Giroinfoto magazine 11

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N.11 -

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2016 SETTEMBRE

Messa a fuoco

N.11- 2016 | SETTEMBRE, Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it

GIOCARE CON IL FUOCO

Photo cover by Stefano Bonalumi

VAL D'ORCIA

SIRIA

Di Stefano Bonalumi

Di Paolo Buccheri

ESTATE TOSCANA

RICORDI DI UN VIAGGIO

BEALE STREET MEMPHIS Scout Location


WEL

COME 11

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la redazione | Giroinfoto Magazine

Giroinfoto Magazine 01

fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto©. La rivista che ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio. Attraverso gli articoli di GIROINFOTO©, si tracciano i confini della fotografia professionale, separandola da quella improvvisata, che negli ultimi tempi sta creando confusione sulla percezione della reale qualità della stessa. Fotografare, è un lavoro il cui valore risiede nelle studio del soggetto, nel corretto utilizzo della tecnica, nella determinazione e nella continua esperienza e capacità di critica. Vuole essere uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Una raccolta di molteplici idee, progetti di viaggio e workshop fotografici, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e socio-politiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Si dice che il "bravo fotografo" diventa parte integrante del mondo a cui appartiene il soggetto che sta riprendendo sapendo perfettamente come e dove muoversi: se fotografi una montagna, la sai scalare, se fotografi il mare, sai nuotarci e se fotografi le nuvole sai anche volare. Ecco perché la professione del fotografo non è cosa facile e noi di Giroinfoto vogliamo condividere con voi questa magnifica passione attraverso le nostre attività. Founder of Gienneci Studios Director of Giroinfoto

Giancarlo Nitti

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Giroinfoto Magazine 03

ANNO II n. 11 DIRETTORE RESPONSABILE CAPOREDATTORE

Giancarlo Nitti

CAPOSERVIZIO

Francesco De Marco REDATTORI E FOTOGRAFI

Giancarlo Nitti Redazione Paolo Buccheri Inserzionista Giroinfoto Roberto Giancaterina Collaboratore Giroinfoto Lorenzo Bruscaggin Inserzionista Giroinfoto Stefano Bonalumi (PHOTO COVER) Inserzionisti Giroinfoto

LAYOUT E GRAFICHE Gienneci Studios PER LA PUBBLICITÀ: Gienneci Studios, Via G.Borgomaneri, 135 Milano - 20086 Motta Visconti. info@gienneci.it - redazione@giroinfoto.com DISTRIBUZIONE: Gratuita, su pubblicazione web on-line di Giroinfoto.com e link collegati. REDAZIONE email: redazione@giroinfoto.com Informazioni su Giroinfoto.com: hello@giroinfoto.com

Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.

Giroinfoto ti risponde Uno spazio dedicato alle vostre curiosità e domande. Vuoi chiederci qualcosa? Scrivi a: redazione@giroinfoto.com

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data di uscita 9 Settembre 2016

fotografare

e v ia gg iare due passioni un’ unica esperienza


INSIDE

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Giroinfoto Magazine

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Indice 08

BEALE STREET Memphis Giroinfoto Scout Location

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SIRIA Ricordi di un viaggio A cura di Paolo Buccheri

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ESTATE TOSCANA Val D'Orcia A Cura di Stefano Bonalumi

62

HUNTER BROTHERS Poveglia infestata A cura di Roberto Giancaterina

76

GIOCARE CON IL FUOCO Le tecnche del focus Giroinfoto school

86

POINT DU HOC

Sulle tracce del D-DAY

Scout Location

94

CAPO VATICANO Calabria A cura di Lorenzo Bruscaggin

112

FOTOEMOZIONI I premi ai lettori Magister Photo Award

76

Matteo Berbenni

Worldphoto Award Marco Maccarelli

Giroinfoto Scouting Award Roberto Murgia Caterina Soprana

Fotoemozioni Erik Colombo


PUBBLICA

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VI PRESENTIAMO

I NOSTRI NUMERI E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: Agosto 2016

103

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Articoli totali sul magazine

Articoli pubblicati dagli utenti

Domande alla redazione

Foto singole pubblicate

Copertura degli articoli sui continenti

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ARTICOLI

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ARTICOLI

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Beale Street

La casa del BLUES

Musica dal vivo "on-road", insegne abbaglianti e l'inconfondibile profumo del BBQ americano, danno il benvenuto nel cuore pulsante della città di Memphis, nello stato del Tennessee. Beale Street, è il luogo perfetto per una serata in città all’insegna della musica e fotografare momenti irripetibili nelle serate che animano questa strada. Dal 1977, ufficialmente battezzata come la "Casa del blues", Beale St. è anche un luogo storicamente molto importante. Fin dall'inizio del XX secolo, questa strada era famosa come la via della musica, del divertimento e anche del crimine. Era proprio in quel periodo, agli albori degli anni '20, che iniziavano a sentirsi i primi accenni di musica blues, lungo una strada colma di locali che prosperavano a fianco il gioco d'azzardo , l'alcolismo, la prostituzione, omicidi e voodoo. E' qui che il giovane Elvis Presley trovò l'ispirazione negli anni '50, dai leggendari B.B. King e Chuck Berry.

Giancarlo Nitti Photography


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Le Trèport

LA SCOUT LOCATION

GEOGRAFIA

Beale Street, stai per percorrere una delle strade più famose d'America.

PERIODO CONSIGLIATO

U.S.A. Tennessee Memphis - Downtown

Memphis Tennessee

Da inizio Maggio A fine Ottobre

Un'infinità di locali notturni, ristoranti e negozi, nel cuore della Downtown di Memphis, la città del Blues. Questa strada, resa monumento storico nazionale, è stata dichiarata la Casa del Blues con un atto del Congresso. Essa è stata la culla di artisti leggendari come Albert King, Louis Armstrong, Memphis Minnie, Muddy Waters e BB King, offrendo oggi un profondo e costante memorial ai grandi della musica. Fare una passeggiata ascoltando musica dal vivo fuori e dentro dai locali, è un'esperienza unica. Un grande evento, per tutto il mese di maggio, il Beale Street Music Festival, porta a se nomi noti contemporanei, insieme a festeggiamenti in tutta la città.

CONTENUTI

La location offre diversi locali e nelle serate la via si riempie di musicisti da strada Blues. Colma di memorial ai grandi della musica.

FOTOGRAFIA

Reportage e street.

