Giroinfoto magazine 22

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N. 22 - 2017 | AGOSTO, Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it

N.22

www.giroinfoto.com

- 2017 Agosto

giroinfoto www.giroinfoto.com

PARTIAMO PER

7-14 OTTOBRE MAROCCO

S E T I X

Lunghe esposizioni senza filtri CAMUNERIE BRENO Reportage

GEISHA

KYOTO Di Fabrizio Bonifazi

CHLORIDE GHOST TOWN

Scout Location Photo cover by Giancarlo Nitti


WEL

COME 22 www.giroinfoto.com


la redazione | Giroinfoto Magazine

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fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto magazine©. Una finestra sul mondo da un punto di vista privilegiato, quello fotografico, con cui ammirare e lasciarsi coinvolgere dalle bellezze offerte dal nostro pianeta. Una lettura attuale e innovativa, che accoglie, oltre i migliori professionisti della fotografia da reportage, anche le immagini e le esperienze di chiunque sia appassionato di viaggi e fotografia. Con i luoghi più interessanti e curiosi, gli itinerari più originali, le recensioni più vere e i viaggi più autentici, Giroinfoto magazine ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio e la condivisione di migliaia di luoghi e situazioni sparsi per il nostro pianeta. Uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale o amatoriale, in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Uno largo spazio di sfogo, per chi ama fotografare e viaggiare, dove è possibile pubblicare le proprie esperienze di viaggio raccontate da fotografie e testi, indipendentemente dal valore professionale dell'autore. Una raccolta di molteplici idee e progetti di viaggio, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e socio-politiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Troverete anche articoli tecnici, dove prendere spunto per ottenere scatti sempre perfetti e con idee sempre nuove per rendere le fotografie più interessanti. Giroinfoto.com© , con la sua rivista e la sua rete web è la più grande community di foto-viaggiatori che accoglie chiunque voglia condividere le proprie esperienze di viaggio o semplicemente farsi coinvolgere dai racconti pubblicati. Director of Giroinfoto.com Giancarlo Nitti

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LAYOUT E GRAFICHE Gienneci Studios PER LA PUBBLICITÀ: Gienneci Studios, Via G.Borgomaneri, 135 Milano - 20086 Motta Visconti. info@gienneci.it - hello@giroinfoto.com DISTRIBUZIONE: Gratuita, su pubblicazione web on-line di Giroinfoto.com e link collegati. CONTATTI email: redazione@giroinfoto.com Informazioni su Giroinfoto.com: hello@giroinfoto.com

Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.

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data di uscita 20 Agosto 2017

fotografare

e v ia gg iare due passioni un’ unica esperienza

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INSIDE

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Indice 10

CHLORIDE Ghost town Arizona Giroinfoto Scout Location

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LIMERICK La città dei coltelli A cura di Giancarlo Nitti

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GEISHA Kyoto A Cura di Fabrizio Bonifazi

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SETIX Lunghe esposizioni senza filtri Giroinfoto school

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CAMUNERIE Breno - Il castello che rivive Reportage di Giancarlo Nitti

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FIAMME SIRACUSANE Dramma in provincia di Siracusa

A cura di Paolo Buccheri

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PASSO DEL GAVIA Gita fuori porta

A cura di Giancarlo Nitti

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FOTOEMOZIONI Questo mese con: Alessandro Braconi Valentina Cipolla Gianni Zanella


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PUBBLICA

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I NOSTRI

NUMERI

E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: Luglio 2017

180

91

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Articoli totali sul magazine

Articoli pubblicati dagli utenti

Nuovi inserzionisti

Foto singole pubblicate

Copertura degli articoli sui continenti

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ARTICOLI

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Arizona

A

circa 23 miglia a nord di Kingman, in Arizona, troviamo la cittĂ fantasma di Chloride, il piĂš antico campo minerario d'argento in Arizona. Un assaggio inalterato di un paese abbandonato in pieno stile americano degli anni di fine '800.


Giancarlo Nitti Photography

S C O U T L O C AT I O N

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1 2 3 GEOGRAFIA

PERIODO

CONTENUTI

U.S.A. Arizona Chloride

Permanente.

Paese abbandonato con resti storici di fine '800.


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4 5 6 FOTOGRAFIA

NOTE

SCOUTING

Fotografia documentale.

Il paese ha una bassa densitĂ demografica, nelle case private sono presenti piccoli bazar di oggetti storici.

Questa scout location e le fotografie sono state realizzate nel mese di Settembre 2016 da Giancarlo Nitti.

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CHLORIDE Ghost Town STORIA DI UNA CITTA' FANTASMA

Fondata nel 1862 come città mineraria per l'estrazione dell'argento, Chloride ospitava circa 5.000 residenti, impegnati nelle 75 miniere circostanti. Per oltre sei decenni le miniere diedero lavoro, fino al 1929, quando la città fu bruciata quasi completamente e abbandonata definitivamente negli anni '40 diventando così una città fantasma. Oggi Chloride è abitata solamente da alcune famiglie che godono di un misero turismo gestendo un mercato di antichità, un saloon e un piccolo museo privato. Come curiosità troviamo l'ufficio postale più antico dell'Arizona, una stazione ferroviaria abbandonata e una prigione in pieno stile wild west, ma percorrendo le poche strade del paese si nota una strana arte chiamata "arte spazzatura"ed è interessante come gli artisti locali costruiscano monumenti e statue con il riciclo degli oggetti. La bizzarra arte spazzatura di Chloride è facilmente visibile lungo la strada della parte non storica della città. La visita può proseguire verso i "Murals of Chloride" su una strada di 1.3 miglia che attraversa le miniere abbandonate e gli antichi petroglifi.


