ALCE News Magazine 3/2023

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ALCE NEWS MAGAZINE NuMEro 3 - 2023

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MAGAZINE
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Incendi e piromania gli aspetti psicologici

“La piromania è

Ne parliamo con la psicoanalista dottoressa Adelia Lucattini

- di Marialuisa Roscino -

4 Attualità
un’attrazione patologica”
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Gli incendi nelle ultime settimane hanno devastato il centro-sud Italia, diventando una piaga, che si è drammaticamente abbattuta sugli splendidi territori del nostro Paese. La Protezione Civile denuncia che negli ultimi 30 anni è andato perduto il 12% del patrimonio forestale dell’Italia: una porzione enorme considerato che il 30% della superficie italiana è formato da boschi, con gravi conseguenze per l’ecosistema. In questa intervista, il punto di vista di Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association per un’analisi degli aspetti psicologici legati alla piromania, nonché ai fatti accaduti.

Dottoressa Lucattini, in queste ultime settimane, abbiamo sentito parlare di incendi e piromania, che idea si è fatta sulla situazione attuale?

Gli incendi del patrimonio naturale, ricchezza d'importanza e valore inestimabili, sono purtroppo ricorrenti, nonostante l'impegno sia nella deterrenza che nell’informazione sull'importanza della sua tutela, conservazione e valorizzazione. È noto che tutti gli ecosistemi forestali sono serbatoi naturali di carbonio e hanno un ruolo chiave nella vita e nel benessere mentale delle persone. Inoltre, per la loro composizione, mitigano anche gli

effetti dei cambiamenti climatici. Affinché continuino a svolgere i numerosi ruoli che concorrono al benessere generale, è necessario che restino integri e si mantengano in buona salute. Gli individui e la collettività hanno non solo il dovere, ma anche la necessità di occuparsi di dare il giusto valore e attribuire un senso compiuto all’ambiente “non umano”. L’habitat quotidiano e tutte le interazioni ambientali hanno inevitabilmente una risonanza nella psiche umana. La sua distruzione rimanda a sensazioni profonde di ro-

della personalità, avevano anche tendenze criminose e motivazioni di lucro. I piromani, invece, hanno un'ossessione per il fuoco le fiamme e la distruzione che questi provocano. È specifica nei piromani, la ricerca del piacere tra eccitamento e sollievo, procurati dall’appiccare il fuoco e guardare l’incendio. Il piromane è senz'altro un incendiario mentre l'incendiario non è necessariamente un piromane.

Ci sono dunque varie tipologie di incendiari?

vina interiore e di perdita.

Si calcola che gli incendi dolosi sono circa il 60%. Ma si tratta sempre di casi di piromania?

Numerosi studi trasversali condotti in più continenti (Europeo, Australiano, Americano) distinguono tra incendiari e piromani. Gli incendiari hanno fini secondari di lucro e speculazione o sono affetti da disturbi mentali, disturbi della personalità, psicosi e ritardo mentale, spesso associati con alcolismo; secondo gli studi, solo gli incendiari con disturbo

Chiunque appicchi un fuoco in maniera volontaria può essere definito un incendiario. Molti incendi dolosi sono appiccati con fini speculativi, per vendette tra privati o ritorsioni verso la pubblica amministrazione. Le analisi sulle attività criminali degli incendiari hanno messo in evidenza che, più risulta organizzata la scena dell’incendio e studiata la tecnica dell’innesco del fuoco, tanto più il responsabile è razionale e preso da interessi materiali. Gli incendi colposi invece, sono spesso bravate andate male o dovuti a distrazione e non curanza, ad esempio uso non corretto di fuochi d’artificio, incendio di stoppie, fuoco a scopo ricreativo in siti proibiti. Mentre gli incendiari con intento doloso si adoperano per nascondere le proprie tracce e non essere identificati, gli incendiari per errore, lanciano l’allarme e chiedono aiuto, se presi dal

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Attualità

panico, fuggono impulsivamente per il timore di ardere vivi, ma comunque cercano soccorso.

Tra le diverse categorie si parla, spesso di piromania. Di che cosa si tratta esattamente? Quando possiamo dire che ci troviamo di fronte a piromani?