DETTAGLI

Periodo della Scout Location Settembre 2010

Photographer Giancarlo Nitti

giroinfoto.com


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Giancarlo Nitti photography


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The Memphis Blues Il vero padre del blues fu W.C. Handy, che nel 1909 scrisse "Mr. Crump", la prima canzone blues della storia. Questo brano, soprannominato più tardi "The Memphis Blues", dettò le basi per il particolare sound nato proprio a Memphis. W.C. Handy scrisse anche "Beale Street Blues", ragione per cui la vecchia "Beale Avenue" divenne nel 1916 "Beale Street", e resa improvvisamente eterna.

Il BB King’s Blues Club Uno dei più famosi locali della Beale Street è il BB King’s Blues Club. Riley B. King frequentava spesso la Beale Street e per questo veniva chiamato il "Beale Street Blues Boy", abbreviato più tardi in B.B. Era evidente, che un locale abbia preso il suo nome, dove diversi musicisti si esibiscono tutti i giorni. L'ambiente non è molto grande, gli artisti iniziano a suonare già a mezzogiorno in un'atmosfera intima e accogliente. Se volete passare una serata in posizione comoda è consigliato prendere posto intorno le 19:00.


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Giancarlo Nitti photography


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Il Silky O’Sullivans Un bar con le capre Il Silky O’Sullivans è famoso per la sua musica dal vivo sulla terrazza estiva del locale. Noto anche per i suoi Drink originali come il famoso "Driver" servito in un secchio con sette cannucce e le caprette che gironzolano per il cortile del locale. Di chiare origini irlandesi, il Silky O'Sullivans è sia bar, sia ristorante, sia sala da ballo. Assaggiate il Po’ Boy sandwich con gamberi, con un Diver drink e fatevi coinvolgere dalla calorosissima atmosfera .


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Lago Nakuru

Kenya Il più famoso lago della Rift Valley ed è situato a 1754 mt. Le alghe attirano e nutrono grandi quantità di fenicotteri rosa.

Maasai Mara

Kenya Una grande riserva naturale situata nella parte sudoccidentale del paese.

Serengeti

Tanzania Una delle più importanti aree naturali dell'Africa orientale con una superficie di 14.763 km²

Ngoro Ngoro

Tanzania Area di conservazione che si estende nella zona della caldera di Ngorongoro situata nella pianura di Serengeti

Kilimajaro

Tanzania E' il parco che ospita il monte più alto d'Africa sempre coperto di neve alto 5.890 metri.


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BLACK CONTINENT KENYA PROJECT TANZANIA

PARTE LA PRIMA SPEDIZIONE DEDICATA AL PROGETTO DI ESPLORAZIONE FOTOGRAFICA DEL CONTINENTE AFRICANO.

Dopo un accurato studio del territorio, Giroinfoto© invia uno staff di professionisti a realizzare la prima scout location del progetto. Si tratta delle aree naturalistiche comprese tra il confine Kenyota e Tanzanico, ricco di parchi che comprendono una varietà di ecosistemi e popolate da diverse specie faunistiche. Abbiamo realizzato un'itinerario che prevederà diversi appostamenti e percosi all'interno delle riserve permettendoci di fotografare gran parte delle caratteristiche territoriali di quei luoghi soffermandoci nelle zone del Lago Nakuru, il Maasai Mara, il Serengeti, l'Ngoro Ngoro e l'area pianeggiante del Kilimanjaro National Park.

SAI CHE PUOI VENIRE ANCHE TU?

COME TUTTI I PROGETTI DI GIROINFOTO EXPEDITIONS©, DIAMO LA POSSIBILITA', ALLA NOSTRA COMMUNITY, DI PARTECIPARE ATTIVAMENTE ALLE NOSTRE SPEDIZIONI ACCOMPAGNANDOCI IN QUESTE FANTASTICHE AVVENTURE CONDIVIDENDONE LE EMOZIONI.

Per maggiori informazioni visita il sito www.giroinfoto.com

KENYA

TANZANIA

01 - 11 DICEMBRE 2016


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RICORDI DI UN VIAGGIO A cura di Paolo Buccheri Quando lo scorso aprile ho sentito la notizia che l’esercito siriano aveva appena riconquistato la città di Palmira, il mio animo di uomo libero ha avuto un fremito di orgoglio. Il tutto dovrebbe e potrebbe essere inteso come un’ideale rivincita sugli eventi drammatici della storia, nei suoi vari aspetti umani e materiali. Certamente dobbiamo condannare le fosse comuni venuti alla luce, con corpi di donne, uomini e bambini ad opera dell’Isis; ma sicuramente rifletto su come, l’antica oasi di Palmira, già patrimonio dell’umanità, sia stata per molti mesi nelle mani di terroristi che non hanno, e non hanno mai avuto, nessun rispetto per l’uomo e per la sua storia. Per tutto questo, in una sorta di ideale ritorno al passato, ho ripreso delle vecchie foto che ritraggono il mio viaggio effettuato in Siria dove, in una sorte di tempo senza tempo, ho ritratto il silenzio che dominava le pietre; e faceva apparire il tutto come un reale set cinematografico pronto per il ciak iniziale o semplicemente per quello finale. Rivedendo quelle foto lo stato d’animo di quel mitico viaggio mi torna alla mente; eravamo come appesantiti dalla storia che sembrava schiacciarci per poi, al tempo stesso, elevarci nella visione di quelle pietre colme di storia e umanità.


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Photo by Paolo Buccheri

La vivace atmosfera del suq


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Già dal nostro arrivo a Damasco le suggestioni più forti si svilupparono nello scoprire la città antica; racchiusa nel perimetro delle mura di cinta dove, più che in ogni altro luogo, è conservata la caratteristica immagine della città araba. Il tutto è caratterizzato dalla vivace atmosfera del suq, composto da un dedalo di stradine (in massima parte coperte), dove risiedono piccoli negozietti colmi di aromi e di spezie. Oltre a questo non mancano negozi di stoffe dagli accesi colori; o negozi colmi di gioielli esposti con orgoglio dagli orafi. Il tutto nel vociare delle contrattazioni fra venditori e compratori.


