Intervista a Claudio Petruccioli, ItaliaOggi 10.02.2018

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Sabato 10 Febbraio 2018

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Lo dice Claudio Petruccioli, voce autorevole e ascoltata della sinistra riformista e liberale

Come ai tempi di De Gasperi Anche allora c’era chi voleva bloccare la modernizzazione momento più alto e significativo della politica D. E dunque questo fastidio? R. Temo cresca la tendenza (non sarebbe certo la prima volta nella storia) a considerare inutile, se non dannosa, la politica. Il M5s rivela e incrementa questa spinta; però… D. Però? R. Angelo Panebianco ha ricordato qualche giorno fa che se c’è meno politica, vedremo crescere sempre più i poteri giurisdizionali, amministrativi, tecnici, ossia ridur-

il cancelliere ha numerose prerogative che il nostro presidente del consiglio si sogna. Noi, con questa legislazione, continueremo ad avere governi in bilico, quindi inefficienti, finché non prenderemo la via istituzionale. D. Lei ha sperato di arrivarci con la polarizzazione degli schieramenti, con l’Ulivo, con il partito a vocazione maggioritaria... R. Infatti devo fare autocritica. Le cose non sono andate così. Ma, se lei ci fa caso, la frantumazione della politica è una tendenza sovranazionale, si diffonde ovunque in Europa. D. Forse perché si è frantumata anche la società? R. Perché ci sono stati processi, sociali e culturali, che hanno rotto, le grandi