Il termine “piromania” deriva dal greco πῦρ (“pur”, fuoco) e μανία (“mania”, ossessione). La piromania è caratterizzata da una ricorrente incapacità di controllare i forti impulsi ad appiccare incendi, che si traducono in molteplici atti o tentativi di appiccare il fuoco a proprietà o altri oggetti, in assenza di un motivo apparente (guadagno monetario, vendetta, sabotaggio, motivi politici, attirare l’attenzione o il riconoscimento). Nell’ambito dei disturbi psicologici, la piromania ha un’incidenza inferiore all’1% e raramente necessitano di ricovero psichiatrico. Il piromane è attratto in maniera morbosa dall’accedere intenzionalmente il fuoco, tende ad assistere alla devastazione, nutrendosi narcisisticamente della distruzione delle piante e immaginando la combustione della vita generate dal suo gesto.

Quali effetti psicologici, a suo avviso, provocano nel piromane la vista del fuoco che arde e brucia?

I piromani sono attratti dal fuoco e amano vedere gli effetti delle loro azioni, poiché ne traggono un’impressione di potere e potenza. Talvolta, hanno fantasie onnipotenti,

sono gratificati dall’allarme procurato. L’appiccare il fuoco è preceduto da un crescente senso di tensione ed eccitazione umorale, spesso i piromani sono affascinati o preoccupati costantemente dal fuoco, e hanno anche un’attrazione difensiva per le attrezzature antincendio. La sensazione di piacere, eccitazione, gratificazione sono date sia dall’atto di appiccare il fuoco, dai suoi effetti e dalla “partecipazione” alle sue conseguenze: la carbonizzazione della natura, su cui sono proiettate le proprie angosce e ansie persecutorie inconsce. In alcuni, è la via regia per esprimere aggressività patologica.

È vero che molti giovani piromani provengono da famiglie disfunzionali? Non necessariamente. La questione è un po’ più complessa e nello specifico è anche necessario distinguere tra incendiari e piromani. Numerosi studi dimostrano che chi ha vissuto in ambienti disfunzionali o violenti può avere maggiori probabilità di replicare questi comportamenti, soprattutto se non ha mai avuto alternative e non ne conosce altri. Le strade della devianza hanno molteplici motivazioni, sia psicologiche, che sociali. I piromani hanno un disturbo specifico in cui possono entrare in gioco anche le primissime relazioni d’oggetto (con le figure di accudimento) per cui nel fuoco ricercano ad esempio, un piacere fusionale, ma possono anche esservi traumi personali o familiari.

Come può la psicoanalisi aiutare queste persone?

I piromani, adulti o adolescenti, sono aiutati e curati dalla terapia psicoanalitica; negli incendiari, talvolta può essere necessario anche un trattamento farmacologico, dipende dalla diagnosi. Anche se non è sempre semplice risolvere tutte le problematiche sottostanti alla piromania, certamente è possibile fare un buon lavoro, favorire la presa di coscienza delle proprie difficoltà e dei propri problemi. I pazienti hanno bisogno di comprendere le ragioni profonde dei loro comportamenti e di sviluppare una buona capacità di riflettere su se stessi e sulle loro azioni, affrontando le proprie difficoltà emotive e psicologiche. Infine, la psicoanalisi favorisce lo sviluppo di una consapevolezza sulla necessità della tutela del patrimonio naturale, come patrimonio personale, non estraneo e fuori da sé, ma intimo e profondo, proprio.

Salute e Ambiente ne rappresentano insieme “il centro” della vita di ogni essere umano, può spiegare l’importanza dell’Ecologia della salute? Innanzitutto, è necessario sottolineare che gli incendi dolosi e la distruzione di ampie zone naturali è anche un problema di salute pubblica pervasivo e significativo. Gli incendi dolosi causano la perdita di centinaia di vite ogni anno e migliaia sono ustionate e ferite a causa di questi crimini. Inoltre, essi hanno un potere traumatico sulla mente esattamente, come le grandi catastrofi naturali e la guerra. Gli incendi dolosi che provocano la perdita di vite

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umane, proprietà, animali e alterano negativamente nei sopravvissuti la visione del mondo e degli altri esseri umani.

A riguardo, interessante è l’eco-salute, un ambito di ricerca emergente che studia l'impatto degli ecosistemi sulla salute psicofisica umana. Questa disciplina prende in considerazione come i cambiamenti negli ambienti naturali, influenzino la salute anche in relazione alle modificazioni dei contesti fisici, sociali ed economici; tale ambito è trasversale a molte discipline e si ripropone di comprendere e studiare tutti i fattori che influenzano il benessere emotivo e psicologico. Anche gli approcci di “ecosanità” attuali sono differenti dai precedenti, tengono conto della complessità delle interazioni tra uomo e ambiente, sono partecipativi, si basano su si-

stemi per promuovere il benessere della popolazione tenendo presenti le interazioni individuali e sociali con l’ambiente, in cui si riconosce che la protezione della natura gioca un ruolo fondamentale per la salute e la felicità delle persone.

