Giroinfoto magazine 25

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N. 25 - 2017 | NOVEMBRE , Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it

N.25

www.giroinfoto.com

- 2017 Novembre

FOTOGRAFIA E CULTURA

Due mondi sempre più lontani

ALEPPO

PER LE STRADE DELLA GUERRA Di Enea Discepoli

IL TIBET INDIANO IL TIBET NEL CUORE Di Francesco verolino

PINNAWALA

L'ORFANOTROFIO DEGLI ELEFANTI

Di Giancarlo Nitti

Photo cover by Enea Discepoli


WEL

COME 25 www.giroinfoto.com NOVEMBRE 2017


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la redazione | Giroinfoto Magazine

fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto magazine©. Una finestra sul mondo da un punto di vista privilegiato, quello fotografico, con cui ammirare e lasciarsi coinvolgere dalle bellezze offerte dal nostro pianeta. Una lettura attuale e innovativa, che accoglie, oltre i migliori professionisti della fotografia da reportage, anche le immagini e le esperienze di chiunque sia appassionato di viaggi e fotografia. Con i luoghi più interessanti e curiosi, gli itinerari più originali, le recensioni più vere e i viaggi più autentici, Giroinfoto magazine ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio e la condivisione di migliaia di luoghi e situazioni sparsi per il nostro pianeta. Uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale o amatoriale, in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Uno largo spazio di sfogo, per chi ama fotografare e viaggiare, dove è possibile pubblicare le proprie esperienze di viaggio raccontate da fotografie e testi, indipendentemente dal valore professionale dell'autore. Una raccolta di molteplici idee e progetti di viaggio, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e socio-politiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Troverete anche articoli tecnici, dove prendere spunto per ottenere scatti sempre perfetti e con idee sempre nuove per rendere le fotografie più interessanti. Giroinfoto.com© , con la sua rivista e la sua rete web è la più grande community di foto-viaggiatori che accoglie chiunque voglia condividere le proprie esperienze di viaggio o semplicemente farsi coinvolgere dai racconti pubblicati. Director of Giroinfoto.com Giancarlo Nitti

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ANNO III n. 25 DIRETTORE RESPONSABILE HEAD PROJECT MANAGER Giancarlo Nitti CAPO REDAZIONE Paolo Buccheri SEGRETERIA DI REDAZIONE E REVISIONE Silvia Belotti

Giroinfoto ti risponde Uno spazio dedicato alle vostre curiosità e domande. Vuoi chiederci qualcosa? Scrivi a: redazione@giroinfoto.com

CAPI SERVIZIO Anna Bronner Francesco Verolino

Giroinfoto ti pubblica

REDATTORI E FOTOGRAFI Giancarlo Nitti Redazione Francesco Verolino Redazione Giroinfoto Enea Discepoli Inserzionista Giroinfoto

Diamo spazio a chi ama la fotografia e il viaggio, pubblicando articoli e foto dei nostri lettori.

LAYOUT E GRAFICHE Gienneci Studios PER LA PUBBLICITÀ: Gienneci Studios, Via G.Borgomaneri, 135 Milano - 20086 Motta Visconti. info@gienneci.it - hello@giroinfoto.com DISTRIBUZIONE: Gratuita, su pubblicazione web on-line di Giroinfoto.com e link collegati. CONTATTI email: redazione@giroinfoto.com Informazioni su Giroinfoto.com: hello@giroinfoto.com

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data di uscita 20 Novembre 2017

fotografare

Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.

e v ia gg iare due passioni un’ unica esperienza Giroinfoto Magazine nr. 25


INSIDE

Giroinfoto Magazine

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10 PHOTOGRAPHY EVENTS MARKETPLACE

scout-location.com

92 Indice 10

FORT STOCKTON Texas frontier Giroinfoto Scout Location

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ALEPPO Per le strade della guerra A cura di Enea Discepoli

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PINNAWALA L'orfanotrofio degli elefanti A cura di Giancarlo Nitti

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FOTOGRAFIA E CULTURA Due mondi sempre più lontani Giroinfoto school

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IL TIBET NEL CUORE A volte un viaggio ti cambia A cura di Francesco Verolino

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BAZENA Educazione siberiana Di Giancarlo Nitti

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CONTEST FOTO 360°

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FOTOEMOZIONI Questo mese con: Maurizio Verdecchia Roberto Sancini

Landscapes and monuments.

I vincitori e le loro foto.

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ATTIVITA' FOTOGRAFICHE Le proposte di scout-location.com

Fotografare e viaggiare

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VI PRESENTIAMO

I NOSTRI

NUMERI

E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: Novembre 2017

204

107

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85

Articoli totali sul magazine

Articoli pubblicati dagli utenti

Nuovi inserzionisti

Foto singole pubblicate

Copertura degli articoli sui continenti

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ARTICOLI

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ARTICOLI

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ARTICOLI

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giroinfoto.com

Dove viene letto Giroinfoto magazine

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ARTICOLI

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ARTICOLI

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ARTICOLI

75.809 7.987 Letture totali dalla prima uscita

Copertura media mensile dei post sui social


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Fort Stockton

TEXAS, Un importante tassello storico delle guerre Indiane con l'esercito americano tra il 1867 e il 1886. Il forte militare, era stato posizionato per salvaguardia delle acque del "Comanche Springs" per proteggere il canale di corrispondenza di San Antonio con El Paso e tutti i trasporti merce e bestiame. Fort Stockton fu gestito dalla IX Cavalleria, conosciuta anche come "Buffalo Soldiers".

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S C O U T L O C AT I O N

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1 2 3 GEOGRAFIA

PERIODO

CONTENUTI

U.S.A. Texas Pecos County Fort Stockton

Permanente.

Historic center Musei

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4 5 6 FOTOGRAFIA

NOTE

SCOUTING

Fotografia documentale, landscapes, reportages

Piccola cittĂ da percorrere a piedi specialmente nell'area Downtown e historic.

Questa scout location e le fotografie sono state realizzate nel mese di Settembre 2016 da Giancarlo Nitti.

