Primo Piano - Febbraio 2021

Page 1


PRIMO PIANO Direttore: Lorenzo Soldani Redazione: Francesca Amadei, Fabrizia Amaini, Barbara Berretti, Emiliano Bertani, Marilena Bertani, Giacomo Bigliardi, Luisa Cigarini, Claudio Corradi, Tosca Covezzi, Sara Culzoni, Matteo De Benedittis, Mauro Degola, Giulio Fantuzzi, Liviana Iotti, Luigi Levrini, Viller Magnanini, Adriana Malavolta, Maria Chiara Mantovani, Francesca Manzini, Maria Chiara Oleari, Luciano Pantaleoni, Maria Paparo, Guido Pelliciardi, Federica Prandi, Gian Paolo Rinaldi, Erik Sassi, Lorenzo Sicomori, Nadia Stefanel, Gabriele Tesauri Hanno collaborato: Nazzaro Benati, Irmo Diacci, Andrea Munari, Laura Losi, Luciana Radeghieri, Sergio Staino, Rino Testa, Monica Testi Impaginazione grafica: Studio il Granello Stampa: Tipografia San Martino snc San Martino in Rio (RE) Editore e proprietario: Circolo Culturale Primo Piano, Correggio Registrazione: Aut. Trib. di RE. n. 437 del 23/05/79 Direttore responsabile: Liviana Iotti Segretaria di redazione: Tosca Covezzi Sede legale: via Santa Maria, 1 - Correggio tel. 0522 691875 info@primo-piano.info Abbonamento annuale: Ordinario 20 € Sostenitore 30 € Fuori comune 35 € On line (maggiorazione di 2 € Paypal) Come abbonarsi: Presso una delle seguenti sedi: - Berretti ferramenta e casalinghi P.za Garibaldi 11 - Caffè Mini Bar - C.so Mazzini, 30 - Edicola Andreoli Luisa - P.za Garibaldi - Edicola La Dolce Vita - P.le Aldo Moro (Espansione sud) - Edicola Porta Reggio - P.za Porta Reggio - Libreria Ligabue - via Conciapelli 16 - Libreria Moby Dick - C.so Cavour 13

In copertina: Antonio D'Errico, infermiere del servizio domiciliare di Correggio, al richiamo del vaccino Covid. Carolina Pia Mingerulli e lui sono stati i primi operatori sanitari correggesi vaccinati. Articolo a pag. 8

anno 43 / n. 406 Disabilità

4

L'isolamento, condanna per i più fragili

Spettacolo

6

Matilde, che volò sul palco della Rai

Sanità

8 9

I primi vaccini, bella emozione Si fa alla Fiera di Reggio il vaccino anti-Covid

Impresa 10 Una nuova membrana tiene lontano il Covid

Personaggio 14 19

Arsventuno e gli anni fan quaranta Io, medico e scrittore

Testimonianze 16

Com’è il Covid, per davvero

Allevamento 20

Uova da record, a chilometro zero

Economia 22

Cashback: serve davvero al Paese?

Volontariato 24

Salvare l'ambiente: Greta non è sola

Musica 26

Dagli applausi sul palco ai like su YouTube

Città 28 Migliora il look di uno storico edificio

Storia locale 30

Quei curiosi soprannomi popolari

Sport 32

Ritrovano sempre la strada di casa

Ricordi 33

Ci ha lasciato Iames Amaini

Gastronomia

- Tabaccheria B&B - via Repubblica 14/A

34

- Tabaccheria Catellani - C.so Mazzini 15/b

Rubriche

- Tabaccheria del Centro - P.za S.Quirino 10/b

- Tabaccheria Mille Idee - via Tondelli 2/o (Espansione sud) - Tabaccheria Nuvola di Fumo - via Carlo V 8/a oppure - on line www.primo-piano.info - bonifico bancario BPER Banca filiale di Correggio IT 76 Z 05387 66320 000002937443 Chiuso in redazione: martedì 26 gennaio 2021

Tra sfoglia ed impasto il gusto è servito

12 35 38 40 42 43 43 44 45

opinioni d'autore: Giovani e vecchi, cultura e salute notizie in breve come eravamo: Vino e poesia, Aroldo mitica osteria cultura popolare: A d’giva col... Diceva quello... una mostra al mese: Riaprono i musei, ma solo in zona gialla raccontami: Cambiare l’acqua a fiori un incontro apprezzato: Una bella serata con Federico Rampini Correggese calcio: Sognare? Si può! agricoltura, verde, ambiente: Torna la pioggia, la campagna si prepari 46 l’angolo del relax

febbraio 2021


febbraio 2021

primo piano

3


disabilità

Francesca Nicolini

L'ISOLAMENTO, CONDANNA PER I PIÙ FRAGILI COME SI REAGISCE A QUESTA SOFFERENZA

Attività ricreative all’interno della Casa di Carità di Fosdondo durante il primo lockdown

Da marzo 2020 è cambiata la nostra vita. Sono cambiate le abitudini, le priorità, le paure. Una svolta epocale, in grado di generare grande disagio e sofferenza in ogni contesto, dovendo fare i conti con assenze, sia temporanee sia definitive. In pochissimo tempo il mondo intero si è dovuto riorganizzare per arginare un fenomeno sanitario imprevedibile. In una società fondata sul continuo contatto, l’unica prevenzione possibile è l’isolamento. Paradossale, vero? Proviamo a immaginare in questa situazione le persone con disabilità, le loro famiglie, i caregiver che si prendono cura di loro. Come hanno vissuto e continuano a vivere l’esperienza dell’isolamento? Abbiamo coinvolto voci provenienti da mondi differenti, quali la politica, i servizi alla persona, la scuola, l’associazionismo, la Chiesa, accomunati però da un unico sentire: l’attenzione ai più fragili. «Sono convinto che le restrizioni e lo stop delle attività quotidiane abbiano portato sofferenza e destabilizzazio-

4

primo piano

ne in persone che, in genere, hanno la routine come riferimento di vita e che trovano nelle relazioni esterne un bilanciamento rispetto alla vita in casa» afferma il vicesindaco Gianmarco Marzocchini, che aggiunge: «L’emergenza ha messo in evidenza come i servizi attuali, seppur diffusi ed efficienti, siano poco orientati e propensi alla domiciliarità. Permane la necessità di pensare sempre di più a normative e servizi “con” e non solo “per” le persone con disabilità. Un grande grazie alle Associazioni, fondamentale è stata (ed è) la loro incessante attività». Il Covid-19 ha dimostrato di essere incompatibile con la socialità, ma quest’ultima è un elemento di integrazione e inclusione imprescindibile. Luciano Parmiggiani, Responsabile del Servizio Sociale Integrato, ci informa che i centri socio-occupazionali e il laboratorio “Creazioni”, per i malati psichici, hanno funzionato sino alle chiusure natalizie nel pieno rispetto delle norme vigenti.

Dal mondo associativo la testimonianza di Claudia Guidetti, presidente Anffas: «L’ultima attività che abbiamo realizzato è stato il carnevale, poi la chiusura totale. A metà giugno si sono riaperti timidamente e con regole ristrettissime il Centro Diurno Arcobaleno e pochi altri luoghi comunitari. Prima a piccoli gruppi, organizzati in base alle richieste e ai bisogni, poi pian piano, superata un po’ la paura, si è registrato un aumento delle partecipazioni. I ragazzi hanno continuato a realizzare le loro creazioni e preparazioni alimentari, che diventano centrali soprattutto durante il periodo natalizio con la promozione dei prodotti». Continua poi a fare il punto sui diversi progetti: «La costruzione di “Casa Mia” a cura della Fondazione Dopo di Noi non si è mai interrotta, la fine dei lavori è prevista per l’autunno del prossimo anno. “Il Bucaneve”, la cooperativa di inserimento lavorativo, non ha mai sospeso l’attività, mentre “Sap”, nostro fiore all’occhiello da tanti anni, si è dovuto riconvertire in modalità a distanza. Speriamo che si possano presto riprendere anche le attività sportive di “AltrArte”. L’avvento dei vaccini, l’efficacia delle restrizioni impartite, l’autodisciplina di tutti noi, ci auguriamo possa presto portare a un miglioramento della situazione». Le operatrici di “Lavoriamoci” ricor-

Società Coperativa Agricola Fondata nel 1900 La qualità genuina di una volta 42012 CAMPAGNOLA EMILIA (RE) Via Don P. Mazzolari, 12

Tel. 0522652862

febbraio 2021


dano così i primi mesi di lockdown: «Abbiamo organizzato delle attività da fare online con i ragazzi, suddividendoli in due gruppi. Chiamate su Skype a giorni alterni e poi il venerdì tutti insieme. Ad ogni settimana veniva assegnato un tema (sport, cucina, geografia, film, libri…) e durante le giornate proponevamo delle attività come giochi, interviste, quiz. Tutto questo ha permesso di conoscerci meglio e di scoprire alcune cose dei ragazzi che altrimenti non avremmo potuto sapere. Abbiamo parlato di passioni, interessi, progetti futuri e desideri a volte nascosti. Le telefonate hanno permesso a tutti di avere un appuntamento, qualcosa da aspettare. La situazione pandemica ha influito molto sul loro umore, ma la partecipazione a “Lavoriamoci” aiuta loro a comprendere quanto sia importante avere un obiettivo durante la giornata e come il perseguirlo in gruppo lo renda ancora più piacevole». E il mondo della scuola? Ce lo racconta Maria Cristina Santini, Dirigente scolastica dell’Istituto Einaudi di Correggio: «Durante questi mesi di chiusura delle scuole, le persone che probabilmente più hanno sofferto per la mancata frequenza sono stati i ragazzi diversamente abili, che vivono la scuola come un ambiente “di tutti” e “per tutti”, in cui coltivare relazioni tra pari ed elevare il proprio potenziale umano ed esperienziale». Da settembre sono cambiate le regole di frequenza scolastica, consentendo ai ragazzi certificati di tornare a scuola. In merito aggiunge: «A volte si fermano in un’aula a loro dedicata o nella biblioteca, a volte seguono i professori curricolari per seguire la lezione con gli altri amici che sono collegati attraverso smart tv o monitor interattivo. Ho la fortuna di avere degli insegnanti con una grande

Alice durante la preparazione delle “uova in purgatorio” in occasione della settimana della cucina

sensibilità, che hanno fatto la differenza in un momento così difficile. La Vigilia di Natale ho ricevuto una stella di Natale da parte della famiglia di uno dei miei ragazzi diversamente abili. Nel biglietto ringraziava la scuola per il sostegno, l’aiuto e l’affetto e aggiungeva: “Il lavoro svolto con amore porta i suoi frutti”. Sono anche questi gesti che rinnovano le energie in un anno scolastico totalmente in salita e pregno di incertezza». Infine, la testimonianza del sammartinese Giorgio Borri, storico volontario della Casa di Carità di Fosdondo: «Durante i primi giorni di chiusura abbiamo dovuto prendere decisioni non facili. Suor Nicoletta ha voluto ascoltare i pareri di tutti gli ausiliari, per poi decidere di vietare l’accesso agli esterni, volontari e familiari. C’è chi riusciva comunque a dare un contributo anche da lontano, preparando pasti e improvvisandosi rider per portare il cibo in Casa. Nel periodo della riapertura si sono allentate un po’ le restrizioni, senza eccedere e sempre nel pieno rispet-

to delle norme. Si cercava di fare turni meno frequenti, ma si doveva sempre fare i conti con defezioni dell’ultima ora. Continua a essere un periodo molto faticoso per tutti, in particolare per gli ospiti, a cui mancano relazioni e sfoghi esterni, quali il centro diurno, il lavoro alla cooperativa, le attività creative o le semplici visite di amici e parenti». Ringraziando di cuore i nostri ospiti per questa importante testimonianza, desideriamo concludere con la riflessione contenuta nel calendario Anffas 2021: «La sfida non sarà tanto ritrovare la “normalità” ma ridisegnare un “nuovo futuro”. Allora… se non ora, quando? Noi siamo pronti, carichi di energie e di speranze per provare a costruire un nuovo domani: sfida che richiede una forte dose di responsabilità e come spesso succede, cerchiamo di avere l’umiltà di imparare proprio dalle persone che ogni giorno rischiano di essere lasciate indietro».

SEDE: Via Monte Cusna, 2 Correggio (RE) - www.pokersrl.com PUNTI VENDITA: Via A. Costa, 7 Novellara (RE) Via Cattani Sud, 47/49 - Carpi (MO)

febbraio 2021

primo piano

5


Valeria Gelosini - Fotografa

MATILDE, CHE VOLÒ SUL PALCO DELLA RAI LA VENTENNE CORREGGESE HA BALLATO CON BOLLE

6

primo piano

febbraio 2021


spettacolo

Il 2021 è iniziato con il programma di Roberto Bolle “Danza con me”, trasmesso da Rai1 in prima serata. La produzione Rai, giunta ormai alla quarta edizione, ha visto alternarsi sul palco compagnie di ballo provenienti da tutta Italia e cantanti del calibro di Vasco Rossi, Diodato e Ghali. E lì, tra gli artisti che hanno dato vita a quella serata, c’era una correggese. Si chiama Matilde Gherardi, ha dedicato tutta la sua vita alla danza e ha raggiunto il suo sogno: lavorare come ballerina. Tutto questo a soli vent’anni. La sua è una storia diversa da quella di molti altri adolescenti. È come se avesse capito, a un certo punto, che tutto quello che doveva fare nella vita era ballare. E così lo ha fatto. «Ho iniziato quando avevo sei anni, nella scuola correggese di Ars 21, diretta da Antonella Panini. Con gli anni, il mio amore per la danza è cresciuto e in prima superiore mi sono trasferita a Progetto Danza, la scuola reggiana di Michele Merola. Alla fine del quarto anno di liceo, ho iniziato un corso professionale, “Agorà Coaching Project”, sempre sotto la direzione di Merola, e ho smesso di andare a scuola in presenza. Ho sempre amato anche lo studio e ho deciso di diplomarmi a distanza. Non posso dire che sia stata una passeggiata, ma sono riuscita a portare a termine entrambi i percorsi e da quest’anno ho iniziato a lavorare con la compagnia di Merola». E poi l’opportunità di andare in Rai: il coreografo Mauro Bigonzetti ha

Giacomo Bigliardi

scelto appositamente la compagnia di Merola, la MM Contemporary Dance Company, per registrare due pezzi per il programma di Roberto Bolle. «È stata un’esperienza bellissima e inaspettata», racconta Matilde, «Ho potuto conoscere il mondo della televisione, che è molto diverso da quello del teatro. Non c’è un pubblico, ma moltissime telecamere, ed è quindi come se ci fosse un pubblico ancora più vasto. Intorno a me avevo grandi

sa da molti miei coetanei», ammette Matilde, «Dopo scuola prendevo la bici, fuggivo a casa, andavo a danza per tutta la giornata e studiavo di sera. Non mi sono goduta le piccole cose che gli altri fanno, ma non ho rimpianti. Ho sempre avuto delle persone meravigliose accanto a me, che sono riuscite a starmi vicino anche nei momenti difficili, e adesso riesco anche io a sostenerle nei loro percorsi».

BALLARE È IL MODO CON CUI

TRASMETTO AGLI ALTRI CIÒ CHE HO DENTRO professionisti che in fin dei conti sono persone normali, come noi, che hanno lavorato sodo e sono emozionate. Bolle è stato molto carino, e nonostante questo fosse il suo spettacolo, è stato molto tranquillo». È incredibile che a soli vent’anni Matilde sia riuscita a trasformare la sua passione in lavoro, il suo sogno in realtà. E tutto grazie a una grandissima dedizione, al duro lavoro e a un sincero amore verso la sua arte. Questo ha comportato negli anni anche alcuni sacrifici e momenti difficili. «Ho avuto un’adolescenza diver-

«Il mondo della danza», prosegue, «non è semplice e c’è tanta competizione. Bisogna faticare molto, ma penso che chi riesce ad andare avanti con i propri sforzi, sia lui il vero ballerino, che riesce a spiccare perché è un vero artista. E sono i veri artisti che riescono ad andare oltre alle cattiverie: ho avuto anche io periodi in cui mi sono trovata molte persone contro, ma sono riuscita a scrollarmeli di dosso e a continuare a ballare, e a farlo non solo per me stessa ma anche per gli altri, per trasmettere ciò che ho dentro».

CORREGGIO viale Repubblica, 12 tel. 0522 632188

febbraio 2021

primo piano

7


sanità

Liviana Iotti

I PRIMI VACCINI, BELLA EMOZIONE

MORENA PELLATI, DIRETTORE DEL DISTRETTO SANITARIO

Carolina Mingerulli e Antonio D'Errico dopo la vaccinazione

La sua nomina è arrivata al culmine della seconda ondata della pandemia. La dottoressa Morena Pellati è Direttore del Distretto Sanitario di Correggio dal primo dicembre scorso. Ha preso il posto di Davide Fornaciari, diventato Direttore Amministrativo dell’Azienda USL di Reggio Emilia. Al telefono la sua voce non tradisce stanchezza, ma ammette che l’impatto non è stato semplice. Ha dovuto peraltro affrontare, all'inizio di gennaio, un focolaio Covid all'interno del San Sebastiano, nell'Unità Operativa Internistica (reparto destinato a pazienti no Covid).Sono risultati positivi 20 pazienti e 12 operatori sanitari. Il reparto è stato completamente sanificato e da domenica 17 gennaio sono riprese le attività di ricovero. Quando le parliamo siamo nel pieno della prima fase della vaccinazione: «Possiamo dire che la risposta del personale sanitario nel nostro distretto è stata molto buona. Siamo stati costretti a qualche rallentamento per i casi di contagio in alcune RSA, ma stiamo cercando di recuperare». É convinta che alcuni comportamenti sbagliati nel periodo delle feste, soprattutto all’interno delle famiglie, siano tra i motivi principali della recrudescenza dell’ondata pan-

8

primo piano

demica. «Confidiamo molto nei vaccini e quando i primi due operatori sanitari del nostro distretto, Antonio D'Errico e Carolina Pia Mingerulli, infermieri dell'assistenza domiciliare, sono stati vaccinati all’Ex Ospedale Spallanzani eravamo felici ed emozionati». La dottoressa Pellati si dice soddisfatta dell’organizzazione nei locali delle Fiere di Reggio. A suo parere potrebbe essere sufficiente anche quando le operazioni di vaccinazione entreranno a pieno regime e diventeranno di massa. Ricorda ancora una volta le fasi previste dal Commissario Straordinario Domenico Arcuri: «Nella prima fase il personale sanitario e gli anziani delle strutture, poi gli anziani con più di 80 anni. La seconda fase prevede le persone con patologie gravi, il personale delle scuole e le persone con più di 60 anni. Nella terza fase completeremo il personale delle scuole, le persone con patologie non gravi e quelle che svolgono attività di pubblica utilità. Poi tutti gli altri». La popolazione del Distretto di Correggio è di circa 56.000 abitanti. Sulla possibilità di vaccinazione anche negli ambulatori dei medici di base, dipenderà molto dai tipi di vaccini che saranno a disposizione nel prossimo futuro. La conservazione dei vaccini attualmente disponibili non lo permette.

