO NJEGA MOÅI. PRÙ TAKUO, KAKOR JEST SAM STUORU VSE, KAR JE BLUO V MOJI MOÅI. NIÅ PA NIESMO DOSEGLI … TUO JE VSE!

NIÅ NIE VENÅNEGA NA TELEM SVIETU!

ÅEDERMAC NIE SEDNU. STOJE JE GLEDU NADÆKOFU V OBRAZ, KAKOR DE MU S ÆOB POBIERA BESIEDE. ÆELÈ KÀR MU JE ROKA S PARSTANAM NAMIGNILA, SE JE ZAVIEDU IZ OMOTICE. ZGUBIU JE ZADNJE UPANJE; CVIBLANJE, PRUOTI KATEREMU SE JE BORU VSE DNI, JE BLUO POTARJENO. BLUO MU JE, KAKOR DE SE MU PODERJA POLOVICA TISTEGA, KAR JE BIU ZAZIDU V SVOJEM ŒIVLJENJU IN NIÅ DRUGEGA NIE SPOROÅIU PAPEŒ?

SPOROÅIU JE, DE VSE TUO MU PARNAÆA BOLEÅINO IN SKARB, A DE NIEMA PRUOT SILI DRUGEGA OROŒJA KAKOR MOLITEV IN PREPRIÅEVANJE

44 - GRE NAPREJ RIASSUNTO IN ITALIANO - Questo racconto è tratto dal romanzo «Kaplan Martin Åedermac» dello scrittore sloveno France Bevk (1890-1970). Narra fatti successi nel1933, quando il regime fascista vietò l’uso della

lingua slovena. In questa puntata: solo nel tardo pomeriggio, al termine di una lunga anticamera, l’arcivescovo di Udine riceve il cappellano Åedermac e gli spiega che la proibizione dello sloveno nelle chiese e la persecuzione nei suoi confronti sono successi a sua insaputa. Gli intima, inoltre, di non opporsi più all’autorità politica altrimenti non avrebbe più potuto difenderlo perché la Chiesa non aveva i mezzi per resistere all’autorità. «Ma questa situazione durerà per sempre?», chiede il cappellano. «Non c’è niente di eterno a questo mondo», è la risposta dell’arcivescovo. A queste parole, invece di tranquillizzarsi, Åedermac si ribella e domanda se il papa è informato dell’accaduto e come ha reagito. La risposta è alquanto deludente: il papa è informato, ma non può fare niente…


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ZADNJA STRAN

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KAJ KJE KAM KADÀ KUO NEDIÆKE DOLINE • KLENJE - u @etartak 17. ¡enarja je praznik Sv. Antona. Parpravja Pro Clenia. Za vse informacione clenia(at)virgilio.it. • SAUODNJA - od 7. ¡enarja u paleœtri se bojo spet za@eli korœi lahke ginastike, gag an pilates. Za se upisat in za use informacione lahko pokli@ete Sabrino na 333 8620735. • A˘LA - od 10. ¡enarja bo usak @etartak u faru¡u ob 19.30 »Pranic Healing« in ob 20.30 pa korœ »Meditazione sui cuori gemelli«. Informacione Danila 339 3116666. • ŒPIETAR - od pandiejka 14. do petka 18. ¡enarja, od 10. do 12., bo dvojezi@na œola odparta za vse starœe, ki ¡ele vpisati njih otroke. U petak 18. ¡enarja bo ve@er »odpartih vrat«. Ob 18. bojo u@itelji in u@enci predstavli dejavnosti œuole. U @etartak 24. ¡enarja, ob 18. bo informacijsko sre@anje za vrtec. U @etartak 31. ¡enarja, le ob 18. bo informacijsko sre@anje za osnovno œuolo. • LANDAR - med 14. in 18. ¡enarja bo opazovanje zvezd kupe z Astronomskim druœtvom iz Ajdovœ@ine. To@an datum bo znan le u petak 13. ¡enarja, ko bo znana vremenska napoved. Parpravja Srebarna kapja. Upisovanja in informacione INAC 0432 703119. • BIJA#A - u petak 18. ¡enarja, ob 17. u Rakarjevem hramu bo sre@anje, na katerem bojo guoril’go mez sadja. Parpravja Srebarna kapja. • GORENJA MIERSA - u saboto 26. ¡enarja, od 19. naprej bo senjam ob 20. lietnici ¡ivljenja Planinske Dru¡ine Bene@ije. Ob teli parlo¡nosti bo ob@ni zbor in bojo tud’ predstavli bukva o aktivnosti PDB.

