N.13 -
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2016 NOVEMBRE
LA JUNGLA DEGLI OBIETTIVI
N. 13 - 2016 | NOVEMBRE, Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it
Capire e scegliere le ottiche
PATAGONIA
CAPPADOCIA
Di Lela Poleggi
Di Paolo Buccheri
ARGENTINA E URUGUAY
TURCHIA
ICELAND
ON THE ROAD Di Davide Rostirolla Photo cover by Giancarlo Nitti
WEL
COME 13
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la redazione | Giroinfoto Magazine
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fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto magazine©. Una finestra sul mondo da un punto di vista privilegiato, quello fotografico, con cui ammirare e lasciarsi coinvolgere dalle bellezze offerte dal nostro pianeta. Una lettura attuale e innovativa, che accoglie, oltre i migliori professionisti della fotografia da reportage, anche le immagini e le esperienze di chiunque sia appassionato di viaggi e fotografia. Con i luoghi più interessanti e curiosi, gli itinerari più originali, le recensioni più vere e i viaggi più autentici, Giroinfoto magazine ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio e la condivisione di migliaia di luoghi e situazioni sparsi per il nostro pianeta. Uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale o amatoriale, in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Uno largo spazio di sfogo, per chi ama fotografare e viaggiare, dove è possibile pubblicare le proprie esperienze di viaggio raccontate da fotografie e testi, indipendentemente dal valore professionale dell'autore. Una raccolta di molteplici idee e progetti di viaggio, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e sociopolitiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Troverete anche articoli tecnici, dove prendere spunto per ottenere scatti sempre perfetti e con idee sempre nuove per rendere le fotografie più interessanti. Giroinfoto.com© , con la sua rivista e la sua rete web è la più grande community di foto-viaggiatori che accoglie chiunque voglia condividere le proprie esperienze di viaggio o semplicemente farsi coinvolgere dai racconti pubblicati. Director of Giroinfoto.com
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ANNO II n. 13 DIRETTORE RESPONSABILE CAPOREDATTORE
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Francesco De Marco REDATTORI E FOTOGRAFI
Giancarlo Nitti Redazione Paolo Buccheri Collaboratore Giroinfoto Lela Poleggi Inserzionista Giroinfoto Davide Rostirolla Inserzionista Giroinfoto
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LAYOUT E GRAFICHE Gienneci Studios PER LA PUBBLICITÀ: Gienneci Studios, Via G.Borgomaneri, 135 Milano - 20086 Motta Visconti. info@gienneci.it - redazione@giroinfoto.com DISTRIBUZIONE: Gratuita, su pubblicazione web on-line di Giroinfoto.com e link collegati. REDAZIONE email: redazione@giroinfoto.com Informazioni su Giroinfoto.com: hello@giroinfoto.com
Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.
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data di uscita 23 Novembre 2016
fotografare
e v ia gg iare due passioni un’ unica esperienza
INSIDE
Giroinfoto Magazine
08 90
13
64
22
36
Indice 08
ANTELOPE CANYON Lower Giroinfoto Scout Location
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CAPPADOCIA Turchia A cura di Paolo Buccheri
36
ARGENTINA & URUGUAY Patagonia arriviamo A Cura di Lela Poleggi
64
ICELAND ON THE ROAD Diario di viaggio A cura di Davide Rostirolla
82
LA JUNGLA DEGLI OBIETTIVI Capire e scegliere le ottiche Giroinfoto school
90
OMAH BEACH
Sulle tracce del D-DAY
Scout Location
98
FOTOEMOZIONI I premi ai lettori Photoworld Award Luca Benatelli
82
PUBBLICA
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VI PRESENTIAMO
I NOSTRI NUMERI E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: Settembre 2016
117
50
18
27
Articoli totali sul magazine
Articoli pubblicati dagli utenti
Foto premiate
Foto singole pubblicate
Copertura degli articoli sui continenti
48
16
ARTICOLI
3
ARTICOLI
77%
5% 16%
ARTICOLI
9
ARTICOLI
8
ARTICOLI
0
ARTICOLI
28.263 5.721
1% 1%
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LOWER
Antelope
Canyon ARIZONA
Giancarlo Nitti Photography
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Uno "slot canyon" che si trova in Arizona nelle vicinanze della piccola cittadina di Page. Una sfida fotografica che attira milioni di fotografi da tutto il mondo per i suoi giochi di luce e le sue curiose forme. L'Antelope Canyon si compone di due tronconi separati: L'Upper Canyon e il Lower Canyon. In questo articolo parleremo del Lower.
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GEOGRAFIA U.S.A. Arizona Lake Powell Navajo Tribal Park, Page, Az - US
2 3 PERIODO
CONTENUTI
Consigliamo i mesi estivi che permettono di sfruttare a pieno gli effetti di luce. Da metà marzo fino ai primi di ottobre, tenendo presente che Agosto e Settembre solitamente sono i mesi più piovosi.
Parco naturale gestito dagli indiani nativi "Navajo". Si possono acquistare pacchetti di tour guidati direttamente in loco, ma meglio su prenotazione.
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www.lowerantelope.com
FOTOGRAFIA
NOTE
SCOUTING
Naturalistica Esposizioni lunghe Composizione
Consigliamo inoltre di preferire le ore centrali della giornata che permettono al sole di creare le famose "lame di luce"
Questa scout location e le fotografie sono state realizzate nel mese di Settembre 2016 da Giancarlo Nitti.
Sono molte le situazioni dove si verificheranno effetti di diffrazione. Consigliato il grandangolo
Esistono, nei pacchetti di visita, tour dedicati ai fotografi dove comodamente ci si può dedicare ad una fotografia più curata.
