Intervista a Luca Ricolfi, ItaliaOggi 16 maggio 2017

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PRIMO PIANO

Martedì 16 Maggio 2017

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Martedì 16 Maggio 2017

PRIMO PIANO

Luca Ricolfi / Per puntare soprattutto su delle battaglie politiche a basso costo economico

Il ridimensionamento dell’Anac sugli appalti era giusto. Ma tutti si erano genuflessi

La sinistra si dimentica del popolo

Pentiti anche del fatto bene

Si è ben presto trasformata in una macchina acchiappa voti D. Senta professore, ora c’è però un fatto nuovo. Matteo Renzi ritorna i intitola Sinistra e alla guida di questo parpopolo (Longanesi), tito con parole d’ordine l’ultimo lavoro di – casa, lavoro, mamme – Luca Ricolfi, socioche, paiono appunto rilogo che insegna Analisi dei volte a un elettodati all’Università di Torirato più ampio e no, ma che è anche un comÈ cambiato anche il blocco forse per questo mentatore attento della vita sociale della sinistra. Oggi esso sono state subipolitica italiana. Da tempo, to criticate dalnei suoi interventi pubblici, include, oltre ai lavoratori dipenla sinistra traquesto studioso si sta occudenti, anche quelli della pubblica dizionale. C’è pando della evoluzione (o amministrazione e i professionisti un’inversione della involuzione, secondo dei mondi creativi. La cetomedizdi tendenza o è i punti di vista) della sinizazione e la meridionalizzazione solo tatticismo? stra italiana, e questo libro Luca Ricoli della sinistra erano fenomeni R. Renzi non si è l’ideale seguito di Perché è mai rivolto ai siamo antipatici, uscito già partiti col Psi veri deboli, che economica incisiva. Poi, quasi dieci anni fa per Negli anni 90 la sinistra è divensono i disoccupanegli anni 90... lo stesso editore, e centata pro-mercato, pro-globalizD. Negli anni 90? molto interessante perché ti, gli esclusi, coloro che non trato sul «complesso di zazione, ultra-cosmopolita senza R. Sono arrivati gli mostra contemporaneamen- guadagnano abbastanza per superiorità» di questo valutare che l’uscita di un mld poter benefi ciare di sgravi immigrati e il fattore te due cose. mondo. fiscali. Io non vedo alcun «BB». D. Quali professore? Domanda. Sinistra di uomini dalla povertà da paesi D. Prego? R. Primo, i politici di sini- mutamento sostanziale di e popolo: nel suo libro come la Cina o l’India avrebbe R. La diade Norber- stra sono stretti in una mor- base sociale: ieri come oggi lei spiega come siano comportato il ritorno in povertà to Bobbio-Silvio Ber- sa: per non perdere le ele- Renzi si rivolge un po’ a tutda tempo separati. di alcune decine di milioni lusconi. I primi, gli zioni, sono costretti a usare ti, senza distinzioni di ceto Perché succede? di uomini nei paesi ricchi immigrati, hanno aiu- un minimo di buon senso significative: occupati dipenRisposta. Ah per tanti tato la sinistra a resti- sul tema dell’immigrazione, denti, pensionati, giovani, motivi. tuirsi un po’ dell’onore ma per non perdere la faccia mamme. D. Proviamo a dirne D. La diade bobbiana preciso, anche se alcune tap- perduto durante gli anni 80, presso i propri militanti più alcuni, professore. R. Il più importante è che il pe si possono senz’altro in- quando aveva assistito im- accecati dall’ideologia sono destra-sinistra, intesa popolo in senso proprio, fatto dicare. In un libro del 1978, potente alla sconfi tta delle costretti a fare penose marce come uguaglianza contro indietro, a scusarsi, a preci- diseguaglianza, regge andi persone che fanno lavori intitolato Il compromesso lotte operaie. D. La diade Bobbio-Ber- sare non appena si lasciano cora. Carlo De Benedetduri e vivono in prossimità diffi cile, Diego Gambetta sfuggire quel che realmente ti, l’altro giorno, a Piazdella soglia di sussistenza, e io già segnalavamo due lusconi, invece? za pulita, l’ha ripetuta R. Ha fornito alla sini- pensano. si è sempre più affievolito importanti svolte storiche praticamente in questi D. Secondo? numericamente. Il «gloriosi della sinistra in Italia: la stra un’insperata occasione R. Secondo l’opinione pub- termini: «La sinistra non trent’anni» di edificazione «cetomedizzazione» e meri- di ridefi nirsi come rappreè semplicemente la dello stato sociale, dal 1946 dionalizzazione del Psi fi n sentante della «parte cura dei poveri, deve al 1975, sono stati anche gli dagli anni 60 e, dopo il golpe migliore del paese». La La sinistra è cambiata anche, fra invece preoccuparsi discesa in campo di Beranni dell’estinzione del mon- di Pinochet in Cile, la seconda metà degli anni 70 e che le leggi riducado popolare e della nascita D . E a r r i v i a m o a l lusconi avviene nel 1994 no le diseguaglianze ma, nello stesso anno, della «società dei due terzi», 1973... la prima metà degli 80, dalla stadella globalizzazione