sta. (Petruccioli indica l’intervista dell’ex presidente della Conferenza episcopale e’ sono meno italiana, Camillo Ruini a ottimista PiMassimo Franco, sul Corstelli, anzi, riere dell’altro ieri). sono piuttoD. Effettivamente è sto preoccupato». Claudio singolare che Ruini, uno Petruccioli ci accoglie nel che non parla mai decida soggiorno della sua casa rodi farlo a tre settimane mana: centinaia di libri alle dal voto. pareti, «l’ho tuittato l’altro R. Ma soprattutto che giorno, un braccialetto Amausi queste parole. Petruczon mi farebbe assai comocioli legge le ultime due do», dice ridendo mentre un domande e le relative rigatto va e viene. Siamo in sposte: «È contento che la zona Piazza del Popolo, la Costituzione sia uscita ingrande piazza dei comizi, denne dal referendum del 4 di quando la politica non Claudio Petruccioli dicembre 2016?», chiede il faticava a portarci la gengiornalista, con uno strappo te. Petruccioli, classe logico rispetto alle domanche lo «rappresenti» ’41, umbro di nascita I D’Alema e i Bersani vogliono de precedenti. E senta cosa lo trova chiunque. La ma romano d’adozione, la sparizione di Renzi ma anche risponde un principe della frustrazione non nasce ha vissuto molte vite: del Pd: nessuna casa comune Chiesa: «Farei meglio a non dunque da questo ha militato nel Pcidi sinistra riformista e cattolicesirispondere: la domanda ha D. E da cosa, alloPds-Ds, nel partito e in un taglio troppo politico. Ma ra? parlamento, ha diretto mo democratico, basta. Secondo voglio essere sincero, speR. Dalla consapevol’Unità e presieduto la me il messaggio è chiaro. rando di non essere equilezza che, con il voto, Rai. Da anni, pur non Renzi ha subìto un duro colpo vocato. Sono contento non si decide sul avendo incarichi, è una con il referendum ma non è ancoche la Costituzione governo. Non colpivoce ascoltata della sira finito politicamente. Non voglio fare un accostamento non abbia subito le sce anche lei vedenistra riformista e libemodifiche sottoposte re quanti alfieri del rale. Sul tavolo a cui ci Con il prossimo voto va completafra le persone ma fra le condizioni a referendum, anNO al referendum sediamo, appunti sparsi ta l’opera. Mi viene in mente politiche: De Gasperi, che per il contesto riempiono oggi le e la recente intervista la fine di Alcide De Gasperi con il cambiamento della legge nel quale venivano colonne dei giordel cardinal Camillo elettorale, nel 1953, cercò una ria collocarsi. Ciò non nali con lamenti Ruini al Corriere. sposta istituzionale per la stabilità significa che la CostiDomanda. Ma come Pe- remmo la democrazia, meno che, così, non si sa che tuzione non necessiti e l’efficienza del governo in Italia truccioli, proprio lei che, politici e più magistrati, alti governerà; anzi non si di aggiornamenti». E, tempo fa, in un’intervi- burocrati, tecnocrati. Ma c’è sa neppure se sarà posanche senza lo straordinario un attimo dopo, ecco sibile un governo? sta, aveva ricordato che, un’altra cosa… e irripetibile risultato politico D. Prego. chiarito quel contesto D. Quale potrebbe nell’ora della responsadel 1948. Una cosa analoga R. Alla fine, a guidare essere la via d’uscia cui Ruini si riferisce: bilità, gli italiani sanno ha tentato Renzi con la riforma a Franco che gli chiede scegliere. Che cosa la questo sentimento di insof- ta? costituzionale e il referendum ferenza, se lei va a veder «come si spiega la vitR. Affinché dal voto rende pessimista? toria dei no», il porpoRisposta. Mi colpisce bene, è la frustrazione, per- scaturisca direttamente rato risponde: «Forse il innanzitutto questa enfa- ché si vorrebbe che il voto l’indicazione del goversi sulla fatica dell’andare fosse risolutivo, contasse di no, ci sono due strade. O si aggregazioni stabili, e pro- fattore più rilevante è stato creano due partiti o coali- cedono con grande velocità. il rifiuto della prospettiva al voto, questo minacciare più. D. Già, ma l’Italicum è zioni omogenee, consistenti Hanno fatto irruzione feno- di un uomo solo al coman– o blandire e giustificare – l’astensione, questo la- stato accantonato a fu- e stabili, per cui gli elettori meni come l’immigrazione, do». D. In effetti schierarsi mentare che non si capisce rore di popolo dopo la hanno due proposte in con- che non sono governabili niente, che sono tutte chiac- bocciatura delle riforme: correnza fra loro tra le quali coi tradizionali parametri per il No, 14 mesi dopo, è chiere. troppo potere all’esecuti- scegliere… della forze politiche di una abbastanza curioso. Lei D. Non è il caso italia- volta. No, in un quadro del come se lo spiega? D. Si riferisce a qualco- vo, si obiettava. R. Secondo me è il messa in particolare? R. Sì, e sacrificio della no, dove siamo alla tri- genere, l’unica via è quella saggio è chiaro: Renzi ha supartizione. R. Guardi, che lo istituzionale. R. Oppure, la via è faccia una persona stiD. Cos’altro vede in bito un duro colpo con il requella delle riforme giro, Petruccioli, oltre ferendum ma non è ancora mabile, come Marcello L’avversione a Renzi è l’avversione istituzionali, vale a a questa uggia verso il finito politicamente. Con il Pera, che ne ha scritto al Pd, come pilastro di ogni possibiprossimo voto va completadire dotarci di sistemi voto? proprio sulle colonne le governo riformista in questo Paeche attuano le intendi ItaliaOggi, è preR. L’altro fenomeno da ca- ta l’opera. Forse su questo se. Dal 2013 in poi, il segretario zioni dell’elettore. occupante. Ma, senza pire è l’ostilità verso Mat- è in corso un dibattito fra i si è identificato col Pd. Renzi riprecattolici italiani. D. Un presiden- teo Renzi. personalizzare, quello se il partito in crisi e lo risollevò. D. Ma, aldilà, dell’epizialismo come negli del fastidio è un refrain D. Non è una novità, sodio di Ruini, quali sono Stati Uniti? che lei sente in giro, ansuvvia. Dopo il referendum, Renzi si è agR. Oppure semiche perché questa è la R. È vero, ma ora questo le ragioni? grappato al Pd che gli ha consentiR. Non ne faccio mistero, presidenzialismo alla sentimento sta diventando rappresentazione che è to di non annegare. E che si voglia francese: dopo la scre- parossistico. Io, con persone ne parlammo anche temprevalente nei media. colpire Renzi per colpire il Pd lo matura del primo tur- che conosco, spesso provo a po addietro: l’avversione a D. E invece? dimostra la rabbia di chi ne è uscito no, si individua con il cercare di capire. Ne tro- Renzi è l’avversione al Pd, R. Be’, innanzitutto, ballottaggio fra i pri- vassi una che mi dicesse: come pilastro di ogni possiqueste non sono eleziomi due, un presidente, «Ce l’ho con Renzi per via bile governo riformista in ni anticipate; sono passati cinque anni e tornare a «rappresentanza». Fosse cioè un indirizzo politico del Jobs act». Sarebbe una questo Paese. Dal 2013 in D. Le obietteranno che fesseria eh, Pistelli, perché poi, il segretario si è idenvotare è obbligatorio, lo dice stato questo il problema la Costituzione. Le elezioni dovremmo vedere cortei in Germania, per accor- si tratta di una buona legge, tificato col Pd. Lui riprese il certo non danno la bacchetta festanti e felici che si pre- darsi, non hanno avuto ma almeno avrei sentito una partito in crisi e lo risollevò. Dopo il referendum, Renzi magica per risolvere i tanti parano per andare ai seggi. bisogno del presidenzia- ragione precisa, concreta. si è aggrappato al Pd che gli problemi che ciascuno di noi Il supermarket dell’offer- lismo. D. E invece? R. E io osservo che, anche ha; dovrebbero essere però ta politica non è stato mai R. Invece è una ridda di ha consentito di non anneil momento in cui ognuno tanto ricco e vario; si trova la grosse koalition fa leva su motivazioni non-motiva- gare. E che si voglia colpire decide quali sono i più im- di tutto, da Casapound a... un fulcro istrituzionale, il zioni: «Non è affidabile», Renzi per colpire il Pd lo portanti e urgenti, e sceglie come si chiamano quegli al- cancellierato forte. Là esi- «cambia idea», «è antipati- dimostra l’accanimento di chi gli sembra più adatto ad tri? Quelli del regista Cit- ste, per esempio, la sfiducia co». Cose di pelle, più che quanti sono usciti. affrontarli e risolverli. È la to Maselli, ah sì Potere al costruttiva, ossia c’è una tu- di sostanza. Dopodiché ci continua a pagina 6 politica; le elezioni sono il popolo. Un consanguineo tela del potere esecutivo e anche sono cose come queDI