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Photo by Paolo Buccheri

La vivace atmosfera del suq


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La visita alla grande Moschea degli Omayyadi ci ha riservano un inconsueto benvenuto. E’ richiesto un abbigliamento decoroso difatti, in una stanza posta all’ingresso, si possono ritirare i mantelli coi quali coprirsi durante la visita. Quest’ultima si effettuerà senza scarpe che possono essere portate in mano sino alla sala della preghiera. Il fascino maggiore di questo edificio risiede nel vasto cortile rettangolare che, per la sua estensione, può giustificare la definizione di “architettura dei vuoti” che genericamente viene data all’architettura musulmana. Sempre all’interno della moschea si trova il Bayt al-Mal, o cupola del tesoro, un piccolo padiglione di forma ottagonale, riccamente decorato con raffinati mosaici e con una cupola come copertura. La sala della preghiera, per noi occidentali, conserva un fascino del tutto particolare; non tanto per le immense sale ricoperte da tappeti dove uomini e donne pregano il loro Dio; ma per la carica di misticità e rigore religioso che si percepisce sin dall’ingresso, dando a tutto l’ambiente quel valore etico che ogni luogo dedito alla preghiera dovrebbe conservare.

Photo by Paolo Buccheri

MOMENTI DI PREGHIERA

Photo by Paolo Buccheri

La Moschea di Bayt al-Mal


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Photo by Paolo Buccheri

La Moschea degli Omayyadi


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Il nostro viaggio in Siria è proseguito con la visita al Krak dei Cavalieri. Questa fortezza straordinaria ed affascinante sorge in una posizione strategica, su di una altura a circa 650 m., e può essere considerata come un modello di perfezione in materia di fortificazioni medioevali. Non a caso questo reperto storico è stato inserito nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Il grande manufatto architettonico ha una pianta alquanto complessa, costituita da una doppia cinta muraria, separata da un terrazzamento. Il fascino di questa architettura storica è di incomparabile bellezza, e non solo per le dimensioni della stessa; ma anche per le tante soluzioni architettoniche adottate che evidenziano un chiaro esempio di come le forme del costruito si siano adattate alle esigenze di vita nello stesso complesso architettonico. E quindi si evidenziano gradinate che portano a loggiati per poi sbarcare in sofferte corti interne che donano a tutto il complesso un aspetto misterioso ed affascinante. O semplicemente dei portici, che con la loro forma slanciata donano un’eleganza di chiaro gusto gotico

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Il Krak dei Cavalieri


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Photo by Paolo Buccheri

LE cinta murarie


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Photo by Paolo Buccheri

Camminamento interno al Krak dei Cavalieri


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Photo by Paolo Buccheri

Un portico di gusto gotico del Krak dei Cavalieri


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Photo by Paolo Buccheri

La via colonnata dell’area di Apamea Il tour è proseguito con la visita all’interessantissimo sito archeologico di Apamea. Peccato che in quel periodo la visita del complesso non era attrezzata con cartelli esplicativi (cosa che aimè credo, per i noti eventi bellici, perduri ancora oggi). Nonostante tutto la visita al sito ci affascinò particolarmente per l’imponenza e la bellezza del colonnato centrale. Questo cardo è una delle vie colonnate più importanti del mondo antico; e quello che lo caratterizza maggiormente è il fatto che in alcuni tratti la pavimentazione stradale è quella originaria.


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Lungo questa arteria storica ritroviamo i principali luoghi del mondo antico: come le terme, un tempo accessibili dalla strada con un ingresso monumentale; o l’Agorà, dalla forma inconsueta con un lato molto più lungo dell’altro. Procedendo oltre si incrocia il decumano con ai vertici opposti il Teatro e la Cattedrale. Per una vista d’insieme, che affascina in maniera unica chi visita quei luoghi, è la vista che si gode dall’altura di Qalat al-Madiq, poiché si potrà cogliere nella sua completezza l’impianto urbano tipico della città greco romana.

Photo by Paolo Buccheri

Vista dall’altura di Qalat al-Madiq dell’area di Apamea


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Photo by Paolo Buccheri

Il sito di Palmira


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Dovevamo visitare il sito di Palmira e molti di noi erano già stanchi per il lungo viaggio nel deserto. Ma le rovine dell’antica Sposa del Deserto, così come viene comunemente chiamata l’antica città di Palmira, ci sono apparse all’improvviso, come un miraggio. La ricchezza di questa città carovaniera risaliva al II secolo a.C. quando gli alti dazi imposti alle carovane che dal Golfo Persico intendevano raggiungere il Mediterraneo, diedero alla città un agio non indifferente. Ma l’apice dello splendore fu raggiunto sotto Adriano, che la dichiarò citta libera, conferendole lo status di colonia romana esonerandola dal pagamento delle tasse sui generi di lusso. Durante la visita si incontrano resti di templi, il lungo colonnato centrale, il teatro, la necropoli e tutto concorre a rendere evidente la magia del luogo sino a darti la sensazione che stai “passeggiando” nella storia.


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Photo by Paolo Buccheri

Il sito di Palmira


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Possente, solenne e magnifica è la cella del tempio di Baal, che si caratterizza per il monumentale ingresso e dove iscrizioni in greco ed aramaico dimostrano la riconoscenza delle popolazioni locali nei confronti di Adriano che permise la costruzione del tempio stesso. Di particolare importanza fu la visita all’antico Teatro che conservava il lastricato originale dell’orchestra ancora intatto e visibile. L’edificio si affaccia sulla Via Colonnata dando il retro della scena e conferendo al tutto una magnifica composizione scenografica, in ultimo la nostra visita si è soffermata sulla Necropoli che ci è apparsa sin da subito di particolare interesse poiché, la collocazione delle varie tombe, era senza un ordine preciso, con tombe a torre ed a ipogeo; e ciò che si evidenziava maggiormente era il sito composto da una piana rossastra di ciottoli e sabbia. Le vicende politiche odierne della Siria certo non debbono farci dimenticare l’immenso patrimonio storico culturale che esiste in quelle terre lontane. Quei resti archeologici sono ancora tutti in loco e, sperando che i soldati lascino presto il posto agli archeologi, per lasciarli lavorare e ridare a Palmira, assieme a tutti i centri storici colpiti e danneggiati, quell’antica dignità e splendore consona di tempi passati.

