Giroinfoto magazine 08

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N.8 - 2016 GIUGNO

www.giroinfoto.com

Non facciamo

N.8 - 2016 | GIUGNO, Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it

Rumore

L'ERMELLINO

HUMAN RIGHTS?

di Giovanna Rossi

Giroinfoto Reportage

PARCO DELLO STELVIO

141 ARTISTI PER I DIRITTI UMANI

L'AURORA

FINLANDIA LAPPONE di Simone Renoldi


WEL

COME

08 www.giroinfoto.com


la redazione | Giroinfoto Magazine

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fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto©. La rivista che ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio. Attraverso gli articoli di GIROinFOTO©, si tracciano i confini della fotografia professionale, separandola da quella improvvisata, che negli ultimi tempi sta creando confusione sulla percezione della reale qualità della stessa. Fotografare, è un lavoro il cui valore risiede nelle studio del soggetto, nel corretto utilizzo della tecnica, nella determinazione e nella continua esperienza e capacità di critica. Vuole essere uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Una raccolta di molteplici idee, progetti di viaggio e workshop fotografici, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e socio-politiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Si dice che il "bravo fotografo" diventa parte integrante del mondo a cui appartiene il soggetto che sta riprendendo sapendo perfettamente come e dove muoversi: se fotografi una montagna, la sai scalare, se fotografi il mare, sai nuotarci e se fotografi le nuvole sai anche volare. Ecco perché la professione del fotografo non è cosa facile e noi di Giroinfoto vogliamo condividere con voi questa magnifica passione attraverso le nostre attività. Founder of Gienneci Studios Director of Giroinfoto

Giancarlo Nitti


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ANNO II n. 08

Giroinfoto ti risponde

REDATTORI E FOTOGRAFI Giancarlo Nitti

Uno spazio dedicato alle vostre curiosità e domande. Vuoi chiederci qualcosa? Scrivi a: redazione@giroinfoto.com

DIRETTORE RESPONSABILE Giancarlo Nitti

info@gienneci.it

Giovanna Rossi

Inserzionista Giroinfoto

Simone Renoldi

Inserzionista Giroinfoto

Giroinfoto ti pubblica

Lorenzo Bruscaggin Inserzionista Giroinfoto

Maurizio Costantino

Inserzionista Giroinfoto

Silvia Belotti

Inserzionista Giroinfoto

Diamo spazio a chi ama la fotografia e il viaggio, pubblicando articoli e foto dei nostri lettori. Inviaci il tuo materiale richiedendo di pubblicarlo. Scrivi a: redazione@giroinfoto.com

Giroinfoto ti accoglie LAYOUT E GRAFICHE Gienneci Studios PER LA PUBBLICITÀ: Gienneci Studios, Via G.Borgomaneri, 135 Milano - 20086 Motta Visconti. info@gienneci.it - redazione@giroinfoto.com DISTRIBUZIONE: Gratuita, su pubblicazione web on-line di Giroinfoto. com e link collegati. PRODUZIONE Gienneci Studios Editoriale by Gienneci Studios REDAZIONE email: redazione@giroinfoto.com Informazioni su Giroinfoto.com: hello@giroinfoto.com Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.

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data di uscita 12 Giugno 2016

fotografare

e v ia gg iare due passioni un’ unica esperienza


INSIDE

Giroinfoto Magazine

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34

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68 20 108


98

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Indice 08

UNIVERSAL STUDIOS La fabbrica del cinema Scout location

20

ALLA TANA DELL'ERMELLINO Parco dello Stelvio a cura di Giovanna Rossi

34

ARROMANCHES Sulle tracce del D-DAY Scout location

46

HUMAN RIGHTS? 141 artisti per i diritti umani Giroinfoto Reportage

60 68

NON FACCIAMO RUMORE Come evitarlo ed eliminarlo. Giroinfoto school

60 108 116

L'AURORA BOREALE Finlandia Lappone

A cura di Simone Renoldi

82

CRISTO PENSANTE Parco Naturale di Paneveggio A cura di Lorenzo Bruscaggin

98

TRINCEE DI DAVENINO Valle Camonica A cura di Silvia Belotti

120

GIOVANI DEI Bali A cura di Maurizio Costantino FOTOEMOZIONI Le foto dei lettori NOTO - Sicily di Adriana Zappulla RUN di Francesco De Marco WORLDPHOTO AWARD la foto del mese Una rotonda sul lago Erik Colombo


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VI PRESENTIAMO

I NOSTRI NUMERI E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: Maggio 2016

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Articoli totali sul magazine

Articoli pubblicati dagli utenti

Domande alla redazione

Foto singole pubblicate

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La fabbrica

del cinema


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CALIFORNIA

Los Angeles

E'

il più famoso studio cinematografico e parco tematico americano dove si creano tutt'oggi le fantastiche "pellicole" che ci emozionano al cinema. Situato nella San Fernando Valley, è distante solo mezz'ora da Los Angeles, in California. Negli studios è possibile girare su di un trenino attraverso i set dei film già prodotti dalla Universal Studios (Lo squalo, Psyco, King, Kong, Ritorno al Futuro); Con un pò di fortuna si può assistere da debita distanza alcuni set cinematografici dove si stanno effettuando riprese. Fuori dal tour degli Studios industriali, vi sono svariate attrazioni che riprendono i film più famosi della casa produttrice (Ritorno al Futuro, Jurassic Park, Shrek). Spettacoli musical e rappresentazioni di famosi film sono in continua evoluzione e ogni anno propongono novità.


