Giroinfoto magazine 26

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- 2017 Dicembre

N. 26 - 2017 | DICEMBRE , Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it

N.26

SALISBURGO

I MERCATINI DI NATALE Di Sergio Agrò

VAL DI GEMBRO

SBARRAMENTO DEL POSCHIAVINO Di Tino & Momo

DAMBULLA CAVE TEMPLE

Di Giancarlo Nitti Photo cover by Giancarlo Nitti


WEL

COME 26 www.giroinfoto.com DICEMBRE 2017


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la redazione | Giroinfoto Magazine

fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto magazine©. Una finestra sul mondo da un punto di vista privilegiato, quello fotografico, con cui ammirare e lasciarsi coinvolgere dalle bellezze offerte dal nostro pianeta. Una lettura attuale e innovativa, che accoglie, oltre i migliori professionisti della fotografia da reportage, anche le immagini e le esperienze di chiunque sia appassionato di viaggi e fotografia. Con i luoghi più interessanti e curiosi, gli itinerari più originali, le recensioni più vere e i viaggi più autentici, Giroinfoto magazine ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio e la condivisione di migliaia di luoghi e situazioni sparsi per il nostro pianeta. Uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale o amatoriale, in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Uno largo spazio di sfogo, per chi ama fotografare e viaggiare, dove è possibile pubblicare le proprie esperienze di viaggio raccontate da fotografie e testi, indipendentemente dal valore professionale dell'autore. Una raccolta di molteplici idee e progetti di viaggio, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e socio-politiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Troverete anche articoli tecnici, dove prendere spunto per ottenere scatti sempre perfetti e con idee sempre nuove per rendere le fotografie più interessanti. Giroinfoto.com© , con la sua rivista e la sua rete web è la più grande community di foto-viaggiatori che accoglie chiunque voglia condividere le proprie esperienze di viaggio o semplicemente farsi coinvolgere dai racconti pubblicati. Director of Giroinfoto.com Giancarlo Nitti

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data di uscita 20 Dicembre 2017

fotografare

Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.

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INSIDE

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Indice 10

DAMBULLA Cave Temple - Sri Lanka Giroinfoto Scout Location

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SALISBURGO I mercatini di Natale A cura di Sergio Agrò

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LE ROVINE DI GEDE Kenya A cura di Giancarlo Nitti

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VAL DI GEMBRO Percorso storico militare Tino & Momo

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CARNAC Bretagna A cura di Giancarlo Nitti


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VI PRESENTIAMO

I NOSTRI

NUMERI

E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: Novembre 2017

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Articoli totali sul magazine

Articoli pubblicati dagli utenti

Nuovi inserzionisti

Foto singole pubblicate

Copertura degli articoli sui continenti

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ARTICOLI

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Dove viene letto Giroinfoto magazine

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SRI LANKA

IL TEMPIO D'ORO

DAMBULLA, l Tempio d'oro di Dambulla (noto anche come Cave temple) è situato nella parte centrale dello Stato dello Sri Lanka. È il tempio di roccia meglio conservato dello Sri Lanka con delle torri di 160 metri che sovrastano le pianure di quest'area. L'interno del luogo di culto è strutturato con oltre 80 grotte ma le più famose sono 5, ancora allestite con diverse statue e pitture. Quasi tutte le opere si riferiscono al Buddha ed alla sua vita ed alcune riferite a tre Re e ad altre antiche divinità Indù.

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S C O U T L O C AT I O N

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1 2 GEOGRAFIA

PERIODO

Sri Lanka Dambulla

Permanente.

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CONTENUTI Luogo di culto di religione Buddista e in parte Induista


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4 5 6 FOTOGRAFIA

NOTE

SCOUTING

Fotografia documentale, scoutlocation

Ingresso a pagamento

Questa scout location e le fotografie sono state realizzate nel mese di Luglio 2007 da Giancarlo Nitti.

