N.29
www.giroinfoto.com
- 2018 Marzo
IL MIO SCATTO
N. 29 - 2018 | MARZO , Gienneci Studios Editoriale. www.gienneci.it
Quanto vale?
SUPERGA
COLLE TORINESE Di Giancarlo Nitti
PRAGA
UNA GITA IN CITTA' Di Katia Albertoni
ATHLONE
DAL CENTRO DELL'IRLANDA
Scout location
Photo cover by Giancarlo Nitti
WEL
COME 29 www.giroinfoto.com MARZO 2018
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la redazione | Giroinfoto Magazine
fotografare e viaggiare due passioni un’ unica esperienza Benvenuti nel mondo di Giroinfoto magazine©. Una finestra sul mondo da un punto di vista privilegiato, quello fotografico, con cui ammirare e lasciarsi coinvolgere dalle bellezze offerte dal nostro pianeta. Una lettura attuale e innovativa, che accoglie, oltre i migliori professionisti della fotografia da reportage, anche le immagini e le esperienze di chiunque sia appassionato di viaggi e fotografia. Con i luoghi più interessanti e curiosi, gli itinerari più originali, le recensioni più vere e i viaggi più autentici, Giroinfoto magazine ha come obiettivo, essere un punto di riferimento per la promozione della cultura fotografica in viaggio e la condivisione di migliaia di luoghi e situazioni sparsi per il nostro pianeta. Uno strumento per diffondere e divulgare linguaggi, contrasti e visioni in chiave professionale o amatoriale, in una rassegna che guarda il mondo con occhi artistici e creativi, attraversando una varietà di soggetti, luoghi e situazioni, andando oltre a quella “fotografia” a cui ormai tutti ci siamo fossilizzati. Uno largo spazio di sfogo, per chi ama fotografare e viaggiare, dove è possibile pubblicare le proprie esperienze di viaggio raccontate da fotografie e testi, indipendentemente dal valore professionale dell'autore. Una raccolta di molteplici idee e progetti di viaggio, frutto delle esperienze e lavori eseguiti da esperti nel settore del reportage fotografico, che hanno saputo confrontarsi con le condizioni climatiche e socio-politiche, con le difficoltà imposte dalla natura, per catturare l'immagine e la spontaneità selvaggia della stessa. Troverete anche articoli tecnici, dove prendere spunto per ottenere scatti sempre perfetti e con idee sempre nuove per rendere le fotografie più interessanti. Giroinfoto.com© , con la sua rivista e la sua rete web è la più grande community di foto-viaggiatori che accoglie chiunque voglia condividere le proprie esperienze di viaggio o semplicemente farsi coinvolgere dai racconti pubblicati. Director of Giroinfoto.com Giancarlo Nitti
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ANNO IV n. 29 DIRETTORE RESPONSABILE HEAD PROJECT MANAGER Giancarlo Nitti CAPO REDAZIONE Paolo Buccheri SEGRETERIA DI REDAZIONE E REVISIONE Silvia Belotti CAPI SERVIZIO REDATTORI E FOTOGRAFI Giancarlo Nitti Redazione Katia Albertoni Reporter Giroinfoto
LAYOUT E GRAFICHE Gienneci Studios PER LA PUBBLICITÀ: Gienneci Studios, Via G.Borgomaneri, 135 Milano - 20086 Motta Visconti. info@gienneci.it - hello@giroinfoto.com DISTRIBUZIONE: Gratuita, su pubblicazione web on-line di Giroinfoto.com e link collegati. CONTATTI email: redazione@giroinfoto.com Informazioni su Giroinfoto.com: hello@giroinfoto.com
Giroinfoto ti risponde Uno spazio dedicato alle vostre curiosità e domande. Vuoi chiederci qualcosa? Scrivi a: redazione@giroinfoto.com
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data di uscita 20 Marzo 2018
fotografare
Questa pubblicazione è ideata e realizzata da Gienneci Studios Editoriale. Tutte le fotografie, informazioni, concetti, testi e le grafiche sono di proprietà intellettuale della Gienneci Studios © o di chi ne è fornitore diretto(info su www.gienneci.it) e sono tutelati dalla legge in tema di copyright. Di tutti i contenuti è fatto divieto riprodurli o modificarli anche solo in parte se non da espressa e comprovata autorizzazione del titolare dei diritti.