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La reale motivazione, per gli appassionati di cinema, per entrare negli Studios Holliwoodiani è lo Studio Tour che prevede un itinerario tra i set cinematografici più famosi, e gli allestimenti di essi. Film che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia del cinema comeil Motel di Psyco, l'areoplano schiantato della Guerra dei Mondi, l'orologio di Hill Valley di Ritorno al Futuro e moltisso altro. E' molto importante presentarsi di mattina presto alla reception degli studios, in quanto, in tutti i giorni di apertura vi è un'enorme afflusso di turisti, che come prima cosa vorranno partecipare al tour. Consiglio spassionato per evitare ore di coda. Il giro dura circa un'ora, dopo avrete a disposizione tutto il parco delle attrazioni per far passare una magnifica giornata all'insegna del grande cinema.

+ INFO www.universalstudioshollywood.com


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Non evitate di partecipare alla magnifica esperienza della ricostruzione di scene del film Waterworld, un famosissimo film degli anni 90 con protagonista Kevin Costner Un favoloso staff di stunt-man si esibirĂ in evoluzioni da mozzafiato tra esplosioni e salti fuori dalla norma.


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ALLA TANA DELL'ERMELLINO A cura di Giovanna Rossi


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PARCO DELLO STELVIO VALLE CAMONICA

Giovanna Rossi Photography


Esiste

qualcosa di così effimero e fugace, così ricercato ma difficile da trovare e ottenere. E’ la pace interiore, e io la trovo solo quando sono immersa nella natura. Esiste tutto un mondo al di là del lavoro, degli studi, della vita famigliare, un mondo ricco di sogni, di avventura e serenità, un luogo che spesso è difficile da raggiungere, ma che con un po' di tenacia e passione si riesce a raggiungere. Si tratta di una via di fuga, dove ci si può nascondere e dimenticare tutto, rincorrere i propri sogni e farsi trasportare dalle emozioni. Non c’è emozione più grande, per me, di vivere in sintonia con la natura e i suoi piccoli abitanti e sognare, sognare e sognare..


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Dall’amore per la montagna e per gli animali è nata poi la passione per la fotografia, strumento ideale per “fissare le emozioni” per riviverle in futuro. Da cosa nasce cosa e le idee, i progetti e i sogni diventano sempre di più e piano piano si rincorrono tutti. Quello che vi racconterò oggi è un incontro davvero speciale, di quelli che ancora adesso scaldano il cuore. Vi riporto alla scorsa estate, quando sono riuscita ad incontrare un piccolo animale che da sempre ricercavo, ma che mai ero riuscita a vedere da così vicino:

L’ermellino

è un mustelide che vive dai 1800 m di quota, molto simile alla donnola, si distingue solamente dal ciuffo terminale della coda che nell’ermellino è nero. E’ lungo circa 20 cm ed è molto difficile da avvistare in montagna.


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Particolarità di questo animale è che nei mesi invernali cambia il pelo e diventa completamente bianco per riuscire a mimetizzarsi al meglio tra la neve.


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Trovare questo mustelide è stato particolarmente complicato ed ha richiesto mesi di ricerche estudi; non sono mancate certo uscite in campo effettuate a vuoto e rientri deludenti, ma con costanza e tenacia alla fine siamo riusciti a trovarlo. Ebbene si, ho scritto “siamo”, perché in questa avventura eravamo e siamo tutt’ora in due. D'altronde le avventure e i sogni sono migliori se condivisi con qualcuno di speciale. Ma ritorniamo a noi.. Una volta trovata la tana di questo animale è bastato (si fa per dire) appostarsi nelle vicinanze e attendere… attendere… e attendere. L’attesa non è stata di certo la parte migliore del progetto, ma una volta passate circa 20 ore (solo!?!?) il nostro piccolo amico ha deciso di venire allo scoperto. Con nostra piacevole sorpresa si è rivelato un tipetto piuttosto curioso, saltellando da un sasso all’altro cercava la sua preda ed una volta trovata, ritornava nella propria tana e ci rimaneva almeno per le successive 24 ore. S’è concesso appena per 20 minuti, un incontro breve ma intenso, molto. Se ripenso solo al tempo speso nelle ricerche, beh, ne è valsa assolutamente la pena.


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Non sono mancati gli incontri successivi, stesso posto, stessa ora. Il progetto comprendeva anche l’incontro nei mesi invernali, per fotografarlo con il manto candido, ma si sa, la natura è imprevedibile e, causa impegni universitari, maltempo e abitudini dell’ermellino, non siamo più riusciti ad incontrarlo. Il caso vuole però che in un’escursione in una valle adiacente a quella di incontro del mustelide, un altro piccolo ermellino ha deciso di mostrarsi in una decisamente troppo calda giornata di dicembre. Come si nota dalla foto infatti, l’ermellino, nonostante fosse già dicembre, non è circondato dalla neve, ma dall’erbetta seccata dal sole.


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Quello con l’ermellino è stato uno degli incontri più emozionanti e speciali della mia vita, è impossibile spiegare l’emozione e la gioia nel vederlo correre tra i sassi; a volte basta proprio poco per essere felici, come adesso, che mi è bastato raccontarvi questa mia avventura tra le mie montagne.

Giovanna Rossi


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ARROMANCHES SULLE TRACCE DEL D-DAY


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DOVE SBARCARONO

2.500.000 soldati 4.000.000 tonnellate di equipaggiamento e piĂš di 500.000 veicoli

Fotografie di Giancarlo Nitti


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In vista dell'invasione sulla costa della Normandia, il primo ministro britannico, Whiston Churchill , ordinò di costruire sul Tamigi due porti prefabbricati che vennero poi assemblati nella baia di Arromanches: 146 piattaforme in cemento affondate nel mare su cui furono ancorati ponti galleggianti per il transito logistico del D-DAY. ------------------------------------------


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ARROMANCHES SULLE TRACCE DEL D-DAY

Senza Arromanches, l'imponente sbarco non avrebbe avuto successo per mancanza di approvvigionamenti. Ma l'idea di W. Churchill e Mountbatten fu davvero geniale:

Non possiamo conquistare i porti, allora ce ne porteremo noi uno. E' così che nel 1943, in assoluta segretezza, fu costruito in Inghilterra il “Mulberry”, un immenso porto galleggiante prefabbricato.146 cassoni in cemento armato denominati "Phoenix" ognuno pesante 7.000 tonnellate, fecero da piattaforma per ponti lunghi più di 8 km che collegarono le navi alla terra ferma.


