Giroinfoto magazine 18

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N. 18 - 2017 | APRILE, Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it

N.18 -

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2017 aprile

giroinfoto www.giroinfoto.com

PARTIAMO PER

19-21 MAGGIO PANTALICA - SICILIA 17-24 GIUGNO TENERIFE - SPAGNA 7-14 OTTOBRE MAROCCO

IL FLASH USARE CON CAUTELA

SVALBARD

GIROINFOTO REPORTAGE Di Roberto Giancaterina

CESKY KRUMLOV REPUBBLICA CECA Di Sergio Agrò

DANZA RITUAL TOTOLAC - MEXICO

Di Luis Jiménez Chargoy Photo cover by Roberto Giancaterina


WEL

COME 18 www.giroinfoto.com


la redazione | Giroinfoto Magazine

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fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto magazine©. Una finestra sul mondo da un punto di vista privilegiato, quello fotografico, con cui ammirare e lasciarsi coinvolgere dalle bellezze offerte dal nostro pianeta. Una lettura attuale e innovativa, che accoglie, oltre i migliori professionisti della fotografia da reportage, anche le immagini e le esperienze di chiunque sia appassionato di viaggi e fotografia. Con i luoghi più interessanti e curiosi, gli itinerari più originali, le recensioni più vere e i viaggi più autentici, Giroinfoto magazine ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio e la condivisione di migliaia di luoghi e situazioni sparsi per il nostro pianeta. Uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale o amatoriale, in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Uno largo spazio di sfogo, per chi ama fotografare e viaggiare, dove è possibile pubblicare le proprie esperienze di viaggio raccontate da fotografie e testi, indipendentemente dal valore professionale dell'autore. Una raccolta di molteplici idee e progetti di viaggio, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e socio-politiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Troverete anche articoli tecnici, dove prendere spunto per ottenere scatti sempre perfetti e con idee sempre nuove per rendere le fotografie più interessanti. Giroinfoto.com© , con la sua rivista e la sua rete web è la più grande community di foto-viaggiatori che accoglie chiunque voglia condividere le proprie esperienze di viaggio o semplicemente farsi coinvolgere dai racconti pubblicati. Director of Giroinfoto.com Giancarlo Nitti

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Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.

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data di uscita 20 Aprile 2017

fotografare

e v ia gg iare due passioni un’ unica esperienza

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INSIDE

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66 48 Indice 10

ROUTE 66 New Mexico e Arizona Giroinfoto Scout Location

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SVALBARD 80° Parallelo Giroinfoto Reportage

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VIETNAM Diario di viaggio A Cura di Lela Poleggi

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CESKY KRUMLOV Repubblica Ceca A cura di Sergio Agrò

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THE FLASH Fotografico Giroinfoto school

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DANZA RITUAL Totolac - Mexico

A cura di Luis Jiménez Chargoy

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LUBIANA Le opere di Plecnik A cura di Paolo Buccheri

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FOTOEMOZIONI Questo mese con: Manuelo Bececco Pier Biffi Max Caligaris Francesco Dell'Eva


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VI PRESENTIAMO

I NOSTRI

NUMERI

E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: marzo 2017

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Articoli totali sul magazine

Articoli pubblicati dagli utenti

Nuovi inserzionisti

Foto singole pubblicate

Copertura degli articoli sui continenti

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ARTICOLI

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ARTICOLI

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Dove viene letto Giroinfoto magazine

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New Mexico e Arizona

Route 66

The Mother road

Uno dei tratti piĂš interessanti della storica Route 66. Dal New Mexico all'arizona in un percorso colmo di tappe interessanti e a volte molto stravaganti.

Giancarlo Nitti Photography


S C O U T L O C AT I O N

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4 5 6 FOTOGRAFIA

NOTE

SCOUTING

Essendo molteplici i contenuti di questo tragitto ci si deve preparare ad affrontare diversi tipi di fotografia.

Quasi tutti i siti sono ad entrata libera, escluso qualche museo. E' consigliato verificare ogni location con li propri contenuti.

Questa scout location e le fotografie sono state realizzate nel mese di Settembre 2016 da Giancarlo Nitti.


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GEOGRAFIA U.S.A. New Mexico-Arizona Old Route 66 Nm | Az - US

2 3 PERIODO

CONTENUTI

Periodo Primaverile ed estivo, da aprile a ottobre.

Tappe e siti storici. Musei e parchi a tema . Shopping da collezionismo.

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NM - AZ R66

The Mother road

Sarebbe infinita la lista su cui bisognerebbe elencare tutti i siti che hanno partecipato a rendere leggendaria e sacra la Route 66, una ricerca infinita che stuzzica ogni volta la curiosità di chi percorre la mother road. Qui di seguito alcuni dei punti più importanti dell'attraversamento degli stati del New Mexico e Arizona, da est ad ovest.

R66 Tucumcari NEW MEXICO

Il primo importante sito del New Mexico in puro stile Route 66. Il Teepee Curios sarà a darvi il ben venuto; si tratta di un negozio di souvenir, che ai tempi era una stazione di servizio con al suo esterno una tenda indiana. Non perdetevi "La Cita", anche questo fun locale facilmente riconoscibile da un enorme sombrero messicano, simbolo della tipologia di cucina che servono in questo ristorante. Il Blue Swallow Motel, con la sua famosa insegna, fra le più belle che incontrerete lungo tutta la Route 66. La cittadina inoltre ospita il Tucumcari Historical Museum dove troverete molti documenti e notizie sulla storia locale ed lo stretto rapporto con la Route 66 in New Mexico.


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Giancarlo Nitti photography

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Giancarlo Nitti Photography


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R66 Santa Rosa NEW MEXICO

Proseguendo verso ovest, incontriamo Santa Rosa, definita anche oasi della Route perchè sensibilmente diversa come vegetazione rispetto all'area arida che ci si lascia alle spalle. Questa cittadina è inoltre famosa per i suoi laghetti, come il Blue Hole o il Perch Lake in cui, dove si praticano anche immersioni. Se vi troverete davanti a una vecchia macchina gialla posta sopra un palo, significa che siete giunti al Route 66 Auto Museum ddella città; un’attrazione che gli amanti di auto d’epoca non possono farsi mancare. Ingresso a pagamento.