Quali consigli si sente di dare?

Adoperarsi affinché i bambini e gli adolescenti conoscano e facciano esperienza diretta, immersiva nella natura, in modo che si appassionino e imparino ad amarla;

Vivere la natura come parte integrante di se stessi, è il modo migliore per prevenire incuria, danneggiamenti e incendi;

Informare e rendere coscienti che la salvaguardia del patrimonio boschivo rappresenta un elemento indispensabile per la salute e il benessere fisico e mentale,

Aprire una riflessione collettiva permanente sull'importanza vitale della tutela dell'ambiente naturale e sui danni per la salute fisica e mentale degli incendi boschivi;

Potenziare la riflessione sull'importanza vitale dell'ecologia e della tutela dell'ambiente;

Incrementare i centri di ascolto, prevenzione e cura per chi soffre di piromania; Rafforzare la prevenzione dei disturbi psicologici che possono avere come conseguenza gli incendi; Se i genitori si accorgono che i figli hanno dei comportamenti “sui generis”: una passione o una propensione per il fuoco e per le attrezzature antincendio, considerare di poter consultare uno psicoanalista dell'età evolutiva per comprendere se possa essere un primo segnale di disagio emotivo.

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Ortopedia di eccellenza

L’ospedale dell’Annunziata di Sulmona può vantare un reparto di assoluto valore

Il Presidio Ospedaliero dell’Annunziata di Sulmona fa parlare di sé per l’eccellenza delle prestazioni e dei servizi dell’U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia, diretta dal Dottor Fabio Lombardi.

Il reparto si distingue per la professionalità e l’umanità del suo personale, che sa accogliere e prendersi cura dei pazienti con quella “pietas” che spesso tra le corsie ospedaliere viene dimenticata, e che costituisce invece il valore aggiunto del lavoro portato avanti dal Dottor Lombardi e dal suo staff, assistito e coadiuvato da quello della Coordinatrice del personale infermieristico – Giuseppina Giammarco.

Due sono i fiori all’occhiello dell’Unità Operativa Complessa: il Centro Raccolta Traumi del Femore, che grazie al protocollo Fratture di femore, denominato “Femore felice” – garantisce ai pazienti over 65 di essere operati tra le 24 e le 48 ore; l’Ambulatorio di patologie neuro-

muscolari, aperto da pochissimi giorni, che accoglie in via prioritaria pazienti con disabilità.

Il lavoro e la passione che caratterizzano il reparto guidato dal dottor Lombardi, e organizzato quotidianamente dall’azione capillare della signora Giammarco e dello staff, consentono ai pazienti e ai loro familiari di affrontare momenti non facili, e a volte decisamente critici, con la sicurezza di non essere soltanto numeri di cartelle cliniche, ma prima di tutto persone.

“Il nostro impegno è quello di dare serenità agli ammalati, e garantire servizi di qualità ed eccellenza.” commenta il dottor Lombardi.

Alla luce del lavoro ordinario e delle iniziative messe in campo, è fuor di dubbio che all’ospedale dell’Annunziata di Sulmona – il reparto di Ortopedia e Traumatologia rappresenta un esempio di sanità di alta professionalità. Una pagina di buona sanità che è giusto raccontare.

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- di Rosa Gargiulo -

Clara Guggiari

L’estate di una donna dalle mille risorse

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“Mens sana in corpore sano”
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Clara cosa rappresenta per te l’estate?

“E’ la stagione più bella, amo il caldo, il sole e il mare, aspetto tutto l’anno il suo arrivo perché mi sento molto meglio. Inoltre è la stagione dei colori per antonomasia ed essendo una persona che li ama profondamente non potrei chiedere di meglio”.

L’estate è la stagione nella quale si mostra la propria forma fisica. Quali sono i tuoi consigli per raggiungerla?

“Lavorando con lo sport consiglio tutti di non smettere mai di allenarsi perché il fisico, oltre che più bello, è più

funzionale d’estate avendo lavorato sodo tutto l’inverno. L’importante infatti è tenerlo sempre a puntino perché è la macchina che per tutta la vita dovrà accompagnarci”.

Mare, montagna, laghi, città d’arte: la tua preferenza e perché?

“Ho la fortuna di vivere nella città più bella del mondo: Roma. E quando si nasce in un posto del genere ci si abitua alla bellezza, bellezza in tutti i sensi… Forse per questo amo seguire la perfezione più che posso, come amo il mare e appena ho un po’ di tempo libero un tuffo in acqua è d’obbligo”.

