N.7 - 2016 MAGGIO
N.7 - 2016 | MAGGIO, Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it
www.giroinfoto.com
Un mondo di filtri PULQUE
IL VECCHIO E IL SUO ASINO
di Luis Chargoy
MAROCCO VOLUBILIS di Paolo Buccheri
MAR BALTICO POLONIA di Artur Teca
WEL
COME
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la redazione | Giroinfoto Magazine
Giroinfoto Magazine 01
fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto©. La rivista che ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio. Attraverso gli articoli di GIROinFOTO©, si tracciano i confini della fotografia professionale, separandola da quella improvvisata, che negli ultimi tempi sta creando confusione sulla percezione della reale qualità della stessa. Fotografare, è un lavoro il cui valore risiede nelle studio del soggetto, nel corretto utilizzo della tecnica, nella determinazione e nella continua esperienza e capacità di critica. Vuole essere uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Una raccolta di molteplici idee, progetti di viaggio e workshop fotografici, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e socio-politiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Si dice che il "bravo fotografo" diventa parte integrante del mondo a cui appartiene il soggetto che sta riprendendo sapendo perfettamente come e dove muoversi: se fotografi una montagna, la sai scalare, se fotografi il mare, sai nuotarci e se fotografi le nuvole sai anche volare. Ecco perché la professione del fotografo non è cosa facile e noi di Giroinfoto vogliamo condividere con voi questa magnifica passione attraverso le nostre attività. Founder of Gienneci Studios Director of Giroinfoto
Giancarlo Nitti
Da questo mese on-line il nuovo sito di Giroinfoto. Un nuovo archivio sempre aggiornato con i link diretti agli articoli. Cerca la location che preferisci attraverso il sistema di ricerca geografica. Una sezione dedicata ai photocontest dei lettori. Entra anche tu a far parte della pi첫 grande community di foto-viaggiatori.
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ANNO II n. 07
Giroinfoto ti risponde
REDATTORI E FOTOGRAFI Giancarlo Nitti
Uno spazio dedicato alle vostre curiosità e domande. Vuoi chiederci qualcosa? Scrivi a: redazione@giroinfoto.com
DIRETTORE RESPONSABILE Giancarlo Nitti
info@gienneci.it
Paolo Buccheri
Inserzionista Giroinfoto
Artur Teca
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Giroinfoto ti pubblica
Davide Polato
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Luis Chargoy
Inserzionista Giroinfoto
Diamo spazio a chi ama la fotografia e il viaggio, pubblicando articoli e foto dei nostri lettori. Inviaci il tuo materiale richiedendo di pubblicarlo. Scrivi a: redazione@giroinfoto.com
Giroinfoto ti accoglie LAYOUT E GRAFICHE Gienneci Studios PER LA PUBBLICITÀ: Gienneci Studios, Via G.Borgomaneri, 135 Milano - 20086 Motta Visconti. info@gienneci.it - redazione@giroinfoto.com DISTRIBUZIONE: Gratuita, su pubblicazione web on-line di Giroinfoto. com e link collegati. PRODUZIONE Gienneci Studios Editoriale by Gienneci Studios REDAZIONE email: redazione@giroinfoto.com Informazioni su Giroinfoto.com: hello@giroinfoto.com Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.
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data di uscita 15 Maggio 2016
fotografare
e v ia gg iare due passioni un’ unica esperienza
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INSIDE
Giroinfoto Magazine
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Indice 08
CALICO Ghost Town California Scout location
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MAROCCO Il sito di Volubilis a cura di Paolo Buccheri
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IRLANDA Il Donegal Scout location
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UN MONDO DI FILTRI Giroinfoto School
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MAR BALTICO Polonia A cura di Artur Teca (PL)
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SAINT MALO
La cittĂ corsara
A cura di Giancarlo Nitti
76
TAKHI SPIRITO SELVAGGIO La mia Mongolia A cura di Davide Polato
96
PULQUE Il vecchio e il suo asino A cura di Luis Chargoy
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PUBBLICA
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VI PRESENTIAMO
I NOSTRI NUMERI E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: Maggio 2016
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Articoli pubblicati dagli utenti
Domande alla redazione
Foto singole pubblicate
Copertura degli articoli sui continenti
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ARTICOLI
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CALICO GHOST TOWN
CALIFORNIA
Fotografie di Giancarlo Nitti
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Non si può resistere negli Stati Uniti, specialmente nello stato della California, alla tentazione di visitare almeno una delle città fantasma americane, in pieno stile villaggio del vecchio west, ben conservati e che mantengono ancora il loro antico e polveroso fascino misterioso. CALICO GHOST TOWN è una delle più famose e meglio conservate. Cittadina mineraria vicino a Barstow, si trova sulla strada principale che collega Las Vegas a Los Angeles, 36600 Ghost Town RoadYermo, CA 92398, nella Contea di San Bernardino. La città, fu fondata nel 1881 e si sviluppò rapidamente grazie a giacimenti di argento e oro. Calico arrivò a contare fino a 1200 abitanti, con centinaia di miniere, ma nel 1907, quando la ricerca dei minerali si spostò alla vicina Death Valley, la città fu abbandonata trasformandosi nella oggi conosciuta ghost town.