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Pur essendone alleata sta facendo un gioco che la porta inevitabilmente lontano dal Pd

La Bonino è la talpa di Renzi La quarta gamba del cdx resta appiattita sotto il Cav DI

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CESARE MAFFI

otare contro il massimo rappresentante di una coalizione, dando il sostegno a un partito che fa parte dell’alleanza. Può apparire paradossale, ma è la strada che sta percorrendo +Europa, la lista capeggiata da Emma Bonino. Almeno, in tale direzione le fanno un po’ di propaganda alcuni republicones, sostenendo che votare per i radicali europeisti (invero, a mezzadria col democristiano non pentito Bruno Tabacci) significa sostenere il centrosinistra, ma insieme tenersi distinti e anzi distanti da Matteo Renzi. Insomma, il sostegno a +Europa sarebbe un appoggio a un fronte di centro-sinistra, ma tale da ridimensionare l’intollerato Renzi. Una funzione analoga avrebbe potuto costituirla, nel contrapposto fronte, la micro alleanza fra Noi con l’Italia e l’Udc. Avrebbe cioè potuto chiamare a raccolta elettori moderati, laici e cattolici, senza dubbio schierati contro il centro-sinistra e quindi anche contro il Renzi socialdemocratico dipinto da Silvio Berlusconi, ma stanchi e delusi del Cav. Avrebbe cioè potuto indicare una strada per superare l’incarnazione di valori, progetti, linee po-