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Fort Stockton La storia

Originariamente "Camp Stockton" fu edificato nel 1858 da parte delle truppe della prima e dell'ottava fanteria dell'esercito statunitense. Questo primo sito era a sud-ovest della località attuale, nei pressi della contea di Pecos Courthouse. Militari, viaggiatori e coloni sono stati protetti per le numerose strade e sentieri che si dirigono verso ovest verso il Messico e la California da San Antonio. L'abbondante approvvigionamento idrico del fiume Comanche Springs rese Fort Stockton una tappa regolare su questi percorsi di frontiera ed è stato qui che si intersecavano i "Comanche War Trail", i famosi sentieri di guerra dei nativi Comanche dove attaccavano le diligenze e i carri merci combattendo con l'esercito americano che gli faceva da scorta. Nel 1861, l''esercito americano si ritirò dal Texas durante la guerra civile e abbandonò Camp Stockton che fu occupato brevemente dalle truppe confederate fino alla fine della guerra. Nel luglio del 1867, il colonnello Edward Hatch, comandante della IX Cavalleria, ricostituì Fort Stockton nella sua attuale sede e il nuovo forte fu guarnito da quattro compagnie del nuovo reggimento costituito quasi interamente da uomini di colore.

I BUFFALO SOLDIERS Così come i nativi li avevano sopranominati in segno di rispetto per la loro fiera abilità di combattenti e per i loro capelli ricci e scuri, che assomigliavano al mantello di un bisonte. All'inizio del 1880 la "minaccia indiana" cessò e il forte fu gradualmente abbandonato dai militari e nel 1886 fu lasciato definitivamente ai civili.

Fonte fotografia wikipedia Giroinfoto Magazine nr. 25


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Giancarlo Nitti photography Giroinfoto Magazine nr. 25


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Fort Stockton OGGI

Passeggiando oggi nella città di Fort Stockton, significa assistere ad un tributo vivente della vita di frontiera, di quegli anni di contrasti, ma anche di sviluppo, in un luogo ospitale dove è possibile godersi le innumerevoli locations a testimonianza della storia. Anche se i soldati se ne sono andati da tempo, il forte di Stockton, continua a proteggere la città nella sua posizione all'incrocio tra la Fifth e la Rooney Street dove possiamo trovare l'intero complesso che comprende tre edifici originali della "Officer's row", il posto di guardia "Guard House", due baracche con le cucine per i soldati, ora trasformato nel centro visitatori e la grande piazza d'armi. Oltre al forte, in città, sono presenti diversi punti storici, circa una dozzina, come il tribunale della contea di Pecos, l'antico carcere storico del 1884 e il museo commemorativo Annie Riggs. Quest'ultimo include incredibili reliquie come la scrivania dello sceriffo assassinato A.J. Reale. Non bisogna evitare di entrare al "Grey Mule Saloon" per la degustazione di alcoolici locali in piena atmosfera western. Completano l'esperienza di visita alcuni ristoranti in stile Tex-Mex che servono autentiche enchiladas, tacos e margarita.

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museo commemorativo

Annie Riggs

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Annie Riggs

IL MUSEO COMMEMORATIVO L'edificio originale in stile territoriale fu ricostruito alla fine del 20° secolo ed era originariamente un hotel o pensione gestito da una donna di frontiera, appunto con il nome di Annie Riggs. Oggi, l'intera struttura, mostra il patrimonio e lo sviluppo di Fort Stockton e delle aree circostanti in tredici camere e nel suo cortile nascosto. Le diverse aree allestite all'interno, oltre al suo salotto, la hall, la sala da pranzo e la cucina originali, sono colme di testimonianze fotografiche, reperti, accessori e arredi del tempo. La prima stanza che propone il museo è la lobby con la scrivania dello sceriffo A.J. Royal, ucciso nel 1894 mentre vi era seduto di fronte, con ancora le sue macchie di sangue sul cassetto. L'omicidio segnò un capitolo sanguinoso nella storia della Contea di Pecos e per il grave crimine nessuno fù accusato anche se era opinione comune che i mandanti furono importanti uomini d'affari del luogo. La storia narra che cinque Texas Rangers erano stati mandati in città su richiesta dei cittadini a causa di una volubile atmosfera feudale che portò alle elezioni del 1894. Royal non fu rieletto e fu ucciso due settimane dopo. Molto interessante è la zona adibita a cucina completamente restaurata e la Butz Room con un'originale cassa forte "Wells Fargo" in ghisa, famosa per il suo buco della serratura nascosto. La Cowboy Room celebra la storia dei cowboy e dei ranch della regione con selle, stivali e speroni, mentre dal cortile interno si accede ad un giardino nascosto Il museo Annie Riggs è aperto sei giorni su sette e si trova all'angolo tra Main e Callaghan ed è a pagamento.

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St. Stephen’s Church Considerata la piÚ antica chiesa protestante a ovest del fiume Pecos, la chiesa fu originariamente costruita nel 1896 e consacrata nel 1903.

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A cura di ENEA DISCEPOLI

ALEPPO Per le strade della guerra

È buio pesto per le strade di Aleppo. Qui, dopo le 23 si spengono i generatori elettrici e l’atmosfera di questa sera del 10 di maggio 2014 assume un aspetto ancora più spettrale. Nel silenzio, tra le macerie delle antiche ville ottomane si sentono solo gli elicotteri del regime dittatoriale di Bashar al Assad che sorvolano questa parte della città, i boati delle bombe che sganciano ogni 5-10 minuti e qualche raffica di kalashnikov.

Enea Discepoli Classe 1951 FOWA ambassador Giornalista, grande viaggiatore e apprezzato fotografo. internazionale. Giroinfoto Magazine nr. 25


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Enea Discepoli photography Giroinfoto Magazine nr. 25


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ALEPPO Sotto assedio

Ad uno dei tanti chek point predisposti dai ribelli, nel quartiere di Bab Al Hadid (la porta delle mandorle), veniamo accolti dallo Shakh Habousch, famoso cantore popolare siriano. Dall’inizio della rivoluzione ha deciso di rinunciare alle sue tournée per difendere il suo popolo e la sua città. Ci mostra in televisione i dvd dei suoi concerti e intanto racconta: "prima della rivoluzione la gente conviveva in un apparente spirito di pace e amore.Tuttavia, purtroppo, in questa pace c’era anche paura. Si sospettava anche dei propri familiari. Quelli del Mukhabarat, i servizi segreti erano dappertutto. Certo allora si viveva in pace, ma era una pace apparente. Se dicevi anche una sola parola a proposito dell’apparato statale, non sapevi se saresti potuto finire nel carcere di Rebè Al Khalili o chissà dove, né se ci saresti rimasto per 20 o 30 anni. Questo era lo stato delle cose dal 1970". All’improvviso si sente un’esplosione vicinissima, la luce delle fiamme illumina il mio tea, la tazza dondola sul tavolo, la terra trema. Prima che possa fare un solo gesto. Sheikh mi mostra il palmo della mano e con l’espressione del volto mi fa capire che non c’è pericolo.