CURRICULUM MORENA PELLATI 1988 Laurea in Medicina e Chirurgia 1992 Specializzazione in Geriatria e Gerontologia 2004 Direttore Dipartimento Cure Primarie del Distretto di Correggio

FARMACIA CENTRALE Dott. Giovanni Lasagni

omeopatia - fitoterapia prenotazioni CUP - autoanalisi

corso Mazzini, 40 - Correggio (RE) tel. 0522 692363 farmacialasagni@libero.it www.farmacialasagni.it

2013/15 Direttore Distretto di Montecchio Dal 2016 Direttore Struttura Complessa Programma Anziani e Fragilità del Dipartimento Cure Primarie e referente macro area dipartimentale nord

febbraio 2021


sanità

Giulio Fantuzzi

SI FA ALLA FIERA DI REGGIO IL VACCINO ANTI-COVID

GIORGIO BOSI, PRESIDENTE PIBIPLAST, HA OFFERTO I LOCALI ALL’AUSL «È stata una decisione che ho preso con il cuore, senza la minima esitazione». Così mi dice l’amico Giorgio Bosi, presidente del gruppo Pibiplast di Correggio, leader nella produzione di contenitori per la cosmesi. La decisione di cui parla è stata quella di concedere alla AUSL reggiana per ospitarvi le vaccinazioni contro il Covid, per tre mesi in comodato gratuito, i capannoni dell’Ente Fiera di Reggio Emilia, che aveva rilevato un anno fa dalla procedura di liquidazione. Ringraziamenti solenni non gli sono mancati: da Luca Vecchi, Sindaco di Reggio a Cristina Marchesi, direttore generale della AUSL. Ma tanta soddisfazione gli viene dai commenti del personale sanitario che nel capannone di Via Filangeri già da qualche giorno ha ricevuto le prime dosi del vaccino. «Vedo che l’allestimento e l’organizzazione del tutto stanno funzionando egregiamente» continua Giorgio. «Gli elogi alla sanità pubblica reggiana per questa complessa operazione di vaccinazione di massa che si leggono sui social confermano due mie convinzioni. La prima, fondamentale, è che la sanità pubblica è un bene prezioso, insostituibile. La seconda è che la struttura, per le sue caratteristiche funzionali, è una chiave del successo dell’operazione». In effetti, le scene viste in TV delle code di sanitari in attesa del vaccino, al freddo e

febbraio 2021

sotto l’ombrello, per ore e ore, in altre città del nostro Paese, rendono palese il vantaggio reggiano: ampi parcheggi, posizione decentrata ma comodamente raggiungibile da un flusso di tremila vaccinandi giornalieri, spazio agevole per i 18 box vaccinali, per l’assistenza pre e post vaccino, per le distanze di sicurezza e la privacy dei presenti. E così, facilitato da queste condizioni ambientali, il gioco di squadra di tutti gli operatori sanitari coinvolti sta fornendo ottima prova di sè. E dopo, Giorgio, che ne sarà del Centro Fiera? Chiedo. «Vedremo se riprendere i rapporti contrattuali con le Fiere di Parma, che ho sciolto anticipatamente per consentire la destinazione sanitaria. Adesso però pensiamo alla salute ed alla sicurezza, operando per uscire da questo sconquasso il prima possibile». Sotto il pensiero che resta inchiodato alla sanità, leggo nello scatto dei suoi occhi la voglia di parteciparmi ulteriori sentimenti. Esce dalla stanza dove siamo, nella sede Pibiplast, in via Gilocchi, e ritorna con il libro sull’Ospedale San Sebastiano di Correggio, curato da Giuliana Lusuardi e Danilo Morini. Ecco le pagine dedicate a due figure a lui care: il nonno Pio e il papà Paolo, recentemente scomparso. Il medico Pio Bosi venne a Correggio nel 1919 come chirurgo e direttore dell’Ospedale civile San Sebastiano e vi rimase per ben 32 anni, compresi quelli duri di guerra, diventandone un vero animatore. Curò, infaticabile, la rete dei rapporti con il territorio, ricoprendo anche il ruolo di medico condotto. Paolo Bosi, una laurea in giurisprudenza e con l’esperienza amministrativa già da fondatore e titolare della Pibiplast, nel 1959 venne chiamato dal Prefetto al ruolo

di Commissario per l’amministrazione delle Opere Pie Riunite. Nei tre anni del suo mandato creò i primariati, risanò le casse e triplicò i posti letto dell’Ospedale San Sebastiano. Quindi Giorgio, il tuo cuore, decision maker dell’operazione Fiera, oggi si rallegra anche per una ritrovata vocazione di famiglia! Gli dico, in cerca di conferma. Sorride, lasciando solo a me, con discrezione, l’onere della diagnosi. Mentre esco, ringraziandolo per il piacevole incontro, penso anche ad altri imprenditori correggesi che, nel pieno dell’emergenza Covid, hanno offerto risorse aziendali e personali per aiutare la sanità pubblica a vantaggio dei nostri concittadini, meritando un ripetuto grazie dal nostro Sindaco. È un segno che la responsabilità sociale dell’impresa, almeno nella nostra terra, non serve solo, prodotti Pibiplast permettendo, per pura cosmesi.

primo piano

9


impresa

Laura Losi

UNA NUOVA MEMBRANA TIENE LONTANO IL COVID

INNOVATIVA APPLICAZIONE DELLO STUDIO GLAB DI CORREGGIO

Da sinistra Cristian De Pietri, Samuele De Pietri e Luigi Belluzzi

Mens sana in corpore sano: mai come oggi apprezziamo queste poche parole, colme di antica saggezza. La salute del corpo e quella della mente sono necessarie l'una per l'altra e si alimentano a vicenda. Nel perdurare della pandemia da Covid-19, ciascuno di noi si è trovato a dover modificare le proprie abitudini quotidiane per adeguarsi alle restrizioni doverosamente imposte dal Governo, consapevole del fatto che nella società civile anche uno sforzo modesto, se compiuto da tutti, può portare ad un grande risultato. Con il passare dei mesi, chi è abituato a nutrire attentamente non solo il proprio corpo, ma anche lo spirito, corre con la mente alle mostre visitate, alle iniziative culturali frequentate ed alle occasioni di socialità che tengono acceso quel fuoco della bellezza che scalda l'anima. Purtroppo ancora oggi dobbiamo starne a distanza e il digiuno si fa pesante. Chi non ha rinunciato al bello nem-

10

primo piano

meno in tempo di pandemia è il senatore Vittorio Sgarbi, che grazie alla grande passione per l'arte, che trascende le sue opinioni politiche, ogni tanto si reca all'insaputa dei più qui a Correggio per far visita ad uno Studio di grafica di cui è cliente. Ed è grazie alla felice intuizione di tale affermato cliente che questo Studio correggese negli ultimi mesi è balzato agli onori della cronaca. Si tratta dello Studio GLAB, che ha sede in Via Cuneo 2, nato come centro stampa specializzato nella riproduzione in 3D delle opere d’arte. Vittorio Sgarbi, il critico d'arte italiano più conosciuto dal grande pubblico, da tempo commissiona a GLAB riproduzioni di dipinti d'epoca per la sua collezione privata o per esposizioni. Se questo già di per sé è un bel successo, da alcuni mesi l'attività dello Studio si sta ampliando verso un'altra direzione: quella della lotta al Covid-19. Abbiamo chiesto ai titolari di GLAB di

raccontarci questa nuova esperienza. I soci fondatori Cristian e Samuele De Pietri, giovani grafici pieni di idee, hanno stretto un sodalizio con Luigi Belluzzi, pubblicitario correggese di lungo corso con la passione per l'arte, che si occupa dei progetti speciali. Ne è nato un team di lavoro dinamico, frizzante, vulcanico nelle idee, che cercando nuove occasioni di espansione sul mercato ha stretto un rapporto di esclusiva con una multinazionale francese che produce Membrana Cultu-

CARPI & CORREGGIO

Enoteca e distribuzione bevande VIA MODENA, 27 CORREGGIO - RE TEL. 0522 692187

www.lafontesnc.it

febbraio 2021


re (https://membranaculture.it/), una membrana imbevuta di ioni d'argento, versatile e dalle molteplici utilizzazioni. Le proprietà di questo materiale portano in sé una naturale carica antibatterica ed antivirale di lunga durata (tre anni) e la produzione sotto forma di pellicola ne consente l'applicazione anche in autonomia nonché l'installazione su superfici di forme diverse. Senza considerare poi la facilità della manutenzione: è sufficiente lavare con semplice acqua ed un panno umido per avere la certezza, per gli utilizzatori successivi, dell'igiene della superficie e dell'abbattimento dei virus eventualmente depositatosi. È stato proprio Vittorio Sgarbi a vedere in questa particolare membrana, che ha potuto apprezzare durante una delle sue visite a Correggio, le potenzialità di utilizzo nella lotta al Covid-19 nel campo dell'arte e della cultura, per ricoprire le sedute e le superfici comuni dei musei e consentirne finalmente la riapertura. Ed è proprio grazie alla determinazione di Sgarbi verso questo obiettivo che i nostri sono venuti

in contatto con Domenico Arcuri, il Commissario straordinario per la lotta al Covid e conseguentemente con l’Istituto Superiore di Sanità, che ha effettuato ulteriori analisi e test microbiologici sulla membrana agli ioni d'argento, certificandone la validità. Ad oggi l'attività di GLAB nella distribuzione della membrana spazia da realtà locali a grandi clienti, pubblici e privati, operanti nei settori più disparati: il MART di Rovereto, il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, diversi supermercati (sulla barra di appoggio dei carrelli), istituti di credito, palestre, scuole materne, aziende di trasporti (per ricoprire i volanti della loro flotta) e tante altre realtà. In questo lungo elenco ci ha particolarmente colpito la collaborazione con AREU Lombardia (l’Azienda Regionale per l’Emergenza e l’Urgenza) che ha commissionato, per ora in via sperimentale, l’applicazione della membrana nel vano ambulanza di un mezzo utilizzato per i servizi in emergenza con pazienti Covid. Tutte le parti esposte sono state smontate, rivestite al millimetro e rimontate, per rendere

antibatterico l’intero vano, barella compresa. Una soluzione che consentirebbe di risparmiare tutte le ore di fermo forzato del mezzo per effettuare la sanificazione con prodotti chimici. Di questi tempi, un’idea preziosa. Tra i primi progetti portati a termine da GLAB non manca certo la destinazione Correggio. Si è trattato delle sedute della Basilica di San Quirino con l’applicazione della membrana agli ioni d’argento, prodotta per l’occasione sotto forma di tessuto per non danneggiare la superficie delicata dei banchi in noce trattati in gommalacca. La messa in sicurezza della Messa, insomma, che resta sempre, oltre che un rito religioso, un momento importante di quella vita sociale che con l’arrivo del virus Covid-19 aveva dovuto interrompersi o, quantomeno, procedere a singhiozzo. Se la ripresa della vita sociale è ciò che ciascuno di noi desidera maggiormente, sapere che un tassello per raggiungerla si trova tra le risorse della nostra città ci dona una speranza in più.

Piaceredidiguidare guidare Piacere

Schiatti Car

Schiatti Car

Concessionaria BMW Viale Dell'Industria, 4BMW Concessionaria Carpi (MO) Viale Dell'Industria, 4 059 643585 Carpi (MO) www.schiatticar.bmw.it

059 643585 www.schiatticar.bmw.it

febbraio 2021

primo piano

11


Paolo Hendel per Primo Piano

OPINIONI D’AUTORE

GIOVANI E VECCHI, CULTURA E SALUTE OPINIONI DI UN COMICO: PAOLO HENDEL

Paolo Hendel, attore comico di cinema e di teatro, commediografo e scrittore, è stato ospite di Primo Piano nell’estate del 2018, come protagonista dello spettacolo “Rido ergo sum” a FestaCorreggio. Aveva appena pubblicato un libro, garbato e intelligente, dal titolo “La giovinezza è sopravvalutata - Il manifesto per una vecchiaia felice” edito da Rizzoli, da cui è stato tratto anche uno spettacolo teatrale. L’impatto della pandemia da Covid sul mondo dei giovani e su quello degli anziani, con le relative differenze e con le problematiche sottese, ci ha indotto a porgli qualche domanda, cui ha gentilmente risposto.

Paolo, in un tuo libro di due anni fa sostenevi che la giovinezza è sopravvalutata. Anziani?… non è poi così male, scrivevi. Poi è arrivata la pandemia da Covid: te la sentiresti di confermare questa tua convinzione alla luce di quanto succede con i contagi nelle RSA e con l’affollamento delle terapie intensive? Mentre i giovani si godono, appena possono, le festicciole e la movida? «La movida in tempi di pandemia non mi pare una bella trovata. Certo, da questo punto di vista sono i giovani a soffrire di più della situazione, ma se per non rinunciare alla movida si espongono al contagio, e non potrebbe

è felice, ne traggono giovamento tutti? A più riprese, come sai, ha fatto capolino l’idea che se c’è da salvare l’economia, la salute degli anziani può anche essere sacrificata, perché sono improduttivi. La senti condivisa da molti? «L’Italia è il secondo Paese al mondo per percentuale di anziani. Prima di noi c’è solo il Giappone. Questo crea un po’ di problemi ma l’idea che chi è improduttivo possa essere sacrificato è aberrante. È roba da Carcarlo Pravettoni, l’industriale cinico e baro dei tempi di Mai Dire Gol, con le sue garbate parole d’ordine: “Per voi anziani stiamo varando il Progetto Capolinea. Slogan dell’operazione: Porta il Nonno

SACRIFICARE CHI È IMPRODUTTIVO?

UN'IDEA ABERRANTE

essere diversamente, e poi rincasando attaccano il virus ai nonni mandandoli all’altro mondo, non mi sembra una gran prova di altruismo! Comunque riguardo alla giovinezza non vorrei essere frainteso! Se la vecchiaia è una stagione della vita che va vissuta in modo positivo e che offre i suoi vantaggi, devo dire che sono ben contento di essere stato giovane, mi sono trovato bene e mi è piaciuto, e se mi dovesse ricapitare lo rifarei anche volentieri». Ti pare che la società e la politica riconoscano che se l’anziano

12

primo piano

a Rottamare, ovvero Fondi l’Anziano Fuso!” Pravettoni pensava alla rottamazione quando Matteo Renzi ciucciava ancora il latte della mamma. La cosa che mi preoccupa molto è che noi allora scherzavamo ma oggi c’è invece chi lo pensa per davvero! Ripeto, è una tesi aberrante!». Tu hai conosciuto e più volte ricordato un toscanaccio eccezionale come padre Ernesto Balducci, autore, tra l’altro, di un luminoso saggio profetico “L’uomo planeta-

febbraio 2021


rio”. Allora era il rischio nucleare che imponeva, secondo lui, un nuovo spirito di fraternità universale. Con la pandemia ritorna d’attualità il tema? «Padre Balducci un simpatico toscanaccio? Suvvia! Il suo è stato un messaggio universale e la sua lezione è oggi più che mai attuale. Aveva capito e anticipato molte cose riguardo alla globalizzazione. Alla necessità di superare il punto di vista particolaristico delle religioni, la loro pretesa di universalità, che divide e contrappone e genera violenza. L’uomo nuovo di Balducci è, come lui diceva, l’uomo planetario, cioè l’uomo che supera le divisioni e le distinzioni tra nord e sud, oriente e occidente, migranti e non migranti, e, aggiungerei, che si pone domande che riguardano la giustizia, la libertà e la solidarietà. Ernesto Balducci ci ha lasciato pagine bellissime, di una forza e di una attualità straordinarie». E l’homo sapiens di oggi ha capito la lezione? Ti pare più consapevole della necessità di una nuova fraternità universale? «È una scommessa aperta! Non sono in grado di fare previsioni. Tuttavia, per non fare scena muta, diciamo che non sono molto ottimista. Non so se usciremo più buoni, più altruisti, più solidali da questa tragedia del coronavirus. Lo spero, ma ne dubito. Sarebbe già qualcosa se ne uscissimo avendo capito gli errori da evitare alla prossima pandemia. E l’importanza di avere un’organizzazione sanitaria decentrata, articolata nel territorio. E parlo di sanità pubblica, ovviamente». Come vivi in questi giorni il silenzio dei Teatri, dei cinema e delle manifestazioni culturali? Credi

febbraio 2021

che la cultura e le espressioni artistiche possano rimanere offese per lungo tempo da questo clima di angoscia collettiva? «È una situazione drammatica. Il nemico comune è questo maledetto virus, che ha stravolto le nostre vite. Non si deve pensare che ci sia qualcuno che per cattiveria si diverte a tenerci chiusi in casa. La pandemia c’è e chi la sottovaluta sbaglia. Ancor più quelle forze politiche che lo fanno per demagogia. Per non parlare della follia dei negazionisti. Il problema è capire come contrastare il virus, e qui gli errori, la confusione e l’incertezza regnano sovrani. La cultura prospera se c’è una buona politica. Allora diciamolo: in Italia ci vorrebbero un governo e un’opposizione diversi. Un centro sinistra responsabile e non litigioso e un centro destra altrettanto responsabile e che non si nutra di demagogia». Far ridere è un’arte molto difficile anche in tempi normali. Figuriamoci adesso. Un comico che fa? Chiede un bonus? C’è ancora voglia di ridere o non ci resta che piangere nel nostro Paese? «Ridere è un bisogno fisiologico, non se ne può fare a meno, oggi più che mai. È un modo di esorcizzare le cose brutte della vita, di prendere le distanze da tutto ciò che non ci piace, che ci fa incazzare e che ci fa paura. Ogni volta è come prendere una boccata d’aria buona. E fa bene alla salute. Peccato che non faccia ricrescere i capelli!».

primo piano

13


personaggio

Monica Testi

ARSVENTUNO E GLI ANNI FAN QUARANTA

ANTONELLA PANINI: SUCCESSI E PROGETTI DI UN’ARTISTA ECLETTICA

Per tanti correggesi è solo “l’Antonella della scuola di danza”, e lo dice lei sorridendo. In realtà Antonella Panini ha un curriculum artistico lunghissimo: musica, danza, pittura, teatro. Per me è anche la bambina con una nuvola di capelli biondi ritratta in una foto di gruppo dell’asilo Ghidoni, ed è proprio mostrandole questa foto che iniziamo la nostra chiacchierata.

fatto da ragazzina al teatro Asioli».