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Giancarlo Nitti photography
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LOWER Antelope Canyon
SLOT CANYON Slot, tradotto in italiano "fessura", è il tipo di canyon che si è formato sotto terra grazie all'erosione e l'infiltrazione dell'acqua torrenziale sulla pietra arenaria di cui è formato il sottosuolo. L'Antelope è uno dei più famosi di questo tipo e si trova in una delle zone più affascinanti degli Stati Uniti, proprio quella nei pressi di Page,al confine tra Arzona e Utah. Gestito dalla tribù Navajo è parte del Lake Powell Navajo Tribal Park, dove per accedervi bisognerà pagare una tassa ( nel 2016 - 8$ ). Successivamente bisognerà acquistare una visita guidata all'interno del canyon, i prezzi variano dai 20 agli 80 dollari per le visite standard di gruppo e tour fotografici. L’Antelope Canyon può essere visitato durante tutto l’anno ma in caso di pioggia saranno sospese le visite per il rischio di allagamento. Senza alcun dubbio il periodo da scegliere è da fine primavera a tarda estate prediligendo le ore centrali della giornata che regaleranno effetti di luce spettacolari al suo interno. Gli orari per le visite variano in base al periodo ed è sempre bene prenotare la visita con uno dei tour operator Navajo autorizzati.
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Giancarlo Nitti photography
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Giancarlo Nitti photography
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FOTOGRAFARE All'interno del canyon troveremo serie difficoltà nel gestire nella stessa inquadratura le luci ate e le zone scure di ombra, quindi attenzione al fenomeno della diffrazione (diaframma più chiuso possibile). I tempi di esposizione possono essere di qualche decina di secondi se usiamo un cavalletto ma dobbiamo fare molta attenzione alle infiltrazioni di luci alte che entreranno nella composizione. Sarà divertente catturare i diversi toni che andranno dal giallo al blu violaceo che si estenderanno su superfici irregolari dalle forme curiose. Selezioniamo l'esposimetro sulla modalità spot su aree medie, così facendo avremo una lettura globale della luce senza penalizzare le ombre pur concentrandosi sulle aree più illuminate.
Giancarlo Nitti Photography
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Giancarlo Nitti Photography
LOWER Antelope Canyon
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Lago Nakuru
Kenya Il più famoso lago della Rift Valley ed è situato a 1754 mt. Le alghe attirano e nutrono grandi quantità di fenicotteri rosa.
Maasai Mara
Kenya Una grande riserva naturale situata nella parte sudoccidentale del paese.
Serengeti
Tanzania Una delle più importanti aree naturali dell'Africa orientale con una superficie di 14.763 km²
Ngoro Ngoro
Tanzania Area di conservazione che si estende nella zona della caldera di Ngorongoro situata nella pianura di Serengeti
Kilimajaro
Tanzania E' il parco che ospita il monte più alto d'Africa sempre coperto di neve alto 5.890 metri.
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BLACK CONTINENT KENYA PROJECT TANZANIA
PARTE LA PRIMA SPEDIZIONE DEDICATA AL PROGETTO DI ESPLORAZIONE FOTOGRAFICA DEL CONTINENTE AFRICANO.
Dopo un accurato studio del territorio, Giroinfoto© invia uno staff di professionisti a realizzare la prima scout location del progetto. Si tratta delle aree naturalistiche comprese tra il confine Kenyota e Tanzanico, ricco di parchi che comprendono una varietà di ecosistemi e popolate da diverse specie faunistiche. Abbiamo realizzato un'itinerario che prevederà diversi appostamenti e percosi all'interno delle riserve permettendoci di fotografare gran parte delle caratteristiche territoriali di quei luoghi soffermandoci nelle zone del Lago Nakuru, il Maasai Mara, il Serengeti, l'Ngoro Ngoro e l'area pianeggiante del Kilimanjaro National Park.
SAI CHE PUOI VENIRE ANCHE TU?
COME TUTTI I PROGETTI DI GIROINFOTO EXPEDITIONS©, DIAMO LA POSSIBILITA', ALLA NOSTRA COMMUNITY, DI PARTECIPARE ATTIVAMENTE ALLE NOSTRE SPEDIZIONI ACCOMPAGNANDOCI IN QUESTE FANTASTICHE AVVENTURE CONDIVIDENDONE LE EMOZIONI.
Per maggiori informazioni visita il sito www.giroinfoto.com
KENYA
TANZANIA
01 - 11 DICEMBRE 2016
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CAPPADOCIA
TERRA DEI FUNGHI DI PIETRA E DEI CAMINI DELLE FATE
TURCHIA A cura di Paolo Buccheri
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In una sorta di “programmazione temporale ideale” ho avuto la buona sorte di visitare, in anni passati, tutte le terre poste ad oriente del mediterraneo che, confinanti fra di loro, sono attualmente partecipi di conflitto armato che ne umilia le origini storiche e ne limita la fruizione dell’immenso patrimonio storico artistico che in queste è situato. Certamente all’epoca dei viaggi gli eventi bellici non avevano ancora raggiunto la drammaticità dei giorni odierni; ma la vicinanza fisica dei luoghi visitati alle zone dell’odierno conflitto armato (in questo caso all’incirca 300 km.), mi
sprona a soffermare l’attenzione del cortese lettore sulle mie esperienze di viaggio; per condividerne emozioni e suggellare un ideale proposito di ritorno in quei luoghi ricchi di storia e di bellezza. E quindi, dopo aver parlato di Siria e Giordania, nei numeri precedenti della rivista, questo contributo ricorderà il mio viaggio in Cappadocia, in Turchia; riproponendone impressioni e sensazioni, nell’auspicio di un imminente blocco degli eventi bellici; per un nostro prossimo ritorno in quelle terre amiche, anch’esse bagnate dal mar Mediterraneo.