e v ia gg iare due passioni un’ unica esperienza Giroinfoto Magazine nr. 29
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INSIDE
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Indice 10
STOCKYARDS STATION Fort Worth Giroinfoto Scout Location
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PRAGA Una visita A cura di Katia Albertoni
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PORTOVENERE Perla di Levante A cura di Giancarlo Nitti
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IL MIO SCATTO QUANTO VALE? Giroinfoto school
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SUPERGA Torino dalla collina A cura di Giancarlo Nitti
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ATHLONE Irlanda dal centro
A cura di Giancarlo Nitti
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PUBBLICA
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VI PRESENTIAMO
I NOSTRI
NUMERI
E' con orgoglio che pubblichiamo le statistiche e i volumi qui presenti relativi alle analisi aggiornate al mese di: Marzo 2018
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Articoli totali sul magazine
Articoli pubblicati dagli utenti
Nuovi Reporters
Foto singole pubblicate
Copertura degli articoli sui continenti
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ARTICOLI
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ARTICOLI
77% 16% 0,5%
ARTICOLI
1,5% 1%
Dove viene letto Giroinfoto magazine
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ARTICOLI
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ARTICOLI
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ARTICOLI
88.288 8.245 Letture totali dalla prima uscita
Copertura media mensile dei post sui social
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TEXAS, Stockyards Station. Situata nel cuore di Fort Worth nel distretto di Dallas, questo luogo rappresenta il Texas, offrendo un'emozionante miscela di vecchie tradizioni e nuove con ricostruzioni storiche e attrazioni da non perdere.
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Giancarlo Nitti Photography
S C O U T L O C AT I O N
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1 2 3 GEOGRAFIA
PERIODO
CONTENUTI
U.S.A. Texas Fort Worth Stockyards Station
Permanente.
Centri culturali Musei Live performance
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FOTOGRAFIA
NOTE
SCOUTING
Fotografia documentale, sreet.
Area dedicata alla rievocazione storica e al mantenimento delle tradizioni in chiave moderna.
Questa scout location e le fotografie sono state realizzate nel mese di Settembre 2016 da Giancarlo Nitti.
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Stockyards Station Un po' di storia
La storia di the Stockyards è un colorato insieme di cowboy, bestiame, ferrovie, musica occidentale, costumi, arte e architettura. Con l'aiuto dei cowboys, ferrovieri, wildcatters e imprenditori, Fort Worth si è evoluta dalla selvaggia frontiera di 150 anni fa in una città quartiere degli affari, ma mantenendo le tradizioni concentrate nella Stockyards conservando i tempi del Vecchio West.
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1849
Fort Worth è stato fondato su un promontorio che si affaccia sull'Ovest e sulle Clear Forks del Trinity River dal Maggiore Ripley Arnold. Fu l'ultima importante fermata civilizzata sul Chisholm Trail e nel 1860 fu indicata come "Cowtown".
1876 1900
Con l'arrivo della Texas & Pacific Railroad, Fort Worth diventa un importante punto di spedizione per il bestiame.
Le ferrovie si riversarono nel centro della cittĂ , facendone il fulcro di un'intera industria e di uno stile di vita. PiĂš di 160.000.000 capi di bestiame sono stati venduti nei Fort Worth Stockyards.
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Stockyards oggi LE TRADIZIONI
I 125 acri del Fort Worth Stockyards National Historic District è un concentrato di tradizione “western”. Lo Stockyards è ricco di attrazioni dedicate alle normali attività commerciali di un tempo, di negozi di artigianato Texano, di ristoranti tipici di cucina texana e diverse interazioni con il commercio di bestiame. Due volte al giorno, nel vialone centrale di Stockyards, sono programmati due passaggi con le mandrie di “Longhorn” condotte dai mandriani della “Fort Worth Herd”. Nei negozi della galleria della Stazione ferroviaria si potranno trovare autentici indumenti “cowboy” e locali per mangiare. Nelle serate si può godere di una piacevole esperienza nei saloon tipici come “Billy Bob’s Texas”, con all'interno un rodeo o delle gare di “Honky Tonk”. Un altro locale famoso è il “White Elephant Saloon” con altre tante attrazioni tipiche texane. In estate, si svolgono i campionati di rodeo il sabato e la domenica notte al Cowtown Coliseum. Da non perdere la Sundance Square nel centro città e il famoso Cultural District di Fort Worth.