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Il Tempio d'oro di Dambulla La Storia e la cultura

Risale prima del 300 a.C. ed è il più imponente tempio di roccia dello Sri Lanka. È composto da 5 grotte principali formate sotto ad una roccia sporgente e solcate da un canale di scolo per tenere asciutto l'interno degli ambienti di culto. Nel 1938 la struttura venne allestita la facciata con colonnati e frontoni d'entrata, mentre all'interno i soffitti sono stati dipinti con complicati motivi a sfondo religioso seguendo l'andamento delle rocce. Gli affreschi raffigurano Buddha, alcuni buddisti ed altre divinità. Una teoria storica dichiara che il re Valagambahu abbia trasformato le grotte in tempio durante il primo secolo a.C. perchè esiliato da Anurādhapura e vi trovò rifugio per nascondersi dagli indiani per 15 anni. Dopo aver riconquistato la capitale, il re costruì un tempio come segno di gratitudine per i monaci. Per molti anni a seguire, diversi re aggiunsero sezioni alla struttura e dall'undicesimo secolo divenne il principale centro religioso, titolo tuttora mantenuto. Re Nissanka Malla ricoprì d'oro le grotte ed aggiunse circa settanta statue del Buddha nel 1190 e nel diciottesimo secolo le grotte vennero restaurate e ridipinte dai re Kandyan.

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LE 5 GROTTE Il tempio è composto da cinque grotte, diventate reliquiari. Le grotte, sono costruite sotto ad una roccia alta 150 metri con l'accesso lungo il pendio che offre una panoramica delle pianure circostanti, inclusa la fortezza in pietra di Sigiriya, a circa 19 km di distanza. Le grotte che si prestano alla visita dei turisti sono cinque: LA GROTTA DEL DIVINO RE Si chiama Devaraja lena (lena in singalese significa grotta), o "grotta del Divino Re". Una nota sulla fondazione del monastero è riportata in un'iscrizione Brahmi del primo secolo sopra all'entrata. Dominata da una statua del Buddha di 14 metri è stata ridipinta innumerevoli volte nel corso della storia e probabilmente ha ricevuto l'ultima mano di pittura nel ventesimo secolo. LA GROTTA DEI GRANDI RE La più grande, con oltre 16 statue erette del Buddha e con 40 sedute. Nella grotta vi sono statue anche dei Saman e Visnu e le statue di re Vattagamani, che onorò il monastero nel primo secolo a.C., e re Nissanka Malla, responsabile nel dodicesimo secolo della doratura di 50 statue. Questa grotta viene chiamata Maharaja lena, "Grotta dei Grandi Re" ed ha una sorgente d'acqua interna che sgorga dal soffitto, quale si dice avere proprietà curative. Le volte sono affrescate da dipinti risalenti al diciottesimo secolo, raffiguranti scene della vita del Buddha, dal sogno di Mahamaya alla tentazione ad opera del demone Mara. GROTTA DEL GRANDE NUOVO MONASTERO La terza grotta, la Maha Alut Vihara, il "Grande Nuovo Monastero", contiene affreschi su muri e soffitto nel tipico stile Kandy, originari del regno di King Kirti Sri Rajasinha (1747-1782), il famoso artista buddista. Oltre alle 50 statue del Buddha si può ammirarne anche una del re.

DUE PICCOLE GROTTE La quarta e quinta grotta sono più piccole e risalgono ad un periodo successivo rispetto alle altre e sono di una importanza inferiore ad esse. Molti pellegrini sono attratti da un piccolo Vishnu situato fra la prima e la seconda grotta.

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DAMBULLA Il Tempio d'oro

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A cura di SERGIO AGRò

SALISBURGO Mercatini & Bokeh La passione per la fotograďŹ a ti permette di fare cose che altrimenti non avresti mai il coraggio di fare, come quella volta che durante una chat con il mio Amico Luca abbiamo deciso di partire per Salisburgo.