Paolo Buccheri Photo by Paolo Buccheri

Il tempio di Baal


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Photo by Paolo Buccheri

La vallata della Necropoli nel sito di Palmira


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Val D'Orcia Terra di luce L'ESTATE TOSCANA A cura di Stefano Bonalumi


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Stefano Bonalumi

Podere Belvedere alle 6 del mattino


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Val D'Orcia Terra di luce L'ESTATE TOSCANA

COVER PHOTO

A cura di Stefano Bonalumi

Ormai sono passati molti anni dalla mia “prima volta” in terra toscana. Beh, ogni volta resto a bocca aperta. Non per modo di dire, ma è realmente così, riesce sempre a sorprendermi. Dopo anni mi sono deciso: Questa volta qualche scatto lo faccio! Luglio 2016, partenza in solitaria per la Toscana, la zona è una delle più conosciute e ammirate da molti e soprattutto dai fotografi : la val d’Orcia. Forte di un appoggio importantissimo da parte di amici titolari di un b&b - Podere Rigopesci collocato in una posizione invidiabile nei pressi di Monticchiello di Pienza, si inizia già con il piede giusto. Ambiente familiare, gente in gamba e ospitale , stimoli a mille. La tabella di marcia, se si vuole fotografare sul serio è serrata : alba, tramonto notturne e poi alba senza mai staccare.

Stefano Bonalumi

Podere Belvedere alle 4:30 del mattino


Una strada di

Monticchiello di Pienza “strada Podere Rigopesci” all’alba nella classica luce estiva.

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T

ralasciando gli aspetti più turistici, per i quali milioni di guide hanno gia steso nero su bianco su tutto ciò che bisogna sapere, la Val d’Orcia nella stagione estiva , pur non essendo tra le stagioni più gettonate, presenta comunque un grande fascino.

Stefano Bonalumi

Bianco e nero colline toscane


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Stefano Bonalumi

La cappella di Vitaleta al tramonto


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Val D'Orcia Terra di luce L'ESTATE TOSCANA A cura di Stefano Bonalumi

A

lbe afose dai colori rosati, campi di grano color oro che si alternano a colline di terra brulla e incolti, file ordinate di cipressi imponenti, poderi isolati sulle colline e adagiati su tratti di brume mattutine, tramonti dai colori caldissimi e luci rase e avvolgenti, animali e fauna selvatica fortemente

presente per chi ama la fotografia wildlife esperienze notturne piacevoli e senza impegno particolari viste le temperature miti, con cieli stellati da far girare la testa e la via lattea ben visibile nelle ore centrali della notte.


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Stefano Bonalumi Notturna alla

cappella di Vitaleta con la via lattea


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Poggio covili

caratteristico podere da cartolina con la classica fila di cipressi


Poderi sulle colline tra i campi di grano Stefano Bonalumi


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Val D'Orcia Tutto questo è la val’d’Orcia, nella sua essenza più semplice. Ogni stagione è un cambio d’abito incredibile, e vale davvero la pena visitarla per rendersi conto del perché dal 2004 fa parte dei siti italiani patrimonio dell’UNESCO.

CIVETTA AL TRAMONTO Stefano Bonalumi


Poggio covili

inquadratura frontale lungo la linea imponente dei cipressi.


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Stefano Bonalumi

CAPPELLA VITALETA


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HUNTERBROTHERS

PASQUALE MINERVA

SANDRO MINERVA

VALENTINA DE ROSSI

ROBERTO GIANCATERINA


A cura di Roberto Giancaterina

Poveglia Infestata Dove eravamo rimasti?

L' ultima cosa che ricordo è un isola in mezzo all' Adriatico. Dicono che sia l' isola più infestata d' Europa... forse del mondo. È l' isola di Poveglia situata nella laguna di Venezia. In questo articolo non vi parlerò solo della mia passione per la fotografia ed i viaggi avventurosi, ma anche di mistero e forse di fantasmi. Di come un gruppo di cacciatori o se preferite di ricercatori del paranormale hanno affrontato questa avventura passando l' intera notte sull' isola maledetta. A questo punto è necessaria una nuova presentazione, in un altra veste. Mi chiamo Roberto Giancaterina ed insieme ai miei amici Sandro e Pasquale Minerva e successivamente Valentina De Rossi e Mirko Viglino che spesso ci segue da esterno al team abbiamo fondato un team di ricerca sul paranormale: gli Hunterbrothers. Il gruppo si occupa seriamente di esplorazioni e ricerche nel campo del paranormale e la serietà con cui lo fa gli ha permesso di collaborare con scienziati ed esperti del settore e diverse interviste nei salotti di diverse TV nazionali e locali.



aperta. Non per modo di dire, ma è realmente così, riesce sempre a sorprendermi. Dopo sono deciso:l'Questa volta qualche scattoe lo faccio! Lo soanni che mi a voi interessa esplorazione ed il mistero quindi Luglio 2016, partenza in la solitaria la Toscana, la zona è una vado subito a raccontarvi nostra per avventura sull' isola delle più conosciute e ammirate da molti e soprattutto dai fotografi misteriosa. : la val d’Orcia. Forte di un appoggio importantissimo da parte amici titolari Poveglia e' una delle tante isole situate nelladilaguna venetadi un b&b - Podere Rigopesci con una superficie di circa 8 ettari. collocato in una posizionema invidiabile nei ha pressi di Monticchiello L' isola oggi è disabitata in passato sempre avuto un di si inizia già con iledpiede ruolo importante e strategico ma Pienza, anche luogo di raccolta giusto. Ambiente familiare, egente gamba e ospitale , stimoli a isolamento dalle pestilenze dagliinassalti. mille. La non tabella di a marcia, si vuole fotografare Ma starò tediarvisecon nozioni di storia...sul serio è serrata : tramonto e poi alba a noi interessa l' ultimo periodoalba, di attività dell' notturne isola, quello senza mai che la vede nel 700, divenire dapprima un vero e proprio lazzaretto per poi rimanere adibito a luogo di quarantena marittima.

Dal 1960 la struttura è stata adibita a ricovero geriatrico e ospedale psichiatrico. Durante le epidemie di peste l'isola divenne dapprima un luogo dove accatastare e bruciare i corpi dei cadaveri, ma poi la cosa è degenerata e per cercare di contenere l' epidemia venivano internate anche persone coscienti, a volte non sempre malate, per morire isolati dal mondo. Tutt' oggi scavando nel terreno e' possibile rinvenire migliaia di ossa umane seppellite in fosse comuni di uomini, donne e bambini. Ed è qui che inizia la nostra storia, dove la realtà si perde nelle nebbie della fantasia e della superstizione. Forse l' ignoranza verso la malattia, forse il rimorso per aver lasciato da soli a morire tante persone sta di fatto che da qui iniziarono le prime apparizioni di fantasmi, che alcuni pescatori dicono di vedere anche ai giorni nostri evitando accuratamente di avvicinarsi a quel' isola maledetta!