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R66 Albuquerque NEW MEXICO

Il centro più importante del New Mexico con la pittoresca Old Town, che ospita tutta una serie di negozi, case e edifici rigorosamente in stile adobe . Non dimenticate di visitare la tipica chiesa di San Filippo o visitare il New Mexico Museum of Natural History (1801 Mountain Rd NW) che ospita una mostra sui dinosauri con ricostruzioni a grandezza naturale. Se siete amanti dei serpenti potete curiosare all' American International Rattlesnake Museum, situato nella città vecchia, con la più vasta collezione di serpenti a sonagli vivi al mondo. Altra chicca può essere l'auto lavaggio e il "Twister" utilizzato per il fast food "Los Pollos Hermanos" della serie televisiva Breaking Bad.


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R66 Gallup NEW MEXICO

L'ultima città prima di superare il confine con l'Arizona, comoda location di passaggio che offre molte sistemazioni per fare tappa e continuare il proprio viaggio sulla R66. Segno indelebile del passaggio del grande cinema americano è il El Rancho Hotel and Motel dove soggiornarono molti attori noti per la vicinanza dei set in stile western. Il Navajo Code Talkers Museum è interessante da visitare per conoscere la storia di come gli strateghi militari americani durante la seconda guerra mondiale ebbero l’intuizione di usare la lingua navajo per diffondere le comunicazioni militari riservate. La via principale è incastonata da diversi negozi in stile Navajo, commercianti di gioielli e artigianato locale.


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R66 WILLIAMS ARIZONA

Dopo aver attraversato Holbrook con il suo motel con le tende indiane, la pittoresca Flagstaff e Winslow con il suo grazioso museo, arriviamo al primo importante centro della R66 in Arizona: Williams. Da un punto di vista storico è nota per essere stata l’ultima città nel 1984 ad essere esclusa dal passaggio obbligato della Route 66 dalla costruzione della Interstate-40, ma la città è rimasta sempre fiorente per la sua posizione strategica per visitare il Grand Canyon, infatti da qui partono i Grand Canyon Railway che vi porteranno direttamente al parco. Il paese, ovviamente è in perfetto stile R66, circondati dalle insegne colorate e un'atmosfera vintage.


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R66 SELIGMAN ARIZONA

Proseguendo verso la California, incontreremo un piccolissimo paese, ma la prova di come esistano posti che continuano a vivere grazie al mito della Route 66. Una cittadina che da diversi anni, ha avuto una vera e propria rinascita grazie al film della Disney "Cars", nel quale si cita la storia del paese escluso dal passaggio per la nuova costruzione dell'autostrada (la I-40). A Seligman, vi sono interessanti negozi tipici, segnati e caratterizzati con i protagonisti del film d’animazione. Nei diversi esercizi commerciali, spesso vi si trovano veri e propri musei ed a volte si riescono anche a fare degli ottimi affari in tema di antiquariato richiamando l'oggettistica degli anni 30-60, tempi in cui la Route 66 era uno stile di vita. Attenzione però alle riproduzioni. Proseguendo possiamo trovare ancora centri a tema R66, come Oatman, sulle Black Mountain con i suoi asini liberi per il paese e Kingman, altro medio-grande centro con ancora negozi a tema e un interessante museo sulla ferrovia.


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NM - AZ R66

The Mother road

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17 - 24 Giugno 2017 In collaborazione con

OUTDOORPHOTODREAM Eccoci con il primo programma di spedizione targato

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Una spedizione fotografica alla scoperta del territorio dell'isola di Tenerife. Condivideremo albe, tramonti e scatti notturni con lo scopo di divertirci, conoscerci e creare fantastiche immagini. Una settimana intensa di emozioni all'insegna della fotografia e della cultura.

+INFO

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PRENOTA QUESTA AVVENTURA Visita il sito www.giroinfoto.com e visualizza l'intero programma del viaggio.


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A cura di ROBERTO GIANCATERINA La prima tappa del progetto 80° parallelo si è conclusa con l' esplorazione delle isole Svalbard. Un arcipelago situato nel mar Glaciale Artico compreso tra il 74 e l' 81 parallelo nord. All'incirca all'altezza della Groenlandia. Sono considerate le terre abitate più a nord di tutto il pianeta.


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La città principale è

Longyearbeyn. Una cittadina ben organizzata ed anche piuttosto grande dedita al turismo dove vive la quasi totalità della popolazione composta da circa 2700 persone. Vige in queste terre un trattato, risalente agli anni 20, al quale ha aderito anche il nostro paese, secondo il quale tutti gli Stati aderenti hanno la possibilità di accedere e "colonizzare" le isole e sfruttarne le risorse, sempre nel rispetto dell'ambiente. Per questo è possibile incontrare persone di diverse nazionalità. Il paese che maggiormente ha deciso di sfruttare questo territorio e' stata in passato la Russia. Attualmente restano semi attivi alcuni insediamenti

appartenenti all' ex Unione Sovietica nei pressi di alcuni giacimenti minerari. Pyramiden e Svea sono insediamenti semi desertici mentre Barentsburg resta un centro attivo ed abitato dai lavoratori e dalle loro famiglie. Come potete immaginare le risorse principali del territorio sono il turismo e le attività minerarie. Non essendo presenti strade o collegamenti a lungo raggio l' unico modo per spostarsi, oltre a barche ed elicotteri, sono le motoslitte ed i cani da slitta.

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Roberto Giancaterina photography


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Il clima è quello artico leggermente moderato dalla coda della corrente del Golfo. Tuttavia il terreno rimane ghiacciato per tutto l' anno. Solamente in estate si può notare un parziale scongelamento nei punti più caldi. Dopo diverse ore di volo ed un atterraggio sul ghiaccio sono arrivato finalmente alle Isole Svalbard, coronando il mio sogno di raggiungere il Polo Nord dando ufficialmente inizio al Progetto 80° Parallelo.

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La mattina presto ero già pronto per il trasferimento nella base operativa dov'è mi sono ricongiunto con gli altri membri della spedizione. Un lungo ma necessario breafing dove ho avuto modo di conoscere la nostra guida. Stefano Poli, di origine italiana ma trapiantato a Longyearbeyn, dove lavora ormai da molti anni come guida e come fondatore del museo relativo alle esplorazioni del Polo Nord. Dopo aver ricontrollato tutta l' attrezzatura ed indossato le tute termiche siamo partiti lasciando le comodità della città per raggiungere il vero e proprio campo base. Ci siamo così diretti verso sud in direzione del fiordo di Bellsundet che sfocia nel mar di Groenlandia.