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CAPPADOCIA TERRA DEI FUNGHI DI PIETRA E DEI CAMINI DELLE FATE
TURCHIA Dopo essere giunti ad Istanbul un’ulteriore volo ci ha portati ad Ankara e da lì abbiamo proseguito per la regione della Cappadocia. Questa è un’area centrale dell’altopiano anatolico che riserva una vastità di panorami e di tesori archeologici e/o artistici. Quando ci si incammina fra le dune e i saliscendi di questo territorio basta la naturale visione dell’ambiente che ci circonda, per farci restare in una sorta di contemplazione estetica ed ammirare ciò che la natura, da sola, può realizzare. Ma poi, come nascoste fra le semplici pieghe
dei declivi, compaiono piccole cappelle o case rupestri ancora abitate tra pinnacoli e funghi di pietra. La fertilità di questa terre, legata anche ad antichissimi fenomeni vulcanici, ha fatto sì che la Cappadocia fosse abitata sin dalla preistoria. Tutto questo è avvalorato dal ritrovamento di numerosi utensili in pietra e frammenti di vasellame, risalenti al Paleolitico e al Neolitico, in numerosi scavi archeologici condotti nell’area.
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Le chiese rupestri della Cappadocia presentano tutti i caratteri architettonici propri dell’arte sacra anatolica del periodo bizantino; con edifici aventi una diversa tipologia architettonica tra cui spicca quella con navata unica avente volta a botte. L’apparato decorativo delle stesse è arricchito da semplici decorazioni geometriche; arricchendosi in taluni casi, come nell’immagine riportata, da caratteri decisamente iconografici e scene aventi un carattere religioso più marcato.
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I pinnacoli tufacei, alti anche piÚ di dieci metri, portano sulla cima un masso di pietra vulcanica che, se danneggiato e crollato, lascia chiaramente visibile la punta utilizzata per l’ancoraggio alla parte sottostante. Questi, scavati al loro interno per ricavare ambienti utilizzabili, erano usati dai monaci come celle dove si ritiravano per pregare o meditare. Spesso, in alcuni di questi, specie nelle parti piÚ alte, sono ricavate immagini sacre che ravvivano la scena complessiva del luogo.
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La vita di tutti i giorni è scandita da lavori domestici ancora fermi, nello svolgimento degli stessi, a molte decine di anni fa; e quindi è facile ritrovare donne che, abbigliate coi loro vestiti tradizionali fatti da lunghe e pesanti gonne, con il capo coperto da pesanti scialli, si ritrovano all’aperto a lavare stoviglie o indumenti mentre una bambina, accortasi di noi, posa come occasionale figurante della scena complessiva.
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E sono proprio i bimbi i veri protagonisti di questi panorami urbani; fatte di desolate casa malamente definite, con strade ancora ferme al livello di mulattiere e con abbondanti massi rocciosi sparsi per le vie. E inconsapevoli del loro ruolo di giovani attori si atteggiano involontariamente a comparse in queste scene alquanto desolate.
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E non mancano certo le donne che, dall’alto delle loro faccende domestiche, con lavori diventati dei veri e propri riti domestici tramandati da madre in figlia, preparano il vitto quotidiano dei loro uomini, sotto lo sguardo vigile di qualche bimba.
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CAPPADOCIA TERRA DEI FUNGHI DI PIETRA E DEI CAMINI DELLE FATE
TURCHIA Questi sono i nostri ricordi di una Turchia ancora non pienamente interessata dagli eventi bellici che, anche se localizzati al confine con la Siria, e quindi non troppo lontani da questi luoghi, non possono non condizionare la vita quotidiana degli abitanti di questi scenografici ambienti naturali, colmi di storia e di interesse per studiosi e comuni viaggiatori.
Paolo Buccheri
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RGENTINA & RUGUAY dicembre 2014/gennaio 2015.
arriviamo in aeroporto, al Marconi, giusto giusto un po' in anticipo. Sono le 8 e il nostro volo per Madrid parte alle 12.35. In fila al check-in facciamo conoscenza con la giovanissima Chiara, in partenza per Guayaquil... scopriamo poi che siamo tutti in fila allo sportello sbagliato, il cambio di check-in viene comunicato solo sui monitor mentre tutti noi in paartenza per Madrid siamo già in fila... per fortuna facciamo in tempo a fare tutto nonostante la fila al controllo passaporti! Il volo per Madrid è tranquillo, pranziamo a spese nostre perchè Air Nostrum di suo non ti da più nemmeno l'acqua. Arriviamo al Barrajas e accompagnamo Chiara a prendere il trenino per il 4Satellite e poi andiamo in centro a Madrid con la metro. Facciamo le vasche del sabato pomeriggio proprio come i veri madrileni... qualche centinaio di migliaia di persone ha la nostra stessa idea... c'è tantissima gente! in effetti è anche il sabato prima di Natale... la giornata è stupenda. Rientriamo al Barrajas in tempo per la cena e per l'imbarco sul volo Iberia con destinazione Buenos Aires, nuovo viaggio... nuova avventura... si parte per l'Argentina!!
PATAGONIA ARRIVIAMO A cura di Lela Poleggi
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Buon volo, cena discreta, Big Bang Theory sul monitor, riusciamo anche a dormire un pochino. Atterriamo, i bagagli ci sono, l'auto all'Avis anche... riusciamo a fare tutte le visite programmate per oggi: Canuelas, Uribelarrea (delizioso paesino, ottimo pranzo al ristorante El Palenque... prima parrilla) e Laguna de Ojio a San Vicente arriviamo a La Plata verso le 17, Hotel Del Sol. Facciamo una prima passeggiata esplorativa della città e ceniamo al Modelo, il top dei ristoranticervecerie qui a La Plata gusci di noccioline ovunque sul pavimento: significa che il ristorante è molto frequentato e dunque ottimo...