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Poveglia Infestata

HUNTERBROTHERS Ricerche e indagini sul paranormale

Da qui in poi tutto diventa leggenda e di conseguenza va preso in quanto tale.. Negli anni 20 circa la nuova struttura adibita a casa di riposo, con funzioni di ricovero per malati mentali i quali spesso dichiaravano di vedere strane figure aggirarsi nell' ospedale. Siamo quindi partiti da Roma alla ricerca di avventura e di queste entità con la nostra strumentazione. Dopo aver raggiunto Venezia con il treno abbiamo preso contatto con la barca di appoggio che ci ha portati sull' isola. Le condizioni erano che ci avrebbe lasciati lì tutta la notte, mentre era ormeggiata a largo. Solo un

nostro segnale luminoso di emergenza, in caso di necessità, avrebbe indicato alla barca di recuperarci. È così alle 18:00 circa abbiamo messo piede sull' isola maledetta. Il paesaggio bellissimo di Venezia vista da un altra prospettiva ci ha accompagnati per tutto il tragitto. Abbiamo sbarcato tutto il necessario è iniziato subito un sopralluogo per vedere i vari pericoli alla luce del sole. Tutti gli edifici o i luoghi pericolanti sono stati marcati con dei cyalume Rossi e poi abbiamo attrezzato il campo all' interno di una delle strutture.


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Come tutte le nostre avventure tutto ha sempre inizio con un sopralluogo, in modo da evitare spiacevoli inconvenienti ma anche per cercare di renderci conto di cosa abbiamo davanti. Il nostro motto in fondo è sempre stato quello di scartare tutte le cose normali...ciò che resta è il paranormale!


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Poveglia Infestata

HUNTERBROTHERS Ricerche e indagini sul paranormale

Abbiamo piazzato nei punti strategici diverse telecamere ad infrarossi e divisi in due gruppi abbiamo iniziato la raccolta del materiale. Insieme alle riprese video sono state raccolte diverse foto, rilevati diversi dati elettromagnetici e termici. Edifici tetri e pericolanti sporgevano dalla vegetazione, abbiamo faticato un po' a raggiungerli districandoci tra fogliame ed arbusti che ormai divorano le strutture fino ai primi piani. Di notte tutto acquista un aspetto più spettrale ed i rumori si amplificano. Abbiamo visitato tutta l'ala degli alloggi con corridoi lunghissimi e le piante che entravano dalle finestre, la cucina, la lavanderia, fino ad imbatterci in un forno crematorio...per ultimo il campanile, dal quale la leggenda vuole che il medico, sadico direttore del centro, si sia lanciato nel vuoto in preda alle allucinazioni provocate dalle anime inquiete che lui stesso aveva torturato. Durante il periodo sull' isola non abbiamo avuto particolari riscontri, anche se lo scenario era molto suggestivo ed inquietante. Tuttavia poco prima delle prime luci dell'alba alcune torce elettriche che illuminavano la stanza adibita a campo base, hanno variato la loro intensità senza essere state toccate da nessuno. Questa cosa è successa due volte e ci ha turbato non poco, perché per regolare quelle torce bisogna ruotare una ghiera abbastanza dura. Così abbiamo atteso l'alba sul molo, godendo delle ultime luci sulla città di Venezia mentre la nostra nave accendeva i motori per il recupero.


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Un' esperienza davvero forte vissuta tra mistero ed avventura alla scoperta di un luogo davvero suggestivo e denso di sensazioni...

un'altra delle nostre avventure!


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HUNTERBROTHERS Ricerche e indagini sul paranormale


tecniche di base e tecniche creative

per giocare con il fuoco Con una leggera pressione sul pulsante di scatto, dopo un breve istante, la messa a fuoco automatica fà il suo dovere, non ci rimane che continuare a premere per azionare l'otturatore e ottenere il nostro scatto. Viene difficile pensare che ci siano molte situazioni nelle quali è preferibile disabilitare l'autofocus AF e impostare una messa a fuoco manuale MF Spesso per necessità, e molte volte per creatvità, la funzione del fuoco manuale è indispensabile per ottenere scatti studiati ed effetti interessanti.

IN QUESTO ARTICOLO VEDREMO COME UTILIZZARE AL MEGLIO L'AUTOFOCUS SULLA NOSTRA REFLEX E QUALI SONO LE TECNICHE PER GIOCARE CON IL FUOCO


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ONE SHOT

AI SERVO

AI FOCUS

UTILIZZO DEI PUNTI E LE MODALITA' AF Tutte le ultime fotocamere digitali, consentono di personalizzare il funzionamento del sistema autofocus. (AF - autofocus) Tra le funzioni più importanti c'è quella che permette la scelta dei punti di messa a fuoco e la selezione della modalità AF. Il sistema autofocus, è dotato di diversi sensori, possono andare dai 6 ai 61 e forse oltre in un'infinità di modelli di fotocamere. Li notiamo nel mirino, come piccoli punti o rettangoli che si illuminano su varie aree dell’inquadratura, essi consentono di avvertirci che un soggetto è sul piano focale su cui stiamo lavorando, ma se l'automazione non ci aggrada possiamo comunque settarla in diversi modi:

I punti AF

Ciascuno dei punti effettua delle letture sulla distanza dal soggetto quando si preme il pulsante di scatto. Se si illumina più di un punto, significa che quelle aree sono ad una distanza di messa a fuoco uguale rispetto alla macchina fotografica. Per selezionare un punto o più punti per cui ci interessa focalizzarci esiste una funzione chiamata AF-ON o AF-SEL (questo per Canon e Nikon, consultare il manuale alla voce selezione punti AF per i diversi modelli). Questa funzione ci permetterà di interagire con i punti permettendoci di selezionarne solo alcuni, quelli ovviamente che saranno sulla parte che noi vogliamo mettere a fuoco, che sia al centro o in altre aree dell'inquadratura. Questa operazione è sicuramente dispendiosa in termini di tempo e quindi non adatta a scatti in movimento o molto veloci. Per quest'ultimi utilizzeremo le modalità AF

Modalità AF

Tutte le fotocamere sono dotate di di almeno tre diverse modalità di messa a fuoco automatica. Vediamo quelle che meglio si adattano ai diversi tipi di fotografia:

AF One-Shot

Perfetta per i soggetti fermi, come paesaggi, ritratti o still life. Quando premiamo parzialmente il pulsante di scatto, l'obiettivo esegue la messa a fuoco e poi si blocca. Anche se muoviamo la fotocamera per cambiare inquadratura il fuoco rimane "congelato".