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Il 9 giugno 1944, dopo soli tre giorni dal D-DAY, arrivarono alla baia di Arromanches, tutti i componenti del porto trasportati da piĂš di 200 rimorchiatori. Per una settimana vennero scaricate tonnellate di merci al giorno, soldati per i rinforzi e mezzi di trasporto. In 100 giorni, il porto di Arromanches, soprannominato Port Windston, divenne la base logistica piĂš importante della II guerra mondiale.


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Oggi, in questa baia della costa francese, poco lontano dalla riva sono ancora visibili moltissimi cassoni che componevano il porto artificiale e quando la marea lo consente, è possibile passeggiare sulla secca fino raggiungere alcuni resti del ponte. In Normandia i musei dello sbarco sono tantissimi e quello di Arromanches è uno dei più importanti:

Musée du débarquement

Il museo comprende un'area esterna esposta al pubblico dove si possono trovare cimeli e ricostruzioni dei mezzi dello sbarco, mentre all'interno vi è un'importante allestimento con interessanti contenuti storico-narrativi.


+ INFO www.musee-arromanches.fr

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141 artisti da 34 Nazioni raccontano il valore della DiversitA' Giroinfoto Reportage a cura di Giancarlo Nitti

Il 21 maggio, come ogni anno, si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo. HUMAN RIGHTS?, la mostra artistica organizzata da SPAZIOTEMPOARTE (www.spaziotempoarte.it), quest'anno con l'edizione DIVERSITY, parla di diversità in tutti i sensi. E' il 21 maggio 2016, ore 17:00, nella meravigliosa location di Rovereto (TN) sul Colle Miravalle presso la "Fondazione Opera Campana dei Caduti", si aprono le porte della mostra per l'inaugurazione dell'ottava edizione di "HumanRights?" Più di 1.000 artisti hanno partecipato alle selezioni, di questi, 141 da 34 nazioni diverse, si esprimono esponendo le loro interpretazioni del concetto di diversità con: fotografie, dipinti, sculture, video e installazioni, tutto rigorosamente aderente all'arte contemporanea. Giroinfoto, ha voluto presenziare e supportare l' evento riportando alcuni attimi dell'inaugurazione in questo articolo e ascoltando le impressioni del curatore della mostra, Roberto Ronca.


ROBERTORONCA CURATORE DI HUMANRIGHTS?

L'intervista Al termine dell'inaugurazione, ci fermiamo con il curatore della mostra che ci racconta la sua esperienza legata a "Humanrights?"

L'AMORE PER L'ARTE CONTEMPORANEA

Fin da piccolo, seguendo le orme di mio padre, ho da sempre frequentato persone e luoghi strettamente legati all'arte, essendo lui artista, curatore e insegnante di storia dell'arte. Ho seguito con passione il suo lavoro, ciò mi ha permesso di conoscere il "dietro le quinte" di questo meraviglioso mondo in Italia e spesso anche all'estero. Dopo un lungo periodo di studi, diventai anch'io curatore dall'anno 2000, con l'apertura del centro espositivo di Teano (CE), il mio paese natale. Negli anni successivi, progredivo nella crescita professionale curando eventi in Italia e all'estero, ďŹ no a decidere di trasferirmi a Verona, lavorando allo "Spazio Eventi Mondadori" e nella vicina Mostra di Venezia.


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NEL 2009 "NASCE HUMANRIGHTS?" Nel 2009, io e mia moglie Debora, fondiamo "SPAZIOTEMPOARTE" e con essa una serie di progetti internazionali tra cui Humanrigts?, con la sua prima edizione ospitata dal SetiďŹ cio del Complesso Monumentale Belvedere di San Leucio di Caserta. L'evento ebbe tale gran risposta, sia da parte degli artisti, che dal pubblico internazionale, che, nel 2010, voluto dal reggente della Fondazione Campana dei Caduti, Prof. Alberto Robol, le edizioni della mostra, caratterizzate da argomenti legati ai diritti umani, si svolsero esclusivamente nella location che oggi ancora ospita l'evento.


I CRITERI ORGANIZZATIVI DI HUMANRIGHTS?"

alla visibilità di artisti meritevoli, ma economicamente deboli.

Ogni anno discutiamo un argomento tematico che intitolerà l'edizione della mostra internazionale. Tale argomentazione è decisa in relazione al numero delle opere previste e al coinvolgimento delle probabili nazionalità degli artisti. Dalle molteplici adesioni, la scelta personale, cade sulle opere che trasmettono le peculiarità della cultura e dell'etnia a cui appartiene il creatore , in questo modo all'interno della mostra è possibile ritrovare la multiculturialità del globo, nessuno escluso.

Negli anni, ho raccolto numerose lamentele da parte di creativi che per le proprie esposizioni in altre gallerie e mostre hanno dovuto pagare anche importanti cifre, senza capire che alimentando tale business viene meno l'annientamento di tale abitudine.