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Las Vegas
CALIFORNIA CALICO GHOST TOWN
Barstow
Los Angeles
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Attualmente il sito di Calico Ghost Town non è esattamente quello originale perchè la città ha subito interventi di restauro che hanno portato la rimozione di edifici esistenti sostituendoli con le tipiche strutture a misura di turista. Tuttavia, alcuni edifici originali risalenti alla febbre dell’oro sono ancora in piedi come il Saloon di Lil e Joe, la casa di Lucy Lane , ora diventato un' interessante museo e la galleria di Smitty con il suo negozio.
Troverete anche una ricostruzione della vecchia scuola, nonché le rovine dei cittadini cinesi che lavoravano nelle miniere. Durante la settimana, all'interno della scuola vengono replicate le lezioni in stile old west, mentre la domenica viene recitato il sermone del predicatore nella chiesa o fuori da essa. E' possibile salire su di un trenino in pieno stile che vi permetterà di vedere da vicino le vecchie miniere.
CALICO GHOST TOWN
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CALICO GHOST TOWN
Numerose sono le curiosità che nasconde questa città fantasma. Girando per il sito, scoprirete, oltre ai numerosi negozietti Gift & Shop, alcune chicche, come la casa inclinata con i suoi effetti sulla gravità, la locomotiva delle miniere, il museo della vecchia scuola e se siete fortunati le rievocazioni organizzate periodicamente. Per avere più informazioni sul calendario e sulla location vi indiriziamo al sito ufficiale: sbcounty.gov/parks/Parks/CalicoGhostTown
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Volubilis Il sito archeologico
A CURA DI PAOLO BUCCHERI
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MAROCCO
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Quando programmando un viaggio in Marocco, si decise di visitare anche il sito archeologico di Volubilis, l’entusiasmo di tutti i compagni di viaggio fu totale. Dalla nostra destinazione principale, che doveva essere la città di Fes, con le sue medine ricche di storia e di architetture da visitare; il sito di Volubilis dista solo pochi chilometri, e quindi facilmente raggiungibile.
Questo sito archeologico è il principale del Marocco ed è formato dalle imponenti rovine di una città romana ricca di templi, quartieri residenziali ed antiche zone artigianali. Sapevamo che i principali reperti archeologici ritrovati a Volubilis erano già custoditi al Museo Archeologico di Rabat, ma i numerosi mosaici rimasti
in loco certamente sarebbero valsi una visita. La parziale delusione, dovuta ai colori ormai sbiaditi degli stessi mosaici (per la mancanza di adeguate protezioni), certamente non scoraggiò i molti di noi che finirono per apprezzare con estremo interesse la visita.
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Volubilis
I principali soggetti ritratti nei mosaici di Volubilis sono ispirati alla mitologia classica e realizzati accostando il bianco della pietra calcarea locale a marmi provenienti da altre zone. I mosaici più preziosi si trovano nelle case lungo il decumanus maximus che, con un leggero declivio in pendenza, sale sino alla Porta di Tangeri.
L’ingresso principale al sito, anche per questioni logistiche e di mera utilità funzionale (la vicinanza col parcheggio pubblico), è collocato nella parte sud dalla quale si diparte la Strada Lastricata che attraversa tutto il sito. In questa zona il principale reperto è costituito dalla Casa di Orfeo, così denominata per il motivo del mosaico ripreso nel pavimento principale dell’antica dimora romana. Sono i resti più raffinati dell’intera zona e dovevano appartenere ad una famiglia berbera romanizzata, arricchitasi col commercio dell’olio.
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Proseguendo oltre ritrovammo il Campidoglio che conserva un cortile lastricato in origine circondato da un portico, le cui colonne erano state in parte rialzate in tempi moderni. Nei pressi era collocata la grande Basilica che aveva tre navate con abside centrale dove si amministrava la giustizia. In posizione centrale rispetto all’intera città è collocato l’Arco di Trionfo, ricostruito nel 1933, che costituisce una elegante quinta sul decumanus maximus e finisce per bilanciare la Porta di Tangeri, sita sul lato opposto del decumano urbano. Lungo questa via si allineano le principali antiche case romane, il palazzo del Procuratore e le principali architetture cittadine del sito.
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In posizione alta, a nord-est, è sita la Casa del Corteo di Venere, la più ricca di reperti ritrovati a Volubilis. Sono stati riportati alla luce pavimenti con mosaici di otto sale e sette corridoi, più alcuni reperti in bronzo oggi conservati al Museo Archeologico di Rabat. Nelle varie sale dell’antica dimora sono visibili vari mosaici che lasciano pensare quanto articolato e ricco di erudizione sia stato il mondo romano antico anche in aree lontane dalla Roma imperiale.
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A fine giornata, rientrati a Fes, eravamo stanchi ma consapevoli della lezione di storia appresa; cosÏ come eravamo orgogliosi per quell’amore di storia patria che in ognuno di noi si era evidenziato, pur essendo in un’area geografica assolutamente estranea e lontana dal nostro modo di essere.
Volubilis
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Paolo Buccheri
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IRELAND
IL DONEGAL
La regione nord-occidentale d’Irlanda, il Donegal, che in gaelico significa "forte degli stranieri", è la contea più selvaggia del paese e forse quella che conttiene più fascino panoramico. La sua particolare magnificenza sta nella bellezza naturale della costa, con diverse penisole, costiere a precipizio e moltissime spiagge. Grazie alla sua antica storia, qualsiasi percorso si faccia attraverso la regione porterà a incontrare resti dei Vichinghi, antichi forti dei Re dell’Ulster ma soprattutto moltissime pecore indisciplinate che non rispettano i segnali stradali.