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A U
RGENTINA
&
RUGUAY
Mattinata alla Reserva de la Biosfera di Punta Indio, con pic nic vicino a Punta Piedras dopo aver fatto spesa in un improbabile negozietto di alimentari cominciamo a familiarizzare col concetto di spiaggia che hanno da queste parti... Pomeriggio in visita da bravi turisti a La Plata (gran bella città), visioniamo alcuni ristoranti-o-similari e torniamo a cena al Modelo.
Ci trasferiamo tra i gauchos! la prima sosta della mattina è però al Santuario della Madonna di Lujan, luogo di pellegrinaggio per tutti gli argentini, pranziamo vicino al santuario, prosciutto, insalata, dolce alle mele e ottimo vino bianco Lopez. Arriviamo a San Antonio de Areco, paese dei gauchos, nel pomeriggio alloggiamo all'hotel Volver, c'è anche la piscina. Visitiamo il paese, il ponte rosso è stato duramente colpito dall'alluvione di qualche mese fa e per arrivare al Parque Creollo dobbiamo inventarci la strada e riusciamo anche a restare chiusi dentro al parco dopo la chiusura. Per fortuna non siamo ciccioni e riusciamo a passare tra la colonna del cancello e il cancello... ceniamo da Marti, un 'must' qui a San Antonio.
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oggi andiamo a Tigre. Un giro in barca sul Delta del Paranà e pranzo a base di insalate e ci spostiamo a Vicente Lopez faticando molto per trovare il B&B Susana Just, comunque ne vale la pena, il B&B è bellissimo! E' la sera della viglia, Susana ci invita a cena dai suoi amici, ma preferiamo restare qui 'a casa' da soli, piscina a disposizione, temperatura perfetta per cenare fuori, facciamo la spesa al supermercato e ceniamo con prosciutto, salame, formaggio, olive... vino... e panettone. Natale... colazione da Susana e partenza per l'aeroporto Newberry, riconsegnamo l'auto, paghiamo i km extra, facciamo il check-in, cambiamo altri dollari, usciamo dal terminal in attesa dell'imbarco e passeggiamo sul lungo fiume del Rio de la Plata. Prendiamo il volo per Ushuaia.
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il meteo qui nella pampa è stato superlativo... ben che vada in Tierra del Fuego troveremo 25 gradi in meno... il volo Aerolineas Argentinas è in perfetto orario, già in pista... dobbiamo rientrare per un problema tecnico... si scende... qualcosa alla turbina, che per fortuna il meccanico riesce a sistemare facendoci ripartire con solo un'ora di ritardo... ore 16... atterriamo nella città più a sud del mondo...
Ushuaia
Roberto del B&B Mysteen Kepen ci aspetta in aeroporto passiamo il pomeriggio in giro per le strade della città, compraimo una maglietta, visitiamo la Galeria Tematica e ceniamo al Bodegon Fuegino. Amore incondizionato per la carne argentina...
Nuovo giorno in Terra del Fuoco
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ARGENTINA
Terra del Fuoco
In mattinata andiamo al ghiacciaio Martial, in taxi fino all'Aerosilla che però non funziona e quindi si sale al ghiacciaio a piedi. Torniamo anche al B&B a piedi... 3 ore e mezzo di camminata, pranziamo al '137' in attesa di imbarcarci sul catamarano di Rumbo Sur, l'Ushuaia Explorer bellissima escursione sul Canale di Beagle! Island Alicia, con gli Imperial Cormorans, i Black Eybrow Albatros... e anche Swas e Steamer Ducks... Arcipelago Les Eclaireurs, con la Sea Lions Island, il Lighthouse piÚ a sud del mondo.Navighiamo sul Beagle Channel tra Puerto Almanza e Port Williams ultima tappa il Mackinlay Pass, con Martillo Island e i Magellanic Penguins fa freddissimo! Rientriamo ad Ushuaia e cerchiamo un ristorante caldo... optiamo per La Estrella: il filetto di manzo entra ufficialmente nella mia personale classifica dei migliori filetti mai mangiati, insieme a quello di Flores in Guatemala e a quello di Swallendam in Sudafrica...
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Patagonia
Colazione al B&B e poi si torna all' aeroporto Malvinas, oggi si vola in Patagonia con Lan Chile atterriamo a El Calafate con 8 minuti di anticipo e però facciamo partire con 30 minuiti di ritardo la navetta collettiva per il centro di Calafate perchè la mia valigia è rimasta sull'aereo che per fortuna non è ancora ridecollato... Alloggiamo all'Hostal Schilling Patagonico appena entriamo Stefano ha la solita reazione di quando sente odore di ostello e non di hotel e sostiene di essere fuori età. (in questo posto passeremo tre notti, staremo benissimo e torneremo anche qui per un'altra notte...) Pranziamo a base di empanadas e poi andiamo a ritirare l'auto alla Hertz... noleggio complicatissimo!! la nostra 'futura' non è ancora rientrata dal noleggio precedente e non si sa dove sia e non ci sono altre auto disponibili, cerchiamo un taxista disposto a portarci al Perito Moreno domani e ci informiamo sui bus che vanno a Chalten... e proprio quando siamo quasi riusciti ad organizzarci sena auto, la Hertz ci
chiama dicendo che l'auto è ricomparsa... diamo disdetta al taxista e torniamo all'ufficio Hertz... Terminiamo il pomeriggio sul Lago Argentino... giusto un paio di sterrate per provare l'auto... e controlliamo anche lo stato della strada per il Perito Moreno... cioè in pratica arriviamo fino all'ingresso del parco de Los Glaciares! senza entrare... ripercorriamo gli 80 km e torniamo a El Calafate per la cena. Già che ci siamo passiamo anche in farmacia... soliti problemi... con tutta sta carne e senza kiwi l'intestino di Stefano 'dorme' da giorni. Trekking sul Perito Moreno con Hielo Adventuras, con i ramponi, emozione incredibile! brindisi col Whisky sul ghiacciaio compreso. (da grande vorrei fare quella che va sui ghiacciai con i ramponi...) La giornata che già in principio è nuvolosa dopo il trekking si mette decisamente al brutto torniamo a El Calafate, smette di piovere, ceniamo al Rick's a base ovviamente di parrilla, caffè su Avenida Libertador e passeggiata in centro per terminare questa giornata.