D’estate si fa anche un bilancio dell’anno lavorativo appena trascorso: il tuo che bilancio è?

“Lavoro in un centro sportivo al centro di Roma ed ho tante responsabilità… La stagione inizia proprio come a scuola, da settembre a giugno. Proprio in questo periodo si fa il bilancio della stagione e come ogni anno spero di aver fatto del mio meglio. Certo, non spetta a me giudicare il mio operato, ma ce la metto sempre tutta!”.

Nella stagione calda si progettano nuove idee da sviluppare a partire dall’autunno: hai qualche

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Manila Nazzaro a Pacentro

L’ex Miss Italia è la madrina dell’evento storico “La Corsa degli Zingari”

che si svolgerà il 2 e il 3 settembre

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“Arrivi a Pacentro al tramonto, e non puoi non innamorartene!” queste le prime parole di Manila Nazzaro, conduttrice radiofonica e televisiva, ex Miss Italia, madrina della storica Corsa degli Zingari – che quest’anno si svolgerà il 2 e 3 settembre. Ad accoglierla, Giuseppe De Chellis, vulcanico presidente dell’Associazione Corsa degli Zingari, che l’ha fortemente voluta per condurre le due giornate che vedranno Pacentro (AQ) animato dall’entusiasmo e dalla profonda devozione nei confronti di una delle tradizioni più antiche d’Italia.

Il borgo medievale, situato tra il monte Morrone e il mas-

siccio della Majella, è inserito nel circuito ufficiale dei Borghi più belli d’Italia; la Corsa degli Zingari, organizzata dall’omonima associazione capitanata con passione ed entusiasmo da De Chellis – in sinergia con la Confraternita della Madonna di Loreto e l’amministrazione comunale –vanta una storia plurisecolare. “Sto lavorando da anni affinché la Corsa e l’intero territorio di Pacentro vengano conosciuti a livello mondiale, perché costituiscono una bellezza immensa e una ricchezza di valori, storia, tradizioni, che non devono essere dimenticati”, spiega il presidente, visibilmente emozionato per l’arrivo di Manila

Nazzaro, con cui iniziano una passeggiata alla luce del tramonto, che ammalia immediatamente la madrina.

L’impegno e la devozione di De Chellis hanno fatto sì che la tradizione ricevesse una sempre maggiore visibilità, favorendo inoltre la valorizzazione del territorio e della sua storia. Il prossimo obiettivo è il riconoscimento internazionale di una gara che esprime senso di identità e appartenenza.

“Ci siamo attivati per fare in modo che la Corsa venga inserita nel Patrimonio Immateriale Unesco, spero in tempi brevi”.

La gara prende il nome dal termine “ziingaro”, colui che

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cammina a piedi nudi. Dalla sommità di un costone roccioso, i trentacinque partecipanti, rigorosamente scalzi, scendono dalla montagna fino al torrente Vella e, sempre correndo, con i piedi lacerati e feriti dalle pietre e dai rovi, risalgono le vie del paese per raggiungere la piccola chiesa della Madonna di Loreto. La porta è aperta e l’altare costituisce il traguardo. I concorrenti, sfiniti e con i piedi sanguinanti, ricevono le prime cure da un’equipe di medici. Il vincitore viene poi portato in trionfo, a spalla, per le vie del paese. Manila Nazzaro ha raggiunto Pacentro per girare uno spot promozionale della manifestazione, in cui è affiancata da Graziano

Scarabicchi – attore e “re degli spot” pubblicitari internazionali – e il giovane attore esordiente Alessandro Cartenì, coprotagonista della serie “teen” di Rai Gulp – “Crush – La storia di Tamina”.

“Credo che il fascino di Pacentro, e di una gara come la Corsa, sia motivo di grande orgoglio. Tutti devono conoscere questo borgo bellissimo e le sue tradizioni. È per questo che ho accettato con gioia di essere madrina della

manifestazione e di girare uno spot per promuoverla”.

Nei giorni di permanenza a Pacentro per le riprese dello spot, Manila è stata accolta con grande calore e si è immediatamente sentita a casa.

Il 2 e 3 settembre sarà a Pacentro anche Massimiliano Ossini, conduttore Rai e commentatore ufficiale della diretta della Corsa. Saranno due giorni in cui non mancheranno i momenti di festa e spettacolo.