La mostra ospita gratuitamente le esposizioni delle opere, per sottolineare il diritto di ognuno a poter esercitare l'arte ed esprimere la propria creatività. Una politica da noi adottata in opposizione all'usanza molto diffusa di esporre a pagamento le opere, ponendo un'ostacolo

Twelve brothers di Tadas Vosylius Lituania

Installazione iterattiva di arte contemporanea. Nell'avvicinarsi ad ognuno dei corpi all'interno dei sacchi, il corpo si alza ed esplode in una risata. Le risate sono diverse per ognuno dei corpi.

Humanrights?, attinge i fondi solo ed esclusivamente attraverso il supporto di sponsor, donazioni e sovvenzioni istituzionali, non gravando sulle tasche degli artisti.

ALTERITA' di Sylvia Petsoura Grecia


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di Giancarlo Beltrame

VERSO LA LIBERTA' di Antonio Fumagalli

DIVERSITY 2016 EDITION Questa edizione è stata la più difficile, ma anche la più emozionante. Più di 1.000 artisti, hanno partecipato alla selezione, rendendomi il lavoro molto impegnativo, tanti artisti meritevoli non sono stati scelti per mantenere l'equilibrio delle provenienze delle opere. Mi ha molto colpito, il numero di nazioni presenti e l'entusiasmo con cui i creativi hanno partecipato dando grande importanza all'evento.


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ZimnĂ­ zahrada di Petr Vlach Rep. Ceca

People

di Sigurborg Stefansdottir Islanda

All is connected di Maria Oikonomou Grecia


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Find a dierence di Moreno Marzaroli Italia

QUALCHE OPERA A CASO

Trova le dierenze di Nicoletta Bertacchi Italia


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FONDAZIONE

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OPERA CAMPANA DEI CADUTI COLLE MIRAVALLE - ROVERETO (TN)

La location La città di Rovereto ospita sul Colle Miravalle la Campana dei Caduti, Maria Dolens, intuita e voluta dal sacerdote roveretano don Antonio Rossaro all’indomani della Grande Guerra come simbolo imperituro di condanna del conflitto, di pacificazione delle coscienze, di fratellanza fra gli uomini, di solidarietà fra i popoli. Realizzata col bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti al primo conflitto mondiale, suonò il primo rintocco il giorno 4 ottobre 1925, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. In tutti questi anni ha fatto sentire alta la sua voce suonando ogni sera i cento rintocchi di ammonimento alla vita e alla pace. Uomini di Stato, Presidenti ed Ambasciatori unitamente a cittadini di ogni Nazione, le hanno reso omaggio e continuano a sentirla come voce della propria coscienza. Ben ottantaquattro Nazioni hanno esposto il loro vessillo intorno a Maria Dolens, nome di battesimo della Campana stessa, lungo il Viale delle Bandiere e sulla Piazza delle Genti, a testimoniare, anche visibilmente, la fedeltà ad un messaggio, ad una sorta di “Patto della Pace”.

FIDATI Versi poetici sussurrati

Il 18 gennaio 1968, con decreto del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, nasce quale ente morale la Fondazione Opera Campana dei Caduti. Nelle finalità della Fondazione particolare attenzione è rivolta all’educazione delle nuove generazioni, alla cultura della pace, della non-violenza e dei diritti umani.


+ INFO www.spaziotempoarte.com

www.aiapi.it


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NON FACCIAMO


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Premettendo, che già in fase di scatto, dobbiamo ottenerne il meno possibile utilizzando il fattore ISO più basso possibile, spesso ci imbatteremo in circostanze in cui sarà inevitabile. Nonostante le sempre più evolute fotocamere, migliorate nella resa alle alte sensibilità, continueranno quindi ad esserci situazioni in cui sarà necessaria la riduzione del rumore in fase di sviluppo e postproduzione. I Software di editing come Photoshop e Camera RAW, attualmente offrono alcuni tra i migliori strumenti di riduzione del rumore e con il loro corretto utilizzo si può rimediare notevolmente a questo problema qualitativo dell'immagine.


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Cos'è

il rumore fotografico Per alcuni dà un tocco di classe alle foto in bianco e nero, per altri è un grosso problema che penalizza lo scatto. Il rumore è da sempre una componente della fotografia, che sulla vecchia e cara pellicola, si chiamava "grana" ed era dovuto alla texture dell’emulsione. Nel digitale il risultato è lo stesso, ma è dato dalla sensibilità del sensore. In ogni fotocamera digitale il sensore presenta un "disturbo" naturale, detto rumore di fondo, ed è il rapporto tra la luce e il rumore stesso. Meno luce colpisce il sensore più evidente sarà il rumore. Quando alziamo gli ISO aumentiamo il guadagno del sensore rispetto alla luce, chiedendogli di essere più sensibile ad essa, ma il prezzo da pagare lo conosciamo. In fotografia sono presenti due tipologie di rumore: Il rumore cromatico, che si presenta come alcune chiazze sparse di colori che vanno dal magenta al verde. E quello di luminanza, più difficile da eliminare che penalizza notevolmente la nitidezza della fotografia. In questo articolo vedremo come controllare il rumore in fase di scatto e intervenendo in fase di sviluppo del file e in post-produzione.

Rumore di luminanza

Rumore cromatico


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Controlliamo il rumore Lo scatto

Ora che abbiamo compreso cos’è il rumore e da cosa è causato, dobbiamo capire come ridurlo nella fase nascente dellimmagine e cioè, lo scatto. Ecco alcuni accorgimenti, non sempre possibili, per ridurlo al minimo.