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Giancarlo Nitti photography

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TODAY

GHOST TOWN Nella cittĂ di Chloride, oggi sono ancora in esercizio alcune miniere lavorate con metodi moderni e con la presenza umana ridotta ai minimi termini per la gestione delle macchine da estrazione mineraria. Il paese, con la sua "Historical Society", cura attualmente i diversi edifici vecchi, tra cui il Post office, l'Old Jail e la Playhouse, trasformando il paese in un museo storico e artistico a cielo aperto. Nel periodo turistico estivo, la comunitĂ organizza i famosi "Gunfight" (duelli di pistola) ogni sabato nella zona del Cyanide Springs e High Noon. Non rifiutate l'invito degli abitanti a visitare le proprie case dove all'interno si possono trovare oggetti veramente interessanti dal punto di vista decorativo o da collezionismo.


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Giancarlo Nitti photography

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MURALSOFCHLORIDE ROY PURCELL

Situato a circa due km dal paese, sulle colline, si trovano i famosi "Murals", murali dipinti dall'artista Roy Purcell nel 1966. Questi murales dipinti sulle rocce, rappresentano diverse scene di fantasia dell'artista con protagonisti animali e simbologie native del luogo. Roy Purcell è riconosciuto in tutto il sud-ovest per le sue opere in collezioni di importanti aziende internazionali come la "Standard Oil Company" (AMOCO), la Dow Chemical e la The Royal Bank of Canada.


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A cura di giancarlo nitti

LIMERICK La cittĂ dei coltelli

Giancarlo Nitti photography


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Una delle città più antiche dell'Irlanda, situata alla foce del fiume Shannon, a sud-ovest dell'isola sempreverde. E' conosciuta storicamente come la città dei coltelli, perché per molti anni, nei primi del novecento, è stata la località con il primato di criminalità di strada. Il suo nome però, deriva dal gaelico Luimneach, e cioè "palude deserta" così come si presentava quest'area prima che venisse abitata. Oggi, immersa nel verde e i tanti corsi d'acqua, batte il cuore di una città orgogliosa, viva di tradizioni e particolarmente attiva.

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Limerick è una città molto antica che ripropone nel suo centro racconti di storia passata. Gli studi archeologici testimoniano le influenze vichinghe ma le origini parlano della presenza di precedenti insediamenti molto più antichi. La parte denominata King Island, l'isola al centro della città, così chiamata perché per prima insediata da un re è la parte storica più importante, ricordata da Tolomeo che già indicava un centro abitato di nome 'Regia' e altre testimonianze come quella di Saint Patrick nel 434 d.c. raccontando di un importante nucleo abitativo molto prima dell'avvento dei Vichinghi che invasero l'isola nel IX-X secolo.

LIMERICK The city of knives


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LIMERICK

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The city of knives

Il primo vero insediamento da parte dei vichin- In quel anno iniziarono i lavori per la costruzioghi avvenne al comando del Re Tomrair mac ne del primo castello intitolato a lui: Ailchi, che si stabilì sulla King's Island nel 922. Il King John's castle, completato intorno al 1200. Il punto strategico, sulle rive dello Shannon per- Furono successivamente molti gli assedi che mise ad opera dei vichinghi una lunga ed effica- subì Limerick, la prima avvenne nel 1642, quance serie di razzie lungo il corso deldel fiume fino do gli Irlandesi Confederati s'impossessarono a giungere al Lough Derg e al Lough Ree, colmi del King John's Castle, dalle armate di Oliver di monasteri e costruzioni ecclesiastiche. Cromwell comandate da Henry Ireton nel 1651, Nel 937 i Vichinghi di Limerick si scontrarono nella Guerra Guglielmita, a seguito della Battain battaglia con quelli di Dublino nel Lough Ree glia del Boyne nel 1690, fino al 3 ottobre 1691 e furono sopraffatti e nel 943 vennero nuova- con il famoso Trattato di Limerick che fu firmato mente sconfitti e colonizzati. usando un'enorme pietra sul ponte come tavolo. Nel 1174, con l'arrivo degli Anglo-Normanni la Il trattato permetteva ai giacobiti di andarsene situazione cambiò ancora, quando Domhnall con pieni onori militari e salpare per la Francia, Mor O'Brien distrusse completamente la città ma i guglielmiti ripudiarono il trattato, fatto stoin un tentativo di sottrarla agli invasori, tuttavia rico che porta ancora l'amaro in bocca di chi lo nel 1195, sotto Giovanni d'Inghilterra quest'ulti- racconta in città. mi presero definitivamente il dominio.

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LIMERICK

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The city of knives

Nonostante la città abbia vissuto molti cambiamenti nel corso dei secoli, l'isola di King, ancora oggi è considerata l'originario centro amministrativo.