“Sabato 2 settembre, la serata sarà animata dalle note dei Ricchi e Poveri. Domenica 3 settembre, invece, alle 16:00 partirà la Corsa degli Zingarelli, una gara a cui partecipano i bambini. A seguire, la Corsa degli Zingari vera e propria. Dopo le premiazioni, la giornata sarà chiusa dallo spettacolo di Emanuela Aureli e la sua band”, annuncia con entusiasmo Giuseppe De Chellis.

La madrina, accompagnata dal compagno - il ballerino Stefano Oradei - ha passeggiato alla scoperta del borgo, tra vicoli e piazzette, salendo al Castello Caldora e raggiungendo poi la Chiesa della Madonna di Loreto.

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“È davvero un posto magico e merita di essere valorizzato. C’è tanta bellezza, tanto calore. Bisogna viverlo!” dichiara, entusiasta.

Insieme ai compagni di lavoro e alla troupe, guidata dal regista Antonio Malvestuto, ha apprezzato anche la cucina tipica, dai ravioli con la ricotta agli arrosticini.

“Sono orgoglioso di questo progetto, che ormai sta portando Pacentro e la Corsa ben oltre i confini nazionali. Il mio lavoro e il mio impegno sono finalizzati a lasciare una traccia, che le prossime generazioni potranno seguire. Perché bisogna difendere le radici e le tradizioni, impegnandosi in prima persona, con uno sguardo puntato sempre al futuro”, le parole di Giuseppe De Chellis risuonano cariche di passione, che il presidente riesce a trasmettere al suo gruppo di lavoro e ai personaggi – come Manila – che si lasciano coinvolgere in un progetto carico di risonanze e suggestioni.

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Da sinista, Alessandro Cartenì, Graziano Scarabicchi, Manila Nazzaro e il videomaker dello spot

Nei diciassette anni di storia del Festival ci sono stati artisti che poi hanno spiccato il volo?

“Tanti ragazzi che hanno partecipato al Roma Music Festival – continua il produttore Andrea Montemurro – hanno trovato riscontri importanti a livello nazionale. C’è chi è anche arrivato a Sanremo, chi ha partecipato con grande riscontro ai talent e chi è entrato come presenza fissa in programmi televisivi della Rai. Non ultimi, però, i vincitori dello scorso anno. Il gruppo Tothem che quest’anno ha aperto i concerti di Zucchero”.

Il vostro impegno a favore degli artisti emergenti è più che lodevole. Ma non deve essere facile mettere in moto la macchina organizzativa di un evento che attira centinaia e centinaia di artisti da tutta Italia… “Ogni anno le difficoltà sono

tantissime. E ogni anno organizzare una nuova edizione è veramente difficile e dispendioso. Però credo che la passione per la musica dia a tutti noi la forza di andare avanti. In Italia, attualmente, non ci sono reali occasioni di visibilità per chi fa musica per passione e vuole provare a giocarsi le proprie carte. Non c’è un palco che ti faccia sentire un vero artista, un professionista. Così come non ci sono eventi come il nostro in occasione del quale gli occhi e i riflettori di media e professionisti del settore prendano seriamente in considerazione le esibizioni di tutti”.

Il Roma Music Festival, oltre al palco per la musica, si apre anche a eventi extra?

“Ogni organizziamo delle masterclass. Quest’anno, per tutti i partecipanti, ne sono previste tre. Quella che terrà il direttore artistico Amedeo Minghi,

quella in armonia che riscuote sempre un grandissimo successo e quella sulla promozione delle proprie attività artistiche”.

Perché a un artista emergente italiano consiglieresti di partecipare al Roma Music Festival?

“Oggi in Italia manca la passione. Tutto viene fatto per egocentrismo o per desiderio di notorietà. La bravura e le competenze rischiano di scivolare in fondo alla lista delle priorità. Al Roma Music Festival ogni anno si respira aria di solidarietà, amicizia, caparbietà e bravura. La competizione è leale e i vincitori possono realmente sognare di arrivare in cima alla classifiche nazionali e mondiali. Noi prendiamo sempre come esempio i Maneskin: sono partiti dai concerti improvvisati per strada al tetto del mondo. Se lo puoi sognare, lo puoi anche fare”.

