Primo Piano - Marzo 2021

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sport

Viller Magnanini

BAGNI, SAPETE, IL CALCIO CE L'HA DENTRO SALVATORE, UN CAMPIONE E UN AMICO Salvatore Bagni, figlio di Luciano Bagni, “Baroba” per noi di Correggio e dunque di diritto anche per lui stesso, è stato un grande protagonista del calcio italiano a cavallo degli anni settanta e ottanta. Esordisce nel calcio che conta con il Carpi nel 1975 in serie D, per passare poi, nel 1977, con un quadruplo salto di categoria al Perugia in serie A, dove visse anni importanti, con il record di imbattibilità conservato per un anno intero e campionati di vertice. Poi fu ceduto nel 1981 all’Inter dove, sotto la guida di Marchesi, nel campionato ‘82/’83 da attaccante di fascia venne trasformato, vista la buona tecnica, in mediano di centrocampo per sostituire Oriali (quello di ”una vita da mediano” del Liga). La storia di Salvatore con la società milanese terminò in modo brusco nel 1984, con la cessione al Napoli, che così rafforzò il centrocampo di una formazione che tra le sue file annoverava già giocatori del calibro di Giordano, Ferrara, De Napoli; poi arrivarono Careca, Alemao e un certo Maradona. L’anno successivo fu Scudetto e Coppa Italia. Quello dopo il Napoli arrivò secondo dietro al Milan, per un inaspettato calo nel girone di ritorno. Il rapporto con la società si deteriorò e si concluse con il prestito di Salvatore all’Avellino, anche se lui preferiva Bologna con la quale aveva già trovato un accordo. Il ritiro dalla attività agonistica avvenne nel 1991 in serie B con l’Avellino dove non giocò preferendo spostarsi agli Amatori con Donato (Best), suo grande amico. In questi dieci anni aveva giocato prima in Nazionale under 21 e poi nella nazionale maggiore, per un totale di 41 presenze e 5 gol.

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Ecco per sommi capi la carriera di Bagni, che è conosciuta da molti e descritta in tanti articoli che gli sono stati dedicati. Dunque? Dunque a noi interessa l’uomo Bagni, il Bagni che emerge nella sua recente autobiografia intitolata “Il Guerriero”. Quindi ci interessa il ragazzo Salvatore, i suoi amici, il suo ritornare frequentemente tra di noi, i legami mantenuti con Correggio pur vivendo distante, ma non troppo (160 chilometri) sulla riviera Romagnola, a Gatteo Mare. Nessuno è profeta in patria. Poi, nelle piccole città, dove tutti si conoscono e le genealogie perpetuano nei secoli i pregiudizi, gli amici rimangono un vero patrimonio di umanità.

Ospiti della lavanderia Montanari, con il titolare William, di cui si dichiara “praticamente fratello”, a fare da anfitrione, e con altri amici che lo accompagnano, parliamo con Salvatore di calcio, della sua vita e del tempo che scorre. Per prima cosa gli chiediamo di raccontaci della consuetudine di incontrare i vecchi amici. Sappiamo che, finita l’attività professionistica, per molto tempo si è sottoposto a dei sacrifici, a delle alzatacce, pur di venire qui a giocare negli “amatori” con gli amici, prima nella “Dorando Pietri” di Carpi poi nella “Maris” di Correggio, spesso facendosi accompagnare anche da famosi ex compagni, e portando entrambe le squadre a numerosi successi. Lui, dicono gli amici, al calcio deve tutto, ma lui il calcio ce l’ha dentro, non è stata una semplice professione bensì un continuo divertimento. Non è uno spaccone, è un uomo estroverso e sincero: «Io dormo poco, sono super attivo, non mi costava fatica, anzi non vedevo l’ora di ritrovare gli amici sul campo, sempre con la medesima grinta e carica ago-

marzo 2021


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