Sognavi già da bambina di “fare la ballerina da grande”? «A dir la verità ho iniziato a studiare danza per un piccolo problema alla schiena e me ne sono innamorata, poi la mia famiglia ha alimentato molto le mie aspirazioni artistiche. Mio padre mi prendeva sulle ginocchia ed insieme sfogliavamo libri d’arte: Raffaello, Leonardo, i grandi pittori italiani. Lui stesso dipingeva. Da mia madre ho ereditato l’amore per il teatro. Ancora adesso, a 86 anni, fa parte di un gruppo teatrale. È quindi stato naturale per me iscrivermi al Chierici di Reggio Emilia, e poi al DAMS di Bologna dove mi sono laureata con 110 e lode in regia teatrale. È nella regia che rientrano tutte le mie esperienze artistiche ma in particolare quelle che ho

Per quale motivo? «Se c’è una donna che dirige, i tecnici ti mettono alla prova! Ma, proprio per quelle esperienze fatte, riuscivo a rintuzzare le battutine o i dubbi dando soluzioni tecniche corrette e dimostrando competenze. A quel punto mi stendevano tappeti rossi. Posso dire però per esperienza che le donne vengono accuratamente tagliate fuori e che le registe teatrali sono ancora pochissime?».

che imparavo. A volte questo mio impegno ha penalizzato l’attività creativa, perché non ho mai abdicato alla qualità del lavoro di formazione. Forse è anche per questo che Arsventuno, il Centro delle Arti che dirigo e che nel 2021 compie 40 anni, è sopravvissuto ad eventi difficili come la chiusura per 14 anni dell’Asioli, dove aveva la sede, oltre al fatto di non poter fare spettacoli a Correggio. Fare un progetto significa mobilitare l’intera struttura intorno al soggetto scelto: lo spettacolo finale è il momento in cui si condensano tutte le energie messe in campo durante l'anno. Contemporaneamente ci sono i laboratori con le scuole di Correggio. Gli ultimi cinque progetti sono stati per me uno più bello dell'altro, ma “Odissea” è uno dei più completi perché siamo riusciti a coinvolgere circa otto-diecimila persone, sia allievi di Arsventuno che studenti e spettatori. Alcune classi delle medie sono state coinvolte in laboratori di drammatizzazione e altre in laboratori di scrittura. Per le elementari abbiamo scritto una piccola Odissea; con gli studenti delle superiori abbiamo ragionato sulla figura di Ulisse come persona che sa reinventarsi. Alcuni importanti imprenditori di Correggio hanno dato ai ragazzi dimostrazione di come l’ingegno possa essere fondamentale per la realizzazione di un progetto. Io ho organizzato un piccolo laboratorio con i richiedenti asilo. Alla fine sono stati quattro spettacoli per le scuole e uno, aperto a tutta la città nella biblioteca Einaudi, con la lettura integrale in cinque puntate dell’Odissea».

Hai un progetto che ti è rimasto nel cuore più di altri? «Sì, ma prima devo farti una precisazione. È come se io avessi due anime parallele che vanno avanti di pari passo. Una è quella artistica, l’altra è quella formativa: non mai smesso di insegnare e trasmettere agli altri quello

Impossibile non chiederti come ha impattato il Covid sull'attività di Arsventuno. «A settembre ci eravamo organizzati seguendo le regole anti-contagio e l’adesione ai corsi era stata altissima. Purtroppo è tutto stato sospeso e i nostri collaboratori sono in cassa integrazione.

Antonella Panini al lavoro nel suo studio

14

primo piano

Spiegami meglio… «A 14 anni ho avuto la fortuna di poter aiutare i tecnici dietro le quinte ed imparare a fare tutto quello che si fa in teatro, anche il macchinista e l’elettricista. Tutto ciò mi è servito moltissimo quando ho seguito allestimenti importanti, ad esempio, nella lirica».

febbraio 2021


Ars 21 al Teatro Asioli di Correggio

Personalmente sono rimasta molto ferita, nella mia dignità di professionista, dalla chiusura dei teatri e dei cinema». Torniamo alla tua anima artistica: un progetto del cuore di Antonella artista? «Il primo progetto importante è stato “Van Gogh, l’arte del ritrarsi”, dove ritrarsi sta nella doppia accezione di ritrarre sé stessi e ritrarsi dalla vita, costruito con il coinvolgimento degli utenti del servizio psichiatrico di Reggio Emilia. Invece “Vincent Van Gogh - La verità torrida del sole” è uno spettacolo basato su un testo scritto da me, elaborando la corrispondenza tra Vincent e il fratello Theo. Gli spettacoli sono stati tenuti nel S. Lazzaro da attori professionisti». Parliamo ora dell’ultimo tuo impegno artistico, la mostra “Caduto fuori dal Tempo” in esposizione lo scorso autunno a Parma presso la Galleria San Ludovico. «Qui mi si è aperta un'altra finestra! Mi ero sempre detta che, una volta andata in pensione, mi sarei dedicata alla pittura, che è molto contemplativa e

o scont

-10%

io ho sempre avuto troppa energia per sedermi a dipingere! Alla pensione non sono arrivata ma sento che è il momento di cominciare a centellinare le forze. Ho quindi ripreso a studiare pittura e tempo dopo mi è capitato di leggere “Caduto fuori dal tempo” di David Grossman, dedicato dall’autore al figlio morto alla guida di un tank. È stata una botta violentissima perché racconta la storia di un Duca che chiede allo Scriba Cittadino di raccogliere le testimonianze dolorose di chi ha perso un figlio. È scritto come una tragedia greca ma dopo averlo letto ho sentito la necessità di tradurlo in pittura e scultura. In pochissimo tempo ho fatto gli schizzi preparatori e ho scoperto l’argilla. Mi sono resa conto che l’urgenza che ho sentito nel progettare le opere era dovuto al dolore per la morte di mio padre, avvenuta poco prima. La sorpresa più emozionante è stata la telefonata da Israele dell’autore stesso che si congratulava con me!». Come è organizzata la mostra? «Sono esposte otto opere ognuna delle quali rappresenta un personaggio e il

visitatore, fornito di un’audioguida dove sono registrati alcuni brani del testo, è praticamente lo Scriba che spia da un pertugio quattro di loro e ne incontra altri quattro. Per tutto il percorso un’aria gelida sferza il visitatore, quindi direi che è un’istallazione emotiva e anche un po’ teatrale. Purtroppo è stata sospesa dopo pochi giorni ma l'interesse è stato sorprendente al punto che dovrebbe essere riaperta appena finiranno le restrizioni anti-Covid». La nostra chiacchierata termina con l’auspicio che ciò avvenga prima possibile. Antonella è un'artista poliedrica e Arsventuno è il Centro delle Arti che la rappresenta in pieno. Non c'è quindi chiusa migliore per questa intervista di una frase presa dal sito dell’associazione stessa: “Noi crediamo nel potere innovativo della cultura e del sapere e crediamo nell'arte perché sa rappresentare l'umanità in ogni suo aspetto”. Parole anche di tutti noi, che in questo momento difficile siamo privati della bellezza di un’opera d’arte o delle storie e vite altre che si vivono a teatro e al cinema.

Presentandoti con questo coupon riceverai uno sconto del 10% su tutti i prodotti parafarmaceutici (da consumare entro il 31/12/2021) Promozione non cumulabile Non applicabile agli alimenti per l'infanzia

ZONA ESPANSIONE SUD Via L. Tondelli, 2 – Correggio 0522/637661 ORARIO CONTINUATO Dal lunedì al sabato 8:00-19:30

febbraio 2021

primo piano

15


testimonianze

Luciano Pantaleoni

COM’È IL COVID, PER DAVVERO

PARLANO TRE CORREGGESI CHE HANNO CONTRATTO IL VIRUS

Barbara Bellelli

Dario Manzini

16

primo piano

Emilio Gianotti

Molte persone hanno difficoltà a rendersi conto della gravità della situazione pandemica e a comportarsi in modo adeguato. Leggendo quel che si trova sui giornali e nei social media, l’impossibilità di andare nella casa di vacanze e la rinuncia al pranzo di Natale con tutti i famigliari paiono sacrifici enormi. Siamo abituati ad una ritualità che serve a mantenere un equilibrio psicologico e a “garantire la felicità”. L’attuale stile di vita ha bisogno di essere continuamente alimentato da regali, pranzi, viaggi, feste... I giornali sono pieni di notizie ed ogni sera in televisione si susseguono tavole rotonde di virologi, pneumologi, epidemiologi, opinionisti e politici di ogni credo e di ogni tendenza. Il “dibattito urlato-volgare” è diventato un format televisivo. Invece di usare prudenza e buon senso, questi personaggi, posti di fronte ad una telecamera o ad un microfono sono diventati “fenomeni”. Sostenevano le teorie più assurde, tesi spesso opposte, creando sconcerto e perdendo di credibilità. Abbiamo visto in televisione il viso arrogante del prof. Alberto Zangrillo che, con fare irrisorio, sosteneva: “Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Non si può continuare a portare l’attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, cioè a quelli che si auto-proclamano professori. Dico quello che vedo e ne ho le palle piene. Agli italiani va detta la verità. Riprendete a vivere, andate in vacanza, al ristorante, in banca…”. Quante persone hanno creduto a queste parole e poi si sono ammalate? Non sono stati da meno certi predicatori, in preda a chissà quale mistica visione, come il direttore di Radio Maria, Livio Fanzaga: “Questa epidemia è un progetto che io ho sempre attribuito al demonio, che agisce attraverso menti criminali che l’hanno realizzato con uno scopo ben preciso: creare un passaggio repentino, dopo la preparazione ideologica, politica e mass-mediatica, per un colpo di stato sanitario o massmediatico. Un progetto volto a fiaccare l’umanità, metterla in ginocchio, instaurare una dittatura sanitaria e cibernetica, creando un mondo nuovo che non è più di Dio Creatore, un mondo nuovo senza Dio. Il mondo di Satana. Dove saremo tutti degli zombie”. Anche il presidente della Confindustria di Macerata, durante l’assemblea annuale degli industriali, ha espresso concetti che lasciano basiti: “Le persone sono un po’ stanche (della pandemia e delle restrizioni) e vorrebbero venirne fuori, anche se qualcuno morirà... pazienza”. A questo punto, se vogliamo ascoltare parole di buon senso e sapere cosa è questo virus, forse è meglio se lo chiediamo a qualche correggese che lo ha vissuto. Dario Manzini (28 anni), Barbara Bellelli (51), Emilio Gianotti (75).

febbraio 2021


Ti sei fatto una idea di come hai contratto il virus? Barbara: «L’ho contratto cantando con le “Coriste per Caso” in occasione della fiera di S. Luca. Siamo sempre state attente in tutto: abbiamo portato la mascherina, mantenuto la distanza di un metro una dall’altra, aperto le finestre, preso il disinfettante con noi. Nel momento in cui si cantava però la mascherina veniva abbassata o tolta e, qualcuna senza saperlo, aveva contratto il virus così purtroppo molte di noi si sono ammalate». Dario: «Giocando a basket con gli amici, prima che il decreto impedisse di fare sport di squadra. Siamo sempre stati attenti ad ogni particolare, ci misuravamo la febbre a casa e prima di entrare in palestra, disinfettavamo maniglie, palloni, rubinetti. Facevamo la doccia uno alla volta negli spogliatoi per evitare contatti ulteriori oltre a quelli sul campo. Ma non è bastato, perché in uno sport di contatto tutto il contorno è pura prassi». Emilio: «Non riesco a capire come ho potuto contrarre il virus. Tutti i miei familiari sono risultati per fortuna negativi e mi sono sempre comportato in modo corretto, rispettando le precauzioni necessarie ma probabilmente non sufficienti». Quando ti sei accorto di essere ammalato? Barbara: «La settimana dopo il concerto ho cominciato ad avere alcuni sintomi: stanchezza, male alle ossa, ma non avevo febbre. Anche altre coriste accusavano malesseri, alcune avevano già la febbre ma si pensava che fosse una forma d’influenza dovuta al freddo accumulato durante le prove per lo spettacolo. Al sabato non sentivo il sapore, era tutto inodore e quindi ho avuto la certezza di aver contratto il virus. Ho telefonato alla guardia medica e ne ho avuto conferma». Dario: «Una domenica mattina, esattamente cinque giorni dopo che ho avuto contatti con i compagni di squadra, svegliandomi con una lieve febbre». Emilio: «Dopo alcuni giorni di febbre e tosse persistente, il medico di famiglia mi ha fatto fare accertamenti che hanno evidenziato subito la presenza del coronavirus».

febbraio 2021

Che decorso ha avuto la malattia? Barbara: «Al lunedì ho telefonato alla mia dottoressa che, oltre a prenotarmi il tampone, mi ha dato subito la cura per la polmonite (antibiotico e cortisone). Non avevo più voce e non riuscivo a parlare per più di un minuto senza dare un colpo di tosse. Alla sera è arrivata la febbre che, nei giorni successivi, ha raggiunto anche 39°C. Il tampone è risultato poi positivo. Non riuscivo a stare in piedi, avevo un malessere generale, dolore alle ossa e anche ai nervi; l’appetito era rimasto ma avevo nausea, quello che ingoiavo non andava mai giù. Ho dovuto prendere anche delle medicine specifiche e dei ricostituenti». Dario: «La febbre, nel mio caso, non è mai salita oltre i 37.8 °C, ma è stata una fedele compagna per quasi due settimane. Ho avuto dolori muscolari nei primi due-tre giorni. Inizialmente poca tosse, poi è un po’ peggiorata, ma mai nessun problema a respirare. Al termine delle due settimane mi sentivo di essere guarito anche se ancora un po’ “fiacco”». Emilio: «Sono stato ricoverato a Guastalla in terapia intensiva per polmonite bilaterale, sinceramente non ricordo molto ciò che è accaduto perché ero confuso, assente, dormivo in continuazione e ho solamente dei flash». Quali sono stati i momenti più difficili? Barbara: «Sono riuscita subito ad isolarmi in casa dal resto della famiglia avendo una stanza ed un bagno per me, ma purtroppo non è stato sufficiente. Quando mio marito e le mie figlie hanno fatto il tampone sono risultati tutti positivi. Avevamo mangiato insieme al sabato, quando avevo già intuito di essere ammalata ma non ne ero sicura. Per me è stato un momento difficile, avevo un tale senso di colpa… Mio marito e una delle mie figlia hanno dovuto dichiarare i contatti che avevano avuto al lavoro e quindi lasciare in quarantena altre persone. L’altra figlia l’ha segnalato a scuola e la classe ha dovuto fare il tampone: per fortuna tutti i ragazzi sono risultati negativi. In quei giorni ero stanchissima, non avevo fiato e avevo mille preoccupazioni; ho ricevuto tanta solidarietà ma arrivavano anche notizie veramente

primo piano

17


brutte di persone che erano decedute. Il secondo tampone è risultato negativo anche se non ero ancora in formissima. Mia figlia, che non aveva avuto sintomi, al secondo tampone è risultata ancora positiva. E questo le ha provocato delusione e molta ansia». Dario: «Vivendo con la mia compagna, in una casa con due sole stanze, il disagio maggiore è stato quello di non uscire mai dalla camera da letto; non semplice, ci si sente carcerati. Siamo stati particolarmente attenti a tutto e siamo riusciti a non contagiare anche lei». Emilio: «Quando non respiri, vi garantisco che pensi proprio sia arrivata la fine. Posso solo ringraziare il mio medico di famiglia per la sua tempestività nell’agire e i dottori, gli infermieri dell’ospedale che mi hanno curato nei momenti più difficili».

Adesso come va? Barbara: «Ricominciare a lavorare è stata molto dura perché ero provata, per fortuna ho iniziato gradatamente. Direi che ci è voluto un mese buono per ritornare alla normalità a livello fisico ed anche a livello mentale». Dario: «A distanza di due mesi dalla fine della “prigionia” non ho nessuno strascico, solo una gran voglia di avere una casa più grande». Emilio: «Sono stato dimesso asintomatico ma positivo, il recupero è stato lento e faticoso, ero diminuito di peso e andavo in affanno facilmente. Io e mia moglie siamo stati isolati in due stanze separate. A casa nostra non si faceva altro che disinfettare tutto quello che veniva toccato e per timore abbiamo protratto la quarantena di un’ulteriore settimana».

Che consigli ti senti di dare? Barbara: «Il Covid 19 esiste e dobbiamo tutti prenderne atto. É difficile accettare quello che questo virus ha provocato, ma dobbiamo resistere per i nostri figli e superare questo momento per ritornare alla serenità. Ritengo comunque che ci sia tanta confusione e ancora troppa libertà nel muoversi». Dario: «Seguire le direttive del governo, avere fiducia e smettere di criticare chi lavora anche per noi; non saranno perfetti, nessuno lo è. Mi sento di dire che le mascherine sono un grande aiuto a evitare il contagio e penso che il limitare i pranzi e le cene troppo numerose sia stata una gran cosa da parte del governo. È stato un Natale strano, ma proteggere i nostri cari è più importante di vederli per una ricorrenza. Se mi è permesso, vorrei anche fare i complimenti a tutti i commercianti correggesi, ho visto molta attenzione e premura nel proteggersi e nel proteggere chi entrava per comprare». Emilio: «Non sono in grado di dare consigli, non ho capito nemmeno come mi sono infettato... ma certamente mascherina sempre, distanziamento e non assembramenti. Posso solo garantire che sentire parlare di gente infetta e provarlo personalmente è una cosa completamente diversa. Questa è una esperienza devastante per te e per i tuoi famigliari. Ho molta fiducia nella scienza e sono certo che ne usciremo se ognuno di noi farà con coscienza e responsabilità la sua parte».