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Giancarlo Nitti photography Giroinfoto Magazine nr. 29
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Stockyards
Trail of fame The Texas Trail of Fame è stato istituito per onorare le persone che hanno dato un contributo significativo al nostro modo di vivere in stile occidentale. Lungo la passeggiata del distretto storico nazionale di Fort Worth Stockyards, sono stati collocati dei marcatori in bronzo di riconoscimento. Questi riconoscimenti sono realizzati sul modello del distintivo di un marshall di frontiera e portano il nome del personaggio a cui sono dedicati. Il Texas Trail of Fame riflette su questi successi occidentali un'avventura educativa che ha percorso più di 150 anni di storia americana. Ogni anno si celebra i nuovi membri durante le cerimonie ufficiali come il Red Steagall Cowboy Gathering e il Western Swing Festival.
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PRAGA A cura di Katia Albertoni
La passione di mio marito: la guida. La mia: la fotograďŹ a. Abbiamo scelto di partire con il nostro camper durante le vacanze di inizio febbraio. Ci siamo organizzati per sopportare il freddo e la neve e abbiamo deciso di visitare Praga; una cittĂ che da qualche tempo abbiamo messo tra le nostre mete da visitare.
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Katia Albertoni Photography
PONTE CARLO
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PONTE CARLO
PRAGA, Geograficamente si trova solo a ca 800 Km da casa nostra, ma essendo la prima volta che viaggiavamo al di là della ex-cortina di ferro, non sapevamo cosa aspettarci. State sicuri: il viaggio ne è valsa la pena!
A 100 m c’è la fermata del tram con corse ogni 5 minuti per il centro che dista 15minuti da qui.
Alle ore 17.00 il giorno lascia il posto alla notte e non vediamo l’ora di immergerci nella città per le foto notturne. In pochi giorni abbiamo visitato una parte di Scesi dal tram restiamo a bocca aperta, quequanto propone la guida turistica, diciamo che sto posto è meraviglioso! i musei non sono il nostro forte. La vista del castello di Praga e del ponte Carlo Amiamo camminare per le vie e immergerci è un panorama perfetto per le nostre foto. nel paesaggio, meravigliandoci di tutto ciò che vediamo, e scattare. Nonostante il vento gelido il ponte è affollato di turisti e romantiche coppiette. La storia di Praga racconta di principesse, re, vescovi e religliosi, rivoluzioni e sottomissioni. Le sue mura e i suoi palazzi ne sono testimoni. Nel corso dei secoli ha visto passare sul ponte Carlo che attraversa il fiume Moldava gente di ogni estrazione sociale. Arriviamo a Praga alle 15.30 del 10 febbraio sotto un cielo grigio. Posteggiamo al campeggio dove scopriamo che siamo i soli clienti, è bassa stagione. Giroinfoto Magazine nr. 29
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Katia Albertoni photography Giroinfoto Magazine nr. 29
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PONTE CARLO Si tratta di uno dei ponti più famosi al mondo e il più antico e importante di Praga. La sua costruzione fu commissionata da Re Carlo IV da cui prese il nome. La prima pietra venne posata sulle vestigia del vecchio ponte di Giuditta distrutto da un’inondazione nel 1342. Nel corso del 1357 si iniziò la sua costruzione e dopo 50 anni e molteplici traversie causate dalle inondazioni distruttive successe nel corso degli anni, finalmente venne ultimato e garantì l’accesso dalla Città Vecchia alla Città Piccola e al castello di Praga. Le due torri fortificate costruite sui due lati del ponte ne sorvegliano l’accesso. La porta dal lato della Città Vecchia è considerata la più bella porta gotica d’Europa e fu terminata attorno al 1380. Nei 300 anni che vanno dal 1680 al 1930 il ponte è stato adornato da 30 statue di santi, perlopiù in pietra d’arenaria. Il monumento nel suo insieme ha un fascino incredibile a qualsiasi ora del giorno e della notte. Fortunatamente oggi tutta l’area è pedonalizzata e i turisti si godono senza sosta la vista da e per il ponte in ogni sua prospettiva, una sensazione di pace e serenità. Sarà per questo che Praga è considerata una delle città più romantiche del mondo.