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Il mio viaggio con il cineasta Ruben Lagattolla è cominciato dieci giorni prima. Il bus, su cui siamo da ormai 21 ore, si affianca alla prima torretta di controllo, inserita tra le bellissime montagne del sud della Turchia illuminate dalle prime luci dell’alba. Tutti i passeggeri si voltano in silenzio: un movimento corale, come se già fossero in grado di guardare oltre quel confine naturale, che cela la Siria.In quel momento veniamo superati da un convoglio militare. Me lo fa notare Ruben. Un giovane siriano ci sente parlare in italiano e ci chiede da dove veniamo “Italia” rispondo io sorridente, porgo la mano e mi presento come Abo Farukh, il nome islamico che mi hanno dato i giovani mediattivisti siriani nel precedente viaggio in Siria. Lui compiaciuto mi lancia un interrogativo “Jihad?" Rispondo “muzzafir”, viaggiatori. Già viaggiatori..

Una figura considerata positivamente nella tradizione islamic e il nostro interlocutore siriano risponde con un sorriso. Abbiamo appena percorso una delle vie più battute dai giadisti provenienti dall’Europa Occidentale e Balcanica. Un autista poi ci racconterà che ne ha conosciuti moltissimi in arrivo da Scandinavia, Regno Unito, Francia, Italia, Germania, Romania, Kossovo, Albania: “carne da macello”. Secondo alcune interpretazioni del Corano, la jihad (guerra santa in difesa dei fratelli dell’Islam) è un dovere morale di ogni buon musulmano, anche se la mancanza di coraggio è contemplata e perdonata. Il nostro lavoro, quello di fotoreporter e documentarista, in questo contesto è considerato comunque una jihad, in senso interiore, però.

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Organizzare il valico della frontiera tur-

I nostri “complici” in divisa ci raccomandano co/siriana non è una cosa facile: prima pro- di stare attenti. veremo a passare regolarmente. Ecco, ormai siamo in Siria. Se ci sarà negato l’accesso dovremo trovare Di là la pace, di qua la guerra.

una via alternativa. Non so come è tutto molto nebuloso e i tele- E di qua ci aspetta Karam, l’amico mediattifoni siriani stasera non funzionano a quanto vista che mi ha fatto da guida nell’altro viaggio siriano é venuto in auto da Aleppo, acpare. compagnato da Abo Mussa, un paramilitare, e Abo Al Houda, un altro mediattivista. L’indomani proviamo. Passare il confine legalmente? Non se ne parla nemmeno e quindi raggiun- Hanno 25 e 26 anni, sono tutti armati e infatgiamo un canale di irrigazione di una zona ti quando salgo in macchina mi ritrovo tra le gambe un loro kalashnikov carico. agricola border line. Veniamo invitati a salire su un grande bidone galleggiante adibito a gommone. Tre militari turchi ci aiutano a salire insieme a due anziani siriani. Scopriamo con sorpresa che tra i militari turchi ci sono elementi che favoriscono l’ingresso irregolare in Siria.

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Per percorrere

i 75 kilometri che separano il confine da Via radio ci è arrivata notizia due volte che, proprio nei punti della trafficata strada dove Aleppo ci sono volute sette ore. eravamo passati, poco dopo gli elicotteri Abbiamo dovuto chiedere informazioni e avevano bombardato. deviare tra le stradine di campagna moltissime volte per evitare il rischio di incontrare carri armati di pattuglia, di incappare in scontri tra le forze del regime e l’esercito di Liberazione, di incontrare i temutissimi terroristi dell’ISIS o di finire sotto il tiro dei cecchini.

È il primo maggio 2014, la ricorderò questa data. L’abbiamo scampata, siamo riusciti ad arrivare a destinazione. Il nostro alloggio è un appartamento abbandonato a 100 metri dal fronte cittadino.

Ma l’incubo più grande sono i caccia bombardieri del regime, da quelli non c’è riparo. Non c’è acqua e non c’è corrente elettrica, come nel resto della città liberata. Alla fine è andato tutto bene, i ragazzi conoscono molto bene il territorio. Anche se una volta arrivati nella periferia di Aleppo ci sono dei percorsi obbligati dove si può soltanto correre e sperare che il cecchino che ti sta puntando non sia così bravo da centrarti.

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Appena

posati gli zaini ci arriva comunicazione via radio che un barile esplosivo è stato sganciato da un elicottero in un quartiere densamente popolato e che ci sono stati molti morti e feriti. “Andiamo a vedere” dico a Karam sebbene già visibilmente provato. E in taxi raggiungiamo uno scenario apocalittico: polvere bianca bollente nell’aria, auto in fiamme su entrabi i lati della strada, vortici di fuoco e fumo nero dalle finestre. Cadaveri ovunque, smembrati e carbonizzati, rigidi al suolo come manichini, rannicchiati nell’ultimo tentativo di proteggersi dall’esplosione, volti ormai inespressivi. Questo avviene quasi ogni giorno, da tre anni ad Aleppo. I cosiddetti barili esplosivi, sono dei tubi

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di ferro del diametro di circa 70 cm e lunghi circa 1,6 metri, pieni di tritolo, cloroschegge e rifiuti metallici. Ogni 5-10 minuti vengono buttati giù dagli elicotteri del regime sulla città liberata. Sono armi non convenzionali che colpiscono alla cieca. Sganciati in maniera del tutto casuale, centrano quartieri abitati, strade trafficate, ospedali e scuole. Usando questi barili esplosivi, gli elicotteri possono volare ad altitudini molto elevate così da non essere visibili ne raggiungibili dalla debole contraerea dell’esercito di liberazione. Camminando per strada si vede sempre qualcuno che scruta il cielo, perché il rumore degli elicotteri della morte si sente continuamente.


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42 Io non ho mai provato un’angoscia così costante. ” Guarda, che dopo 4 anni, finisci per farci l’abitudine” mi diranno poi altri mediattivisti. Eppure basterebbe istituire una No fly zone per evitare questa strage continua. Oltre 100 morti,tutti civili, questo il bilancio del bombardamento a fine giornata. Cento “martiri” per la popolazione locale.Martiri già vendicati. Ci hanno pensato due kamikaze del gruppo dei mjaheddin di Jabhat Al Nousra, cellula di combattenti affiliati ad Al Qaeda. Si sono schiantati con due autobomba su un obbiettivo militare nell’altra parte della citt, quella controllata dalle truppe di Bashar Assad. Sono morti 33 militari.