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Fotografie di Giancarlo Nitti
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Partendo dalle spiaggie di Bundoran e salendo sulla costa del Donegal, si iniziano ad incontrare diversi scorci interessanti, incontrando le scogliere di Slieve League, Malin Beg ďŹ no ad arrivare alla Glencolumbkille, una valle solitaria situata tra il mare e la montagna. In questa zona troviamo uno degli ecomusei piĂš importanti del paese, il Folk Village Museum, in cui si possono visitare tre capanne di epoche differenti (dal 1700 al 1900), fedelmente ricostruite coi loro tetti di paglia, oltre a una scuola, un pub e un negozio di oggetti di artigianato. Nella stessa zona, aggacciandosi sul mare si può godere di un fantastico panorama con una spiaggia incastonata tra le scogliere.
Folk Village
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Glencolumbkille
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VISTA DALLE SCOGLIERE DEL FOLK VILLAGE
Glencolumbkille
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Lungo il percorso, che prosegue in direzione nord mantenendosi sempre sulla costa, ci si può fermare agli innumerevoli anfratti che caratterizzano questo angolo di Irlanda. Nella parte centrale di questa contea vi è una piccola penisola, Dawros Head, a nord di Ardara dove è possibile ammirare una vista dal basso delle scogliere, inoltrandosi fino alla spiaggia di Narin, un’immensa distesa di sabbia bianca lunga 4 km
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Fanad
La penisola di Fanad è uno degli angoli imperdibili del Donegal. In questo punto, domina il faro posizionato sulla punta rocciosa più estrema di Fanad Head. Con il giusto tempo a disposizione e la voglia di camminare é facile scoprire inquadrature interessanti e originali in giro per la zona, specialmente di sera quando il faro è illuminato. Cambiando penisola e spostandosi all'estremo nord del Donegal incontriamo Malin Head, la punta più estrema d'Irlanda,
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anche lei suggestivamente bella e con una vista sul mare da cartolina. Rientrando verso Sud non evitate di visitare le location di The Grianán of Aileách, considerato il monumento più antico e affascinante del Donegal, un'imponente costruzione circolare costruita come tempio pagano intorno al V secolo a.C. Nel Donegal, perdetevi pure, sarà il modo più interessante per visitare questa splendida contea.
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UN MONDO DI
FILTRI
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QUANDO PHOTOSHOP
NON E' TUTTO Utilizzati per ottenere tempi piÚ lunghi di posa, per eliminare o aggiungere effetti di luce e per aumentare l’ impatto delle fotografie con una correzione del colore nativa, sono ancora un accessorio con un ruolo molto importante nella fotografia digitale.
SONO I FILTRI Ci sono post-produzioni che non possono sostituirli e sono estremamente necessari per effettuare scatti in determinate condizioni di luce o solamente per dare sfogo al nostro estro creativo. Ne esistono di infinite tipologie e con diverse funzioni ma alcuni di essi non devono mancare nella nostra borsa del materiale. Vediamoli allora nel dettaglio seguendo questa piccola guida riepilogativa dei filtri piĂš utili e usati.
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FILTRO UV PROTEGGIAMO LE LENTI
Questo filtro, nell'era analogica, aveva un’importanza notevole, in quanto le pellicole, che in presenza massiccia di luce dal sole ne soffrivano particolarmente alterando i colori in fase di sviluppo. Oggi, il filtro mantiene comunque la sua utilità protettiva, schermando i raggi UV, dannosi per il processore della macchina ed eliminando alcune lievi dominanti, ma il compito principale di detto filtro è la protezione fisica della lente stessa, esposta a polvere, acqua e altri elementi che potrebbero danneggiare l'ottica. Un filtro che non deve mancare su nessun'ottica in possesso, sia che ci permetta di non alterare i colori in determinate condizioni, sia che protegga i magari costosissimi obbiettivi.
FILTRO SKYLIGHT
RISCALDIAMO I COLORI
Molto importante per chi vuole curare le luci alte anche in condizioni non ottimali. Stiamo parlando del filtro Skylight. Questo filtro, come funzionalità, somiglia abbastanza al filtro UV, nel senso che entrambi servono per bilanciare alcune dominanti di luci forti, come il cielo per esempio, (da qui il nome Skylight come l’idea del suo scopo) o per proteggere la lente anteriore dell’obiettivo. Lo Skylight presenta una lieve gradazione di colore rosa, ed è proprio questa caratteristica che permette di esaltare i colori, rendendoli più caldi e di conseguenza piacevoli nello scatto effettuato .
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FILTRO POLARIZZATORE IL PIU' UTILE
Uno dei più utili e forse il più indispensabile: Il filtro polarizzatore. Come già detto, nessun software è in grado di sostituirsi completamente ad alcuni filtri applicati fisicamente alle ottiche e quindi garantire gli stessi risultati. In special modo questo tipo di filtro, che svolge l'importante compito di migliorare la definizione e la saturazione dei colori in modo nativo, soprattutto quando ci troviamo di fronte a panorami e altri soggetti esposti a forti luci. Ma il polarizzatore non fa solo questo. Un’altra funzione importante, svolta dal filtro, è quella dell’eliminazione dei riflessi, ovvero di quei fastidiosi tagli di luce che si riflettono per esempio sull' acqua o su di una vetrina e che confondono il soggetto ripreso. Di filtri polarizzati ve ne sono di due tipologie: quello lineare e quello circolare, quest'ultimo siglato "CPL". Quello lineare polarizza la luce appunto, linearmente, il secondo gestisce la propagazione della luce attraverso la superficie del filtro grazie all'orientamento dei cristalli. Tutti e due sono composti da due elementi circolari sovrapposti, con una parte da avvitare ed una girevole per regolare la polarizzazione.