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l'ho mai visto da nessuna parte. Essendo il deserto artico privo di inquinamento luminoso si è mostrato a noi in tutta la sua infinita magnificenza rischiarato da una bellissima aurora boreale che ci ha accompagnati per tre notti di seguito. L' esplorazione si è concentrata nella parte centrale delle isole con l'osso dopo esplorativo ma anche con l' intenzione di documentare la vita oltre queste latitudini. I paesaggi sono stupefacenti. Il giorno nel periodo di febbraio dura circa otto ore ed il sole praticamente non è mai salito molto, rimanendo sempre all' altezza delle montagne regalandoci praticamente dei tramonti infiniti. La notte non è da meno. Ho passato molte notti all' aperto a fotografare stelle polari e via lattea in diversi posti ma un cielo cosÏ meraviglioso come quello polare non

L' aurora boreale e' uno spettacolo da togliere il fiato. Sono rimasto per diversi minuti ad ammirarla prima di decidermi ad iniziare a fotografarla. In un contesto simile riesci davvero a percepire quanto possiamo essere piccoli e quanto sono riuscito ad arrivare lontano da casa!


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Come esperienza e' stata abbastanza dura ed ho trovato anche diverse difficoltĂ , nonostante mi sia preparato molto a questo viaggio sia fisicamente che mentalmente. Il freddo estremo ha creato non poche difficoltĂ a molti strumenti elettronici alimentati a batterie tra le quali la mia reflex, inoltre la condensa sugli obiettivi diventava velocemente ghiaccio rendendone difficile l' utilizzo. Alle Svalbard il pericolo piĂš frequente sono gli orsi polari. Questi animali sono sempre alla ricerca di cibo. Si muovono frequentemente la mattina presto ed al tramonto, mentre di giorno riposano dietro le dune di neve o nelle depressioni del terreno. Basta svoltare dietro una duna per trovarsi faccia a faccia con uno di questi animali che confondendosi col terreno rendono difficoltoso il loro avvistamento.

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Per questo motivo è sempre consigliato uscire armati e controllare bene le aree di sosta prima di scendere a piedi. Gli orsi polari sono una specie protetta ed in via di estinzione e (giustamente) non è possibile cacciarli, ma in casi di estrema necessità e' consentita la legittima difesa. Non è difficile invece avvistare le renne che vivono numerose in tutta la regione. Non a caso una delle valli prende il nome da questo animale. Durante la nostra traversata ho potuto vedere dal vivo anche alcuni esemplari di volpe polare. Ad ovest del nostro campo base si trova invece il ghiacciaio Paula. Un antichissimo anfiteatro di ghiaccio azzurro si allarga con un fronte molto ampio. Il colore azzurro/blu e' dato dalla pressione che il ghiaccio esercita sulla neve fresca. Una forza impressionante che vede opporsi gli enormi blocchi del ghiacciaio contro la neve eterna del permafrost. Questo effetto determina anche vere e proprie esplosioni delle pareti del ghiacciaio che generano forti esplosioni udibili anche a notevoli distanze e la proiezione di blocchi anche a decine di metri.

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Questo primo "contatto" con il Polo Nord mi è stato sicuramente utile e necessario per affrontare le prossime avventure. Questi territori selvaggi sono molto diversi da quelli che sono abituato a frequentare ed anche se ormai ho una certa esperienza, acquisita in montagna o in altri luoghi simili, le terre polari sono una realtà totalmente differenti. Posso solo ringraziare tutti coloro che mi stanno seguendo e tutti gli sponsor che hanno deciso di sostenere questa mia avventura, primo tra tutti Giroinfoto, con il quale ho il privilegio di collaborare. Un ringraziamento particolare va anche all' Aereonautica Militare, che ci ha aperto i suoi archivi e ci ha permesso di utilizzare il materiale originale delle varie spedizioni al Polo, permettendoci di ampliare il mio lavoro di ricerca. Non resta che aspettare le prossime date e vi ricordo che se volete potete seguirmi sul gruppo Facebook "diario di un viaggio al Polo Nord Spedizione 80 parallelo"

Next stop. North Pole! Roberto Giancaterina


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Vietnam A cura di Lela Poleggi

Dicembre 2013 Finalmente il tanto atteso e sognato viaggio in Vietnam! Facciamo scalo a Singapore ed arriviamo ad Hanoi poco prima di mezzogiorno, con la nostra 'lettera di invito' in mano. La tanto temuta pratica per l'ottenimento del visto dura ben... 4 minuti, poi ce ne vogliono altri 40 per la consegna dei bagagli (da tanti bloggers avevo letto di almeno due ore di attesa per il visto). Nel frattempo il doganiere che si è occupato del nostro fast-visa scompare, in compenso appare Binh, piccolino e faccia simpatica, ci consegna un cellulare che dobbiamo usare in caso di emergenze qui in Vietnam, responsabile locale di dell'agenzia viaggi a cui ci affiideremo per un paio di cose durante questo viaggio. Nel pomeriggio visitiamo la capitale da soli: il Lago Hoak Kiem, il Tempio della Letteratura, la Pagoda ad un Pilastro, il Mausoleo di Ho Chi Minh, la casa di Zio Ho,il mercato Dond Xuan, il Tempio di Bach Ma Ceniamo al Ristorante Tirant, maiale alle cinque spezie, zuppa di vegetali, melanzane con chissà cosa...


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Vietnam Giroinfoto Magazine

Secondo giorno

Su di un pullmino vecchissimo della Tnk Travel (ho comprato l'escursione su internet) e che a fatica si accende, sbagliando strada con conseguente inversione in autostrada, arriviamo al fiume, saliamo su una barca a remi e dopo circa un'ora arriviamo ad una specie di ristorante 'tipico', mangiamo tutti dallo stesso grande piatto insieme a gente mai vista prima e con le bacchette (non vedremo mai piÚ le posate finchè staremo in Vietnam) Dopo il pranzo saliamo a piedi fino alla Pagoda dei Profumi Quando arriva il momento di riprendere le barche scopriamo di avere perso un po' di compagni di escursione, poco male, si parte lo stesso. Rientrati ad Hanoi ceniamo all'Opera, manzo, anatra, riso dentro all'ananas con gamberetti e verdure lesse.


