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BRITISH COLUMBIA Canada
A cura di Mariangela Boni
Il Canada
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è sempre stato uno di quei posti che mi incuriosiva visitare, ma che non avevo mai programmato fino in fondo, un po’ per la distanza ed i costi, un po’ perché tanto c’è tempo ci andrò più avanti. Lo tenevo chiuso nel cassetto con la promessa che un giorno ci sarei andato. Un pomeriggio dello scorso luglio mi rendo conto che a breve sarebbero arrivati i tanto attesi 15 giorni di ferie, ma non avevo ancora programmato cosa fare!
Mi metto a cercare un po’ di posti ma nulla che mi stimoli veramente da spingermi a prendere la macchina fotografica, buttare cose nello zaino e partire. Una sera però apro il cassetto dove c’era l’idea del Canada e penso: “vediamo cosa esce fuori con 15 giorni”.
Provo diverse combinazioni, tra città, voli aerei, luoghi da vedere e costi da tener sotto controllo. L’idea si orienta subito verso la British Columbia, se devo andare, meglio andare lontano!
Cerco B&B ed hotel a Vancouver ma è quasi tutto pieno o con costi altissimi. Però poi penso, perché andare in Canada per poi stare in una città? Inizio a cercare fuori da Vancouver, sorvolo le zone grazie ad internet e mi fermo su una località che sembra avere tutte le caratteristiche che il mio immaginario ha del Canada: un luogo nel verde, pochi abitanti, a metà tra i boschi e la grande città, con gente che la sera si ferma a bere birra nel pub del paese.
Così parto per Squamish!
Squamish
Dopo aver sorvolato l’Atlantico e tutta l’America del nord atterro a Vancouver; effettuo circa 4 controlli per i documenti e da tutti gli operatori le stesse domande: Perché viene in Canada?
Come mai con lei ha solo uno zaino? Per quanto intende rimanere? E’ qui in vacanza o cerca lavoro? La risposta è sempre la stessa, per una vacanza.
Squamish La madre del vento
Superati i controlli, salgo sulla macchina e mi dirigo verso Squamish. Il meteo è buono e mi accoglie un bel tramonto, vedo le montagne che avrei costeggiato lungo la Road 99 fino a Squamish.
Da solo, in un luogo dove non conoscevo nessuno, alla guida di un’auto su una strada infinita, zaino, macchina fotografica ed un mondo nuovo da scoprire: la vacanza era iniziata!
Come da programma in un’ora scarsa arrivo a destinazione, una cittadina molto molto tranquilla, di circa 20.000 abitanti a 45 minuti a nord da Vancouver e 45 minuti a sud di Whistler in prossimità di parchi e laghi.
Il nome Squamish deriva dalla lingua Salish e significa “madre del vento”, si sviluppa in una baia e lungo un fiume che porta il suo nome. La cittadina nasce come stazione ferroviaria per i treni che trasportavano il legname proveniente dal nord per essere imbarcato su navi che poi ne continuavano il trasporto via mare. Negli ultimi anni si sta trasformando in una località turistica, grazie alla sua posizione strategica ed al costo della vita più basso rispetto alle città vicine.
È frequentata prevalentemente da ragazzi che fanno arrampicata sulle pareti verticali dell’adiacente monte Stawamus Chief, uno dei monoliti in granito più grandi al mondo con i suoi 700 metri. A fine giornata i ragazzi si ritrovano in uno dei locali lungo la via principale, per rilassarsi ascoltando musica dal vivo.
Whistler
La città quasi perfetta
Il giorno successivo riprendo la Road 99 e mi dirigo a nord, verso Whistler. Un cittadina di villeggiatura, dove nel 2010 si sono svolti i Giochi invernali di Vancouver, un paradiso per chi ama fare sport all’aria aperta: percorsi per il trekking, piste da down hill, piste da skate ma ottima anche per pic-nic lungo uno dei laghi che la circondano.
Sicuramente bella, ordinata ed efficiente, ma dopo un po’ si ha la sensazione della tipica cittadina studiata a tavolino, dove tutto è nuovo e pianificato al meglio, uno di quei luoghi che non ti lascia pienamente soddisfatto, come se mancasse un segno delle sue origini.