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A cura di GIANCARLO NITTI

PINNAWALA L'ORFANOTROFIO DEGLI ELEFANTI

SRI LANKA

Il più grande progetto di recupero rivolto a uno degli animali più incredibili del mondo. Lo chiamano "orfanotrofio" ed è stato aperto dal governo cingalese nel 1975 originariamente con quattro piccoli elefanti orfani. Oggi, sono ospiti oltre 70 elefanti ed è situato in una località vicina alla città di di Kegalle. L'esistenza di questo progetto è data dal disastroso fenomeno del bracconaggio che sottrae uno dei due genitori, o tutti e due, ai piccoli, rimanendo orfani e quindi destinati alla morte a loro volta. Per gli elefanti l'aspetto familiare è molto importante e la necessità di restare uniti è di vitale importanza.

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Giancarlo Nitti photography


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Molti elefanti di questo orfanotrofio sono molto piccoli, alcuni addirittura nascono all'interno della struttura e i piÚ anziani si prendono cura di loro. L'intervento e l'accudimento umano, comunque rimane necessario per l'alimentazione dei piccoli elefantini che vengono sfamati con latte freddo in biberon giganti. La vita per tutti gli animali ospiti in questa struttura Gsi svolge liberamente nel grande parco di Pinnawala sulle sponde di un grande fiume a disposizione per i giornalieri bagni e giochi con l'acqua. Gli elefanti adulti vengono invece nutriti due volte al giorno con circa 250 kg di foglie di palma e dopo ogni pasto vengono portati al fiume per un bagno. Assistere ai loro giochi con l'acqua mentre fanno il bagno è affascinantee si percepisce quanto questi animali necessitino di una vita sociale.

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Gli elefanti adulti contribuiscono alle attività lavorative quotidiane e aiutano all’interno dell’orfanotrofio con vari lavori, come la raccolta del fogliame di palme per i loro pasti. A sostenimento di questo grande progetto, a pochi chilometri da Pinnawala, nel 1986 fu eretta una Fondazione, la Fondazione Millennium, con lo scopo di divulgare le attività a scopo didattico e turistico e reggere economicamente il progetto stesso. In questa sede vi è anche uno speciale laboratorio dove viene prodotta uno speciale tipo di carta utilizzando gli escrementi degli elefanti. La curiosa procedura di "raffinamento" ha ricevuto diversi riconoscimenti e premi internazionali per l’ecologia.

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51 Molti elefanti cresciuti all'interno dell'orfanotrofio, una volta rafforzati vengono affidati a templi o contadini. Quelli più difficili o che non mostrano ancora di essere in grado di cavarsela da soli rimangono nel centro sotto le cure amorevoli dei loro custodi. Come visitare Pinnawala. L'orfanotrofio degli elefanti è proposto come location da molti tour operator, appunto perchè la fondazione Millenium agevola il rapporto con il turismo. Se si è in Sri Lanka da autonomi, arrivarci è molto semplice, in quanto il parco è accessibile e collegato da diverse vie di comunicazione, strade e anche un bus di linea, tra l'altro molto economico. Il parco è aperto al pubblico ed è a pagamento, circa 2500 rupie (16 Euro), mentre all'interno è possibile partecipare alle attività di accudimento

degli elefantini e costa circa 1,50 € ad attività. Visitare il parco impegnerà circa 2 o 3 ore se si partecipa alle attività e si aspettano gli orari dei vari passaggi degli elefanti. La giornata è organizzata mediamente dalle ore 09:00 alle 17:00 con le attività di allattamento con il biberon , la distribuzione della frutta, l'accompagnamento al fiume e i bagni degli elefanti e il pascolo libero. Un'esperienza emozionante dove si percepisce perfettamente la simbiosi uomo-animale e come questi enormi mammiferi si fidino ciecamente dei loro salvatori.

Giancarlo Nitti

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FOTOGRAFIA & CULTURA DUE MONDI SEMPRE PIU' LONTANI La fotografia è nata come strumento di comunicazione per valorizzare e mostrare i concetti con la giusta faccia o quantomeno con la chiave di lettura che voleva dare l'autore. Un forte alleato della comunicazione umana che nel tempo ha accompagnato la storia, la scienza e l'arte. Si può dire che la fotografia è stata necessaria allo sviluppo culturale di ognuno di noi e che senza di essa non avremmo ben chiaro ciò che oggi conosciamo. Diventata fin dall'inizio una forma d'arte, ma non fine a se stessa, perchè sempre integrata e associata in un contesto culturale.

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55 Oggi stiamo assistendo alla perdita del senso culturale della fotografia. Lo strumento che noi conoscevamo per "vedere le cose" con una certa qualità di comunicazione si sta riducendo ad un semplice gesto, procurato da chiunque senza averne cura del contenuto. Ma non si sta parlando solamente dello squallido "selfie", piuttosto che lo scatto di circostanza fatto con il proprio cellulare, ma ci riferiamo alla fotografia "prfessionale" praticata con tutti i metodi innovativi offerti dai software attuali che rendono la fotografia stessa facile e squallida proprio come un selfie.

No, non è un'attacco alla

digitalizzazione o all'evoluzione della fotografia, molti strumenti sono comodi e utili per chi lavora con le immagini e soprattutto fanno sì che molti si possano approciare facilmente ottenendo grandi risultati in poco tempo, ma è semplicemente un evidenziare che: La fotografia è diventata talmente facile che chiunque potrebbe praticarla, ma dare un senso culturale allo scatto e contestualizzarlo per uno scopo o un progetto è sicuramente passato in secondo piano se non scomparso addirittura.

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Basta un poco di zucchero... Come cantava la cara Mary Poppins, basta un poco di zucchero e la pillola va giù ... Photoshop e company, oggi prendono il ruolo dello zucchero nel grande mondo della fotografia addolcendo le fatiche e le complicanze dell'elaborazione dell'immagine, rendendola veloce e spesso efficace dal punto di vista emozionale con filtri azioni e tecniche più o meno giuste decantate sui tutorial.

... e tutto brillerà di più!