FILTRO ND
FILTRO DIGRADANTE
Sono filtri con colorazioni uniformi di grigio disponibili in diverse gradazioni che servono a limitare il passaggio della luce, filtrandola. Il filtro ND o neutro, ha funzione quindi di abbassare di qualche "STOP" l'esposizione, permettendo di lavorare con tempi lunghi anche con forti fonti di luce naturale. Un classico esempio dell'utilizzo di questo filtro è la creazione di immagini del movimento dell'acqua con effetto "seta".
Usato soprattutto nella fotografia di paesaggio, poichĂŠ consente di eliminare le differenze di illuminazione tra le forti luci del cielo e dell'orizzonte con quelle del soggetto. Sono filtri neutri formati da due colorazioni che si sfumano tra loro, da una colorazione grigio neutro (come il filtro ND classico) che sfuma fino a diventare completamente trasparente. Ne esistono sia neutri che con dominanti cromatiche.
QUANDO LA LUCE E' TROPPA
OSCURIAMO IL CIELO
FILTRO IR
INFRARED Un filtro di nicchia, poco usato ma a nostro parere molto interessante. La fotografia agli infrarossi utilizza le radiazioni elettromagnetiche con una lunghezza d’onda maggiore della luce visibile, perciò fotografiamo qualcosa che “non vediamo”, alla quale ai nostri occhi non sono sensibili ma che viene letta dalla nostra macchina fotografica sfoggiando risultati interessanti. Questo filtro è completamente “nero”, non è possibile vederci attraverso, ma montato sulla nostra ottica e procedendo con un'esposizione manuale si potranno ottenere risultati sorprendenti. Ottimo per il bianco e nero.
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Morze Bałtyckie ARTUR TECA
IL MAR BALTICO POLACCO
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Questo mese ospitiamo su giroinfoto magazine un giovane fotografo polacco, Artur Teca, di Gdynia (PL). Da tempo impegnato nella realizzazione di scatti sugli scorci che offre il Mar Baltico dalla sua nazione, in questo articolo, Artur, ci illustrerà alcune panoramiche da lui effettuate, sfruttando alla perfezione gli elementi nell'inquadratura come linee guida. Potete visitare la sua fanpage su Facebook Arturtecaphotograpy Tak oto prezentuje się Morze Bałtyckie po polskiej stronie nabrzeża. Zdjęcia wykonał i zaprezentował Artur Teca. Fotograf zamieszkały w polskim mieście Gdynia, który bardzo uwielbia fotografowanie morza w blasku słońca. Zapraszam do odwiedzenia Facebook fanpage: Arturtecaphotograpy
Mechelinki/Polska Przystań rybacka w Mechelinkach. Podczas rozbudowy w 2014 roku została całkowicie zmieniona jej infrastruktura, a przy okazji tej inwestycji powstało molo. Mechelinki Pescherecci polacchi a riva. In un progetto del 2014 questo molo è stato completamente ristrutturato ed oggi è in piena attività.
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INFO www.arturteca.pl
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Gdynia Orłowo/Polska Molo w Gdyni Orłowie w blasku wschodzącego słońca. Fotografowałem już setki wschodów i zachodów słońca jednak ten był jednym z najbardziej spektakularnych jaki miałem okazję przeżyć.
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Gdynia Orlowo Il molo di Gdynia Orłowo nel bagliore del sole che sorge . Ho fotografato centinaia di albe e tramonti , ma questo è stato uno dei più spettacolari che ho avuto l'opportunità di sperimentare .
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Gdynia Babie Doły/Polska fotografia przedstawia ruiny torpedowni, czyli powstałego w czasie II wojny światowej niemieckiego ośrodka badawczego. Jest to jedno z najbardziej imponujących miejsc w Gdyni.
Gdynia Babie Doly La foto mostra i resti di una torpediniera che durante la seconda guerra mondiale funzionava come centro di ricerca tedesco . Si tratta di uno dei luoghi più suggestivi di Gdynia .
Gdynia Babie Doły/Polska Poniemiecka torpedownia o której pisałem wcześniej zimową porą. Lodowe rzeźby robią bardzo fajne uzupełnienie całej fotografii.
Gdynia Babie Doly La torpediniera post-tedesca in una veduta invernale. Le sculture naturali di ghiaccio completano la particolarità dello scatto.
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Gdynia Centrum/Polska Nabrzeże Pomorskie w blasku wschodzącego słońca. Przy nabrzeżu w basenie prezydenta zacumowane są między innymi trzymasztowy żaglowiec Dar Pomorza, Dar Młodzieży oraz muzeum niszczyciel ORP Błyskawica.
Centrum Gdynia Pomorskie Quay nel bagliore del sole che sorge. Sul lungomare un'imponente veliero a tre alberi ormeggiato spicca tra le altre navi. Di fianco l'ORP Błyskawica la nave distruttore, oggi museo.