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Katia Albertoni Photography
CONVENTO DI SANT'AGNESE Giroinfoto Magazine nr. 29
Simone Ladisa photography
Un altro punto d’interesse della città è rappresentato dal Convento di Sant’Agnese. Figlia di reali boemi, e sorella del Re Venceslao I, vendette le sue ricchezze per poter entrare a far parte dell’ordine di Santa Chiara. Con il ricavato dalla vendita del suo tesoro fece costruire e adornare un grande ospizio per i poveri vicino al ponte di Praga. Qui ha vissuto per anni nella povertà e nell’umiltà più assoluta aiutando chi viveva nell’indigenza. In seguito, rispondendo alla chiamata del Signore, si rinchiuse in assoluta povertà in clausura pregando e facendo penitenza. Nella sua storia si parla di grande sofferenza corporale, fame e povertà estrema. Chi è stato testimone della sua esistenza terrena scrive di abbondante carità verso le suore e verso gli afflitti e dei suoi miracoli. (da “Vita della Vergine Agnese di Praga” scritto tra la fine del XIII e l’inizio del IV da un frate della comunità minoritica). Papa Woytila l’ha canonizzata durante una solenne cerimonia in Piazza San Pietro a Roma poco prima della caduta del regime comunista nel novembre 1989. Il convento è uno degli edifici gotici più importanti di Praga, costruito negli anni 30 del XIII secolo la sua pianta si è conservata in maniera eccezionale. Girando tra i corridoi silenziosi del convento e sbirciando attraverso le vetrate chiuse che danno sul chiostro mi posso immaginare la durezza dell’esistenza dei monaci e i canti dei religiosi.
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CONVENTO DI SANT'AGNESE
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Gli spazi esterni ospitano dei pezzi d’arte moderna che mi riportano bruscamente alla realtà con le linee e i materiali in netto contrasto con l’antica costruzione del convento. Finita la visita al convento c’incamminiamo attraverso il parco Letnà verso il castello di Praga (Pratzsky Hrad). Chi vuole entrare tra le mura del castello deve passare il controllo di polizia e passare sotto il metal detector. Il Castello di Praga è da oltre mille anni il più importante simbolo dello stato Ceco. Tra le sue mura hanno vissuto Sovrani Boemi, Asburgo, e presidenti della Repubblica. Le sue mura sono state testimoni della terza defenestrazione di Praga, evento all’origine della guerra dei 30 anni.
P R A G A Giroinfoto Magazine nr. 29
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PARCO LETNÀ
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Il castello di Praga è un complesso di palazzi storici, ufficiali ed ecclesiastici, fortificazioni e giardini. Ma l’edificio più imponente al centro dell’area del castello è la maestosa cattedrale di San Vito, San Venceslao e Sant’Adalberto. La sua costruzione è durata quasi 600 anni e si è conclusa definitivamente nel 1929. La sua mole imponente sovrasta il portale d’accesso alla piazza mentre al suo interno vi è un susseguirsi di vetrate ornamentali, decorazioni in oro e argento. I suoi archi hanno un’altezza impressionante e ogni centimetro quadrato dal pavimento al soffitto è coperto da dipinti e decori maestosi. Concludo questo giro in giro cercando di trasmettere il mio entusiasmo. Abbiamo visitato una città moderna e antica allo stesso tempo, ma soprattutto affascinante in ogni suo scorcio.
Katia Albertoni
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CATTEDRALE DI SAN VITO Giroinfoto Magazine nr. 29
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Portovenere PERLA DI LEVANTE
lo Nitti r a c n ia G i d a A cur
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Portovenere è
una piccola città ligure in provincia di La Spezia.