litiche in Berlusconi, pur restando nel medesimo settore di centrodestra. Lontani, quindi, da Matteo Salvini e da Giorgia Meloni, ma anche da aspetti e motivi del berlusconismo triti e ritriti dopo un quarto di secolo. Così non è stato. La quarta gamba è priva di un personaggio di riferimento, che invece ciascuno degli altri tre partiti della coalizione possiede. Ha un buon numero di notabili, nel Mezzogiorno ma non solo, che di fatto rappresentano i serbatoi cui attingere voti, forse i soli. Fra l’altro questi personaggi sono antagonisti, come hanno dimostrato le difficoltà incontrate per raggiungere un’intesa. Di fatto, la formazione si rivela una micro Dc, partendo dal simbolo: lo scudo crociato soffoca l’altro contrassegno, che ha vari difetti (sconosciuto, anonimo, improvvisato). Se Lorenzo Cesa prevale, come sembra, è appunto un diccì che prevale; ma Raffaele Fitto, pur con screzi di candidature nei confronti del segretario dell’Udc, ha messo da parte il volto di conservatore europeo che aveva assunto e ha ripreso quello di antico diccì (come Maurizio Lupi). La sparizione di Daniele Capezzone dalle liste eletto-

SEGUE DA PAG. 5 D. I suoi ex compagni. Gasperi non viene risparmiata l’umiliaR. Beh certo i D’Alema, i Bersani vozione di vedere il suo governo bocciato gliono la sparizione di Renzi ma anche in parlamento. A questo si aggiunge il del Pd, per ritornare alla situazione exdolore per il fallimento della Comunità ante: nessuna casa comune di sinistra europea di difesa, che lui – giustamente riformista e cattolicesimo democratico, – vedeva come l’avvio della unità politica basta. Mi viene in mente la fine di Alcide dell’Europa. Poco dopo morì. Forse RuiDe Gasperi. ni allora sarebbe D. Petruccioli lei, stato contro De De Gasperi, bocciato sulla cosiddetta con questo accostaGasperi, «uomo mento, si tirerà adsolo al comando». «legge truffa», subì anche il dolore dosso l’ira e l’ironia Come vede, i moper il fallimento della Comunità dei più malmostosi tivi di preoccupaeuropea di difesa, che lui, giustaantirenziani. zione sono tanti. mente, vedeva come l’avvio della R. Lo so, lo so (ride). D. Perciò, pesvera unità politica dell’Europa. Poco Non voglio fare un simista, come dopo morì. Forse Camillo Ruini, alaccostamento fra le abbiamo detto persone ma fra le all’inizio. lora, sarebbe stato contro De Gaspecondizioni politiche. R. Non nelle ri, perché anche lui, per riuscire a Lei ripercorra quelle intenzioni. Le ho governare poteva essere descritto vicende: Alcide De detto queste cose come un «uomo solo al comando» Gasperi con il camnella speranza biamento della legge che i miei concitelettorale nel 1953 tadini accantonicercò una risposta istituzionale per la no l’insofferenza e votino con gli occhi stabilità e l’efficienza del governo in aperti. I problemi dell’Italia sono ancora Italia anche senza lo straordinario e irquelli di oltre sessant’anni fa, che travolripetibile risultato politico del 1948. Una sero anche un gigante come De Gaspecosa analoga ha tentato Renzi con la riri: la stabilità e l’efficienza dei governi, forma costituzionale e il referendum. l’unione politica dell’Europa. Sono ancoD. Sta di fatto che la parabola pora quelle le sfide. Occhi aperti, memoria litica di De Gasperi, si chiude con la lunga e… auguri! sconfitta del suo sogno centrista. twitter @pistelligoffr R. Sì, la «legge truffa» non scatta, a De © Riproduzione riservata rali conferma la tendenza a costituire un movimento in cui domina il legame fra democristiani. Anche per questo la quarta gamba non assume un ruolo speculare a quello

della lista Bonino. Mentre i radicali, con l’aiuto di vari commentatori, paiono strizzare l’occhio agli elettori non renziani, la quarta gamba del centrodestra rende omaggio al Cav e si guarda bene dal

far apparire fosse pure un solo accenno di differenza rispetto a Fi, se non limitando i caratteri laici che, guarda un po’, la lista Bonino incarna nell’opposto settore. © Riproduzione riservata

IN CONTROLUCE

Laura Miller ha scritto un grande libro, alla Borges, che contiene molti altri libri di ogni tempo e luogo, ridotti alla loro essenza DI