Lazzaretti Giuseppe

Gommista Vendita pneumatici delle migliori marche Assetto con banco ottico computerizzato Equilibratura elettronica -Full assistance Qualità e convenienza - Convenzioni leasing Via Repubblica, 12 - Correggio (RE) - 0522.692293 lazgomme@libero.it

18

primo piano

febbraio 2021


personaggio

Liviana Iotti

IO, MEDICO E SCRITTORE

ALBERTO BAGNULO HA PUBBLICATO IL SUO PRIMO ROMANZO

Alberto Bagnulo si sottopone ad una vaccinazione

É in pensione da un mese, ma non abbandona la sua professione che ama profondamente. Il dottor Alberto Bagnulo ha maturato un’esperienza medica di 43 anni. É stato dipendente del Servizio Sanitario Nazionale per 34 anni, la maggior parte dei quali trascorsi negli ambulatori e nelle corsie del nostro Ospedale, il San Sebastiano. Molti correggesi hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo. Lo abbiamo incontrato per parlare con lui della sua esperienza professionale e della pandemia. Iniziamo da questo argomento che tocca tutti noi. Il dottor Bagnulo è molto franco: «Non possiamo nasconderci che eravamo impreparati, il piano pandemico non era aggiornato e all’inizio soltanto una parte degli operatori sanitari erano all’altezza. Non ho mai invece avuto dubbi che la scienza e la ricerca scientifica identificassero in tempi brevissimi l’agente patogeno e, soprattutto, iniziassero la sperimentazione di terapie e vaccini con metodologie così moderne quanto rapide. Personalmente ho vissuto da vicino, nell’ambiente familiare, il dramma del contagio, con tutto lo sconvolgimento e il senso di solitudine che comporta. L’essere medico mi ha aiutato a reggere me-

febbraio 2021

glio il lockdown non sospendendo mai il lavoro, che si è concentrato nel mio ultimo ruolo di ricercatore». L’argomento ci aiuta anche a capire come il dottor Bagnulo intenda la professione medica. «Secondo me oggi la Medicina deve essere centrata sulla relazione tra operatore sanitario, persona malata e la sua famiglia. Il medico deve saper scegliere sulla base delle linee guida ma anche delle risorse e del vissuto dei malati, quindi deve saper individuare una cura per quella particolare persona». Questa idea della medicina si è rafforzata con la lunga esperienza accanto ai malati di cancro. Secondo il dottor Bagnulo gli enormi progressi nella cura dei tumori non eliminano la necessità di stabilire una relazione forte tra medico e paziente. Una conferma arrivata dagli anni trascorsi alla Direzione del Day Hospital Oncologico del S. Sebastiano di Correggio, uno degli incarichi di cui il dottor Bagnulo va maggiormente fiero. Dal 2010 e sino a pochi mesi fa è stato Direttore dell’Unità Internistica multi-disciplinare. «In un decennio - ricorda Bagnulo - siamo riusciti a formare un personale competente, sia dal punto di vista tecnico-gestionale che comunicativo-relazionale. Di tut-

to ciò sono estremamente fiero, così come sono fiero di aver dimostrato quanto il moderno modello di network ospedaliero non si traduca nell’accentrare cultura e attività prestazionali, ma significhi lavorare in rete identificando specificità, competenze ed eccellenze, anche periferiche, coinvolgendo tutto il network nell’assistenza e nella ricerca per motivare gli operatori e soprattutto migliorare i percorsi di cura dei cittadini». Se la medicina è il perno della propria vita, per Alberto Bagnulo è sempre stato importante coltivare altre passioni, come la scrittura. Nei mesi scorsi è uscito il suo primo romanzo “Le spiagge che cambiano gli uomini”. Il protagonista è, manco a dirlo, un medico, con un passato segnato da un terribile trauma e un presente influenzato da misteri. Il filo conduttore del romanzo è il fatto che nulla sia come appare e che una persona, se messa in determinate situazioni, possa fare qualsiasi cosa, sia in negativo che in positivo. «Si tratta - spiega Bagnulo - di un thriller psicologico, ma ovviamente il lavoro di medico del protagonista fa sì che si parli molto di cura ospedaliera e di malati. In questo libro c’è quindi anche molto del mio modo di intendere la professione medica».

primo piano

19


allevamento

Claudio Corradi

UOVA DA RECORD, A CHILOMETRO ZERO LA FAMIGLIA RIGHI, TRA GALLINE OVAIOLE E VIGNETO

Righi Uberto, la moglie Angela ed il figlio Francesco

Il recente periodo Natalizio di restrizioni negli spostamenti e di ristoranti chiusi ha determinato un incremento della vendita di uova del 30% rispetto allo scorso anno. Il dato emerge dall’autorevole osservatorio dell’azienda agricola Righi Uberto, che è il più importante allevatore di galline ovaiole della nostra provincia. L’azienda è unica nel suo genere in quanto ovi-viticola: produce uova, nell’allevamento di San Martino in Rio, e coltiva ben 40 ettari di vigneto di proprietà, 14 dei quali in territorio correggese. Un’azienda importante non solo nella singolarità dell’orientamento produttivo ma anche nei numeri, che vede il motore di una attività che risale al 1963 in Uberto, la moglie Angela, il figlio Francesco e gli otto dipendenti quotidianamente impegnati su più fronti. Righi, che vanta un modernissimo allevamento con 36.000 galline che producono circa 32.000 uova fresche ogni giorno, è stato un pioniere dell’allevamento a terra: intuendo con ampio anticipo la necessità di modificare il metodo di allevamento delle galline privilegiando il benessere animale ha dato vita, già 11 anni fa, al

20

primo piano

sistema di allevamento a terra di tipo tradizionale. Tre anni dopo la comunità europea vietò i sistemi di allevamento dei polli cosiddetti “in batteria”, confermando la sua intuizione. «Appena ho sentito iniziare a parlare di galline allevate a terra nelle pubblicità delle grandi catene di supermercati - spiega Uberto Righi - mi sono reso conto che bisognava organizzarsi subito e su questo siamo stati tempestivi. Siamo riusciti ad anticipare i tempi, se non altro nel nostro territorio, tanto che i nostri attuali capannoni sono derivati dagli allevamenti di polli da riproduzione e trasformati secondo le nostre esigenze di allevamento di polli da uova». Interviene il figlio Francesco: «Abbiamo fatto un po’ da cavia anche per le ditte che ci hanno fornito i materiali; abbiamo messo a punto insieme tanti aspetti, raggiungendo un risultato veramente soddisfacente e del quale siamo orgogliosi, tanto che il prossimo anno realizzeremo un ulteriore capannone in grado di ospitare altre 20.000 ovaiole». «L’allevamento nelle gabbie, anche arricchite, avrebbe sicuramente dei costi di produzione inferiori – puntualizza Uberto - non solo perché permettereb-

be di triplicare la capienza di polli nei capannoni ma soprattutto perché è una tecnica più semplice sotto l’aspetto della gestione. Le galline allevate a terra mangiano di più e l’organizzazione nel suo complesso richiede maggiore professionalità ed attenzione. Noi abbiamo deciso di intraprendere questa strada e siamo soddisfatti dei risultati». Oggi l’allevamento di Righi è costituito da tre lunghissimi capannoni gemelli, eleganti, dotati di areazione e raffrescamento in grado di rendere l’ambiente estremamente confortevole agli animali. Non un semplice pollaio, quindi, ma una sorta di monumento a tre ampie navate di cui quella centrale, la più confortevole, diventa il cosiddetto “nido”, riservato alla deposizione delle uova. Dal nido si diramano una suggestiva serie di nastri trasportatori che raccolgono le uova e le fanno confluire, attraverso un articolato percorso che deve assecondare i punti di accesso, in una enorme spirale simile ad una giostra. Da qui le uova vengono indirizzate ad una calibratrice che, dopo averle disposte automaticamente tutte nella stessa posizione, permette il loro controllo, codifica e selezione in funzione del peso, prima di procedere al definitivo confezionamento. A questo punto le uova di giornata sono pronte per essere consegnate.

febbraio 2021


A chi arrivano le vostre uova? «Vendiamo il nostro prodotto direttamente nelle provincie di Reggio, Parma, Modena ed in tutta la Toscana rifornendo supermercati, negozi, forni, pastifici e pasticcerie con consegne quotidiane. Siamo anche organizzati con uno spaccio aziendale per la vendita diretta presso la nostra sede di via Roma 151 a San Martino in Rio, nel punto vendita aperto dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 dove è possibile trovare il vero chilometro zero. Il sistema di tracciabilità accompagna il nostro prodotto fino alle tavola del consumatore, che può riconoscere le nostre uova dal codice che riportano e che nel nostro caso è “2 IT 037 RE 075”: il 2 indica che si tratta di allevamento a terra, IT indica il paese di produzione, 037 indica il comune, RE la provincia e 075 la matricola del nostro allevamento». «Un altro aspetto a cui teniamo in modo particolare - puntualizza Francesco Righi – è quello della sostenibilità del nostro allevamento. Utilizziamo imbal-

laggi ecologici e completamente riciclabili: per tutto il processo produttivo, che va dalla gestione dell’allevamento fino al confezionamento finito, utilizziamo energia autoprodotta dai pannelli fotovoltaici installati sui tetti dei capannoni; da questo punto di vista siamo completamente autosufficienti». Ed i vigneti? «I vigneti e l’allevamento sono fra loro complementari. Il nostro personale lavora sia nell’allevamento che nel vigneto: questa opportunità ci permette di ottimizzare l’organizzazione dei due comparti a seconda delle esigenza del momento. Oltretutto i nostri vigneti possono beneficiare di un prezioso sottoprodotto dell’allevamento, la pollina, un ricercatissimo fertilizzante organico costituito dalla lettiera dei polli arricchito dei loro escrementi, che noi distribuiamo nei nostri vigneti come nutrimento completamente naturale».

L'allevamento della famiglia Righi

MENO ALLEVAMENTI, MAGGIORE PROFESSIONALITÀ L’Emilia Romagna da sola produce il 21% delle uova italiane: in questo ambito, secondo i dati regionali aggiornati al giugno 2020, la provincia di Reggio incide per il 4,6% del totale. Oggi gli allevamenti emiliano-romagnoli sono poco più di 200, un terzo rispetto a quelli presenti 10 anni fa ed un misero 2,2% rispetto al numero di aziende con galline da uova presenti nella nostra regione alla fine del secolo scorso, senza che però in questo lungo periodo di tempo sia minimamente variato il numero di capi allevati. Oggi in provincia di Reggio il numero medio di capi per allevamento è di circa 10.000 polli, quando la media regionale è leggermente superiore ai 50.000. Addirittura rispetto a 20 anni fa nella nostra regione si è assistito ad un incremento del numero di ovaiole allevate del 10%, mentre il consumo pro-capite di uova a livello nazionale è aumentato dell’ 1,7% negli ultimi 2 anni. Oggi ogni italiano mangia mediamente 214 uova in un anno, il 40% delle quali però sotto forma di ovo-prodotto, poiché questo insostituibile alimento entra comunemente nella composizione di molti preparati alimentari, a partire dalla pasta per finire nei dolci. Oggi quasi il 58% delle ovaiole viene allevato a terra, anche se dal punto di vista strutturale occorrerebbe distinguere l’allevamento a terra tradizionale rispetto al sistema a voliera, nel quale le galline si muovono anche in verticale su più livelli. Gli allevamenti in gabbia sono ancora in deciso calo, pur essendosi dovuti già da tempo adeguare adottando le cosiddette “gabbie arricchite”, che prevedono più spazio e comfort per gli animali. L’Italia produce il 12% delle uova europee, collocandosi al quarto posto dopo Francia, Germania e Spagna. In Italia si allevano 500 milioni di polli da carne e 50 milioni di polli da uova.

AP AUTO DI ALESSANDRO PERGETTI S.R.L. AUTOFFICINA RIPARAZIONE MULTIMARCHE

ELETTRAUTO MANUTENZIONE E LAVAGGIO CAMBI AUTOMATICI DIAGNOSI ELETTRONICA VENDITA E RIPARAZIONE PNEUMATICI RICARICA CLIMATIZZATORI ASSETTO RUOTE EQUILIBRATURA ELETTRONICA TAGLIANDI CERTIFICATI ANCHE PER VETTURE IN GARANZIA

Via Monsignor Bonacini, 11 - 42015 CORREGGIO (RE) Tel. 0522 691146 - Cell. 347 2483082 info@ap-auto.it - www.ap-auto.it

febbraio 2021

primo piano

21


economia

Lorenzo Soldani

CASHBACK: SERVE DAVVERO AL PAESE?

PRO E CONTRO DEL DISCUSSO INTERVENTO ECONOMICO

Stefano Manzini, commercialista

Il Governo ha optato per una singolare strategia di stimolo dei consumi, in questo periodo particolarmente critico sotto l’aspetto economico: un abbondante e probabilmente eccessiva trafila di bonus, dall’acquisto di auto elettriche fino alle ristrutturazioni edilizie, senza dimenticare i computer, i monopattini elettrici e i rubinetti (?!). Il più discusso e attenzionato, tuttavia, è stato il cosiddetto Cashback, che consta nella restituzione del 10% dell’importo speso con una transazione, qualora il pagamento sia effettuato in modo elettronico. Il tetto della singola spesa è di 150 euro, così come il rimborso massimo semestrale; per poter ricevere il rimborso, inoltre, è necessario compiere 50 acquisti con carte nell’arco di questi sei mesi. Le carte scelte per pagare vanno registrate sull’applicazione IO, la costola digitale della Pubblica Amministrazione, con la speranza che possa diffondersi più rapidamente e quindi sveltire anche altri aspetti farraginosi della burocrazia.

22

primo piano

La misura è stata sperimentata nel mese di dicembre, col tetto di acquisti ridotto a dieci, riscuotendo un buon riscontro di iscrizioni fra i concittadini, per poi divenire ufficialmente operativa dal 1° gennaio. La domanda, però, sorge spontanea: sarà davvero una misura efficace per stimolare i consumi e per combattere i (tanti) furbetti del fisco? Lo chiediamo ad un concittadino esperto di politiche economiche, che già in passato aveva fugato i nostri dubbi su queste materie, con competenza: il commercialista Stefano Manzini.

certi ed incostanti negli altri paesi): se sicuramente esiste una relazione tra evasione ed uso del contante, tuttavia sarebbe semplicistico ridurre il fenomeno evasione solo a questo. Vi sono anche altri fattori che la determinano e che possiamo riassumere nel concetto di “educazione fiscale”, come l’etica, il senso civico e la solidarietà. Ad esempio, Paesi che hanno un elevato uso del contante, come l’Austria e la Germania, hanno un tasso di evasione molto inferiore al nostro. Tuttavia non si può escludere che la limitazione all’uso del contante (2000 euro dal 1/7/2020 e 1000 euro dal 1/1/2022) e l’incremento dell’uso delle carte di credito e di debito (Bancomat) possano contrastare, almeno in parte, l’evasione. Secondo un rapporto della Ambrosetti House del 2019, in Italia, una crescita dei pagamenti diversi dal contante potrebbe generare un recupero di Iva e imposte dirette stimabile tra i 6 ed i 28 miliardi. Tuttavia tali risultati, come dimostrano le esperienze estere, sono incerti: lo stesso Governo, che ha previsto per il cashback un’uscita di circa 4,7 miliardi di euro in due anni, non ha previsto, prudenzialmente, maggiori entrate. Infine, il rischio è che l’uso delle carte si concentri in settori già a basso tasso di evasione (supermercati, grande distribuzione) lasciando invece inalterato il rappor-

La ragione principale dietro l’adozione del Cashback è il contrasto all’evasione fiscale, un problema storico del nostro Paese: la ritieni efficace sotto questo aspetto? «Il cashback non è una novità assoluta; è già stato sperimentato in altri paesi ad alta evasione: Portogallo, Brasile, Cina, Uruguay e Colombia. Non in tutti i casi ha dato buoni risultati (i migliori in Portogallo soprattutto sul recupero IVA, in-

febbraio 2021


to con il piccolo dettaglio nei settori a maggiore evasione, dove uno “sconto immediato” sull’Iva al 22% può risultare più appetibile anche per il compratore». Alcuni esercenti criticano l’aumento dei costi bancari per le transazioni elettroniche: la ritieni una contestazione legittima? «I costi delle transazioni bancarie in Italia sono ormai un annoso problema; tuttavia negli ultimi tempi qualcosa di positivo è stato fatto, ad iniziare dal credito di imposte del 30% sui costi delle commissioni pagate dai commercianti, a carico dello stato (anche se il meccanismo non è proprio immediato). Inoltre anche i principali operatori del settore si sono mossi in tal senso (riporto i dati da un recente articolo del “Sole 24 Ore”): Deutsche Bank e Banca Intesa hanno ridotto le commissioni, Unicredit le ha azzerate per i pagamenti fino a 10 euro, il circuito Pagobancomat ha annullato le commissioni fino a 5 euro, con termine il 31/12/2023. Infine, è chiaro che se aumentano le transazioni i costi fissi del sistema potranno essere meglio assorbiti, con un conseguente abbassamento delle commissioni». É davvero una misura che favorisce i giovani e va a discapito dei più anziani? «Sicuramente la necessità di una app e dello SPID per identificarsi pone un problema tecnologico a persone non nate digitali, che quindi sono sicuramente sfavorite. Tuttavia, la spinta verso l’identità digitale (SPID) è ormai una scelta irreversibile cui tutti, volenti o nolenti dovremo adattarci e credo che nel medio termine tale sistema dovrebbe portare dei van-

febbraio 2021

taggi al rapporto tra il cittadino e la burocrazia pubblica. Purtroppo la registrazione sulla app IO di PagoPa e il rimborso posticipato sul conto corrente bancario sono inutilmente macchinosi, tant’è vero che alcuni gestori di strumenti di pagamento elettronici hanno già messo a disposizione sistemi più agili, che ovviamente richiedono la sottoscrizione dei rispettivi prodotti FinTech. Forse sarebbe stato più semplice prevedere uno sconto contestuale al pagamento, lasciando ai gestori delle carte l’onere di regolare i conti coi propri clienti». Ritieni un incentivo congruo il ritorno del 10% sulle transazioni? «Il ritorno del 10% è già molto oneroso per le casse dello stato (4,7 miliardi in due anni) e quindi costituisce un grosso sforzo per le nostre finanze pubbliche. Il problema principale è che questo “10% di ritorno” è sicuramente “regressivo”, cioè avvantaggia di più i ceti medio alti ed alti che quelli bassi. Anche se il limite di spesa è relativamente basso (3.000 euro all’anno con almeno 1500 a semestre per un ritorno massimo di 300 euro all’anno), vi sono sicuramente fasce di popolazione che potrebbero non riuscire a goderne: al contrario, per coloro che già hanno un alto tenore di consumi non sarà neppure necessario aumentare le proprie transazioni per godere dello sconto e, da studi pubblicati da Banca d’Italia, pare proprio che già oggi il maggior uso delle carte sia proprio collocato al nord ed in ceti sociali di reddito medio alto. Questo fattore “regressivo” potrebbe vanificare, almeno in parte, la speranza di chi vede in questa misura anche uno stimolo ad in-

centivare i consumi locali. Condivido invece la scelta di non estendere il Cashback agli acquisti su internet per favorire i consumi locali (COVID ed assembramenti permettendo)». Si è molto discusso dell’utilità dell’intervento: credi che sarebbe stato prioritario allocare risorse altrove o ritieni che fosse impellente agire su questo fronte? «Ho dei dubbi sull’impellenza di questa spesa e sulla sua efficacia, anche se mi auguro ovviamente risultati come quelli del Portogallo o superiori. Tuttavia credo che vada lanciato chiaramente il segnale che questo strumento non sostituisce in alcun modo i controlli dell’Amministrazione finanziaria (oggi quasi sospesi causa COVID), ed anzi andrebbe incrementata la percezione da parte del contribuente della loro efficacia e della probabilità di essere “beccati”. Sicuramente l’intento di fondo del MEF è lodevole, ma spingere oltre misura questo strumento fino alla quasi totale abolizione del contante (cosa che pare stia facendo solo la Cina) è pericoloso anche in termini di privacy e di libertà individuale. Occorre infine ricordare anche che la gestione del contante non è competenza dei governi nazionali ma della BCE, ai sensi degli art. 127 e 282, del TFUE».

primo piano

23


volontariato

Lorenzo Sicomori

SALVARE L'AMBIENTE: GRETA NON È SOLA

LE GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE, QUI E ORA GGEV, costituite da volontari motivati da un forte senso civico, amanti della natura e dell'ambiente ma soprattutto informati e preparati». Come si diventa GGEV? «La Regione ha preteso serietà e responsabilità. È necessario dimostrare buona condotta, frequentare un corso di formazione sulla materia ambientale e sulla relativa legislazione e sostenere un esame finale piuttosto impegnativo davanti a una Commissione Regionale. Poi c'è il giuramento davanti al Prefetto che con un decreto ti nomina GGEV. Sei un pubblico ufficiale con una unica dotazione: il cartellino di riconoscimento. Le armi sono vietate. Se poi non svolgi attività per due anni o salti i corsi di aggiornamento vieni sospeso».