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Facce da Spot

Tutto pronto per la terza edizione il 20 settembre in Campidoglio a Roma

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Giovanna Goglino, vincitrice della seconda edizione

Johnny Take ue’

A Pescara arriva la catena di pizza e cucina napoletana

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Mangiare sano

I nutrizionisti consigliano il gelato anche come sostituto di un pranzo, ma  attenzione alla qualità e alla materia prima

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“Ho creato il format di una gelateria che potesse far vivere una piazza in un luogo sano e caratterizzato dalle eccellenze di un territorio come i Castelli con i suoi frutti genuini. Da queste materie prime è partita la voglia di sperimentazione che ci ha portato a proporre i primi gelati fatti con il mosto del vino” racconta Roberto Troiani, artigiano gelatiere di Frascati

Un gelato, se di buona qualità e inserito nel contesto di una dieta equilibrata, può sostituire un pasto. Questo, in sintesi, uno dei messaggi lanciati dalla Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione – SISA. Una notizia che farà sicuramente piacere a italiani e turisti che in questi giorni di grande caldo sono alla ricerca di piaceri rinfrescanti. Ma tra i requisiti necessari vi sono ingredienti di qualità e materie prime del territorio, come avviene con alcuni artigiani gelatieri che con le loro microimprese e la valorizzazione del proprio territorio conservano il loro mestiere in piccoli centri.

DIMAGRIRE CON GUSTO: LA DIETA DEL GELATO –“Il gelato offre un buon apporto nutritivo ed è gratificante – sottolinea la Professoressa Silvia Migliaccio, Presidente della Società Italiana di Alimentazione, SISA – Con una dieta adeguata, è possibile perdere due o tre chili in pochi giorni, concedendosi il piacere di uno, talvolta anche due, gelati al giorno. Il gelato, infatti, è un alimento con molte qualità e che, anche psicologicamente, aiuta ad affrontare meglio una dieta ipocalorica. L’importante è mangiarlo come alternativa ad un pasto e non aggiungerlo a primo e secondo come dessert. È prodotto con latte, uova, zucchero, più caffè, cacao o frutta, tutti alimenti con buon valore nutrizionale. Mangiando, per esempio, un gelato alla crema introduciamo proteine di alto valore biologico, grassi di qualità, glucidi a rapido assorbimento e a pronta disponibilità energetica come lattosio e saccarosio. Ma apporta anche vitamine A e B2, oltre che sali

minerali, come calcio e fosforo. Se poi aggiungiamo un paio di cialde o un biscotto, che sono a base di cereali, la composizione nutrizionale del pasto si arricchisce di amido”. Il programma di dieta settimanale, modificabile a seconda delle specifiche esigenze, prevede un massimo di una porzione al giorno e l’assenza di altri dolci; può essere applicata a uomini e donne di diverse età, ma è sconsigliata ai diabetici. “Voglio suggerire un piccolo segreto – conclude la Prof.ssa Migliaccio – Se non ci si ferma qualche secondo tra una leccata e un morso, si rischia di anestetizzare le papille gustative! Meglio aspettare qualche secondo, per gustare meglio, alternando morsi piccoli e morsi grandi. Così diventerà possibile fruire di un momento speciale di relax e piacere”.

LA STORIA DI ROBERTO TROIANI, DALLA PROVINCIA DI ROMA A INSEGNARE L’ARTE DEL GELATO NEL MONDO – A conservare i valori più autentici del made in

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Gusto e alimentazione

Italy nel rispetto di un gelato di qualità restano alcuni maestri artigiani come Roberto Troiani, gelatiere di Cocciano (Frascati), nei pressi di Roma, punto di riferimento nei Castelli romani. Della fedeltà alla natura, alla disciplina e alla ricerca della materia prima di qualità Troiani ne ha fatto ragione e orgoglio della sua professione, fino a diventare tra i principali fautori di un importante progetto di riqualificazione urbana avvenuta a Cocciano. “Ho deciso di puntare tutto sulla gelateria, dopo aver gestito per tanti anni un bar – racconta Troiani – Ho creato il format di una gelateria che potesse far vivere una piazza in un luogo magico, sano e caratterizzato dalle eccellenze di un territorio come i Castelli con i suoi frutti genuini. Da queste materie prime è partita la voglia di sperimentazione e ricerca che ci ha portato nel 2005 a proporre i primi gelati fatti con il mosto del vino e volti a valorizzare il nostro amato territorio, puntando sugli uvaggi locali come Cannellino, Malvasia e Cesanese. Questa capacità innovativa è stata apprezzata in Italia e all’estero: sono stato insegnante sul tema in estremo oriente, ho portato la mia proposta a ristoratori e catering, ho formato nuovi artigiani nelle scuole e nelle accademie, ho portato le mie sperimentazioni anche al Vinitaly”.