AF AI Servo

Indispensabile per i soggetti in movimento che assumono distanxe e piani focali variabili. L'obiettivo mette a fuoco sul soggetto e tenendo premuto parzialmente il pulsante di scatto, il fuoco varierà in modo continuo, man mano che il soggetto si sposta e la distanza di messa a fuoco cambia.

AF AI Focus

Per i soggetti che si muovono in modo imprevedibile. La fotocamera passa automaticamente da AF One-Shot a AF AI Servo se rileva che il soggetto si sposta.


LA TECNICA

BOKEH Quando lo sfocato rende "Bokeh" è un termine che indica, in fotografia, le zone sfocate, e come esse vengono acquisite dalla nostra ottica accessoriata. E' un criterio di valutazione per la qualità di un'obbiettivo introdotto dai giapponesi negli anni '70 e reso oggi uno "Style" che ha mantenuto il suo nome originario. Il bokeh, quindi, non è altro che una sfocatura controllata dell’immagine che vogliamo ottenere intorno ad un particolare soggetto. Tale tecnica serve per tre scopi: guidare l’occhio dello spettatore aiutandolo a concentrarsi esclusivamente sul particolare, annullare un background dietro un soggetto, oppure, sfruttare i forti punti di luce trasformandoli in piccoli raggi luminosi e flare artistici, detta anche aberrazione sferica. Il bokeh si ottiene curando la messa a fuoco del particolare che ci interessa e aprendo il più possibile il diaframma. In sostanza un gioco che vede protagonista la profondità di campo. Possiamo gestire l’effetto variando le distanze dal soggetto che influenzano la profondità di campo, tenendo presente che la distanza tra noi e il soggetto sia molto ridotta rispetto a quella tra noi e lo sfondo.


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Un classico esempio di aberrazione sferica con la tecnica "bokeh", è quando fotografiamo la pioggia su di un vetro, mettendo a fuoco le gocce e mantenendo lo sfocato sul background. Le luci alte, sul background, assumono una forma circolare.


LA DISTANZA

IPERFOCALE Conoscere la distanza iperfocale è fondamentale nella fotografia di paesaggio nella quale si vuole dare risalto a ciò che è in primo piano e allo stesso tempo a ciò che è sullo sfondo, cercando di mantenere il più possibile tutto a fuoco. Il migliore risultato può essere solo ottenuto con la tecnica ed il calcolo della distanza iperfocale

Che cos'è?

Per distanza iperfocale si intende la distanza di messa a fuoco che permette la maggior profondità di campo, in relazione all’apertura del diaframma e alla lunghezza focale dell’Obiettivo. La profondità di campo in questo modo si può estendere dall’infinito alla metà della distanza di messa a fuoco.”

Come ottenere l'iperfocale

Il calcolo dell'iperfocale è ottenuto da tre elementi fondamentali : (F) La lunghezza focale dell’ottica, (D) Il diaframma, (C) Circolo di confusione. La C ha un valore fisso in relazione al formato del sensore: APS-C (C)= 0,016mm Full Frame (C)= 0,026mm considerando che: se aumenta la lunghezza focale la profondità di campo diminuisce; se aumenta l’apertura del diaframma la profondità di campo diminuisce; se aumenta la distanza di messa a fuoco la profondità di campo aumenta.

I

x

Facciamo un esempio: Con una fotocamera full-frame e con un'ottica 35mm. Impostiamo come diaframma ƒ/11 Calcoliamo qual’è il punto esatto della distanza iperfocale.

distanza iperfocale = (35×35) \ (11 × 0,026)

4.283 mm,

quindi la nostra distanza iperfocale si troverà a 4,3 mt circa dal sensore della fotocamera.


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Una volta calcolata la distanza iperfocale, dovremo ricordarci che la profondità di campo si estenderà per circa metà davanti al punto della distanza iperfocale e all’infinito dietro; Considerando l’esempio del 35mm a ƒ/11, avremo una profondità di campo che andrà da 2,1mt circa ad infinito.


IL

FOCUS STACKING TUTTO A FUOCO

In molte occasioni, inquadrando un soggetto ravvicinato, la profondità di campo è sempre ridotta, nonostante l'utilizzo di diaframmi chiusi, il background e altri oggetti in lontananza risulteranno sfocati.

In questo caso ci viene in aiuto la tecnica del "focus stacking"

Consiste nello scattare una serie di foto modificando progressivamente la messa a fuoco tra l'una e l'altra; in fase di post-produzione si uniranno gli scatti, sfruttando i diversi piani focali di ciascuna immagine. Le operazioni di scatto vanno chiaramente effettuate su di un cavalletto per non alterare l'inquadratura, facendo attenzione a tutti i parametri come l'esposizione, la lunghezza focale, probabili soggetti in movimento o l'eventuale variazione di temperatura colore. Il numero di foto da scattare dipende dalla profonditĂ di campo disponibile e dalle dimensioni dall'area, in gene per una foto panoramica come questa sulla pagina bastano 3/4 scatti.


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Ottenute le foto, in fase di post-produzione su Adobe Photoshop apriamo il plug-in "PHOTOMERGE" Lo trovate in File / Automatizza / Photomerge Carichiamo quindi le nostre foto nella schermata di photomerge lasciando il Layout su "Automatico" e togliamo la spunta dall'opzione "Fondi le immagini", confermiamo con OK. Ultimato il rendering da parte del plug-in, noteremo che i margini delle immagini risulteranno leggermente sconnessi, ci sarà quindi la necessità di croppare la parte di bordo che non è comune a tutti gli scatti. Completiamo la procedura di unione degli scatti selezionando: Modifica / Fusione automatica livelli Verifichiamo che sia selezionata l'opzione "Crea serie di immagini" e ci sia la spunta su "Toni e colori uniformi", confermiamo con OK. Nei livelli di photoshop, vedremo la serie di immagini con la relativa "Maschera di Livello" dove sono state mascherate le parti che non risultano essere a fuoco. Facciamo gli aggiustamenti del caso agendo sulle maschere. Il risultato dell'unione di tutti gli scatti è una foto completamente a fuoco.