Famosa per le sue bellezze come il vecchio castello, antichi edifici e pittoresche isole con tante grotte. Insieme alle Cinque Terre, nel 1997, il territorio di Portovenere è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Dal ligure, Portivène nella variante locale, il paese conta circa 3.630 abitanti e sorge all'estremità meridionale di una penisola, che staccandosi dalla frastagliata costa della riviera ligure di levante, forma la sponda occidentale del golfo della Spezia o detto anche "golfo dei Poeti". Alla fine della penisola si trovano tre piccole isole: il Tino e il Tinetto e l'isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto Venere ed è in piccola parte abitata.
PORTOVENERE
PALMARIA
TINO TINETTO Giroinfoto Magazine nr. 29
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Portovenere Palazzata a mare Come quasi tutti i paesi di questa splendida zona, una catena di vecchie e colorate case è costruita sul lungomare. A colpo d'occhio sembrerebbe non ci sia niente di speciale, ma queste case sono davvero uniche perchè sembra che esse siano fissate sulla roccia ed appese sopra il mare. Le lunghe gallerie di scale uniscono il lungomare con la via principale di Portovenere, la quale si estende su un rialzo parallelamente alla linea costiera, proprio dietro le case.
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Portovenere, la storia Anche se le origini più antiche del borgo vengono fatte risalire sino al VI secolo a.C. con la presenza dei popoli Liguri, le prime datazioni storiche di Porto Venere risalgono a Claudio Tolomeo (150 d.C.) e all'Itinerario Marittimo (Itinerarium Maritimum Imperatoris Antonini Augusti) dell'imperatore Antonino Pio del 161 d.C. dove viene segnalato il borgo tra le località di Sestri Levante e Luni. Il nome del borgo (Portus Veneris) derivava da un tempio dedicato alla dea Venere Ericina, sito esattamente nel luogo in cui ora sorge la chiesa di San Pietro. Il nome era probabilmente legato al fatto che, secondo la tradizione, la dea era nata dalla spuma del mare, abbondante proprio sotto quel promontorio. Il borgo originario (castrum vetus), abitato da antichi pescatori, era sito nell'attuale piazzale Spallanzani ed è oggi interamente scomparso. Da località di pescatori, Porto Venere divenne base navale della flotta bizantina, ma fu assalita e distrutta dal re Rotari dei Longobardi nel 643 d.C. I pochi reperti romani, consistenti in alcune murature rinvenute sotto il piazzale Spallanzani, si rifanno all'assorto periodo cristiano-monastico dei monaci di san Colombano, con l'antica chiesa di San Pietro della diocesi di Luni. Tra i secoli VIII e XI fu oggetto di ripetute incursioni dei pirati saraceni e normanni. Possedimento feudale dei signori di Vezzano furono gli stessi a cedere il feudo, verosimilmente nel 1139, a Genova che già nel 1113, come testimoniamo alcuni documenti, aveva edificato un quadrangolare castello sulla punta meridionale del promontorio dell'Arpaia, a fianco della primitiva chiesa di San Pietro; sempre nello stesso periodo genovese venne costruita la chiesa di San Lorenzo e il borgo nuovo (castrum novum[5]). Sono del 1161 le mura che racchiudono entrambi i borghi, vecchio e nuovo, ed è infine nel 1162 che fu sancito formalmente il passaggio delle due chiese sotto la giurisdizione del vescovo di Genova, confermando di fatto il completo dominio genovese sul borgo. Nel XV secolo, con il respinto assalto degli Aragonesi nel 1494, venne meno il dualismo tra i due borghi; il borgo vecchio fu distrutto lasciando libero lo spazio che ancora oggi si può osservare tra il borgo nuovo e la chiesa di San Pietro. Sempre al dominio di Genova si devono le successiGiroinfoto Magazine nr. 29