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Sergio Agrò photography Giroinfoto Magazine nr. 26


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SALISBURGO MERCATINI E BOKEH

Si parlava di tecniche fotografiche ed in particolare del BOKEH, un termine giapponese che vuol dire "sfocatura" ovvero quando l'effetto sfocato degli elementi che sono dietro il soggetto principale della fotografia, creano un effetto artistico. "Allora Luca partiamo?" "Ok, prossimo weekend!". La scelta ricade su Salisburgo, una citta' nell'Austria settentrionale a confine con la Germania. Salisburgo oltre ad essere la citta' natale di Wolfang Amadeus Mozart e' anche una graziosa citta' barocca conosciuta per la sua architettura e nel periodo natalizio per i suoi mercatini e per un appassionato di fotografia quale luogo migliore per sperimentare la tecnica "bokeh"?

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Il viaggio in auto e' stato piĂš lungo del minuetto, guardi i negozi moderni ed previsto, era impossibile non fermarsi inevitabilmenbte immagini le botteghe per ammirare le montagne, fotografare di una volta. i Castelli e le chiese isolate. Queste sono le sensazioni che ti avArrivati a Salisburgo siamo accolti da volgono camminando per i vicoli del una citta' tranquilla, ordinata e pulita. centro. Senza nessuna difficolta' arriviamo al nostro hotel ed in tempo zero siamo gia' in giro a fotografare e scoprire Salisburgo. Camminare per le vie del centro e' come fare un viaggio nel passato, immagini le carrozze e i cavalli che corrono, la gente vestita con gli abiti dell'epoca e sembra quasi di sentire la musica di un

SALISBURGO

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Salisburgo,

fritture e tra una scofanata e l'altra non mancavano gli scatti ai particolari dei mercatini E' ormai inverno e la luce del sole va via ve- cercando l'effetto bokeh. locemente, e in tutta la citta' si accendono le mille luci di Natale, siamo nel posto giusto. Questo effetto l'ho realizzato con una focale Luca ed io siamo felici come due ragazzini media lunga, quasi tutti i "bokeh" sono fatnel paese dei balocchi, ci dirigiamo verso i ti con un 105mm f2.8, durante lo scatto per avere questo effetto il diaframma era quamercatini. si tutto aperto e gli ISO piuttosto alti, le foto Diverse piazze di Salisburgo ospitano i mer- sono state fatte a mano libera e in notturna, catini, la sensazione che abbiamo e' quella comuqnue si sa che non esiste uno standard che ogni mertatino sembra essere a tema, ben preciso. chi piu' legato al cibo tradizionale chi piu' all'artigianato locale chi piu' al souvenir.

Non abbiamo scelto un mercatino in particolare, li abbiamo visti tutti. Dopo un lungo viaggio credo che all'inizio i mercatini preferiti siano stati quelli del cibo, molti lo chiamano "street food" noi invece abbiamo dato un nome: "scofanata". Si passava dal dolce al salato, dal brezel farcito alle "palle di Mozart" al Vin Brule' alle Giroinfoto Magazine nr. 26


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Sergio Agrò photography


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SALISBURGO MERCATINI E BOKEH

Ricordo che quella notte siamo rientrati in hotel molto tardi, cercando ďŹ no alla ďŹ ne particolari che avremmo poi sviluppato in bianco e nero.

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Il giorno seguente ci siamo dedicati alla visita della città soffermandoci nei luoghi più famosi: immancabile e' stata la visita alla casa natale di Mozart, al Castello di Mirabell con i suoi spettacolari giardini, che purtroppo non abbiamo potuto godere essendo inverno, comunque abbiamo cercato nelle fontane spente dei riflessi interessanti (dato il numeri di persone che "copiavano" il nostro punto di ripresa). Girare di giorno per Salisburgo e' davvero rilassante, lungo il fiume Salzach si possono godere di panorami unici della città: le sue strade, i suoi ponti fino ad arrivare in cima alla collina al Castello Festung Honensalzburg dove il panorama merita la visita. Bisogna dirlo, non per niente Salisburgo e' Patrimonio dell'umanita' dell'UNESCO.

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Arriva così la fine del nostro viaggio, a casa torniamo con tanti ricordi, tante foto e tante emozioni, ma soprattutto con un sacchetto enorme di "palle di Mozart", perdonatemi ma sono tremendamente goloso di quelle palline al cioccolato ripiene di marzapane. Buone Feste!

