TERRITORI n° 32

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ALTRI LI NG UAG G I

di Stefano Manlio Mancini

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ispetto ad alcuni decenni fa, la condizione femmi-

addirittura uccisa per mere deficienze sul piano

nile è variata moltissimo. Tuttavia, anche se sul

etico e culturale. Questa considerazione costitui-

piano dei diritti l’uguaglianza con l’uomo è stata

sce un motivo ulteriore per rivisitare la vicenda

acquisita, si verificano ancora episodi di discrimi-

umana e professionale di Artemisia Gentileschi,

nazione in ambito lavorativo e sociale. Alle grandi

grande donna e artista geniale, vivace interprete

difficoltà che ne derivano, si aggiungono ancora

del suo tempo, alla quale nel 2016 fu dedicata una

pregiudizi e violenze. Sono numerosi i casi in cui

prestigiosa mostra a Roma, negli spazi di Palazzo

la donna viene minacciata, stuprata, violentata o

Braschi1 [n.d.r.].

Premesse: il padre Orazio e Roma - Artemisia Gentileschi nacque a Roma l’8 luglio 1593 da Orazio e Prudenzia di Ottaviano Montoni, primogenita di quattro figli e unica femmina, era quella dotata di mag-

Artemisia era una città fremente, in pieno cambiamento. La città eterna era in quel momento poi un grande centro artistico e la sua atmosfera colma di cultura e di arte costituiva un ambiente

cantieri), a svariati interventi urbanistici (i quali sovrapposero all’antica e angusta città medievale la progettazione di una nuova maglia funzionale di strade più larghe ed efficienti, scandite da immense

Artemisia Gentileschi e il suo tempo gior talento. Orazio Gentileschi era un pittore nativo di Pisa dagli iniziali stilemi tardo-manieristi che, stando a quanto ci riferisce il critico Roberto Longhi, prima di trasferirsi a Roma “[…] non dipingeva, ma lavorava semplicemente di pratica, a fresco”2. Fu solo dopo l’arrivo nell’Urbe che la sua pittura toccò il suo vertice espressivo, risentendo grandiosamente delle innovazioni del contemporaneo Caravaggio, dal quale trasse l’abitudine di servirsi di modelli reali, senza idealizzarli o addolcirli e, anzi, trasformandoli in una potente quanto realistica drammaticità. La Roma degli anni giovanili di

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unico in Europa. La Riforma Cattolica, in effetti, costituì per l’Urbe un’eccezionale spinta propulsiva, e portò al restauro di numerose

“Finché sarò in vita avrò sempre il controllo della mia essenza” (Artemisia Gentileschi)

chiese paleocristiane (e, dunque, a un sostanziale incremento di committenze, che coinvolse tutte le maestranze impegnate in quei

piazze e abbellite da sontuose residenze gentilizie), al miglioramento del sistema di circolazione dell’acqua e alla realizzazione di nuove fontane. Roma era molto vivace anche dal punto di vista sociale: nonostante l’alta densità di mendicanti, ladri e prostitute, in città accorrevano numerosi pellegrini (che sentivano il richiamo della città santa con l’evidente intento di consolidare la propria fede, visitando i vari luoghi sacri) e molti artisti, di cui parecchi fiorentini (durante il Cinquecento, infatti, ben due Medici salirono al soglio pontificio, rispettivamente sotto il nome di Leone X e Clemente VII)3.

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