ve fortificazioni nel territorio di Porto Venere: la batteria di San Francesco e il forte di Sant'Ambrogio e, nei pressi della Palmaria, della fortezza di Torre Scola nel 1606. Con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte rientrò dal 2 dicembre nel Dipartimento del Golfo di Venere, con La Spezia capoluogo, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, il territorio di Porto Venere rientrò nel VII cantone, come capoluogo, della Giurisdizione di Golfo di Venere e dal 1803 centro principale del III cantone del Golfo di Venere nella Giurisdizione del Golfo di Venere. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento degli Appennini. È in questa fase storica che, nel 1812, venne realizzata la strada litoranea, denominata "Strada napoleonica" in onore del generale francese e oggi localizzata come strada provinciale 530, che ancora oggi collega il centro marinaro con La Spezia passando per i paesi di Fezzano, Le Grazie e Terizzo. Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento di Spezia del circondario di Levante facente parte della provincia di Genova prima e, con l'istituzione nel 1923, della provincia della Spezia poi. Apprezzata località di villeggiatura di fine Ottocento e inizio Novecento - tra i suoi visitatori più celebri vi fu Lord George Gordon Byron - è ancora oggi una meta turistica di punta del panorama spezzino e ligure. Nel 1998 ha ottenuto per i suoi beni architettonici e naturalistici l'ingresso nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità tutelati dall'Unesco - assieme ai Rolli di Genova e al suo centro storico gli unici due beni inseriti per la Liguria - e dal 2001 sede dell'omonimo parco naturale regionale. fonte wikipedia
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IL MIO SCATTO QUANTO VALE? Il valore dell'opera fotografica
Il valore di un’opera è soltanto in minima parte relazionato all’opera, ma indipendente dalla stessa. In realtà non esistono elementi misurabili che permettano di individuare una diretta relazione fra “cosa è” l’opera ed il suo valore. Il vero valore dell’opera viene definito attraverso una serie di relazioni e di rapporti che ruotano attorno al suo autore, ai suoi mediatori, ai suoi estimatori e tant'altro. Quindi come valutare i nostri scatti così tanto amati e pubblicati su ogni sorta di social e piattaforme editoriali? Distinguiamo tre valori innanzitutto:
IL VALORE
FISICO IL VALORE
CONCETTUALE IL VALORE
DI RELAZIONE Giroinfoto Magazine nr. 29
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VALORE FISICO è molto frequente preoccuparsi unicamente o principalmente, dei materiali utilizzati per la stampa come il tipo di supporto o i colori utilizzati che definiscono la qualità, la resa, la durata nel tempo ecc..., sono tutti elementi di cui si deve tenere conto e con la massima serietà. Sono tutti fattori che rappresentano le normali e necessarie condizioni ma l'errore sta nel fermarsi a curare unicamente questi aspetti. Una stampa fotografica curata, di un soggetto realizzata su carta di pregio, stampata con la massima attenzione e montata alla perfezione, in assenza della generazione di un valore di relazioni potrà avere un mercato sostanzialmente pari alla somma dei costi vivi sostenuti per realizzarlo, più un onesto compenso orario per chi lo ha prodotto. NIENT'ALTRO Per capirci, realizzeremo un grazioso complemento d’arredo del valore di 150 euro circa, o un poco più, se i materiali usati sono costosi. Quando un'opera assume un valore economico non più proporzionato alla sua materia? La risposta è : Assumendo un valore concettuale ed estetico.