Questa evoluzione ha prodotto negli ultimi dieci anni, un incremento dei professionisti della fotografia o amatori evoluti di più dell'80%. Ovvio no?, semplicità di reperimento dei materiali e dei software, tutorial e "guru" del social network alla portata di tutti, abbassamento drastico dei costi e annullamento del costo di sviluppo e pubblicazione. Chi non si avvicinerebbe alla fotografia. E questo è molto buono, vista dall'ottica della passione e ne siamo entusiasti che in molti possano sperimentare con più facilità le tecniche di ripresa e sviluppo. Ma la semplicità di esecuzione, spesso viene confusa con il raggiungimento di un obbiettivo, quello di aver imparato una professione. La professione di un vero fotografo non si limita alla mera esecuzione di uno scatto con un processo di sviluppo e post-produzione. In realtà il fotografo, utilizza i suoi lavori realizzati ad arte per dare corso ad un progetto e dare un senso alle sue fotografie integrandole in un contesto culturale. Quindi non stupiamoci se lo spazzacamino di Mary Poppins abbandona lo scopettone ed inizia ad armeggiare con la macchina fotografica, niente di più facile, ma rimarrà sempre uno spazzacamino che produrrà immagini seriali e dozzinali come il suo amico macellaio, il vicino carrozziere e il panettiere all'angolo della strada. Non sarà mai un fotografo fino a quando non riuscirà a dare un senso culturale alle sue fotografie raccontando e comunicando.

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EFFETTO WoW Tutte le volte che postiamo su un social una fotografia fatta a regola d'arte ci aspettiamo che il pubblico reagisca con un wow!! Ed in effetti, per molti, questo accade per la stra grande maggioranza dei casi. Ma con quello scatto cosa hai comunicato? Quanto sei bravo?

Si, su un pubblico che si lascia impressionare dalla tecnica di sviluppo e che non sarà mai in grado di

Notiamo spesso che molti scatti, sopratutto nelle foto panoramiche, le così dette "landscapes" vengono mostrate senza nemmeno indicare il luogo. Ora, mettetevi dalla parte di chi guarda la vostra foto. Non vi verrebbe la curiosità di conoscere di che posto si tratta? Non sarebbe bello raccontare quali emozioni avete provato o quanto è stato difficile raggiungere quel luogo prima di scattare la foto? Ma se il soggetto ha una storia e un'esistenza, avrà senso renderla nota? La verità è che, Fotografare e pubblicare non costa nessuna fatica...

realizzarlo perchè molto più pigra o disinteressata.

Ma abbiamo mai pensato di raccontare un qualcosa con le nostre immagini e contestualizzarle in un messaggio ben definito?

Molto più difficile vero? Uno dei più grandi fotografi conosciuti, Ansel Adams diceva:

“Tu non fai una fotografia solo con la macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato e le persone che hai amato”

In buona sostanza, nelle fotografie che noi scattiamo dobbiamo metterci tutta la cultura di cui disponiamo per trasmettere a chi le guarda il messaggio che vogliamo "mostrare".

Comunicare ha un costo ed un peso culturale. Giroinfoto Magazine nr. 25


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FOTOGRAFIA

SENZA CULTURA

Quante volte ci è capitato di vedere soggetti che organizzano un'uscita o un viaggio, magari nelle solite località di tendenza fotografica come la Val d'Orcia, l'Islanda e compagnia bella e una volta tornati a casa iniziano a bombardare i social di panoramiche e affini ripetute per modalità di postproduzione cambiando solo il soggetto.

Ci troviamo di fronte al classico esempio di fotografia dozzinale senza un senso culturale. Prive di contenuti e di messaggi, queste fotografie faranno il giro del web senza sosta fino ad un esaurimento di target e collegamenti, raccogliendo centinaia, forse migliaia di like e apprezzamenti, ma alla fine serviranno solamente a far gongolare l'autore. Le foto, probabilmente nemmeno con una semplice descrizione del luogo o informazione documentale, non avrà trasmesso alcun messaggio e non avrà ampliato la conoscenza o soddisfatto le curiosità di nessuno.

Si, abbiamo parlato di una fotografia fine a se stessa e completamente inutile che serve solamente ad alimentare l'autocelebrazione dell'autore su un pubblico fondamentalmente sterile e disinteressato.

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FOTOGRAFIA

CON CULTURA Organizziamo invece un'uscita o un viaggio informan-

doci e studiando il territorio che andremo ad affrontare

e magari prendendo coscenza della chiave che vogliamo dare all'esperienza, avventurosa, reportagistica, misteriosa, vacanziera o goliardica, non importa, l'importante che abbiniamo un sentimento e dei contenuti a quello che stiamo facendo. Questa chiave ci servirà ad interpretare la realtà che vivremo durante l'esperienza, fotografando trasportati da una "trama" che legherà il racconto per immagini che produrremo successivamente una volta tornati a casa. Al nostro ritorno ci renderemo conto di avere abbastanza materiale per formulare il nostro racconto e saremo in grado di descrivere esattamente ciò che abbiamo visto e percepito e questo si vedrà anche dalle nostre foto. Saremo lieti di disporre le nostre immagini con una precisa sequenza che trasmetterà al pubblico che le guarda esattamente quello che noi vogliamo comunicare, perchè RACCONTEREMO UNA STORIA Fatta di immagini e informazioni che invaderanno con un'emozione chi le guarderà.

Noteremo che i nostri scatti saranno molto più interessanti ed evocativi di una qualsiasi altra immagine wow! Giroinfoto Magazine nr. 25


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ALCUNI CONSIGLI DURANTE GLI SCATTI Se volete realmente far breccia nel mondo della fotografia e distinguervi dagli altri "produttori di immagini seriali", consigliamo alcuni accorgimenti da adottare nei prossimi vostri progetti fotografici. STUDIATE L'ESPERIENZA Che si tratti di un viaggio, di un reportage o di un set, raccogliete più informazioni possibili sulla vostra futura esperienza. Non solo vi servirà successivamente a chiarire le curiosità del vostro pubblico, ma vi aiuterà a capire meglio la situazione per coglierne l'essenza e anticipare la visione del racconto che state creando. DATEVI UN MOOD Un "mood", un stato d'animo o meglio una chiave di lettura della vostra esperienza fotografica. Dare un carattere al progetto fotografico servirà sicuramente a trasmettere meglio il messaggio sia dando un'ordine particolare al racconto per immagini che a realizzare un'eventuale post-produzione caratterizzante. L'IMPORTANZA DEL BACKSTAGE Qualsiasi cosa stiate realizzando, anche solo un viaggio tra amici, non dimenticate di scattare i momenti transitori che vanno da un'appostamento fotografico e l'altro. Spesso immortalare situazioni è molto più emozionante che fotografare soggetti. Queste fotografie faranno da "legante" alla galleria fotografica e sopratutto vi saranno utili per ricordare cosa stavate provando in quell'esperienza. Fondere soggetto e situazione è divino.