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Patagonia
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PERITO MORENO partenza per El Chalten si percorre la stupenda Ruta 40, con sosta a La Leonia carcasse di animali lungo la strada... caldissimo, sole e cielo azzurro! pranzo pic nic poco prima di entrare a El Chalten e poi... subito trekking: Mirador de Las Agulias, Mirador de Los Condores, Salto del Chorillo ceniamo al ristorante El Muro e giĂ che ci siamo prenotiamo un tavolo anche per domani sera (sarĂ il compleanno di Stefano) alloggiamo alla deliziosa Hostaria Koonek nuovo giorno e... nuovo trekking... superlativo! 20 km... Mirador Cerro Torre, Laguna Hija y Laguna Madre, Poincenot, seguiamo anche un tratto del sentiero verso la Laguna de Los Tres per avvistare il Fitz Roy, costeggiamo la Laguna Capri e ritorniamo a El Chalten cena al Muro per festeggiare Stefano: Cabernet Alamos, carne di manzo, purea di patate e applepie con gelato alla vaniglia domani si torna a El Calafate, con cenone di San Silvestro giĂ prenotato all'Hostal Patagonico!
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Lela Poleggi Photography
52 Giroinfoto Magazine
Ulltima mattina a El Chalten, ci svegliamo intorno alle 6 sotto un diluvio... tutti qui all'Hostaria siamo in attesa del ritorno del sole che è dato quasi per certo intorno alle 10... e poi potremmo discutere delle previsioni meteo dei nativos che ti dicono con assoluta certezza che tempo farà senza però prenderci mai... Dispiace un po' lasciare El Chalten perchè i trekking qui sono davvero fantastici, cammini per ore e ore senza incontrare nessuno, non ci sono insediamenti di alcun tipo, niente rifugi... bevi l'acqua dei ruscelli e delle lagune... vado al supermercato a fare un po' di spesa e poco dopo le 9 partiamo per El Calafate, di nuovo la Ruta 40 (non ci sono altre strade). Sosta al Lago Viedma, pic nic a La Leonia in riva al fiume arriviamo all'Hostal Schilling Patagonico e sistemiamo i bagagli in camera. approfittiamo del sole che come promesso è tornato e andiamo alla Laguna Nimez shopping patagonico non proprio semplice... per trovare una t-shirt con lo stemma della Ruta 40 che piaccia a Stefano dobbiamo farcela stampare apposta...
Cenone di San Silvestro all'Hostal: come antipasto insalate miste e rotoli di pan di spagna ripieni di tonno e olive, oppure ripieni di prosciutto e formaggio, oppure ripieni di noci... piatto principale rotolo di agnello squisito e patate al forno con la pelle... Ciclos Blanco, un sauvignon niente male... panettone e champagne per festeggiare il nuovo anno intanto su El Calafate è scesa l'oscurità, qualche fuoco d'artificio...
è il 2015...
gennaio... ultime ore in Patagonia, ci riposiamo sulle rive del Lago Argentino, c'è il sole, riusciamo a vedere tutte le vette dei ghiacciai... non c'è nessuno peccato dover lasciare la Patagonia... ma Buenos Aires ci aspetta... Liberiamo la camera allo Schilling, riconsegnamo l'auto, aspettiamo la navetta per l'aeroporto... aeroporto che riusciamo a raggiungere integri nonostante la perdita di una ruota lungo il tragitto...
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Baires atterriamo a Baires e il taxi privato dell'Hotel Lennox ci porta all'albergo, doccia veloce e subito fuori a cena, proviamo al Chiquilin ma è chiuso e optiamo per Las Canas. Troppo buio per iniziare la visita della capitale argentina e andiamo a dormire. Colazione in Hotel e poi 26 km a piedi... visitiamo tutta la città ... Casa Rosada, Recoleta, Bombonera, Caminito, San Telmo..... ecc ecc ecc... da perfetti turisti!! pranzo da Amici Miei e cena al Chiquilin... brochette di lomo divinaaaaaaaa!!
Baires
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Lela Poleggi Photography
ida y vuelta' in Uruguay
Prendiamo il Buquebus, che non è un autobus ma bensÏ
un ferry, e andiamo in Uruguay, a Colonia del Sacramento, patrimonio Unesco.
Giornata piacevole nonostante le lunghe code per emigrare... immigrare... riemigrare... reimmigrare...
Passeggiamo perle strade della graziosa cittadina, pranziamo al Viejo Barrio, bellissimo ristorante, cocina casera!
Scendiamo fino alla spiaggia... e decidiamo invece di riposarci nel parco sdraiati sull'erba...
Rientriamo a Baires e visitiamo Puerto Madero camminando
fino al Puente de Los Tangueros (Calatrava), nel caos piĂš totale raggiungiamo Plaza de Mayo: oggi da qui parte la Dakar!!
Ultima cena argentina al Chiquilin, sontuoso spiedino enorme di carne mista e filetto di manzo.