la fotografia postata su di un
social non ha un
valore fisico, dovrà quindi
assumere
un valore
concettuale Giroinfoto Magazine nr. 29
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VALORE CONCETTUALE L’altra convinzione ingenua degli autori è quella di pensare che sia sufficiente aggiungere “bellezza” o “creatività”. Nella realtà, la creatività e la capacità di provocare gradimento dai canoni stilistici di una corrente, si possono definire valori concettuali di un’opera aggiungendo ovviamente sostanza all’opera stessa. Ma, siccome stiamo cercando di capire come dare una valutazione economica alle nostre opere, si deve prendere coscienza del fatto che stiamo ancora analizzando gli elementi che daranno la condizione necessaria a dare una monetarizzazione del lavoro. Un’opera fotografica realizzata a regola d’arte dal punto di vista tecnico vale quello che costa, cioè le ore di lavoro necessario. Quindi, qualche decina di euro. Quando un’opera è realizzata con genialità
e con percepibile poesia con forti connotati estetici, ecco che alla buona realizzazione si aggiunge un elemento di unicità . L'opera geniale, provoca sensazioni e genera discussioni, critiche positive e apprezzamenti interessati ( non sociallike ). Ecco che il valore di mercato cresce portandosi ad un livello che contempla, non più, solo il costo dei materiali e del lavoro, ma anche un valore al tributo alla genialità artistica. In questo caso parleremo di cifre decisamente superiori a quelle del primo caso. Non è così semplice però. Che cosa sposta il valore verso l'alto nel caso di un'opera geniale? Non la qualità, non la bellezza, non il materiale: è qualcosa di esterno. Qualcosa di fondato sulle
relazioni. RELAZIONE DI MERCATO Una di queste relazioni che daranno un valore economico alle nostre opere ed una delle più importanti è confinata esclusivamente agli individui che vi si dedicano, senza altro interesse, alla pratica di questa attività, in questo caso il fotografo professionista. Il sistema dell'arte in genere conta molto sull'indotto di una "dinamica speculativa"
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e di questo, nel bene e nel male, occorre tenerne conto perchè è una sorta di "vestizione" del nostro prodotto che garantisce la perfetta esecuzione del lavoro, anche se soltanto una teoria. Con questo non si sta affermando che la fotografia come tutte le arti sia "sporcata" da questo meccanismo, ma senza dubbio, non possiamo fingere di
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ignorare l'esistenza di questo aspetto. Di fatto, il guadagno su di un'opera, nel mercato dell'arte, si fonda sull'identico processo che si applica a qualsiasi bene, prodotto o servizio che sia, assumendo caratteristiche come desiderabile, di limitata disponibilità e adatto ad essere acquistato e rivenduto. Così, che si tratti di un tittolo di borsa, di una cassa di banane o di una fotografia, il processo è sempre identico. Se la nostra fotografia verrà comprata anche altri la desidereranno, facendogli assumere un valore diverso a quello originario. L'aumento di valore di un'opera può dipendere da molti fattori proporzionati al percorso di crescita di un autore percepito in diretta conseguenza degli attestati di gradimento che lo stesso acquisisce presso operatori accreditati.
RELAZIONE CURRICULARE Alcuni dei fattori fondamentali che possono aiutare un autore a seguire un processo di crescita e di affermazione nel mondo della fotografia sono relazionati alle conferme esterne e nello specifico possono essere: APPREZZAMENTI ACCREDITATI L'esistenza di alcune critiche positive da parte di esperti e critici riconosciudi dal settore ha un valore significativo per le opere. PREMI E RICONOSCIMENTI Non meno importanti saranno la vincita di premi e riconoscimenti da figure accreditate. Nell'ambito dell'Arte fotografica, soprattutto in Italia, si dovranno prendere in considerazione mostre e concorsi di un certo livello e non di sicuro le pubblicazioni su riviste anche se specializzate che al giorno d'oggi sfruttano
qualsiasi materiale per riempire le proprie pagine, indipendentemente dalla qualità e dai contenuti. LA VISIBILITA' Un ruolo davvero determinante, in particolare nella fase iniziale del proprio percorso artistico. In verità non stiamo parlando nè di social nè di cessioni all'editoria, ma alla presenza di una vera e propria impresa di pubblicazione e divulgazione del proprio operato. Affidarsi ad un gallerista sarà il modo più elegante e professionale di immettersi sulla strada giusta per acquisire il valore meritato del proprio lavoro.
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Superga A CURA DI GIANCARLO NITTI
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Giancarlo Nitti photography Giroinfoto Magazine nr. 29
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Superga Torino,1706. La città viene invasa dall’esercito Franco-Spagnolo di Luigi XIV e le milizie piemontesi, insieme alle truppe alleate austriache, si trovano in difficoltà. Il Duca Vittorio Amedeo II e il Principe Eugenio di Savoia-Soisson, che guidano l’esercito locale, salgono sul colle di Superga per osservare dall’alto il campo di battaglia. In una piccola chiesa sul colle, davanti alla Statua della Madonna delle Grazie, il Duca fa un voto: se avesse vinto, avrebbe fatto costruire in quello stesso posto una grande chiesa in onore della Vergine. Dopo una dura battaglia l’esercito nemico viene sconfitto e la città liberata. Vittorio Amedeo II fa fede al suo impegno affidando la costruzione del Santuario all’architetto di Corte, Filippo Juvarra. Per realizzare il complesso sarà demolita la chiesa esistente e abbassato il colle di circa quaranta metri. Nel 1717 è posta la prima pietra del Santuario, mentre l’ inaugurazione avviene quattordici anni dopo, nel 1731.