Utilizzare valori bassi dell' ISO

Usare tempi di esposizione veloci Esporre correttamente la scena Scegliete il valore ISO più basso possibile, se state utilizzando tempi lunghi su soggetti immobili munitevi di cavalletto ed esponete ai minimi della sensibilità. Se i soggetti sono in movimento, dovrete ottenere il giusto compromesso con i tempi di esposizione. Preferite i tempi veloci, ricordate che il rumore è dato anche dal riscaldamento del sensore in fase di acquisizione. Se avete a disposizione una buona luce non esitate a ridurre i tempi, in questo modo ci saranno meno possibilità che il rumore si faccia vedere. Esponete tenendo in considerazione il rapporto della quantità di luce che colpisce il sensore. Soprattutto in digitale, più luce significa meno rumore e una foto sottoesposta sarà più rumorosa di una foto esposta correttamente.


Camera Raw

RIDUZIONE DEL RUMORE IN CAMERA RAW La riduzione del disturbo, ha già inizio nello sviluppo del file in Camera Raw di Photoshop ed è quell'operazione che permette di ottenere risultati migliori con le immagini scattate a ISO alti. Apriamo quindi Il file RAW con camera Raw, nel caso riportato in esempio, l'immagine è stata scattata a ISO 1250 perchè la zona era parecchio in ombra se pur la giornata offriva un'ottima luce ed essendo ripresa a mano libera, l'esposizione necessitava di tempi abbastanza veloci per evitare il mosso.


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Come prima cosa correggiamo i parametri della lente utilizzata con il pulsante “Correzioni lente” e spuntiamo “Attiva correzioni profilo lente”, il formato Raw riconosce, se compatibile, il tipo di macchina utilizzata e l'obbiettivo utilizzato. Diversamente dovremo procedere manualmente. Aggiustiamo i parametri di esposizione nel pannello principale e prepariamoci a risolvere il problema del rumore.

Sulle immagini Raw, questo tipo di operazioni hanno estrema efficacia, vi è comunque la possibilità di trattare nello stesso modo un semplice file jpg o tiff aprendolo direttamente da Photoshop. Nelle foto scattate con un valore ISO elevato, in particolari condizioni di luce, ci si può aspettare rumore di tipo cromatico (macchie magenta, verdi e blu) e della luminanza (aree grigie con granulosità elevata). Quindi accediamo al pannello “Dettagli” e iniziamo con la prima riduzione del disturbo interagendo con gli strumenti "Nitidezza" e "Riduzione disturbo". La prima operazione sarà eliminare il disturbo colore, spostando il cursore “colore” su “0”, per poi risposarlo lentamente a destra finché il disturbo cromatico svanisce, potrebbe capitare la perdita dei dettagli, in questo caso sarà necessario intervenire per recuperarli agendo sul cursore “Dettagli colore” spostandolo a destra e bilanciando con lo strumento "nitidezza". Soltanto con questo passaggio abbiamo eliminato il disturbo cromatico.


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Occupiamoci ora del “Disturbo luminanza”, spostando il cursore “Luminanza” a destra finché il disturbo svanisce. Come nel colore, spostarlo eccessivamente a destra comporterà una perdita di dettagli, ma potranno essere recuperati con i cursori “Dettagli luminanza” e “Contrasto luminanza”. Aggiustate sempre il tutto con lo strumento “Fattore nitidezza” per mantenere i dettagli che ci interessano. Ora che il disturbo è quasi totalmente eliminato, analizziamo tutte le parti del fotogramma per assicurarci se sono ancora presenti imperfezioni di esposizione e contrasti. Perfezioniamo l'esposizione e la saturazione dei colori. L’immagine ora è può essere trasferita su Photoshop per ultimare il processo di lavoro.

Cliccando su “Apri immagine” trasferiamo quindi la foto su Photoshop. Capita, come in questo caso, che nelle parti sfuocate o scure del soggetto il rumore è ancora percettibile e ne possiamo ancora togliere. Duplichiamo quindi il livello, e apriamo il pannello “Riduci disturbo” applicando una riduzione del rumore molto forte,se si ritiene che la riduzione del rumore non sia ancora sufficiente, questo filtro possiamo applicarlo più volte ripetendo l’operazione. Se, in alcune zone si sono persi alcuni dettagli, dove soprattutto non vi era rumore, possiamo utilizzare lo srumento maschera.


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boreale

L'Aurora

FINLANDIA LAPPONE A cura di Simone Renoldi


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L’ estremo Nord dell’Europa, 100 km oltre il circolo polare artico, è una terra che in inverno è completamente ricoperta dalla neve e per un mese intero non vede mai la luce. La notte artica: kaamos, dura infatti all’incirca da metà dicembre a metà gennaio. Nei mesi precedenti e successivi il sole non si alza mai troppo oltre l’orizzonte e l’illuminazione è quella che troviamo alle nostre latitudini al tramonto o all’alba. Quella luce, insomma, che piace ai fotografi e che, cosa davvero interessante, è presente per buona parte della giornata.

Simone Renoldi Photo - Finlandia


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Le terre, sono ricoperte da abeti

stracolmi di neve e i numerosissimi laghi sono ghiacciati. In questo scenario è più facile imbattersi in una renna che in un essere umano. Gli abitanti della zona discendono in buona parte dalla popolazione Sami, gli “indigeni”, per cosi dire, del luogo. Si tratta di ex allevatori di renne, un tempo nomadi e dediti alla caccia, suddivisi in varie etnie: svedese, russa, finlandese e norvegese. Tuttora parlano lingue molto diverse le une dalle altre. La loro cultura è ancora viva e loro stessi sono parecchio orgogliosi delle loro tradizioni. Ad Inari hanno fondato un Parlamento ed alcuni rappresentanti sono presenti all’ eurogruppo di Bruxelles.


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L'Aurora

FINLANDIA LAPPONE

Simone Renoldi Photo - Finlandia


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Oggi giorno è possibile entrare in diretto contatto con questa realtà andando a visitare le case dei proprietari di renne. Non si usa il termine allevatori, perchÊ di fatto questi animali vivono liberi nelle foreste ed ogni esemplare è marchiato per sapere a chi appartiene. Per un fotografo i periodi migliori per recarsi da queste parti sono sostanzialmente settembre e febbraio.