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Terzo giorno Alcune domande sorgono spontanee... strada dritta, vuota, 55 km orari? Il responsabile dell'agenzia ci telefona chiedendo se abbiamo freddo e se abbiamo problemi di pancia... e come mai siamo stati due giorni chiusi in hotel...in effetti l'unico che è restato in hotel è il loro cellulare... il dubbio che ce l'abbiano dato per controllare i nostri spostamenti viene? Procediamo... strada libera, scorrevole... 40 km orari. Cambio di situazione... traffico, motorini che sfrecciando ci superano, 70 km orari, il nostro autista guida attaccato al furgoncino davanti. Stiamo andando alla Baia di Halong, il sole tenta di filtrare attraverso il polveroso cielo vietnamita. Arriviamo alla Baia e sistemiamo i bagagli in cabina, la nave è bellissima, pranzo con infinite portate a base di pesce, alzo bandiera bianca e mi faccio portare del bacon... Con i motoscafi di appoggio raggiungiamo la Hang Sung Sot, sull'isola di Bo Hon, sosta alla spiaggia di Titov sul Golfo del Tonchino. Risaliti sulla nave, partecipo alla lezione di cucina vietnamita (seguite la lezione se capitate in Vietnam... vi servirà saper cucinare gli involtini primavera da soli) E' la vigilia di Natale, su tutte le navi presenti nella Baia si festeggia... evitiamo i balli di gruppo con Gangnam Style e andiamo in cabina.

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Mattina di Natale Thai chi sul ponte della nave mentre albeggia, colazione (manzo e vermicelli in brodo di pesce...il pho). Sulla barca di bambù raggiungiamo la Hang Luon per vedere i macachi . Tornati sulla Golden Cruise navighiamo tra i villaggi galleggianti. La Baia di Halong è un incanto, forse un po' molto turistica ma va bene anche così Di nuovo in auto, percorrendo strade di campagna arriviamo alla Pagoda But Thap, prima di proseguire per l'aeroporto Noi Bai. Salutiamo Binh e in volo ci spostiamo al centro del Vietnam. All'atterraggio ci aspetta il responsabile di Chao Viet, si chiama Vinh, senza denti, abiti dimessi, sportina di plastica tutta rotta in mano... piena di regali per noi (cappelli, calendari, olio contro il mal di pancia). Ci accompagna all'hotel Indochine di Hoi An In camera troviamo un cartello con scritto: 'grazie per aver scelto di soggiornare da noi nonostante tutto' (qualcosa che ha a che fare con l'uragano che ha colpito questa zona del paese il mese scorso). Il Giorno successivo Escursione a My Son, ci affidiamo ancora a Tnk Travel, niente Vinh. Dopo un complicato sistema di sali-scendi-risali e riscendi da vari bus arriviamo a destinazione My Son si pronuncia MI SON e significa Beautiful Mountain. Bel sito Chang che quell'imbecille di Nixon ha fatto bombardare e ha quasi completamente distrutto Rientriamo a Hoi An con la barca e dopo un pranzo più che frugale ci fermiamo sull'isoletta di fronte alla città, i segni dell'uragano sono piuttosto evidenti Molo di Hoi An, beviamo un cocco enorme e tentiamo di mangiare banana abbrustolita e dolcificata che sa di ginger... forse abbiamo sbagliato bustina... forse dovevamo dar retta alla venditrice di frutta che alla nostra richiesta di banana insisteva per darci la bustina di fianco a quella che volevamo noi... Ceniamo in una bettola, con toilette dentro alla cucina e senza antibagno. Liberiamo le lanterne sul fiume e compriamo dolci al cocco lungo la strada. Hoi An ci conquista!!


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Sesto giorno Di nuovo in marcia, oggi andiamo a Huè, c'è anche Vinh Prima però sosta fotografica alla spiaggia di Hoi An (che non si dica che non andiamo mai al mare). Giunti a Huè visitiamo l'ennesima pagoda Thien Mu e facciamo un gita sul fiume con una Dragon Boat. Ceniamo al Golden Rice, proprio di fronte al nostro Asia Hotel Settimo giorno Sempre a Huè, niente Vinh facciamo da soli... Visitiamo il fantastico mercato di Dong Ba e la Cittadella Quattro ore di camminata con lo sforzo costante di evitare i vietnamiti che sperano di farci salire su barche e risciò e ci guardano sconvolti quando capiscono che vogliamo camminare! Pranzo e cena al Golden Rice (assolutamente consigliato) Domani si vola a Saigon. Ottavo giorno Saigon, hotel Blue Diamond, chiedo l'upgrade per avere la camera con le finestre Per pranzo pho al manzo e zuppa vegetale (tanto per cambiare... qui in Vietnam trovi pho a colazione pranzo e cena!!) Contratto con un tassista che starà con noi per il pomeriggio Visitiamo la Pagoda dell'Imperatore di Giada, e Cholon Verso sera da soli passeggiamo per Saigon, gran bella città!

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Nono giorno Giornata lunghissima! quasi tre ore di viaggio per arrivare al delta del Mekong, con noi la bravissima guida Jennifer di Chao Viet (che però si chiamerebbe Binh anche lei), ottimo inglese. Arriviamo a Cai Be e saliamo su una barca a motore, risaliamo gli infiniti canali del fiume con qualche fermata qua e la. Cambiamo barca e continuiamo con una barchetta a remi, fino a quando la vegetazione troppo folta ci impedisce di continuare e dobbiamo sbarcare e andare a piedi Arriviamo ad una radura e pranziamo: pesce elefante, involtini (fatti da noi, perchè qui in Vietnam hanno l'abitudine di portarti solo gli ingredienti e poi ti arrangi) polpette di maiale e tanta altra roba... compresa una buonissima torta di compleanno per Stefano che offriamo anche alla fmiglia che vive qui nella radura... non ci sono i piattini ma la carta di riso avanzata dagli involtini primavera va benissimo! Rientriamo a Saigon, ci concediamo un 'foot massage' da due ore (!!) e concludiamo con cena alla Vietnamite House (divina).


