Anteprima globalfishing n 4

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5 Editoriale 6 Global@mail 14 La rivincita dei piccoli 18 La spiaggia bassa 22 Emozioni in alto mare 26 A caccia di dentci 30 Un pesce al mese: Il Dentice 36 Danza nel profondo 42 La girella perfetta Fermi o in deriva 44 50 Copertina parlante di U. Simonelli

La posta dei lettori

di M. Prezioso

di D. Limone

di U. Simonelli di D. Craveli

di D. Craveli

di D. Limone

di M. Prezioso



Editoriale

M

i piacerebbe poter iniziare l’editoriale di questo mese, con un potente squillo di tromba che svegli tutti i pescatori dal letargico e indifferente atteggiamento che, indistintamente, hanno verso quel che succede nel nostro mondo. Nessuno, ragazzi miei, sta mettendo a fuoco quale trend abbia preso il comparto della pesca ricreativa. L’obbiettivo, e non crediate che io stia impazzendo , è quello che la pesca ricreativa non debba più esistere o quasi. Ebbene, l’avanzata dei professionisti, non solo in Italia, ma in tutta Europa è un fatto certo, è cronaca. Uno strapotere che ha la possibilità di gestire le decisioni governative. La pesca commerciale vanta e pretende la proprietà del mare e di quanto vi sia di pescabile; senza limiti ne controlli. E non facciamoci pie illusioni su tutto ciò che ci viene fatto credere. Perché i controlli e le regole sono inutili , o meglio utili più a quella poca opinione pubblica che si occupa distrattamente dell’argomento, che ai fatti; perché alla signora Maria, che va a comprare la “soglioletta fresca per il Pupo” nulla interessa di quanto danno sia stato fatto perché quella soglioletta , l’ultima o la penultima della specie, possa arrivare sulla tavola del “Pupo”. Perché la signora Maria non sa neanche cosa mangia quando apre una scatoletta di tonno, o quel che mangiano i figli alla mensa scolastica il venerdì. Ne ha coscienza di quale danno, immenso e irrecuperabile facciano le strascicanti , le reti derivanti, le reti alle foci dei fiumi, le decine di migliaia di nasse usate per pescare le seppie, le cianciole e tutte gli altri mezzi di distruzione di massa che i professionisti della pesca usano. E neanche si interessa di cosa e quanto, con questo andazzo, resterà al “Pupo”, del mare e della natura che esso contiene… Basta leggere un po’ in giro per capire. Le reti derivanti , malgrado campagne, evidenze scientifiche e quanto altro, sono state dichiarate sostenibili dalla CE. Del prelievo senza limiti di quantità, peso o misura, delle ricciole nessuno parla … e via discorrendo: silenzio totale su un devastante meccanismo, un circo degli orrori dove il profitto la fa da padrone. Ci sono le prove! La pesca ricreativa non è gradita ai professionisti perché costoro credono , gli han fatto credere o vogliono far credere, che il nostro prelievo li derubi e depauperi lo stock ittico … insomma gli levi il pane di bocca. Noi siamo quelli che pescano e quindi uccidono per divertimento. Incominciate a pensare che in Spagna la pesca al tonno è stata vietata ai ricreativi, però la quota non è andata al “mare” ma ripartita tra le varie categorie di pesca nazionali; dal farlo in Spagna al farlo in Italia, il passo è breve. Ma da noi sono più furbi ancora. Ed è una peculiarità della politica italiana. Perché adesso ci faranno pagare per pescare e tra un po’ ci faranno continuare a pagare e basta. Perché se ancora non lo aveste capito, c’è poco da ridere; la licenza di pesca a pagamento è cosa fatta e gli introiti sono già a bilancio del settore pesca professionale. Già forse se li stanno spendendo …. È questione solo di tempo. E parliamo di milioni di euro ! Messa in questi termini è’ come pagare una tassa per finanziare chi ti ruba la macchina !! Perché in Italia la licenza di pesca servirà a finanziare chi il mare lo ha devastato e lo continua a fare, in barba alla evidenza scientifica e al buon senso, oltre che al futuro del genere umano. Come se non bastasse, perché, ognuno di noi, ogni giorno, già paga i conti alla pesca professionale , che riceve incentivi e bonus pubblici. Dal costo dei carburanti a prezzi ridotti, alla rottamazione dei pescherecci. Anche gli oneri di gestione delle AMP, che sono state ideate appositamente per fare da polmone di ripopolamento per fronteggiare l’over fishing, sono una conseguenza dalla pesca industriale. Aree Marine protette che rappresentano l’ultima frontiera della sopravvivenza, dove malgrado regole e divieti i professionisti spadroneggiano . Forse, amici miei, è proprio ora di svegliarsi. Umberto Simonelli


TRAINA COSTIERA

Di Michele Prezioso


La capacità catturante delle piccole esche è davvero sorprendente..

Le cannine leggere, da spinning, magnificano le azioni delle nostre “mini esche”, perché con la grande flessibilità ne esaltano il movimento in acqua


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