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ALCUNI CONSIGLI DOPO GLI SCATTI La parte più difficile è quella di raccogliere il materiale e le idee per mostrale al pubblico. LO STORYBOARD Gli scatti che avete realizzato avranno una linea cronologica da seguire. Prendere l'essenza di quella fila interminabile di foto sarà un lungo lavoro ma sarà il lavoro che darà un'impronta alla gallery finale. Come nel cinema lo storyboard serve a seguire la trama del film nelle riprese, a voi servirà a raccontare la vostra storia fotografica. PUBBLICATE CON LE INFORMAZIONI Abbiamo già detto che pubblicare un bel paesaggio senza dire nemmeno dove si trova è da evitare categoricamente. Chi non si farebbe la domanda! Studiare il territorio e la situazione vi servirà a dare le informazioni necessarie al pubblico che vi segue, soddisfacendolo e creando interesse. Pubblicate post, scrivete articoli e diffondete la vostra cultura con le vostre immagini. In questo modo le fotografie avranno un valore.

Cit. Giancarlo Nitti

Gran bella foto!! se riesci a dirmi cosa mi vuoi trasmettere con quell'immagine potrei anche chiamarti fotografo, ma visto che te l'ho chiesto, vuol dire che non lo sei... Queste le parole di un mio vecchio professore di fotografia che non dimenticherò mai.

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Il Tibet nel Cuore A volte un viaggio ti cambia. A cura di Francesco Verolino

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Il Tibet

INDIANO ha modificato molto il mio modo di vedere le cose. Sono partito per il piccolo Tibet indiano a fine maggio del 2017, in un momento complesso della mia vita e l’ho fatto viaggiando con persone che non conoscevo e in una area di cui, contrariamente ad altre volte, non avevo letto nulla. L’unica certezza che avevo era quella di voler conoscere un mondo differente, guardarlo con altri occhi e dedicarmi in modo pieno alla mia passione da sempre, la fotografia. Atterrato a Nuova Delhi e poi volo interno per Srinagar. Arrivo e subito si percepiscono odori e colori tipici delle regioni asiatiche. A Srinagar c’era la guerra civile. Ho dormito in una House boat in attesa del resto del gruppo che ci avrebbe raggiunto il giorno dopo.

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A Srinagar non c’è internet, se non per 30 minuti al giorno, e questo contribuisce al mio distacco e a tenermi concentrato su quello che vedevo ed inquadravo con la macchina fotografica. In due giorni a Srinagar abbiamo visitato due volte il lago la sera al tramonto e la mattina all’alba. Ancora confuso dal frastuono del mio mondo, ho trovato situazioni calme, intense per i colori, ma dai ritmi molto bassi. Il mercato dei fiori è stata una sorpresa, dopo circa 20 minuti di barca spinta a mano, si apre tra una vegetazione fitta il vociare dei mercanti, tutti su imbarcazioni basse che trasportano fiori coloratissimi e spezie.

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Dalla calma del lago in una Srinagar in sommossa, 3 giorni di viaggio su una delle strade più pericolose al mondo, non asfaltata e con strapiombi di oltre 900 mt. Un percorso lungo con scenari incredibili per arrivare nella valle dello Zanskar. Un passo di 4600 mt, la cittadina caotica di Gargil e finalmente Padum nello Zanskar. Ho dormito in case private e in alberghi senza acqua calda e senza la possibilità di comunicare con i miei cari. Ma il percorso fatto per arrivare nello Zanskar è unico. Nel tragitto, incrociamo pastori e militari, anche se è maggio e fa caldo passiamo con il furgone tra almeno 7 metri di neve e ghiaccio, si sente molto l’altezza e il minimo movimento fa stancare e venire il fiatone. Arriviamo nello Zanskar. Una regione chiusa per circa 8 mesi l’anno. Padum è una cittadina di 7.000 persone e tutta la valle è costituita da comunità per circa

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14.000 abitanti. Su tutto domina il monastero di Karsha, un luogo surreale dove vecchi monaci formano bambini. Una scuola per bambini tra i 6 e i 15 anni, tutti vestiti nello stesso modo. Vicino al Monastero di Karsha un altro monastero, meno prestigioso per sole donne e maschietti fino a 6 anni. Tutto ha un’atmosfera mistica, antica, incontaminata. Il monastero di Karsha è un luogo ottimo per fotografare, c’è tutto. Ma migliore per meditare e riflettere sulla propria vita. Sui valori, sulla quotidianità sugli obiettivi reali. In una cucina un giovane monaco prepara il riso in bianco su una stufa a legna, con un pentolone largo. Sarà il pranzo per la piccola comunità di 40 monaci.


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A Karsha ho conosciuto una signora svizzera che trascorre 15/20 giorni nel villaggio di Karsha. Mi porta da un bambino che è un piccolo lama reincarnato, tanti privilegi ed un volto simpatico e furbo. Breve il soggiorno ma intenso, dobbiamo percorrere nuovamente il percorso di 2 giorni che ci riporta alla civiltà della cittadina di Gargil. Guardare a 4400 mt di altezza cime che superano il nostro punto di vista di almeno 2.500 fa comprendere che tutto è relativo e qualsiasi percorso ha una meta, ma, una volta raggiunta ce ne sarà un’altra.

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Nel Ladakh incrociamo tribù locali, qualcuno in abiti tradizionali. Tutti sono molto disponibili e difficilmente negano una posa. Alle popolazioni incontrate piace essere fotografati ed impazziscono per una polaroid. Regalare una piccola stampa è un gesto importante che apprezzano moltissimo. Il viaggio di ritorno è iniziato, il Ladakh è bello ma il percorso tradizionale è turistico ed è facile incontrare altri gruppi. Ho visitato i confini tra l’India, la Cina, il Pakistan e Afghanistan, fino ad arrivare nella città di Lhe. I confini con la Cina sono tutti militarizzati con una caserma ogni 10 km. Migliaia di militari mi

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riportano nella civiltà. Lhe è una bella città, molto viva, caotica. E’ facile iniziare una trattativa per una collana antica a 110 Euro e comprarla per 3 Euro dopo 2 ore di trattative. La civiltà è falsa come la collana antica, caotica di gente che si muove per nulla e capisco la differenza con i monaci, fermi in un monastero a pregare, nel silenzio. Una vallata pacifica e demilitarizzata stride con i militari e le dogane di confine. Lo Zaskar è bellissimo. Ci vuole uno spirito giusto per affrontare quelle luoghi lontani, per capire le persone e conoscere le differenze. Il Tibet ha cambiato anche me.