Gdynia Centrum/Polska ORP Błyskawica o świcie. Niszczyciel od 1 maja 1976 roku zakotwiczony w gdyńskim porcie gdzie można go zwiedzić i pełny rolę muzeum.
Centrum Gdynia ORP fulmine all'alba. Ancorata dal 1 ° maggio 1976 nel porto di Gdynia all'interno si può visitare il museo.
Gdańsk Górki Zachodnie/Polska Fotografia przedstawia falochron przy ujściu rzeki Wisły Śmiałej do zatoki gdańskiej. Ulubione miejsce wędkarzy podczas wiosennych połowów śledzia.
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Gdańsk Górki - Danzica La foto mostra una diga alla foce del fiume Vistola sul Golfo di Danzica. Questo posto è tra i preferiti dei pescatori dell'aringa in primavera.
Gdynia Orłowo/Polska Bunkry na gdyńskim klifie to pozostałości po 11 Baterii Artylrii Stałej w Gdyni, która powstała już po II wojnie świtowej. Bunkier został zepchnięty do morza 13 listopada 2012 roku, ponieważ było zagrożenie, że spadnie z klifu.
Gdynia Orlowo Un bunker sulla scogliera quali resti dell' 11a Batteria Artiglieri di Gdynia, fondata dopo la seconda guerra mondiale. Il Bunker è stato spinto in mare il 13 novembre 2012 perchè pericolante dalla scogliera.
Jastarnia/Polska Skansen Fortyfikacji w Jastarni. Bukier powstał w 1939 roku w trakcie przygotowań granic II Rzeczypospolitej do obrony przed atakami hitlerowskich Niemiec.
Jastarnia Skansen Una fortificazione a Jastarnia. Il bunker è stato costruito nel 1939 sui confini della Seconda Repubblica e difendersi dagli attacchi della Germania nazista.
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Rewa/Polska Fotografia przedstawia łódź podczas zachodzącego słońca. Bałtyk tego dnia był bardzo wzburzony co dawało świetne efekty przy dłuższych czasach naświetlania.
Rewa La foto mostra una barca durante il tramonto. Il Mar Baltico quel giorno era molto mosso e per questo mi ha dato grandi risultati con i tempi di esposizione più lunghi.
Gdańsk Stare Miasto/Polska Żuraw Gdański nad Motławą. Zabytkowy dźwig portowy Gdańska. Jest to najstarszy, zachowany dźwig portowy w Europie.
La Città vecchia di Danzica Danzica vista dal fiume Motława. La gru del porto storico di Danzica è la più antica gru portuale conservata in Europa.
Mechelinki/Polska Molo w Mechelinkach zostało oddane do użytku w 2014 roku przy okazji rozbudowy całej infrastruktury rybackiej. Molo ma długość 175 m i 4,5 metra szerokości.
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Mechelinki Il molo di Mechelinki è stato inaugurato nel 2014 in occasione dello sviluppo dell'infrastruttura per la pesca. Il molo ha una lunghezza di 175 metri e 4,5 metri di larghezza.
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Si erge orgogliosa con le sue mura che sovrastano le spiagge e il suo porto. Una delle pi첫 particolari cittadine del nord della Francia, si trova sulla Costa d'Emeraude in Bretagna e vanta un centro storico interamente cinto da bastioni e una veduta sul mare degna di ammirazione.
Saint Malo
LA CITTA' CORSARA
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Fotografie di Giancarlo Nitti
Saint-Malo fu fondata ad Alet un isolotto al largo di dove oggi sorge la città, nel VI secolo, prendendo il nome dal monaco gallese Mac Low, poi diventato vescovo. Ma la vera storia della città, anticamente chiamata Saint-Malo de l'Isle, iniziò nel XII secolo, in seguito,alle sempre più importanti e fiorenti attività marittime, gli armatori assicurarono la fortuna della città e prosperarono protetti dalle mura ampliate dai discepoli di Vauban. Nel XVIII secolo, i corsari Duguay-Trouin e Surcouf confermano il prestigio di Saint-Malo, la cui bandiera sventola al di sopra della bandiera francese. Ed è proprio questa sua storia di vocazione marinara che questa città fortezza, nata come città dei corsari dall’antica tradizione piratesca, ha conservato nei secoli uno spiccato spirito d’indipendenza e di bellicosa autonomia, percettibile nelle imponenti fortificazioni protese sull’oceano. Il fenomeno delle maree, la splendida vista sul mare ed il fascino antico, rendono questa città fortezza una bellezza da non perdersi
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Il cuore della città è chiamata Intra-Muros, la cittadella fortificata dove potete perdervi nei molti vicoli alla scoperta degli scorci più suggestivi, dove potrete visitare i palazzi dei mercanti come la Maison de Corsaire, la cattedrale e gli imponenti bastioni.
SAINT-MALO BRETAGNA
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Giancarlo Nitti Photo - Bretagna
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Una bellissima esperienza è, quando si abbassa la marea, quella di raggiungere a piedi l’Île du Grand Bé, una piccola isoletta rocciosa dove è sepolto lo scrittore francese Chateaubriand. Ricordatevi di informarvi molto bene sugli orari delle maree perchè una volta sull'isola la stessa rimane scollegata dalla città per circa 6 ore.