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Argentina & Uruguay na di quelle giornate che vorresti non arrivassero mai... si torna a casa. Colazione, ultima passeggiata fino all'obelisco, transfer per l'aeroporto Pistarini, ultime due copas de vino nell'attesa dell'imbarco, finiti i pesos con l'acquisto di ben tre cartoline... Volo Iberia, l'aereo fa schifo, niente monitor personale... volo lunghissimo e si balla anche tanto... gli annunci delle hostess sono di stare seduti e di chiamare solo in caso di estrema necessità ... Discorso del comandante poco prima dell'atterraggio: 'è stata una traversata complicata con raffiche di vento da est e da ovest a 300 km/h e diversi temporali tropicali... abbiamo cercato di farvi volare in sicurezza'. Transito al Barrajas... volo per Bologna... dormiamo tutto il tempo, siamo cotti dopo l'intercontinentale complicato... Madrid sempre bella Argentina strepitosa Uruguay piacevole parentesi Buenos Aires stupenda Viaggio superlativo
Lela Poleggi
A cura di
Davide Rostirolla
DIARIO DI VIAGGIO
ICELAND ON THE ROAD
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66 62 Giroinfoto Magazine
ICELAND ON THE ROAD DIARIO DI VIAGGIO
V
oli prenotati, alloggi e macchina presi e finalmente il 7
Agosto si parte destinazione Islanda.
Arriviamo nel pomeriggio e dopo la solita trafila, bagagli e ritiro 4x4, via verso
Reykjavik.
Messo in archivio il 1° giorno, il nostro road trip può iniziare. Partiamo con il classico giro del Golden Circle e mettendo in conto la mole di turisti che incontreremo (causa alta stagione e una bella giornata) andiamo verso Geysir, Gullfoss e la spianata di Pingvellir. Il giorno seguente è dedicato tutto alla penisola di Snaefellsnes nell'ovest delll'isola. Lungo la strada una sosta alla Black Church a Buðir vale sicuramente qualche scatto con la vostra reflex.
Proseguiamo per Arnarstapi e Londrangar e poi verso il cratere di Saxholl, un posto pazzesco dove sembra che il tempo si sia fermato.
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L
asciamo Borgarnes per andare verso il nord ed in
particolare ad
Akureyri,
dove vedere e fotografare le balene in barca nel fiordo adiacente la città è stata una delle esperienze piÚ emozionanti di tutto il viaggio.
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Hafragilsfoss e a Dettifoss
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5
° giorno, nonostante il mal tempo riusciamo comunque
alle Myvatn Nature Baths, meno affollate della Blue
Lagoon ma altrettanto belle, sopratutto al tramonto.
a far uscire una grande giornata percorrendo uno sterrato che ci porterĂ ad Hafragilsfoss e a Dettifoss), per arrivare
fino a Namafjall Hverir, una distesa di solfatare e fumarole (FOTO 06). Stanchi dalla giornata, in serata ci rilassiamo
Davide Rostirolla Photography
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Namafjall Hverir,
Davide Rostirolla Photography
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Nel viaggio di collegamento tra Akureyri e Egilsstadir, anche con nebbia e pioggia decidiamo di arrivare fino a Borgarfjörður attraverso uno sterrato a picco sull'oceano tra nebbia e pioggia, sembrava di stare in un racconto di fantasmi del nord Europa. Il 7° giorno non abbiamo nulla in programma ma alla fine uscirà fuori forse il giorno più bello del viaggio complice anche un sole fantastico. Al ritorno dalla diga Karahnjukar ci buttiamo dentro ad uno sterrato in solitaria, guadando qualche corso d'acqua, fino ad arrivare ai piedi del
monte Snæfell Essere li in mezzo al nulla, da soli a fotografare il wilderness islandese è stata una delle esperienze più incredibili del viaggio.
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Direzione sud fino a vedere gli iceberg di
Jokulsarlon Svinafellsjokull
e poi al ritorno verso Hofn lo sterrato è d'obbligo per arrivare ai piedi del ghiacciaio
(pagina successiva), dove è facile rimanere senza parole per la bellezza del posto.
Svinafellsjokull
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Davide Rostirolla Photography
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Il giorno seguente pioggia, vento e nebbia non ci fermano e dopo 4km a piedi in mezzo al nulla (sembrava di stare sulla luna) arriviamo al relitto del DC-3 americano caduto nel 1973. Complice il brutto tempo, è stata una delle esperienze piÚ belle e mistiche di tutto il viaggio. Il viaggio volge al termini e gli ultimi 2 giorni ci rilassiamo intorno alla capitale Reykjavik, piccola ma decisamente piena di vita nelle sere del fine settimana.
D N A L E C I AD O R E H T ON IO DIARIO DI VIAGG
le x digita le f e r a ll a gio, oltre g ia ica, che v g il lo o a t t n u a t ne, per camera io a s n lu u c a n d rullino in o n t u In co a a n d g a p i, e a e fuor o accom u t q a t c s a o o in son o utilizz p m e t lche da qua B/N.
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iro t s o R e avid
Le ottiche fotografiche sono sempre stato un tema molto discusso tra i fotografi. Ogni professionista o amatore, le considera molto soggettivamente dando pareri spesso discordanti, ma esistono caratteristiche oggettive che, nel modo degli obiettivi fotografici, devono essere tenute in considerazione e che bisogna conoscere. Chiunque si avvicini alla fotografia spende molto tempo sulla ricerca dell'ottica perfetta tra le varie marche e tipi di focali, mentre i piÚ esperti sono consapevoli che, prima ancora di porsi il problema della scelta, è bene imparare quali sono le tipologie presenti sul mercato, quali le piÚ utili e in quale contesto possono essere utilizzate. Parleremo quindi, di tutto quello che bisogna sapere per la scelta delle ottiche facendo una panoramica generale su tipologie, caratteristiche e utilizzo.
la
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LUNGHEZZA
FOCALE La lunghezza focale in fotografia rappresenta la distanza tra il centro ottico, che non sempre coincide con il centro dell'obiettivo e il sensore posto all'interno del corpo macchina. Detta misurazione viene espressa in millimetri ed è indicata su ogni ottica in commercio. Dalla lunghezza focale e dalle dimensioni della superficie sensibile dipende l'angolo di campo dell'obiettivo. A parità di dimensioni del sensore, più la focale è lunga, più stretto è il campo inquadrato. Più è corta, più sarà ampio l'angolo.