Il complesso barocco, è alto 75 metri, lungo 51 e si trova a 672 metri sul livello del mare. Il suo interno è arricchito da sei cappelle e da quattro altari, oltre l’Altare Maggiore, con statue e monumenti in marmo di Carrara. Di particolare interesse sono le numerose tele d’altare e la cupola, ispirata alle opere romane di Francesco Borromini. Nella Cappella del Voto, all’interno della Basilica, è conservata la Statua in legno della Madonna delle Grazie del Seicento, la stessa a cui si rivolse Vittorio Amedeo II per vincere la battaglia. Il culto della Basilica di Superga è gestito dall’Ordine dei Servi di Maria, che risiede, ancora oggi, all’interno del convento.
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Superga La Basilica di Superga è anche, tristemente nota, per un evento che colpì la squadra di calcio del Torino nel 1949. Contro il suo muraglione, infatti, si scontrò, quell’anno l’aereo della squadra del Grande Torino, il cui equipaggio perse la vita nell’impatto.
Grande è dunque, la storia che la Basilica di Superga mostra a chi la visita. Un’importante tappa dell’arte italiana, teatro allo stesso tempo di momenti di gloria e di tragedia, che merita assolutamente di essere visitata.
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Vista di Torino dal colle di Superga
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VISITARE LA BASILICA Se organizzate un soggiorno a Torino non potete non visitare Superga. Le aree visitabili sono diverse e si distinguono in :
Le tombe Reali
Per organizzare al meglio la vostra visita e acquisire tutte le informazioni necessarie basta collegarsi al sito ufďŹ ciale: www.basilicadisuperga.com
La salita alla cupola
Appartamenti Reali
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ATHLONE
IRELAND A cura di Giancarlo Nitti
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Giancarlo Nitti photography Giroinfoto Magazine nr. 29
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ATHLONE
IRELAND Oggi chiamata Athlone, il nome di questa città deriva dall’irlandese Ath-Luain, che significa dal guado di Luain. La leggenda recita che un uomo chiamato Luain, figlio di Lewy, conduceva una locanda nei pressi del guado e accompagnava i viaggiatori che si avventuravano attraverso il ripido torrente. Col tempo il posto fu conosciuto come Athlone o Ath Luain. La cittadina è rinomata per la sua posizione sulle rive dello Shannon, che attraversa la città e rappresenta il cuore dell’isola, in cui nord, sud est e ovest si incontrano.
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Athlone
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Nel pieno centro dell'isola è comunemente conosciuta come la porta dell'ovest. Il Castello di Athlone è una delle principali attrazioni della città e ospita sia il Castle Visitor Center che la Luan Art Gallery una famosa galleria d'arte internazionale. La città dispone di diversi percorsi storici dove incontrare il pieno stile irlandese con i suoi edifici e pub caratteristici. Disseminate per il paese si trovano diverse chiese protestanti come la St. Mary's Church dal chiaro gusto anglosassone. La sua vicinanza al lago "Ree" permette di esplorare il territorio in alcune attrazioni storiche come l'antico cimitero cristiano di Clonmacnoise con i resti del castello omonimo e il The hill of Uisneach, il centro culturale celtico sorto sulla collina sacra che ospita ancora il festival più antico d'Irlanda, la celebrazione Uisneach Bealtaine.
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Athlone
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Una passeggiata nel centro della città per la visita del castello e della Ss. Peter & Pauls Church che domina la piazza centrale è sufficente per respirare l'aria delle tradizioni di questo paese che vive nel rispetto della propria storia senza farsi mancare il gusto moderato dell'innovazione. Giancarlo Nitti
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