come la definì Peter Glotz. R. Esatto, la grande aper- esce Destra e Sinistra di gione del femminismo e dei diritti e delle nuove tecnoD. Insomma di popolo tura verso i ceti medi indi- Bobbio, ovvero il libretto civili. Una stagione, questa, semlogie». Cosa dovrebce n’è meno pendenti del Pci di Enrico rosso della militanza di pre più attenta a battaglie come be essere la sinistra, R. Una società in cui il Berlinguer, accecato dalla sinistra nel ventennio l’aborto, il divorzio, diritti della oggi, in Italia, e cosa ceto medio è più numeroso ossessiva ricerca di un «com- berlusconiano. È allora invece non è? della classe operaia, e la promesso storico» fra classe che inizia il periodo più donna, tutela delle minoranze R. Non mi permetto classe operaia ha raggiunto operaia e piccola borghesia sciagurato della cultura di dire alla sinistra che progressista, quello in livelli di benessere impen- relativamente autonoma. sabili prima della seconda D. E per arrivare a noi, cui la sinistra si dimentica blica progressista e più ideo- cosa dovrebbe essere. D. Lo immaginavo e dei ceti popolari, e so- logizzata ha sviluppato una guerra mondiale. Poi... stituisce il popolo con sorta di ipersensibilità, con perché? D. Poi? Al mito della globalizzazione R. Perché la sinistra non il mito della superiorità completa rinuncia alla logiR. Poi ci sono le scelte sempre e comunque sono purmorale delle persone di ca e al senso critico, sul tema ha più un pensiero: è solo politiche: negli anni 90 troppo sfuggiti in pochi nel nostro sinistra. dell’immigrazione. Le rego- una macchina acchiappa-vola sinistra è diventata D. Che c’entra il Ca- le morali che informano da ti, che fa e continuerà a fare pro-mercato (qualcuPaese. Ricordo, fra questi pochi, valiere? sempre la convivenza civile, quello che i suoi dirigenti no, come il mio collega l’ex ministro dell’economia Giulio R. La presenza di vengono completamente so- pensano possa massimizzaMarco Revelli, dice: Tremonti e Giovanni Sartori, Berlusconi sulla scena spese e capovolte se coinvol- re i consensi. Io, proprio perè diventata «destra»), recentemente scomparso, che è politica viene interpre- gono un immigrato. è diventata pro-globaché provengo dalla sinistra, stato, di gran lunga, il migliore tata come la prova della D. Ossia? lizzazione, è diventata proprio perché so che cosa dei politologi italiani superiorità morale del R. Ossia nessuno ha nul- la sinistra è stata quando si ultra-cosmopolita, senmondo di sinistra, men- la da ridire sul fatto che i occupava ancora degli ultiza valutare che l’uscita tre la teoria di Bobbio, crimini abbiano aggravanti mi, avendo cominciato a ladi un miliardo di uomini per cui la sinistra ha au- e attenuanti: se un ladro mi vorare aiutando i sindacati dalla povertà, specie in Cina professore? e India, avrebbe comportaR. Un’altra tappa impor- tentici valori l’eguaglianza, ruba il portafoglio è grave, metalmeccanici a combatteto il ritorno in povertà di tante, fra la metà degli anni mentre la destra non ne ha, ma se me lo ruba un ami- re la nocività di fabbrica, ho alcune decine di milioni di 70 e la metà degli anni 80, perché accetta o persegue la co che sto ospitando a casa in grande simpatia i liberali uomini nei ricchi paesi oc- è stata la stagione del fem- diseguaglianza, fornisce le mia è più grave, perché c’è alla Friedrich von Hayek, cidentali. minismo e dei diritti civili, basi teoriche al sentimento l’aggravante dell’ingrati- perché, pur ammettendo tudine. Ma se il medesimo l’inevitabilità delle diseguaD. Uno scenario che po- che ha via via spostato la di superiorità morale. D. Lei parla e molto di ragionamento, di puro senso glianze, hanno sempre punchi seppero prevedere. sinistra su posizioni libertaR. Non solo in Italia. Fra rie, rendendola sempre più politicamente corretto. comune morale, viene appli- tato a estirpare la povertà, i pochi non accecati dal attenta alle battaglie politi- In questi giorni, Debora cato a un immigrato, guai: con misure come l’imposta mito della globalizzazione, che a basso costo economico, Serracchiani, governa- il benpensante progressista negativa, rivolta ai cosidin Italia: Giulio Tremonti penso all’aborto, divorzio, tore dem del Friuli, s’è si indigna, perché pensa che detti incapienti, un gruppo e Giovanni Sartori, il più diritti della donna, tutela dovuta scusare e giusti- enunciare una aggravante sociale oggi piuttosto ampio, lucido dei nostri politologi, di alcune minoranze: hanno ficare per aver sostenuto per gli immigrati equivalga e quasi completamente trapurtroppo recentemente costi modestissimi, rispetto che uno stupro fosse più ad enunciare un’attenuante scurato dal governo Renzi. scomparso. continua a pagina 8 a quelli di qualsiasi politica grave se commesso da un per gli italiani. DI