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Decimo giorno Continuano i festeggiamenti per il compleanno di Stefano: sciarpa in regalo da parte della guida (siamo abbondantemente sopra i 30 gradi ma secondo i vietnamiti è pur sempre inverno) e telefonata dalla Chao Viet per gli auguri... Oggi siamo a Cu Chi, scendiamo nei tunnels di guerra (allucinanti) e pranziamo a base di tapioca. Rientrati a Saigon (anche detta Ho Ci Min) salutiamo Jennifer e da soli visitiamo il Museo dei Residuati Bellici (uscendone con un odio totale per gli statunitensi). Concludiamo con la visita del mercato di Ben Thanh e del Tempio di Mariamman. Questa sera si cena di fronte all'hotel, manzo saltato con cipolle e verdure sconosciute e gamberi, in attesa della ciotola di riso che a fine cena non è ancora pronta ci offrono una zuppa di pesce.

Vietnam

E' l'ultimo dell'anno, raggiungiamo il fiume per assistere ai fuochi d'artificio, c'è un caos pazzesco, a fatica a piedi ci facciamo strada fra gli ingorghi di motorini, arriviamo al fiume ma è ancora prestissimo e siamo stanchi morti... quindi rinunciamo ai fuochi e rientriamo in hotel. Ultimo giorno del viaggio e Primo dell'anno... 'Good Morning Vietnam!!' e ultima passeggiata per le strade di Saigon... Che dire di questo viaggio?? Bellissimo itinerario, Hanoi, Halong, Hoi An, Huè, Saigon, il Mekong e Cuchi Bella gente e ottimo cibo Vietnam... finalmente siamo venuti a trovarti!

Lela Poleggi


PANTALICA INCONTRO GIROINFOTO Primo evento del progetto di scout location sulla regione Sicilia. La tappa sarà Pantalica con il suo parco e la necropoli nella provincia di Siracusa. Un percorso in diversi step a piedi per visitare il parco e scoprire la necropoli al suo interno godendo dei panorami siciliani. Tre giornate dedicate alla natura, la storia e con una sessione serale-notturna per la fotografia.

Guida specializzata AIGAE (Ass. Guide Ambientali) Fotografo GIANCARLO NITTI Prenotazioni all'incontro

direttamente sul sito www.giroinfoto.com alla pagina "attività"

Possibilità di sistemazione

è possibile richiedere in fase di prenotazione i servizi per le sistemazioni, i trasferimenti e il vitto in convenzione con l'evento.

Disponibilità

Posti limitati ad un massimo di 16 persone.

Attenzione,

non si tratta di un workshop, ma di un incontro culturale guidato, organizzato dall'amministrazione redazionale al fine di promuovere i contenuti di chi vorrà partecipare sulla rivista "Giroinfoto magazine".

19 - 20 - 21 MAGGIO 2017


PANTALICA La Necropoli Rupestre di Pantalica e la Valle dell’Anapo (materialmente prossime l’una all’altra), sono località naturalisticoarcheologiche site in provincia di Siracusa. Il nome del sito di Pantalica sembra derivare dall'arabo Buntarigah, che significa grotte, per l'ovvia presenza di molteplici grotte naturali. Mentre la valle del fiume Anapo è l’omonima vallata del fiume che ha origine nei monti Iblei. Il sito di Pantalica costituisce uno dei più importanti luoghi della cultura protostorica siciliana, utile per comprendere il momento del passaggio dall’età del bronzo all’età del ferro nell’isola. Mentre il sito della Valle dell’Anapo affascinerà i visitatori per la bellezza delle proprie visioni naturalistiche ed ambientali. Nel 2005 il sito di Pantalica è stato insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, per l’alto profilo storico, archeologico e paesaggistico. Sede dell'incontro:

AGRITURISMO PORTA PANTALICA C.da Mascà

Cassaro - Siracusa (Italia) www.agriturismoportapantalica.it

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REPUBBLICA CECA

Český Krumlov un tuffo nel medioevo A cura di Sergio Agrò


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Český Krumlov

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opo 15 anni ritorno a fotografare un paese che mi aveva fatto innamorare sin dalla sua prima visita; siamo in Boemia, una regione meridionale della Repubblica Ceca subito dopo il confine con l'Austria e la città è Cesky Krumlov. Abituato alla frenesia caotica della città, resto incantato dalla calma ed il silenzio delle strade della Rep. Ceca. Enormi foreste di alberi dal fusto lungo e dritto catturano la mia attenzione, per poi, vedere nei prati, i cervi correre liberamente. Prima di arrivare alla mia meta seguo il consiglio di un'amica, mi fermo a visitare il Castello di Hluboká. Questo è davvero il castello fatato delle principesse. Uno scatto veloce e riprendo la mia strada, dopo pochi chilometri all'improvviso il cartello stradale Cesky Krumlov, sono arrivato!


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l castello medioevale si fa subito notare nella sua imponenza, nella sua grandezza e nei suoi colori

nonostante risalga al XIII secolo. Non è difficile capire

perchè la città è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Mi incammino verso il Castello mentre vengono alla

memoria i ricordi legati a questa città; inizio a riconoscere le strade, i locali, i ristoranti e qualche negozio.

Inizia un viaggio nel tempo. Il borgo medioevale è

perfettamente conservato, in alcuni angoli delle strade

basterebbe sostituire le lampadine elettriche con quelle ad olio per sentirsi in epoca barocca o rinascimentale.

Le piazze colorate, le strade di sassi, i portoni in legno

sono davvero un incanto. Entro cosÏ all'interno delle mura

del castello. Ogni angolo cattura la mia attenzione come il

particolare di un cannone, un affresco sulle mura esterne, i cortili rettangolari e decorati.

Dall'alto del castello il paesaggio sulla città ti toglie il

fiato: i tetti rossi a punta delle case, il fiume che scorre lentamente e le colline all'orizzonte.

Cesky Krumlov è anche una città moderna come tutte

le nostre, ma riesce sempre a conservare quegli oggetti anche di un passato pi˘ recente. Come non rimanere affascinato da una vecchia cabina telefonica?

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La giornata volge al termine e al calar della notte la città è unica con il suo silenzio e le sue luci che illuminano a giorno il castello. Camminando vengo attratto dagli odori e profumi che escono dai locali e ristoranti aperti. I piatti tipici e la buona birra Ceca concluderebbero perfettamente questa giornata. Visitare questa città è come aver fatto una visita alla mia Amica del Cuore, ma adesso è il momento di ritornare a casa, mi giro, guardo la torre del castello, una pausa: ..a presto, mia cara Cesky Krumlov.