Da sinistra: Gianna Cattini, Davide Magnani e Maria Luisa Borettini

Erano in tre. Avanzavano verso di me con passo sicuro, in divisa verde scuro. Ero appena salito sull’argine della Fiuma, solo, nel mare verde delle valli di Novellara. Scesi dalla mountain bike con un po’ di apprensione. Poi vidi il gufetto ferito che uno di loro teneva in mano. E capii la loro missione salvifica. Intuendo la mia esitazione iniziale, gentilissimi, mi dissero che erano Guardie Giurate Ecologiche Volontarie e facevano vigilanza sugli argini dei canali della bassa. Tempo dopo quel primo incontro eccomi qui, con altri tre di loro, per parlare delle GGEV, l’organizzazione di volontariato cui appartengono, che opera a tutela dell’ambiente e della natura. Con Maria Luisa Borettini, di Fabbrico, già insegnante di Liceo, presidente delle GGEV reggiane dal 1997 e tra i fondatori dell’associazione a Modena e a Reggio, sono con me due noti correggesi doc: Gianna Cattini,

24

primo piano

una vita di lavoro in Comune, volontaria al CEIS da tanti anni e al GEV dal 2014 e Davide Magnani, commerciante, già consigliere comunale, volontario CRI, GEV dal 2012. Imitando quel gufo, ora adulto e sicuramente ristabilito, percorriamo a volo d’uccello la storia delle GGEV con la Presidente. «Siamo un prodotto dell’impegno civile tipico degli emiliani» dice Maria Luisa. «Le associazioni ambientaliste come Legambiente e Greenpeace hanno avuto un ruolo importante nel diffondere la consapevolezza che il rispetto dell'ambiente è fondamentale per il futuro dell'uomo. Per non restare solo alla denuncia del problema, la Regione Emilia Romagna con la legge 23/89 diede un assetto giuridico e organizzativo a movimenti di volontari che fino ad allora avevano operato in modo spontaneo e discontinuo. Nacquero così le

I tre mi spiegano poi le regole di condotta: non si esce mai soli, ma almeno in due; per ogni uscita deve essere redatto un verbale descrittivo; utilizzo rigoroso dei mezzi in dotazione e obbligo della divisa di ordinanza, di colore verde bosco. Nella provincia di Reggio le GGEV sono circa 146, di cui 8 a Correggio. Giuridicamente l'Associazione è una O.D.V. (Organizzazione di Volontariato) ed opera in convenzione con decine di Enti Pubblici, come ARPAE, la Provincia, la Bonifica, L'Ente Parchi, l'Università di Modena e Reggio, e 24 Comuni, tra cui Correggio; collabora inoltre con altre associazioni come LIPU, SPI, AUSER, AUSL e altre. Presidente, quali sono le principali attività delle GGEV? «Partirei dall'educazione ambientale. Siamo attivi in un centinaio di classi elementari, alcune scuole medie e materne di tutta la provincia e realizziamo progetti per far conoscere animali, piante, parchi, la tipologia dei rifiuti, le energie alternative. Rilevante è diventata l'attività di Vigilanza su Caccia

febbraio 2021


e Pesca. Da quando la Provincia ha ridotto drasticamente le sue guardie e le Guardie Forestali sono passate all'arma dei Carabinieri per i reati più gravi, ci siamo presi l'impegno di essere più presenti sul territorio. E i cittadini e gli Enti pubblici ci chiamano e contano su di noi. Contro bracconieri e pescatori di frodo abbiamo purtroppo mezzi limitati. I pescatori locali sono corretti, collaborativi, ci aiutano a segnalare situazioni di inquinamento. Non è così per alcuni gruppi di pescatori stranieri, spesso dell'est Europa, senza scrupoli nel saccheggiare ambienti lacustri protetti per impossessarsi di pesce di qualsiasi specie, come avvenuto qui a Correggio nell'oasi di via Imbreto.

Secchia a Rubiera, l’oasi di Budrio a Correggio, le casse di espansione del Tresinaro a Rio Saliceto, le Valli a Novellara e Reggiolo. Infine siamo anche noi nella Colonna Mobile della Protezione Civile e monitoriamo il rischio idrogeologico, gli argini di fiumi e canali, gli incendi boschivi e gli inquinamenti». A voi, Gianna e Davide, GGEV correggesi: nel nostro Comune, quali le attività più frequenti? Quali le maggiori infrazioni che rilevate? «Con il Comune abbiamo una convenzione, appena rinnovata, che prevede, oltre alla citata gestione dell'oasi di Budrio, il controllo sull'abbandono rifiuti, il regolamento del verde per l'ab-

L'EDUCAZIONE AMBIENTALE NELLE SCUOLE

È UN NOSTRO IMPEGNO PRIORITARIO Lo stesso per la caccia: tra cacciatori locali e altri in mobilità da altre regioni vicine, come Toscana o Lombardia, che sembrano arrivare con lo scopo di predare tutto il possibile. Alcuni gruppi in particolare non rispettano le oasi di protezione, rovinano colture e sparano in prossimità degli allevamenti e delle case, mettendo a rischio l'incolumità delle persone. Poi facciamo vigilanza sulla raccolta di funghi e tartufi, sull’abbandono dei rifiuti e sulle corrette modalità della raccolta differenziata, sul rispetto del verde e della flora protetta, sulla protezione degli animali e sul rispetto dei parchi. Per restare nella bassa, collaboriamo nel gestire aree protette come il Parco

battimento e il reimpianto degli alberi, il controllo dei cani al guinzaglio. Verifichiamo il corretto utilizzo delle compostiere, che a Correggio sono circa 350; poiché riducono (del 30%) i rifiuti alla fonte consentono di ottenere uno sconto sulla TARI. Controlliamo le piante monumentali (la quercia di via del Medico a Correggio è protetta da una legge nazionale ed è una delle sette piante censite in provincia) e la stabilità degli argini. Molta attenzione la dedichiamo alla prevenzione della "processionaria", una farfalla che nidifica sui pini: quando si trasforma in bruco disperde delle setole nell'aria che possono provocare delle polmoniti. Le infrazioni più frequenti sono l'abbanAUTOFFICINA

AUTORIPARAZIONI

ASCARI-ALI snc autorip.ascari@libero.it

SERVIZIO GOMME

dono e la mancata differenziazione dei rifiuti, i tagli di alberi senza permesso e i cani liberi. Ma, possiamo dirlo, nel corso degli anni c'è stato un notevole miglioramento nei comportamenti dei cittadini». Due ultime considerazioni, Maria Luisa: l’identikit del volontario GGEV e i progetti futuri. «I volontari sono generalmente pensionati, amanti della natura, della vita all'aria aperta, con del tempo a disposizione. I giovani, per motivi di lavoro e famiglia, ci sono ma possono essere meno presenti. I nuovi volontari sono sempre ben accetti: chi vuole informarsi o fare una prima esperienza può visitare il nostro sito www.ggev.re.it e contattarci. Il raggruppamento GGEV di Reggio Emilia è secondo in Regione, dopo Bologna, come qualità dell'attività svolta e come numero di soci attivi. In questi giorni di gennaio stiamo collaborando con LIPU ed ASOER al censimento, dell'avifauna che sverna nei nostri laghetti, oasi, canali, giochi di caccia, golene del Po. Viene fatto, Regole COVID permettendo, in tutta Europa in contemporanea, da più di 20 anni. A Correggio si dedica almeno una giornata ai laghetti di Fosdondo, alla ex Drago, in via Imbreto e in via Farmacista a Mandrio». Quella natura selvaggia che sogno e cerco con la bike, a Correggio, diciamolo, non esiste più. Esistono però selvaggi comportamenti che possono compromettere il nostro territorio, quella casa comune che ci è affidata come amministratori responsabili. Le GGEV sono i nostri tecnici operativi che cercano di averne cura. Grazie a voi, amici.

VENDITA e ASSISTENZA ELETTRAUTO GOMMISTA SOCCORSO STRADALE VIA ANTONIO GRAMSCI, N.2 42015 CORREGGIO (RE) TEL. 0522 693722 - 0522 692552 INFO@CANTUGARAGE.COM

WWW.CANTUGARAGE.COM

febbraio 2021

primo piano

25


musica

Francesca Manzini

DAGLI APPLAUSI SUL PALCO AI LIKE SU YOUTUBE SILVIA E LA BELLA BAND DEI DEJABLUES

Negli ultimi tre anni è nata una band particolare, sofisticata direi, che ha ottenuto un riscontro molto positivo sul proprio canale YouTube arrivando addirittura nel Natale 2019, con un riarrangiamento di “Santa Claus is coming to town”, ad ottenere oltre 7.000 visualizzazioni. Loro sono i Dejablues: Francesco Mantovani alle tastiere, Massimo Colla e Luca Porfido alle chitarre, Nicola Ibattici al basso, Paolo De Caroli alla batteria e Silvia Bartolotta alla voce. Band di musicisti al maschile ma capitanati da una voce calda come il velluto e suadente come quella di una sirena, la

26

primo piano

voce della giovane correggese Silvia Bartolotta. Proprio lei risponde alle domande della mia intervista. Quando sono nati i Dejablues? «Il progetto nasce nel 2015 da un gruppo di ragazzi della provincia di Reggio Emilia che intendevano suonare blues, genere non così diffuso in Italia. Oggi è mutato il progetto e c’è stata un’apertura verso il soul, il rhythm and blues con contaminazioni dal new soul e anche dal funk. Il nome lo abbiamo tuttavia conservato, perché intendiamo sottolineare comunque la nostra appartenenza e derivazione dal genere blues.

Tutto parte da lì dal punto di vista musicale». Come sei approdata nella band? «Ho conosciuto il tastierista, Francesco Montanari, mentre suonavo e cantavo in un duo. Insieme a lui abbiamo fondato un gruppo e successivamente, quando i Dejablues hanno cambiato formazione, hanno invitato me come cantante». É evidente a tutti la tua bravura, quali studi hai seguito? «Principalmente nasco autodidatta, ma ho studiato musica (violino e pianoforte), poi ho fatto due anni di canto a

febbraio 2021


Correggio tra la scuola Erato e il Cepam con Alessandra Ferrari e Rossella Tranchida, poi un anno di pianoforte complementare al canto con Paolo De Matteis ed ho continuato prendendo lezioni private. Tra le esperienze di studio che ho fatto, più belle in assoluto, ne ricordo due dello stesso anno: il laboratorio di Correggio Jazz con Cristina Renzetti e il corso alla Fonoprint di Bologna, che è lo studio di registrazione di Lucio Dalla (per entrare alla quale ho fatto un provino che ho vinto) dove ho avuto come insegnante Laura Valente, moglie di Mango, ex voce dei Matia Bazar». Come mai una giovane ragazza come te si appassiona a questo tipo di musica? «La famiglia è stata fondamentale: in casa abbiamo sempre ascoltato tantissimo jazz e blues oltre al cantautorato italiano. La prima impronta è venuta da lì. É un tipo di musica che come si dice oggi ti fa provare delle “vibes”. Mi sento avvolta da queste tipologie di suoni: soul, rhythm and blues, fino ad arrivare al new soul. Mi piacciono le voci black, molto calde». Cosa stai studiando in questo periodo? «Jamie Cullum, artista inglese contemporaneo perché mi piace tantissimo la capacità di arrangiamento che ha dei pezzi. Lavora come noi Deja: scrive pezzi suoi ma riarrangia anche cover per poi cantarle». Quale vostro concerto ti è rimasto maggiormente nel cuore? «Sicuramente il Porretta Soul Festival. Siamo stati chiamati per esibirci in questo festival internazionale pazzesco dove si è totalmente immersi

in una varietà di culture straordinarie. Abbiamo eseguito qualche pezzo ed io tremavo!». In un anno terribile come quello appena trascorso, come avete vissuto l’assenza del pubblico? «Partiamo dal presupposto che esibirsi dal vivo è essenziale, ma questa chiusura forzata ci ha consentito di sperimentare qualcosa di nuovo. Abbiamo cominciato a fare dei video autoprodotti (dalle riprese al mixaggio), che poi abbiamo pubblicato e abbiamo riscontrato un forte gradimento di pubblico». Progetti futuri? «Un disco di inediti in italiano. Ci saranno anche pezzi in inglese perché il genere in realtà lo richiede». Preferisci cantare in italiano o in inglese? «Bella domanda! Tempo fa ti avrei detto in inglese, perché cantare in italiano ti

espone completamente. Ci possono essere parole o frasi nel testo che, se non sei nel mood giusto, poi quando canti si sente. In inglese no, mi sento più a mio agio. Però forse mi emoziona di più l’italiano». Meglio scrivere canzoni o cantare? «Cantare ciò che si scrive». Parlando con Silvia, ragazza dalle basi molto solide, sorriso smagliante e grande tenacia, ho avvertito la sua, e cito testualmente, “urgenza espressiva” di chi intende non fare musica ma vivere di musica. E badate bene: ciò che intendo non è il mero guadagno ma far sì che la propria vita, il proprio percorso artistico e personale sia permeato da quelle calde note che raccontano e diventano storie. Lunghe o brevi, faticose o felici, comuni o straordinarie ma comunque mai, mai banali. Come il jazz, come il soul, come Silvia e come i Dejablues.

COMPUTER ASSISTANCE di William Bertani

PRODUZIONE E ASSISTENZA COMPUTER CONSULENZA - SICUREZZA - PRIVATI E AZIENDE

3 3 9 4 3 0 0 6 6 6 anche su compu.assistance@gmail.com Via Gazzata, 2 - 42018 San Martino in Rio (RE) compuassist -

febbraio 2021

compuassist_wb

primo piano

27


città

Luciana Radeghieri

MIGLIORA IL LOOK DI UNO STORICO EDIFICIO

VITE DI IERI, VITA DI OGGI, IN CORSO MAZZINI N. 15

L’orologio che svetta, i palazzi e palazzotti che vi si affacciano, i tanti colori dei caseggiati, i portici multiformi che lo avvolgono, il ciottolato con le corsie ciclabili: riuscite a immaginare Correggio senza Corso Mazzini? Francamente impensabile. Ma la cosa da dire è che, in questi ultimi anni, in particolare dopo il terremoto del 1996, si è assistito ad un restauro di molti edifici; il corso principale della nostra città è diventato sempre più bello. Da qualche settimana è balzato agli occhi il nuovo luminoso e gradevole aspetto esteriore del fabbricato che fa angolo tra Corso Mazzini, portone d’ingresso al civico 15, e piazza Garibaldi, a ridosso della Chiesa di San Sebastiano. L’edificio è parte di un ampio aggrega-

28

primo piano

to edilizio storico databile per la parte originaria al ‘500, quando a Correggio c’erano i Principi. Il suo aspetto attuale è il risultato di diverse ristrutturazioni che si sono succedute nel tempo. Una trave messa a nudo in uno di questi interventi portava una iscrizione risalente a quel secolo. Se vogliamo definirne una proprietà storica unitaria dobbiamo risalire, nei primi anni dell’ottocento, ai Rossi – Foglia, una nobile famiglia correggese. Risalendo nel tempo, ai diversi terremoti Correggio ha corrisposto una ristrutturazione; il più pesante è stato quello del 1996, a seguito del quale nel “nostro” fabbricato è stato rifatto il tetto e si sono eseguiti importanti interventi di consolidamento. Il nuovo “look” visibile oggi è frutto di un restauro iniziato ne-

gli ultimi mesi del 2020: interventi strutturali per la messa in sicurezza più che un rifacimento architettonico vero e proprio, che proseguirà per la parte interna anche nel corso del 2021. Gli ingegneri Corrado Prandi e Stefano Bagnoli hanno progettato e

febbraio 2021


diretto i lavori. Il Palazzo si presenta con la facciata a sud, posta sulla pubblica via, con un portico di uso pubblico, un pianterreno che accoglie esercizi commerciali e due piani adibiti a residenze e ad uffici, oltre ad un sottotetto. Avvalendomi un po’ di memorie personali e, soprattutto, di una preziosa chiacchierata con Giuseppe Catellani, titolare dell’omonima tabaccheria ora gestita dai suoi figli e ubicata sotto il portico del fabbricato, ho cercato di raccontare un po’ della storia che è passata dentro queste mura, facendo emergere tanti ricordi e momenti di vita correggese. Questo lato del portico è stato sempre occupato da esercizi commerciali. Merita un ricordo profumato il negozio di generi alimentari dei signori Barbieri, dove al banco stava la signora Romana. Lei e il marito vendevano ottimi salumi. Davanti stazionavano due bassi barili rotondi di legno contenevano le “saracche”, (le aringhe affumicate) classicamente disposte a raggiera, ben note per lo più ai nostri nonni o genitori, famose per essere un piatto poverissimo. Sulle saracche fiorivano i detti popolari: i ricchi le mangiavano da sole, i poveri le toccavano appena con la polenta, i poverissimi… si accontentavano del contatto con la loro ombra. La famiglia Catellani, proprietaria della attuale tabaccheria fin dal 1973, in coincidenza della chiusura del negozio di generi alimentari ampliò la propria attività, adibendo quel locale a esposizione di distillati e sigari di pregio, che godono un’ottima reputazione. Ma il profumo del tabacco abita lì da un pezzo. L’origine della rivendita di sali e tabacchi, valori bollati, carte da

gioco, chinino e prodotti di monopolio risale infatti al 1866. Nel corso degli anni subentrò la famiglia Scaltriti e quel negozio divenne così per i correggesi, amanti degli “scutmai”, la storica “tabacheria ed Fuieta”. In occasione della prima ristrutturazione del suo locale, mi racconta Catellani, gli scavi e i lavori di edilizia rivelarono altre curiosità. Furono rinvenuti dei sotterranei, con volte molto belle e con un doppio pavimento a scorrimento, che, all’occorrenza, serviva per scaricare liquami di suini, un tempo probabilmente lì rinchiusi. Poi nelle colonne del porticato, grossi anelli di metallo, per legarvi i cavalli di chi veniva dalla campagna per dirigersi al vicino “Bar Commercio”, la borsa merci della Correggio dell’epoca. In tempo di guerra, qui dal portone d’ingresso al civico 15 di Corso Mazzini, fece irruzione la Brigata Nera per arrestare Destino Giovanetti, reo di aver partecipato all’assalto alla Casa del Fascio. Abitava in uno di questi appartamenti e venne catturato mentre era intento ad aggiustare la sua macchina da cucire. Venne poi fucilato al poligono di Reggio il 30 gennaio 1944, con altri resistenti, tra cui Don Pasquino Borghi. Per riprendere il cammino nel portico, dopo la tabaccheria ed il portone d’ingresso, si trova un altro importante negozio storico, l’oreficeria Iori, gestita oggi dalla seconda generazione di famiglia. A seguire, prospiciente la piazza Garibaldi, ci sono altri due locali. Nel primo, dove si fanno consulenze finanziarie, un tempo c’era la macelleria Panini; nel secondo che ospitava una mostra di mobili in stile dei falegnami Menozzi, c’è un negozio

di abbigliamento. Al primo piano del palazzo alberga ormai da parecchi decenni lo Studio Legale Orlandi, gestito anche questo dalla seconda generazione di famiglia, che si avvia ad essere affiancata dalla terza. Come non ricordare poi che negli anni ottanta, negli appartamenti del secondo piano si insediarono due circoli o club, che dir si voglia. La loro mission era: buona compagnia, gioco e voglia di godersi un po’ di tempo libero. “Biafra” era il nome che si diede il primo: simpatiche persone della media borghesia, amiconi attorno alla cinquantina, appassionati di cucina, che si dilettavano nella preparazione di cene prelibate, seguite immancabilmente da sfide alle carte da gioco, barzellette e un po’, presumo, di gossip cittadino. Il secondo, meno conosciuto, era quello denominato “Waikiki”, formato da un gruppo di ragazze e ragazzi sempre correggesi, di età molto giovane, cui anch’io stessa ebbi l’onore e il piacere di far parte. Eravamo identificati dai coinquilini più maturi del Biafra come i “zoven” (i giovani): si era per lo più studenti universitari che, dopo aver frequentato le panchine dei giardini nei mesi estivi, beh, nel freddo inverno… era meglio salire quassù. Idea analoga a quella dei più anziani, magari con argomenti un tantino diversi. Ogni buon condominio, si sa, ha tante storie da raccontare. Storie di vita, di tradizioni, di curiosità. Qui ne ho trovato una buona provvista, no? Allora, alla prossima occasione!