• ŒPIETAR - od 3. do 26. febrarja bo vsako nediejo te@aj smu@anja za otroke an odrasle u Podkloœtru, ki ga organiza Planinska Dru¡ina Bene@ije. Za se upisat lahko pokli@ete Danielo na 0432 731190 al Flavio na 0432 727631.

ŒPIETAR - od za@etka febrarja bojo spet za@el’ korœi telovadbe u telovadnici srednje œuole, ki jih parpravja Planinska Dru¡ina Bene@ije. Za se upisat lahko pokli@ete Danielo na 0432 731190 al Flavio na 0432 727631. - u petak 25. ¡enarja, ob 18., u prestorih Inœtituta za slovensko kulturo ob 150-letnici rojstva mons. Ivana Trinka bojo predstavli »Trinkov koledar 2013«. • IZLET - u saboto 26. ¡enarja Srebarna kapja organiza gito u Villa Manin in u Vidan, de bi se ogledali razstavi Giambattiste Tiepola in PaolaVeroneseja. Program: zbieraliœ@e ob 13. pred kamunam u Œpietru; ob 13.10 zbieraliœ@e u #edade; ob 13.30 zbieraliœ@e u San Gottardo-Vidan; ob 14. ogled razstave Veroneseja na videnskin gradu; ob 16. ogled razstave Tiepola u Villi Manin; varnijo se okuole 20. Gita (bus in razstavi z vodi@an) koœta 35 euru.

Naro@nine Abbonamenti LETNA/ANNUALE € 16 PODPORNA/SOSTENITORE € 30 SLOVENIJA/SLOVENIA € 20 EVROPA/EUROPA € 25 SVET/EXTRA EUROPA € 35

Poœtni ra@un/Conto corrente postale n. 12169330 intestato a Most scarl, borgo San Domenico 78, 33043 Cividale del Friuli/#edad Ban@ni ra@un /Conto corrente bancario Iban: IT85 P086 3163 7400 0010 0815 095 BIC/SWIFT: RUAMIT21CIV

Vpisovanja do 19. ¡enarja par INAC 0432 703119.

ÅEDAD

15. januarja 2012

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DOMA#A MODRUOST Kàr Sveti Trije Kraji se varnejo, zimo obarnejo

- od @etartka 10. ¡enarja u ambulanti doktorja Pelizzo (p.zza XX settembre, 5) bo usak @etartak ob 20.30 brezpla@ni korœ meditacije Sahaja Yoga. - do nedieje 20. ¡enarja u samostanu Santa Maria in Valle bo odprta razstava Manuele Iuretig «Sussurri verso il cielo». Urniki: od pandiejka do petka od 10. do 13. ure in od 15. do 17. ure. Sabota in nedieja od 10. do 17. ure. - do @etartka 31. ¡enarja u samostanu Santa Maria in Valle bo odparta razstava jaslic «La natività» skultorja Giorgia Benedettija. Urniki: od pandiejka do petka od 10. do 13. ure an od 15. do 17. ure. Sabota an nedieja od 10. do 17. ure. - ob@inska uprava Souodnja in Kulturno druœtvo Ivan Trinko iz #edada organizata konkorœ »Po sledeh Ivana Trinka / Sulle tracce di Ivan Trinko«. Za se upisat in za use potrebne informacione lahko napiœete na elektronski naslov kdivantrinko@libero.it do 25. ¡enarja. Izdelke je trieba poœjat na sede¡ Ivan Trinko u #edadu do 15. aprila 2013. Premiacion bo pa spomladi 2013 u Sauodnji, u okvieru slovesnosti, ki jo bojo organizal’ v spomin na 150-letnico rojstva mons. Ivana Trinka.