GOFFREDO PISTELLI

S

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D. Lei scrive che è cambiato anche cambiato il «blocco sociale» della sinistra: oggi include lavoratori dipendenti, anche della Pubblica amministrazione, e i professionisti dei mondi creativi. A sublimare le vecchie battaglie, lei scrive, c’è un grande interesse per i migranti. C’è un momento storico preciso in cui ciò è accaduto? E perché? R. No, non mi sembra che vi sia un momento

migrante, perché tradiva anche l’ospitalità che gli era offerta, che ne pensa? R. Il caso Serracchiani, e soprattutto le reazioni che ha suscitato, è

Che per fortuna è stato poi ugualmente ripristinato DI

DOMENICO CACOPARDO

vevamo promesso ai lettori che saremmo tornati sul caso Anac e sullo scandalo suscitato da un provvedimento del governo (di quelli volti a riparare gli errori e i guasti di un codice degli appalti a torto celebrato) che interveniva su uno dei poteri dell’Authority e, in particolare, del suo presidente Raffaele Cantone. Una personalità che non ha ancora metabolizzato il fatto che il suo ruolo non è quello dello sceriffo nel West degli appalti pubblici, ma di presiedere un organismo amministrativo preordinato alla lotta alla corruzione. Poiché la lotta alla corruzione (in corso o accaduta) è anche compito del magistrato penale, occorre spiegare che quello di Cantone e della sua Authority è di esercitare il complesso dei poteri di cui dispongono per realizzare presìdi giuridici capaci di impedire che funzionari infedeli e immorali possano attuare i loro disegni criminosi. Quindi, soprattutto, prevenzione. Vediamo, qual è stata la pietra dello scandalo, quella che aveva fatto inalberare Raffaele Cantone, pronto, come un novello Pietro Micca, a far brillare la mina del moralismo sulla strada della sottosegretaria Maria Elena Boschi. Il 13 aprile scorso, il consiglio dei ministri aveva approvato un decreto correttivo del codice degli appalti, nell’ambito del quale veniva abolita la facoltà accordata all’Anac di intimare ai dirigenti dello Stato di correggere o revocare in corsa gli atti o le procedure giudicate (dall’Anac medesima) illegittime. Un’ope-