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Saint Malo BRETAGNE
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Saint Malo
MONGOLIA
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TAKHI
SPIRITO SELVAGGIO
La mia Mongolia
"
Dove il tempo si misura in cambiamenti e sensazioni. Dove occhi si perdono nel nulla, dove il nulla diventa un tutto e ogni incontro è evento, sorpresa. La Mongolia come realtà diversa da visione occidentale.
"
A cura di Davide Polato
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9 luglio 2015
guida, é più diretto, essenziale.
Si parte per la Mongolia. Primo scalo Ulan Bator. Scendiamo dall'aereo e alle porte d'accesso per la capitale, una guardia al controllo ci chiede dove siamo alloggiati. Fortunatamente Marco, il mio compagno di viaggio, in volo ha letto una guida del paese e butta a caso un albergo rimastogli in ricordo. Ci lasciano passare.
A impatto gli do sulla sessantina, solo dopo, durante il viaggio, rimango sorpreso nello scoprire ne abbia settantatré.
All'uscita, dopo diversi tentativi di riconoscimento tra i vari pretendenti accompagnatori ed essendo tra gli ultimi superstiti di ricerca, ci avvicina una ragazza asiatica con capelli lunghi e neri, giovane, sulla trentina. Marco che conosce l'inglese, prova a comunicare. Il cartello col cognome era stato confuso, quindi dopo alcuni chiarimenti scopriamo che, Daria, sarà la nostra guida.
Dal finestrino guardo il verde collinare in lontananza e, raramente, appaiono mucche al pascolo. Mi chiedo se non abbia sbagliato viaggio per quello che sto cercando. Ma oramai ci sono, non posso fare altro che attendere e andare avanti.
Usciamo dall'aeroporto, seguiamo la ragazza che ci fa strada tra le auto parcheggiate nel piazzale, ci dirigiamo verso un tizio dai lineamenti asiatici, appoggiato al cofano di un fuoristrada Toyota, bianco. É molto scuro di carnagione, sarà alto un metro e settanta con una pancia piuttosto prominente, indossa calzoncini corti di cotone blue, una canottiera a rete bianca, un berretto di cotone appoggiato con non curanza sulla testa e ai piedi, ciabatte chiuse in punta. Numa, il nostro autista tutto fare, si presenta con meno empatia della
Saliamo in auto e percorriamo strade asfaltate piuttosto larghe attraversando una periferia in via di espansione edile che"fa a pugni", con il panorama circostante.
I nostri accompagnatori ci lasciano alle porte di un albergo. Sembra carino, elegante. Numa se ne va salutandoci , lo rivedremo da domani in poi. Daria si offre di passeggiare con noi per la città., ne approfitteremo per chiederle curiosità. Avanziamo sotto un sole che brucia e si sente forte lo smog del numerosissimo traffico di mezzi che non conoscono impatto ambientale. Si fatica quasi a respirare, si vedono persino ciclisti con la mascherina anti-polveri. Visitiamo la piazza centrale dedicata a Genghis Khan.
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C'è una parata per la tradizionale festa mongola del "Naadam", festa praticata da tremila anni, per questo, considerata la seconda olimpiade più importante al mondo. Il piazzale è talmente grande che da l’ impressione ci siano pochi spettatori. Vi sono pattuglie di polizia sparsa nei punti più strategici e intorno alle transenne che dividono l'evento, dalla numerosa folla che assiste. Camminando per la città ci capita di attraversare le strade, Marco ed io rimaniamo sorpresi dai semafori per pedoni, al posto dell'abituale figura dell'omino luminoso, ci sono immagini di cavalli e guerrieri.
La sera la passiamo in albergo tentando di superare al meglio il fuso orario delle 7 ore. Tra l'altro uscire la notte ad Ulan Bator é poco consigliato visto l'alto tasso di persone a cui piace festeggiare e non tutti sanno gestire l'alcol in maniera divertente.
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Il mattino seguente Numa e Daria sono puntuali alle 9 come d'accordo. Si parte. Attraversiamo il traffico di città, i mongoli devono provare un gran piacere a suonare i clacson delle auto. Danno impressione di agitazione e prepotenza alla guida. Dopo circa quattro chilometri entriamo in un cortile di una villa che ha l'aria di un monastero buddista. Struttura con più edifici in stile orientale. Il custode ci chiede di non fotografare gli interni invitandoci ad entrare in una pagoda trasformata in un piccolo museo dedicato alla cultura buddista. Ci segue spiegando tutto ciò che vediamo o chiediamo. Le informazioni sono curiose, dettagliate, cariche di particolari qui ci rendiamo conto di quanto sono solo una minima parte generale di ciò che si potrebbe conoscere. Il custode é un monaco che studia i messaggi del buddismo fin da giovane età e lo farà per il resto della sua vita terrena. Tra i vari mobili, vesti e suppellettili in stile vi sono ricostruzioni in scala di ciò che comprendeva la residenza ed il suo podere circostante.Mi colpisce tristemente una collezione di animali, catturati in ogni parte del mondo. Tenendo in considerazione che il clima in Mongolia varia a seconda delle stagioni da un massimo di quaranta ad un minimo di meno quaranta gradi centigradi, possiamo immaginare la difficoltà di sopravvivenza.