Garibaldi Park
Tra il verde ed il blu
Percorrendo la road 99 verso nord si entra nel verde del parco Garibaldi, un parco dedicato all’eroe dei due mondi e che ha al suo interno monti coronati da nevi, ghiacciai, fiumi e laghi.
Dalla strada partono sentieri che si infilano nel verde e si perdono tra le montagne, percorsi che possono superare anche i 30 chilometri tra boschi e laghi. Decido di percorrerne alcuni (in giorni diversi ovviamente) con tanta curiosità ma anche un po’ di timore di poter incrociare il padrone di casa, ovvero l’orso.
Mentre cammino nel bosco ho solo una vaga idea di quello che mi aspetta, immerso tra alberi, muschi e rapide con momenti di luce bassa e improvvisi raggi di sole che tagliano il bosco. Arrivato alla fine di uno dei tanti sentieri si aprono panorami con montagne e laghi, colori che non sembrano veri fino a che non li vedi con i tuoi occhi e tra le rocce spuntano inaspettati amici che cercano qualcosa da mangiare.
Garibaldi Park
Una mattina decido di partire per imbarcarmi in direzione della città di Victoria, la capitale e la città più antica della British Columbia.
Sbarco nella cittadina di Nanaimo nel pomeriggio e con la macchina scendo lungo la Road 1 fino ad arrivare in prima serata a Victoria. Voglio visitarla la sera stessa; ma trovo locali già chiusi, se non per qualche fast food o negozio di souvenir aperto rimango con la bocca amara.
Ci torno il giorno dopo, la mattina presto, ed è subito amore: sole (tanto), giardini all’inglese, gente in bicicletta.
Victoria
Un salto a Londra
Sembra di passeggiare per Camden Town ma con vista sul mare, palazzi in mattoncini rossi e locali pieni di vita che si affacciano sul porto.
Una piccola perla europea in terra canadese. Dopo un po’ che giro per la città però mi sale una consapevolezza, mi rendo conto che le bellezze che vedo lì non sono quelle del Canada ma quelle portate dai colonizzatori nel corso degli anni che si sovrappongo con un copia e incolla sopra le bellezze dei nativi.
Cosimo Nardone Photography
Point Roberts
Gli USA in terra canadese
Lascio Victoria partendo da Swartz Bay per rientrare a Squamish, dal traghetto vedo in lontananza un monte innevato.
Lo cerco sulle mappe: è il Mount Baker, un vulcano attivo di più di 3.000 metri di altezza. Contemporaneamente noto che una piccola porzione di quello che sembra essere territorio canadese è una exclave statunitense, è Point Roberts. Un lembo di terra che trovandosi a sud del 49° parallelo è parte del territorio USA, un territorio statunitense che per gli americani che intendono raggiungerlo via terra possono farlo solo passando per il quartiere di Tsawwassen fino ad arrivare ai controlli di frontiera.
Vancouver
Per chiudere il cerchio
Dedico gli ultimi giorni della vacanza a visitare la città di Vancouver, la prima città dove sono arrivato ma che tengo per ultima come a chiudere il cerchio della mia veloce visita della British Columbia.
Una città moderna e multietnica, con grattacieli moderni nel distretto finanziario e tipiche case basse con giardino appena si esce dalla downtown. La città ha la classica pianta con strade parallele che si incrociano a loro volta perpendicolarmente con altre. La zona Gastown è la parte più antica della città. Edificata nei primi dell‘800 ha rischiato l’abbattimento dei suoi vecchi edifici storici negli anni ’60 ma, fortunatamente, la zona è stata recuperata ed oggi è possibile ammirarla, con i suoi turisti alla ricerca di souvenir e negozi alla moda. Attraversando la città da nord a sud si arriva a English Bay Beach, la spiaggia della città. In prossimità della spiaggia ci sono giardini e piccoli parchi, in uno di questo è presente un memoriale dedicato a tutte le persone della città morte per l’AIDS una parete in metallo con incisi i nomi delle presone scomparse e dove è possibile lasciare un fiore a ricordo. Il cammino termina sulla spiaggia di English Bay, dove ragazzi si rilassano guardando davanti a loro un lungo tramonto sul mare.