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Raffaele Cantone razione definita «raccomandazione vincolante». Se ci riflettiamo, ci rendiamo conto questo potere non può essere attribuito a un organo amministrativo: infatti intervenendo su decisioni adottate (e in corso) e procedure si sostituisce ai poteri-doveri degli organi giudiziari, operando «inaudita altera parte», cioè senza alcuna garanzia che le legittime aspettative e i diritti dei terzi abbiano la tutela loro assicurata dalle leggi, a cominciare dalla Costituzione. Senza offendere nessuno, si sa che il diritto penale è una forma di diritto che poco a che fare con ciò che, in materia, inventarono i romani e fu, nei secoli, oggetto di riflessioni ed elaborazioni scientifiche. Insomma, si tratta di un diritto sui generis di cui quotidianamente abbiamo esperienza personale (alcuni) e generica (tutti gli altri che leggono i giornali o seguono i media). Su questo punto, il Consiglio di Stato si era espresso nei termini che hanno spinto poi il governo ad adottare la di-

scussa rettifica. Tanto è il potere delle vulgate correnti, tanto è il potere della demagogia imperante, che il 20 aprile successivo, il medesimo governo Gentiloni ha compiuto una plateale marcia indietro. Pensate che Cantone ha addirittura contattato direttamente il presidente del consiglio mentre questi era a Washington in missione di Stato per incontrare il presidente Trump, convincendolo (dichiarazione del medesimo Cantone) a porre rimedio al ridimensionamento del ruolo dell’Anac. Non parliamo dei grillini («il governo dimostra di non voler combattere sul serio la corru-

zione»), della Cgil («ennesimo colpo di mano del governo»), del coniglio mannaro n. 2 Andrea Orlando, ministro della giustizia («dobbiamo verificare …»). Né ricordiamo, caritatevolmente, Renzi che, in versione Grillo bis, esprime la propria indignazione. Nessuno che abbia difeso coloro cui andava, a Palazzo Chigi, la responsabilità della contestata correzione. Oggi, si fa giustizia delle sciocchezze. Le parole di Cantone non si abbatteranno come una saetta su un provvedimento o su una procedura non condivisa. Consisteranno in un invito e come

tale non sarà cogente. E in caso in cui il funzionario non lo accolga, l’Authority potrà-dovrà rivolgersi al Tar, rimettendo la questione a chi vi è preposto: l’autorità giudiziaria. Il «grande fratello» cui pensava, forse, la ministra Paola Severino, diventa solo un «grande cugino». E questo pessimo codice degli appalti che non impedisce in via preventiva le lusinghe della corruzione, continuerà a produrre i danni che si stanno constatando negli uffici tecnici di ogni comune. www.cacopardo.it © Riproduzione riservata

SEGUE DA PAG. 7 D. Oggi, il confronto sinistra-populidefinito «giacobino», per le sue afsmo, nel Vecchio continente, pare esfermazioni sulla proprietà privata e sersi assestato sull’Unione politica. sulla libertà individuale, quasi «conR. Avversione per l’Europa e populismo correnziali» con quelle comuniste sono due fenomeni distinti. Il populismo dell’epoca. Quanto c’è della autentica è molto forte in Norvegia e in Svizzera, concezione spinelliana nell’Europa che sono fuori dell’Ue. L’avversione per attuale e quanto alimenta lo scontro in atto fra sinistra e l’Europa, a mio parepopulismo? re, ha due facce princiAnche Renzi non si è mai rivolto R. Di quella che lei pali. Da una parte c’è chiama «autentica l’ostilità alla iper-buai veri deboli, che sono i disoccuconcezione spinelliarocratizzazione e iperpati, gli esclusi, coloro che non na» c’è molto nell’Eulegificazione europea, guadagnano abbastanza per poropa attuale, proprio che in molti ambiti ha ter beneficare degli sgravi fiscali. perché anche questa prodotto solo ostacoli Persino i liberali alla von Hayek Europa, come quella all’attività economica prevedevano di estirpare che sognava Altiero e alla vita sociale. Spinelli, è una coD. Dall’altra? la povertà con misure come l’imstruzione dall’alto, R. C’è l’incapacità posta negativa per gli incapienti calata sui popoli anzidella classe dirigente ché espressione della europea di affrontare volontà e delle libere scelte dei cittadini. i due problemi fondamentali del nostro tempo, ossia la crisi economica e l’immiIl problema dell’Europa non è di aver grazione, ovvero precisamente i problemi tradito il manifesto di Ventotene, ma di che le forze populiste prendono estremaaverne ereditato gli aspetti più discutibili mente sul serio. e autoritari. D. Lei chiude il libro con un giuditwitter @pistelligoffr zio duro sul Manifesto di Ventotene, © Riproduzione riservata