Sergio Agrò


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Gede LE ROVINE DI

A Cura di Giancarlo Nitti

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Gede Kenya

Uno dei rari siti storici del kenya che sorge nel villaggio di Gede, poco lontano dalla più conosciuta città di Watamu. Nella lingua Oromo derivata dall'antica colonizzazione araba, Gede signigica "prezioso" per la sua importanza commerciale risalente tra il tredicesimo e il diciasettesimo secolo D.C.

Il complesso delle rovine di Gede è diventato Monumento Nazionale nel 1927 e nel 1948 venne dichiarato Parco Nazionale del Kenya Nell'anno 2000 è stato inaugurato un museo all'ingresso delle rovine presso il quale è possibile osservare tutti gli oggetti rinvenuti nel sito storico e dove viene spiegata in breve la cultura swahili. Oggi il sito ed il parco è famoso anche per una piattaforma per il birdwatching dalla quale è possibile godere di un fantastico panorama su tutta la zona.

Gede

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LA CITTÀ PERDUTA Gede o Gedi è un'antica città di origine islamica risalente al XIII secolo situata nella foresta Arabuko Sokoke a circa 4 km da Watamu e 20 Km da Malindi. La vecchia città di Gede è ancora oggi un mistero irrisolto dopo tante ricerche e diversi studi nessuno è stato in grado di affermare con certezza quello che è realmente successo al villaggio e ai suoi abitanti. Gede non è menzionata in nessuna cronaca araba o portoghese di quel periodo. La “città perduta” era un insediamento arabo-swahili con più di 2500 abitanti e gli oggetti ritrovati negli scavi risalgono al 13° secolo, data stimata della sua fondazione. Questa città fu inspiegabilmente abbandonata due volte: intorno al 1500 e per la seconda volta nel

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corso del 1700, ma non ci sono segni di battaglie o pestilenze tali da presupporre un'improvvisa evacuazione. Da qui, le supposizioni degli storici e archeologi riguardo la caduta di Gede sono diverse. Una riguarda la probabile ritirata delle acque oceaniche lasciando il villaggio all'asciutto. Un’altra attribuisce alla tribù dei Galla, una tribù Somala che in quel periodo era nota per le conquiste e i saccheggiamenti dei villaggi. Le rovine, che per centinaia di anni furono sommerse dalla folta vegetazione, furono riscoperte nel 1920 e come spesso accade nacquero numerose leggende e superstizioni sugli spiriti di Gede, ma il mistero della sua storia non fu mai risolto.


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La città di Gede un tempo era circondata da due cinte murarie che separavano la classe borghese dai comuni cittadini ,in prevalenza la popolazione locale Swahili. La parte borghese della cittadina ospita le rovine di tre moschee, del palazzo del sultano e di molte abitazioni. Si suppone che la città raggiunse il suo massimo splendore a metà del XV secolo, grazie alla fiorente attività commerciale, tanto che gli scavi hanno riportato alla luce porcellane cinesi, lampade indiane, manufatti veneziani e anche delle forbici di origine spagnola. Alcuni portali in pietra sono ancora ottimamente conservati ed evidenziano l'elaborata struttura architettonica dei palazzi che vi sorgevano. Alcuni edifici mostrano anche tracce architettoniche del breve periodo di dominio veneziano. Gede è oggi è anche la dimora di un numeroso insediamento di cercopitechi, vivaci e simpatiche scimmiette, che accompagnano i visitatori alla città in cambio di qualche banana.

