Alessandro Barbano ItaliaOggi 5 aprile 2018

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Venerdì 6 Aprile 2018

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Il direttore di Il Mattino di Napoli analizza la pericolosa evoluzione della società occidentale

Verso la civiltà dei soli diritti La tendenza è stata ingigantita dalla comunicazione web D. Vuol dire che siamo sicurezza e, dall’altro, una in una fase simile? vera integrazione, da intenR. Diciamo che il parallelo uello di Alessandro dersi non come un diritto funziona, a partire dalla coBarbano è un libro che ma come l’obiettivo di una siddetta disintermediazione spiazza. Ci si aspetta, strategia che approdi a una del 2.0, che coincide con la fidalla riflessione di un cittadinanza fatta dei nostri nanziarizzazione delle grandi direttore di rango, come quel- valori. D. Non bastava lo Ius lo di Il Mattino di Napoli, uno cattedrali internettiane. La sguardo sull’Italia e sui suoi soli? massa internettiana ha molte R. No, no basta qualche ciproblemi, e pare di indovinare, abilità ma non ha la capacità clo scolastifin dal titolo, di assumere la responsabilità co, perché Troppi diritti morale delle sue azioni. In un si tratta di (Mondadori), certo senso è oggi come alloI partiti oggi possono un’acquisilo svolgimenra tabula rasa. Ma forse è già diventare sciami che zione valoto: l’Italia ha accaduto. si fanno e si disfano su riale delle dimenticato i D. Quando? internet con uno slogan. nostre redoveri. InsomR. Accadde forse anche Alessandro Barbano gole fonma, si crede quando Martin Lutero E i leader politici assodamentali. già di sapere, affisse le sue tesi a Wittenmigliano sempre più a Fatta salva cui tutto è indistinto in cui berg e grazie alla rivoluzione cosa questo blogger capaci di parole la libertà re- non ci sono più differenze. dei caratteri mobili di Gutleccese, classe fulminanti che chiamano ligiosa, ma Come le vacche del famo- tenberg, la Bibbia poté essere 1961, abbia a sé ma non spiegano gli usi e i co- so esempio di Hegel: tutte stampata in decine di migliaia scritto. Investumi, certo, nere, nella notte. ce ci si trova di copie. Fu facile convincere i non possono R. Così i partiti possono di- fedeli che non fosse più necesdavanti a 190 pagine dense di una riflessio- prevalere su alcuni cardini ventare sciami che si fanno e saria la mediazione del prete ne che è politica, giuridica e della nostra civiltà, come il ri- si disfano sul web con uno slo- per parlare con Dio. Anche filosofica insieme, su che cosa spetto e la parità delle donne, gan. Così i leader somigliano quella fu un’epifania della definisca un paese, cosa co- per fare un esempio. Sono con- sempre più tecnica non stituisca la politica, di quale cetti, questi, che possiamo dire, a blogger cagovernata, Prendiamo l’utero in afportata sia la crisi che stiamo forte e chiaro, senza smarrire paci di parole o governata fitto: la tecnologia offre la moderazione che li caratte- f u l m i n a n t i , attraversando. tardi. che chiamano Domanda. Direttore, di rizza. D. Al cenuna possibilità, il dirittiD. Be’, dal ’68 a oggi, di a sé ma non questi tempi scrivere che tro del suo smo la copre. E alcune godiamo di troppi diritti acqua ne è passata sotto i spiegano. In libro c’è un femministe cominciano a nessun altro è davvero impopolare. Il ponti. fenomeno pensare che, sì, in fondo, R. Sì, ma sono stati i figli di paese occidenvoto del 4 marzo, forteche lei chiaprodurre figli e venderli mente protestatario e an- molti protagonisti della Beat tale internet ma dirittipossa diventare un dirittipolitico. smo. Spiegeneration gli alfieri della rivo- è entrata con Risposta. È il momento di luzione internettiana, gli attori tanto ritardo ghiamo che to della donna essere netti ed efficaci, nella di un processo in cui la tecnica quanto in Itacos’è. chiarezza del messaggio senza apre nuovi spazi e i diritti cor- lia. In nessun R. È la ditrinunciare al contenuto di mo- rono a coprirli. E la rivoluzione altro paese occidentale internet tatura delle minoranze orgaavanza come un treno in corsa nizzate, se vogliamo l’eterogederazione del messaggio stes- dell’algoritmo… so. Prenda un tema di questi D. La rivoluzione dell’al- in una cristalleria, frantuman- nesi dei fini della democrazia, do vecchi e nuovi manufatti. giorni, come l’immigrazione. che punta alla tutela dei degoritmo? D. Dunque, sbaglia chi boli e finisce per diventare la D. Si riferisce allo sconfiR. È diventata il copione del namento francese a Bardo- declino della democrazia. Non dice che il web non ha poi dittatura dei deboli. Minorannecchia? produce liberazione, quanto tutto questo peso, in poli- ze che, attraverso l’uso dell’apR. Esattamente. Si sente nuova schiavitù: pensi all’idea tica? parato tecnologico, diventano R. Si sottovaluta un elemen- egemoni, imponendo il loro Matteo Salvini dire: «Espellia- di una comunicazione internetmo i diplomatici». Ora, uno che tiana gratuita e disintermedia- to fondamentale dell’opinione radicalismo alla società. È un si candida a essere premier di ta, e di un’utopia democratica, pubblica, che è insieme una pensiero che infiltra e ammala una democrazia centrale alla a essa sottesa, per cui ciascuno cosa molto complessa ma an- tutte le culture. costruzione europea e utilizza può accedere alla stanza dei che molto semplice. Tanto più D. Anche quella riformisemplice in sta? un fatto pur grave, frutto di un bottoni per un momenti di errore e abuso, non sappiamo processo di auR. Quel riformismo che riLe pare possibile transizione e nuncia a mettere in discussioancora, ma certamente opera todeterminache chi accede cambiamen- ne i diritti acquisiti e finisce per di burocrazie periferiche, per zione, spinta alla terza carica delto. Avvenne lo stringere un rapporto a perdere mettere in crisi i rapporti tra i dal consenso stesso anche con i penultimi a danno degli paesi fondatori dell’Europa, fa quantitativo lo Stato debba esibire nella seconda ultimi, alle forze antisistema riflettere... dei clic, preun’estetica della miserarivoluzione che usano il dirittismo come D. Non c’è moderazione, scindendo da bilità, che è cosa diversa industriale una clava contro le élite, cioè lei dice. qualunque dalla miseria perché di fine ’800, contro la delega che è l’essenza R. Un po’ come nelle altre forma di interessa assume un disvalore q u a n d o l e della democrazia. cose sull’immigrazione dette mediazione, di masse contanegli ultimi vent’anni, le più rappresentanD. Lei scrive che il diritsimbolico che svaluta dine affluiro- tismo fa breccia anche a improbabili. Da un lato: affon- za, di delega. la rappresentanza? no nei centri destra. diamoli, bruciamoli, spariamo D. Un’illuurbani, perai barconi. Dall’altro che sono sione? R. Certo. È la declinazione solo ricchezza, che dovremmo R. Sì, e dietro quest’illusio- dendo i filtri culturali, i vincoli egoistica dell’individualismo, fare dell’Italia un paese cosmo- ne oggi si scopre la crisi del di appartenenza con cui aveva- ed è il limite di quello che viepolita o che dovremmo farci ca- giornalismo, la pirateria dei no letto sin lì la realtà. ne chiamato ventennio berluD. Un disarticolamento di sconiano, in cui è passata l’idea rico del dolore del mondo. contenuti, la violazione della D. E invece? di una libertà dai confini e dai privacy, il dominio dell’opinio- equilibri secolari. R. Divennero massa, mol- contenuti indeterminati, ma R. Invece dovremmo dire, ne sulla verità, la falsificazione con chiarezza, che una coscien- di quest’ultima, fino al condi- titudini atomizzate, prive di sempre più ampi, in ragione del riferimenti valoriali. La loro bisogno e della convenienza. za solidale presuppone reali- zionamento elettorale. smo, che la solidarietà, come la D. Ma vale anche per la D. Nel suo libro c’è un coscienza era una tabula rasa, libertà, hanno anche nel limite passaggio molto evocati- sulla quale funzionava la teoria sinistra radicale? Il diritil loro contenuto. vo, quando dice che con di Pavlov: a ogni stimolo corri- tismo dell’ambiente, di chi D. E quindi? 32 milioni di utenti attivi, spondeva una risposta preve- dice no a tutto: dai gasdotti, R. Quindi ci deve essere una la Rete diventa la princi- dibile. Non a caso, su queste ai termovalorizzatori? politica di accoglienza che ga- pale forma narrativa della masse, nel ’900 attecchirono le R. La retorica dei diritti delrantisca, da un lato, la nostra democrazia. Una piazza in più feroci ideologie. la foca e dei licheni, l’antinduDI