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DIEGO GABUTTI

on so gli altri, ma io passerei giornate intere a leggere risvolti di copertina e trame di romanzi, come pure di fumetti e di film: non le opere, i riassunti. Borges diceva (le ha dette tutte lui) che Guerra e pace ci avrebbe guadagnato se Lev Tolstoj l’avesse ridotto da 1.500 pagine fitte a una decina massimo. Laura Miller, col suo Atlante dei luoghi letterari, sfiora questa ideale misura borgesiana: la perfetta sintesi dell’intreccio. In questo prezioso Atlante c’è dentro la letteratura universale, o almeno il suo côtè fantastico (anche se tutta la letteratura è letteratura fantastica, la Bibbia e Blade runner come Pirandello, Isaac Newton e Madame Bovary, per citare di nuovo Borges, che si alza sulla punta dei piedi e agita entrambe le braccia per guadagnarsi un’altra nomination). Giornalista e critica letteraria, autrice d’una biografia di C.S. Lewis, l’artefice delle Cronache di Narnia, Laura Miller rica-

pitola e condensa nel suo sontuoso catalogo le trame di grandi poemi e romanzi, tra antichi e moderni, dall’Epopea di Gilgamesh (antica di 4.000 anni) al Pianeta delle scimmie di Pierre Boulle, dal Ringworld di Larry Niven (anello artificiale costruito intorno a una stella remota, «Ringworld ha una circonferenza di un miliardo di chilometri, è largo quasi due milioni di chilometri e ha una superficie interna abitabile») alle terre visitate dal medico Lemuel Gulliver nel corso dei suoi viaggi per mare (Lilliput, l’isola dei giganti detta Brobdingnag, l’isola degli scienziati astrusi e perdigiorno chiamata Laputa e infine l’isola degli Yahoo, umani corrotti, dominati da sagge creature cavalline, gli Houyhnhnms). Quello di Laura Miller è un mondo fatto di mondi. Mondi diversi, ma della stessa sostanza, che s’intrecciano, si combinano e si confondono. Mondi che si scontrano come le automobiline del luna park o i ballerini in discoteca. C’è il futuro da incubo della Città del sole di Tommaso Campanella e

c’è il futuro «cyberdistopico» di Neuromante, il capolavoro cyberpunk di William Gibson (di cui è appena uscito, da Mondadori, Inverso, romanzo che a sua volta è una storia fatta di storie). Ci sono Le città invisibili di Italo Calvino, l’Aldilà di Dante Alighieri, i Giardini di Kensington di Peter Pan, Il Castello di Kafka e il mondo della Torre Nera di Stephen King («un luogo strano e sconnesso, che sembra aver assorbito molta altra letteratura», tutti gl’infiniti mondi dell’immaginario, dal Mago di Oz di L. Frank Baum alla Terra desolata di Eliot, dalle canzoni di Johnny Cash e dei Crimson King agli altri romanzi di King, come L’ombra dello scorpione, o Le notti di Salem). Conan il Barbaro, La regina delle fate, Cyrano de Bergerac, il viaggiatore nel tempo di H.G. Wells, il Paese delle meraviglie di Lewis Carroll e i fumetti di Neil Gaiman (Sandman in primis, considerata da chi se ne intende una delle vette letterarie del XX secolo). Sono tutte storie sulle quali tornare, se già è capitato di leggerle, o da leggere per la prima volta, se ancora

non se ne aveva avuto il tempo o non ne era venuto l’uzzolo. Ma più che la storia della letteratura, benché faccia anche questo, Laura Miller esplora in realtà la nostra esperienza di lettori, poca o tanta che sia. In bella prosa, e aiutandosi con bellissime illustrazioni, l’Atlante dei luoghi letterari svela così un segreto. Questo: che abbiamo letto, in realtà, un libro soltanto, variamente declinato, e che conosciamo in fondo una sola storia, variamente messa in musica. Tolkien e Cervantes, Il piccolo principe, Tommaso Moro, Le mille e una notte e Infinite Jest di D.F. Wallace: ogni libro una madeleine, che ravviva i ricordi perduti, e li collega tra loro, come nella Recherche proustiana. È di questo che parlano le nostre letture e l’Atlante dei luoghi letterari. Laura Miller, Atlante dei luoghi letterari. Terre leggendarie, mitologiche, fantastiche in 99 capolavori dall’antichità a oggi, Rizzoli 2017 © Riproduzione riservata


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