CONSULENZA AUTOMOBILISTICA Gentile cliente, la Regione Emilia Romagna, con deliberazione n. 1820 del 7/12/2020 allegata alla presente, ha previsto la possibilità di pagare entro il 31 marzo 2021, senza sanzioni e interessi, la tassa auto che scade a dicembre 2020 e a gennaio 2021 e il cui termine di pagamento è fissato dall’art 1 del DM 462/1998, rispettivamente, al 31 gennaio 2021 e al 28 febbraio 2021. v.le Vittorio Veneto, 4 - Correggio (RE) Tel. 0522 691869 - fax 0522 694476 info@studiosimonetta.it www.studiosimonetta.it

febbraio 2021

primo piano

29


storia locale

Nazzaro Benati

QUEI CURIOSI SOPRANNOMI POPOLARI ALIAS, OVVERO SCUTMAI: ECCO L’ORIGINE

Morte di Cipriano Cottafavi- 06-02-1750 - San Faustino Cipriano Cottafava munito di tutti i S. S. Sacramenti di S. M. Chiesa morì li 5 del suddetto 1750 […]

Come affermato nell’articolo di Primo Piano del novembre 2020, che riportava la prima parte della mia ricerca storica, con il termine ALIAS ovvero SCUTMAI si definisce il soprannome assegnato a un ramo di una famiglia, in territori limitati, quali Ville o Parrocchie, dove esisteva una particolare concentrazione di residenti con lo stesso cognome. Esso resta nel tempo e si tramanda quale contrassegno di identità per meglio distinguere le varie discendenze. Su un totale di circa seicento soprannomi documentati, queste sono le principali origini dell’assegnazione del soprannome e dei loro significati, suddivise in otto categorie: 1 - rapporti familiari 2 - tradizione popolare 3 - matrimoni 4 - patronimici 5 - toponimi 6 - aspetto fisico 7 - aspetto del carattere 8 - professioni o mestieri. Riporto qui di seguito alcuni esempi. MATRIMONI: comprende tutti i casi derivanti da matrimoni intercorsi fra le due famiglie. Bellelli - altrimenti detti Cantoni (Cantoun) - Derivato dall’atto di matrimonio di Bellelli con Maria Cantoni -1694 - S. Martino P. Montanari - Chierichini (Cerghin) dall’atto di matrimonio con Donnina Chierici - 1732 - Sesso

30

primo piano

Adì diciassette Febbraio Millesettecentotrentadue Paulo figlio di Gioseffo Montanari ha contratto matrimonio con Donina di Domenico Chierici avendo prima fatto le solite denunzie […] Pignagnoli - Scappi (Scap) - dall’atto di matrimonio con Giacoma Scappi -1644 - Campagnola. Rossi - Marconi (Marcoun) - dall’atto di matrimonio con Rosa Marconi - 1746 Mandrio Saccani - Paini (Pain) - dall’atto di matrimonio con Teresa Paglia - 1821 - S. Michele della Fossa Sassi - Maramotti (Maramot) - dall’atto di matrimonio con Caterina Maramotti - 1771- Mancasale Vecchi - Germani (German) - dall’atto di matrimonio con Elisabetta Germani - 1695 - Prato Vezzali - (Sturcet) - dall’atto di matrimonio con Giovanna Storchi - 1755 - S. Martino P. Vezzani - (Ber) - dall’atto di Matrimonio con Teresa Berni -1777 - Cognento PATRONIMICI: comprende tutti i casi derivanti dal nome di un antenato. Bigliardi altrimenti detti Marchiò - Rilevato dall’atto di morte di Bigliardi Melchiorre - 1735 - S. Tommaso della Fossa. Corghi - Donnini (Dunein) - dall’atto di battesimo di Corghi Giovanni figlio di Corghi Donnino - 1813 - S. Martino P. Cottafavi - Cipriani (Siprian) - dall’atto di morte di Cottafavi Cipriano - 1750 San Faustino

Giuliani - Petroni - dall’atto di matrimonio di Giuliani Petronio - 1781 - S. Biagio Gobbi - Leonardi (Lunerd) - dall’atto di matrimonio di Gobbi Leonardo - 1781 - Fazzano Massari - Giuliani - dall’atto di matrimonio di Massari Giuliano - 1761 Campagnola. Nasciuti - Duca (Dòca) - dall’atto di matrimonio Nasciuti Domenico con Zuelli Domenica -1689 - Campagnola “Domenico detto il Duca”. Radeghieri - Bighi (Big) - dall’atto di matrimonio di Elisabetta figlia di Radeghieri Bigo - 1570 - Migliarina. Rio - Lavini - dall’atto di matrimonio di Rio Lavinio -1673 - S. Martino P. Rossi - Biagini (Biasein) - dall’atto di matrimonio di Rossi Biagio - 1693 Campagnola. Storchi - Pasquini - dall’atto di matrimonio di Storchi Pasquino - 1739 - Cognento. TOPONIMI: comprende tutti i casi derivanti da un nome di località o residenza. Dall’atto dove appare il soprannome, se ne deduce facilmente l’origine. Accorsi altrimenti detti Ronchi - rilevato dall’atto di matrimonio - 1673 - Cognento. Casarini - Quartiroli (Quartirol) - dall’atto di matrimonio - 1811 - S. Martino P. Ferretti - Casoni (Casoun) - dall’atto di morte - 1730 - S. Martino P. Lini - Pantani (Pantanein) - dall’atto di matrimonio - 1808 - Lemizzone Manicardi - Bugini (Bugin) (bugina macero) - dall’ atto di morte - 1826 - San Biagio Righi - Savani (Savan) - anticamente dipendenti nel possedimento della fa-

febbraio 2021


miglia Savani nel carpigiano -dall’atto di matrimonio - 1760 - S. Martino P. ASPETTO FISICO: comprende tutti i casi derivanti da caratteristiche fisiche. Amaini - altrimenti detti Barbetti (Barbèta) - Rilevato dall’atto di matrimonio 1761 - Mandriolo. Lugli - Biani (Bianchi) (Bian) - dall’atto di matrimonio - 1660 - S. Martino P. Sacchetti - Brunetti (Brunet) - dall’atto di morte - 1653 - S. Martino P. ASPETTO DEL CARATTERE: comprende tutti i casi derivanti da tratti caratteriali. Bedocchi - altrimenti detti Volpi (Volpa). Rilevato dallo Stato della Popolazione del 1850 - Marmirolo. Bigi - Bruschi (Bròsch) - dall’atto di matrimonio - 1694 - Mandrio. Ferretti - Gramigna - dall’atto di morte - 1740 - S. Martino P. Losi - Villani - dall’atto di matrimonio 1747 - Mandrio. Lusetti - Bagordi (Bagord) - dall’atto di matrimonio - 1823 - S. Tommaso della Fossa.

PROFESSIONI O MESTIERI: comprende tutti i casi derivanti da attività professionali. Bellelli - altrimenti detti Trivellini (Tervlein) - da Stato di Popolazione -1790 - S. Martino P. Folloni - Buratti (Burat) (macchina per setacciare) - dall’atto di morte - 1694 - S. Martino Piccolo. Giovanetti - Mondatori (Mundador) dall’atto di matrimonio - 1809 - Fosdondo. Losi - Raschini (Raschin) (Attrezzo per raschiare le botti) - dall’atto matrimonio - 1850 - Fosdondo. Setti - Sforcina - dall’atto di matrimonio - 1667 - Fabbrico. In conclusione, riporto poi alcuni esempi di soprannomi la cui origine non è chiaramente ravvisabile e che ho ricompreso in una nona categoria: TRADIZIONE POPOLARE. Alberti altrimenti detti Fumana - Rilevato dall’atto di matrimonio - 1792 - Fosdondo. Bartoli - Bighetti (Bighet) - dall’atto di morte - 1738 - S. Martino P. Bigi - Sora - dallo Stato di Popolazione 1759 - Gavassa. Cigarini - Contini (Cuntein) - dall’atto di matrimonio - 1708 - Rivalta.

Goldoni - Caiumi (Caiumein) - dall’atto di matrimonio - 1743 - Quartirolo. Gherpelli - Galloni (Galoun) - dallo Stato di Popolazione - 1654 - Marmirolo. Ligabue - Borioli (Buriol) - dall’atto di battesimo - 1648 - S. Tommaso della Fossa. Lugli - (Beghini) (Bghin) - da un atto notarile - 1800 - Mandrio Marchi - Pacini (Pacin) - dall’atto di morte - 1680 - San Martino P. Massari - Rota (Roda) - dall’atto di morte - 1617 - Canolo. Miari - Storari (Stuer) - dall’atto di morte - 1734 - Codemondo. Neri - Tulani (Tulan) - dall’atto di matrimonio - 1835 - Campagnola. Ognibene - Binini (Binein) - dall’atto di matrimonio - 1701 - Trignano. Radeghieri - Rabittini (Rabitein) - dallo Stato di Popolazione - 1746 - Rio Saliceto. Salsi - Gadani (Gadan) - dall’atto di morte - 1775 - Massenzatico. Tutte le citazioni menzionate, nonché le immagini, provengono dagli antichi registri parrocchiali, unica fonte anagrafica fino al 1852, quando inizia lo Stato Civile italiano.

MODENA

AutoGepy

PlanetAuto

FreedomCars

La Modecar

AutoGepy

Via Bocconi, 29/37 0522 332686

Via Emilia Est 1127 059 270629

Via Gramsci 35/G 0521 944230

Via E. Fermi, 24 059 688448

Via Regina Pacis, 62 0536 1881051

Reggio Emilia

febbraio 2021

Modena

Parma

WWW.AUTOGEPY.IT

Carpi (MO)

Sassuolo (MO)

primo piano

31


sport

Gian Paolo Rinaldi

RITROVANO SEMPRE LA STRADA DI CASA WILLIAM ZANASI E I SUOI COLOMBI VIAGGIATORI

I colombi (o piccioni) sono un elemento caratteristico, quasi folkloristico, delle nostre piazze e dei nostri cieli. L’ uomo li ha spesso allevati per la carne, lo sport e da tempi lontanissimi come viaggiatori porta messaggi per lo spiccato senso di orientamento, la fedeltà al proprio nido e la resistenza al volo. Possono essere trasportati anche molto distanti dalla loro colombaia, ma essi ritornano infallibilmente a casa. Ne parliamo con William Zanasi, correggese DOC di anni settantadue, presidente di gruppo della locale associazione “Dorando Pietri”: «La passione mi deriva dal papà; quando sono nato avevamo già i colombi. Ho anche un fratello con la stessa passione, ma ha novant’anni e ha smesso per raggiunti limiti di età. É un mondo meraviglioso, ma a volte se ne abusa. Questi colombi hanno il dono dalla natura dell’orientamento, come tanti animali che migrano per vivere e compiono tragitti di enormi. Noi facciamo le gare, che partono da distanze di cento chilometri per arrivare anche a mille. Arriviamo ad esempio fino a Lecce, ma c’è chi si spinge a lanciare diverse migliaia di colombi su delle zattere in mare. Non le dico quanti muoiono. In nazioni come l’India, il Pakistan, Cina e America. Voglio denunciare questo fatto, perché noi vogliamo un gran bene ai colombi, ma poi in pratica i limiti a volte saltano. Questo sport,

32

primo piano

fino al dopoguerra era “da poveri”, che nel fine settimana avevano questa passione. Non è più così: medicine, integratori e allenamenti oggi sono diventati una spesa rilevante. In effetti, a volte, è più impegnativo che tenere una mucca nella stalla. Il numero degli appassionati è certamente in calo, ma molti nordafricani, albanesi e rumeni venuti da noi si sono portati con sè i colombi. La nostra storia inizia forse in Belgio, ma l’Emilia, (in particolare Reggio, Modena e Bologna) è sempre stata la culla del fenomeno. Le faccio un esempio: l’anno scorso a Modena c’è stata la consueta asta di colombi per di beneficenza e il signor Zanni Gino, veterinario di Rubiera, è andato in giro per l’Europa per realizzarla; lo fa dal 1979!». Come si distinguono i colombi da gara dagli altri? «All’inizio sono tutti colombi, che si incrociano tra di loro, hanno diversi colori, hanno un loro portamento, ma poi se ne distinguono alcune proprietà. I nostri sono tenuti selezionati, vivono nella loro colombaia. Forse sarebbe troppo lungo tornare agli anni cinquanta e ai personaggi illustri che tenevano i colombi: i Vezzani della Cemental, i Nelli di viale Saltini, gli Ognibene, i Corradini». Scorgo in bella vista coppe, medaglie e trofei vinti coi suoi campioni.

«Nel 2019 è avvenuto un fatto eccezionale: abbiamo vinto un campionato mondiale in Cina e un campionato europeo in Portogallo, nella città di Mira. Ho iscritto, attraverso la federazione nazionale, i due nipoti ai due campionati ed abbiamo vinto: incredibile! Ci sono due categorie: giovani allevatori fino a venticinque anni e tutti gli altri, senza distinzione d’età. Due mesi fa, e questa è un’altra novità, è stato anche vinto un primo premio nazionale. In Italia esiste la cosiddetta “Colombaia Unica Nazionale”, un modo nuovo di unire gli appassionati del settore. Infatti sarebbe impossibile partecipare alle gare a gente distante come Sicilia e Piemonte. Alla colombaia unica si mandano i colombi novelli (cioè di meno di un anno d’età); tra l’altro è a Praticello, e a Reggio Emilia abbiamo anche la Federazione Nazionale. Alla gara si potevano iscrivere cinque novelli ed io ho iscritto due novelli per ognuno dei miei nipoti, Klaus Guerrieri e Alessio Donnarumma, con grande successo. Infatti un novello di Klaus ha vinto una gara: primo mondiale nei giovani e secondo generale; quello di Alessio ha vinto addirittura la finale, che aveva un montepremi di diecimila euro. I giovani colombi sono stati liberati a Marina di Lesina, cioè a 485 Km. di distanza. Dico sempre che ci vuole anche fortuna, ma tutti questi premi indicano, in una parola, “qualità”».

TERMOIDRAULICA F.G. IMPIANTI TERMO IDRAULICI di Bonini Lorenzo & C.

via L. Paterlini,10 - 42015 Correggio - RE tel. 0522 694381 info@termoidraulicafg.it www.termoidraulicafg.it

febbraio 2021


ricordi

Irmo Diacci

CI HA LASCIATO IAMES AMAINI

UOMO D'IMPRESA CON UN GRANDE AMORE PER CORREGGIO Non solo imprenditore nei campi dell’abbigliamento, dell’agricoltura e della produzione di energia elettrica, ma imprenditore anche nel campo della cultura è stato Iames Amaini. Profondamente appassionato della sua città, ha speso gran parte del suo tempo libero in ricerche storiche d’archivio che lo portassero a ricostruirne la storia antica e scoprirne sconosciuti personaggi. Ricordo quando, già quarant’anni fa, con furgone e fotocopiatrice si frequentavano gli archivi delle parrocchie e si scorrevano decine e decine di registri polverosi; poi il salto di qualità ci portò negli archivi di Stato di Reggio, Modena, Parma, Mantova e nelle biblioteche pubbliche delle città. Iames utilizzava ogni conoscenza acquisita anche nelle ristrutturazioni degli immobili locali acquistati, di cui amava recuperare le caratteristiche originali in base agli atti documentari, dal ripristino delle cascine rurali, al restauro dei palazzi del centro. Da ricordare il rifacimento, in piazza Garibaldi, del palazzo angolare che nel Seicento serviva per la coniazione delle monete, ancor oggi denominato “Zecca”, che regala uno scorcio significativo della piazza. Fu l’artefice dell’eccezionale rinvenimento della più antica pellicola della città,

che raccontava con le immagini l’inaugurazione del nostro ospedale nel 1915 (libro intitolato: “Solenne inaugurazione del nuovo Ospedale di Correggio”, 14 novembre 1915). In seguito alla scoperta di un documento nell’archivio di Modena, curò la storia

di un personaggio minore della pittura e della cartografia correggese, pubblicando il libro: “Marco Bianchi”. Promosse, assieme ad atri studiosi locali, la “Società degli studi storici” di Correggio e collaborò ad altre pubblicazioni ed eventi culturali.

Centro Presidi Ortopedici BUSTI PER SCOLIOSI CALZATURE SU MISURA PLANTARI SU MISURA PRODOTTI SANITARI

TUTORI ARTO INFERIORE E SUPERIORE AUSILI PER DEAMBULAZIONE CAROZZINE PER INFERMI

Via Repubblica 12/D - 42015 Correggio (RE) Tel. 0522 732060 franca@cpoparma.it

febbraio 2021

primo piano

33


gastronomia

Gian Paolo Rinaldi

TRA SFOGLIA ED IMPASTO IL GUSTO È SERVITO

LA PASTA FRESCA DI BELLESIA A RIO SALICETO Una volta c’erano poche feste degne dei cappelletti, una tradizione nostra, ma diventati nel tempo un classico della cucina italiana. Oggi infatti ci sono macchine per fare i cappelletti, i ravioli, i tortelloni e si consumano in casa come al ristorante, in brodo o alla panna, alla boscaiola o al ragù. Ne abbiamo parlato con Roberto Bellesia, correggese, titolare di un negozio di pasta fresca e gastronomia a Rio Saliceto. Ho visto il vostro negozio in via Marzabotto, vendete anche ai privati? «Sì, vendiamo lì, è il nostro punto vendita principale; siamo aperti anche in questi giorni, poiché è un negozio alimentare, senza limiti alle aperture, considerato bene primario». Siete pasta fresca e gastronomia, quindi vendete anche altri generi. «Sì, ci sono i primi, lasagne, tortelli verdi e di zucca, cannelloni, cappellacci, tagliatelle e poi erbazzone fritto, baccalà fritto, frittelle, cappelletti soprattutto». Qual’è l’incidenza dei cappelletti? «Sicuramente preponderante. Presi singolarmente sono la voce principale, an-

che se “non viviamo di soli cappelletti”. Molto apprezzati sono anche gli arrosti, il brasato, i polpettoni ed altro». Confezionate anche dolci? «No, unica eccezione sono i rosoni, le frappe del periodo di carnevale». Il signor Bellesia mi spiega come dall’impastatrice, che lavora solo farina doppio zero di grano tenero con uova ed una piccola percentuale di farina calibrata, la pasta passa sotto i rulli della laminatrice che confeziona la sfoglia. Molta attenzione viene poi dedicata ai ripieni, agli ingredienti, per rispettare quanto più possibile le tradizioni. Oggi naturalmente, per confezionare il maggior numero di piatti, si usano le macchine, pur se in negozio c’è ancora una sfoglina, che prepara a mano i cappelletti, quando richiesti, e i rosoni. Il prodotto viene poi essiccato? «No, non acceleriamo il processo di essicazione; lo facciamo asciugare in modo naturale, posto in vassoi, su ripiani e in cassette, pertanto i nostri sono sempre prodotti freschi; durano cinque giorni, anche perché la nostra è pasta all’uovo. Non produciamo prodotti in atmosfera modificata e non vendiamo prodotti surgelati». Correggio rappresenta per voi un buon mercato? Che fatturato avete? «Certo, molti nostri clienti vengono da

Correggio; serviamo anche alcuni ristoranti come il Pachitos e Il Filosso. Molti clienti vengono anche dalla Lombardia o appositamente da Milano. Il nostro fatturato si aggira attorno ai novecentomila euro. Rimaniamo però una piccola realtà, che l’anno scorso ha festeggiato i quarant’anni; a volte ci sentiamo forse all’antica, ma facciamo quello che piace a noi. Rispetto agli inizi, quando il lavoro veniva svolto interamente a mano, ci sono stati notevoli cambiamenti; si sono introdotti nel tempo vari macchinari (acquistati dalla ditta Dominioni di Como ed ora a Piacenza), per produrre i cappelletti, i tortelli e i cappellacci. I macchinari da noi utilizzati sono di dimensioni medio-piccole. Oltre al sottoscritto, in negozio c’è mio padre Carlo, che nel ‘79 ha aperto a Rio Pasta Fresca Bellesia, la mamma Rina Colla e quattro/cinque dipendenti. Anche il nonno e il bisnonno lavoravano in ambito alimentare in un ristorante nella bassa reggiana». Roberto, nato a Correggio il 25 Agosto 1981, dopo il liceo ha frequentato l’università a Bologna. Ha una sorella maggiore, Elisa, storico dell’arte con varie specializzazioni, che attualmente insegna. Sposato con Eleonora Scaltriti, hanno un bimbo di sei anni e una bimba di un anno e mezzo. Davvero una bella realtà. Primo Piano lo ringrazia, augurandogli ogni fortuna in questi tempi incerti.