La città oggi offre innumerevoli possibilità di attrazioni come la Belltable Arts Centre (O'Connell Street) per il teatro, la Limerick City Gallery of Art (Pery Square), ottima per chi ama l'arte contemporanea, il Jim Kemmy Municipal Museum Limerick ospita anche la Cattedrale cattolica di (Nicholas Street), il Thomond Park Museum St. John, che si caratterizza per avere la guglia (nel Thomond Park), il Frank McCourt Museum più alta dell'Irlanda. (Hartstonge Street), il Masonic Centre (Castle Street), il Foynes Flying Boat (Foynes), il museo Lungo il Charlotte Quay si arriva in un'area mol- dell'Aviazione (a Shannon). to apprezzata dai turisti, quella dell'Hunt Museum, situato in un edificio del XVIII secolo, tra la Rulland Street e la Francis Street. Il museo ospita un importante collezione di circa 2000 opere tra arte e antiquariato, tra cui uno schizzo di Picasso e un cavallo di bronzo attribuito a Leonardo Da Vinci.

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LIMERICK The city of knives

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A cura di Fabrizio Bonifazi

In Giappone, ancora oggi, vive un'antica tradizione di ragazze che intrattengono persone ballando, cantando e suonando gli strumenti tipici giapponesi:

la geisha. Il termine Geisha è composto da due kanji, uno che significa “arte” ed uno che significa “persona”, la traduzione letterale potrebbe quindi essere “persona d'arte” ovvero quando essere donna diventa un'arte. L'apprendista geisha è chiamata Maiko (“fanciulla danzante”), è proprio la maiko che con le sue complicate pettinature, il trucco elaborato e i coloratissimi kimono ha contribuito a creare lo stereotipo della geisha che si ha in occidente.

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L'altro termine usato per indicare la geisha è Geiko, ovvero la geisha di Gion, quartiere di Kyoto.

KYOTO ospita molte di queste ragazze, che vivono in quartieri chiamati Hanamachi: Gion Kobu e Gion Higashi. Nonostante il declino del numero di geisha presenti, Gion è stata dichiarata bene culturale tutelato dal governo nazionale. Vi sono presenti numerose sale da tè, dove le ragazze intrattengono intellettuali e uomini d'affari. La casa da tè è un mondo appartato in cui l'intrattenimento viene offerto attraverso bevande, piacevoli conversazioni e musica tradizionale.


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Fabrizio Bonifazi photography

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Le prime figure presenti in Giappone che si possono accomunare alla geisha odierna furono le saburuko, cortigiane specializzate nell'intrattenimento delle classi nobili. Ebbero il loro apice nel VII secolo, per poi scomparire soppiantate dalle juuyo, ossia prostitute d'alto bordo. Da qui probabilmente parte anche il malinteso che riguarda le geishe, che in occidente spesso sono confuse con le prostitute. Anche per colpa dell'occupazione degli americani in Giappone, che scambiarono le “donne di piacere” con le geisha, mentre in Cina, la parola geisha è tradotta con il termine yì jì

艺妓

,

dove jì (妓) ha il significato proprio di "prostituta". Dal 1600 comparirono figure simili alla geisha odierna, che però erano uomini, che avevano il compito di intrattenere gli astanti con balli e battute di spirito. Circa alla metà del secolo successivo comparirono le prime donne geisha.


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Nel 1617, durante il periodo Edo, Tokugawa Hidetada (shogun), rese la prostituzione legale. Per non confondere la geisha con le prostitute, nel XIX secolo in tutte le principali cittĂ del Giappone, furono approntati quartieri dove avrebbero potuto svolgere la loro professione.

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Fabrizio Bonifazi photography


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Le foto che ho scattato per questo articolo sono frutto di anni di viaggi in Giappone, facendo sempre tappa a Gion, quartiere di Kyoto, dove è possibile incontrare queste ragazze mentre raggiungono il posto di lavoro, oppure durante il ritorno verso le proprie okiya, le residenze dove le ragazze studiano, si addestrano e vengono ospitate. Di queste ragazze mi ha sempre affascinato il loro portamento fiero e la loro eleganza e fotografarle nel contesto del quartiere di Gion è come tornare indietro nel tempo, nel periodo in cui queste artiste intrattenevano il Giappone feudale.

C'è da considerare una cosa però, non è facilissimo ritrarre le geishe, perché si muovono molto velocemente e sono quasi sempre circondate da turisti, incuriositi ed attirati dalla loro figura che si fa strada tra la folla.


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A causa di persone poco rispettose, ho notato nell'ultimo viaggio che ho fatto in Giappone, che a Gion sono presenti dei cartelli, che vietano di attirare l'attenzione delle geisha, di afferrarle e dar loro fastidio, molto probabilmente perché sono state disturbate ed infastidite durante il loro passaggio per le vie del quartiere di Kyoto. Se invece tratti la geisha con rispetto, le concedi il suo spazio, non la circondi come se fosse un animale braccato dal suo predatore, queste ragazze si lasciano fotografare ed in alcuni casi, se si è ben educati, si mettono addirittura in posa, concedendo uno sguardo, un sorriso, un bel momento al fotografo. Non ho un genere di fotografia che prediligo, amo la fotografia nel suo insieme, amo scattare foto ed amo i momenti in cui lo faccio, sono appassionato del Giappone, della sua cultura e tutto ciò che ne deriva, ogni volta che mi ritrovo nella terra del Sol Levante per me è un sogno che si avvera.