TERSKA DOLINA • BARDO - u nediejo 20. ¡enarja, ob 11.30 bo sveta maœa na guod sv. Antona pomo@nika Sedliœ@anam. Sledila bo precesija po vasi.

KANALSKA DOLINA • NABORJET - u nediejo 13. ¡enarja, ob 6. popu-

dan, u Beneœki pala@i bojo predstauli dvd, ki nose naslov »Cercando le Parole«, ki guori o ulogi ¡en u Furlaniji u drugi svetovni vojski. Dvd sta parpravla Paolo Comuzzi an Andrea Trangoni. - do @etartka 31. ¡enarja u farni cierkvi u Naborjetu in u cierkvi u Ov@ji vasi bojo na ogled jaslica, ki so jih parpravli farani u sodelovanju z doma@im kulturnim druœtvom u Naborjetu. - do @etartka 31. bo u Beneœki Pala@i na ogled razstava u@encu umetniœke delavnice »Casa Oberrichter«. Urniki: od torka do nedieje 10.30-12.30 in 15-18.

POSOÅJE • KOBARID - u saboto 19. ¡enarja, ob 17., u kulturnem domu u Kobaridu bo 53. sre@anje med Slovenci iz Bene@ije in Poso@ja. Slavnostni govornik bo predsednik vlade Republike Slovenije Janez Janœa. Parsotne bota pozdravila kobariœka ¡upanja Darja Hauptman an u imenu Slovencu Bene@ije odgovorni urednik Doma mons. Marino

Qualizza. Slediu bo kulturni program. Izro@ili bojo »Gujonova priznanja«. • TOLMIN - u ponedeljek 14. ¡enarja, ob 19., u Glasbeni œoli bo parvi koncert z ciklusa »So¡itje zvokov«. Nastopili bojo Irena Kav@i@ (flavta) in Sebastijan Grego (kitara).

GORICA • PODGORA - u petak 11. ¡enarja, ob 20.30, u farni cierkvi Sv. Justa u Podgori bo 4. koncert u spomin na Mirka Œpacapana. Nastopili bojo: Angelica Œpacapan (klavir in poezija), mladinski zbor Emil Komel, skupina kitar SCGV Emil Komel, gledaliœka igralca Solange Degenhardt in Robert Coti@, MePZ.

U PRIHODNJI ŒTEVILKI BOMO OBJAVIL’ PRIPOŒJAJTE OBVESTILA DO 28. ¡ ENARJA NA NASLOV redazione@dom.it TEL.-FAX 0432 701455

REDITVE DO KONCA ¡ENARJA .

SUL PROSSIMO NUMERO PUBBLICHEREMO GLI APPUNTAMERNTI FINO A FINE GENNAIO .

28 GENNAIO A redazione@dom.it TEL.-FAX 0432 701455

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DIRETTORE RESPONSABILE MARINO QUALIZZA ZALO¡BA - EDITRICE MOST SOCIETÀ COOPERATIVA A R. L. UREDNIŒTVO - REDAZIONE UPRAVA - AMMINISTRAZIONE 33043 #EDAD - CIVIDALE DEL FRIULI BORGO SAN DOMENICO, 78 TEL. - FAX 0432 701455 e mail: redazione@dom.it www.dom.it Iscrizione Roc n. 5949 del 10.12.2001 STAMPA: CENTRO STAMPA DELLE VENEZIE SOC. COOP. VIA AUSTRIA, 19/B, 35129 PADOVA REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI UDINE N. 8 - 8. 4. 2003

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Il bulldog che vuole l’osso del bastardino Veliki pes ho@e ukrasti kost psi@ku

Vsak dan, od pandiejka do sabote, poro@ila: ob 7.00, 8.00, 10.00, 13.00, 14.00, 17.00 an ob 19.00.

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