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A settembre siamo in pieno autunno ed i colori della vegetazione sono qualcosa di incredibile. I laghi non sono ancora ghiacciati e si può giocare con i riflessi. A febbraio la situazione è completamente differente, il giorno è sufficientemente lungo ma il sole non si alza mai troppo sopra l’orizzonte, la temperatura si aggira intorno ai R20°C ed il paesaggio è completamente bianco.


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È possibile avventurarsi nelle foreste con slitte trainati dai cani, oppure esplorare

le zone circostanti a bordo si una motoslitta, così come riconciliarsi completamente con la natura effettuando escursioni con ciaspole o sci di fondo. Per chi ama la pesca c’è la possibilità di provare a fare dei buchi nel ghiaccio per vedere cosa abbocca. Ma lo spettacolo migliore si ha dopo il tramonto, quando le luci si abbassano ed è probabile assistere alla danza dell’aurora boreale: uno degli eventi naturali più emozionanti che la natura possa offrirci.


boreale

L'Aurora

FINLANDIA LAPPONE


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Quando arriva bisogna essere preparati perché anche dopo parecchi anni

non ci si abitua mai. Treppiede, messa a fuoco, tempi, ISO, diaframma e bilanciamento del bianco: tutto deve essere già pronto perché è impossibile predire quanto durerà e quanto velocemente potrà evolvere. Per approfondire l’argomento ho recentemente scritto un libro “I 10 passi per imparare a conoscere e fotografare l’aurora boreale” nel quale un primo capitolo è dedicato a spiegare questo interessante fenomeno da un punto di vista scientifico, in modo tale che si sappia quello che si andrà a fotografare così da riuscire a coglierne la vera essenza. Spiego poi i periodi ed i luoghi migliori e quindi come riuscire ad immortalarla con la propria macchina fotografica. Si tratta di una guida pratica per capire dove, quando, come e perché si manifesta l’aurora e per impostare correttamente, sfruttandola al massimo, l’attrezzatura che si possiede. Completano l’opera consigli sull’ abbigliamento, brevi cenni sulla post produzione, la presenza dei dati EXIF delle foto presenti e alcune illustrazioni per esemplificare i concetti più difficili.


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Simone Renoldi Photo - Finlandia


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CRISTO PENSANTE

Parco Naturale di Paneveggio A cura di Lorenzo Bruscaggin


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Quando ho iniziato ad organizzare il tema di questo nuovo articolo ho pensato che mi sarebbe piaciuto parlare di qualcosa che potesse dare spunto ai lettori per organizzare qualcosa di diverso. Visto l’approssimarsi della bella stagione voglio quindi parlarvi del bellissimo Trekking del Cristo Pensante, escursione di una bellezza sconvolgente con vista sulle Pale di San Martino e su buona parte del Parco Naturale Paneveggio di cui fa parte integrante.


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Partiti da casa ci dirigiamo quindi verso Passo Rolle per poter parcheggiare l’auto, per chi proviene dalla Val di Fiemme oltrepassare il passo e poi alla prima curva a destra si trova il comodo parcheggio, per chi invece arriva da San Martino di Castrozza lo stesso si troverĂ appena prima del passo sulla sinistra. Il sentiero inizia subito in salita, niente di particolarmente impegnativo e ci porta dopo circa 500 metri ad un falsopiano in cui troviamo il primo bivio al quale dovremo svoltare a destra. GiĂ da questo punto è visibile un bellissimo panorama sul parco in direzione della Val di Fiemme da ammirare mentre continuiamo a salire dolcemente e senza particolare sforzo.


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Dopo circa 15 minuti dal bivio prima menzionato iniziamo a scorgere il primo dei due rifugi che avremo modo di incontrare nel nostro peregrinare, il Capanna Cervino, dietro al quale scorgeremo le magniďŹ che Pale di San Martino. Arrivati al rifugio possiamo decidere di fare una piccola sosta oppure proseguire il nostro viaggio e magari fermarci al ritorno per una bella fetta di Strudel gustato sulla terrazza con vista panoramica.


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Continuando a salire abbiamo due possibilità, la prima, quella che descriverò è secondo me la più interessante, e la seconda che invece ci porta a seguire il sentiero direttamente fino alla Baita Segantini che comunque incontreremo anche nel giro da me proposto.


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Dopo il rifugio Capanna Cervino quindi incontriamo due tornanti e poi stando attenti alla nostra sinistra scorgiamo una variante del sentiero che stiamo percorrendo, la imbocchiamo e nel giro di 5 minuti ci troviamo di fronte al monte Castellazzo, in questo punto incontriamo un bivio, noi andiamo dritto, se svoltassimo a sinistra saliremmo direttamente sul monte verso il Cristo Pensante.


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Proseguendo, il sentiero torna a spianare in un bellissimo contesto naturalistico e dopo 10 minuti troviamo l’ultimo bivio, ora svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per il trekking del Cristo Pensante. E qui ragazzi aprite bene gli occhi perchĂŠ vi si aprirĂ davanti a voi una spettacolare vista sulla sottostante Val Venegia, valle incontaminata dalla bellezza mozzaďŹ ato.