Fabrizio Bonifazi


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Fabrizio Bonifazi photography

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2017

7 - 14 OTTOBRE Nelle regioni del mondo, dove ci conduce la nostra ricerca, gli spazi sono infiniti. Ci fa nuovamente compagnia un pio pellegrino o studioso itinerante di nome Ibn Battuta. E' l'anno 1325 quando inizia il nostro viaggio, una grande, straordinaria ed unica avventura, al di sopra della mediocrità , tra le cose degli uomini, le migliori e le peggiori. Il nostro è in questo senso un invito alla libertà , un invito da cogliere al volo, se non altro per l'illustre compagnia di un uomo che molti onorano quale il massimo viaggiatore dell'epoca pre-moderna: egli ci racconta dunque una storia che noi vogliamo ascoltare: quella del proprio paese. In collaborazione con:

PRENOTA LA TUA SCOUT LOCATION visita il sito www.giroinfoto.com


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T H E

F U T U R E

O F

L O N G

Intervista a

Denis Olla FOTOGRAFIE DI Matteo Bertetto

Questo mese parliamo di un interessantissimo software sviluppato da Denis Olla che tocca la tecnica forse più in voga nel mondo della fotografia attuale. LA LUNGA ESPOSIZIONE Ovvero, creare il così detto "effetto seta" sui soggetti in movimento come nuvole e mare. La tecnica originale ( ne abbiamo già parlato in diversi articoli precedenti di Giroinfoto magazine ), è quella dell'utilizzo di filtri a densità neutra fissati avanti la lente delle ottiche. Spesso però, succede che la conformazione degli obbietivi non permettono l'applicazione fisica del filtro per la pronunciata protuberanza ( vedasi il famoso fish eye per esempio ) rinunciando così allo scatto a lunga esposizione o costringendoci a spendere cifre esorbitanti per l'acquisto di filtri speciali. SETIX oggi è in grado di unire anche diverse centinaia di scatti in un unico fotogramma elaborato ricreando perfettamente l'effetto seta senza l'utilizzo dei filtri e senza "affaticare" il processore con esposizioni interminabili. Ma vediamo come.

E X P O S U R E


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Denis Olla

L'IDEA DI S E T I X Diciamo che la domanda è un po' fuorviante... in verità non ho inventato nulla di nuovo. Come dissi a qualcuno durante una simpatica conversazione "ho solo portato l'acqua in Africa". Infatti questa tecnica è ben nota a tutti; basti pensare che anche in alcuni smartphone è disponibile tale funzione. Tutto è nato un giorno durante una chiacchierata con un amico fotografo ( Matteo Bertetto) che mi parlò della sua intenzione di voler fare a breve un videotutorial su come ottenere l'effetto seta senza filtri ND. Lui infatti era fresco d'acquisto di una Sony A7RII che, tra le tante cose, aveva la possibilità di installare alcune applicazioni, tra cui quella tanto invidiata da chi seguiva le sue vicissitudini, ovvero l'app. "riflesso liscio" di casa Sony. Essa permette infatti di scattare foto con cadenza regolare e man mano unirle direttamente in macchina, ottenendo per l'appunto una foto a lunga esposizione con singoli scatti brevi. Da qui, per pura curiosità e un pizzico di "sfida" con me stesso, ho aperto Photoshop e ho cominciato a cercare un modo per farlo da me. Lo studio su Photoshop mi ha permesso di trovare una soluzione che non ha tardato ad arrivare, ma che con essa si legava un problema: troppi calcoli. Da questo l'idea di sviluppare uno script.

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NASCITA E SVILUPPO DI SETIX SETIX è nato per risolvere (in primis a me stesso) il problema dei troppi calcoli necessari per fondere un numero variabile di foto. Tutto è cominciato per gioco ed essendo perito informatico e studente di ingegneria, l'occasione di passare qualche ora libera per divertirmi a sviluppare script per Photoshop sembrava molto allettante e divertente. Mi è quindi bastato poco tempo di studio del linguaggio di Photoshop per riuscire poi a sfornare una prima acerba creatura informatica. Il mio intento era quello di mettere a disposizione gratuitamente e a quante più persone possibili il mio script, ma mi serviva un nome che banalmente con la parola setix fin da subito mi soddisfò. La prima versione fondeva al massimo 101 foto, a mio parere troppo poche e studiai una formula che potesse unirne di più e arrivai a 1001 foto. Lo diedi in prova al mio amico Matteo per avere la certezza che funzionasse come doveva prima di distribuirlo e subito vennero fuori alcuni problemi di "linearità" nella formula di fusione. Per esempio 90 foto fuse erano più "setose" di 150, cosa assurda se ci pensiamo bene. Sarebbe come se una lunga esposizione di 10 secondi sia più setosa di una da due minuti. Accantonai quindi le mie formule e decisi di far fare allo script quello che il metodo Mean di Photoshop per gli oggetti avanzati faceva già, ovvero la media delle foto. Quest'ultimo script funzionava alla perfezione, se non fosse per il fatto dell'estrema lentezza. Feci un test per capirne l'entità e feci calcolare allo script la media di 96 foto, ma limitata ad una porzione di foto: 200*300px. Inutile dire che ci mise circa 9 ore.