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Dopo saluti e ringraziamenti, ci allontaniamo a piedi per circa cinquecento metri ed entriamo nel cortile del palazzo dei giochi olimpici. Troviamo un afflusso di gente di ogni età con abiti lunghi dai colori accesi che richiamano gli "elementi" che regolano e influiscono in natura. E qui si spazia tra varie attrazioni: suonatori, competizioni inerenti al festival, giochi vari ,tra cui il lancio di "ossa sesamoidi", tiro con l'arco,e la lotta. Giriamo per almeno tre ore e infine decidiamo di raggiungere Numa, che ci aspetta fuori a guardia del suo fuoristrada. Daria ci anticipa la prossima meta, adesso si comincia a ragionare…i cavalli! Interesse principale, riguardo il mio viaggio in Mongolia.
Andremo ad assistere alla corsa di cavalli, evento molto seguito e organizzato, sempre riguardante la festa del Naadam. I cavalli montati da bimbi dai 6 ai 12 anni si lanciano in una corsa frenetica che varia dai 15 ai 30 km.
Sono venuto in Mongolia per osservare il Takhi: il cavallo più selvaggio esistente e per capire come il popolo mongolo possa lasciare libertà ai propri cavalli pur usufruendo dei loro servigi ,in una terra dove l'ultimo dei bisogni del cavallo é la protezione e la gestione da parte dell'uomo.
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In Mongolia il cavallo viene utilizzato come mezzo di trasporto per seguire, recuperare i greggi di pecore, capre o mandrie di gnu e mucche. Il latte di fattrice viene munto facendo attenzione a lasciare la razione giornaliera per il puledro e viene consumato come alimento per i pastori, dopo essere stato bollito o, trasformato in yogurt .
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Il resto del viaggio ĂŠ trascorso tra il popolo dei pastori mongoli. Abbiamo dormito, cucinato e mangiato nelle loro "gher". Sono stato ospitato, da un uomo di mezza etĂ , in tenda con la propria famiglia a mangiare carne di capra appena bollita bevendo vodka, seduti a terra. Ho condiviso un silenzio meraviglioso con un anziano di 93 anni che si riposava dalla fatica di spacca legna. Chiedendo informazioni sulle strade da percorrere ,siamo stati invitati da pastori accampati in mezzo al nulla, bevuto vodka e condiviso una festa della prima mungitura di giovani cavalle fattrici. Ho visto un magnifico tramonto sul deserto del Gobi dopo aver faticato mezz'ora per scalare una duna alta 800 metri. Accolti tra famiglie di pastori di cammelli che ci fecero assaggiare il formaggio prodotto dalla mungitura di questi affascinanti animali. Mi ĂŠ stato spiegato l'equilibrio tra prede e predatori. Il tacito accordo tra uomini e lupi.
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Ho avuto l’ occasione di vedere la collaborazione tra cavalli in natura e osservare I vari ruoli che ricoprono,dalle sentinelle ai capobranco alle zie ,I comportamenti dei puledri e degli stalloni assistendo ai corteggiamenti di quest’ ultimi verso cavalle predisposte all’ accoppiamento. In Mongolia la natura è molto dura coi cavalli e altri erbivori per via d’ inverni molto rigidi e la carenza di cibo per il fondo coperto da ghiaccio e neve, mettendo a dura prova la sopravvivenza. In Mongolia mi sono sentito accolto dalle persone che la abitano e protetto in questa terra dove volendo, potresti sparire senza che nessuno venga a trovarti.
Ho visto e sentito molto di più di questo breve riassunto. La Mongolia è natura. Natura che cambia nel termpo di una foto. Chi abita questa terra apprende regole ,equilibri di natura che segna, insegna, forgia senza chiedere permesso fin dal primo respiro di vita. Sicuramente da vivere per chi ama la natura e spazi immensi.
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Grazie A Giuliana, che mi ha aiutato a "raccontarmi". Alla redazione di Giroinfoto, che mi ha proposto l'occasione di ricordare un viaggio che non dimenticherò piÚ. Grazie a Marco, caro amico e ottimo compagno di viaggio. Senza il suo aiuto nella comunicazione, mi sarei perso molto di quel che ho potuto vedere e sentire. Grazie a Daria per l'impegno e pazienza messa nello spiegarci una terra tanto difficile quanto affascinante. Grazie a Numa, che per quanto facessimo fatica a comunicare con lui a parole, aiutati dalla mimica, abbiamo condiviso tante risate, insegnamenti e abbracci.
Davide Polato
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Khustain Nuruu Ulan Bator Park
Takhi Khustain Nuruu
猫 un parco nazionale della Mongolia situato nella provincia (aimag) del T么v. Allinterno vive il famoso Takhi, cavallo selvaggio, emblema nazionale della Mongolia e a rischio estinzione..
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Il 'PULQUE è una bibita prodotta con il "acquemiele" estratto dall' àgave facendolo fermenttare per renderlo alcoolico. Il 'tlachiquero', si pronuncia [tla-ci-chèro] è la persona che si dedica a raccogliere l'acquemiele da queste piante. Ogni giorno diventa più difficile trovarne uno, ma questa tradizione è tanto antica quanto i tempi degli imperi mesoamericani e sta per perdersi. Questa è la storia di una di queste persone.
"Maledetto asino sciocco!, maledetto asino rimbambito!", sono state le prime parole che ho sentito da Don Felipe, un 'tlachiquero' di 82 anni che mi ha permesso di accompagnarlo durante la sua raccolta di 'acquamiele' sui monti di Huexoyucan, Tlaxcala, nel altopiano messicano.