GUSTI DEL TERRITORIO PER GELATI DI…VINI –

Tra dolce e salato, tra pecorini e pere, vini e creme, sorbetti e frutti del territorio, il lavoro di Troiani è consacrato alla qualità e al gusto. “Amo lavorare sulle nicchie di mercato – spiega Roberto Troiani –Utilizzo solo prodotti certificati e ingredienti naturali, di primissima scelta, freschi e di ottima qualità, provenienti dal territorio e dalle vicine campagne dei Castelli Romani, senza aggiungere alcun conservante o colorante. Un beneficio tanto per il palato quanto per l’organismo: nel tempo ho collaborato con medici e nutrizionisti che hanno preso a cuore il nostro gelato, apprezzandolo per le sue qualità e consigliandolo nell’alimentazione anche come sostituto di un pasto, sdoganandolo dai canoni che prevedevano un consumo esclusivamente estivo. Nel nostro laboratorio siamo sempre alla ricerca di innovazione e gusti nuovi da proporre. In questa estate 2023, vi saranno nuove creazioni tra cui sorbetto di more e cesanese; sorbetto di pesche e sciroppo di fiori di sambuco; lampone, menta e merlot; prosecco, arancia e zenzero; poi naturalmente le nostre inossidabili hit come prosecco e pesca; Antica Roma; Chardonnay, mele e pistacchi, tutti ormai gusti abituali”.

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La professoressa Silvia Migliaccio Il maestro gelatiere Roberto Troiani

La medicina integrata

Il benessere prolungato della persona prima di tutto

Salute
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Scopriamo da vicino cos’è la Medicina Integrata grazie ad un medico che ha la mission professionale di comprendere la persona nella sua complessità e trovare una cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato

Dottor Antonio Gorini, cosa sono la medicina complementare e integrativa?

“Il mondo della medicina

non si dovrebbe dividere in sottogruppi. La medicina è una sola ed è quell’arte che aiuta le Persone a non ammalarsi o a ritrovare il benessere in corso di malattia. Purtroppo, con l’era moderna e l’imperante specializzazione ci si è trovati a distinguere un approccio medico 'accademico' incentrato sull’uso di farmaci di sintesi chimica e una diagnosi settoriale e specialistica, da un approccio a 360 gradi della

persona basato su una diagnosi e terapia personalizzate. Questo secondo approccio medico negli anni si è trovato etichettato in modi diversi: olistico, complementare, alternativo, non convenzionale, tradizionale… L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce due grandi gruppi: la Medicina Tradizionale, cioè quella derivata dalle antiche tradizioni come la Medicina Tradizionale Cinese (MTC), Ayurvedica, ecc., e la Medicina Non Tradizionale che sarebbe quella definita sopra come accademica. Negli ultimi anni è iniziata una vera e propria integrazione dei due paradigmi di cura, colmando così i punti deboli presenti in entrambi gli approcci. Da ciò nasce il nuovo campo della Medicina Integrata”.

In quali ambiti si può applicare?

“Da quanto detto sopra si comprende che la Medicina Integrata si applica con successo in tutti i campi della medicina dalla prevenzione alle problematiche acute e croniche. In particolare, laddove il mondo della chimica farmaceutica ha dei vuoti terapeutici può subentrare con successo una terapia basata sulla chimica vegetale ad alte e bassi dosi (medicina naturale: fitoterapia, omeopatia, omotossicologia, antroposofia, ayurvedica) o sull’uso di altre terapie come l’agopuntura, le terapie manuali, l’ozonoterapia, la neuralterapia, solo per citarne alcune”.

Viviamo in un periodo particolare, quanto è utile ricorrere alla medicina

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integrata e complementare come prevenzione e supporto alle cure per il Covid?

“Questo periodo storico ha fatto ben comprendere l’utilità di avere un sistema immunitario efficiente per prevenire le malattie infettive e non solo. Da sempre il mondo della Natura ci offre soluzioni in tal senso: alimentazione, integratori, fitofarmaci, sono un aiuto enorme nella prevenzione. Nella terapia il supporto della medicina integrativa

aiuta a ridurre gli effetti collaterali dei farmaci e coadiuva l’azione antivirale riducendo i tempi di malattia e le sequele”.

Perché vige ancora un po’ di diffidenza attorno alla medicina integrata e complementare?

“La risposta è su due fronti interconnessi: motivi culturali ed economici. La nostra cultura occidentale moderna è influenzata dal business, che tra i metodi che adotta per crescere vi è anche

quello di fare informazione e orientare la cultura dei professionisti e delle persone. Pertanto, nel nostro mondo si è più orientati a cercare uno specialista ed una cura rapida e apparentemente risolutiva, ma sappiamo che spesso il problema ritorna o cronicizza, se non andiamo alla radice. Il business cresce e contemporaneamente diminuisce la salute libera da farmaci e la consapevolezza di essere responsabili della propria salute”.