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Dopo quindi ben tre script fallimentari chi piÚ e chi meno, l'intuizione: fare un programma a parte, staccato da Photoshop. Mi misi all'opera e dopo poco riuscii a creare un programma eseguibile per Windows che però funzionava unicamente sul prompt dei comandi. Quella finestra nera non piace a nessuno, si sa, sta antipatica a tutti. Feci quindi mezzo passo avanti e dotai SETIX di un' interfaccia grafica, Era quindi nato SETIX Visual, o come tutti ormai lo conoscono,

SETIX-V.

Matteo Bertetto photography

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S E T I X V S F I LT R I Chi approda su SETIX lo fa per svariati motivi. Il più banale è quello economico: chi ha appena acquistato la sua prima DSLR (o reflex che dir si voglia), ovviamente sarà titubante sull'acquisto o meno di costosi filtri ND. Infatti, se decidesse di comprarne di economici dovrebbe poi tener conto di una netta perdita di dettaglio nella foto dovuta al vetro di bassa qualità, o male minore ma comunque spiacevole, quello della brutta dominante cromatica. E non dimentichiamoci poi della vignettatura che i filtri ND (o comunque tutti i filtri con il profilo laterale alto) introducono a basse focali. Altro beneficio è certamente quello di non far surriscaldare il sensore; se volessimo fare una lunga esposizione da 10 o 15 minuti, tralasciando il problema hot pixel sempre in agguato, ci sarebbe comunque il problema del sensore che raggiungerebbe temperature allarmanti per qualsiasi dispositivo elettronico. Una possibilità in più che si apre a chi usa SETIX è quella di poter scattare anche nelle ore del giorno più luminose e fare lunghe esposizioni prima impensabili. Infatti, se a mezzogiorno volessimo fare una lunga esposizione, anche chiudendo il diaframma, usando ISO 50 e montando un big stopper, mai e poi mai riusciremmo a fare per esempio uno, due o addirittura tre minuti di esposizione. Con SETIX invece possiamo tranquillamente scattare anche a 1/4000 o più e unire poi tutte le foto al pc, ottenendo una esposizione lunga quanto desideriamo. Inoltre SETIX non si sporca o macchia, non dobbiamo quindi lustrarlo a specchio prima di avvitarlo al nostro obiettivo, non si rompe se cade, non lo possiamo perdere e non ci può essere rubato. Ma soprattutto è gratis!

Matteo Bertetto

SETIX CON I FILTRI Ma SETIX non preclude l'abbandono dei filtri. Anzi, se noi provassimo a unire diversi scatti con l'utilizzo regolare dei filtri ND, otteremo una unica iper esposizione dall'effetto strabiliante. Quindi spazio alla fantasia.


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S E T I X A CONFRONTO

S E T I X VS PHOTOSHOP Il paragone che più spesso viene fatto è quello tra SETIX e il metodo Mean per gli oggetti avanzati di Photoshop. Il paragone è più che calzante, anzi, lo faccio io stesso da quando SETIX è nato. Mi ricordo ancora quando, a buon punto con SETIX-V, provai a fondere per pura curiosità 156 scatti da 20 MPx fatti con la mia Canon 6D con la funzione Mean. Le poche volte precedenti mi era capitato di provarlo con pochi scatti, forse una decina, con buoni risultati. Stavolta però erano 156, caricando quindi le foto con lo script "Carica file in serie..." e con la spunta per aprirle come oggetti avazati, non riuscii nemmeno a fonderli perchè dopo poco il mio PC (i7 e 16GB di RAM) smise di reagire e si piantò. Rimasi stupito, visto che con SETIX, quei 156 scatti li univo molto spesso durante le prove del programma ancora acerbo, e sebbene non avessi un Hard Disk velocissimo, 156 foto TIF da 114 Mb ciascuna (per un totale di circa 18GB) le univa in mediamente 3 minuti. Infatti ciò che rovina il magnifico programma di casa Adobe è proprio la conversione in oggetto avanzato di ciascuna foto. Se non fosse per quel collo di bottiglia, probabilmente Photoshop sarebbe ancora una volta il vincitore.

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SVANTAGGI DI S E T I X Gli svantaggi implicati da SETIX sono veramente pochi e soggettivi. Uno è per esempio quello dell'usura dell'otturatore. Ogni DSLR viene data dal produttore con una vita media stimata in base al numero di scatti che farà prima di dare forfait. Essendo infatti lo specchio e la tendina dell'otturatore parti meccaniche in movimento a tutti gli effetti, sono soggette ad usura, proprio come il motore della vostra auto, giusto per fare un esempio. Fare 100 scatti per una lunga esposizione diventa in effetti un po' più logorante rispetto a una lunga esposizione tradizionale che esegue un solo movimento dell'otturatore. Il logorio è però lo stesso identico che avreste scattando un timelapse se ci pensate bene; ed è proprio grazie a questo motivo che a mio parere non è un difetto, o non totalmente. Infatti facendo tanti scatti potrete avere due "prodotti": una lunga esposizione montando gli scatti con SETIX e un timelapse montandolo con qualsiasi programma che lo permetta. Usando i filtri ND invece otterrete solo una lunga esposizione. Appena uscito il mio programma infatti, molte persone sono corse a rispolverare vecchi timelapse dai loro hard disk per unirli con SETIX e farne una lunga esposizione, con risultati che non si sarebbero mai aspettati di tirar fuori da quei RAW.