Grazie a questa misura sapremo che tipo di obiettivo stiamo utilizzando, e se è quello più adatto per lo scatto che dobbiamo realizzare. Tenendo in considerazione questi parametri, ora possiamo capire la distinzione tra i diversi obiettivi in commercio, catalogati in tre diverse tipologie: Grandangolari Standard Teleobiettivi
8 mm
inferiori ai 50 mm 50 mm superiori ai 50 mm
50 mm
400 mm
il
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DIAFRAMMA La funzione del diaframma e la sua capacità nell'apertura è un fattore fondamentale, spesso anche sinonimo di qualità rispetto all'ottica. L’apertura del diaframma consente il controllo della quantità di luce che decidiamo di acquisire e determina anche il tipo di messa a fuoco, ovvero la profondità di campo. Le ottiche di qualità, quindi, nelle loro caratteristiche di costruzione, avranno al proprio interno un diaframma con una elevata capacità di apertura, dando la possibilità di acquisire maggiore quantità di luce e molta elasticità con la profondità di campo. Di contro, scegliere un'ottica con un diaframma performante, significa spendere molti soldi, basti pensare che un 50 mm f 3,5 potrebbe costare intorno ai 40 / 60 €, mentre un 50 mm f 1,2 si aggira sui 1.500 € !, è necessario quindi valutare la spesa in base al nostro utilizzo.
f 2,8
f 3,5
f 5,6
la
COMPATIBILITA' CON IL PROCESSORE Uno dei criteri di scelta da valutare quando si decide di acquistare una macchina fotografica con i suoi obiettivi a corredo è la dimensione del sensore, che solitamente può essere di tipo APS-C (Advanced Photo System type-C) oppure Full Frame. La differenza? E' l'area di acquisizione, in quanto sul sensore più piccolo, l'APS-C, si perderà una porzione d’immagine rispetto al FF. Da un altro punto di vista, l’utilizzo di un sensore più piccolo ma con maggiore densità di pixel, consentirà di ottenere un’immagine più dettagliata di quella porzione d'immagine, consentendo di sfruttare di più la lunghezza focale di alcune ottiche, soprattutto del tipo tele.
COME DISTINGUERE LE OTTICHE Le maggiori marche che producono ottiche, distinguono i loro obiettivi con diverse sigle assegnandoli al tipo di processore dedicato. Qui di seguito, troverete un'elenco delle abreviazioni utilizzate dai brand più conosciuti:
CANON
EF EF-S L
Per Full Frame Per APS-C Per Full Frame ( serie Luxury)
NIKON
FX DX
Per Full Frame Per APS-C
SIGMA
APS-C Full Frame Attenzione agli obiettivi con focale più corta, essi tendono a catturare angoli più ampi e di conseguenza alterare l'immagine o creare una cornice nera. E' buona norma, conoscere a fondo i pregi e i difetti delle ottiche montate sul nostro corpo macchina, in modo da sfruttarle a pieno, prediligendo quelle dedicate per non avere sorprese.
DG DC
Per Full Frame Per APS-C
TAMRON
Di Di II
Per Full Frame Per APS-C
TOKINA
D DX
Per Full Frame Per APS-C
le
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TIPOLOGIE DEGLI OBIETTIVI La funzione principale di un obiettivo è di gestire il flusso della luce attraverso un gruppo di lenti. Queste lenti hanno una differente funzione, in quanto, alcune servono per la gestione delle cromie e altre per gestire la nitidezza e le eventuali distorsioni. Ma la caratteristica che le differenzia maggiormente è la creazione di un'angolo di campo, per questo esistono diversi tipi di obiettivi che impareremo a conoscere.
L’OBIETTIVO FISH-EYE La traduzione letterale del nome di questo obiettivo è “occhio di pesce”. E' la versione "spinta" della categoria dei grandangolari, compresa tra i 6mm e i 22 mm (molto genericamente). Il fish-eye scatta foto particolarmente curiose, poiché riprende un angolo campo molto ampio, fino a 180°, creando scatti dalla forma tondeggiante deformando i soggetti. Ideale per fotografare panorami, riprese di luoghi molto stretti e scatti creativi.
L’OBIETTIVO GRANDANGOLARE Come suggerisce il nome, la caratteristica di questo obiettivo è quella di inquadrare un angolo maggiore rispetto a come siamo abituati a vederlo ad occhio nudo. Per questo motivo è usato con frequenza da chi si occupa di paesaggistica, di reportage o chi è interessato alla prospettiva in uno scatto. Le ottiche grandangolari più comunemente usate sono il 28mm e il 35 mm e si possono trovare in commercio anche in zoom.
L’OBIETTIVO STANDARD O meglio, obiettivo normale, si intende un'ottica con una lunghezza focale pari alla diagonale del formato. Diversamente dagli obiettivi Grandangolari e Tele, quest'ottica non produce nessun allungamento o schiacciamento dei piani, nella profondità della scena, rendendo la fotografia inalterata nelle proporzioni. In fotografia è molto usata per ritrattistica o per riproduzioni considerando la lunghezza focale dai 40 ai 50 mm
L’OBIETTIVO TELE Questi obiettivi hanno la caratteristica di poter ingrandire moltissimo avvicinandosi ai soggetti ed elementi inquadrati più lontani. In sostanza può essere paragonato ad un binocolo, infatti le lenti si comportano allo stesso modo. Usati moltissimo in naturalistica, possono avere una lunghezza focale dai 50 mm fino ai 1000 mm e forse anche oltre. Possono servire anche ad isolare soggetti in una composizione fotografica dandogli cun particolare carattere.