COSTRUZIONE E RIPARAZIONE CILINDRI OLEODINAMICI

via Fossa Ronchi, 13/a 42015 Budrio di Correggio (RE) tel. 0522 697112 - fax 0522 697186 info@fpoleodinamica.it www.fpoleodinamica.it

34

p r iRoberto mo pia no Bellesia

febbraio 2021


NOTIZIE IN BREVE PENSIAMO POSITIVO: UN MESSAGGIO DA PRO LOCO CORREGGIO In questi giorni ci siamo incontrati con il nostro Sindaco Ilenia Malavasi e l’Assessore Monica Maioli per valutare come muoverci in questo 2021 a dispetto di questo infame virus. Mentre scriviamo queste righe stiamo preparando il calendario delle prossime iniziative: il primo evento che stiamo mettendo in cantiere sarà il 20-21 Marzo, la FIERA DI SAN GIUSEPPE – CORREGGIO IN FIORE. Una fiera allegra che mette la voglia di far rinascere il nostro bellissimo centro storico che si riempie di fiori, coi loro colori e profumi che ravvivano i nostri giardini. Riproporremo anche il Mercatino Ai Portici dell’Antico, la Piazza dei Sapori e il mercatino degli artisti dell’ingegno e, naturalmente, non potrà mancare lo stand del gnocco fritto. Allora, carissimi Amici, teniamo le dita incrociate, noi siamo pronti e siamo sicuri che sarete con noi a rivivere e calpestare i ciottoli del nostro centro storico. Il Consiglio di Pro Loco

RICORDO DI SILVANO BONORI

A un anno dalla scomparsa dell' 8 gennaio 2020 ti ricordiamo con immutato affetto. Nadia, Elena, Barbara, Vito e Marzia

febbraio 2021

primo piano

35


CORREGGIO IN BRICIOLE RASSEGNA DEGLI EVENTI CORREGGESI RACCONTATI DALLA STAMPA LOCALE 26 novembre 2020 • Il consigliere comunale della Lega Nord, Andrea Nanetti, annuncia di aver ricevuto una lettera minatoria nel giorno in cui il tribunale dibatte sull’aggressione da lui subita un anno e mezzo fa a Modena, durante l’ultima manifestazione leghista sui fatti di Bibbiano 27 novembre 2020 • Nella notte l’auto di una coppia di giovani correggesi viene sfiorata da un’altra auto proveniente dalla direzione opposta tanto da danneggiarle lo specchietto laterale, la donna fa un gesto di protesta, il conducente investitore scende e affronta i due avviando una colluttazione con il compagno; intervengono i vicini, l’aggressore risale in auto, va a riempire una tanica di benzina e, recatosi presso l’abitazione della coppia, dà fuoco alla loro auto; il tenace attaccabrighe è un trentaduenne correggese, immortalato dalle telecamere del distributore, successivamente riconosciuto e denunciato novembre 2020 • Sono gravi le condizioni di un ragazzo di 22 anni di Correggio, finito fuori strada con la sua auto, una Volkswagen Polo, che si è ribaltata in via Canolo poco dopo le h. 19; è ricoverato in terapia intensiva al Santa Maria 1 dicembre 2020 • Si è spento all’età di 85 anni l’avvocato civilista Rosario Di Pasquale, tra i più noti professionisti di Correggio, profondamente stimato dai colleghi e dai cittadini 6 dicembre 2020 • Agli anziani della casa protetta di Correggio viene regalato un albero di Natale addobbato con i disegni opera dei bambini della scuola dell’infanzia San Tommaso, per superare le barriere imposte dal Coronavirus e far sentire meno soli gli ospiti della struttura; l’iniziativa è dell’associazione “Donne in campo” del distretto di Correggio, promossa da Marina Rinaldini

11 dicembre 2020 • Il nuovo album “7” di Luciano Ligabue balza in testa alle vendite nazionali davanti a Claudio Baglioni e Sferaebbasta • Il 29enne pakistano residente a Correggio che è stato fermato nel giugno del 2019 al casello di Vipiteno con 10 passeggeri clandestini a bordo del suo furgone, viene condannato a tre anni e due mesi di reclusione; i clandestini hanno raccontato alle autorità di aver pagato al camionista 300 euro a testa per espatriare dicembre 2020 • La guardia di finanza ha denunciato un agente di money transfer pakistano operante a Correggio per aver continuamente violato gli obblighi antiriciclaggio di verifica e identificazione dei propri connazionali all’atto del trasferimento delle rimesse di denaro nel Paese d’origine, frazionando le cifre delle operazioni tra persone ignare, familiari, amici e/o conoscenti • La guardia di finanza di Correggio ha denunciato il legale rappresentante di una società commerciale all’ingrosso di Correggio che, nel periodo di massima emergenza del Covid, ha applicato su oltre 7 mila articoli di pulizia, per un valore di 31 mila euro, ricarichi con un realizzo di oltre 80 mila euro. Tra questi un gel igienizzante acquistato a 4 euro e che veniva rivenduto a 20 euro. Ora rischia l’arresto sino a 3 anni e una multa sino a 25 mila euro • Un sessantaduenne correggese pubblica un’inserzione sul web per vendere una vasca basculante in acciaio inox per vendemmia, ma anziché ricevere i soldi (con il metodo dell’accredito sul conto corrente tramite codice ATM) si è ritrovato il conto svuotato di 1.400 euro; i carabinieri di Correggio incastrano un trentunenne milanese e sua madre. 27 dicembre 2020 • Il Comune di Correggio stanzia 70 mila euro destinati a contributi per le attività locali colpite dall’emergenza

ONORANZE FUNEBRI CABASSI GIANCARLO CORREGGIO NUOVA SEDE:

v.le Vittorio Veneto, 9 (di fronte alla Croce Rossa)

tel. 0522 692039

36

primo piano

febbraio 2021


• Decimato dalla crisi delle vocazioni, l’ordine delle Mantellate Serve di Maria richiama al servizio di altre strutture le ultime due suore aggregate all’asilo Recordati (suor Elsa e suor Fedele); l’ordine (fondato nel 1800) era presente a Correggio fin da prima della seconda guerra mondiale presso l’ospedale e poi nell’educazione infantile • Cominciano le vaccinazioni di massa, a partire dal personale sanitario, prima presso lo Spallanzani e successivamente alle Fiere di Reggio Emilia 31 dicembre 2020 • Nel 2020 il Covid ha colpito in modo differenziato in provincia: dopo 5 comuni con aumenti di decessi oltre il 60% rispetto alla media degli anni precedenti, segue un gruppo di comuni comprendente Correggio (37 decessi imputabili al Covid) con incrementi superiori al 35%. L’incremento provinciale si ferma invece al 17,6%. • Con 23.366 positivi (su circa 530.000 abitanti) dall’inizio della pandemia la provincia di Reggio Emilia registra sostanzialmente la stessa circolazione del virus di Bologna e Modena, che presentano i dati peggiori in regione 7 gennaio 2021 • Iniziate le vaccinazioni presso la casa protetta di Correggio • L’approvazione da parte del commissario governativo dei progetti rivolti alle strutture sanitarie ha finalmente consentito alla Regione di dare l’avvio ai lavori per l’adeguamento alle norme anti-contagio del Pronto Soccorso del

febbraio 2021

San Sebastiano (per 1,250 milioni di euro); la riapertura è prevista per fine estate 9 gennaio 2021 • Nel carpigiano due nomadi si presentano ad anziani soli spacciandosi per operatori sanitari, facendo credere loro di dover entrare in casa per rimuovere “tracce di Covid” dall’impianto idraulico; i due (una sessantaduenne e un trentacinquenne, quest’ultimo originario di Correggio) in realtà, una volta riusciti a entrare, si appropriano di ciò che trovano; individuati ed arrestati 14 gennaio 2021 • Alunni e insegnanti del Liceo Corso partecipano ad un sitin davanti al municipio di Correggio per protestare contro il prolungarsi della didattica a distanza 18 gennaio 2021 • Giudicati con rito abbreviato o con patteggiamento 29 degli indagati per emissione di fatture false; tra i condannati anche Marco Carretti, originario di Canolo di Correggio • Continua la faida degli “Spiriti Allegri”: sono in consegna oltre trenta avvisi giudiziari a cittadini correggesi denunciati per i giudizi pubblicati su Facebook contro chi aveva promosso l’azione legale che nel 2019 ha portato alla chiusura della distesa esterna del bar

primo piano

37


a cura di Fabrizia Amaini

COME ERAVAMO

VINO E POESIA, AROLDO MITICA OSTERIA

In via Monte Pegni, a Correggio, fino al 1982 si trovava un’osteria priva di un’insegna e di una chiara denominazione, ma conosciuta, nel passato, come l’osteria “di tri scalein” (l’osteria dei tre gradini). Dal 1957, quando ne assunse la gestione Aroldo Gilioli con la moglie Norma, tutti iniziarono a chiamarla “l’osteria di Aroldo”. Era una locanda che offriva un servizio di vineria e di trattoria. Più di tutto rappresentava un punto di ritrovo per avventori in cerca di compagnia annaffiata con del buon vino, e gli eccessi erano all’ordine del giorno. Si racconta che quando, di notte, l’osteria chiudeva, spesso gli “spiriti allegri” continuassero all’esterno le loro sgangherate esibizioni canore, disturbando le persone che dormivano. Così i bollenti spiriti venivano spenti da frequenti lanci dalle finestre di “bucalein pin ed pésa”, vale a dire di pitali pieni di urina. Nel locale, a disposizione degli incalliti bevitori, erano posti sul bancone uova sode che ufficialmente si diceva servissero a “fare il fondo”, ma che, mangiate intinte nel sale, creavano ulteriore sete. Ogni giovedì veniva cucinato un piatto molto apprezzato dalla popolazione locale: la “buseca”, ovvero la trippa. Diverse famiglie portavano i “pgnatein” (i tegamini) e se la facevano cucinare da asporto. Tutte le mattine davanti all’osteria sostava Pistin, fruttiven-

Ieri, oggi e domani... 38

primo piano

dolo ambulante, con il suo biroccio spinto a mano e carico di frutta e verdura. Posizionato il carretto, per far sapere che era arrivato, urlava: “L’è tuta roba mersa!” (è tutta roba marcia!), e poi entrava da Aroldo a bersi un bicchiere di vino. All’uscita, le donne erano scese in strada per i loro acquisti. Nei giorni del mercato o delle fiere arrivava con un sidecar la “Mimi Fioraia”, cantastorie reggiana che, dopo essersi esibita nelle vie di Correggio, veniva nell’osteria a rifocillarsi e a continuare il suo repertorio di canzoni e storie. Negli ultimi anni di gestione, un gruppo di giovani ispirati dalle esperienze bolognesi di Gucciniana memoria aveva preso ad accompagnarsi agli anziani avventori. Bevevano vino, organizzavano serate culturali con letture di poesie e simili. Tra i più assidui frequentatori vi era anche lo scrittore correggese Pier Vittorio Tondelli, detto Vicky. L’osteria ha cessato l’attività definitivamente nel 1982. È stata l’ultima osteria aperta tutto il giorno dove si poteva mangiare e, soprattutto, bere. “Quei tre-quattro vecchietti rimasti lì a ridere e piangere fra i loro bicchierozzi perché la giovinezza non c’è più e questa sì che è disperazione quando ti senti proprio uno scartino che sei lì solo per morire. Ma il trip li prende anche loro e si mettono a

Studio digitale

Correggio tel. 0522-692451 www.fotomanzotti.it

febbraio 2021


cantare e vociare e ballare incerti sulle gambe e offrono toscani e comuni avanti e indietro, proprio a tutti, ed è come offrissero un tesoro. Non ci sono vecchi come ancora in molte osterie della bassa Reggio che li vedi coi loro toscani sempre pronti a ricordare e canticchiare. Se ne stanno scomparendo anche loro insieme ai prezzibassi, alle tovaglie di plastica, ai muri scrostati e caliginosi. Restano in pochi qua e là e quando li si incontra è un indefinibile trapasso di esperienza che capita, un attimo di comunicazione, quella vera, persino ardente e si rimane poi lì tutta la notte a menarsela su e giù degli anni, avanti e indietro nel tempo in una bella confusione che però è la storia vera e anche storia nostra”. Da “Altri libertini” di Pier Vittorio Tondelli

febbraio 2021

UN PO’ DI STORIA (da Giulio Taparelli) La storia di questa osteria arretra fino all’Ottocento ed è legata alle guerre per l’indipendenza d’Italia (1848-’49). Gli entusiasmi patriottici di allora avevano convinto molti cittadini di Correggio, appartenenti a ogni ceto, ad arruolarsi come militari in aiuto del Piemonte. Sotto il comando del tenente correggese Luigi Pungileoni, combatterono con onore nelle truppe del Generale piemontese Pietro Govone. Quando i reduci tornarono a Correggio, si riunirono in un’osteria di via Monte Pegni ricordando, tra un bicchiere e l’altro, le loro imprese. Qualcuno produsse un disegno a stampa che rappresentava il loro Generale e lo appese nell’osteria che, da quel momento, fu detta “l’osteria del General Govone”.

primo piano

39


a cura di Luciano Pantaleoni

CULTURA POPOLARE

A D’GIVA COL… DICEVA QUELLO… Riflessioni e giochi di parole che creano stupore e generano ilarità. La trasmissione del sapere nella cultura popolare avveniva attraverso il racconto, non c’erano libri o enciclopedie che serbassero la memoria. I narratori, per rendere più agevole il ricordo, avevano creato delle “formule narrative”, delle parole chiave, dei generi che servivano come capitoli, come scrigni dove contenere in modo organizzato il sapere. Una di queste categorie si fondava sull’espressione: A d’giva col... Diceva quello... Si iniziava il racconto utilizzando un modo di dire, una frase fatta, un’espressione tipica del parlato, una considerazione sul contesto: poi veniva introdotto il pensiero di un indefinito ascoltatore - A d’giva col... Diceva quello... - che, attraverso le sue parole, ribaltava la situazione facendo assumere alle dichiarazioni iniziali un significato completamente diverso e scherzoso. Giocando sul doppio senso delle parole si creava ilarità. Le situazioni sono le più disparate, ma alcuni temi sono ricorrenti. Ostacoli imprevisti incontrati durante il cammino. Chè a gh’è sota quel... Qui c’è sotto qualcosa… a d’giva col ch’l’iva piste na merda! diceva quello che aveva pestato una merda! An la ved mia tant cera... Non la vedo tanto chiara... a d’giva col ch’a gh’era gnu sira! diceva quello a cui era venuta sera! Improbabili pratiche sessuali e successive riflessioni. Questo non c’entra... Questo non c’entra...

ivan graniti civico 86 srl via Reggio, 84 42015 Correggio (RE) tel. 0522 697550 ivangraniti@gmail.com www.ivangraniti.com

40

primo piano

a d’giva ch’la sgnora sduda insema al paracar! diceva quella signora seduta sul paracarri! L’era mia pareint tegh... Non era tuo parente (non ti assomigliava)... l’a det la sgnora a so mari, quand la s’è alveda su ha detto la signora a suo marito quando si è alzata. Il rilascio di fastidiose esalazioni. Et dét quel? Hai detto qualcosa? A d’giva col ch’l’iva sinti scurser. Diceva quello che aveva sentito scoreggiare. Seint mo che musica... Senti che musica... A d’giva col ch’l’iva sinti suner al cul. Diceva quello che aveva sentito suonare il sedere.

ii e e ! Cass

CORREGGIO Corso Giuseppe Mazzini 28/C 0522-1407920 | 0522-1407801 correggio@tempocasa.com

febbraio 2021


A gh’è n’aria... ed culeina… C’è un’aria... di collina (culino)... A d’giva col ch’l’iva sinti ed l’aria visieda. Diceva quello che aveva sentito odori sgradevoli. A t’se s’cianche al breghi... Ti si sono strappate le braghe... A d’giva col ch’l’iva sinti n’armor stran. Diceva quello che aveva sentito un rumore strano. A volte la situazione degenerava. A m’cherdiva ch’a fus sol un po’ d’aria... Credevo che fosse solamente di un po’ di aria... A d’giva col ch’al s’era caghe ados... Diceva quello che si era cagato nelle braghe... Mariti con mogli prosperose. Pesa ch’a m’orient... Piscia che mi oriento... A d’giva al mari ed ch’la dona grasa. Diceva il marito di quella donna grassa. T’è la culouna ed la cà. Sei la colonna (culona) della casa. A d’giva al mari ed ch’la dona grasa. Diceva il marito di quella donna grassa. In presenza di persone prolisse e fastidiose. A m’arcmand... sera, po’, l’us... Mi raccomando... chiudi, poi, la porta... A d’giva col ch’a n’v’diva l’ora ch’l’andes via. Diceva quello che non vedeva l’ora che andasse via.

febbraio 2021

Tes moh... ch’a sintom s’te di. Taci, per favore... così sentiamo quello che dici. A d’giva col ch’a n’iva pin i maroun. Diceva quello che non ne poteva più di ascoltare. A volte questa formula assumeva una modalità un po’ più complessa, che prevedeva un dialogo tra le persone coinvolte. - Rimango! L’a dit col ch’l’a cate un a cagher dedre a la cesa. - Resto, molto sorpreso! Ha detto quello che ha trovato uno che cagava dietro alla chiesa. - Me no! Quand a l’o fata a vagh via... Al gh’a rispost col ch’l’era dre a cagher. - Io no! Quando l’ho fatta vado via... Gli ha risposto quello che stava cagando. Questa formula narrativa è sempre stata molto apprezzata. Nel tempo alle riflessioni del generico personaggio A d’giva col... Diceva quello... se ne sono aggiunte molte altre e anche gli argomenti sono stati aggiornati seguendo l’evoluzione dei tempi. Artisti contemporanei come Bergonzoni e Benigni hanno usato questi giochi di parole per divertire il pubblico. Chiudo con Roberto Benigni. E il grosso è fatto... disse la madre di Ferrara quando partorì. Non ho più il fisico... disse la madre di Galilei quando il figlio se ne andò di casa. Non ce la faccio più... disse quello che l’aveva fatta nelle ortiche.