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SETIX IL TUTORIAL Utilizzare SETIX è veramente un gioco da ragazzi. Questo è il mio personale flusso di lavoro, ma non è certamente l'unico. Il primo passo è quello di aprire Lightroom ed importare le foto appena scattate. Selezioniamo quindi tutte le foto che serviranno poi successivamente alla fusione e sincronizziamo le impostazioni. Applichiamo tutte quelle correzioni di base come il profilo obiettivo, aberrazione cromatica, ecc. Fatto questo, con tutte le foto selezionate, clicchiamo con tasto DX sulla voce "Esporta". Assicuriamoci che il formato sia il TIF 16 bit e controlliamo anche il profilo colore, dimensioni, ecc. Al termine dell'esportazione, apriamo SETIX e clicchiamo sul tasto “Carica Foto”.

Selezioniamo la lista di foto esportate da lightroom e clicchiamo su OK. Il programma riconosce all'istante quante foto abbiamo selezionato indicando il numero che appare sopra la barra di progresso. A questo punto basterà cliccare sul tasto “Avvia Elaborazione” per dare il via alla fusione e veder apparire in contemporanea una anteprima della fusione, aggiornata in tempo reale. Concluso il processo di fusione, basterà cliccare su “Salva Immagine” per salvare la nostra lunga esposizione. Il file verrà salvato in PNG 16 bit e potremo quindi postprodurlo su Lightroom o Photoshop. A pochissima distanza dal lancio ufficiale di SETIX, è già stato effettuato un aggiornamento. Infatti è stata aggiunta la funzione di poter mettere in pausa il processo di fusione con la possibilità di interrompere il processo quando il risultato nell'anteprima raggiunge le nostre aspettative di risultato. Basterà quindi cliccare sul tasto "Arresta Fusione" per mettere in pausa e poter salvare. Si potrà comunque poi far ripartire la fusione se necessario.

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PRIMA SERIE DI 200 SCATTI


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DOPO PROCESSO SETIX

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Denis Olla

COMING SOON SETIX SETIX è un software nato dalla volontà di dare gratuitamente a tutti la possibilità di fare lunghe esposizioni senza filtri. Fin da subito è stato apprezzato; già nella prima settimana dopo il lancio si sono registrati oltre 1200 download, veramente tanto per un software sviluppato in circa due mesi nella scrivania di casa. Il software è stato di recentissimo acquisito dalla MilkywayHunters, azienda tutta italiana specializzata in software per la fotografia professionale e non solo, capeggiata da Michael, ragazzo di appena 21 anni ma con le idee davvero molto chiare. In questo modo è stato possibile dare a SETIX una lunga vita e maggiore qualità, sia al software che al servizio generale. Insieme, infatti, lavoreremo a strettissimo contatto per rendere SETIX ancora più performante e più potente, con nuove funzionalità aggiunte. Presto, sarà disponibile anche un servizio di assistenza disponibile h24 per risolvere qualsiasi problema o dubbio. Prossimamente riusciremo anche a sviluppare una versione per MacOS, richiestissima già fin da prima che SETIX debuttasse e che altrimenti sarebbe stata per me difficile rendere possibile lavorandoci da solo e saltuariamente. Tutto questo è stato fatto con l'unico scopo di tenere in vita questo piccolo grande progetto in cui io e il mio amico Matteo abbiamo creduto sin dall'inizio, e che è stato poi apprezzato anche da Michael, tanto da adottarlo e poter quindi mettere i suoi informatici a lavoro su di esso. Ovviamente, SETIX sarà sempre gratuito. Si sta pensando inoltre a una versione "pro", studiata ad hoc per offrire strumenti mirati per i fotografi più esperti ed esigenti.


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+ INFO PER SCARICARE

SETIX GRATUITAMENTE

www.milkywayhunters.com

Matteo Bertetto photography


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Comune di BRENO

Il castello che rivive A cura di Giancarlo Nitti

Breno (Brescia),

dal 10 al 13 agosto, la 13° edizione di "Camunerie", un evento rievocativo organizzato dalla Pro Loco del Comune che come ogni anno fa rivivere il castello arroccato sulla sua collina.

4 GIORNI di dispute tra casate,

combattimenti tra arcieri e fanti, musica medioevale, arti e mestieri di un tempo, falconeria, spettacoli e giochi. Camunerie è il più importante evento estivo della comunità brenese che attira circa 4000 persone al giorno tra residenti e turisti.