GOFFREDO PISTELLI

Q

strialismo. E poi, di nuovo conio, c’è il dirittismo dell’antipolitica che coincide con l’umiliazione dello status e del rango della democrazia. D. Si riferisce alle rinunce all’indennità di funzione e all’auto blu, sbandierate dal neopresidente della camera, Raffaele Fico? R. Ma le pare possibile che, chi accede alla terza carico dello stato, e quindi debba rappresentare lo stile è il rango di un’istituzione in cui si specchia il paese, debba esibire un’estetica della miserabilità, che è cosa diversa dalla miseria, perché assume quasi un disvalore simbolico. Mi pare una demagogia spregevole, che umilia ulteriormente la politica e allontana i migliori da questa. D. Pare che questa estetica contagi anche la destra. R. Ci si consegnano uno a uno. Nel timore di venire scavalcati per così dire a sinistra. Così la democrazia diventa carta straccia. D. Che cosa può produrre il dirittismo? R. Prenda l’utero in affitto. La tecnologia apre una possibilità, il dirittismo la copre. E alcune femministe cominciano a pensare che sì, in fondo, produrre figli e venderli possa diventare un diritto della donna. D. Altre femministe si oppongono, pensando che si tratti di mercificazione. Nel libro, lei dà una spiegazione psiconalitica al dirittismo. R. Dico che il conflitto edipico, che segna anche il rapporto fra il cittadino e l’autorità, si supera con l’accettazione della norma. Oggi, nel dirittismo, assistiamo a una specie di scissione dell’io, che finisce per coincidere con un assemblaggio di diritti, anche gli uni in contrasto con gli altri, che non si rapportano ad alcuna istanza di verità e di etica civile, ma convivono in una sorta di indifferenziazione delle coscienze. D. Per esempio? R. Per esempio, il dirittista le spiegherà che i politici sono ladri, ma troverà normale non pagare le tasse. D. Il dirittismo, lei dice, illude anche con il divorzio dai saperi e dai poteri. R. È il tratto del nostro tempo, o un altro modo per raccontare la crisi della delega. Ed è un tratto molto italiano. Non ci piace la Repubblica platonica, le cui sorti sono affidate ai soli sapienti. E in fondo la democrazia non è solo governo dei sapienti. Ma non può neanche diventare dittatura degli ignoranti, azzeramento di una gerarchia dei saperi a cui corrisponda una responsabilità dei poteri. continua a pag. 10


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