"¡Pinche burro necio!, ¡pinche burro hijo de tu madre", fueron las primeras palabras que escuché de Don Felipe, un tlachiquero de 82 años que me permitió acompañarlo durante su recolecta de aguamiel por los montes de San Mateo Huexoyucan, Tlaxcala.
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Siamo usciti alle sette del mattino verso il bosco, dove si trovano i suoi àgave, già 'capados': processo che consiste nell'estrarre il cuore della pianta chiamato 'meyolote', (dal náhuatl o lingua azteca, [metl]-àgave, [yolotl]-cuore). Per questa operazione, bisogna attendere che questo gigante di quasi 10 metri di circonferenza e tre di altezza, abbia terminato lo sviluppo delle foglie. Dopo circa 10 anni di vita la pianta fiorisce, rilascia i semi e muore.
Salimos a las siete de la mañana hacia los magueyes que tiene ya capados, proceso que consta en retirar el centro de la planta o meyolote, del náhuatl metl, [maguey] y yolotl, [corazón]. Este queda visible sólo cuando terminan de brotar todas sus pencas, de no caparlo, estos gigantes de casi diez metros de circunferencia, desarrollan un tallo leñoso el cual llega a pasar los tres metros de altura. Nacen sus flores, dan semillas y se marchitan llevándose consigo la vida de todo el maguey. Llegar a ese punto les tarda alrededor de once años.
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Gli àgave già 'capados', possono produrre fino a 600 litri di "acquamiele" negli ultimi tre mesi di vita. In questo periodo, un 'tlachiquero' deve curarlo giorno e notte, raschiando con uno strumento metallico la conca dove vi era il cuore, assicurandosi che al ritorno si sia potuto accumulare il succo. Questa è una dinamica delicata, in quanto si rischierebbe di far diventare il Pulque amaro.
Una vez capados, pueden llegar a producir hasta 600 litros de aguamiel a lo largo de casi tres meses. En ese tiempo, un tlachiquero tiene que acudir mañana y tarde a recogerlo y raspar el cuenco que ocupaba el corazón, para así asegurar que emane el buscado líquido y se acumule para la siguiente visita. Es una dinámica delicada ya que si deja de ir al menos una vez, pone en riesgo de agriar el sabor del producto final: el pulque
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Mentre Don Felipe raschia, si arrampica, muove sassi e riempie i suoi contenitori, mi racconta come è cambiato il campo in quella zona negli ultimi sesanta anni. Oggi, questo paesaggio agreste ed eroso, si deve all' abbandono delle terre da coltivazione, o come lui commenta: "A dire la verità, siamo diventati pigri, la gente adesso preferisce andarsene in Città, a Mexico City, a vendere colazioni o per trovarsi un lavoro dove vengono pagati per stare seduti, la verità è che la gente di oggi vuole lavorare soltanto per i soldi e non per il bene della comunità. Nei campi, il lavoro è duro, si devono tenere curati, sia che piova o che faccia freddo, vento e caldo. E' molto faticoso".
Mientras Don Felipe raspa, trepa, retira piedras y llena sus garrafas, me va explicando cómo ha ido cambiando el campo del pueblo en los últimos sesenta años. Fue dando los pormenores de cómo este paisaje agreste y erosionado se debe al abandono de las tierras de cultivo, o como lo comenta él; "La verdad es que nos hemos vuelto flojos, la gente prefiere irse a la ciudad de méxico a vender desayunos o conseguir un empleo donde les paguen por estar sentados...la verdad es que la gente ya sólo quiere trabajar por dinero y no para la comunidad. En el campo el trabajo es duro, uno tiene que ir a cuidar su siembra aunque llueva, haga frío, viento o calor. Es mucho esfuerzo."
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IL VECCHIO E IL SUO ASINO
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Don Felipe è un 'tlachiquero' particolare, è molto riservato, vive da solo e raccoglie l' "acquamiele" con un suo metodo personale, non tradizionale, ma molto piú pratico. Non mi ha permesso di vedere come fa per salire sul suo asino, con cui si è messo a discutere durante tutto il tragitto al ritorno. Una volta arrivati a casa sua, ha tolto la sella e a quel punto l'asino si è buttato per terra, attirando la mia attenzione invogliandomi a scattare una fotografia, ma mentre lo facevo, Don Felipe è scoppiato in una risata fragorosa e subito dopo rivolgendosi all' asino ha detto: " Maledetto asino, anche tu sei riuscito ad avere un fotografia oggi".
Don Felipe es un tlachiquero particular, levanta el aguamiel con un pocillo, en lugar del acocote, un especie de calabazo usado a modo de contenedor y por el cual se le succiona por uno de sus extremos para absorber el líquido por el otro, lo dejó de utilizar ya que le causa mareos. Tampoco me permitió verlo subir a su burro, con quien se la pasó hablando durante el camino de regreso. Una vez en su casa y habiéndole retirado el avío, el burro se echó a revolcar al suelo, lo que llamó mi atención y me hizo querer capturar la imagen, en ese momento Don Felipe soltó la carcajada y le dijo; "¡Ah canijo burro, ya sacaste tu fotografía también!".
Lui era il vero amico di questo uomo solitario. Él era el amigo de este señor solitario.
Luis Chargoy
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