L’OBIETTIVO MACRO Lo scopo dell’obiettivo macro è quello di poter scattare una fotografia ad un soggetto a breve distanza e, spesso, molto piccolo. Il classico esempio dell'impiego di queste ottiche è quello della ripresa degli insetti o dei fiori nei loro particolari. Grazie a questo sistema si può fotografare anche i più piccoli dettagli di un soggetto, potendoli ingrandire e soprattutto mettendoli a fuoco. La lunghezza focale, in queste ottiche, gioca solamente il ruolo del fattore di ingrandimento.
L’OBIETTIVO ZOOM
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Lo zoom permette una grande versatilità, che nell'incertezza di cosa ci troveremo a fotografare, è bene avere un obiettivo che sia in grado di coprire diverse lunghezze focali. Esistono perciò, zoom grandangolari e tele o amedue, che ci permetteranno di scegliere quale focale utilizzare. Attenzione però alle caratteristiche costruttive, spesso gli zoom se economici vengono penalizzati dalle scarse aperture di diaframma. Li potete facilmente identificare dalla sigla in millimetri, per ex: 28/105 mm.
L’OBIETTIVO TILT-SHIFT Chiamato anche decentrabile o basculante. Questo obiettivo può cambiare inclinazione rispetto al corpo macchina, oltre che decentrarsi da esso. Immaginiamo di dover fotografare un edificio molto alto. Con un obiettivo Tilt-Shift, grazie al suo sistema, gli permette il basculaggio e decentraggio dello schema ottico correggendo la prospettiva e linee. Cosa che non sarà possibile con un grandangolo o peggio un tele. Impiegato anche nella realizzazione di effetti "TS" come la foto di seguito.
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OMAHA BEACH SULLE TRACCE DEL D-DAY PART 6
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8 km di costa dove si è combattuta la battaglia piÚ drammatica e cruenta del D-DAY. Il famoso momento dello sbarco, raccontato da infiniti libri e film, fu un vero massacro degli americani che cercavano di avanzare dal mare alla terra ferma, mentre gli avamposti tedeschi, dall’alto delle dune di sabbia , sparavano senza sosta una pioggia di fuoco.
Omaha Beach
è il nome in codice dato dagli alleati ad una delle cinque spiagge su cui avvennero gli sbarchi il 6 giugno 1944. La spiaggia, dell'ampiezza di 8 chilometri, si estende da Sainte-Honorine-des-Pertes a Vierville-sur-Mer.
OMAHA BEACH
Omaha fu divisa, secondo i piani alleati, in settori suddivisi, a loro volta, in sotto-settori. La 1ª Divisione avrebbe impiegato il 16º Reggimento negli sbarchi nei due sotto-settori più orientali (Easy Red e Fox Green - estese assieme tre chilometri) con un battaglione ciascuno mentre un battaglione di supporto sarebbe sbarcato, sempre a Easy Red, dopo 70 minuti dall'ora dello sbarco. Gli altri sotto-settori, Dog Green, Dog White, Dog Red e Easy Green, in altri tre chilometri di spiaggia, sarebbero stati invasi dal 116º Reggimento (29ª Divisione), mentre il battaglione di supporto sarebbe giunto nei tre settori più occidentali. Poi sarebbe giunta la seconda ondata, divisa in cinque "sotto-settori" ogni mezz'ora e sarebbero giunte sulla spiaggia le unità d'artiglieria, di contraerea e anticarro, ma sarebbe stato dopo circa tre ore dall'attacco che il vero afflusso di veicoli sarebbe cominciato prevedendo la completa organizzazione di una vera e propria base militare sulla spiaggia stessa. Su Easy Red e Fox Green, il 16º Reggimento ed i suoi supporti sarebbero sbarcati secondo un piano analogo.
PHOTO BY ROBERT CAPA
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Robert Capa FOTOGRAFO DI GUERRA Uno dei più intensi reportage di guerra di tutti i tempi. Armato di due fotocamere Contax II, il fotografo Robert Capa documentò il secondo assalto a Omaha Beach. Ci sono diverse spiegazioni sul perché le foto sono così sfocate. Secondo la versione ufficiale, fu un errore alla camera oscura da parte di un tecnico a Londra. A causa di questo errore, delle 106 fotografie che Capa scattò quel giorno, solo undici sono sopravvissute. Qualcuno dice (tra cui lo stesso Capa) che si tratta di una scelta stilistica, dal momento che il fuori fuoco rappresenta meglio come quei momenti sono stati vissuti dai soldati americani. Il regista Steven Spielberg si è esplicitamente ispirato alle foto di Capa per il suo "Salvate il soldato Ryan".
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Les Braves Nel bel mezzo di Omaha Beach, nel 2014, in occasione del 60° anniversario del D-DAY è stato creato dalla scultrice Annie-Laure Banon, un monumento alla memoria dei caduti. La scultura si compone di tre elementi.
Le ali della speranza Riconquista della libertà Le ali della fraternità
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Giancarlo Nitti photography
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LE VOSTRE
NI O I Z O M FOTOE
Rubrica dedicata agli inserzionisti di Giroinfoto e i premi assegnati nei social group associati alla rivista. Invia una tua foto, descrivila, firmala e la pubblicheremo. scrivi a : redazione@giroinfoto.com
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La Civetta della Laguna Autore: Luca Benatelli Scattata a : Laguna di Caorle (VE)
Conoscere il mondo attraverso
un obbiettivo è un privilegio che solo
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