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VAL DI GEMBRO

PERCORSO STORICO MILITARE Giroinfoto Magazine nr. 26


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Ciao a tutti, eccoci di nuovo a raccontare un'avventura insieme ai nostri umani. Per chi ancora non ci conosce siamo I.J. Swat e Moab Redcanyon, ma amiamo farci chiamare Tino e Momo. Questa volta ci accompagna anche la nostra sorellina Kina Wolfguard, per gli amici Kiki. Io sono Momo, l'husky rosso e vorrei raccontarvi di una gitarella fatta lo scorso inverno alla scoperta di un sentiero militare risalente alla Grande Guerra del 1915-1918 che si trova in Valtellina. Solitamente accompagnamo i nostri umani solo in cambio di eventuali snack, ma vi anticipo che questa volta è andata male e ci siamo nutriti solamente di cultura. In compenso, dopo una lunga camminata su questi sentieri ci è venuta una gran fame ed una volta rientrati ci siamo meritati una razione doppia di cibo.

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LOMBARDIA

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PERCORSO STORICO

SBARRAMENTO DEL POSCHIAVINO Il sentiero inizia nei pressi dell’Azienda Agrituristica Quercia Antica, lungo la strada che da Aprica sale a Trivigno (SO). Si tratta di un percorso adatto a brevi passeggiate, che conduce nella zona del Monte della Croce, luogo ove sono tuttora visibili alcune gallerie e piazzole che risalgono alla Prima Guerra Mondiale.

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LA STORIA Prima di giungere al percorso militare si percorre brevemente un sentiero sul belvedere delle torbiere della val di gembro, molto interessante dal punto di vista fotografico. Imboccando il sentiero è possibile osservare postazioni e gallerie che durante la prima guerra mondiale fungevano da depositi di munizioni. Il tracciato di origine militare come abbiamo già detto, permette di capire la realtà delle linee arretrate della difesa della Valtellina durante la Grande Guerra. Le gallerie e le trincee, fanno parte del cosìdetto "sbarramento del Poschiavino" e furono realizzate negli anni 1916 e 1917, nell'ambito della più vasta difesa della Conca di Tirano e dello sbocco della Val Poschiavo, nonchè del presidio del Passo Aprica. Il complesso difensivo deve il suo nome al torrente che scende dall'elvetica Val Poschiavo e che avrebbe dovuto arrestare l'esercito austriaco nel caso in cui volendo aggirare le linee di difesa dello Stelvio per invadere la Svizzera. Durante la guerra e l'intervento italiano contro l'Austria, il pericolo si fece maggiore e tutta l'area di Tirano fu trasformata in un campo di tricee con opere di difesa e postazioni di artiglieria pesante.

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Il percorso impegna circa tre ore di camminata e i sentieri sono prevalentemente in una lieve pendenza esclusi alcuni tratti boscosi. Il tracciato è ben segnalato e i punti di interesse delle gallerie e delle trincee hanno le informazioni ben visibili. Ma ora è tempo di ritirarci e di meritarci la promessa doppia razione di cibo. Tino, Momo e kiki.

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ALLINEAMENTI DI

CARNAC Di Giancarlo Nitti

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CARNAC

BRETAGNA Gli allineamenti di Carnac sono tra i complessi megalitici più estesi e spettacolari al mondo. Comprendono circa 3.000 monoliti, eretti 6.000 anni fa, disseminati nella campagna bretone. Gli allineamenti più significativi sono quelli della zona di Kermario, Kerlescan e di Mènec. Il sito comprende, fra l'altro, il più grande menhir preistorico attualmente conosciuto, lungo 20 metri e pesante 300 tonnellate ( pag. 66-67).

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LEGGENDE E IPOTESI

La tradizione popolare lega gli allineamenti di Carnac a San Cornelio, papa nel III secolo d. C. che inseguito dai soldati romani, fuggì verso la costa, ma non trovando imbarcazioni con cui scappare, ormai in trappola, si voltò e trasformò tutti i soldati pagani in pietra. Queste conformazioni nel corso dei secoli hanno destato l'interesse degli studiosi a partire dal XVIII secolo con gli eruditi che iniziarono ad interessarsi ai megaliti. Il marchese Christophe Paul de Robien, presidente del Parlamento di Bretagna che conia in quest'occasione le definizioni di dolmen e menhir, fu il primo a teorizzare l'ipotesi che potessero essere stele funerarie degli antichi abitanti celti. Un'altra ipotesi è quella che gli allineamenti fossero vestigia di un campo militare di Cesare nella guerra Gallica. Tra il 1864 e il 1872 gli inglesi W. C. Lukis e Sir H. Dryden realizzarono delle piante più precise degli allineamenti di Carnac, che sono ancor oggi conservate a Guernesey, Londra e Oxford.