LA DENUNCIA DEL SENATORE DEL PD, STEFANO ESPOSITO, CHE CHIEDE CHIARIMENTI URGENTI A ROMA

Il governo taglia i fondi ai Comuni sulla Tav Nonostante il ministro Delrio abbia sempre rassicurato i sindaci piemontesi

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DI

FILIPPO MERLI

veri No Tav sono a Roma. Parola del senatore Pd, Stefano Esposito. «Sono anni che mi batto per la Tav. E sono anni che dico che i veri No Tav non sono in Val di Susa, ma a Roma». Esposito è un tipo piuttosto combattivo. A Torino è uno dei principali detrattori del sindaco M5s, Chiara Appendino. Anche sull’alta velocità. Appendino è contraria al tunnel di base della tratta Torino-Lione. Esposito è favorevole. Tanto che, pur di difendere l’opera, ha spinto per la convocazione di un tavolo urgente a Roma. Appendino, però, non c’entra. Il senatore, stavolta, ce l’ha col ministero dell’Economia, reo di aver previsto un taglio sulle compensazioni ai Comuni interessati dalla Tav. Un paio d’anni fa, il ministro delle Infrastrutture, Graziano De-

lrio, s’era impegnato per convincere i dirigenti del Mef a stanziare 112,5 milioni di fondi compensativi destinati ai territori attraversati dalla Torino-Lione. Secondo l’edizione locale della Stampa, in un decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dal 10 maggio è stato inserito un passaggio che fissa il costo delle opere di mitigazione dell’impatto della Tav nel 2% della spesa complessiva, ripristinando il taglio da 80 milioni scongiurato in passato da Delrio. Esposito, che a Palazzo Madama ricopre la carica di vicepresidente Pd della commissione trasporti, è andato all’attacco: «Se a Roma qualcuno pensa di fregarci, si sbaglia di grosso». Il senatore dem ha chiamato Delrio. E ha ottenuto la convocazione di una riunione d’urgenza in programma oggi al ministero delle Infrastrutture. Al tavolo parteciperà anche il

commissario del governo per l’Osservatorio sulla Torino-Lione, Paolo Foietta. Il quale si dice convinto sul fatto che «la posizione del governo non sia cambiata per quanto riguarda l’entità delle compensazioni per evitare pasticci, per questo vado a Roma per trovare una soluzione». Esposito, invece, vuole capire perché «i tecnici del Mef abbiano deciso d’inserire la riduzione delle compensazioni in presenza di un impegno politico chiaro ed esplicito del ministro Delrio». Un impegno che, se non venisse rispettato, metterebbe in discussione il «lavoro fatto in tutti questi anni dall’Osservatorio tecnico». Il senatore Pd, inoltre, vorrebbe sapere «a chi appartenga la manina che ha inserito il taglio, anche perché i 112,5 milioni destinati alle compensazioni fanno seguito a un preciso impegno politico assunto dai governi». «La verifica della normativa di rife-

rimento è già stata oggetto d’approfondimento e sempre comprovata: il parlamento ha più volte confermato l’impegno in tal senso», ha proseguito Esposito. «La riduzione dei fondi di compensazione costituirebbe un tradimento di tutti gli impegni sin qui assunti. Non è accettabile che, per chi mette le manine, finisca sempre a tarallucci e vino».Nel frattempo, Appendino, che nel fine settimana ha partecipato alle celebrazioni per il 60esimo anniversario del gemellaggio tra Torino e la città francese di Chambery, ha ribadito la sua contrarietà alla Tav. «È un’opera sbagliata, con costi spropositati rispetto ai presunti benefici», ha sottolineato. «Le previsioni sui flussi del traffico merci non sono tali da giustificare un investimento così elevato». I No Tav non sono solo a Roma. © Riproduzione riservata


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