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Il sentiero prosegue in falsopiano e ad un certo punto inizia l’unica salita abbastanza impegnativa dell’escursione, la traccia diventa stretta e ripida ma mai pericolosa. Durante la salita possiamo ammirare postazioni belliche con tanto di tabelle esplicative, ad ogni curva il panorama cambia, i Corvi Reali ci scrutano volteggiando sulle nostre teste, mentre l’ossigeno ci entra nei polmoni e gli occhi non sanno più in che direzione guardare. Ad un certo punto ecco all’improvviso che scorgiamo la nostra meta, il Cristo Pensante, in un paio di minuti lo raggiungiamo e voltandoci a 360° ci rendiamo conto che stiamo dominando tutto il paesaggio circostante, solo le Pale di San Martino sono più alte ed imponenti di noi.


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Essendo saliti in cima il 1° Gennaio 2016,

complice il fatto che ancora non era nevicato, troviamo poca gente, facciamo conoscenza con questi altri avventori e scopriamo che festeggiare il nuovo anno in questo posto è veramente spettacolare. La statua del Cristo è qualcosa di indescrivibile, la targa che vedete in una delle foto invece ti fa capire cosa sia importante veramente nella vita. Dopo la dovuta pausa iniziamo la discesa percorrendo lo stesso sentiero da cui eravamo arrivati. A questo punto penserete che sia finita………….ed invece no !!!!! Arrivati al primo bivio invece di svoltare a destra e tornare da dove eravamo venuti, prenderemo a sinistra e così allungheremo il giro in maniera circolare lungo una bellissima traccia con vista ancora sulla Val Venegia. Trovandoci sempre più vicini alle maestose Pale di San Martino ci sembrerà quasi di poterle toccare, quando improvvisamente vedremo il mitico rifugio Baita Segantini con il suo magnifico laghetto. Se vi fermerete vi consiglio le torte, veramente eccezionali. La vista è impareggiabile e una sosta sulle rive del laghetto vale davvero la pena di farla, in Gennaio era ghiacciato. Alla nostra ripartenza continueremo a seguire il sentiero in direzione del rifugio Capanna Cervino di cui abbiamo già parlato prima. Durante il nostro cammino con un po di fortuna potremo incontrare vari tipi di animali, Cervo Europeo, Gallo Cedrone, Acquila Reale, Corvo Reale, Marmotte, oltre a come già detto un paesaggio mozzafiato ad ogni passo che poseremo su questo magnifico terreno. Non vi ho voluto parlare di altimetrie, quote, dislivelli, quelli li trovate ovunque su internet. Vi ho voluto parlare di emozioni, natura incontaminata, paesaggi mozzafiato, animali veramente liberi, in un viaggio che prima che verso un luogo, è verso la vostra anima. Il Trekking del Cristo Pensante è prima di tutto un’esperienza, iniziatela, camminate senza fretta, guardatevi attorno, respirate il profumo della natura, lasciatevi coinvolgere dalla libertà e tranquillità assoluta di questi posti e scoprirete che arrivati in cima, quando pensavate di avere terminato il vostro viaggio, in realtà lo avrete solo iniziato.

Lorenzo Bruscaggin


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LE TRINCEE DI

DAVENINO V A L L E

C A M O N I C A


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A cura di

SILVIA

BELOTTI


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La fotografia alle prime armi

Quando si è fotografi alle prime armi, tutto sembra facile e realizzabile, seguiamo corsi di preparazione, in cui veniamo inondati di molti concetti, diaframma, iso, bilanciamento, composizione, gestione del rumore. Tante cose da imparare e che memorizziamo. Alla fine del corso, chi non si sente pronto a mostrare quanto è bravo e all'altezza dei professionisti? Ci guardiamo intorno e ci troviamo con proposte di workshop favolosi intorno al mondo, ma al momento di darsi da fare, la pratica smonta molti sogni. Perché le mille parole e i mille insegnamenti che abbiamo registrato sono poi all'atto di eseguirli un lavoro assolutamente non facile. Io, per la mia pratica, invece di cercare tra i tanti rinomati workshop, ho deciso di giocare in casa, avendo a disposizione una Valle ricca di paesaggi mozzafiato e siti storici. Location sconosciute a molti, e che permettono di essere visitati e scoperti in tutta tranquillità, permettendo allo stesso modo di avere tutto il tempo necessario per sperimentare, sbagliare e imparare a scoprire il gioco delle luci e delle ombre.


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Uno dei luoghi che più mi sta a cuore in questa crescita fotografica personale sono le Trincee di Davenino, Val Camonica (Brescia), la terza delle linee arretrate del fronte e parte dello sbarramento del Mortirolo. Il complesso fortificato sbarrava la valle nel suo punto più stretto, la piana attorno al fiume Oglio e sui due costoni laterali, fino al monte Piazza da un lato , al Pianaccio e al Monte Pagano dall’altro lato. Per raggiungere il luogo la strada non è difficile e la passeggiata a piedi tra i boschi è facile e alla portata di tutti. All’altezza del km 125 della statale 42 della Val Camonica s’imbocca il bivio segnalato per le case di Davenino e si segue, la stretta stradina asfaltata che sale tra la fitta vegetazione alla frazione (1018 m). Dopo la fontana si segue una strada agricola che supera un piccolo rio e, dopo una deviazione sulla sinistra, raggiunge le opere murarie della trincea.