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Giancarlo Nitti photography

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EDIZIONE 2017

La leggenda della bella CLOTILDE La principessa Clotilde, figlia del castellano di Breno, promessa sposa al vincitore del rappresentante delle otto casate contendenti. Otto principi rivali che rischiano la vita in pericolosi combatimenti per aggiudicarsi la mano della leggendaria Clotilde. Ma un oscuro segreto si nasconde dietro le intenzioni della bella principessa. Essa ha giĂ impegnato il suo amore ad un altro e pur di non rinunciare al suo sentimento, decide di gettarsi dalla torre del castello.

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La manifestazione estesa su quattro giorni è colma di contenuti e attrazioni per i più piccoli e per gli adulti che vogliono immergersi in un'atmosfera medioevale. Inizia tutto con un corteo nella parte bassa del paese dove sfilano soldati, paggi di corte, sbandieratori e tutte le figure che impegneranno l'intero evento, tutti in coda alla principessa Clotilde che si presenterà al pubblico in piazza del Municipio. La sfilata prosegue quindi fino al castello, residenza della principessa. In questa vasta area, contornata da mura medioevali e una torre che sovrasta imponente iniziano i giochi che rievocano la contesa delle famiglie per la mano della principessa. Quest'anno le casate sono 8: Cattaneo, Ronchi, Alberzoni, Griffi, Gheza, Federici, Sigismondi e Leoni.

Fantasiosi e divertenti i giochi a cui dovranno battersi le famiglie. Dalla corsa con i secchi risalendo la strada del castello alla "Gallina ubbidiente", un percorso a tappe per la gallina rappresentante per famiglia. Giochi intervallati da spettacoli e rappresentazioni coinvolgenti come quello dei falconieri che anno permesso ai bambini di interagire con gli animali. Sul percorso del castello troviamo anche locande e stand rappresentanti le arti e i mestieri di un tempo compresa la cucina tipica permettendo al turismo di assaporare la gastronomia medioevale. E che dire del campo di addestramento degli arcieri con la possibilità di provare il tiro con l'arco per i grandi e i più piccini.


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LA RIEVOCAZIONE

LE BATTAGLIE DI BRENO

Le ricostruzioni storiche si riferiscono ai molteplici

Nel corso dell'evento, numerosi e suggestivi sono

documenti di battaglia tra Breno e i Comuni

stati i momenti dove arcieri e armigeri si sono

limitrofi sul monte Stalbio e la fine del 1500

scontrati facendo rivivere le diverse battaglie tra i

quando il Comune di Breno rimase indipendente

camuni del castello e gli invasori.

dalla Repubblica Veneta che rinunciò al presidio.

attacchi subiti tra il 1116, anno in cui si ritrovano


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Quest'anno, con la 13° edizione di Camunerie, si è battuto il record di affluenza alla manifestazione. Così risponde orgoglioso, il presidente della Pro Loco di Breno Emanuele Ongaro, precisando:

Ed è proprio per questo che la comunità brenese, appagata ed orgogliosa di aver contribuito a realizzare una manifestazione sempre più grande, ogni anno è spinta a crescere costantemente migliorandosi, raggiungendo livelli qualitativi maggiori.

Sono circa 9.000 le persone che hanno risposto quest'anno al richiamo dell'evento, nonostante i primi due giorni di maltempo che ci ha penalizzato stravolgendo il programma. Ma non è solamente la quantità delle persone spettatrici ad aver segnato positivamente "Camunerie 2017". E' soprattutto la soddisfazione di aver ricevuto risposta da un pubblico proveniente anche da fuori regione, con la partecipazione rappresentativa di appassionati e associazioni di rievocazioni medioevali provenienti da luoghi molto lontani da Breno.

Il doveroso ringraziamento va, oltre agli instancabili operatori della Pro Loco, a tutte quelle associazioni ed organizzazioni che ogni anno ci supportano e si integrano all'interno dell'evento come la "Compagnia del Sipario Medievale di Verona" con gli sbandieratori e gli stand dei mestieri, gli "Arcieri del Castello di Breno", la "Confraternita del Leone", i "Falconieri di sua maestà di Milano", i privati che hanno messo a disposizione le proprie strutture intorno al castello e gli artisti di tutte le rappresentazioni da spettacolo.


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FIAMME SIRACUSANE Un'ulteriore dramma nella provicia di Siracusa

A cura di Paolo Buccheri


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Al cortese lettore che si attarderà nella lettura di queste pagine, apparirà strano come in quest’ultimo numero della rivista sia incluso un articolo anomalo, rispetto alla linea editoriale della stessa. Ma è un’anomalia del tutto apparente. Il valore della fotografia come mezzo di denuncia sociale è, nel nostro articolo, usato nella sua completezza e professionalità. Ed inoltre, si aggiunge il tentativo di soffermare l’attenzione di chi legge su realtà urbane piccole o piccolissime, lontane dai grandi centri, che sicuramente non godono dell’attenzione mediatica riservata alle realtà maggiori. E quindi gli aspetti fondamentali della rivista cioè l’importanza della foto e le conoscenze territoriali ed ambientali, strettamente legate da un rapporto di reciproca sussistenza, sono pienamente rispettate. Ma a tutto questo si deve sommare anche alla mia

personale esperienza di semplice spettatore degli eventi che, sgomento di quanto accaduto, non può far altro che relazionare (per dovere di cronaca) sui fatti e rendere partecipi i lettori tutti.