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Nel 1873 venne affidata la prima missione di studi ufficiale a Henri du Cleuziou che realizzò numerosi disegni, viste panoramiche e sezioni trasversali di Carnac. Vennero condotti ulteriori studi dal Comandante A. Devoir, in particolare sugli angoli delle orientazioni solari, evidenziando l'asse che lega l'osservatore nel solstizio d'estate al punto del sorgere del sole. Successivamente numerosi astronomi si interessarono agli allineamenti, fra cui il britannico Sir Norman Lockyer. Tra il 1877 e il 1878 lo scozzese James Miln, viaggiatore e appassionato d'archeologia, condusse degli scavi nella zona di Kermario registrando diversi ritrovamenti. Nel 1950 con l'introduzione di metodi di datazione come il carbonio 14 fu possibile risalire con sicurezza all'effettiva età degli allineamenti. È stato appurato che i primi monoliti della zona risalgono al 4000 avanti Cristo, ossia 2000 anni prima rispetto a quanto ipotizzato nella prima metà del ‘900 e che la maggior parte dei megaliti del sito vengono ricondotti ai Celti, specialmente per quanto riguarda la zona di Kermario.


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I SITI

Come già detto gli allineamenti si suddividono in due grandi aree estese ed individuate ad est e ad ovest. A OVEST Troviamo il complesso di Le Ménec. Situato appunto a ovest di Carnac ed è formato da 1.050 pietre allineate su una lunghezza di 950 metri. Il villaggio di Le Ménec sorge all'interno del cerchio formato da 71 massi che si ergono uno a fianco all'altro. Tale complesso, di forma ovale, è spostato verso sud rispetto alle undici file di menhir che vi confluiscono. Uno di questi massi, il Gigante di Le Ménec, alto 3,50 metri, è sicuramente più antico rispetto all'allineamento stesso. Proseguendo verso ovest si incontra il complesso di Toul-Chignan interrompendosi in prossimità di un cerchio tuttora visibile su entrambi i lati. A EST Sorge il famoso sito di Kermario con la particolarità delle dimensioni gigantesche dei suoi monoliti.

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Essendo il più visitato e frequentato, la presenza umana ha alimentato il processo di erosione che ha portato alla chiusura dell'accesso al sito. Avvicinandoci a Carnac troviamo Il dolmen, un sepolcro collettivo utilizzato nel Neolitico come luogo di riposo per molti defunti. Verso la Località di Le Manio si trovano file di menhir che scavalcano un tumulo funerario a loro antecedente e in cima al quale si erge un menhir alto ben 3,50 metri. Nel 1922 gli scavi condotti in questo tumulo, hanno portato alla luce arredi molto importanti attualmente esposti al Museo della Preistoria di Carnac. Il quadrilatero di Le Manio, situato più a est, è stato restaurato all'inizio del XX secolo. Il Gigante di Le Manio, si erge più a sud, con i suoi sei metri circa di altezza è il monolito più alto del sito. Questi allineamenti convergono a ovest verso i resti di un cerchio quadrangolare chiuso, a nord, da un lungo tumulo sul quale si erge un alto menhir posto sull'estremità occidentale. Le Petit Ménec, sorge nel comune di La Trinité sur-Mer e prolunga con i suoi allineamenti il sitodi Kerlescan.


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Seguendo un piccolo sentiero che costeggia il fiume si raggiunge questa piccola meraviglia incorniciata da muschio e foglie rosse. Panoramica di due scatti orizzontali . Giroinfoto Magazine nr. 26

Follow the leaves Autore: Giada Colombi Luogo: Pevereggia - Svizzera


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ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO in uscita il 20 Gennaio 2018

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