Sergio Agrò


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Sergio Agrò photography

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2017

7 - 14 OTTOBRE Nelle regioni del mondo, dove ci conduce la nostra ricerca, gli spazi sono infiniti. Ci fa nuovamente compagnia un pio pellegrino o studioso itinerante di nome Ibn Battuta. E' l'anno 1325 quando inizia il nostro viaggio, una grande, straordinaria ed unica avventura, al di sopra della mediocrità , tra le cose degli uomini, le migliori e le peggiori. Il nostro è in questo senso un invito alla libertà , un invito da cogliere al volo, se non altro per l'illustre compagnia di un uomo che molti onorano quale il massimo viaggiatore dell'epoca pre-moderna: egli ci racconta dunque una storia che noi vogliamo ascoltare: quella del proprio paese. In collaborazione con:

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NO

NON SI TRATTA DEL FAMOSO SUPEREROE MA SEMPLICEMENTE...

Il Flash fotografico rappresenta un accessorio estremamente versatile e a volte indispensabile per illuminare un ambiente o un soggetto per catturarne dettagli altrimenti impossibili. Molte volte viene impiegato come tecnica per amplificare un effetto. Capire come funziona un flash, sia incorporato che esterno, può renderci avantaggiati nel realizzare nel modo più interessante una scena. Vedremo quali siano le componenti di base del flash ed i suoi principali modi di utilizzo.

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THE FLASH UNO STRUMENTO DA COMPRENDERE Se comprendiamo a fondo il funzionamento, il flash, potrà essere un valido alleato in molte situazioni. Tutte le fotocamere permettono di utilizzare automaticamente il flash in relazione ad una serie di settaggi. Il bello della fotografia, però, consiste nell’impadronirsi delle tecniche per sfruttarle al meglio quando lo decidiamo noi. Nelle condizioni di scarsa illuminazione, come gli ambienti interni o in aree buie, necessiteremo di una sorgente luminosa maggiore, che può essere ottenuta tramite il flash incorporato interno oppure montando un flash esterno separato. Spesso, però, proiettare una luce violenta direttamente sul soggetto non è la soluzione migliore. Direzionare un flash direttamente su di un soggetto crea sgradevoli ombre e se si tratta di un volto umano può dare origine al classico

effetto "occhi rossi". Quando usiamo il flash dobbiamo immaginare che la sua funzione è quella di ricreare artificialmente una luce naturale, non diretta. Uno degli accorgimenti più immediati per ovviare a questi "pasticci fotografici" è di non puntare il flash direttamente sul soggetto, coprirlo con un diffusore per filtrare o far rimbalzare la luce. Un esempio facile per ricreare un diffusore potrebbe essere un tovagliolo di carta o qualcosa che gli assomigli, rigorosamente bianco. Se siamo in possesso di un flash con la testa movibile, sarà opportuno direzionare il fascio di luce contro pareti chiare in modo che diffondano la luce e rimbalzino sul soggetto. Insomma Tutto, tranne che il flash diretto!


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Anche all’esterno e con luce sufficente, il flash può esserci di grande aiuto: esso può funzionare come una seconda fonte di luce, per riempire le zone in cui un’immagine è sottoesposta, o semplicemente contrastare un controluce. Tecnica del Fill-in. Potrebbe sembrare strano, ma in una giornata di sole, quando lo sfondo è molto più luminoso del soggetto che si sta riprendendo, il flash è un valido aiuto per compensare la luce e dare più risalto al soggetto. Nelle lunghe esposizioni, un flash può servire a congelare alcune aree di luce per ottenere un effetto in notturna molto particolare, chiamato effetto cornice.

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Utilizzando il flash in modo manuale, o addirittura fuori dalla slitta di controllo della macchina fotografica, si possono ricreare effetti molto interessanti tipo, in una lunga esposizione, per aggiungere un ulteriore elemento a una foto. Basterà attivare manualmente il flash illuminando oggetti in movimento diverse volte facendolo apparire nel fotogramma in posizioni diverse.


Quando è meglio

NON UTILIZZARLO Ci sono alcuni tipi di situazioni in cui non si dovrebbe usare assolutamente il flash.

QUANDO IL SOGGETTO E' PARTICOLARMENTE LONTANO

Quando l'utilizzo del flash è praticamente inutile. L'esempio classico è in cui il soggetto si trova molto lontano dalla macchina fotografica, tale che la luce del flash non potrà mai raggiungerlo.

QUANDO PROVOCA

EFFETTI COLLATERALI Evitiamo l’uso del flash nelle situazioni in cui nell'ambiente siano presenti superfici di rifrazione. La luce del flash rimbalzerà su diesse provocando "flare" e velatura dell'immagine. Controlliamo l'ambiente in cui stiamo scattando per realizzare quali effetti indesiderati potrebbero rovinare lo scatto.

QUANDO IL SOGGETTO E' PARTICOLARMENTE VICINO Se il soggetto che stiamo riprendendo è particolarmente vicino alla fotocamera, evitiamo di utilizzare il flash. L'illuminazione risulterà troppo concentrata provocando una slavatura dell'immagine se non addirittura una sovraesposizione.

Controllo dell'ambiente Verificare l'ambiente in cui si sta scattando consente di mettere in pratica piccoli accorgimenti per migliorare la qualità della fotografia. Prima di innescare il flash, valutiamo tutte le possibilità di recuperare luce sia da fonti esterne che con i settaggi della macchina fotografica. Per esempio, se la luce di un interno non è sufficente ma possiamo accendere luci o aprire finestre, possiamo provare a utilizzare un settaggio differente aumentando ISO, diaframma e con l'utilizzo di un cavalletto diminuire i tempi. Valutando le potenzialità di luce di un'ambiente anche scuro possiamo migliorare le condizioni di scatto "rischiando" di dare alla fotografia un'aspetto più gradevole e creativo invece di fare la solita fotografia cosidetta "SPARAFLESHATA"