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FIAMME SIRACUSANE M

a proseguiamo con ordine. Nelle ultimissime serate del mese di giugno, per proseguire sino al 2 luglio; parte del territorio del comune di Cassaro; un piccolissimo centro urbano di poche centinaia di abitanti, sito nell’alta valle del fiume Anapo, in stretto rapporto di vicinanza con la riserva naturalistica di Pantalica, già patrimonio Unesco, in provincia di Siracusa; fu interessato da un incendio che per tempistica e accadimenti non aveva nessun carattere dell’evento naturale, sia pure occasionale ed accidentale. Con una cadenza temporale ciclica, per alcune sere, un territorio di pregevole importanza naturalistica ed ambientale, andava in fiamme senza che si potesse porre rimedio ai drammatici eventi.

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C

erto le forze della forestale presenti in gran numero intervennero massicciamente, anche con l’ausilio di canadair, ma la natura impervia del territorio ha impedito che l’evento acquisisse un aspetto di drammaticità. All’oggi, con gli eventi ormai lontani nel tempo, molte sono le voci e le dicerie sull’accaduto. Certamente si parla di incendi dolosi, sia per spronare la regione al finanziamento di cantieri per lavoratori agricoli disoccupati, sia per vivere autentici momenti di esaltazione dell’imbecillità collettiva. Ed ancora, si parla di individui sospettati dell’accaduto nel mirino delle forze dell’ordine. Tutte dicerie, anche con probabili aspetti di drammatica verità.

Quello che è certo e che resta un territorio desolato e irrimediabilmente compromesso per molti anni; a scapito di ambienti incontaminati che costituiscono l’autentico valore aggiunto delle nostre terre.

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E’ certo che quello che manca, nelle nostre aree, è una cultura del territorio e dell’ambiente naturale che lo costituisce. In altri termini, non si riesce a capire come: finita l’era del bum industriale che ha distrutto aree delimitate del nostro territorio; o dello sviluppo edilizio, che ha stravolto i nostri centri senza una precisa politica sullo sviluppo urbano; la principale ricchezza, ancora nelle nostre possibilità di gestione, è la tutela del nostro ambiente naturalistico. Quest’ultimo è oggetto di presunte e/o nuove disposizioni legislative per l’attuazione delle quali si richiedono tempi lunghi. Oggi resta un ambiente territoriale indifeso ed alla mercé di piromani o di chiunque voglia arrecarne danni e stravolgimenti.

Paolo Buccheri


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PASSO DEL GAVIA Giancarlo Nitti Photography


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na gita fuori porta che vale la pena sperimentare, per passare qualche ora con i propri inseparabili animali, scattare qualche fotografia e respirare aria di montagna. IL PASSO GAVIA A 2.618 mt è un valico alpino delle Alpi Retiche meridionali, che mette in comunicazione la regione Trentina con quella Lombarda. Attraversato da un'unica strada , la SS 300 , la location è ad alto contenuto panoramico ed è meta turistica frequente di ciclisti e motociclistici, ma solo d'estate in quanto soggetta a chiusura invernale. Inoltre la località e famosa anche per il "Giro d'Italia". Unico in Italia, il passo presenta un lembo di Tundra artica, relitto dell'ultima glaciazione che copre un'estensione di circa quattrocento metri quadrati su cui possiamo ritrovare tipiche specie vegetali con un'importante valore naturalistico, nonché ad altrettanto elevata vulnerabilità.

Ogni attimo libero è utile per riposarsi dal superlavoro o per dare un occhio all’amico più fidato , lo smartphone. In questa città la solitudine mai urlata viene mitigata dalla tecnologia e dalle mode che tendono in modo potente ad uniformare lo stile di vita. Il tutto è amplificato quando ci si sposta per la metropolitana più trafficata al mondo .. la metropolitana di TOKYO.


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PASSO DEL GAVIA Essendo a piÚ di 2600 metri di altezza, dal passo si può godere di moltissimi scorci come i ghiacciai sulle Alpi Retiche o la vallata di Valfurla.

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Il punto più alto del passo dispone di un vasto parcheggio, anche per camper ed è attrezzato per eventuali barbecue con zone pic-nic. Inoltre, per i più esigenti, si trovano due strutture isolate che forniscono servizi di ristorazione tipica, rifugio e ufficio informazioni.

PASSO DEL GAVIA

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Titanic

Autore: Alessandro Braconi Luogo: Titanic Museum, Belfast - Irlanda

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Onirica

Autore: Valentina Cipolla Luogo: Monticchiello - Siena L'immagine ritrae le sfumature di una collina, ornata esclusivamente da un albero solitario. I colori e la luce richiamano sensazioni di pace, di quiete, lasciano che la mente si ispiri a nuovi sogni, si uniscono per raccontarci quella commovente bellezza che solo la Val d' Orcia sa regalare. La mia rappresentazione del paesaggio vuole trasportare l'osservatore in una dimensione "onirica", in un flusso di coscienza, lontano dal caos, per emozionarsi anche davanti ad un semplice albero.


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La bella Mantova Autore: Gianni Zanella Luogo: Mantova


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