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Dove l'attività agricola non si è riappropriata dei terreni, cancellando le tracce della guerra, le trincee sono tutt'ora ben evidenti e percorribili. Larghe un metro e profonde due, parzialmente costruite fuori dalla terra, erano formate da due muri paralleli realizzati in pietra legata e coperte da una soletta di calcestruzzo armato gettata in opera. Oggi gran parte delle trincee sono a cielo aperto a causa dell'asportazione delle coperture, operata dai "recuperanti", che le hanno riutilizzate in altri fabbricati. Successivamente al conflitto, infatti, furono in molti coloro che, nelle aree devastate dal passaggio della guerra, si dedicarono al recupero dei materiali abbandonati sul territorio dagli eventi bellici. Il parapetto rivolto al nemico è forato da numerose feritoie di tiro, disposte con regolarità. Ulteriore e fondamentale elemento difensivo è dato dalle postazioni blindate per mitragliatrice disposte ai fianchi e davanti alle trincee con il tiro orientato sulla piana antistante e sulla strada camionabile. Davanti al complesso era in origine steso un ampio reticolato di filo spinato sostenuto da paline a T erette grazie a piccoli plinti di calcestruzzo. Dell'intera opera non restano che alcuni di questi plinti, riusati dopo la guerra come materiale da costruzione per i muri di sostegno dei terrazzamenti rurali. Un semplice viaggio alla ricerca di grandi emozioni, perché il bello è nascosto dietro tutti gli angoli del mondo, dove pochi cercano. Buona scoperta e per chi come me è alle prime armi, buona crescita, non arrendetevi mai alla prima!



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Silvia Belotti


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BALI GIOVANI

DEI

a cura di Maurizio Jaya Costantino



YOUNG GODS I giovani dei di Bali Una volta all'anno, ma attenzione: secondo il calendario Balinese, i Giovani diBali si incontrano per una gioiosa rappresentazione di body-painting e camminano attraverso decine di villaggi che li aspettano. Sfilano, cantano, gridano e suonano rivolgendosi all'intero universo: "Questa

è la nostra terra, spiriti del male andate via di qui! " Attraversando risaie, boschi e fiumi, per ore e molte miglia fermandosi ogni volta in un tempio per pregare. Si potrebbe dire: "folklore" - "primitivismo", ma bisogna sapere che a Bali, secondo il suo calendario, il primo giorno dell'anno tre regole sono rigorosamente rispettate: Nessun fuoco Non camminare Niente lavoro piÚ uno:

Silenzio.


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Per 24 ore, le strade sono deserte, tutte le famiglie rimangono in casa. C'è una spiegazione: questo è il giorno in cui gli spiriti maligni arrivano in volo sopra l'isola, la vedono deserta e vanno dove gli esseri umani, presi dal loro attivismo, non si rendono conto di ciò che sta accadendo, lasciando entrare gli spiriti maligni nei loro villaggi, nelle loro case, nei loro cuori. Un esempio di un potente spirito maligno è L'Avidità!!! Immaginate una cosa simile nel proprio paese: la potenza di 24 ore di silenzio, 24 ore con senza televisione, niente internet, niente auto, niente lavoro. in ogni villaggio, per alcune urgenze si è autorizzati a muoversi, ovviamente, ma le guardie del villaggio prestano molta attenzione ai movimenti Guardate le loro facce, che esprimono la consapevolezza e la responsabilità personale e collettiva. Essere liberi!

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YOUNG GODS


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I Balinesi tengono all' equilibrio tra ricevere e donare nell'ambiente in cui vivono e tra gli uomini , questa è la chiave della spiritualità balinese nella vita di tutti i giorni.

"Grazie" in Indonesiano è "Terima Kasih" - dicono in dizionari. Ma la vera traduzione è: "Per dare, ricevi!" È per questo che sorridono e ti guardano negli occhi ogni volta che ti incontrano. Questo per ricordare una consuetudine balinese molto interessante: Ogni nuovo nato non tocca terra fino al sesto mese di vita, poiché ogni nuovo nato è divino e sacro, tutti devono ricordare questo e perciò tutti i membri della famiglia hanno il compito di portare i loro bambini, sempre lontani dal suolo fino alla grande festa al sesto mese. Tutti gli abitanti del villaggio sono invitati alla festa, nella quale il bambino passa sulle ginocchia di ogni invitato e infine, il sacerdote indù lo pone seduto a terra:

Ora il bambino è un essere umano, uno di noi! Maurizio Jaya Costantino


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LE VOSTRE NOTO - Sicily Noi siciliani abbiamo pensato per troppo tempo alla Sicilia solo come a un punto di partenza. E invece dobbiamo riappropriarci della nostra terra. La Sicilia reca in sĂŠ una magia particolare difďŹ cile da esprimere. Autore: Adriana Zappulla Noto - Italia

ONI I Z O M E FOTO


Rubrica dedicata agli inserzionisti di Giroinfoto. Invia una tua foto, descrivila, firmala e la pubblicheremo. scrivi a : redazione@giroinfoto.com


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LE VOSTRE

ONI I Z O M E FOTO

RUN Nella fotografia naturalistica siamo abituati a vedere la fauna immortalata come se fossero soggetti di una pubblicità di moda. Statici e congelati dalle macchine fotografiche. Mentre mi trovavo in Toscana per una passeggiata con lo scopo di fotografare un esemplare di Volpe questo pensiero mi è più volte tornato in mente.. Quindi ho deciso di realizzare questa fotografia in maniera differente, seguendo la Volpe che correva per nascondersi. Al fine di trasmettere la vera essenza di questo mammifero, la sua natura selvatica. Autore: Francesco De Marco Toscana - Italia


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AWARD

QUESTA FOTO E' STATA SELEZIONATA DAL GRUPPO "PHOTOWORLD" FACEBOOK SOCIAL GROUP

CONGRATULAZIONI

Erik Colombo La tua fotografia si aggiudica il

Giroinfoto© PUBLICATION AWARD del mese di

MAGGIO 2016 secondo i criteri di

RAPPRESENTAZIONE DELLA LOCATION ESECUZIONE DI IMMAGINE

LO STAFF Simona Buccolieri

Luca Concas

Alberto Dal Broi

Giancarlo Nitti


Titolo Una rotonda sul lago Autore Erik Colombo Location Cerro di Laveno Varese - Italy


Conoscere il mondo attraverso

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