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È vero che la medicina integrata si applica anche in campo oncologico?

“L’applicazione della medicina integrata in oncologia è uno degli aspetti più rilevanti e ad impatto proprio per la gravità della malattia oncologica. I maggiori centri di oncologia nel mondo hanno il servizio di oncologia integrata cha affianca e supporta il paziente”.

In che modo?

“Suggerendo corretti stili di vita e di alimentazione; utilizzando tecniche di gestione dello stress e del dolore, vari tipi di terapie energetiche (yoga, Tai Qi, Qi Gong, Reflessologia plantare, musicoterapia, ecc, ecc), supporto psicologico e spirituale. Le terapie naturali riducono gli effetti collaterali di chemio e radioterapia e ne aumentano l’efficacia. Potete consultare la pagina web di oncologia integrata del Centro Oncologico di New York, lo Sloan Kettering, uno dei centri più famosi al mondo. In Italia esistono esempi del genere, ma a macchia di leopardo. Per citarne alcuni pensiamo all’Istituto Nazionale Tumori di Milano, l’ospedale di Merano, il Policlinico Gemelli di Roma, infine la Regione Toscana ha molti servizi ASL e ospedalieri che offrono tale assistenza, peraltro in convenzione”.

Come e quando si è avvicinato alla medicina integrata?

“Il mio percorso inizia l’ultimo anno di medicina. Mentre frequentavo il Dipartimento di Medicina d’Urgenza, area in cui mi sono laureato con Lode, i miei Maestri mi consigliarono di seguire la scuola di MTC, in particolare di Agopuntura. Da lì mi si è aperto un mondo, che mi ha portato ad approfondire i meccanismi biofisici di diagnosi e terapia e le discipline tradizionali principali. Integrare tutte queste conoscenze è stata ed è la mia passione. Di certo non è un compito semplice, anche perché spesso chi si rivolge a me lo fa come 'ultima spiaggia'. Sarebbe sicuramente più semplice intervenire prima, ma la nostra 'abitudine' porta le persone prima a percorrere i canali istituzionali, anche perché spesso più economici. Solo in un secondo tempo, constatato l’insuccesso della terapia chimica, cercano chi possa risolvere il problema anche in maniera 'alternativa'. Occuparmi della persona sia negli aspetti fisici, ma

anche psicologici e spirituali è la mia vera passione e solo con la medicina integrata si può fare ciò”.

Chi è il dottor Antonio Gorini?

“Sono un medico con una visione a 360 gradi della medicina. La mia mission professionale è comprendere la Persona, che a me si rivolge, nella Sua complessità e trovare una Cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato. Per far ciò integro la medicina occidentale moderna con le medicine tradizionali principali e la medicina naturale. Dopo la laurea in medicina e la specializzazione in nefrologia (specialità equiparata alla medicina interna, alla immunologia, alla geriatria e all'allergologia) ho approfondito i miei studi con master e corsi di perfezionamento. Nella mia formazione ho approfondito in particolare, l'Oncologia Integrata; l'omeopatia e l'omotossicologia; la Medicina Funzionale di Regolazione e la Low Dose Medicine; la Microimmunoterapia; la Statistica e la Metodologia della Ricerca e Pratica Clinica; la Fitoterapia e l'Agopuntura e l'Ossigeno Ozono Terapia. Nel campo della medicina mainstream sono esperto nella gestione della malattia renale cronica e nella medicina interna e d'emergenza. Filo comune degli studi è la comprensione dell’Uomo come sistema complesso. Pertanto, il sintomo viene interpretato all'interno delle specifiche costituzionali e biologiche della Persona, considerando il sistema di comunicazione PsicoNeuro-Endocrino-Immunitario (PNEI). Ho creato il marchio Biofisimed nel 2015 che sintetizza il mio approccio medico basato sulla conoscenza della biologia e fisiologia e su interventi di cura biologici volti a regolare i meccanismi fisiologici alterati. Altra mia passione è l’educazione e l’insegnamento a cui mi dedico da molti anni. In particolare, oltre a partecipare come relatore a convegni e corsi professionali, sono docente per l'International Academy of Physiological Regulating Medicine (PRM)”.

Via Archimede, 138 - Roma

www.biofisimed.eu

Tel 0664790556 (anche whatsapp)

antonio.gorini@biofisimed.eu

https://www.miodottore.it/antonio-gorini/internista-nefrologo-omeopata/roma

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