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Tipologie di Flash Abbiamo già visto come il flash in ausilio alla macchina fotografica può essere utilizzato in diversi modi e che quello integrato alla nostra fotocamera non sia l'unico tipo disponibile in commercio. Vediamo quindi quanti tipi di flash esistono ed il loro utilizzo specifico. FLASH POP-UP O INTEGRATO Il flash sicuramente più famoso e comune. Presente nella quasi totalità delle macchine fotografiche degli ultimi anni. E' caratterizzato da una potenza ed una dimensione limitata, Il flash integrato è normalmente di tipo fisso nella stragrande maggioranza delle compatte o a pop-up nelle bridge, nelle reflex entry-level ed in alcune compatte di buon livello. Questa tipologia è odiata dalla maggior parte dei fotografi anche se, in alcune situazioni, può tornare utile come nella tecnica del fill-in. FLASH ESTERNI O A SLITTA Una categoria di dispositivi flash più ingombranti, alimentati da una fonte energetica propria. Sono particolarmente versatili e ne esistono svariati modelli che si differenziano, oltre che per prezzo, anche per il numero guida (e quindi per potenza). Dispongono anche di caratteristiche accessorie quali le porte per la remotizzazione, i filtri o parabole di schermatura, la testa snodabile e il TTL e possono essere agganciati sulla testa della macchina fotografica, attraverso una slitta a caldo detta anche hot shoe o collegarne diversi attraverso porte wireless o infrarossi. E' l'illuminatore che ci permette di plasmare la luce come vogliamo controllandone l'intensità, la diffusione e la direzione per ottenere l'effetto desiderato. Essi vengono utilizzati in syncro anche in set fotografici esterni ed interni per la compensazione delle luci.


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Tipologie di Flash FLASH A TORCIA Dotati di una estrema potenza,i flash a torcia sono unità particolarmente grandi, ingombranti ma enormemente potenti. Sono simili ai flash a slitta ma non si montano sulla testa della macchina, bensì si alloggiano tramite una struttura ergonomica di fianco alla fotocamera o montati su degli stativi per essere controllati in remoto. Negli ultimi anni non sono molto utilizzati in quanto molti flash a slitta raggiungono le caratteristiche di potenza necessarie. ANELLO FLASH Un dispositivo particolarmente di nicchia è quello dei flash ad anello, usati nella macrofotografia e nelle riproduzioni. La loro caratteristica è quella di emettere la luce immediatamente intorno all'ottica. Vengono utilizzati montandoli sul corpo dell'obbiettivo. FLASH DA STUDIO Si tratta di illuminatori alimentati in rete o con un un trasformatore. Spesso equipaggiati con lampade alogene dalla potenza di centinaia o migliaia di watt. Sono difficilmente trasportabili e fanno spesso parte di allestimenti di set fotografici complessi dove sono richiesti accessori come pannelli riflettenti, diffusori di ogni tipo o concentratori a spot.

POP-UP

SLITTA

TORCIA

ANELLO

STUDIO


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La potenza del Flash Una delle caratteristiche che dobbiamo conoscere per acquistare un flash è la potenza del lampo. Prenderemo quindi in considerazione il modello di flash a slitta perchè quello più versatile ed utilizzato in fotografia. IL NUMERO GUIDA La potenza del lampo del flash è espressa dal Numero Guida e serve per calcolare la distanza giusta tra luce e soggetto, nonché per ottenere l'apertura del diaframma da utilizzare.

diaframma = NG : distanza

Ogni casa costruttrice dichiara il NG in riferimento ad un ISO 100 su un'ottica di 50mm, quindi se si utilizzano ISO maggiori si dovrà incrementare la chiusura del diaframma. Per esempio: con un soggetto posto a 2 metri dal flash e avendo un NG 14, il diaframma sarà: 14 diviso 2 = 7 che sarà l'apertura del diaframma. Con quasi tutti i nuovi dispositivi flash, però, non è necessario fare nessun calcolo, perchè dotati di un controllo elettronico chiamato TTL o E-TTL. Esso leggerà i parametri di impostazione della fotocamera e otterrà il settaggio ottimale per il flash. Ma attenzione alle compatibilità... potrebbe non comunicare con la fotocamera.

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La legge dell’inverso del quadrato della distanza Detta anche ISL, inverse square law è la legge fondamentale della fotometria e consente di definire, data una sorgente puntiforme, l’illuminamento in un punto su una superficie non ortogonale alla direzione dell’intensità luminosa. Che ci piaccia o no, questa è la legge fisica che ci permette di illuminare correttamente il soggetto ad una certa distanza, quindi cerchiamo di capirla. Il lampo luminoso del flash raggiunge il picco allo scatto e decresce rapidamente. La durata media del picco di un flash utilizzato a tutta potenza è di circa 1/350sec. L’emissione del lampo cala di intensità diminuendo a seconda del quadrato della distanza che percorre. Se si raddoppia la distanza tra flash e sogetto la quantità di luce che cadrà sul soggetto sarà ridotta non della metà, ma ad 1/4 del valore iniziale. Se ci avvicinassimo al soggetto della metà avremo un'intensità di luce pari a 4 volte maggiore. Conoscere questa legge, fa si che il nostro ragionamento in termini di esposizione del soggetto, proceda a realizzare un'eventuale aggiustamento del diaframma per compensare l'intensità di luce. Ecco perchè è necessario conoscere il numero guida del nostro flash e come la luce emessa lavori sull'esposizione.


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A cura di Luis Jiménez Chargoy

MEXICO

Il carnevale a Totolac,

l'antica capitale della ‘Repubblica di Tlaxcallan’ Eredi del vasto impero azteco, il popolo tlaxcalteca rappresenta uno di quei casi quasi unici nella storia, in cui gli indigeni sono riusciti a resistere e respingere gli assalti ed i tentativi di colonizzazione dalle potenze straniere nei loro tentativi di conquista.


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Luis JimĂŠnez Chargoy photography

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Un popolo di guerrieri, ma anche agricoltori, da tempo governato da soli consiglieri che fanno pensare agli attuali congressi rappresentativi. Circa di un centenaio di piccoli paesi, eranno sudivisi sotto il potere di quattro ‘altepeme’, cioè quattro città che governavano attraverso un consiglio generale, creando così la capitale della antica ‘Repubblica di Tlaxcallan’. I tlaxcaltechi sono arrivati, come l’altre società mesoamericane, a sviluppare complessi metodi per misurare il tempo osservando il calendario solare e lunare, mentre i sacerdoti utilizzavano anche un calendario venusiano, famoso anche nell'astrologia Maya. Quello lunare era costituito di 13 mesi di 20 giorni e aveva uno stretto legame con la parte femminile del cosmo come la notte, la fertilità, il freddo, l’umidità, la magia, la pioggia, il destino e l’agricultura. I 20 giorni equivalenti dal 13 di febbraio – 5 di marzo era considerata quella che segnava l’inizio del ciclo agricolo e la seminazione. Era proprio in questi giorni che i "danzanti" uscivano e con i loro energici movimenti pregavano di svegliare la terra per così dare inizio alla dinamica naturale delle pioggie per permettere una raccolta abbondante per la soppravvivenza un altro anno.