L ' A V V E N T U R A

CONTINUA DAL 12 SETTEMBRE AL 26 SETTEMBRE

2016

Sono già cinque anni, che Giroinfoto© effettua scout location e studia i territori degli Stati Uniti D'America. Questa volta, ci immergeremo nelle realtà naturalistiche e storico-folkloristiche di tre stati del sud:

TEXAS - NEW MEXICO E ARIZONA Nel cuore dell'old west e nella leggenda della Route 66, abbiamo realizzato un'itinerario che percorrerà diverse location all'insegna della storia americana.

ALL AMERICAN

REPORT By Giroinfoto Expeditions©


giroinfoto

SAI CHE PUOI VENIRE ANCHE TU?

COME TUTTI I PROGETTI DI GIROINFOTO EXPEDITIONS©, DIAMO LA POSSIBILITA', ALLA NOSTRA COMMUNITY, DI PARTECIPARE ATTIVAMENTE ALLE NOSTRE SPEDIZIONI ACCOMPAGNANDOCI IN QUESTE FANTASTICHE AVVENTURE CONDIVIDENDONE LE EMOZIONI.

Per maggiori informazioni visita il sito www.giroinfoto.com


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POINT DU HOC SULLE TRACCE DEL D-DAY PART 4

POINT DU HOC è forse il promontorio più famoso di Francia. Situato nella zona di Cricqueville-en-bessin un piccolo villaggio nel nord-ovest , dipartimento della regione di Calvados nella Bassa Normandia. Pointe du hoc è una scogliera di quasi 30 metri d'altezza a picco sull'oceano, abbassando lo sguardo si possono notare, a sinistra Utah Beach e a destra Omaha Beach. Nello scenario dello sbarco in Normandia del 1944, erano posizionati i sei bunker di cemento armato che coprivano le difese sulle spiaggie.


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All’alba del 6 giugno 1944, le truppe scelte dei rangers dell’esercito degli Stati Uniti,

la "Dog Company"

POINT DU HOC

assaltarono la scogliera, tentando l’impossibile:

scalare la roccia e distruggere le linee tedesche asserragliate nei bunker in cima.

Foto storiche fonte: http://usdefensewatch.com


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THE DOG COMPANY Forse la missione più difficile del D-Day. le operazioni hanno previsto l'impiego di 225 Rangers, tra cui la Dog Company, per sbarcare su di una piccola spiaggia, scalare le scogliere di 30 metri con scale in corda e annientare le linee tedesche. Tutto rigorosamente sotto una tempesta di fuoco nemico.

Una missione suicida.

In cima a Pointe du Hoc, i tedeschi avevano costruito una massiccia fortezza in gran parte inespugnabile da un attacco via mare grazie alle scogliere. Ma tutto ciò non fermò l'eroismo e lo sprezzo del pericolo delle compagnie dei Rangers americani che resero inoffensiva la linea che avrebbe massacrato ulteriormente gli sbarchi su Omah beach e Utah Beach. Il 6 giugno 1944, alle 7:15, la Dog Company dei Rangers, sbarcati dai loro mezzi marittimi, raggiunsero la spiaggia in parte a nuoto e iniziarono la scalata mentre altre batterie li coprivano dal fuoco nemico. Alcuni degli uomini, come Sigurd Sundby della Dog Company, testimonia la lotta della salita con le corde bagnate e a causa del fango, scivolose, la roccia che si sgretolava e franava sotto i colpi nemici. Dopo essere sopravvissuti alla scalata, la battaglia era solo che iniziata, la Dog Company con le forze rimaste, combattè fino a conquistare la fortezza tedesca.


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Pointe du hoc, oggi è gestito dell'American Battle Monuments Commission che nel 1979, fece costruire un'imponente monumento di granito a bordo della scogliera e un museo dedicati alla battaglia. Molte delle fortificazioni sono state lasciate sul posto e ovunque sul terreno sono ancora visibili i crateri lasciati dalle bombe. Il sito e accessibile liberamente tutto l'anno, ad eccezione del posto di comando e del centro visitatori. Sono vietati picnic, il parcheggio e gli animali.


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CALABRIA

CAPOVATICANO A cura di Lorenzo Bruscaggin

Calabria, la regione in cui il mare più blu del cielo, e montagne più verdi dei prati alpini si

fondono in uno spettacolo naturale che ha pochi eguali in Europa. Così descriverei questa meravigliosa regione se dovessi usare una sola frase in cui riassumerne la vera essenza selvaggia ed incontrollabile. All’interno di questo bellissimo territorio esistono però zone molto diverse fra di loro, una di queste è quella di Capo Vaticano.


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Si tratta di una scogliera di granito bianco-grigio che forma un grande terrazzamento con un’altezza massima di 124 metri slm, attraversata da canaloni e vallate fluviali di grande interesse paesaggistico e geologico. Le sue bellissime spiagge sono intervallate da maestose scogliere che sembrano fungere da guardiani per eventuali pericoli che potrebbero provenire dal mare... ah sì certo, direte voi “com’è il mare ?”.


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lorenzo bruscaggin PHOTOGRAPHY


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Potrei descrivervelo all’infinito usando aggettivi di ogni genere, ma la realtà delle cose è che ne basta uno solo:

spettacolare.

Questa regione sembra avere un’anima propria che va compresa per poter apprezzare appieno delle meraviglie che sa generosamente offrire ai propri ospiti. In poche centinaia di metri si passa dal mare blu pieno di bellissimi pesci, alle spiagge di ogni genere, per poi ritrovarsi alle proprie spalle imponenti scogliere con colori che spaziano dal bianco al rosso intenso passando per il verde acqua. Sopra a queste una spettacolare terrazza naturale di terra rossa con vista su tutte le isole Eolie, ed in particolare sul vulcano Stromboli, il vero indiscusso protagonista dei tramonti più spettacolari che possiate vedere in Italia.

CAPO VATICANO Ma Capo Vaticano non è soltanto mare, nell’immediato entroterra bellissime coltivazioni di ulivi, ampi canaloni, cieli stellati e torri medievali si contendono gli scatti dei fotografi davanti agli occhi stupiti degli abitanti della zona. Che dire di loro: fantastici, chi non è mai stato ospite di queste terre non può capire il grande calore e cuore di cui dispongono queste persone. Ad ogni festa paesana a cui ho partecipato mi sono sempre sentito uno di loro, alcuni mi hanno raccontato avvenimenti importanti delle loro vite come si farebbe con un vecchio amico, in certi casi ho persino stretto amicizie che si protraggono da anni.


