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EDGAR TAKOYAKI analog project

analog project

Fin da ragazzo sono stato attratto dal Giappone e dalla sua cultura. Il 2005 fu l’anno della mia prima visita in Giappone. Tokyo superò tutte le mie aspettative e accese la mia creatività, ed è anche il luogo dove la mia carriera da fotografo ebbe inizio. Ho realizzato mostre in gallerie d’arte americane e a Londra nel Regno Unito. Dal 2016 fino ad oggi, la Dab Art di Ventura, in California, mi rappresenta come galleria. Fotografo in medio formato e pellicola 35mm. Attualmente vivo a Ventura, in California, con mia moglie Kendra. Questo progetto ha avuto inizio più di dieci anni fa durante il mio primo soggiorno a Tokyo. Da quel primo viaggio ci ritorno quasi ogni anno per fotografare il più possibile la cultura e la bellezza che Tokyo è in grado di offrire. Le grandi città come Tokyo, Osaka e Nagoya sono così popolate e affollate da stimolare molto a livello visivo. Vorrei catturare il più possibile dell’impatto visivo che questi luoghi offrono, utilizzando macchine fotografiche analogiche. Io uso una NIKON F3 per le foto con pellicola da 35mm e una Mamiya C330 per il formato medio. Alcune foto sono a doppia esposizione o catturano riflessi di vetrate che mostrano come ricchi e pieni possano essere questi ambienti. Altre rappresentano semplicemente scatti che dimostrano la grande varietà di una città come Tokyo.

Since I was a young boy, I have been drawn to Japan and its culture. 2005 marked my first visit to Japan. Tokyo exceeded all my expectations and sparked my creativity. It is also where my photography career began. I have exhibited in art galleries in America and London, U.K. In 2016 I received gallery representation through Dab Art in Ventura, California and am still working with them to this day. I shoot medium format and 35mm film. Currently I live in Ventura, California with my wife, Kendra. This project was started over a decade ago on my first trip to Tokyo. Since that first visit, I have returned almost every year to photograph as much of the culture and beauty that Japan has to offer. The larger cities like Tokyo, Osaka and Nagoya are so dense and packed with visual stimulation. I wanted to capture as much of the visual impact that these cities offer using analog film cameras. I use a Nikon F3 for the 35mm film photos and a Mamiya C330 for medium format. Some of the photographs are double exposures or layered window reflections that show how rich and dense these cities can be. Other photos are simply shots that show the grand scale of a city like Tokyo.

WEBSITE | etakoyaki.com INSTAGRAM | @etakoyakiphoto / @shortblade

PREDRAG POPARA

Nato a Trebinje (Bosnia ed Erzegovina), Predrag Popara ha seguito il suo sogno di essere un artista studiando pittura a Belgrado (Facoltà di Arti Applicate) e Vienna (Università delle Arti Applicate) dove ha avuto l’opportunità di lavorare con professori di alto livello come Adolf Frohner, Maria Lassnig e Christian Ludwig Attersee. La sua carriera è ricca di premi, numerose mostre personali e collettive tenute in Serbia e in molti altri paesi, tra cui Austria, Germania, Ungheria, Francia, Romania, Italia, Slovenia, Bosnia ed Erzegovina, e presto le sue opere saranno esposte in Cina. Proveniente da un forte contesto geo-politico, il concetto artistico di Predrag Popara si basa sull’esplorazione di eventi significativi del dopoguerra, rivelando una testimonianza del nostro mondo contemporaneo. La totale devastazione della vita dopo la guerra è il soggetto principale delle sue tele astratte, in cui il risultato estetico illustra perfettamente le realtà odierne. La serie intitolata “The Burning Island” rappresenta l’anima dell’artista in cerca di esprimere la realtà in uno stato di cambiamento permanente; i suoi dipinti mostrano quindi un mix di pennellate frammentate e intensi strati di colori. “Le immagini che crea mostrano vari gradi di frattura e intensità ed evitano le forme del tardo modernismo. La vasta e intensa tela, che è il regno abituale della sua opera pittorica, funge da paradigma della nozione di post-verità che ha colpito sia la cultura globale, sia i modi solitari e individuali di comprendere le ansie che ci circondano ai giorni nostri”. (Nikola Suica, I dipinti di Predrag Popara come invocazioni in “The Burning Island”) L’arte di Predrag Popara coinvolge il caos e l’ordine, individuali e globali, la disconnessione e la connessione, il frammento e l’unità, che rappresentano micro e macro-realtà, esperienze ed emozioni. I dipinti di Predrag Popara rivelano una moltitudine di tecniche di stesura del colore, che vanno dai washed colors alle superfici caricate di pasta, come se fratturasse lo spazio e il tempo, il presente e il passato. I suoi paesaggi sono come ferite aperte di un recente passato bellicoso, e le frequenti pennellate arcuate sembrano far da ponte tra i mondi, le emozioni, i ricordi, il dolore. L’anima di Predrag Popara è tumultuosa e desiderosa di illustrare la contemporaneità di questo mondo colorato in sfumature di grigio (ugualmente distanti dagli estremi in bianco e nero), ma su cui lancia un raggio di speranza attraverso accenti di rosa e viola, verde o blu.

Born in Trebinje (Bosnia & Herzegovina), Predrag Popara followed his dream of being an artist by studying painting in Belgrade (Faculty of Applied Arts) and Vienna (The University of Applied Arts) where he had the opportunity of working with high class professors such as Adolf Frohner, Maria Lassnig and Christian Ludwig Attersee. His career is paved with prizes, numerous solo shows and group exhibitions in Serbia and in many other countries, including Austria, Germany, Hungary, France, Romania, Italy, Slovenia, Bosnia & Herzegovina and soon his works will be shown in China. Coming from an intense geo-political context, Predrag Popara’s artistic concept relies in the exploration of the significant post-war events, revealing a diversely layered testimony of our contemporary world. The utter devastation of life after the local war is the main subject of his abstract canvases, where the aesthetic disjuncture illustrates perfectly the present day realities. The series entitled The Burning Island represent the artist’s soul in search of expressing disjuncture, and the reality in a state of permanent change; therefore his paintings show a mix of fractured brush-strokes and intense layers of colours. “The images he creates display varying degrees of fracture and intensity, and eschew the liberating forms of Late Modernism. The vast, intensive canvas that is the habitual realm of his painterly work acts as a paradigm of the notion of post-truth that has struck at both global culture and solitary, individual ways of understanding the anxieties that surround us in the present day.” (Nikola Suica, The Paintings of Predrag Popara as invocations at ‘The Burning Island’) Predrag Popara’s art is about chaos and order, individual and global, disconnection and connection, fragment and unity, representing micro and macro-realities, experiences, emotions. Predrag Popara’s paintings reveal a multitude of techniques of color spreading, ranging from washed colors to pasty loaded surfaces, as if he fractures space and time, present and past. His landscapes are like open wounds of a recent warlike past, and the frequent arched brush-strokes seem to bridge the worlds, the emotions, the memories, the pain. Predrag Popara’s soul is tumultuous and eager to illustrate the contemporaneity of this world colored in shades of gray (equally distant from the black and white extremes), but on which he casts a ray of hope through accents of pink and purple, green or blue.

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