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Con l’arrivo degli europei e l’imposizione della religione cattolica, queste danze propiziatorie di pioggie riuscirono a perdurare fondendosi con le celebrazioni cristiane del carnevale. A caratterizzare la manifestazione carnevalesca dal XVI secolo ad oggi è specialmente la presenza della satira sociale, l’uso di maschere con lineamenti di volti europei riferiti alla colonizzazione europea prendendo in giro la politica e gli eventi sociali. Nonostante siano passati secoli e le civilizazione sia in avanzato progresso, questo popolo continua ad esprimersi, anche se nascondendosi dietro delle maschere, mostrandosi al mondo in una danza rituale di protesta nonchè propizia per il benessere della propria gente.

Essere un "danzante", qui è sinonimo di rappresentazione del proprio popolo ed è uno status che molti ancora oggi adottano. Oggi si può essere testimoni di queste danze a Totolac, Tlaxcala, per capire come un popolo moderno tenga ancora fermamente alle origini dell'antica capitale che porta con orgoglio il titolo di “Radice della Nazione” messicana.

Luis Jiménez Chargoy


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SLOVENIA

A cura di Paolo Buccheri


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Quando decidemmo di visitare la città di Lubiana, in Slovenia, il suo fascino architettonico come patria del famoso architetto sloveno Joze Plecnik era ben noto. Ma dalla visita emerse anche il suo aspetto di piccola ed ordinata cittadina, che fonda il suo carattere urbano su aspetti medievali che si uniscono ad una monumentalità di chiaro gusto otto – novecentesco. Lubiana, oltre ad essere la capitale politica della Slovenia ne è anche il principale polo artistico e culturale del paese ed il tutto la rende una città viva ed affascinante da visitare. Il centro medievale della cittadina si sviluppa sul percorso pedonale sito sulla riva destra del fiume Ljubljanica; che percorre tutto il lungofiume sino al ponte dei Draghi per poi ricongiungersi con l’asse parallelo, delimitato ad est dall’altura del castello (peraltro all’oggi facilmente raggiungibile con una elegante funicolare). Lo stesso centro è costituito da due assi stradali (trg) Mestni e Stari, che pur essendo due vie pubbliche si configurano come una vera e propria piazza con le relative funzioni sociali ad essa dedicate.


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In quest’area centrale l’elemento urbano di maggior prestigio è costituito dal Tromostovje (il Triplice Ponte) (01); che costituì il punto dal quale partimmo per la nostra passeggiata sul lungofiume. Questa zona urbana è particolarmente animata e vissuta in tutte le ore del giorno, e finisce per costituire l’autentica attrattiva urbana dell’intera cittadina. L’arcata mediana del ponte risale al 1842 ed ha sostituito l’originaria in legno. Le altre due parti furono aggiunte nel 1930 su progetto dell’architetto sloveno Joze Plecnik che ebbe modo di sistemare, in quell’occasione, la complessiva scena urbana della parte di città.

LE OPERE DI PLECNIK


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Avevamo in animo di visitare quanto più possibile dell’opera dell’architetto Plecnik e questo ci fu possibile quando, attraversato il fiume Ljubljanica, dopo alcuni isolati, ci immettemmo sulla Vegova ulica.

za profondi stravolgimenti, mantiene il carattere conferitole dal noto architetto; L’Istituto Tecnico con un chiaro gusto viennese e la Glasbena Matica, l’edificio che ospita la filarmonica slovena e una scuola di danza, dove è possibile riscontrare segni dell’opera Questa arteria urbana, che con- del maestro locale. serva ancora il carattere conferitole dal famoso architetto locale, è una sorta di asse culturale del centro cittadino. Difatti in questo sono ospitati: l’Università che ancora oggi, sen-


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Sempre sulla stessa via è sita la biblioteca nazio- Anche all’interno ritrovammo elementi di design nale ed universitaria, forse l’opera più conosciuta originali, frutto dell’ingegno del maestro, come il di Plecnik. piede dei tavoli nella sala lettura o l’imponente balaustra dello scalone centrale. Quello che attirò la nostra attenzione nel visionare l’opera fu la movimentata facciata, realizzata Ma il gusto eclettico dell’opera non si limita solo con mattoni pietra e cemento armato; dei quali all’arredo; anche le finiture informali hanno un la localizzazione (apparentemente) non ha alcun loro carattere di indubbio valore artistico, come fine costruttivo. gli stipiti degli infissi ed altri elementi. Conclusa la visita ai luoghi di interesse non ci rimase altro da fare che un piacevole gironzolare fra mercati e bancarelle che in quel fine settimana pareva avessero un’animazione inconsueta e del tutto particolare per la graziosa capitale della Slovenia. PAOLO BUCCHERI


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Castelluccio di Norcia giroinfoto.com

Autore: Manuelo Bececco Luogo: Castelluccio di Norcia - Umbria


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Time

Autore: Pier Biffi Luogo: Airuno (LC) lungo il corso del fiume Adda.

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Ho utilizzato una fotocamera Nikon 5200 con montato il AF-S DX 18/105 VR. 105mm ISO100 1/50sec f16 scatto del 16 ott 2016 al mattino.


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Cité... Cité

Autore: Max Caligaris Luogo: Metro di Parigi

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"Cité... Cité !!! " perché sono le due tonalità del modo un pò "cantilenante" con cui i conducenti della metro a Parigi approcciano le stazioni... un primo Cité pronunciato come a dire "attenzione che stiamo arrivando..." e poi un deciso "ci siamo !!" Scattata appunto a Parigi nella stazione di "Cité"; la foto è presa dalla scalinata dell'uscita dalla stazione che è molto bella, elegante e che a mio avviso col bianco e nero accentua un pò il sapore retrò... le piastrelle della volta esaltano i riflessi delle lampade che, leggermente curvi, mi danno quasi la sensazione che essa stia girando.


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Vanessa portrait Autore: Francesco Dell'Eva Luogo: Ossana (TN)


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