primo piano

41


a cura di Nadia Stefanel

UNA MOSTRA AL MESE

RIAPRONO I MUSEI, MA SOLO IN ZONA GIALLA

Dal 18 gennaio hanno riaperto alcuni musei, in zona gialla, ma solo nei giorni feriali per un pubblico strettamente locale dato che, secondo le nuove disposizioni, non è possibile spostarsi tra regioni diverse. Provvedimento, quest’ultimo, che ha suscitato non poche perplessità nel mondo della cultura, tanto che AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) ha inviato una lettera al Presidente Conte e al Ministro per i beni e le attività culturali Franceschini sottolineando come “questa riapertura parziale rischi di penalizzare ulteriormente il loro ruolo e la loro funzione sociale, mettendo a rischio la sostenibilità, non soltanto economica e finanziaria, per molti di essi. I musei e i luoghi di cultura non sono tutti uguali tra loro. A undici mesi dall’inizio della pandemia, l’indice di contagio in territori vasti come le Regioni non può più essere l’unico elemento a determinare la chiusura o la riapertura di queste istituzioni. AMACI chiede che i musei e i loro rappresentanti vengano coinvolti nella valutazione sulle riaperture di questi luoghi in relazione, non soltanto all’indice del contagio, ma anche alla densità della popolazione e alla media annuale dei visitatori, in modo che possano essere fatte tutte le valutazioni necessarie e riescano a mantenere vivo il legame con il proprio pubblico e con il proprio territorio. Chi riapre? Vediamo in dettaglio. In Trentino. Il Mart di Trento e Rovereto con le due grandi mostre: Caravaggio. Il contemporaneo, inaugurata il 9 ottobre 2020, e la retrospettiva Giovanni Boldini, Il Piacere, di cui ricorre quest’anno il novantesimo anniversario della morte. In Toscana. Dopo una chiusura lunga 77 giorni, la più lunga dalla seconda Guerra Mondiale, gli Uffizi hanno riaperto i battenti. Un simbolo di rinascita e di speranza per una battaglia che dobbiamo vincere. Hanno riaperto anche i musei civici di Firenze (Musei del Bargello, le Cappelle medicee,

42

primo piano

Palazzo Davanzati, il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure, il Giardino di Boboli, il parco granducale di Palazzo Pitti popolato da statue antiche e rinascimentali che, grazie alla sua estensione, potrà garantire una visita all’aria aperta in tutta sicurezza). Ripartono anche il Museo dei Bozzetti a Pietrasanta (Lucca), Casa Carducci a Valdicastello, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. In Campania. La Reggia di Caserta con i nuovi allestimenti della collezione Terrae Motus e del Presepe Reale, gli spazi restaurati, i cantieri “parlanti” nei cortili, le nuove prospettive offerte dai corridoi degli Appartamenti Reali. In questi mesi sono inoltre proseguiti i lavori di restauro dei cortili, dei tetti, dello Scalone reale, dei pavimenti in encausto degli Appartamenti reali, della Peschiera, della Cascata e delle serre del Giardino Inglese. Sarà di nuovo possibile ammirare le collezioni permanenti e le esposizioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: tra le mostre “KENE/Spazio”, allestimento dedicato al progetto di inclusione sociale promosso in Mali dal giovane artista Mohamed Keita, e naturalmente Gli Etruschi e il MANN, grande mostra che attraverso seicento reperti racconta le radici del meltin’ pot culturale della Campania. In Sardegna. Il museo stazione dell’arte di Ulassai riapre con la mostra “Maria Lai. Fame d’infinito”. Percorribili anche gli ampi spazi all’aperto che accolgono il museo, caratterizzati dal verde di un grande parco in cui sono posizionate diverse installazioni realizzate da Maria Lai, come Fiabe intrecciate. Omaggio a Gramsci (2007) veri e propri simboli distintivi della Stazione dell’Arte. Si ricorda infine il Museo a cielo aperto Maria Lai, composto da oltre dieci opere e interventi ambientali realizzati, tra gli altri, da Costantino Nivola, Guido Strazza, Luigi Veronesi e Marcello Maloberti.

febbraio 2021


a cura di Marilena Bertani

RACCONTAMI CAMBIARE L’ACQUA A FIORI Valérie Perrin Edizioni e/o, 2019 I vicini di casa di Violette Toussaint non hanno preoccupazioni, non si innamorano, non fanno promesse né rumore, non sono rancorosi, meschini, gelosi, divertenti. I suoi vicini sono morti e lei è la guardiana del cimitero di Brancion-en-Chalon. Ogni giorno si alza e con un sorriso accoglie i visitatori che vengono a trovare i loro defunti, offre loro una tazza di té, o qualcosa di più forte se necessario, conforto e ascolto. Non giudica, di storie ne ha sentite tante: ci sono la moglie e l’amante dell’uomo sepolto nell’angolo in fondo che lo vengono a trovare a giorni alterni, i figli che ricordano i genitori con splendide parole e altri che invece sono chiusi nel silenzio. La vita per Violette non è stata semplice: creduta morta alla nascita, è stata poi abbandonata dalla madre e ha trascorso l’infanzia tra orfanotrofi e famiglie affidatarie. Poi ha incontrato Philippe Toussaint, bello e affascinante, che, dopo aver-

la sedotta e averle dato una parvenza di famiglia, la accantona in un angolo, troppo preso dalle sue tresche con amanti in giro per il Paese. «Mi tengo dritta, è una mia peculiarità. Non mi sono mai piegata, neanche nei periodi di maggior dolore». Una frase che descrive alla perfezione la personalità della protagonista: nonostante i dolori immensi, trattati con grande delicatezza nelle pagine del romanzo, trova comunque la forza di andare avanti, di prendersi cura di sé e del cimitero che tratta come un giardino, simbolo della sua rinascita. Tutto ciò che Violette ha sempre desiderato era la certezza di una casa, di una famiglia, ed è molto bella la transizione dall’essere guardiana di un passaggio a livello senza fermata, un luogo dove le persone sono solamente di passaggio e tutto ciò che lei può fare è salutarle con la mano mentre scorrono via sui binaria, all’essere una custode di un camposanto, la destinazione finale, la fermata definitiva dalla quale nessuno riparte. Un libro di una tenerezza infinita, un inno alla resilienza e alla forza delle persone di ricominciare da zero. «Bisogna che il buio aumenti perché appaia la prima stella».

a cura di Lorenzo Soldani

UN INCONTRO APPREZZATO UNA BELLA SERATA CON FEDERICO RAMPINI La stagione 2020 di Primo Piano Incontri si è chiusa in bellezza il 21 Dicembre con l’evento “Il Mondo oltre la Siepe”, che ha visto come gradito ospite il giornalista e corrispondente de “La Repubblica” dagli Usa, Federico Rampini; ha condotto la serata il direttore di Telereggio, Mattia Mariani. Il dibattito è iniziato prendendo spunto dal suo ultimo volume, “I cantieri della Storia”, un’interessante excursus sui vari esempi di rinascita compiuti dalle civiltà del passato dopo i momenti di crisi, partendo dall’antica Roma fino alle ricostruzioni post-belliche del ‘900. Un buon auspicio per superare i momenti drammatici che abbiamo vissuto negli ultimi mesi. La serata è poi virata sul tema più caro al nostro interlocutore, ovvero la situazione degli Stati Uniti d’America: l’assalto al Campidoglio doveva ancora avere luogo, ma Rampini è stato profetico nel pronosticare un’opposizione dura e rissosa da parte dell’ormai ex presidente, Donald Trump. Tante le riflessioni e gli spunti nati dal dibattito, dal Black Lives Matter alla sconfitta dell’ala sinistra del Partito Democratico, rappresentato da Bernie Sanders. Rilevante è stata anche la partecipazione del pubblico, che ha contribuito attivamente alla serata, seppur a distanza, interrogando gli ospiti con domande interessanti. Una degna chiusura di un anno particolare per i nostri incontri, divenuti virtuali per necessità: nella speranza di poter tornare presto a riempire il nostro amato Teatro Asioli, vi ricordiamo che tutti gli eventi del 2020 sono visibili in qualsiasi momento sul nostro canale Youtube e sulla pagina Facebook.

febbraio 2021

primo piano

43


a cura di Andrea Munari

CORREGGESE CALCIO

SOGNARE? SI PUÒ!

Con questo numero di Primo Piano ha inizio una nuova rubrica, in collaborazione con la società A.C. CORREGGESE nella persona dell’addetto stampa e team manager, Andrea Munari. Ci accompagnerà per tutta la durata di questo tribolato girone “D” di Lega Nazionale Dilettanti (ex serie D) con articoli, risultati e classifica della squadra di calcio più importante della nostra città. Giovane, arrembante e con tanta voglia di stupire. Queste potrebbero essere le prime parole per descrivere la Correggese 2020/21, una squadra che ha cambiato guida tecnica, affidandosi all’emergente Mattia Gori, e anche il modo di stare in campo rispetto al recente passato, mantenendo però sempre lo stesso obiettivo: essere protagonista fino alla fine. Questa prima parte di campionato ha mostrato una squadra capace di rispettare tutte le aspettative, andando anche oltre tutti gli ostacoli causati dall’emergenza Covid-19: i ragazzi di mister Gori hanno dovuto saltare ben quattro partite tra ottobre e novembre; due di queste devono ancora essere recuperate. Tanti però sono gli aspetti positivi che la squa-

dra ha già mostrato in questo inizio di stagione, dalla grande determinazione e forza di un gruppo che non si dà mai per vinto, come dimostrato nel derby contro il Lentigione: una vittoria entusiasmante, arrivata in rimonta nei minuti finali di gara, così come la vittoria nella sfida contro il Mezzolara, in una partita arrivata dopo quasi due mesi di stop per l’emergenza Covid-19. Fondamentale il ritorno in campo con costanza di Edmond Lessa Locko, l’attaccante che, dopo un campionato travagliato e pieno di problemi fisici come quello dello scorso anno, si sta ritrovando e sta mettendo in mostra tutte le sue qualità. Con sei gol segnati in otto partite giocate dalla Correggese è già tra i migliori goleador del campionato.

1a 2a 3a 4a 5a 6a 7a

8a Correggese - Marignanese 4-2

Sasso Marconi - Correggese 2-2 Correggese - Lentigione 3-2 Pro Livorno - Correggese 1-2 Correggese - Mezzolara 2-1 Bagnolese - Correggese 1-0 Correggese - Prato (da recuperare) Forlì - Correggese (da recuperare)

La nostra compagine ha voglia di continuare a stupire e lo dimostra ogni giorno sul campo di allenamento dello stadio Borelli, mantenendo i piedi per terra, ma non sentendosi inferiore a nessuno: la classifica è lì a dimostrare che questa squadra può essere protagonista fino alla fine. Oggi è ancora difficile decifrare bene la graduatoria, troppa è la disparità di partite giocate dalle varie squadre, ma quello che balza all’occhio è un dato solo: la Correggese è l’unica fra le squadre di vertice a dover recuperare ancora due incontri. Continuiamo a lottare e a sognare, perché con questa squadra nessun traguardo è impossibile. CLASSIFICA

9a Aglianese - Correggese 3-0

1° 30

Aglianese

10 Correggese - Serravezza 1-0

2° 26

Fiorenzuola

11a Fiorenzuola - Correggese 4-1

3° 25

Pro Livorno

12a Correggese - Corticella 4-0

4° 24

Lentigione

5° 22*

Prato

6° 21*

Mezzolara

7° 20**

CORREGGESE

8° 18**

Rimini

9° 18

Bagnolese

a

13a S.C.D. Progresso - Correggese 1-1

10° 17*

S.C.D. Progresso

11° 16*

Real Forte Querceta

12° 16*** Forlì

44

primo piano Da sinistra l'allenatore Mattia Gori e il giovane centrocampista Alessandro Muro

13° 12*

Sammaurese

14° 10

Marignanese Cattolica

15° 8*

Seravezza

16° 8

Sasso Marconi

17° 7

Ghivizzano

18° 5*

Corticella

febbraio 2021


a cura di Claudio Corradi

AGRICOLTURA, VERDE, AMBIENTE

TORNA LA PIOGGIA, LA CAMPAGNA SI PREPARI Nemmeno il tempo di iniziare a preoccuparsi per regolare il ripetersi di anni sempre più avari di piogge (nel quadriennio 2015-2018 è stato così), che già siamo obbligati a ricrederci. Questo se non altro per quanto riguarda le precipitazioni invernali che, da due anni a questa parte, rivelandosi puntuali ed abbondanti, hanno ristabilito una sorta di normalità rispetto alla piovosità media della nostra pianura. Una media sempre più difficile da definire perché in continua evoluzione, anno dopo anno; questo anche in virtù dei nuovi parametri climatici che, necessariamente, vanno a modificarne le risultanze. Basti per esempio osservare che fino a due anni la fa piovosità media del correggese dell’ultimo decennio era di 692 millimetri, dati Arpa Meteo Emilia Romagna: oggi, grazie appunto agli ultimi due inverni, è salita a 711 millimetri. L’unico strumento che abbiamo per gestire gli eccessi climatici ed evitare che provochino danni rilevanti è quello di farci trovare preparati dal punto di vista delle sistemazioni idrauliche. Non a caso i nostri nonni avevano un vero e proprio culto della gestione degli scoli nelle campagne: in questo modo impedivano che i campi restassero troppo a lungo allagati, non tanto per l’impraticabilità degli appezzamenti quanto piuttosto per gli eventuali danni di asfissia che il ristagno avrebbe potuto provocare alle colture. Un culto a cui corrispondeva una regolare e scrupolosa manutenzione dei fossati di scolo di pertinenza dei rispettivi possedimenti, i cosiddetti frontisti, che dovevano essere complementari e sinergiche con quelle delle proprietà limitrofe. Oggi la meccanizzazione e le tecnologie hanno rivoluzionato i principi dell’idraulica agraria, non sempre positivamente: ci si affida per esempio a drenaggi tubolari sotterranei, che da un lato possono facilitare lo sgrondo

febbraio 2021

UNA PIOVOSITÀ SINGOLARE Quest’anno a Correggio sono stati registrati 99 giorni di pioggia, vale a dire che è piovuto quasi un giorno su quattro. In questi giorni sono caduti mediamente 7,8 litri di acqua per metro quadro, con valori decisamente superiori nei periodi estivi; giugno, luglio ed agosto che sono stati caratterizzati da una torrenzialità delle precipitazioni, superando anche i 22 millimetri medi per giorno di pioggia. Dicembre a parte, che con i suoi 196,8 millimetri si è attestato come il mese più piovoso in assoluto, è stato proprio il periodo più caldo a risultare il più bagnato, con un agosto da 141,2 millimetri ed un giugno e luglio con precipitazioni superiori agli 80 millimetri ognuno. I mesi più siccitosi del 2020 sono stati Febbraio e Novembre: la piovosità media dell’ultimo decennio, tuttavia, stabilisce che febbraio è il mese più piovoso ed agosto quello più arido. Marzo, Giugno e Novembre sembrano essere i mesi statisticamente più stabili nel lungo periodo. invernale delle acque in eccesso ma dall’altro favoriscono la perdita di umidità dei terreni nei periodi estivi. Per quanto riguarda invece la pulizia dei fossati di scolo, ovvero gli affluenti che indirizzano le acqua in eccesso verso i canali che poi le convoglieranno in Po, le cose sono un pò cambiate. Dal punto di vista pratico le macchine permettono oggi di ridurre la fatica e migliorare la precisione nel rispetto delle pendenze. Per contro però, soprattutto ai bordi delle strade più trafficate, è enormemente aumentata la presenza di rifiuti: in passato eravamo più civili, senza dubbio. Il cospicuo ammontare di immondizia, soprattutto bottiglie di plastica che vanno ad ostruire le tubazioni sotto i passi carrai, rende ancora più in-

dispensabile la manutenzione: questa, peraltro, è normata da un regolamento comunale che la impone a tutti i frontisti poiché un solo mancato intervento vanifica il lavoro di tutti quelli che si trovano a monte rispetto alla direzione delle acque di scolo. Poi ci si potrebbe dilungare discutendo di interventi pubblici di pulizia dei fossati o sul corretto dimensionamento delle condotte, divenute troppo piccole in relazione al forte incremento delle superfici pavimentate che vi convogliano acqua (il cosiddetto processo di cementificazione). Al momento esiste una sola certezza: se ognuno fa la sua parte, il nostro territorio è ancora un’isola felice rispetto a tante aree più sfortunate di noi.

primo piano

45


L’ANGOLO DEL RELAX REBUS (6-1-3)

REBUS A ROVESCIO (4-7)

Testi di Testa - Disegni di Rinaldi

MODI DI DIRE

FILASTROCCA DEL MESE

E'sser al vérd.

Carnevèl l'ée un galantòm, cun la berba al bèsa al dònn, cun i pée al li fa balèr viva viva al carnevèl. (Martedì 16/2 ultimo di carnevale)

Essere alla fine delle risorse, come le candele, che alla fine avevano una banda verde.

Soluzione rebus: Gian Paolo Rinaldi

S, ala, MED, oca (Salame d'oca)

VIGNETTA

Soluzione rebus a rovescio: ES, olla, Cina, M (Mani callose)

46

primo piano

febbraio 2021


SCHIATTI CLASS MULTIBRAND

OCCASIONI AUTO | MOTO

TRIUMPH Street Twin A2 35kw

Km: 1.100

DUCATI Multistrada 950

BMW R 1100 S

RED

Boxer Cup

Anno: 2020

Anno: 2004

KAWASAKI Z 750 .

Anno: 2020

Anno: 2008

Prezzo: 8.290 €

Prezzo: 6.190 €

Prezzo: 14.890 €

Prezzo: 3.990 €

FIAT Freemont

JEEP Renegade

JAGUAR E-Pace

LR Range Rover Evoque

2.0 Mjt 170 CV 4x4 aut. Lounge 7

Km: 89.366

Anno: 2016

Prezzo: 14.850 €

1.0 T3 Business

Km: 34.967 Prezzo: 18.600 €

2.0 TD4 150 CV 5p. SE

2.0D 150 CV

Anno: 2019 Prezzo: 31.650 €

Anno: 2018

NUOVA PROSSIMAMENTE IN CONCESSIONARIA

Le nostre sedi CORREGGIO

REGGIO EMILIA

PARMA

Via Gaiti, 9 Correggio RE 42015 Tel: 0522 - 694610 Info@schiatticlass.it

Via Cipriani, 6 42124 Reggio Emilia (RE) Tel: +39 0522 383535 Info@schiatticlass.it

Via San Leonardo, 84/A 43123 Parma (PR) Tel: +39 0521 270264 Info@schiatticlass.it

www.schiatticlass.it

Prezzo: 28.300 €

Anno: 2017


SULLE MURA viale Battisti _ Correggio MAISONETTES con 3 camere - giardino e ingresso autonomo_ CLASSE A4

0522 69.46.40 - 69.32.92

Cooperativa di abitanti

SISMABONUS

81.600 euro

www.andria.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.