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lorenzo bruscaggin PHOTOGRAPHY


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Ogni volta che ho avuto bisogno di un aiuto non mi è mai stato negato, perfetti sconosciuti mi hanno accompagnato a destinazione “guidandomi” con la loro auto davanti alla mia, da solo nel buio più totale sulle spiagge per poter scattare fotografie non mi sono mai sentito a disagio. Da estimatore della montagna devo ammettere che l’unica terra di mare che sa esercitare su di me un senso di attrazione è proprio questa, inconsciamente quando me ne allontano sento che poi mi mancherà qualcosa, la stessa sensazione che provo quando mi allontano dalle mie amate montagne.


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Ma se pensate di andare in Calabria ricordatevi bene le mie parole: è una terra che va capita, se non avrete voglia di ascoltare in silenzio quello che ha da dirvi non ne coglierete la vera essenza.



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Certo, il mare sarebbe ugualmente spettacolare, la scogliera non cambierebbe i suoi colori, gli ulivi non appassirebbero al vostro passaggio, i canaloni non si riempirebbero di detriti portati dai fiumi, le torri medievali rimarrebbero comunque intatte, ma sarebbe da parte vostra un grande errore ed un vero peccato, in quanto vi perdereste il motivo per il quale vorrete poi tornare in questa magica terra.



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Al contrario, se l’ascolterete ve ne innamorerete, proprio come ho fatto io la prima volta che ho posato i miei piedi su di essa. A quel punto ne sarete stregati e chissà , forse un giorno, ci ritroveremo ad una festa paesana, davanti ad un bell’antipasto a base di nduja ed ad un buon bicchiere di vino, come vecchi amici, a raccontarci gli avvenimenti importanti delle nostre vite.

Lorenzo Bruscaggin




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NI O I Z O M FOTOE

LE VOSTRE

Rubrica dedicata agli inserzionisti di Giroinfoto e i premi assegnati nei social group associati alla rivista. Invia una tua foto, descrivila, firmala e la pubblicheremo. scrivi a : redazione@giroinfoto.com

QUESTO

MESE

Su Giroinfoto magazine, la selezione delle foto scelte dalle commissioni della redazione e dei gruppi menzionati a cui si riferiscono i gruppi. Complimenti a tutti.

MAGISTER PHOTO AWARD Premiato: Matteo Berbenni Un'ora di stelle Pag. 114

PHOTOWORLD AWARD Premiato: Marco Maccarelli Polmone di mare Pag. 116

GIROINFOTO SCOUTING AWARD Premiato: Roberto Murgia La Garzetta Pag. 118

GIROINFOTO SCOUTING AWARD Premiato: Caterina Soprana Cabine Pag. 120


Passato e presente

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Loro sono Fry e Lela, cani pastori costretti a vivere fin da cuccioli in balia del mondo, abbandonati dopo una cucciolata troppo numerosa, senza alcun riguardo. Non sappiamo quasi nulla di loro, ma posso dirvi quel che io ho provato sulla mia pelle, conoscendoli. Ho sempre creduto che ogni nostra azione futura sia sempre stata influenzata da esperienza passate, come diceva Cicerone rivolgendosi alla storia: Historia magistra vitae. Qui ne abbiamo il chiaro confronto, il primo cane, personificazione del presente col quegli occhi quasi lucidi, come commossi al solo desiderio di una carezza, emozione negata fin dalla tenera età, con quello sguardo dolce e sincero che nemmeno la paura può spegnere. Ma dimenticare è impossibile, si può solo allontanare il dolore che abbiamo subito, non cancellarlo, perché è parte integrante di noi e di quel che siamo diventati. Così il cane sullo sfondo rimane sulla difensiva, sfocato, etereo, quasi come un fantasma in una storia per bambini, pronto a colpire quando noi abbassiamo la guardia, quando la nostra luce di speranza si affievolisce. Ecco, sapete, questo è quello che ho provato sulla mia pelle, e posso dirvi con certezza che qualsiasi dolore non potrà mai spegnere la nostra fiamma, se è amore puro e incondizionato, come il loro. Vi auguro che i vostri occhi siano colmi di amore come i loro. Ora questi due trovatelli sono stati affidati ad una famiglia che spero, anzi ne sono sicuro, riuscirà a guardarli come hanno sempre meritato. Colgo l’occasione per ringraziare il Canile di Legnano, e tutte le persone dello staff che mi hanno permesso e aiutato a realizzare questi scatti.

Autore: Erik Colombo Canile di Legnano

OZIONI FOTOEM


Un'ora di stelle Autore: Matteo Berbenni Tre cime di Lavaredo Per realizzare questa immagine ho dovuto scattare 30 foto da 2 minuti l’una a massima apertura… da qui il titolo “Un’ora di stelle”. L’immagine raffigura il monte Paterno e le Tre Cime di Lavaredo viste da nord. In questo modo, puntando la fotocamera verso sud, ho ottenuto l’effetto opposto al classico startrails che vede la stella polare al centro di una serie di cerchi concentrici. Il passaggio di una leggera nuvola in direzione delle Tre Cime ha creato un punto di fuga donando profondità all’immagine.


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Polmone di mare

Dati di scatto : 1/250 F 20 Iso 100 Attrezzatura : Canon 5D mark 3, Tokina 10/17 piĂš teleconverter Kenko 1,4 Scafandro : Nauticam NA5D e Minidome Zen 4" Autore: Marco Maccarelli Scattata a :Sistiana (TS)


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La Garzetta L'albeggio sul Parco Naturale di Molentargius in Sardegna offre colori surreali, questa foto è stata scattata una mattina di Agosto in totale assenza di vento (che in Sardegna non è così scontato) così da rendere lo stagno uno specchio. Una Garzetta, che forse si asciugava le ali al sole, era davvero lo scatto che stavo cercando! Autore: Roberto Murgia Parco Naturale di Molentargius


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Cabine

Siamo nel comune di Erice, a due passi da Trapani e sulla via per Pizzolungo, dove l'Eneide racconta che sbarcò Eneide e dove morÏ suo padre, Anchise. Sul lungomare San Giuliano si alternano caratteristiche file di cabine colorate dallo stile un po' retro, ognuna sfoggiando colori diversi, a distinguere il bagno di appartenenza.

Autore: Caterina Soprana Erice


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Conoscere il mondo attraverso

un obbiettivo è un privilegio che solo

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MAGAZINE www.giroinfoto.com


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