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Contest fotografico in collaborazione con i gruppi facebook. LANDSCAPES AND MONUMENTS Foto 360° Social Group REGOLAMENTO Tutti gli iscritti (collaboratori esclusi) possono partecipare. Una sola foto per iscritto Sono ammesse foto a colori e b&w Risoluzione minima 2.000 px per lato lungo. Tutte le immagini devono essere corredate da titolo e luogo di scatto in modo chiaro. Le foto sono state valutate in base ai criteri del contest pubblicato sull'evento del gruppo e dalla qualità dello scatto per composizione, gestione della luce, creatività ed eventuale post-produzione.

I punteggi sono stati assegnati in quarantesimi sui valori di CRE - creatività e originalità CMP - composizione ed inquadratura ESP - esposizione e gestione della luce SVI - sviluppo e post-produzione I like non hanno influito sul giudizio dei lavori. GIUDICI Giancarlo Nitti Anna Bronner

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CLASSIFICA

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4

3

5

1° Classificato Tot. 31 Giuseppe Calogero CRE 8 CMP 7 ESP 8 SVI 8

2° Classificato Tot. 28 Roberto Perazzola CRE 6 CMP 7 ESP 8 SVI 7

3° Classificato Tot. 27 Salvatore Mainolfi CRE 6 CMP 6 ESP 8 SVI 7

4° Classificato Tot. 26 Maurizio Moro CRE 6 CMP 6 ESP 7 SVI 7

5° Classificato Tot. 25 Luca Pietrobono CRE 6 CMP 8 ESP 6 SVI 5

Nelle pagine seguenti le foto a tutta pagina.

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PHOTOCONTEST LANDSCAPES AND MONUMENT Titolo: Uno sguardo su Matera Luogo: Matera 1° Classificato Tot. 31 Giuseppe Calogero CRE 8 CMP 7 ESP 8 SVI 8 Giroinfoto Magazine nr. 25


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PHOTOCONTEST LANDSCAPES AND MONUMENT Titolo: Il sole sorge sul foro romano Luogo: Roma 2° Classificato Tot. 28 Roberto Perazzola CRE 6 CMP 7 ESP 8 SVI 7

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PHOTOCONTEST LANDSCAPES AND MONUMENT Titolo: Il castello Luogo: Praga - Rep. Ceca 3° Classificato Tot. 27 Salvatore Mainolfi CRE 6 CMP 6 ESP 8 SVI 7

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PHOTOCONTEST LANDSCAPES AND MONUMENT Titolo: Basilica di San Pietro Luogo: Roma 4° Classificato Tot. 26 Maurizio Moro CRE 6 CMP 6 ESP 7 SVI 7

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PHOTOCONTEST LANDSCAPES AND MONUMENT Titolo: S.Maria della Pietà Luogo: Rocca Calascio 5° Classificato Tot. 25 Luca Pietrobono CRE 6 CMP 8 ESP 6 SVI 5

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PHOTOGRAPHY EVENTS MARKETPLACE

scout-location.com

Una rubrica di consigli per vivere la fotografia scegliendo le tue attività preferite su un'unica piattaforma dedicata. Tanti Photo coach specializzati propongono eventi e locations uniche ed economicamente accessibili dove incontrarsi uniti da una stessa passione, la fotografia. Visita il sito ufficiale: www.scout-location.com

Dicembre 2017

Con Caterina Unger Mare blu e limpido, scogli, terrazzamenti, muretti a secco, natura selvaggia, casette colorate in luoghi impervi… Questo workshop è un’ottima occasione per conoscere le Cinque Terre, sito Unesco, accanto a una persona che ci vive da quasi 20 anni, fotografa esperta. Vi farà conoscere i luoghi più belli per fotografare questo territorio anche da angolature meno conosciute. La stagione che abbiamo scelto appositamente per questo workshop spesso ci regala meravigliosi tramonti ed è poco turistica. Di particolare fascino c’è il famoso presepe di Manarola, un’istallazione luminosa posta nei vigneti sopra il paese che si accende ogni anno nel periodo natalizio all’ora del tramonto.

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Le 5 Terre Liguria - Italia


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Dicembre 2017

Con Aldo Diazzi Un meraviglioso Weekend fotografico a Riga (Lettonia). Fotografia, cultura ed enogastronomia nella Perla del Baltico.

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Riga, la perla del Baltico Lettonia

Dicembre 2017

Con Francesco Verolino

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Nel ventre di Napoli Campania - Italia

Esistono dei luoghi dove è più probabile scattare la fotografia più bella del proprio portfolio. Ho viaggiato tanto e i luoghi belli che ho visitato avevano sempre una caratteristica, l'assenza del tempo. Napoli è un luogo dove il tempo è un concetto relativo, un accessorio. Nella Napoli dei decumani si passa dalla storia antica dei romani e dei greci che disegnarono i decumani, ad una storia recente fatta di cunicoli sotterranei utilizzati per difendersi dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale.

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PHOTOGRAPHY EVENTS MARKETPLACE

scout-location.com

Febbraio 2018

Con Isabella Tabacchi e Daniel Laan Vivi un'avventura irripetibile nella stagione dell'aurora boreale! Daniel Laan e Isabella Tabacchi, fotografi di paesaggio pluripremiati a livello mondiale, vi guideranno nel mondo incantato delle isole Lofoten nel cuore della Norvegia trasmettendovi il loro sapere e amore per la natura. Meravigliati di fronte alle alte cime che si scagliano sul mare, lasciati incantare dalle luci danzanti nel cielo notturno, fatti abbagliare da tramonti che durano ore e...

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Isole Lofoten Norvegia

Non perdere questo viaggio!

Marzo

2018

Con Enea Discepoli Per organizzarlo mi sono ispirato al viaggio del 1961 di Pasolini, Moravia e la Morante.

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Un'idea dell'India

India

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Nei diari che gli scrittori pubblicarono, una parte importante è dedicata al Tamil Nadu, regione sudest del subcontinente a vocazione rurale ( viene chiamata, la scodella di riso dell'India) e religiosa ( le città tempio), In questa regione convivono le antiche culture dravidiche e anche le tradizioni castali.


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PHOTOGRAPHY EVENTS MARKETPLACE

scout-location.com

Marzo 2018

Con Aldo Diazzi Viaggio in Giappone durante l’Hanami ovvero la tradizionale usanza giapponese di godere della bellezza della fioritura primaverile degli alberi, in particolare di quella dei ciliegi, i cui fiori si chiamano Sakura.

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Giappone Hanami Giappone

Aprile

2018

Con Maurizio Verdecchia Rocca Calascio è situata in Abruzzo, in provincia dell’Aquila, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso.

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Rocca Calascio

Location di moltissimi film, offre la possibilità di immergersi nel passato. Durante le notti, sotto la via lattea si è disturbati solo dai pipistrelli che abitano il Castello e dal lontano clangore di spade dei cavalieri che un tempo abitavano questa maestosa fortificazione.

Abruzzo - Italia

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PHOTOGRAPHY EVENTS MARKETPLACE

scout-location.com

Maggio 2018

Con Emilio Mancuso L’Istituto per gli Studi sul Mare e Philippines Diving Dream, in collaborazione con il prestigioso Fishermen’s Cove Dive Resort, e con il supporto tecnico di Compagnia del Mar Rosso, vi invitano a un’innovativa esperienza: Macromania 2018. Le esperienze e i successi ottenuti, le professionalità e il grande amore per il mare ci permettono di riorganizzare questo evento, un perfetto mix tra Fotografia naturalistica subacquea e Biologia marina tropicale, che diventerà il perfetto strumento di conoscenza e divulgazione di uno dei più famosi “hotspot di biodiversità”; Puerto Galera sull’isola di Mindoro.

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Fischermen's cove Macro Sub Isole Filippine

Agosto

2018

Con Enea Discepoli

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Monte Kailas Tibet

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Il Kailash è venerato in oriente come il punto di congiunzione tra la dimensione del mondo umano e le sfere pure degli esseri superiori. Le religioni d’oriente concepiscono questo luogo come un riferimento alle proprie simbologie e visioni cosmologiche: per gli induisti questo è il trono di Shiva, per i jainisti di Tirthankara, per i bön quello di Tonpa Shenrab e per i buddisti tibetani della forma buddica di Chakrasamvara, espressione della chiara luce della mente onnisciente.


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Bazena Educazione siberiana A cura di Giancarlo Nitti

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Bazena Una località a circa 2000 mt nel cuore del Passo Crocedomini, un valico alpino delle Alpi centrali. La troviamo in Provincia di Brescia in Valle Camonica. Il luogo è raggiungibile dal paese di Esine (BS), seguendo l'unica strada percorribile in auto indicata per il passo Crocedomini. Nel periodo estivo è un posto molto frequentato da motociclisti e appassionati di trekking e per questo vi sono diversi rifugi per la permanenza con ristorazione tipica. Ma nei mesi invernali diventa un luogo difficoltoso da raggiungere per le sue strade di collegamento. Ed è qui, in questo periodo freddo, che Bazena esprime la sua più sincera natura con i capricci climatici caratteristici dell'alta montagna ma anche delle aspre ma affascinanti panoramiche dei suoi luoghi.

Posti da lupi...

ci verrebbe da pensare. Ed è proprio con loro, o meglio con i loro simpatici pronipoti che visiteremo questo meraviglioso mondo.

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Spesso, essendo proprietari di diversi Siberian Husky, con alcuni amici ci rechiamo in questa località nei mesi invernali per rivivere le condizioni climatiche originarie dei cani e per dare loro sfogo a quello che amano di più:

La libertà e ... tirare la slitta. Anche se ignoranze di circostanza e le solite polemiche inutili di animalisti della domenica reputano lo sleddog uno sport violento e coercitivo, posso assicurarvi che la verità è che i cani adorano fare il loro lavoro (perchè nascono come cani da lavoro), che lo svolgono con entusiasmo e divertimento e a fine giornata te ne sono grati. Guai toglierglielo. Al contrario, per annientare la dignità di un cane nordico e maltrattarlo seriamente, serve soltanto che lo si lasci in giardino tutta la giornata, lo si faccia dormire sul divano o portarlo fuori ogni tanto, magari al mare in estate o in passeggiata, con la sua bella pettorina, in città, mentre si fa shopping. Conclusa la parentesi, riprendiamo a descrivere questo magnifico ambiente e l'esperienza in esso con i nostri amici a quattro zampe. La località dispone di un rifugio ( appunto il Rifugio Bazena ) dove si può parcheggiare su una piana e iniziare a respirare il clima montano. Da qui parte una strada in salita che si può tranquillamente percorrere a piedi o noleggiare addirittura delle motoslitte, ma non è il nostro caso. Si fanno sgranchire le zampe ai cani, si organizzano le mute e si agganciano alle slitte. Si sale per un chilometro scarso e ci si ritrova dispersi tra le montagne in un sentiero costeggiante le creste.

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Essendo completamente soli e scongiurando la presenza di altri animali autoctoni, liberiamo i cani per fargli godere un po' di sana corsa libera e "annusamento" del territorio. Il tempo non è dei migliori e oltretutto una nube avvolge l'ambiente ricreando un'atmosfera "siberiana" piacevole sicuramente per i cani che sembrano essere tranquilli e non avvertire drastici cambiamenti di clima o bufere imminenti. Continuiamo cosÏ a farli gironzolare intorno per aspettare una condizione migliore e proseguire con il percorso. Dopo pochissimo tempo si apre il cielo intravedendosi il blu scuro del cielo per poi aprirsi completamente in una stupenda giornata, si riassettano le mute e proseguiamo la passeggiata in slitta. Il giro prosegue per circa 20 km fino al "Lago della vacca", ghiacciato ovviamente ed invisibile. Una piccola sosta con panini per noi e salamotti per i cani godendo dei panorami offerti dall'ambiente circostante. Un'oretta di relax e decidiamo di fare ritorno alla base del rifugio... con molta calma per goderci i colori e le luci del calare del sole.

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In questa località in gennaio si svolge una gara molto importante per lo sleddog italiano. "L'Altavia sleddog race", di cui abbiamo già parlato sul numero 17 di questa rivista. La gara internazionale è disputata in tre tappe di circa 30 km l'una ed è un'appuntamento sportivo attesissimo dalla comunità musher. Quale evento migliore sarà una possibilità per assistere e capire di più su questo sport? Per il 2018 le date saranno dal 5 al 7 gennaio e le partenze saranno previste da Bagolino (BS) ai piedi del Monte Blumone verso Bazena. Vi aspettiamo.

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Galleria Vittorio Emanuele Autore: Roberto Sancini Luogo: Milano

Particolare della Galleria Vittorio Emanuele a Milano Giroinfoto Magazine nr. 25


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Turchino

Autore: Maurizio Verdecchia Luogo: Costa dei Trabocchi Dopo tante battaglie il vecchio turchino è stato portato via dal mare. Oggi l a sfida è rininiziata, il nuovo turchino è tornato a combattere e a regalare fantastiche fotografie di paesaggio.

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MAGAZINE www.giroinfoto.com


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